Osservazioni alla verifica di compatibilità al PPTR sull adozione del Piano di Lottizzazione convenzionata COMPARTO 13/A e 13/B



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l Osservazioni alla verifica di compatibilità al PPTR sull adozione del Piano di Lottizzazione convenzionata COMPARTO 13/A e 13/B Il presente documento costituisce integrazione delle osservazioni presentate in data 25/07//2013 dal Coordinamento Tutela del Territorio Magliese e dai gruppi consiliari del PD, UDC e Per Cambiare Maglie. Il procedimento di approvazione del piano di lottizzazione dei comparti 13a 13b del PRG è soggetto alla disciplina contenuta nel PUTT/P. In vero, l articolo 106 delle NTA, come da ultimo modificato con deliberazione della G.R. del 29/10/2013 n 2022, stabilisce espressamente che le varianti di adeguamento al PUTT/P degli strumenti urbanistici generali e i PUG adottati dopo la data dell 11 Gennaio 2010 e prima dell entrata in vigore del PPTR, proseguono il proprio iter di approvazione ai sensi del PUTT/P. Or bene, il piano di lottizzazione delle aree comprese nei comparti 13a e 13b del P.R.G. è stato adottato con delibera di C.C. n 12 del 6 febbraio 2013, sicchè certa deve ritenersi la assoggettabilità del

relativo iter di approvazione al PUTT/P e quindi l assoluta inconferenza della relazione di verifica di compatibilità con il PPTR del piano di lottizzazione in ultimo presentata dai progettisti. Ciò chiarito, in ordine alla normativa applicabile nella specie, si osserva quanto segue. Se, come dicono i progettisti nella relazione di verifica di compatibilità con il PPTR, il piano di lottizzazione deve essere conforme al PUTT/P e quindi sottoposto al parere paesaggistico come stabilito nell art.5.03 delle relative NTA, ricordiamo loro (come abbiamo già scritto in altra parte delle osservazioni da noi prodotte e specificamente nelle considerazioni urbanistico-paesaggistiche sull adozione del piano di lottizzazione convenzionata comparto 13/a e 13/b ) che nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia-n.142 del 9-9-2009 a pag. 18770 il Comitato Urbanistico Regionale C.U.R. evidenzia il valore testimoniale ambientale e paesaggistico del viale delle Franite. Alla luce di questo dato e richiamando le osservazioni già prodotte in data 25/07/2013, il Coordinamento Tutela del Territorio Magliese intende promuovere tutte le iniziative per riconoscere il suddetto viale come area di notevole interesse pubblico nell ambito dell articolo 136 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Il viale delle Franite oltre ad essere tutelato dall articolo 3.14 del PUTT/P trova un ulteriore e decisa tutela dall articolo 3.10 del PUTT/P in quanto bosco. Infatti nelle N.T.A. del PUTT/P

all articolo 3.10.1 al sotto capo 1.1 si legge: il piano definisce, in modo indifferenziato, con il termine bosco : 1.1.1 bosco (terreno su cui predomina la vegetazione di specie legnose riunite in associazioni spontanee o di origine artificiale), in qualsiasi stato di sviluppo la cui area di incidenza (proiezione sul terreno della chioma degli alberi degli arbusti e dei cespugli) non sia inferiore al 20%. Riguardo a quanto riportato sopra, nel caso del viale delle Franite, l area di incidenza è quasi del 100%. Al punto 1.5 si legge che il piano non considera come bosco e macchia: 1.5.1 appezzamenti di terreni che, pur con i requisiti di cui sopra, hanno superficie inferiore a 2000 mq e distanza da altri appezzamenti a bosco o a macchia di almeno 300 metri, misurati tra i margini più vicini.,il nucleo boschivo del viale delle Franite, a detta degli stessi progettisti, ha un area di 3.700 mq e sicuramente dista più di 300 m. da altri nuclei boschivi. Dunque, secondo la definizione di bosco contenuta nel PUTT/P, il viale delle Franite è da ritenersi un bosco I regimi di tutela previsti per boschi e macchie all articolo 3.10.3 prevedono l individuazione di: a. area di pertinenza costituita dall area del bosco o della macchia, cosi come definita dal piano b. area annessa costituita dall area contermine all intero contorno dell area di pertinenza, essa viene perimetrata in

sede di formazione dei Sottopiani e degli strumenti urbanistici generali; in loro assenza si ritiene formata da una fascia della larghezza costante di 100 metri. Ora, l Ufficio Tecnico del Comune di Maglie non ha mai elaborato un Sottopiano né ha mai perimetrato nello strumento urbanistico generale un area annessa, che dunque è da ritenersi a norma di tale articolo appunto di 100 metri. L articolo 3.10.4 detta le prescrizioni di base e al punto 4.2 riguardante l area annessa prescrive che non sono autorizzabili piani e o progetti comportanti nuovi insediamenti residenziali o produttivi e laformazione di nuovi tracciati viari. Poiché i progettisti valutano anche la compatibilità del P.L. con il PPTR, anche noi ci esprimiamo al riguardo Nella verifica di compatibilità paesaggistica del P.L. al PPTR, nella Struttura Antropica e Storico Culturale, alle Componenti Culturali e Insediative, Beni Paesaggistici, alla voce Zone di Interesse Archeologico, è riportato nessuna segnalazione ; salvo poi specificare nel proseguio della relazione che sul margine sud delle aree comprese nel P.L.va segnalato il Menhir Crocemuzza,tutelato da una fascia di rispetto profonda 100 metri. I progettisti sostengono che nel P.L. questa fascia di rispetto è stata mantenuta. Segnaliamo invece che dai disegni forniti dai progettisti facilmente si evince che al limite sud del P.L., quest ultimo e l area di rispetto intorno al Menhir in piccola parte si sovrappongono, con evidente violazione della zona di rispetto.

Sempre riguardo alla Struttura Antropica e Storico- Culturale,Ulteriori Contesti, alla voce Paesaggi rurali, i progettisti riportano nessuna segnalazione; salvo poi riferire nel proseguio della relazione che della ruralità sull area in oggetto,rimangono soltanto residui di ruderi di muri a secco traccia di divisori dei campi,e di comuni ruderi in pietra a secco molto diffusi nella campagna salentina,resti di manufatti a servizio del lavoro nei campi, riportando di questi, sette documentazioni fotografiche. Il PPTR nella Struttura Antropica e Storico-Culturale,Ulteriori Contesti, al punto 4 Paesaggi rurali, elenca : a)-i parchi multifunzionali di valorizzazione, voce che comprende al punto c. il Parco Multifunzionale dei Paduli, il quale proprio nella piazzetta antistante il menhir Crocemuzza, laddove il viale delle Franite continua con via Contrada Fraganite, ha una sua Porta d ingresso. b)-paesaggi perimetrati ai sensi dell art.78 comma 3a, che contengono al loro interno beni diffusi nel paesaggio rurale quali muretti a secco, siepi terrazzamenti;architetture minori in pietra a secco quali specchie, trulli, lamie, cisterne, pozzi, canalizzazioni delle acque piovane; piante, isolate o a gruppi, di rilevante importanza per età dimensione significato scientifico testimonianza storica; ulivi monumentali come individuati ai sensi della L.R. 14/2007, alberature stradali e poderali. Tra i beni elencati nel comma b, quelli da noi sottolineati sono tutti presenti nell area del P.L. come approfonditamente è riportato nella Relazione Tecnica Analisi degli Aspetti Storici Archeologici e Ambientali, nella Relazione Storica-Archeologica e nelle Considerazioni Paesaggistico-ambientali del Prof.Pietro Medagli, presenti nelle osservazioni del 25/07/2013. Secondo le direttive del PPTR sono gli Enti Locali che, nei piani urbanistici riconoscono e perimetrano i paesaggi rurali di cui all art. 76 co. 4 lett. b) meritevoli di tutela e valorizzazione e li sottopongono a specifiche discipline finalizzate alla salvaguardia, conservazione e recupero dei manufatti in pietra a secco.

Ora, il Comune di Maglie fin dal 1970 ha considerato le aree oggetto del P.L. come aree C2 di espansione, senza prendere in alcuna considerazione né l aspetto storico-culturale del luogo né l aspetto paesaggistico. E avvilente che in più di quaranta anni non sia maturata nell A.C. alcuna sensibilità culturale e ambientale che avrebbe portato a ripensare la destinazione urbanistica di quei luoghi. Per quanto riguarda i Valori Percettivi della Struttura Antropica e Sorico-Culturale, i progettisti segnalano negli Ulteriori Contesti il Viale delle Franite come Strada a Valenza Paesaggistica, ma sostengono che ciò sia frutto di un errore, in quanto secondo loro il viale delle Franite è stato erroneamente ritenuto prolungamento di una vecchia via extracomunale via Fraganite.Essa solo dunque, a loro parere, meriterebbe di essere Strada a Valenza Paesaggistica. Nella Descrizione Analitica dei Luoghi, che sono il primo capitolo delle osservazioni presentate il 25/07/2013, si fa notare invece come il viale delle Franite, attraverso la Porta del Parco dei Paduli antistante il menhir Crocemuzza, si continua in via Contrada Fraganite. Del resto,proprio la carta storica del 1948 citata dai progettisti, considera il viale delle Franite e via Contrada Fraganite un unica strada. Ottima sembra dunque la scelta della Regione nell aver individuato questo percorso come Strada a Valenza Paesaggistica e non vediamo come avrebbe potuto fare altrimenti. Nelle Linee Guida per la qualità paesaggistica delle infrastrutture del PPTRsi legge: 5. La strada di interesse paesaggistico Strada che attraversa contesti naturali e rurali di alto valore paesaggistico dalla quale si puo godere di visuali panoramiche o ravvicinate dei paesaggi di pregio e delle citta storiche. Gli indirizzi e i criteri progettuali corrispondenti sono orientati: alla salvaguardia e

valorizzazione dei margini e delle visuali panoramiche (attraverso l istituzione di adeguate fasce di rispetto a tutela della fruibilita visiva e la definizione delle modalita realizzative per aree di sosta, segnaletica, ecc); alla riduzione e mitigazione degli impatti e delle trasformazioni che alterano le relazioni visivo percettive tra strada e contesto (attraverso le modalita localizzative degli edifici e delle parti vegetali, o il ripristino degli aspetti alterati da interventi pregressi, prevedendo anche la rilocalizzazione o dismissione delle attivita e degli edifici incompatibili). Gli Obiettivi di Qualità Paesaggistica e Territoriale contenuti nelle varie schede d ambito del PPTR adottato e più specificatamente quelli dell ambito 10 del tavoliere salentino cui il nostro territorio appartiene,impongono di: - salvaguardare e valorizzare le strade panoramiche e le strade di interesse paesaggistico tramite : - azioni per la riqualificazione dei margini delle infrastrutture, attraverso ladefinizione di adeguate fasce di rispetto a tutela della riconoscibilità delle relazioni visive tra strada e contesto, prevedendo la eventuale rilocalizzazione e la dismissione delle attività e degli edifici incompatibili. - salvaguardare e valorizzare i viali storici d accesso alle città, degli ingressi e dei fronti urbani tramite:.-azioni e progetti per la riqualificazione dei viali storici di accesso alle città, ripristinando le condizioni originarie di continuità visiva e valorizzando gli assi visuali di pregio caratterizzati dalla presenza di fughe prospettiche frontali di rilevanza simbolica, elementi di quinta edificati o vegetali di pregio. - salvaguardare e valorizzare gli orizzonti visivi espressivi dell identità regionale e delle identità locali tramite.-azioni e progetti per la riduzione e la mitigazione degli impatti e delle trasformazioni che alterano o compromettono le relazioni visuali tra i grandi orizzonti regionali,gli orizzonti visivi persistenti e i fulcri visivi antropici e naturali, definendo le misure più opportune per assicurare il mantenimento di aperture visuali ampie e profonde. Il viale delle Franite, Strada a Valenza Paesaggistica, costituito da un filare di elementi vegetali di pregio di Pinus Pinea centenari e monumentali,lungo 550 metri, confluisce in un altra Strada a Valenza

Paesaggistica la Maglie-Muro Leccese, ponendosi trasversalmente rispetto a quest asse viario.esso quindi rappresenta la principale Figura Territoriale e il preminente Elemento Percettivo di ingresso alla città da Muro- Leccese. Attualmente, come dimostrano le foto da noi presentate nella Descrizione Analitica dei Luoghi I capitolo delle precedenti Osservazioni, percorrendo la strada Muro Leccese-Maglie, all ingresso della città si incontra, sulla sinistra, il maestoso viale delle Franite immerso in un contesto luminoso di cielo e campagna aperta, con lo sguardo che si perde nell orizzonte.con la realizzazione del P. L. tutto questo quadro naturalistico sarebbe sconvolto, poiché il cemento prenderebbe il posto della campagna e le villette occluderebbero la vista del cielo tra i fusti del viale. Della Panoramicità non rimarrebbe più nulla. Questa forte occlusione visiva sul viale è ancora più marcata percorrendo da nord-ovest il prolungamento via Giosuè Carducci, strada che arriva al menhir Crocemuzza, si immette nella Porta di ingresso del Parco dei Paduli e si continua con via contrada Fraganite. In questo percorso,il più utilizzato dai magliesi per raggiungere l area delle Franite per le loro attività ricreative,la realizzazione del P.L. posto nella sua parte più a sud a solo 20 metri dal Viale, ne occluderebbe completamente la visuale. Ciò è in evidente contrasto con gli indirizzi di tutela (art.86) dagli stessi progettisti citati, che impongono di salvaguardare la struttura estetico percettiva dei paesaggi della Puglia, attraverso il mantenimento degli orizzonti visuali percepibili da quegli elementi lineari, puntuali e areali quali strade a valenza paesaggistica,strade panoramiche, luoghi panoramici e coni visuali, impedendo l occlusione di tutti quegli elementi che possono fungere da riferimento visuale di riconosciuto valore identitario. In conclusione, riteniamo che sia opportuno mantenere gli attuali valori percettivi del viale delle Franite, sia in direttiva nord-sud (cioè da via Muro) che in direttiva sud-nord (cioè dalla Porta di ingresso del Parco dei Paduli) :è evidente che tali valori percettivi sarebbero totalmente sconvolti dalla realizzazione del P.L. tanto da distruggere la Valenza Paesaggistica del viale. Per finire, riproponiamo quanto già scritto nel capitolo della Tutela del viale delle Franite come Bene Paesaggistico nelle precedenti Osservazioni.

L opera di lottizzazione del comparto 13 e di parte del comparto 14 (così come riperimetrati nel P.L.) comporterebbe, con il completamento del progetto edilizio, l annullamento del bene paesaggistico nella sua totalità, perché si perderebbe irrimediabilmente la panoramicità dell area, quella campagna aperta, quell ambiente caratteristico ed agreste, quello spazio di veduta prospettica necessari al fine di ritenere il filare stesso un bene paesaggistico. Si priverebbe quest ultimo della luce e del contesto spaziale necessari affinchè possa essere ammirato. Lo si ingabbierebbe in abitazioni, strade, parcheggi. L intera visuale del bene verrebbe tarpata, lo stesso concetto di paesaggio verrebbe stravolto, si perderebbe l identità culturale e spaziale del luogo. Lo spazio buffer di poche decine di metri previsto dai progettisti (l insediamento proposto nel P.L. insiste per la metà sud a circa 20 metri dal viale, e per l altra metà nord ad una distanza che si slarga dai 20 ai 65 metri) non è sufficiente a mantenere il bene paesaggistico tale. Non sono sufficienti poche decine di metri per mantenere la veduta prospettica dell alberata. Non sono sufficienti per mantenerla nel suo contesto, fatto di lamie rurali costruite a secco, di affioramenti rocciosi di calcarenite intagliati dai nostri avi e scavati per utilizzarli nel lavoro contadino, di cisterne e pozzi da falda freatica affiorante per attingere l acqua in tempi remoti. Tutto questo sarebbe distrutto o alterato dal nuovo quartiere. Si ritiene quindi essenziale, per l esistenza stessa del bene paesaggistico del viale alberato delle Franite, il mantenimento dello stesso nel suo contesto rurale, per ragioni di veduta prospettica e per non decontestualizzare un elemento di tale pregio dell architettura rurale ed ambientale delle nostre campagne, ingabbiandolo in elementi di nuova costruzione, esautorando così il viale stesso della sua storica identità culturale ed ambientale. Il Viale e l area delle Franite, ultimo polmone verde della città, rappresenta da sempre per la comunità magliese (e non solo) un luogo di ristoro psico-fisico, già dai tempi in cui per tradizione ivi si trascorreva la Pasquetta (in dialetto finita perché trascorsa al limite del paese).attualmente, l area è frequentata in tutti le stagioni da mamme con bambini, giovani che praticano jogging e ciclismo, anziani che passeggiano e chiacchierano, padroni che portano a spasso i loro cani.

Dunque, la popolazione spontaneamente ha sempre fruito di quest area, di incomparabile bellezza, che non a caso è stata individuata dalla Regione come Porta di ingresso al Parco dei Paduli. D altra parte lo stesso Comune di Maglie, che ha condiviso il Programma Integrato di Rigenerazione Territoriale, ha previsto di realizzare nel comparto 14,posto immediatamente a ovest del viale, un Parco Urbano. E di tutta evidenza che in tale progetto, il Viale delle Franite, figura territoriale costitutiva e dominante, deve essere anche dal punto di vista spaziale elemento centrale dell area, come è attualmente. Esso invece diventerebbe elemento marginale se a poca distanza sorgessero le 36 villette a schiera previste nel P.L.. Se quest ultimo si realizzasse infatti, il Viale diventerebbe solamente un bellissimo sfondo per gli abitanti delle villette, perdendo per sempre la sua caratteristica di bene paesaggistico, goduto da tutta la collettività. In conclusione, il Coordinamento Tutela del Territorio Magliese chiede all A. C. e alla Regione,ciascuno secondo le proprie competenze, in primo luogo di proporre ai competenti organi regionali il riconoscimento dell area delle Franite come Area di Interesse Pubblico (come testimoniano le circa 3000 firme raccolte) nell ambito dell articolo 136 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio e in secondo luogo di estendere al comparto 13 il progetto di parco urbano già previsto nell adiacente comparto 14.,