La Grande trasformazione La novità di questa trasformazione consiste sia nella sua velocità straordinaria sia nella sua universalità. Ci volle del tempo prima di accorgersi di come le trasformazioni quantitative materiali si riflettessero nei mutamenti qualitativi della vita; ancor più tempo si rese necessario per comprendere la misura di questo cambiamento. Ma per la maggior parte del globo i mutamenti furono repentini e catastrofici. Per l 80% dell umanità il Medioevo finì di colpo negli anni 50; o, meglio ancora, se ne avvertì la fine negli anni 60. Sotto molti aspetti coloro che vissero queste trasformazioni nel luogo dove esse si verificavano, non ne colsero in pieno la misura, dal momento che ne ebbero esperienza passo dopo passo o come mutamenti nella vita individuale i quali, benché notevoli, non sono mai concepiti come rivoluzioni permanenti Il mutamento sociale più notevole e di più vasta portata nella seconda metà del secolo, quello che ci taglia fuori per sempre dal mondo del passato, è la morte della classe contadina Eric J. Hobsbawm, Il secolo breve
L Italia era ancora un paese povero, In larghe zone persino ai limiti della sopravvivenza [ ] Ricordo solo il dato più impressionante: nel 1951 i lavoratori attivi in agricoltura erano 8 milioni e 260mila, pari al 40% della popolazione attiva (nel 1945 erano ancora sopra il 50), nel 1991 erano un milione e 200mila, pari al 7,2% della popolazione attiva Vittorio Foa Questo Novecento
Da contadini a operai a impiegati del terziario Censimenti 1951 Agricoltura 42,2% Industria 32,1% Terziario 25,7% 1961 Agricoltura 29% Industria 40,4% Terziario 30,6 1971 Agricoltura 17,2% Industria 44,4% Terziario 30,4% 1981 Agricoltura 11,1% Industria 39,5% Terziario 49.4% In 30 anni l Italia passa da paese agricolo a paese industriale e poi a società dei servizi
Economia rurale scarsamente monetizzata, grande diffusione delle forme di compartecipazione (mezzadria, pagamenti in prodotti ), consumi compressi Il progressivo affermarsi dei lavori prima nell industria e poi nel terziario creano le condizioni per i consumi di massa. Contemporaneamente, l affermarsi di una società dei consumi, di diversi modelli abitativi e di mobilità, la fine dei sistemi patriarcali, il nascente turismo di massa spingono all abbandono delle campagne La Grande trasformazione si accompagna ad altri fenomeni sociali rilevanti Urbanizzazione (boom del mattone) 1931 Roma 1 milione, 1936 Roma e Milano, 1951 Roma, Milano, Napoli 1961 Roma, Milano, Napoli, Torino Grandi migrazioni, interne alle singole zone geografiche e sull asse sud-nord 1955-1971 9 milioni e 140mila italiani da sud a nord Balzo della presenza femminile nel lavoro 1951 15.401 mil. Maschi 5.271 mil. Femmine 1981 14.793 mil. Maschi 7.757 mil. Femmine Aumento scolarizzazione Analfabeti 1951 12.9% - 1971 5,2% - 1981 3,1% Università 1951 227mila (167 M 60 F), 1971 760mila (475 M 285 F) 1981 1.025 mil. ( 576 M 449 F) Affermazione modello unifamiliare
Prodotti protagonisti della trasformazione Mobilità e macchina (Lambretta, la 500) Frigorifero Lavatrice Prodotti di massa (tavolo di formica) Radio e poi soprattutto la Televisione Vestiti (nascita della moda di massa) Attività ricreative (cinema poi vhs, dischi poi cassette, sale da ballo poi discoteche) Nasce e si consolida la grande distribuzione, a partire dal settore alimentare ma anche grandi magazzini per l abbigliamento Vacanze
Eric J. Hobsbawm, Il secolo breve, Capitolo X, La rivoluzione sociale 1945-1990 (ed. varie) Enrica Asquer, La rivoluzione candida. Storia sociale della lavatrice in Italia (1945-1970) Carocci, Roma, 2007 Daniele Marchesini, L Italia a quattro ruote. Storia dell utilitaria, Il Mulino, Bologna, 2012 Stefano Musso, Storia del lavoro. Dall Unità a oggi, Marsilio, Venezia, 2011 Guido Crainz, Storia del miracolo italiano. Culture, identità, trasformazioni fra anni cinquanta e sessanta, Donzelli, Roma, 2005 Alberto De Bernardi, Luigi Ganapini, Storia d Italia (1860-1995), Bruno Mondandori, Milano, 1996