STIMA DELLE QUANTITA DI RESIDUI LEGNOSI PRODOTTI IN ITALIA Sebastiano Cerullo* e Alessandra Pellegrini * Responsabile di AssoLegno/Federlegno-Arredo Responsabile Ufficio Normative Ambientali - Centro Studi Cosmit/Federlegno-Arredo Dati sul settore legno-arredamento Tabella 1 - Sistema Legno-Arredamento - dati 2000 - Fonte: Centro Studi Cosmit/Federlegno-Arredo Valori in miliardi di lire Valori in milioni di euro Fatturato alla produzione 73.752 38.090 Esportazioni 24.023 12.407 Importazioni 10.418 5.380 Addetti totali (n ) 409.805 di cui alle imprese con almeno 20 addetti 128.278 Imprese (n ) 88.143 delle quali con almeno 20 addetti 2.865 Come si può notare il settore è caratterizzato da aziende di piccole e medie dimensioni (in media 4,6 addetti per impresa) e le aziende con più di 20 addetti rappresentano solo il 3,2 % del totale, pur con ovvie variazioni a seconda del comparto produttivo e dell area geografica. Una tale polverizzazione delle aziende sul territorio rende difficile l acquisizione di qualsiasi tipo di dato. Il settore è molto articolato e si compone - come già detto - di vari comparti produttivi, dalla prima lavorazione del legno alla realizzazione di vari prodotti finiti (mobili domestici, per l ufficio, componenti d arredo, ecc.), che hanno pesi differenti all interno del settore stesso (vedi Tabella 2). Tabella 2 - Ripartizione percentuale per comparto degli addetti al settore Legno-Arredamento - Fonte: Centro Studi Cosmit/Federlegno- Arredo (su dati ISTAT 1996) Addetti L-A - ripartizione per comparto 14% 16% 4% 9% 23% 4% 3% sedie-sedili mobili per ufficio mobili per cucina altri mobili 27% pannelli carpenteria e legno per edilizia imballaggi altri prodotti in legno
Dovendo stimare, almeno in termini di ordine di grandezza, la quantità di scarti legnosi prodotti in Italia, è utile un maggiore dettaglio sui macro-settori legno e prodotti in legno e fabbricazione mobili. Tabella 3 - DD20 Industria del legno e dei prodotti in legno - Imprese e addetti per regione - Fonte: elaborazioni Federlegno-Arredo su dati ISTAT 1996 Regione Imprese Distrib. % Addetti Distrib. % Lombardia 7.073 15% 29.659 17% Veneto 5.130 11% 24.837 15% Emilia-Romagna 3.061 6% 14.346 8% Piemonte 3.568 7% 14.024 8% Toscana 3.704 8% 12.516 7% Trentino A. A. 2.242 5% 9.630 6% Campania 3.626 7% 8.956 5% Friuli V. G. 1.472 3% 8.239 5% Puglia 3.002 6% 7.367 4% Lazio 3.384 7% 7.344 4% Marche 1.602 3% 7.172 4% Sicilia 3.498 7% 6.940 4% Sardegna 1.787 4% 4.852 3% Calabria 1.630 3% 3.494 2% Abruzzo 1.094 2% 3.393 2% Umbria 869 2% 3.003 2% Liguria 1.014 2% 2.206 1% Basilicata 496 1% 1.057 1% Molise 294 1% 629 0% Valle d'aosta 231 0% 571 0% TOTALE 48.777 100% 170.235 100% Tabella 4 - DN36.1 Fabbricazione di mobili - Imprese e addetti per regione - Fonte: elaborazioni Federlegno-Arredo su dati ISTAT 1996 Regione Imprese Distrib. % Addetti Distrib. % Veneto 7.018 18% 49.512 23% Lombardia 8.946 23% 44.153 20% Friuli V. G. 1.777 5% 22.765 10% Toscana 3.990 10% 18.319 8% Marche 2.128 5% 17.671 8% Emilia-Romagna 2.765 7% 14.342 7% Piemonte, 2.149 5% 10.884 5% Puglia 1.470 4% 9.207 4% Lazio 2.264 6% 6.301 3% Sicilia 1.624 4% 3.932 2% Campania 1.519 4% 3.851 2% Abruzzo 521 1% 3.695 2% Umbria 738 2% 3.501 2% Trentino A. A. 594 2% 3.473 2% Calabria 405 1% 1.752 1% Liguria 615 2% 1.598 1% Basilicata 109 0% 1.195 1% Sardegna 319 1% 888 0% Molise 61 0% 227 0% Valle d'aosta 64 0% 125 0% TOTALE 39.076 100% 217.391 100%
Di cosa stiamo parlando. Gli scarti di legno prodotti dal settore sono principalmente di due tipi: scarti di legno vergine costituiti da residui di legno naturale di varia pezzatura (segatura, trucioli, cippato, ecc.) e provenienti da segherie, carpenteria e falegnameria, produzione di manufatti in legno massiccio e di pannelli a base di legno (es. compensati), rifiuti di imballaggi in legno; scarti di legno trattato provenienti da produzione di pannelli a base legno, produzione di mobili e arredamenti in legno e costituti da residui di legno con presenza di colle e/o prodotti vernicianti (compreso il polverino derivante dalla sagomatura e levigatura dei prodotti). Dati e stime sulle quantità di scarti legnosi prodotti - Sistema Legno-Arredamento di Treviso/1994 E' stata realizzata una ricerca da parte delle allora Associazioni Industriali della Provincia di TV tra le proprie imprese associate del settore Legno Arredamento. Si sono ricavati i seguenti risultati per il Sistema Legno-Arredamento trevigiano: - produzione annua di residui legnosi: 280.000 t/a pari a 20,6 t/a per addetto; - quantità di scarti utilizzati per produzione termica: 185.000 t/a pari al 65%. Assumendo come parametro medio 3.500 Mcal/t, il risparmio di combustibile fossile veniva valutato in circa 65.000 t/a; - la restante quantità (circa il 35%) veniva inviata allo smaltimento, per lo più in discarica. Studio sul distretto della Sedia/Provincia di Udine 1997 Tale studio è stato svolto dal Dipartimento di Energetica e Macchine dell Università di Udine. Dalla ricerca, sviluppata "a tappeto" sulle imprese del distretto della Sedia, si sono ricavati i seguenti dati: - il distretto contava 983 aziende per 9818 addetti; - quantità di residui legnosi prodotti: 140.000 t/a. Il parametro per addetto risultava quindi di 14,3 t/a. Ricerca di Federlegno-Arredo Triveneto svolta nel 1998 In base all indagine condotta si è ricavato che la quantità di scarti prodotta è di 43.000 t/a. pari a 14,5 t/a per addetto. Il 73% di questa quantità, pari a 31.000 t/a, viene utilizzata per l'autoproduzione energetica. Considerato che il Sistema Legno-Arredamento Triveneto occupa oltre 138.000 addetti di cui 39-40.000 nelle imprese industriali e fissato un parametro-base medio prudenziale di 10 t/a per addetto, valido sia per il settore industriale che artigianale, gli scarti legnosi prodotti annualmente dalle aziende del settore nel Triveneto ammontano a 1.100.000-1.400.000 tonnellate. Dato questo confermato dalla Ricerca Enea 1998 svolta sul distretto trevigiano di Opitergino-Mottense (vedi punto precedente). L'indice "scarti legnosi/addetto" é maggiore, almeno 4 volte, per le lavorazioni del legno vergine (segherie, produzione di pallets e sedie) rispetto alle lavorazioni del mobile. Questo dato trova conferma nell'indagine svolta nel 1998 dalla Camera di Commercio di Treviso con l'enea. Tale studio, inoltre, indica in 1.200.000 t/anno la quantità di scarti legnosi prodotta dal settore Legno- Arredamento del Triveneto e quindi conferma quanto emerso dall indagine svolta da Federlegno- Arredo Triveneto. AZIENDE PRODUTTRICI Legno vergine Legno "trattato" aziende dipendenti aziende dipendenti 356 6720 847 27550
Sulla base di questi dati gli scarti di legno prodotti nel Triveneto sono così ripartiti: legno vergine: 55% del totale, pari a 650.000 t/a; legno trattato : 45% del totale, pari a 550.000 t/a. Estrapolando si può affermare che il settore legno-arredamento ha prodotto nel 1997 circa 4.7 milioni t di scarti di legno vergine e circa 1.4 milioni t di scarti di legno "trattato", per un totale annuo pari a 6.1 milioni t (dato che si può ritenere sostanzialmente confermato anche per gli anni successivi). Tesi di laurea di Antonia Anderle/Università di Padova 1998 Prendendo il valore di 11,2 t/a come quantità media di scarti legnosi prodotti per addetto (dato del Centro Internazionale del legno/ricerca 1978, citato nella tabella 3.19 di pag. 123 - preferito al dato medio ricavato dall indagine svolta per la tesi peri a 35,7 t/a), si può fare la seguente stima: 11,2 t/a x 409.805 = 4.589.816 t dove: - 11,2 t/a è la quantità media di scarti legnosi prodotta per addetto (sia prima che seconda lavorazione); - 409.805 è il numero di addetti del settore legno-arredamento (anno 2000); - 4.589.816 t è la stima del totale di scarti legnosi (sia legno vergine che "trattato") prodotto dal settore legno-arredamento per l anno 2000. Tale valore si avvicina - e conferma l ordine di grandezza - del dato riportato nella ricerca del Triveneto/1998 (4.7 milioni t di scarti di legno vergine e circa 1.4 milioni t di scarti di legno "trattato", per un totale annuo pari a 6.1 milioni t). In sintesi: si può stimare che il settore legno-arredamento produca ogni anno oltre 4,6 milioni di tonnellate di scarti legnosi (vergini e trattati). Perché è così difficile avere statistiche ufficiali? perché non si fa riferimento al MUD? Perché a tutt'oggi, sia a livello nazionale che comunitario, ancora sussistono problemi nell'esatta individuazione di ciò che è rifiuto e ciò che invece è Materia Prima Secondaria (o sottoprodotto di lavorazione che dir si voglia). Tale difficoltà di classificazione coinvolge anche i residui della lavorazione del legno vergine (cortecce, segatura, trucioli, chips, ecc.) che prima dell'entrata in vigore del Decreto Ronchi erano annoverati tra i cd. "mercuriali" - ossia i sottoprodotti di lavorazione quotati presso le Camere di commercio - e che ora, in base alle applicazioni più restrittive della normativa, sono classificati come rifiuti. Secondo quanto riportato nella circolare di chiarimento del Ministero dell Ambiente del 28 giugno 1999, a seconda delle caratteristiche e della destinazione d uso, i residui di legno vergine possono rientrare nella definizione di rifiuto o in quella di MPS. In questo secondo caso i quantitativi prodotti sfuggono completamente alla denuncia del MUD. I dati del MUD presentano i seguenti problemi: sono sicuramente sottostimati per quanto riguarda la produzione dei residui di legno vergine; non permettono di distinguere tra i vari tipi di scarti legnosi (vergini o trattati). In ogni caso i dati MUD 1999 riportano come dato complessivo della quantità di rifiuti prodotti come codice 03 (Rifiuti della lavorazione del legno e della produzione di carta, polpa, cartone, pannelli e mobili) 2.505.500 t.
Ad integrazione dei dati e delle stime sopra riportati, si ritiene utile richiamare i seguenti dati di import/export relativi all anno 2000: Import (t) Export (t) legna da ardere 355.373 276 legna in piccole placche 992.971 521 e particelle segatura e cascami di 530.274 5.214 legno Fonte: elaborazioni Federlegno-Arredo su dati ISTAT Infine, per completare il quadro, bisogna richiamare i dati previsionali forniti da CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi): nel 2002 verranno riciclate 1.050.000 t di imballaggi in legno, pari al 42% dell immesso al consumo (2,5 milioni di t di imballaggi in legno tra cassette ortofrutta, pallet e imballaggi industriali). Legislazione di riferimento Decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 (D.lgs. 22/97 - Decreto Ronchi ): individua la definizione di rifiuto e i principi generali per svolgere attività di recupero di rifiuti (sia come materia prima che come combustibile); Decreto ministeriale 5 febbraio 1998 (D.m. 5/2/98): individua i rifiuti non pericolosi che possono essere sottoposti ad attività di recupero (sia come materia che come combustibile) in procedura semplificata, nonché i limiti alle emissioni e le prescrizioni tecniche per svolgere tali attività; Circolare interpretativa del Ministero dell Ambiente del 28 giugno 1999: fornisce elementi e indicazioni per chiarire la definizione di rifiuto e quindi il campo di applicazione del D.lgs. 22/97 e del D.m. 5/2/98; Decreto del Presidente del Consiglio 8 marzo 2002 (D.p.c.m. 8/3/02): provvedimento da poco pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed entrato in vigore il 12 marzo 2002. Disciplina le caratteristiche merceologiche dei combustibili e le caratteristiche tecnologiche degli impianti di combustione. Tale provvedimento sostituisce e abroga il precedente D.p.c.m. 2 ottobre 1995. L Allegato III titola Individuazione delle biomasse e delle loro condizioni di utilizzo. Le biomasse vengono così individuate, per tipologia e provenienza: materiale vegetale prodotto da coltivazioni dedicate; materiale vegetale prodotto da trattamento esclusivamente meccanico di coltivazioni agricole non dedicate; materiale vegetale prodotto da interventi selvicolturali, da manutenzioni forestali e da potatura; materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di legno vergine e costituito da cortecce, segatura, trucioli, chips, refili e tondelli di legno vergine, granulati e cascami di legno vergine, granulati e cascami di sughero vergine, tondelli, non contaminati da inquinanti, aventi le caratteristiche previste per la commercializzazione e l impiego; materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di prodotti agricoli, avente le caratteristiche previste per la commercializzazione e l impiego. Nel seguito vengono riportati i limiti e le prescrizioni tecniche per l attività di combustione. Approfondimenti che necessita l applicazione di questo provvedimento:
- definire il campo di applicazione del D.p.c.m 8/3/02 e del D.m. 5/2/98-Allegato 2. Entrambi infatti disciplinano la combustione di alcuni materiali vegetali, il primo come combustibili e il secondo come rifiuti. Pertanto il regime autorizzatorio, i limiti alle emissioni e le prescrizioni tecniche per l esercizio sono differenti; - dove si collocano i pellets. Bisogna inoltre tenere conto della Direttiva 2001/77/CE sulla promozione dell energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili, tra le quali le biomasse così definite parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie correlate, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani.