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Transcript:

inchiesta di Carlo Vitali Operano nelle città intermedie e rappresentano l ossatura della lirica in Italia. Sono i Teatri di tradizione: snelli, multidisciplinari, a volte innovativi. Ma prendono solo il 4 per cento del Fus Il Teatro Regio di Parma La Serie Se il sistema operistico fosse un campionato di calcio, parleremmo di serie A (le 14 Fondazioni lirico-sinfoniche), serie B (29 Teatri di tradizione) e serie C (26 Attività di lirica ordinaria). Il paragone è familiare ai tedeschi, che sono soliti catalogare in serie A-B-C-D i circa 150 teatri dove si fa regolarmente opera: dalle Staatsopern (Opere di Stato) alle Stadtopern (Opere municipali) passando per le Landesopern (Opere regionali), senza dimenticare altre sei o sette sottoclassi di un ancor più ricca tipologia a repertorio misto che porta il totale sui 300. Nel paese fioriscono più di 80 compagnie liriche stabili; il governo federale dà poco o nulla, ma si calcola che l insieme degli enti pubblici locali versi ai teatri quattro volte la somma introitata da biglietteria e sponsor privati. Troppi teatri d opera in Germania, ha sbottato sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung il liberista Patrick Bernau, suggerendo che a parità di costi si potrebbero spedire alla Scala tutti i melomani tedeschi; ma in molti gli hanno risposto riaffermando il ruolo sociale di un teatro di prossimità o di comunità. Promozioni e retrocessioni Tornando a noi, per completare l analogia calcistica

B dell Opera manca però un effettiva dinamica di promozioni e retrocessioni. In un decennio si ricordano pochi passaggi alla serie superiore: il Petruzzelli di Bari riconosciuto Fondazione lirica con la legge 117/2003; il Marrucino di Chieti, il Luglio Musicale Trapanese, il Fraschini di Pavia, l Opera Giocosa di Savona e il Comunale di Bolzano dichiarati teatri di tradizione con decreti ministeriali del 2003 e 2007. A fine ottobre 2013 il sindaco-viceministro Vincenzo De Luca annunciava con toni iperbolici l ascesa in B del Teatro Municipale di Salerno: Il Verdi da oggi è al pari della Scala, della RISORSE FAI DA TE Pagare (in anticipo) per vedere. Il Sociale di Como, dopo i Carmina burana partecipati dal pubblico, pensa a un nuovo modo di coinvolgere nelle sue iniziative il territorio: far sottoscrivere gli allestimenti delle opere che verranno. Così la Cavalleria rusticana del 2014 sarà messa in scena grazie al crowdfunding (dall inglese crowd, folla e funding, finanziamento) rivolto soprattutto ai comaschi, che poi potranno partecipare in prima persona. Il contributo di ciascuno (20, 50 o 200 euro; in cambio diversi benefit) sarà destinato a sovvenzionare anche i laboratori artistici destinati ai cittadini. Per contribuire: www.teatrosocialecomo.it Fenice o del San Carlo, ponendosi tra i cinque prestigiosi e credibili teatri lirici italiani. Si conta in uno scatto delle assegnazioni Fus rispetto ai 200mila euro attuali, mentre perdurano le incertezze sui contributi della regione: 600mila di fondi Por (Piano operativo regionale) non ancora convenzionati, più i circa 240mila annui stanziati dalla legge regionale 06/2007. Due anni fa erano oltre il doppio, ma ora bastano appena a coprire il compenso base del maestro Daniel Oren, primo motore dei progressi in qualità e quantità raggiunti dal teatro campano. Ci sono poi gli oltre 200 posti di lavoro stabili rivendicati con orgoglio dal sindaco, benché i suoi oppositori tendano a ridimensionare il dato, rinfacciandogli inoltre un debito pregresso che peserebbe sulle casse comunali per 5 milioni. Non ambisce invece a promozioni il Consiglio comunale anconetano, che per il suo Teatro delle Muse, girone C, vorrebbe riconsiderare la gestione della lirica, determinando se continuarne la costosissima produzione o limitarsi ad acquistare prodotti con riduzione fino ad 1/5 dei costi e definire centri di produzione della lirica altri soggetti regionali a cui vanno riconosciute queste peculiarità (Delibera 759/2013). Altri soggetti che, a giudicare da programmazione e contributi Fus 2013, potrebbero prima o poi tentare la scalata alla B abitano nel Nordest (Padova e Bassano del Grappa, che già fanno sistema con Rovigo) e nel Centro (Sperimentale A. Belli di Spoleto, il quale svetta di gran lunga fra i suoi congeneri con un contributo statale di 490mila euro). Modello snello Ma lasciamo perdere il girone C ed anche quello A, dove nel 2014 potrebbe davvero scattare l onta della liquidazione forzata e della retrocessione in B per quelle grandi Fondazioni che non rispettassero i paletti di bilancio imposti dal Decreto Valore cultura, convertito in Legge 112/2013. Oggetto principale del nostro esame saranno i soggetti della serie B, ai quali alcuni osservatori attribuiscono qualità salvifiche. Per tutti il critico musicale Giordano Montecchi, che nel 2008 preconizzava: In Italia ci sono anche teatri che funzionano: sono i Teatri di tradizione, che non hanno maestranze artistiche e che per le loro produzioni ricorrono ad esterni. Con un budget pari a un decimo realizzano circa un quinto degli spettacoli di una Fondazione, il che significa costi di produzione pari alla metà e una programmazione spesso artisticamente migliore. Perché nessuno guarda a questo modello?[...] Orchestre e cori potrebbero diventare complessi residenti presso i teatri. Maestranze artistiche e tecniche diverrebbero soggetti gestiti autonomamente, finanziati redistribuendo le risorse del Fus e operanti in convenzione col teatro a prezzi di mercato anziché in regime di lavoro dipendente. Gli ha fatto eco nel 2013 l economista Giuseppe Pennisi, così quantificandone il modello di sostentamento: 4% del Fus complessivo, risorse pubbliche pari a meno della metà del finanziamento, 24% da imprese 21

inchiesta private sovente insediate sullo stesso territorio. Altre stime circolanti nella stampa specializzata cifrano per l intero circuito di tradizione un 3,4% del Fus, oltre 350 recite liriche l anno, 73% delle uscite destinato a coprire i costi di produzione artistica (mentre nella serie A la stessa proporzione è spesso destinata alle spese fisse, stipendi in primis), un bacino potenziale di oltre 3 milioni di utenti nei soli comuni di residenza (tutti capoluoghi di provincia ad eccezione di Jesi). Cifre un po più dettagliate ci ha offerto, relativamente ai 21 teatri di tradizione affiliati all Atit, la sua presidente uscente Angela Cauzzi, sovrintendente del Ponchielli di Cremona: 300 recite d opera, 210mila spettatori, 6 milioni e 300mila euro di incassi e un bilancio annuale di circa 45 milioni. Quanto derivante da finanziamenti pubblici e con quale partizione Statoenti locali? Il Fus ministeriale pesa tra il 15 e il 49%; le Regioni e le province, offrono dall 1 al 9% (solo Catania ottiene il 70% dalla Sicilia); più oscillante il gettito comunale: si va dal 2 al 44% (quest ultimo è il caso di Livorno), in base alle singole situazioni. Luci e ombre Il numero dei dipendenti (a tempo indeterminato, deter- Chi sono e quanto Fus prendono TEATRO 2010 2011 2012 2013 (assegnazioni) sede principale degli spettacoli lirici 1) BOLZANO 170000 195000 195000 175000 T. Comunale 2) NOVARA 220000 225000 240000 220000 T. Coccia 3) MILANO-COMO 645000 660000 660000 620000 T. Sociale 4) BRESCIA 490000 505000 510000 475000 T. Grande 5) PAVIA 310000 315000 320000 300000 T. Fraschini 6) BERGAMO 545000 560000 565000 530000 T. Donizetti 7) CREMONA 600000 610000 615000 570000 T. Ponchielli 8) MANTOVA ---- ---- ---- inattivo da 3 anni T. Sociale 9) TREVISO 270000 290000 290000 280000 T. Del Monaco 10) ROVIGO 510000 500000 500000 470000 T. Sociale 11) PIACENZA 505000 500000 500000 465000 T. Municipale 12) PARMA 1325000 1350000 1350000 1300000 T. Regio 13) REGGIO EMILIA 890000 910000 910000 850000 T. Valli 14) MODENA 825000 830000 830000 800000 T. Pavarotti 15) FERRARA 575000 585000 573000 550000 T. Comunale 16) RAVENNA 590000 600000 600000 570000 T. Alighieri 17) SAVONA 465000 475000 480000 450000 T. Chiabrera 18) LUCCA 470000 470000 470000 450000 T. del Giglio 19) PISA 680000 680000 690000 650000 T. Verdi 20) LIVORNO 410000 420000 420000 395000 T. Goldoni 21) JESI 590000 595000 600000 565000 T. Pergolesi 22) MACERATA 920000 920000 920000 850000 T. Sferisterio 23) CHIETI 130000 135000 140000 125000 T. Marrucino 24) SALERNO* 170000** 160000** 200000** 200000** T. Verdi 25) LECCE 440000 425000 425000 400000 T. Politeama G. 26) COSENZA ---- 70000 60000 ---- T. Rendano 27) CATANIA 1420000 1430000 1400000 1320000 T. Bellini 28) TRAPANI ---- 170000 200000 180000 T. Di Stefano 29) SASSARI 600000 625000 625000 590000 T. Verdi TOTALE 14.595.000 15.050.000 15.088.000 14.150.000 Sovvenzioni Fus ai Teatri di tradizione (D.M. 9 nov. 2007, art. 8). Il finanziamento statale viene concesso sul presupposto che il soggetto percettore disponga di entrate proprie non inferiori al 60% del contributo richiesto. *promosso ad ottobre 2013 ** a titolo attività di lirica ordinaria

A TU T T O CE N T RO-NO R D 1) BOLZANO Fondazione Teatro Comunale e Auditorium/ Stiftung Stadttheater und Konzerthaus 2) NOVARA Fondazione Teatro C. Coccia 3) MILANO-COMO Associazione lirica e concertistica italiana ( As.Li.Co.)/ Gestione Teatro Sociale di Como 4) BRESCIA Fondazione Teatro Grande di Brescia 5) PAVIA Fondazione Teatro G. Fraschini 6) BERGAMO Fondazione G. Donizetti onlus 7) CREMONA Fondazione Teatro A. Ponchielli 8) MANTOVA Condominio Teatro Sociale di Mantova 9) TREVISO Teatri e Umanesimo Latino s.p.a 10) ROVIGO Comune di Rovigo 11) PIACENZA Fondazione Teatri di Piacenza 12) PARMA Fondazione Teatro Regio di Parma 13) REGGIO EMILIA Fondazione I Teatri di Reggio E. 14) MODENA Fondazione Teatro Comunale di Modena 15) FERRARA Fondazione Teatro Comunale di Ferrara Il Sociale di Como 16) RAVENNA Fondazione Ravenna Manifestazioni 17) SAVONA Centro culturale sperimentale liricosinfonico Teatro dell Opera Giocosa 18) LUCCA Azienda municipalizzata Teatro del Giglio 19) PISA Fondazione Teatro di Pisa 20) LIVORNO Fondazione Teatro della Città di Livorno C. Goldoni 21) JESI Fondazione Pergolesi Spontini 22) MACERATA Associazione Arena Sferisterio 23) CHIETI Comune di Chieti 24) SALERNO Teatro Municipale Verdi 25) LECCE Amministrazione prov. di Lecce 26) COSENZA Teatro Comunale A. Rendano 27) CATANIA Ente Autonomo Regionale Teatro Massimo V. Bellini 28) TRAPANI Ente Luglio Musicale Trapanese 29) SASSARI Ente Concerti M. De Carolis FUORI SERIE Fuori dagli schemi e dalle serie A, B e C dell opera nazionale, a Milano nasce una nuova stagione lirica. La patrocina Serate musicali in collaborazione con l Orchestra Filarmonica Italiana e il Teatro dell Elfo Puccini. Cinque opere in forma scenica, con cantanti giovani e il direttore Alessandro Arigoni: si parte con La bohème di Giacomo Puccini, seguita il 12 febbraio da Norma, il 23 marzo da Carmen, il 13 aprile dal Barbiere di Siviglia e il 4 maggio da Tosca. Titoli popolari, prezzi accessibili e la condivisione degli spazi appartenenti al vivace teatro d arte contemporanea, dove s impara a mettere in scena testi con pochi mezzi e molte idee: sarà una vicinanza profi cua? 23

inchiesta sede principale degli spettacoli lirici Produzioni liriche nell anno solare 2013 allestimenti [di cui nuovi] non scenici* numero totale di rappresentazioni rappresentazioni per titolo max min 1) BOLZANO T. Comunale 3 [1] 5 2 1 2) NOVARA T. Coccia 3 [1] 6 2 2 3) MILANO-COMO (AsLiCo) 7 [1] 1 12 2 1 T. Sociale di Como 4) BRESCIA T. Grande 4 [1] 8 2 2 5) PAVIA T. Fraschini 5 10 2 2 6) BERGAMO T. Donizetti 6 [4] 1 10 2 1 7) CREMONA T. Ponchielli 5 11 3 2 8) MANTOVA T. Sociale 1 1 1 9) TREVISO T. Del Monaco 4 1 10 3 1 10) ROVIGO T. Sociale 4 1 11 4 2 11) PIACENZA T. Municipale 7 [2] 1 13 2 1 12) PARMA T. Regio 10 [2] 4 30 5 1 13) REGGIO EMILIA T. Valli 5 [1] 11 3 2 14) MODENA T. Pavarotti 6 [2] 12 3 1 15) FERRARA T. Comunale 4 1 7 2 1 16) RAVENNA T. Alighieri 12 [1] 2 25 4 1 17) SAVONA T. Chiabrera 6 1 8 3 1 18) LUCCA T. del Giglio 3 [1] 6 2 2 19) PISA T. Verdi 7 [1] 1 12 2 1 20) LIVORNO T. Goldoni 4 5 2 1 21) JESI T. Pergolesi 5 [2] 3 7 2 1 22) MACERATA T. Sferisterio 4 [4] 13 5 1 23) CHIETI T. Marrucino 3 [2] 6 2 2 24) SALERNO T. Verdi 6 [4] 1 16 3 1 25) LECCE T. Politeama Greco 5 1 10 3 1 26) COSENZA T. Rendano 4 1 7 2 1 27) CATANIA T. Bellini 6 [1] 1 37 8 1 28) TRAPANI T. Di Stefano 3 [3] 6 2 2 29) SASSARI T. Verdi 5 [1] 1 9 2 1 Fonte: nostra rielaborazione da Opera Base La periodizzazione per anno solare, scelta a fini di sincronia della rilevazione, comprende titoli della stagione 2012-2013 e 2013-2014. *Allestimenti non scenici: opera in forma di concerto, concerto lirico-sinfonico (ad es. Requiem di Verdi), recital operistico di uno o più solisti. I NUMERI L Oscar dei piccoli teatri Dopo i più ricchi (ma anche dissestati) Bellini di Catania e Regio di Parma, i teatri di tradizione più produttivi sono a Ravenna e Salerno. Bergamo, Como e Macerata sfornano più nuovi allestimenti. E in Toscana, Emilia e Lombardia l opera circuita Per volume di produzione, ossia alzate di sipario per anno solare, spiccano sul podio dei vincitori Catania (37), Parma (30) e Ravenna (25), seguite a distanza da Salerno, Macerata, Piacenza e Como. Ma Catania e Parma, come per altro verso Salerno, soffrono di gravi diseconomie pur in presenza di finanziamenti cospicui (il primo è un ente lirico regionale, finanziato dalla Regione Sicilia a statuto speciale, con orchestra e coro interni). La situazione meglio documentata è quella di Parma, ricostruibile dal sito https:// teatroregioparma.it/consiglio-di-amministrazione. Il Festival verdiano del centenario si è svolto in tono minore fra i mugugni della critica, tuttavia il teatro non nasconde le pesanti eredità della precedente gestione e fa appello alla cittadinanza per un rilancio. La palma della produttività teatrale spetta a Bergamo, Macerata e Salerno con 4 nuovi allestimenti ciascuno (4 su 4 per Macerata). Anche Trapani, tenuto conto della sua stagionalità estiva, si piazza bene con 3 su 3, inclusa la riesumazione di una Mercedes (1907) del compositore locale Agostino Sieri Pepoli. Poco comprensibile la prestazione relativamente sotto tono di Bolzano (con appena 5 rappresentazioni operistiche) sul cui bilancio lirica di 1.631.687 euro non pesano grossi costi di personale: 42 unità di cui 36 a tempo indeterminato, impiegate anche in altri generi di spettacolo. Tra i ricavi complessivi il 20% è rappresentato da vendite e prestazioni (950.000 euro) e l 80% da contributi: 3.600.000 (di cui

minato e collaboratori) è per tutto il comparto 1052, come quelli della sola Scala; tre teatri (Parma, Catania, Sassari) applicano il contratto delle Fondazioni liriche, un teatro (Rovigo) quello degli Enti locali, tutti gli altri quelli dei Teatri stabili pubblici o dell Esercizio teatrale. Per interpretare i dati suddetti occorre ricordare che i teatri di tradizione praticano un attività di spettacolo mista di lirica, danza, prosa, concerti sinfonici e da camera secondo una proporzione che l articolo 8 del DM 9/11/2007 fissa in almeno un 70% di lirica con produzione propria e continuativa, comunque prevalente rispetto all ospitalità. Nessun limite è invece posto alle forme organizzative, che svariano dalla fondazione all azienda municipalizzata di servizi, dall associazione alla cooperativa, e dalla onlus alla spa. Con personalità giuridiche e metodi di produzione tanto divergenti risulta arduo svolgere analisi comparative per tali soggetti. A parte qualche tesi di laurea di scopo assai circoscritto, il più ambizioso tentativo di benchmarking fu attuato per il triennio 2006-2008 Il Verdi di Padova STRANIERI A PARMA Al Festival Verdi organizzato lo scorso ottobre dal Regio di Parma, degli spettatori agli eventi principali (14.393; i totali sono invece 21.502 se si considerano anche quelli collaterali e le anteprime/ prove aperte al pubblico) un terzo viene da zone esterne al territorio limitrofo. Di questi il 30 per cento sono italiani, il resto (3.442), stranieri a tutti gli effetti: in maggioranza dalla Germania/Austria (30%), Francia (15%), Giappone (12%) e Svezia (9%). Poco meno di quattromila persone che hanno alloggiato a Parma per Verdi: agli esperti il calcolo dell effettivo ammontare di quell indotto che la cultura pubblicamente sovvenzionata può offrire. dalla società di revisione Pkf prendendo in considerazione sette teatri: Lucca, Pisa, Reggio Emilia, Modena, Bolzano, Ferrara e Ravenna. Tenuti per qualche tempo segreti anche ai sindacati interni, i risultati si risolsero in un boomerang per l amministrazione lucchese committente. Organico ridotto all osso con un quarto di precari (7 su 28), salari più bassi della media, bigliettazione a basso prezzo: tutto ciò, a detta dei consulenti, risultava un fattore di freno alla produttività. Nel 2010 seguirono dimissioni e cambio di dirigenza al Teatro del Giglio, che oggi si distingue in trasparenza pubblicando sul web i suoi bilanci. Altrettanto fa il Regio di Parma, che a consuntivo 2012 espone le perdite di esercizio imputabili a stagione lirica, festival Verdi, concertistica, altri eventi, coproduzioni, defezioni di soci fondatori, sponsor e così via. Lodevoli esempi non seguiti da tutti; certo non dall altra corazzata del circuito: il Bellini di Catania, unico a disporre di masse artistiche stabili (oltre 300 persone) e, in quanto Ente lirico regionale, non titolare di aiuti comunali o provinciali. Stampa e sindacati parlano di spese di gestione intorno ai 17 milioni, di debiti fuori bilancio per oltre 3, di un codice etico da ristabilire. Speriamo. p 25 quasi 1.500.000 a carico del Comune di Bolzano e una pari quota alla Provincia autonoma; nulla invece dalla Regione - e il resto dal Fus). Meglio si spiega l inerzia di Mantova, il cui bel Teatro Sociale (1822) resta bloccato dal veto di palchettisti attardati all epoca della sua costruzione. La stagione lirica di Bergamo, con 10 rappresentazioni d opera nel 2013, offre un esempio di produttività accoppiata a rigore di bilancio: con 12 dipendenti, di cui uno solo stabile, contributi ministeriali per 565.000 euro, 200.000 dal Comune, 166.000 dai privati, contiene lo sbilancio sotto i 241.000 euro, totalmente ripianati dalla Fondazione Donizetti con risorse proprie. Fra gli allestimenti in coproduzione, strategici per questo circuito teatrale, svetta Il Furioso all isola di San Domingo, rarità donizettiana coprodotta da ben sei soggetti: Bergamo (capofila), più Savona, Modena, Rovigo, Piacenza, Ravenna. Un recente studio del Centro Ask Bocconi analizza i successi dell AsLiCo nelle attività di opera education e audience building, articolate in 7 iniziative per 62.316 presenze l anno. Il Sociale di Como, per 12 recite d opera l anno, riceve un contributo annuo di circa 660.000 euro, il più alto fra i teatri lombardi, con una struttura di ricavi che assicura la copertura totale dei costi, imputabili per il 70% a produzione e servizi, e per il 25% al personale. Vi si aggiunge il personale artistico: 25 orchestrali impiegati per 6 mesi e un coro di 100 elementi a contratto stagionale. Fra i poli regionali meglio connessi a sistema (toscano, marchigiano, emiliano-romagnolo), i 6 di quest ultimo sono decisamente troppi per uno spazio così ridotto, ma mostrano forte capacità di outreach, attraendo pubblico e finanziamenti anche a scapito dell unica Fondazione lirica concorrente: il Comunale bolognese. Mentre quello lombardo a cui non partecipa Bergamo dà il migliore esempio di condivisione di cast e allestimenti: quattro sale (Brescia, Cremona, Pavia e Como), un unica orchestra (dei Pomeriggi musicali di Milano), come se fossero turni di abbonamento sparsi nel territorio di un unico grande teatro.