IL PORTO DI CAGLIARI



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IL PORTO DI CAGLIARI

II IL PORTO DI CAGLIARI Per la sua felice posizione geografica, il porto di Cagliari ha rivestito fin dall antichità un importanza strategica, sollecitando l interesse di tutti i popoli che intendevano controllare il bacino del Mediterraneo sotto il profilo militare e commerciale. La sua nascita risale all VIII secolo a.c. ad opera dei Fenici, cui seguirono Cartaginesi, Romani, Vandali, Bizantini, Genovesi, Pisani, Aragonesi, Spagnoli. Tutto lascia supporre che inizialmente lo scalo fosse ubicato nel versante orientale dello stagno di S. Gilla, e che solo in epoca romana venisse spostato nel sito attuale (via Roma). Per quanto riguarda la darsena, si può ragionevolmente far risalire la sua costruzione al tempo della Signoria di Pisa, che dominò incontrastata dal 1256 al 1326. A protezione dello scalo, i Pisani eressero anche una grande palizzata di legno che ne delimitava lo specchio d acqua; rafforzarono inoltre l area tra il Castello cui faceva capo la direzione del porto e il mare, costruendovi magazzini e abitazioni per le maestranze portuali. Quando, nel 1326, gli Aragonesi conquistarono Cagliari, mostrarono subito un grande interesse per lo scalo marittimo. Così, a est e a ovest dell odierna Marina, eressero possenti muraglie che, partendo dalla cinta difensiva del Castello, arrivavano al mare. Per rendere il porto ancor più sicuro e protetto, collegarono queste muraglie con una imponente cortina, che correva lungo la riva. Qui si aprivano le due porte di accesso allo scalo: la porta del Molo, di fronte alla quale si sviluppava il molo principale, e la porta del Mollet che conduceva a un pontile secondario. Entrambi i moli erano costruiti su palafitte.

III Una foto del porto scattata tra il 1899 e il 1903, durante i lavori per la costruzione della banchina di S. Agostino. Sullo sfondo, la via Roma e una chiatta che trasporta i materiali estratti dal fondo del mare; in primo piano, un gruppo di picciocus de crobi, malvestiti e scalzi ma, come si usava a quei tempi, tutti rigorosamente col cappello in testa. Questa immagine testimonia un evento di grande rilevanza per la città di Cagliari: la visita di Umberto I e della regina Margherita. È il 12 aprile 1899, lo yacht reale Savoia ha appena gettato le ancore nel porto. L imboccatura della darsena in una immagine di fine 800: numerosi velieri, un faro, un fanale a gas e alcuni eleganti personaggi in paglietta, bombetta, colletto duro e papillon.

IV Lo sbarco e l imbarco delle merci non avvenivano direttamente dalla nave al molo e viceversa, ma per mezzo di barche che si accostavano ai bastimenti ancorati nella darsena. Quest ultima era sempre racchiusa dalla palizzata, che un documento del 1400 ci descrive lunga 500 metri e formata da 1000 pali di legno infissi nel fondo del mare e tenuti da traverse inchiodate, con due varchi per il passaggio delle navi. Tranquillizzati dalle nuove fortificazioni, i mercanti cominciarono a insediarsi nel quartiere marinaro che, poco alla volta, divenne il centro dell attività commerciale. Anche sotto gli Spagnoli (1500-1600) il porto di Cagliari mantenne questo assetto: la palizzata fu demolita, infatti, solo in epoca sabauda. Ma, a parte questo intervento e pochi altri, il governo piemontese, che si era insediato nel 1720, non prese particolari iniziative per la rivalutazione dello scalo, sicché, nella seconda metà dell Ottocento, nonostante l accresciuto traffico di passeggeri e merci, il porto vero e proprio era ancora circoscritto alla sola darsena, che poteva accogliere un numero limitato di piccoli bastimenti. Inoltre, mancando le banchine per l attracco delle navi e qualunque tipo di meccanizzazione, le imbarcazioni più grandi dovevano ancorarsi in rada, mentre passeggeri e merci toccavano terra con barche a remi e chiatte. I grandi cambiamenti ebbero inizio allorché vennero demoliti la cortina muraria e i bastioni di epoca aragonese e spagnola, che costituivano un indubbio ostacolo allo sviluppo del porto. Fu allora che Cagliari cominciò ad aprirsi al mare. Per ampliare e modernizzare il porto, lo Stato finanziò il progetto dell ingegnere cagliaritano Edmondo Sanjust, che prevedeva la costruzione del molo di levante, di una grande banchina lungo la via Roma e il banchinamento dei moli della darsena e del molo Sanità. I lavori furono eseguiti tra il 1882 e il 1890; in quel periodo l intero bacino portuale fu portato alla profondità di 8,50 metri. Negli anni seguenti venne edificato il nuovo palazzo della Dogana, disposto perpendicolarmente alla via Roma, mentre, ancora più tardi, saranno realizzati il molo lun-

V Curiosa immagine scattata intorno al 1910. Nella darsena è ormeggiato un piroscafo di linea. A sinistra il palazzo della Dogana e sullo sfondo il palazzo Zamberletti. Sul molo della Capitaneria, una mandria da esportazione è in attesa dell imbarco. Fino a pochi anni prima, quando ancora non esistevano le banchine, il bestiame doveva essere trasportato con delle chiatte alle navi ancorate in rada, e c era sempre il rischio che le bestie cadessero in acqua, con le conseguenze che ben possiamo immaginare. Suggestivo panorama di Cagliari e del suo porto. In primo piano, alcune barche da pesca. La foto è stata scattata dall interno dello scalo ed è databile agli anni tra il 1910 e il 1915.

VI go la spiaggia di S. Agostino, davanti al largo Carlo Felice, e il molo di ponente. Grazie a queste opere il porto fece un deciso passo avanti: la nuova struttura permise innanzitutto di suddividere il traffico dei vari natanti, mentre la costruzione delle banchine consentì finalmente agli scaricatori portuali di compiere le operazioni di carico e scarico direttamente dalle navi, mediante passerelle. Nel 1916 Cagliari risultava collegata settimanalmente con Genova, Napoli, Trapani, Palermo,Tunisi e Civitavecchia. Dalla fine della Prima guerra mondiale, grazie al potenziamento dei servizi, i passeggeri continuarono ad aumentare in maniera consistente. Fu nella seconda metà degli anni Venti che i cagliaritani scoprirono il porto e presero a frequentarlo assiduamente per andare a pesca, in barca, fare il bagno, e non solo: nello specchio d acqua cominciarono a svolgersi manifestazioni sportive e, per alcune stagioni, sul molo di levante funzionò addirittura uno stabilimento balneare, con tanto di ristorante. A partire dal 1928, lo scalo fu ulteriormente potenziato: vennero costruiti, tra l altro, il nuovo molo di ponente, lungo 1410 metri, e una stazione marittima, rasa al suolo dai bombardamenti del 1943. Inoltre, furono installate dodici gru elettriche per la movimentazione delle merci, tra cui carbone e minerali. Veduta del porto nel 1920. Al molo di S. Agostino sono attraccati due velieri; a sinistra, il municipio, da poco ultimato; a destra,alcuni palazzi che danno sulla via Roma. Davanti all edificio comunale si vede un tratto della banchina costruita tra il 1882 e il 1890, nel quadro dei lavori di ampliamento del porto progettati dall ingegnere Edmondo Sanjust. Questa suggestiva e rara immagine risale al 1936. Un piroscafo di linea è approdato all altezza della Stazione Marittima, costruita da pochi anni. Nel 1943 l edificio sarà raso al suolo dai bombardamenti e mai più ricostruito.

Con questi lavori, protrattisi fino al 1940, il porto assunse l aspetto che, tranne qualche leggera modifica, conserva tuttora. Durante la Seconda guerra mondiale, il porto diventò off-limits per la gente comune: ai moli si avvicendavano sommergibili, incrociatori e cacciatorpediniere, che attiravano gli aerei nemici. Al termine del conflitto, a causa dei pesanti bombardamenti, il porto si presentava totalmente devastato. Tuttavia, nel giro di pochi anni fu ricostruito e la banchina di via Roma venne considerevolmente ampliata per ricavare maggiori spazi da destinare alla movimentazione delle merci. Nei decenni a seguire, il porto si fece sempre più attivo e riuscì a posizionarsi tra i primi dieci scali italiani. Malgrado ciò, continuò a rimanere estraneo alla città e ai cagliaritani che, dallo scoppio della guerra, avevano smesso di frequentarlo: una situazione che si è protratta fino ai nostri giorni. Ma le cose stanno decisamente cambiando: il porto sarà presto restituito alla città e tornerà ad esserne parte integrante. Hanno già preso l avvio i lavori previsti dal nuovo piano regolatore, finalizzati a conferire una nuova fisionomia allo scalo e a incrementare le attività turistiche e nautiche. In particolare, la parte di via Roma che costeggia l approdo sarà trasformata in una grande e bellissima piazza, destinata a diventare uno dei punti focali della vita cittadina. Dopo lunghe e alterne vicende, dopo momenti di floridezza e decadenza, il porto di Cagliari, grazie alla sinergia tra il Comune e l Autorità Portuale, sta per entrare nel suo periodo d oro. VII

Il porto di Cagliari subito dopo la Seconda guerra mondiale. Siamo alla fine degli anni Quaranta, sullo sfondo è ben visibile la palazzata di via Roma, con i suoi portici, e il municipio con le due torrette in stile neogotico. La barca a vela è attraccata al Pontile Dogana. Foto panoramica del porto di Cagliari, scattata nel 2005. Sullo sfondo, due navi della Tirrenia; a destra, tratto della via Roma, destinato ad accogliere gli yacht d alto mare e le barche a vela da regata; in primo piano, la stazione marittima.