STUDENTI VOLO in GENNAIO2017#01

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STUDENTI VOLO in GENNAIO2017#01

EDITORIALE ESPERIENZA STUDIO #02 #04 #07

#02EDITORIALE ANNO DELLO SVILUPPO DEI GIOVANI NELLA NUOVA ERA DI KOSEN RUFU NEL MONDO Cari amici e amiche della Divisione Studenti Italiana, buon Anno dello sviluppo dei giovani nella Nuova Era di Kosen Rufu nel mondo a tutti voi! Il 2017 sarà un anno carico di avvenimenti importanti tra cui il 60 anniversario della fondazione della Divisione Studenti! La Divisione Studenti è nata in difesa della legge mistica in un momento di grandi persecuzioni verso la Soka Gakkai e questo sarà sempre il suo spirito: alzarsi in difesa delle persone comuni e lottare contro le ingiustizie! Nel messaggio di capodanno Sensei scrive: I giovani sono il tesoro dell umanità. I giovani sono campioni di giustizia. I giovani sono il tesoro del futuro. E ci incoraggia a sviluppare questo tipo di spirito giovanile. Come possiamo concretamente impegnarci nello sviluppo di questo atteggiamento nella nostra vita quotidiana? Myo [di myoho la Legge Mistica] significa rivitalizzare, rivitalizzare significa tornare a vivere (RSND, 1, 132) scrive Nichiren Daishonin. Tutto parte da una profonda preghiera al Gohonzon. Il potere della preghiera non ha limiti, possiamo attingere a un potenziale infinito

di coraggio, saggezza, compassione e vitalità. Inoltre il presidente Ikeda, sempre nel messaggio di Capodanno, sottolinea tre caratteristiche che distinguono uno spirito giovanile: 1 - L atteggiamento di sfidarsi 2 - Il desiderio di imparare 3 - Un cuore aperto al dialogo Brillando di queste virtù possiamo dare inizio allo spettacolo delle nostre rivoluzioni umane del 2017! L atteggiamento di sfidarsi riguarda la battaglia con il nemico più potente, la nostra oscurità; riguarda la vittoria su sé stessi. Finché vivremo con l atteggiamento di migliorarci ogni giorno, anche di poco, non avremo tempo per paragonarci agli altri o giudicare chi ci sta vicino, cosa che toglie sempre molta energia ma anzi, alimenteremo la fiducia in noi stessi e negli altri grazie alle numerose prove concrete che conquisteremo! Il desiderio di imparare è la migliore arma che possiamo sviluppare contro l arroganza, il ristagno e le illusioni derivanti dall ignoranza fondamentale o oscurità. Studiare il Gosho con perseveranza è l azione che ci permette di non essere mai disorientati di fronte alle difficoltà che la vita ci presenta ed è l azione che ci ispira a contribuire positivamente alla società come buoni cittadini capaci di illuminare qualsiasi luogo. Un cuore aperto al dialogo non è sempre facile da mantenere. Nei momenti di sofferenza tendiamo a isolarci e spesso non sopportiamo nessuno ma la verità è che solamente sforzandoci di mettere delle controtendenze rispetto al piccolo io possiamo manifestare tutto il nostro reale potere di esseri umani. Solamente valorizzando gli altri possiamo scoprire tutto il nostro valore. Solamente unendo i cuori attraverso il dialogo e l amicizia possiamo creare un futuro diverso per noi stessi e gli altri. Sensei è un meraviglioso esempio di un cuore aperto al dialogo. VIOLA LASTRETTI VICE RESPONSABILE NAZIONALE DELLA DIVISIONE STUDENTI Il 29 Novembre 2016 a Roma, il premio Nobel per la pace Adolfo Perez Esquivel, premio conferitogli per la sua lotta in difesa dei diritti umani in America del Sud, ha tenuto una Lectio Magistralis in occasione della pubblicazione del suo libro di dialoghi con Daisaku Ikeda intitolato La forza della speranza. Nel cuore di Roma, al Teatro Argentina, ha dichiarato, riferendosi a Sensei, di aver trovato in Giappone un carissimo amico. Nonostante la diversità culturale e religiosa, ha detto di aver avuto la sensazione di conoscerlo da sempre e che ciò che li unisce è il desiderio di sostenere la vita. Quando si sono incontrati si sono chiesti: Perché siamo qui al mondo? Cosa possiamo fare per tutto questo dolore, guerre e conflitti?. Sono riusciti a valorizzare ciò che li rende veramente umani e costruire fiducia reciproca nonostante le numerose differenze. Sensei è veramente un campione di dialogo, il tipo di dialogo che ha il potere di rivitalizzare, dare gioia e togliere sofferenza alle persone che incontra. Come Divisione Studenti abbiamo determinato di approfondire la nostra capacità di dialogo ed essere i primi a studiare la Forza della speranza. Conclude così il suo messaggio di capodanno Sensei: Possiate voi tutti Bodhisattva della Terra eternamente giovani, far emergere nuovi amici e far crescere sempre più persone di valore determinati a fare di questo un altro anno vittorioso nella nostra vita e negli annali di Kosen Rufu!. Facciamo di quest anno un momento che rimarrà indelebile nelle nostre memorie e nella storia di kosen rufu per la potenza della speranza, della gioia, del coraggio e delle vittorie che realizzeremo! Grazie di cuore ad ognuno/a di voi.

#04ESPERIENZA NIENTE È IMPOSSIBILE Per me lo studio è sempre stato un problema. Ho patito molto il liceo, non andavo mai a scuola. In realtà studiare in sé per sé mi piaceva ma nello studio si manifestava in maniera prepotente la sfiducia nei confronti della vita e un atavica insicurezza che mi conduceva a non reggere la pressione della prova ; per questo, ogni volta che c era il rischio di essere interrogata, mi defilavo. Al momento di scegliere il percorso universitario, decisi di seguire il sogno di quando ero bambina, iscrivermi a Giurisprudenza per diventare avvocato matrimonialista, sogno nato dalla combattutissima separazione e poi divorzio che aveva interessato i miei genitori. Fin da subito mi venne una gigantesca ansia da prestazione; sentivo la pressione della mia famiglia, dei miei datori di lavoro, dei miei conoscenti. Ogni esame seguiva sempre lo stesso schema: studiavo come una pazza, anche 12 ore al giorno, vivevo con un ansia costante e poi, a tre giorni dall esame, decidevo di non andare, usando le scuse più varie: «non sono abbastanza preparata», «è un esame importante e voglio prendere un bel voto», «devo lavorare tanto per mantenermi perché vivo da sola» e via dicendo. Vivevo una frustrazione continua, studiavo insieme ad amici che erano molto meno preparati di me, i quali andavano all esame (spesso con risultati inaspettatamente molto buoni) mentre io rimanevo indietro. Ci sono state persino sessioni in cui, sempre dietro a giustificazioni apparentemente valide, e

soprattutto nonostante continuassi a studiare, non ho dato nemmeno un esame. La sofferenza del ritardo si aggiungeva così giorno dopo giorno a quella del confronto. Tutti mi sembravano migliori di me, più scaltri, più capaci. Invidiavo la loro capacità di vivere gli esami universitari senza essere schiacciati dalla preoccupazione, il loro progredire, mentre io mi sentivo una fallita. Semplici domande come: «Quando hai il prossimo esame?», «Quanti esami ti mancano?», mi gettavano nell avvilimento. Arrivata al quarto anno ero disperata. Mi mancavano più della metà degli esami, ero esausta e con il morale a terra e presi così una ferma decisione: lasciare Giurisprudenza e iscrivermi a Scienze della formazione. Andai presso tale facoltà per capire quali esami mi sarebbero stati convalidati in vista del trasferimento, mossa dalla seria, irrevocabile intenzione di lasciare un percorso di studi che mi stava distruggendo. Conoscevo il Buddismo di Nichiren Daishonin da tre anni ma non avevo mai preso in considerazione l idea di recitare daimoku. Ero terribilmente scettica, ed ogni volta che Carla la meravigliosa donna che mi ha fatto shakubuku cercava di incoraggiarmi, la ascoltavo senza alcuna convinzione. Condividevo i principi di base, ma non riuscivo a credere che attraverso la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo fosse possibile trasformare qualunque veleno in medicina. Quando le comunicai che avevo deciso di abbandonare Giurisprudenza, mi disse: «Sai che rispetto le tue scelte, le tue convinzioni e, sapendo come sei fatta, non ho mai insistito ma adesso ti dico: vai a una riunione. Magari deciderai comunque che questa strada non fa per te ma ciò che conta è che questa sia una scelta libera e sincera». Andai al mio primo zadankai; non dimenticherò mai l argomento: lo spirito di hon nin myo (da adesso in poi). Per una come me, che non riusciva a fare altro che pensare «tanto ormai», si trattava di una visione rivoluzionaria. Provai dopo molti anni un sentimento che avevo dimenticato: la speranza. Capii che all origine di quella scelta, di cambiare facoltà, c era solo la paura; cominciai, quindi, a praticare, determinando di proseguire Giurisprudenza. I primi mesi furono pieni di entusiasmo, facevo tantissime esperienze sul lavoro, con la mia famiglia, in amore. Decisi quindi di ricevere il Gohonzon in piena sessione estiva, desiderosa di svoltare all università. Fu un disastro. Cominciai a soffrire di attacchi di panico, e, nonostante mi impegnassi al massimo delle mie capacità, diedi soltanto un esame. Ero confusa e arrabbiata, non facevo altro che chiedermi: «Perché non riesco a trasformare questa cosa?». Grazie al sostegno dei compagni di fede decisi di rialzarmi, e di ripartire da lì, da quel fallimento, e di rilanciare. Misi al centro della mia vita la preghiera, decidendo di diventare costante nel daimoku; arrivai così a settembre con uno stato vitale immenso e con l obiettivo di dare due esami. A una settimana dall inizio della sessione diagnosticarono un cancro a mio papà; in quel momento capii quanto gli attacchi di panico fossero stati cruciali, e che proprio grazie a quei fallimenti mi ero sfidata nel daimoku e nell attività ed ero pronta ad affrontare una così grande difficoltà. Per la prima volta nella mia vita non sfruttai la situazione per giustificarmi e non dare gli esami, decidendo che anche studiando in ospedale sarei andata fino in fondo, e che così avrei incoraggiato mio padre; riuscii nel mio intento e gli esami andarono alla grande! Mio papà è guarito, e, vedendo il mio incrollabile stato vitale, ha cominciato a praticare tutti i giorni! Ma come dice Nichiren Daishonin: «Accettare è facile, continuare è difficile» (RSND, La difficoltà di mantenere la fede,. Dopo pochi mesi mi ritrovai al punto di partenza, piena di paure. Ricordo che andavo a zadankai, allegra e combattiva, promettendo ai compagni di fede che avrei fatto un esperienza grandiosa; ma poi, al momento cruciale, l oscurità aveva la meglio. Non facevo altro che determinare, cadere, rialzarmi rideterminando. Sono stati mesi molto duri, accompagnati dalle parole di sensei: «Quando la determinazione cambia, tutto inizia a muoversi nella direzione che desiderate. Nell istante in cui decidete di vincere, ogni nervo e fibra del vostro essere si orienteranno verso quella realizzazione. D altra parte se pensate Non funzionerà mai, proprio in quel momento ogni cellula del vostro essere si indebo-

lirà, smettendo di lottare, e tutto volgerà verso il fallimento» (Daisaku Ikeda, Giorno per giorno, 20 settembre, Esperia). Una parte di me continuava a pensare non funzionerà mai, non voleva reagire e tirare fuori il coraggio necessario per diventare felice. La svolta ci fu quando cominciai a fare attività nella Divisione Studenti. Fino a quel momento non avevo compreso la meravigliosa missione che avevo; cambiai prospettiva e decisi che avrei vinto non solo per me e per il mio maestro ma per incoraggiare ogni singolo studente che come me soffriva a causa dell università. Incisi nel mio cuore una delle guide di Sensei dedicata alla Divisione Studenti dove ci incoraggia a praticare la Legge Mistica senza mai arrenderci o essere intimoriti, qualunque siano gli ostacoli che abbiamo di fronte. Aprii la vita e compresi finalmente che all origine della mia sofferenza non c era, come avevo sempre creduto, la paura del giudizio altrui, ma il fatto che non riuscissi mai ad essere soddisfatta di me stessa e del mio impegno, concentrata com ero sul risultato finale. Capii che non era importante cosa facessero o dicessero gli altri, quanto tempo ci sarebbe voluto per laurearmi ma quanto fosse prezioso ogni sforzo; finalmente provai un immensa gratitudine per il mio tortuoso percorso universitario, ritrovando la gioia nello studio. BEATRICE PILETTI 27 ANNI ROMA Nel giro di pochi mesi ho dato gli esami che mi mancavano, ho scritto una tesi di cui vado fiera - in cui ho citato Sensei e la sua Proposta di pace - ed il 13 luglio 2015 mi sono laureata con 110 e lode! Adesso sto svolgendo un tirocinio in Corte d Appello e collaboro con due riviste giuridiche; ho deciso di diventare magistrato! So che sarà durissima e l unica cosa che mi dà la forza, il coraggio e la gioia è sapere che lo faccio per kosen rufu, per realizzare una società in cui ogni individuo possa essere assolutamente felice e a proprio agio. Mi guardo indietro e ringrazio ogni momento difficile, perchè come ci insegna Sensei: «Non bisogna mai mollare. La vita è una sfida. Non riusciremo a costruire il nostro carattere senza sfidarci. Solo noi possiamo rafforzare noi stessi. Solo gli sforzi che compiamo di nostra volontà ci fanno crescere» (Daisaku Ikeda, Scuola e lavoro, pag. 16). È proprio grazie a quegli sforzi che ho potuto incoraggiare tantissimi studenti, fare shakubuku e trasformare la mia vita. Grazie a quell allenamento oggi ho l incrollabile certezza che qualunque cosa accada ciò che conta è non smettere mai di lottare, perché la vittoria si vede alla fine. Ma soprattutto ho definitivamente compreso che niente è impossibile!

#07STUDIO Cari.GENNAIO. STUDIO DEI SAGGI E DISCORSI DI SENSEI amici e amiche della Divisione Studenti, questo mese concludiamo lo studio condiviso del libro Corriamo insieme verso kosen-rufu con lo studio degli ultimi due capitoli Continuate a dialogare con forte convinzione e Il sentiero dell educazione Soka. In quest ultimo capitolo Sensei parla dell educazione e dà preziosi consigli ai membri della divisione studenti. Sensei scrive: «Ho deciso di fare dell educazione l impresa fondamentale dei miei ultimi anni. Inoltre, come discepolo, ho fatto il voto di realizzare il sogno più caro al mio maestro, creare le scuole Soka, un sogno la cui realizzazione Josei Toda affidò a me». Sensei condivide il suo ichinen rispetto alla fondazione delle scuole e università Soka chiarendo che tutto nasce dal desiderio di realizzare il sogno del suo maestro e realizzare una fortezza per la pace dell umanità! Inoltre ricorda quando nel 1964, in una riunione generale della Divisione studenti, annunciò i progetti della realizzazione dell Università Soka e scrive: «L obiettivo che mi spingeva a fondarla, come spiegai in quell occasione, era la formazione di individui capaci di dare un eccellente contributo alla pace mondiale». Tsunesaburo Makiguchi dichiarò che l obiettivo dell educazione è coltivare il valore della personalità di ciascun

individuo. Il presidente Ikeda usa le parole della studiosa della pace Elise Boulding (1920-2010): «Mi piace pensare all educazione come un processo in cui sviluppare le capacità peculiari di ciascun individuo, apprendere il viaggio degli esseri umani sulla terra e comprendere come ognuno di noi possa prendervi parte». Anche in italiano, la parola educare, deriva dal latino exducere che vuol dire tirare fuori, nella parola stessa risiede il concetto che ogni individuo è perfettamente dotato e capace di realizzare se stesso! Tutto ruota attorno alla possibilità di ogni persona di realizzare una vita felice e realizzata. Sensei scrive: «Gli esseri umani nella loro vita possiedono la saggezza per trasformare la disperazione in speranza, il coraggio per trasformare la tristezza in felicità e la generosità per cambiare l odio in compassione. Il vero scopo dell educazione è risvegliare e attivare queste qualità. Josei Toda proclamò «Se l intera razza umana potesse rivelare il proprio più alto potenziale, non ci sarebbero guerre o fame nel mondo. Non ci sarebbero malattie né povertà» Sensei ci sta chiedendo in quanto membri della Divisione Studenti di essere dei fari di speranza per l umanità, di «confortare i cuori di coloro che si sentono in ansia ed impotenti» e di farlo diventando felici. «La cosa importante»scrive Sensei «è che ciascuno di noi decida di diventare una persona che manifesta le proprie migliori caratteristiche[...]il mio desiderio è che ciascun giovane Soka possa brillare come una luce di speranza per gli altri.» Sensei definisce poi l educazione come «un processo di mutuo sviluppo che consiste nel crescere, avanzare e vincere insieme» In altre parole il concetto di educazione esce completamente dallo schema insegnante-alunno a cui siamo abituati ed il suo fine non si riduce alla trasmissione di conoscenza (istruzione), ma consiste nello sviluppo, nella crescita come esseri umani! Sensei in questo capitolo, pur parlando di educazione, non utilizza quasi mai parole come scuola, insegnare, imparare e anzi afferma che l educazione non deve rimanere confinata nelle aule e che essa si fonda su più ampie e ricche fondamenta di fiducia e di incoraggiamento. Credo che Sensei intenda che qualsiasi ambiente può essere un luogo d apprendimento, di crescita, di sviluppo, se si basa sul desiderio della felicità delle altre persone e sul credere nelle potenzialità degli individui. VALERIO DI BIASE RESPONSABILE STUDENTI DELLA REGIONE VENETO Infine il presidente Ikeda chiarisce l importanza per noi studenti di sviluppare la saggezza della verità che funziona in accordo con le circostanze mutevoli. Ci incoraggia a sviluppare la capacità di capire come cambiano i tempi e le condizioni, ed agire in accordo con i valori del buddismo ma senza lasciarci imbrigliare da dogmatismi né scoraggiare dagli irragionevoli argomenti di chi si ritiene superiore. Per questo ci incoraggia a studiare sodo e a sviluppare un forte carattere. Come un padre che veglia sui suoi figli, sensei ci allerta sulle forme che il demone può assumere per ostacolarci nel cammino che porta alla creazione di una società basata sulla dignità della vita e la felicità di ognuno di noi. Penso si possa dire che il cuore dell educazione Soka coincida col cuore del presidente Ikeda quando afferma: «I nostri preziosi giovani, ambasciatori del futuro, sono la mia vita. Vedere la loro crescita, vederli trionfare nel loro modo unico in accordo con il principio buddista del rispetto della diversità, esemplificato nella metafora dei fiori di ciliegio, susino, pesco e prugno selvatico, è per me la più grande gioia e fonte di orgoglio.» «Miei giovani amici, studiamo e cresciamo insieme e creiamo una storia costellata di realizzazioni che ispiri le generazioni future. Possiate voi tutti diventare vittoriosi nella vita, fari di speranza per il mondo! Questa ancora una volta è la mia preghiera».