I finanziamenti europei per le imprese



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Alps - Enterprise Europe Network Unioncamere Piemonte Via Cavour, 17 10123 Torino Tel. 011 5669222 Fax 011 5669238 www.pie.camcom.it/sportello.europa Camera di commercio di Torino Via San Francesco da Paola, 24 10123 Torino Tel. 011 5716341 Fax 011 5716346 www.to.camcom.it/een UNIONE EUROPEA. Istruzioni per l uso Sportello Europa presso le Camere di commercio piemontesi Camera di commercio di Alessandria Via Vochieri, 58-15100 Alessandria Tel. 0131 3131 - Fax 0131 43186 www.al.camcom.it/sportello.europa Camera di commercio di Asti Piazza Medici, 8-14100 Asti Tel. 0141 535211 - Fax 0141 535200 www.at.camcom.it/sportello.europa Camera di commercio di Biella Via Aldo Moro, 15-13900 Biella Tel. 015 3599311 - Fax 015 3599370 www.bi.camcom.it/sportello.europa Camera di commercio di Cuneo Via E. Filiberto, 3-12100 Cuneo Tel. 0171 318711 - Fax 0171 696581 www.cn.camcom.it/sportello.europa n. 1/2008 I finanziamenti europei per le imprese Camera di commercio di Novara Via degli Avogadro, 4-28100 Novara Tel. 0321 338211 - Fax 0321 338338 www.no.camcom.it/sportello.europa Camera di commercio di Verbania Strada del Sempione, 16-28831 Baveno (VB) Tel. 0323 912811 - Fax 0323 922054 www.vb.camcom.it/sportello.europa Camera di commercio di Vercelli Piazza Risorgimento, 12-13100 Vercelli Tel. 0161 5981 - Fax 0161 598265 www.vc.camcom.it/sportello.europa

SPORTELLO EUROPA Unioncamere Piemonte Via Cavour, 17 10123 Torino Tel. 011 5669222 - Fax 011 5119144 www.pie.camcom.it/sportello.europa E-mail: sportello.europa@pie.camcom.it ALPS - ENTERPRISE EUROPE NETWORK Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Torino Via San Francesco da Paola, 24 10123 Torino Tel. 011 5716341/2/3 - Fax 011 5716346 www.to.camcom.it/een E-mail: alps-een@to.camcom.it COORDINAMENTO Unioncamere Piemonte Laura Belforte Marianna Mucci Antonella D Ursi Camera di commercio di Torino Gianpiero Masera Paolo Veneruso COORDINAMENTO EDITORIALE Unioncamere Piemonte Ufficio Comunicazione, Stampa e Pubblicazioni Annalisa D Errico Gisella Guatieri PROGETTO GRAFICO Gruppo Vento Srl IMPAGINAZIONE Visual Data Snc STAMPA L Artistica Savigliano AUTORI Diego Albesano, Monica May, Paola Tolin, Paolo Veneruso - Camera di commercio di Torino Marianna Mucci, Alessandra Scotti - Unioncamere Piemonte L Ufficio di Bruxelles di Unioncamere Piemonte ha collaborato alla redazione di alcune schede sulle misure di finanziamento. Unione europea. Istruzioni per l uso La collana Unione europea. Istruzioni per l uso nasce dalla volontà delle Camere di commercio piemontesi di fornire alle imprese operanti nella regione strumenti utili e di facile consultazione in cui trovare informazioni aggiornate sulle principali normative e finanziamenti di origine comunitaria. Queste pubblicazioni vogliono essere di stimolo per adeguare la propria attività e i propri prodotti ai requisiti richiesti dall Ue, e anche uno spunto per trovare nuovi strumenti operativi e nuove soluzioni per la propria attività imprenditoriale. Obiettivo della collana è infatti quello di avvicinare e informare le imprese piemontesi sulle tematiche comunitarie: dal contenuto dell etichetta all obbligo di apposizione della marcatura CE, dal marchio comunitario ai programmi europei di finanziamento. La Camera di commercio di Torino e Unioncamere Piemonte fanno parte del consorzio Alps, il nodo per il Nord Ovest Italia della rete Enterprise Europe Network, creata dalla Commissione Europea per supportare l attività imprenditoriale e la crescita delle imprese europee. Inoltre, Unioncamere Piemonte coordina la rete regionale degli Sportelli Europa presso le Camere di commercio di tutte le altre province piemontesi. Nell ambito dell Alps Enterprise Europe Network e degli Sportelli Europa, il sistema camerale piemontese fornisce gratuitamente informazioni operative su: finanziamenti, programmi e gare d appalto comunitarie; normativa comunitaria e degli altri Paesi europei relativa alle attività d impresa; cooperazione fra imprese e ricerca di partner commerciali o produttivi all estero. Vengono organizzati, inoltre, corsi e seminari sulle più importanti novità in ambito comunitario e viene offerto alle imprese piemontesi un servizio gratuito di aggiornamento via e-mail sulle principali novità normative e sulle opportunità di collaborazione con altre imprese europee. Collegati al sito della tua Camera di commercio oppure telefona al numero 848.800.229 Finito di stampare nel mese di settembre 2008

Introduzione 1. Classificazione dei finanziamenti comunitari 5 2. I fondi strutturali 13 2.1 Gli strumenti programmatici 16 2.1.1 Il POR-FESR 17 2.1.2 Il POR-FSE 23 2.1.3 Il Programma di sviluppo rurale (PSR) 28 2.2 La cooperazione territoriale europea 32 2.2.1 La cooperazione transfrontaliera 33 2.2.2 La cooperazione transnazionale 36 2.2.3 La cooperazione interregionale 40 3. Programmi di attuazione diretta 42 3.1 Caratteristiche generali 42 3.2 La progettazione: fasi e principi base 46 3.2.1 Il Project Cycle Management 46 3.2.2 I princìpi chiave per una buona progettazione 47 4. Gli interventi finanziari 53 4.1 La Banca europea per gli investimenti (Bei) 53 4.1.1 I prestiti Bei per le imprese 54 4.2 Il Fondo europeo per gli investimenti (Fei) 56 4.2.1 Le garanzie 57 4.2.2 Venture/risk capital per le imprese 58 1

Introduzione 4.3 Interventi finanziari Bei in Paesi terzi 59 4.4 Il Programma Jeremie 62 5. Cooperazione internazionale 65 5.1 Gli strumenti di assistenza esterna dell Unione europea 65 5.2 L Ufficio di Cooperazione Europe-Aid 68 5.3 Gare di appalto internazionali 68 5.3.1 La fase di programmazione delle gare 68 5.3.2 I bandi di gara su Europe-Aid: un esempio di consultazione 72 5.3.3 Le regole per partecipare alle gare 74 5.4 I bandi per progetti di internazionalizzazione 75 5.5 Eventi di partenariato 77 5.6 Fondi strutturali negli altri Paesi UE 78 Allegati 83 Schede sulle misure di finanziamento 83 Link utili 134 L Unione europea supporta in vario modo le imprese, in particolare quelle di piccola e media dimensione (Pmi). Le forme di sostegno possono essere molto diverse, dal contributo diretto (peraltro sempre più raro) alla compartecipazione ai costi per la realizzazione di un progetto, al supporto indiretto attraverso fondi di garanzia. Molte opportunità possono inoltre scaturire dalla partecipazione delle imprese alle gare di appalto finanziate, o bandite direttamente, dalle istituzioni comunitarie. Esistono, infine, numerosi strumenti finanziati dalla Commissione Europea che supportano le imprese non con un finanziamento diretto, ma attraverso la fornitura di servizi (si pensi, ad esempio, all Enterprise Europe Network, la rete europea di supporto alle imprese, illustrata nel box a pag. 4), la creazione di siti internet dedicati, la realizzazione di studi o guide pratiche, etc. Questa guida intende essere uno strumento di primo orientamento per chi non è esperto di finanziamenti comunitari, illustrando le principali differenze fra le varie tipologie di finanziamento, le principali caratteristiche dei diversi programmi e le modalità di accesso, ma anche le eventuali difficoltà che si possono incontrare nell affrontare il percorso del finanziamento comunitario: l obiettivo della guida è infatti quello di fornire un informazione corretta che consenta all imprenditore un approccio ragionato a queste tematiche, cercando di smentire alcuni falsi miti, diffusi soprattutto negli anni passati, secondo i quali la Comunità Europea finanzierebbe a fondo perduto qualunque tipo di attività. La scelta di pubblicare la guida sui programmi e finanziamenti comunitari nel 2008 non è certo casuale, ma è dettata dal fatto che sono finalmente operativi tutti i programmi della nuova generazione, compresi quelli rientranti nei fondi strutturali, che saranno accessibili fino al 2013. Il taglio sarà il più possibile pratico, grazie all esperienza che la Camera di commercio di Torino e Unioncamere Piemonte hanno maturato sul campo in questi anni, rispondendo a migliaia di quesiti concreti delle imprese piemontesi sulle tematiche europee. Non è stato possibile, in questa sede, entrare nel dettaglio dei singoli programmi di finanziamento, ma vengono comunque segnalati link e contatti utili per reperire ulteriori informazioni. Ricordiamo, infine, che gli sportelli dell Enterprise Europe Network, attivi presso il sistema camerale piemontese, sono sempre a disposizione per rispondere a tutti i quesiti specifici formulati dalle imprese piemontesi. 2

CLASSIFICAZIONE DEI FINANZIAMENTI COMUNITARI 1. Classificazione dei finanziamenti comunitari Enterprise Europe Network in Piemonte Dal 1 gennaio 2008, la Camera di commercio di Torino e Unioncamere Piemonte fanno parte, all interno del Consorzio Alps per il Nord Ovest dell Italia, della nuova rete Enterprise Europe Network, creata dalla Direzione Generale Imprese e Industria della Commissione Europea nel quadro del Programma Competitività e Innovazione (CIP) per supportare l attività imprenditoriale e la crescita delle imprese europee, in particolare delle Pmi. La rete, che si articola in oltre 500 punti di contatto in circa 40 Paesi europei, integra le attività già svolte in passato dalle reti Euro Info Centre ed Innovation Relay Centre. I servizi offerti dalla Camera di commercio di Torino e da Unioncamere Piemonte nel quadro della nuova rete sono: fornire informazioni e assistenza alle imprese sulla normativa comunitaria e l accesso ai finanziamenti europei, con particolare riguardo al VII Programma Quadro dell UE per la Ricerca e lo Sviluppo tecnologico; sviluppare le capacità di ricerca e innovazione delle Pmi, in particolare favorendo il trasferimento tecnologico internazionale e lo sfruttamento dei risultati dei programmi europei di ricerca; coinvolgere maggiormente le imprese nel processo decisionale europeo. Il Consorzio Alps, selezionato dalla Commissione Europea per erogare alle imprese i servizi dell Enterprise Europe Network nel Nord Ovest dell Italia (Piemonte, Liguria, Valle d Aosta), comprende i seguenti partner: Piemonte: Camera di commercio di Torino, Unioncamere Piemonte, Confindustria Piemonte, Enzima P; Liguria: Unioncamere Liguria; Valle d Aosta: Attiva srl (Agenzia della Chambre Valdôtaine per il trasferimento tecnologico e l internazionalizzazione in Valle d Aosta). Per ulteriori informazioni sulle attività del consorzio: http://www.to.camcom.it/een Sul sito internet della Commissione Europea sono disponibili ulteriori informazioni sull Enterprise Europe Network e i riferimenti di tutti i punti di contatto della nuova rete: http://ec.europa.eu/enterprise-europe-network Si parla spesso genericamente di finanziamenti comunitari, ma in questa definizione rientrano programmi di supporto alle imprese con caratteristiche molto diverse, dal punto di vista della tipologia di finanziamento, delle iniziative finanziabili e delle modalità di presentazione della domanda di finanziamento. Abbiamo seguito una classificazione che raggruppa i finanziamenti comunitari in quattro grandi categorie, all interno delle quali sono inseriti programmi di finanziamento che, pur con differenze notevoli, presentano significative caratteristiche comuni. Come qualsiasi tentativo di classificazione, anche quello adottato in questa sede presenta chiaramente un certo rischio di arbitrarietà; ci è sembrato tuttavia utile come strumento di primo orientamento e filo conduttore per l impresa nell approccio con i finanziamenti di fonte comunitaria. Il bilancio comunitario Per sapere quanti soldi l UE destina ai vari programmi di finanziamento, la prima fonte di informazione è il bilancio dell Unione europea. Per esempio, dal bilancio 2008 - che prevede un totale di 129,1 miliardi di euro - si può ricavare che ben 46,9 miliardi di euro sono destinati alla politica di coesione (quindi ai fondi strutturali), 40,9 miliardi alle spese agricole (a cui si aggiungono altri 12,4 miliardi per lo sviluppo rurale) e 11,1 miliardi ai vari programmi per aumentare la competitività (si veda il capitolo 2). Per quanto riguarda il bilancio comunitario per il 2009, il budget sarà invece di 134.4 miliardi di euro in impegni e 116.7 miliardi di euro in pagamenti. Assume particolare rilevanza anche un altro documento: le prospettive finanziarie 2007-2013, che indicano il massimale e la composizione delle spese prevedibili per il periodo considerato, con lo scopo di fornire un quadro per l approvazione dei bilanci annuali e rafforzare quindi la disciplina di bilancio. Per saperne di più sul bilancio comunitario: http://europa.eu/abc/budget/index_it.htm Le quattro categorie individuate sono le seguenti: 1. i fondi strutturali; 2. i programmi di azione comunitaria per l attuazione delle politiche UE; 3. gli strumenti finanziari; 4. gli interventi per l internazionalizzazione delle imprese e l aiuto ai Paesi terzi. 4 5

In questo capitolo descriveremo sinteticamente i principali fattori chiave che caratterizzano ciascuna categoria; nei prossimi capitoli verrà fornita, per ogni categoria, una descrizione dettagliata delle tipologie di finanziamento, delle modalità di attuazione e delle fonti di informazione più importanti per potersi tenere aggiornati sull argomento. Le schede pratiche dedicate alle principali misure di finanziamento di fonte comunitaria (sia quelle finanziate dai fondi strutturali, sia quelle relative ai programmi di attuazione diretta) di interesse per le imprese sono invece raggruppate nell allegato al fondo della guida. 1. I fondi strutturali I fondi strutturali sono il principale strumento finanziario utilizzato dall Unione europea per l attuazione della politica di coesione, il cui obiettivo è cercare di riequilibrare i notevoli divari esistenti - a livello di sviluppo economico e di tenore di vita - tra le diverse regioni o categorie sociali dell UE. Per quanto la maggior parte dei fondi strutturali sia rivolta alle regioni meno sviluppate dell Unione europea, una quota - che in termini assoluti è comunque significativa, soprattutto considerando che i fondi comunitari devono essere integrati da fondi nazionali - è destinata a migliorare la competitività e l occupazione nelle regioni, come il Piemonte, che hanno un Pil superiore alla media comunitaria. Dal momento che la finalità è favorire lo sviluppo locale, molti dei programmi finanziati dai fondi strutturali prevedono forme di sostegno, diretto o indiretto, degli investimenti realizzati dalle Pmi locali. La gestione dei programmi finanziati dai fondi strutturali e la selezione dei progetti avviene a livello nazionale e regionale ed è importante precisare che l attuazione dei fondi strutturali, pur dovendosi attenere a linee guida di carattere generale fissate dalla Commissione Europea e alla programmazione-quadro nazionale, varia da regione a regione, prendendo in considerazione le caratteristiche del tessuto economico locale e le relative priorità dell amministrazione regionale. In questa guida ci concentreremo sull attuazione dei fondi strutturali in Piemonte per il periodo 2007-2013. Sarà inoltre fatto un accenno ai programmi di finanziamento per il settore agricolo, anch essi gestiti dalle autorità nazionali o locali (si veda il capitolo 2). Principali caratteristiche: programmazione pluriennale dei fondi (attuale programmazione: 2007-2013); l Unione europea richiede il cofinanziamento degli interventi da parte delle autorità nazionali e regionali; la gestione dei fondi è in capo ad autorità nazionali/regionali (gestione decentrata); possono finanziare investimenti di imprese, purché rispondenti alle priorità previste dalla programmazione adottata dalla regione/stato d interesse. Le agevolazioni concesse alle imprese dovranno inoltre rispettare (per l individuazione degli interventi ammissibili, del tipo e dell entità dell agevolazione) la normativa comunitaria sugli aiuti di Stato; non è richiesta la presentazione di progetti in collaborazione con altri partner europei (salvo che per gli specifici programmi di cooperazione territoriale europea); sono previste azioni specifiche per la creazione di nuove attività imprenditoriali, attività di formazione professionale, investimenti del settore agricolo e agroindustriale. Programmi comunitari e aiuti di Stato Si rischia talvolta di confondere i programmi comunitari di finanziamento con la normativa comunitaria sugli aiuti di Stato. Quest ultima non prevede l erogazione di agevolazioni europee, ma detta le condizioni che gli Stati membri devono rispettare per poter concedere aiuti alle imprese, senza cadere nel generalizzato divieto di concessione di aiuti di Stato previsto dal Trattato CE. Bisogna comunque tener presente che tali regole devono essere rispettate dalle autorità nazionali e regionali per l individuazione degli interventi ammissibili, del tipo e dell entità dell agevolazione, nell attuazione delle misure di finanziamento nel quadro dei fondi strutturali. Nell ambito di questa normativa, una nozione che ricorre con una certa frequenza è la regola de minimis. In estrema sintesi, la Commissione Europea non considera aiuti di Stato quelli di importo così basso da non avere effetti sensibili sulla concorrenza fra imprese e fissa una soglia sotto la quale scatta questa presunzione: per poter usufruire della regola de minimis, un impresa può beneficiare di un importo massimo di 200.000 euro (100.000 per il settore dei trasporti su strada) nell arco di tre esercizi finanziari (quello della concessione e i due precedenti). Sempre collegata al discorso degli aiuti di Stato, e in particolare agli aiuti a finalità regionale, è la definizione delle aree c.d. 87.3.c: si tratta di una serie di aree nelle quali - ai sensi dell art. 87.3 par. c del Trattato CE - sono ammissibili gli aiuti concessi alle grandi imprese e sono consentite intensità di agevolazione maggiori per gli investimenti delle Pmi. Per il periodo 2007-2013 le aree piemontesi incluse nella deroga prevista dall art. 87.3.c sono peraltro molto ridotte rispetto al passato. L elenco delle aree piemontesi ammissibili è disponibile sul sito della Regione Piemonte - Direzione Attività produttive: http://www.regione.piemonte.it/industria/index.htm Per saperne di più sulle regole relative agli aiuti di Stato, la Camera di commercio di Torino e Unioncamere Piemonte hanno pubblicato il vademecum La normativa europea sugli aiuti di Stato. 6

Definizione di piccola e media impresa (Pmi) Come anticipato nella premessa di questa guida, molti programmi comunitari di finanziamento sono utilizzabili esclusivamente dalle Pmi o prevedono modalità di accesso privilegiate per le imprese di piccola e media dimensione. Questo vale in particolar modo per le misure dei fondi strutturali, per cui ci sembra opportuno riportare la definizione che la Comunità Europea ha dato di Pmi. La Raccomandazione dell Unione europea n. 2003/361/CE fornisce una definizione precisa di piccola-media impresa. Per impresa la Commissione europea intende qualsiasi entità, indipendentemente dalla sua forma giuridica, che svolga un attività economica. Un impresa, per essere qualificata come Pmi, deve soddisfare contemporaneamente tre criteri: quello finanziario, quello del numero dei dipendenti e quello dell autonomia. I parametri previsti sono: meno di 250 dipendenti effettivi; fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro oppure totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro; l impresa deve poi risultare autonoma da altre società, rispetto alle quali non deve risultare partner o collegata. Gli effettivi sono calcolati sulla base del concetto di unità lavorative-anno (Ula). Una Ula corrisponde ad una persona che, durante tutto l anno in questione, abbia lavorato nell impresa o per conto di tale impresa a tempo pieno. Il fatturato è quello dell anno di riferimento e non comprende l Iva o altre imposte indirette. Per ulteriori approfondimenti sulla definizione di Pmi, si consiglia di consultare il sito della Direzione Generale Imprese e Industria della Commissione Europea e in particolare di scaricare la User guide (disponibile anche in italiano) sulla nuova definizione di Pmi: http://ec.europa.eu/enterprise/enterprise_policy /sme_definition/index_en.htm 2. I programmi di azione comunitaria per l attuazione delle politiche UE Si tratta di programmi a carattere tematico, tramite i quali la Commissione Europea cofinanzia progetti che possano contribuire a migliorare l attuazione delle politiche comunitarie in un determinato settore (per esempio, ambiente, trasporti, energia, etc.). Tali programmi, a differenza di quanto avviene per i fondi strutturali, sono definiti a gestione centralizzata, vale a dire che la Commissione Europea è direttamente responsabile di tutte le fasi, dalla progettazione all erogazione del cofinanziamento, fino alla sua rendicontazione. Si parla di cofinanziamento perché la sovvenzione comunitaria non copre, salvo rare eccezioni nel campo degli aiuti allo sviluppo, l intero costo delle attività svolte, ma ha lo scopo di riequilibrare finanziariamente progetti che contribuiscano alla realizzazione di una determinata politica comunitaria. Gli obiettivi di ciascun programma sono descritti in linea generale nell atto comunitario (in genere, una Decisione) che ne costituisce la base giuridica; anche questi programmi hanno durata pluriennale, che nella maggior parte dei casi è la stessa dei fondi strutturali (2007-2013). A seconda del tipo e della finalità del programma, la possibilità di presentare progetti per il finanziamento è aperta a imprese, autorità pubbliche, Ong, centri di ricerca, associazioni di categoria, università, etc., e solo raramente a persone fisiche. I programmi di attuazione diretta da parte della Commissione Europea sono trattati nel capitolo 3 della presente guida. Principali caratteristiche: questi programmi sono gestiti dalla Commissione Europea (gestione centralizzata, direttamente o tramite agenzie esecutive), attraverso la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell Unione europea o sul sito internet Europa dedicato a specifici inviti a presentare proposte; viene in genere richiesto che i progetti presentino metodologie innovative e riproducibili anche in altri Paesi europei; quasi sempre i progetti devono essere presentati da consorzi composti da più partner di diversi Paesi europei (requisito della transnazionalità); la sovvenzione comunitaria copre solo una parte dei costi del progetto e non può essere concessa per spese già sostenute (divieto di retroattività). Finanziamenti per le Ong e gli enti pubblici Anche se questa guida è rivolta in via prioritaria alle Pmi, forniamo qui un breve cenno delle opportunità per due particolari categorie di beneficiari: le autorità pubbliche e le Ong e organizzazioni della società civile. Le autorità pubbliche possono partecipare a tutti i programmi comunitari, purché riguardino politiche di loro competenza. Per esempio, nel caso dei programmi finanziati dai fondi strutturali (si veda il capitolo 2), l attuazione di molte misure è riservata ad enti locali. Altri settori praticamente esclusivi delle autorità pubbliche sono i programmi per i gemellaggi o i programmi nel campo della sicurezza pubblica e della lotta alla criminalità. Anche le Ong e le organizzazioni della società civile possono partecipare a gran parte dei programmi comunitari. In particolare, tra i programmi gestiti direttamente dalla Commissione Europea, quelli che vedono una massiccia partecipazione delle Ong sono i programmi nel campo delle relazioni esterne, in settori quali la cooperazione allo sviluppo, i diritti umani, lo sviluppo della democrazia e l aiuto umanitario, ma anche i programmi nel settore sociale, ambientale o dell educazione offrono interessanti opportunità. Oltre alla possibilità di sottoporre progetti nel quadro di programmi comunitari di finanziamento per ottenere il cofinanziamento comunitario, le Ong possono anche, in alcuni programmi (per esempio in campo culturale o per la promozione della società civile in Europa), ottenere degli aiuti al loro funzionamento. 8

3. Gli strumenti finanziari L Unione europea ha predisposto una serie di strumenti finanziari volti ad aumentare il volume di credito a disposizione delle imprese e a favorirne l accesso al credito. Si tratta di strumenti poco noti alle imprese, anche perché è poco riconoscibile l origine comunitaria di questi finanziamenti: infatti, salvo rare eccezioni, con questi strumenti l UE non offre finanziamenti diretti alle imprese, ma ad intermediari finanziari o fondi d investimento, che a loro volta utilizzeranno questi fondi per finanziare le Pmi. I beneficiari finali sono quindi le imprese e questo tipo d intervento genera un importante meccanismo moltiplicatore: è stato calcolato che ogni euro uscito dal budget comunitario consente agli intermediari finanziari di stanziare circa 6 euro di capitale di rischio o di fornire circa 50 euro in prestiti alle Pmi. Alcuni strumenti, come ad esempio i prestiti della Bei (Banca europea per gli investimenti), propongono interventi tradizionali simili a quelli offerti dal mercato finanziario, ma a condizioni generalmente più vantaggiose. Negli ultimi anni, l Unione europea ha cercato di focalizzare l attenzione anche su altri strumenti, come meccanismi di garanzia o capitali di rischio, per cercare di recuperare il gap con gli Usa nell utilizzo di tali strumenti di finanza alternativa. Il braccio operativo dell UE per questo tipo di interventi è il Fei (Fondo europeo per gli investimenti), che utilizza gli stanziamenti del bilancio comunitario per favorire gli interventi da parte di investitori privati o intermediari finanziari a favore delle Pmi. Gli interventi della Bei e del Fei sono trattati nel capitolo 4 della presente guida. Principali caratteristiche: gestione tramite intermediari finanziari; interventi simili a quelli del mercato finanziario. Si possono cumulare più finanziamenti per lo stesso progetto? In linea generale, la risposta è no. Per essere più precisi: non è certamente possibile ottenere diversi tipi di supporto finanziario, anche di diversa fonte (comunitaria, nazionale, regionale, etc.), per la stessa specifica spesa ( double-financing ); è però possibile utilizzare i fondi provenienti dalla Bei e dal Fei (si veda il capitolo 4) per cofinanziare la parte non finanziata da altri fondi comunitari; è inoltre possibile combinare, in maniera complementare nel quadro di uno stesso progetto, le risorse di diverse tipologie di fondi (per esempio, fondi strutturali e programmi ad attuazione diretta) per diverse tipologie di azioni; ad esempio, utilizzare il VII Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo tecnologico per l attività di ricerca e successivamente misure dei fondi strutturali per gli investimenti necessari per passare dalla fase di ricerca a quella di produzione e per formare il personale dell azienda all utilizzo delle nuove tecnologie sviluppate. Chiaramente, la gestione finanziaria dei diversi progetti dovrà essere tenuta separata. 4. Gli interventi per l internazionalizzazione delle imprese e l aiuto ai Paesi terzi A differenza del passato, l Unione europea non eroga più finanziamenti diretti alle imprese per attività di internazionalizzazione. Opportunità per le imprese possono comunque sorgere nell ambito dei programmi di assistenza dell Unione europea ai Paesi terzi: si calcola infatti che, globalmente, l UE e i suoi Stati membri forniscano circa la metà di tutti gli aiuti pubblici allo sviluppo internazionale. Tali aiuti sono rivolti a beneficiari di tutti i continenti e vengono utilizzati sia per progetti di sviluppo economico, sia per contribuire a dare vita a istituzioni democratiche, attuare opere di ricostruzione, elaborare programmi macroeconomici e promuovere i diritti dell uomo. In questo quadro, interessanti opportunità per le imprese possono nascere dalla partecipazione alle gare finanziate nell ambito dei programmi di aiuto comunitario per i Paesi terzi (si veda il capitolo 5). L UE finanzia inoltre l organizzazione di programmi di partenariato tra imprese localizzate nell Unione europea e imprese di Paesi terzi (America Latina, Asia, Mediterraneo, Africa) (si veda il capitolo 5). Infine, investimenti in Paesi terzi possono essere supportati da interventi della Bei (si veda il capitolo 4). Principali caratteristiche: molti programmi comunitari prevedono un assistenza diretta ai Paesi terzi: le Pmi europee possono beneficiarne in maniera indiretta (per esempio partecipando alle gare pubbliche per attuare questi programmi); altri programmi specifici, pur non prevedendo sovvenzioni dirette alle Pmi europee, ne favoriscono comunque l accesso ai mercati esteri, per esempio finanziando l organizzazione di manifestazioni di partenariato con imprese di Paesi terzi. 1

I FONDI STRUTTURALI Finanziamenti comunitari e appalti pubblici Una distinzione importante è quella tra: inviti a presentare proposte (Call for proposals), utilizzati dalla Commissione Europea per erogare le sovvenzioni previste dai programmi comunitari di finanziamento; gare di appalto (Call for tenders) bandite dalle istituzioni comunitarie. La Commissione Europea pubblica inviti a presentare proposte nel quadro dei programmi comunitari (si veda il capitolo 3): tra le proposte pervenute che corrisponderanno ai criteri di ammissibilità previsti nell invito, verranno selezionate le più meritevoli sulla base dei criteri di aggiudicazione (qualità della proposta, metodologie proposte, necessità delle spese, etc.), anch essi citati nella documentazione di gara. Nell invito vengono definiti gli obiettivi a cui devono rispondere le proposte e la tipologia di azioni ammissibili, ma all interno di questi paletti i proponenti sono liberi di proporre le metodologie che ritengono più efficaci per il raggiungimento di tali obiettivi. Normalmente le proposte selezionate sono più di una e il costo del progetto sarà cofinanziato con i fondi comunitari, pertanto una certa percentuale dei costi rimane a carico del proponente. Le istituzioni comunitarie si avvalgono invece dei bandi di gara, così come le autorità pubbliche nazionali o regionali, per la realizzazione di azioni puntuali da esse definite, ad esempio quando hanno la necessità di realizzare lavori o di acquistare beni o servizi per lo svolgimento delle loro attività. In questo caso, ci sarà normalmente un unico aggiudicatario, che percepirà come corrispettivo l intero compenso del costo del lavoro o della fornitura. I bandi di gara delle istituzioni comunitarie sono pubblicati sul Supplemento on line alla Gazzetta Ufficiale Europea (banca dati TED), oltre che generalmente sul sito internet dell istituzione che ha bandito la gara. http://ted.europa.eu/ 2. I fondi strutturali I fondi strutturali sono il principale strumento finanziario utilizzato dall Unione europea per l attuazione della politica di coesione, il cui obiettivo è cercare di riequilibrare i notevoli divari esistenti - a livello di sviluppo economico e di tenore di vita - tra le diverse regioni o categorie sociali dell UE, rafforzando in tal modo la coesione economica e sociale fra gli Stati membri e gli obiettivi definiti nello stesso trattato istitutivo dell Unione. Le politiche strutturali che con essi si vogliono attuare vengono sviluppate nell arco di sette anni, per cui si assiste ciclicamente alla definizione di nuovi obiettivi ed alla riorganizzazione degli strumenti e dei regolamenti di attuazione. Dal momento che la finalità è favorire lo sviluppo locale, molti dei programmi finanziati dai fondi strutturali prevedono forme di sostegno, diretto o indiretto, degli investimenti realizzati dalle Pmi locali. I fondi sono però a gestione indiretta, nel senso che l interlocutore del destinatario finale (nel nostro caso, l impresa) è, in linea di massima, l autorità locale (per esempio, la Regione Piemonte) che definisce programmi e misure di finanziamento in accordo con la stessa Commissione e nell ambito di quadri strategici definiti a livello europeo e nazionale (per la differenza fra programmi ad attuazione diretta e indiretta, si veda il paragrafo 3.1). Questa guida è stata ideata proprio in occasione dell avvio operativo della nuova fase di programmazione 2007-2013, che rispetto al passato prevede che le risorse siano allocate sulla base di due principi: geografico, in quanto le azioni verranno focalizzate sulle regioni più svantaggiate; tematico, dal momento che gli Stati dovranno perseguire gli orientamenti strategici delineati dalle Strategie di Lisbona e di Göteborg, secondo il principio noto anche come earmarking. La Strategia di Lisbona e di Göteborg A marzo 2000 si è tenuto a Lisbona un Consiglio Europeo il cui focus erano le politiche per favorire l occupazione, lo sviluppo economico e la coesione sociale nel contesto di un economia fondata sulla conoscenza. Si è così avviata una strategia che mira a fare dell Unione europea l economia più competitiva e dinamica al mondo, in grado di coniugare la crescita con nuovi e migliori posti di lavoro. La Strategia di Lisbona è incentrata sulla realizzazione di diversi obiettivi concreti, che, negli intenti dei governi degli Stati membri, dovrà essere realizzata entro il 2010. Nel giugno 2001 il Consiglio Europeo di Göteborg ha integrato tale strategia con l obiettivo trasversale della realizzazione di uno sviluppo sostenibile. I successivi Consigli Europei hanno evidenziato una serie di ulteriori linee di intervento, tra cui lo sviluppo della società dell informazione, la costituzione di uno spazio europeo della ricerca, il sostegno all innovazione e l ammodernamento dei sistemi di protezione sociale. 1 13

Rispetto alla precedente programmazione (2000-2006), sono state inoltre apportate importanti semplificazioni per quanto riguarda la struttura generale degli obiettivi e degli strumenti finanziari a disposizione e la fase di programmazione degli interventi. I nuovi fondi strutturali hanno, infatti, tre obiettivi (convergenza, competitività regionale e occupazione, cooperazione territoriale europea) e tre strumenti finanziari (FESR, FSE e Fondo di coesione) contro i 7 obiettivi e i 5 strumenti della programmazione precedente. Gli obiettivi dei fondi strutturali 2007-2013: Convergenza: accelerare la convergenza degli Stati membri e delle regioni meno sviluppate attraverso il miglioramento delle capacità di crescita e d occupazione; Competitività regionale e occupazione: rafforzare la competitività e l attrattività delle regioni non comprese nell obiettivo Convergenza, così come l occupazione; Cooperazione territoriale europea a livello transfrontaliero, transnazionale e interregionale. Programmazione 2007-2013 Obiettivo Convergenza Competitività regionale e occupazione Cooperazione territoriale europea Fondo di finanziamento Fondo di coesione, FESR, FSE FESR, FSE FESR Le risorse complessive destinate ai fondi strutturali e al Fondo di coesione per il periodo 2007-2013 sono pari a 308 miliardi di euro e sono così ripartite: l 81,5% (circa 251 miliardi di euro) dell importo complessivo sarà concentrato sull obiettivo Convergenza, di cui possono fruire gli Stati membri e le regioni meno avanzate. All Italia sono stati destinati per questo obiettivo 21.211 milioni di euro; il16% (circa 48,8 miliardi di euro) dei fondi strutturali verrà concentrato a sostegno dell innovazione, dello sviluppo sostenibile, di una migliore accessibilità e di progetti di formazione nell ambito dell obiettivo Competitività regionale e occupazione. All Italia sono stati destinati per questo obiettivo 5.353 milioni di euro; il 2,5% (circa 7,5 miliardi di euro) delle risorse sarà disponibile per la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale nel contesto dell obiettivo Cooperazione territoriale europea. All Italia sono stati destinati per questo obiettivo 846 milioni di euro. Il totale complessivo delle risorse destinate all Italia è di 28,8 miliardi di euro. Tenuto conto del cofinanziamento nazionale e regionale, al Piemonte spetteranno risorse per un ammontare complessivo di circa 2,4 miliardi di euro. Le regioni ammissibili ai diversi obiettivi Per quanto riguarda l Italia, sono ammissibili all obiettivo Convergenza quattro regioni (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia), il cui Pil pro capite è inferiore al 75% della media comunitaria. Altre due regioni che fino al 2006 rientravano nell obiettivo 1 (l equivalente dell attuale obiettivo Convergenza), Basilicata e Sardegna, usufruiscono di un regime transitorio decrescente. Tutte le altre regioni italiane, incluso il Piemonte, rientrano negli obiettivi Competitività e Cooperazione territoriale. Per ulteriori informazioni sulle aree ammissibili: http://ec.europa.eu/regional_policy/policy/region/index_it.htm Il Reg. CE 1083/2006 definisce i principi, le regole e gli standard comuni per l attuazione dei tre strumenti di coesione: il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo di coesione. Sulla base del principio della gestione condivisa tra l Unione europea, gli Stati membri e le regioni, tale regolamento definisce un rinnovato processo di programmazione basato sugli orientamenti strategici comunitari per la politica di coesione e sul loro follow-up, nonché standard comuni per la gestione, il controllo e la valutazione finanziaria, in un unico pacchetto di norme dettagliate. Il sistema di attuazione riformato assicurerà una gestione semplificata, proporzionale e maggiormente decentrata dei fondi strutturali e del Fondo di coesione. Il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR - Reg. CE 1080/2006) ha come scopo principale la promozione degli investimenti pubblici e privati al fine di ridurre le disparità regionali nell Unione. Il FESR sostiene programmi in materia di sviluppo regionale, di cambiamento economico, di potenziamento della competitività e di cooperazione territoriale su tutto il territorio dell UE. Tra le priorità di finanziamento vi sono la ricerca, l innovazione, la protezione dell ambiente e la prevenzione dei rischi, oltre all investimento infrastrutturale che mantiene un ruolo importante soprattutto nelle regioni in ritardo di sviluppo. Il Fondo sociale europeo (FSE - Reg. CE 1081/2006) è attuato in linea con la strategia europea per l occupazione e si concentra su quattro ambiti chiave: accrescere l adattabilità dei lavoratori e delle imprese, migliorare l accesso all occupazione e alla partecipazione al mercato del lavoro, rafforzare l inclusione sociale combattendo la discriminazione e agevolando l accesso dei disabili al mercato del lavoro, e promuovere partenariati per la riforma nel campo dell occupazione e dell inclusione. 1

Il Fondo di coesione contribuisce ad interventi nei settori dell ambiente e delle reti di trasporti transeuropee. Si attiva per Stati membri aventi un reddito nazionale lordo (Rnl) inferiore al 90% della media comunitaria, coprendo quindi i nuovi Stati membri (oltre a Grecia e Portogallo). La Spagna sarà ammessa a fruire del Fondo di coesione su base transitoria. L Italia e il Piemonte non sono interessati dagli interventi del Fondo. In questo capitolo verrà trattata anche la politica di sviluppo rurale attuata dall Unione europea attraverso il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) istituito attraverso il Reg. CE 1974/2006. Il Regolamento istituisce uno strumento unico di finanziamento della citata politica, attivo dal 1 gennaio 2007. Si auspica che l uso di un unico fondo possa migliorare la competitività dei settori agricolo e forestale, l ambiente e la gestione dello spazio rurale, nonché la qualità della vita e la diversificazione delle attività nelle zone rurali. Il FEASR finanzierà inoltre strategie di sviluppo locale e misure di assistenza tecnica. Gli obiettivi del fondo sono tre: migliorare la competitività dell agricoltura e della silvicoltura tramite un sostegno alla ristrutturazione; migliorare l ambiente e lo spazio rurale tramite un sostegno alla gestione del territorio; migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e promuovere la diversificazione delle attività economiche (si veda il paragrafo 2.1.3). 2.1 Gli strumenti programmatici La programmazione dei fondi strutturali prevede che sia redatto e approvato dai singoli governi e dalla Commissione stessa un Quadro Strategico Nazionale dal quale discendono i programmi regionali. Il Quadro Strategico Nazionale è reperibile on line: http://www.dps.mef.gov.it/qsn/qsn.asp La Regione Piemonte ha, di conseguenza, redatto i propri Piani Operativi attraverso i quali attuare le politiche e le strategie di sviluppo, competitività, innovazione e occupazione. I fondi strutturali sono quindi resi operativi in Piemonte attraverso: il Piano operativo regionale a valere sul FESR (POR-FESR); il Piano operativo regionale a valere sul FSE (POR-FSE); il Programma di sviluppo rurale a valere sul FEASR (PSR). Sommando le risorse comunitarie con il cofinaziamento nazionale e regionale, il POR- FESR regionale dispone di risorse complessive per 1.076.958.254 euro, mentre il POR-FSE dispone di 1.007.852.446 euro. Il budget destinato all attuazione delle politiche agricole attraverso il PSR ammonta complessivamente a 1.029.159.095 euro attinti, in questo caso, dal FEASR. Un confronto con il passato Per chi è abituato alla vecchia terminologia, possiamo dire che il nuovo POR-FESR corrisponde a grandi linee al DOCUP della passata programmazione. Ricordiamo però che in questa nuova fase non esiste più alcuna differenza relativamente al Comune in cui è situata l impresa (Obiettivo 2, phasing out, etc.). Gli interventi del fondo sociale sono sempre attuati, come in passato, attraverso un POR (POR-FSE). Anche nel caso della programmazione della politica agricola, la sigla (PSR) non cambia, l unica differenza è che si è passati dal precedente Piano di sviluppo rurale al Programma di sviluppo rurale. Per quanto riguarda i programmi di iniziativa comunitaria: Interreg trova continuità nel terzo obiettivo Cooperazione territoriale europea (si veda il paragrafo 2.2); le attività previste da Urban e Equal sono state integrate rispettivamente negli obiettivi Competitività regionale e occupazione e Convergenza; Leader è confluito nel Programma di sviluppo rurale (si veda il paragrafo 2.1.3). 2.1.1 Il POR-FESR Il Piano operativo regionale a valere sul FESR, approvato dalla Commissione Europea con decisione C (2007) 3809 del 2 agosto 2007, è consultabile sul sito della Regione Piemonte: http://www.regione.piemonte.it/industria/fondi_07_13 Si tratta di un documento che si compone di: analisi di contesto; valutazioni propedeutiche alla strategia; strategia di intervento; priorità di intervento; procedure di attuazione; disposizioni finanziarie. Le priorità strategiche del POR sono così definite: rafforzare il sistema innovativo regionale attraverso il sostegno alla cooperazione tra gli attori, incentivi agli investimenti innovativi delle imprese e la diffusione dell Ict; migliorare l efficienza in materia di consumo e produzione di energia e potenziare la produzione di energia da fonti rinnovabili; migliorare la coesione territoriale attraverso la riqualificazione del territorio. Con la presente programmazione 2007-2013, scompare la zonizzazione e gli interventi si applicano a tutto il territorio regionale, nessuna area esclusa. È importante sottolineare, inoltre, come venga attuata una forte concentrazione delle risorse sulle tematiche dell innovazione e dell ambiente-energia. Gli assi definiscono quegli obiettivi che la Regione Piemonte, in accordo con la strategia comunitaria e nazionale, ha individuato come prioritari: 1. Innovazione e transizione produttiva; 2. Sostenibilità ed efficienza energetica; 1

3. Riqualificazione territoriale; 4.Assistenza tecnica (questo asse viene qui citato solo per completezza nell esposizione: non prevede misure dirette per le imprese, consistendo esclusivamente in disposizioni relative alla gestione del programma). Accanto a questa suddivisione per obiettivi, per così dire, verticali, si trovano 7 principi trasversali, che dovranno cioè essere rispettati, promossi e sviluppati in tutti gli assi: Pari opportunità e non discriminazione: la parità di genere e il rispetto delle pari opportunità sono assicurate coinvolgendo in tutte la fasi della programmazione, dell attuazione e della sorveglianza, la Consigliera regionale di Parità. Inoltre, è previsto che, nella formulazione dei bandi, vengano introdotti criteri e requisiti di valutazione che rispondano all ottica di genere. Sviluppo sostenibile: principale strumento di integrazione ambientale è la valutazione ambientale del programma effettuata ai sensi della direttiva 2001/42/CE. È inoltre garantita la collaborazione tra Autorità di gestione, Strutture di valutazione e Autorità ambientale. Partenariato: è assicurato il coinvolgimento delle parti economiche e sociali e di tutti gli altri portatori di interessi in tutte le fasi di preparazione, attuazione, sorveglianza e valutazione del Programma Operativo. Diffusione delle buone pratiche: per migliorare le condizioni di efficienza ed efficacia nell attuazione delle politiche di coesione, la Regione promuove la ricerca di casi di successo cui ispirarsi nell azione amministrativa. Cooperazione interregionale: è promossa il più possibile l attività di coordinamento per l integrazione tra quanto si realizzerà nell ambito delle iniziative programmate con i PO transnazionali e transfrontalieri a cui il Piemonte partecipa e quanto è programmato con i POR. Modalità e procedure di coordinamento: la strategia di politica regionale piemontese che si intende realizzare viene attuata attraverso strumenti in grado di garantire la migliore attuazione dei livelli di cooperazione interistituzionale e la più ampia partecipazione dei soggetti coinvolti. In questo contesto, la Regione Piemonte assume la cooperazione istituzionale quale modello attraverso il quale programmare e realizzare le scelte prioritarie definite sul territorio. Progettazione integrata: nell ambito del POR, il Piemonte ha attivato lo strumento della progettazione integrata a livello territoriale, coinvolgendo enti locali e operatori economici per realizzare programmi complessi che potranno essere finanziati con i differenti fondi (comunitari, nazionali e regionali) e con i differenti assi del POR-FESR. La progettazione integrata sarà attuata attraverso la convocazione di tavoli di concertazione sul territorio, nei quali saranno approfondite le valutazioni delle potenzialità e opportunità di azione e saranno assunte le proposte di intervento da sottoporre all esame dei responsabili dell attuazione. In questa sezione descriveremo la struttura dei vari assi, mentre le schede relative alle più importanti misure di finanziamento per le imprese sono contenute nelle Schede dei programmi in allegato alla presente guida. Asse 1: Innovazione e transizione produttiva L obiettivo specifico di questo asse è quello di rafforzare la competitività del sistema regionale attraverso l incremento della sua capacità di produrre ricerca e innovazione, di assorbire e trasferire nuove tecnologie, anche in riferimento a tematiche di frontiera, alle innovazioni in campo ambientale e allo sviluppo della società dell informazione. Per il raggiungimento di questo obiettivo, sono stati identificati tre obiettivi operativi, che a loro volta hanno dato luogo all individuazione di attività specifiche. A questo asse è stato attribuito il 46% delle risorse disponibili, pari a 497.985.496 euro. 1. Promuovere l innovazione attraverso conoscenza tecnologica, la diffusione e la realizzazione di investimenti di natura innovativa favorendo la cooperazione tra università, centri di ricerca e imprese 1. Piattaforme innovative Sostegno alla ricerca industriale e allo sviluppo sperimentale promossi da raggruppamenti di operatori (privati e pubblici) in ambiti scientifici e produttivi ad alto contenuto di conoscenza e tecnologia 2. Poli di innovazione Promozione e sostegno a network e strutture per organizzare e diffondere innovazione presso Pmi, filiere produttive e distretti; le azioni si focalizzano sulla promozione del trasferimento di tecnologie e dell offerta di servizi alle imprese 3. Innovazione e Pmi Sostegno a progetti e investimenti in innovazione e ricerca in modo da agevolare la produzione di beni a contenuto tecnologico e orientati a soddisfare le esigenze del mercato di riferimento per la crescita e la competitività delle Pmi e delle loro reti (si veda la scheda a pag. 85) 1

2. Promuovere processi di innovazione finalizzati all introduzione di tecnologie pulite nell ambito del sistema produttivo delle Pmi e delle istituzioni 3. Sostenere e rafforzare l offerta di servizi informatici e il loro migliore utilizzo da parte delle Pmi finalizzato all efficienza nei metodi di produzione e di organizzazione delle funzioni aziendali 1. Ecoinnovazione Promozione degli investimenti delle Pmi attive nel campo dell ecoinnovazione attraverso il sostegno dell attività di RST per l ideazione e sperimentazione di macchinari, processi e procedure capaci di minimizzare l impatto ambientale delle attività umane e produttive (si veda la scheda a pag. 86) 2. Adozione di tecnologie ambientali Sostegno alle Pmi per l adozione di beni strumentali, procedure e processi per limitare le esternalità negative nei confronti dell ambiente (si veda la scheda a pag. 87) 1. Servizi informatici innovativi Sostegno alle Pmi del settore informatico per promuovere e sviluppare servizi a supporto dell efficienza aziendale (si veda la scheda a pag. 88) 2. Adozione TIC Sostegno alle Pmi e alle istituzioni per l adozione e l utilizzo delle TIC per promuovere innovazione nei processi produttivi e nell erogazione di servizi al fine di realizzare efficienza, competitività e crescita (si veda la scheda a pag. 89) Asse 2: Sostenibilità ed efficienza energetica A questo asse è stato attribuito il 25% delle risorse disponibili, pari a 270.639.610 euro. 1. Ridurre l uso intensivo delle fonti energetiche tradizionali attraverso l incremento della produzione energetica da fonti rinnovabili e promuovere l efficienza ed il risparmio energetico nella produzione e consumo di energia 1. Produzione di energie rinnovabili Interventi finalizzati a rafforzare la filiera produttiva delle energie rinnovabili attraverso il sostegno ad investimenti in strutture che producono energia derivante da fonti rinnovabili (si veda la scheda a pag. 90) 2. Beni strumentali per l energia rinnovabile e l efficienza energetica Sostenere il rafforzamento delle Pmi nella produzione di sistemi, beni strumentali e tecnologie innovative per la produzione di energia rinnovabile, il risparmio e l efficienza energetica negli usi finali e nell edilizia (si veda la scheda a pag. 92) 3. Efficienza energetica Sostenere le Pmi e le istituzioni nei processi volti a migliorare i sistemi di risparmio energetico attraverso l utilizzo efficiente delle risorse energetiche tradizionali, l adozione di sistemi di razionalizzazione del consumo e di minimizzazione delle emissioni inquinanti (si veda la scheda a pag. 93) 2

Asse 3: Riqualificazione territoriale L obiettivo specifico di questo asse è la promozione dell integrazione tra valorizzazione del patrimonio ambientale, storico e culturale e le attività imprenditoriali connesse, e riqualificazione delle aree urbane in un ottica di inclusione sociale, sviluppo economico e rigenerazione delle aree degradate. A questo asse è stato attribuito il 25% delle risorse disponibili, pari a 270.639.610 euro. Le diverse attività di cui si compone il POR sono attuate attraverso tre grandi tipologie di progetti: 1. progetti a regia regionale che intendono privilegiare la dimensione di sistema; 2. progetti a bando in cui l accesso al sostegno finanziario sarà soggetto alla presentazione di proposte progettuali in risposta a bandi di gara; 3. programmazione integrata frutto di un disegno organico concepito a livello locale. 1. Promuovere e rafforzare le sinergie potenziali tra tutela, valorizzazione dell ambiente e dei beni naturali e crescita del sistema produttivo 2. Promuovere la riqualificazione urbana in un ottica di sviluppo sostenibile e realizzare una più elevata competitività territoriale 1. Valorizzazione dei beni ambientali e culturali Sostegno ad iniziative infrastrutturali di valorizzazione del patrimonio culturale a supporto dello sviluppo socioeconomico e in particolare del turismo sostenibile, attraverso il recupero e la rivitalizzazione di attrattori di valenza regionale e la loro messa in rete 2. Imprenditorialità e valorizzazione culturale Sostegno alle Pmi e alle microimprese operanti nei settori connessi ai beni culturali e ambientali per migliorarne la fruizione (si veda la scheda a pag. 94) 1. Riqualificazione delle aree dimesse Sostegno agli investimenti per il recupero dei siti dimessi (siti industriali in abbandono) e loro riconversione finalizzata alla localizzazione di attività e iniziative produttive, in particolare di servizi avanzati, inclusi quelli per la mobilità sostenibile (trasporti puliti) 2. Riqualificazione aree degradate Sostegno ad interventi di riqualificazione di quartieri urbani caratterizzati da elevati livelli di degrado sociale, economico e fisico, per promuovere sviluppo, occupazione e integrazione con il contesto urbano (si veda la scheda a pag. 95) 2.1.2 Il POR-FSE Il documento descrittivo del POR-FSE, approvato dalla Commissione Europea con decisione C (2007) 5464 del 6 novembre 2007, è consultabile sul sito della Direzione Formazione Professionale e Lavoro della Regione Piemonte: http://extranet.regione.piemonte.it/fp-lavoro/ Si tratta di un documento che si compone di: analisi di contesto; valutazioni propedeutiche alla strategia; strategia; priorità di intervento; modalità di attuazione; disposizioni finanziarie. Così come per il POR-FESR (si veda il paragrafo 2.1.1), descriveremo in questa sezione solo la struttura dei vari assi, obiettivi specifici e attività previste. Le schede dei programmi in allegato alla presente guida sono dedicate alle più importanti misure di finanziamento per le imprese, ossia quelle relative a nuove imprese, Direttiva occupati e Mercato del lavoro. Finanziamenti per nuove imprese L attuale programmazione 2007-2013 prevede diverse misure destinate a supportare l avvio di un attività in proprio su tutto il territorio piemontese: nell ambito del POR-FSE troverà prosecuzione la misura D3 per il sostegno alla creazione d impresa (si veda la scheda a pag. 101); nell ambito del PSR la misura 112 garantisce il sostegno all insediamento dei giovani agricoltori (si veda la scheda a pag. 103 ); attraverso il Capacity Building Scheme, il programma quadro per la Competitività e l Innovazione-CIP fornisce assistenza per l avvio delle nuove imprese attraverso capitale d avviamento (seed capital) e assistenza tecnica nelle domande di credito (si veda il paragrafo 4.4). Il POR-FSE è strutturato in 6 assi, a loro volta suddivisi in obiettivi specifici ed attività previste. È utile ricordare che l obiettivo generale e primario che viene perseguito, che discende direttamente dalla Strategia di Lisbona, è quello di qualificare la popolazione e il lavoro. Per far questo, sono stati individuati i principali obiettivi regionali per la programmazione operativa, che corrispondono agli obiettivi specifici comuni nazionali, e sulle cui basi sono stati definiti gli assi di intervento: 2

Asse 1. Adattabilità Obiettivo specifico comune a) Sviluppare sistemi di formazione continua e sostenere l adattabilità dei lavoratori b) Favorire l innovazione e la produttività attraverso una migliore organizzazione e qualità del lavoro Attività previste Progetti di formazione continua di iniziativa aziendale connessi con le scelte di investimento delle imprese Programmi di formazione continua proposti da soggetti formatori accreditati, rivolti a lavoratori e datori di lavoro e destinati a sostenerne l adattabilità, la competitività e i processi di sviluppo Predisposizione di metodologie innovative e flessibili per assicurare l accesso alla formazione Piani formativi di area o interventi analoghi volti a sostenere attraverso l azione formativa specifici programmi di sviluppo regionale Formazione per la qualificazione sul lavoro (apprendistato professionalizzante) e per il conseguimento di una qualifica, di un diploma o di un titolo di formazione superiore da parte degli apprendisti Progetti di active ageing, empowerment e diffusione della responsabilità sociale delle imprese 2. Occupabilità d) Aumentare l efficienza, l efficacia, la qualità e l inclusività delle istituzioni del mercato del lavoro e) Attuare politiche del lavoro attive e preventive, con particolare attenzione all integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all avvio di imprese Azioni intese ad assicurare il governo e il coordinamento delle politiche del lavoro Interventi per il potenziamento del sistema informativo lavoro Azioni per la promozione del raccordo tra CPI (Centri per l impiego) e agenzie per il lavoro Formazione degli operatori dei servizi al lavoro Azioni per la qualificazione del sistema regionale dei servizi al lavoro (autorizzazione/accreditamento, quadro delle competenze, etc.) Interventi per l emersione del lavoro nero Percorsi integrati e personalizzati per l inserimento e il reinserimento al lavoro Servizi di sostegno alla domanda di lavoro espressa dalle imprese Progetti rivolti agli inattivi Interventi per la promozione della stabilizzazione occupazionale (in particolare dei giovani e delle donne) Incentivi per l inserimento e il reinserimento al lavoro e la stabilizzazione occupazionale Percorsi formativi finalizzati all inserimento lavorativo di giovani e adulti Interventi a favore dell invecchiamento attivo c) Sviluppare politiche e servizi per l anticipazione e gestione dei cambiamenti, promuovere la competitività e l imprenditorialità Progetti di ricollocazione a prevenzione e contrasto di situazioni di crisi aziendale o settoriale Percorsi formativi finalizzati all occupazione Incentivi per l inserimento e il reinserimento al lavoro e la stabilizzazione occupazionale Percorsi integrati per la creazione d impresa f) Migliorare l accesso delle donne all occupazione e ridurre le disparità di genere Progetti integrati intesi a favorire l acquisizione di competenze di base e specialistiche da parte dei migranti Interventi per l aumento e la qualificazione dell occupazione femminile Interventi di conciliazione tra vita familiare e professionale Progetti per la condivisione delle responsabilità tra i generi Formazione per l imprenditorialità Azioni per la promozione della cultura di parità 2

3. Inclusione sociale g) Sviluppare percorsi di integrazione e migliorare il (re)inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati per combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro Progetti integrati intesi a favorire l inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati Progetti integrati per la riduzione della devianza giovanile e il recupero dei drop out ai fini dell inserimento lavorativo Progetti integrati per il collocamento mirato dei soggetti affetti da disabilità Progetti integrati volti al reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti Progetti integrati per il recupero dei soggetti affetti da dipendenze al fine della loro occupabilità Interventi formativi per l integrazione socio-lavorativa dei soggetti svantaggiati Incentivi per l inserimento e il reinserimento al lavoro e la stabilizzazione occupazionale Azioni per il rafforzamento del terzo settore Misure di accompagnamento per il raccordo tra istituzioni, attori che hanno in carico i soggetti deboli e beneficiari finali 4. Capitale umano h) Elaborazione e introduzione delle riforme dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro per migliorarne l integrazione e sviluppare l occupabilità, con particolare attenzione all orientamento i) Aumentare la partecipazione alle opportunità formative lungo tutto l arco della vita e innalzare i livelli di apprendimento e conoscenza l) Creazione di reti tra università, centri tecnologici di ricerca, mondo produttivo e istituzionale, con particolare attenzione alla promozione della ricerca e dell innovazione Formazione degli operatori e dei docenti del sistema educativo Azioni per la qualificazione del sistema educativo (accreditamento, standard, qualifiche) Interventi per la stabilizzazione dell offerta di istruzione e formazione professionale Interventi per l integrazione tra politiche dell istruzione, della formazione e del lavoro Azioni per l accertamento, la leggibilità e la fruibilità delle competenze Interventi per il potenziamento del sistema informativo della formazione professionale Analisi dei fabbisogni formativi e professionali Interventi per la riorganizzazione del sistema educativo Studi e ricerche in materia di sistema educativo Azioni di orientamento tese a favorire scelte individuali consapevoli Percorsi e progetti sperimentali connessi alla riforma del secondo ciclo del sistema educativo e finalizzati all occupabilità Percorsi di formazione permanente a carattere professionalizzante Progetti di istruzione degli adulti finalizzati all acquisizione di competenze di base e trasversali funzionali all inserimento o reinserimento lavorativo Percorsi per il rientro nel sistema educativo formale ai fini dell occupabilità Azioni di sistema per l innovazione didattica della formazione permanente e dell istruzione degli adulti Percorsi formativi finalizzati all inserimento lavorativo di giovani e adulti Percorsi formativi finalizzati al conseguimento di competenze di livello medio-alto coerenti con l evoluzione della domanda di lavoro e realizzati anche in forma integrata Azioni di sistema per la riorganizzazione dell offerta formativa (poli formativi e simili) Sostegno ai ricercatori per la diffusione dell innovazione in impresa 2

5. Transnazionalità e interregionalità 6. Assistenza tecnica m) Promuovere la realizzazione e lo sviluppo di iniziative e di reti su base interregionale e transnazionale, con particolare attenzione allo scambio delle buone pratiche Progetti per la definizione e l attuazione di politiche di active ageing Progetti per il coordinamento delle politiche europee in materia di immigrazione Progetti per il confronto di modelli, l individuazione e la disseminazione di buone pratiche in relazione ai principali campi di intervento del FSE (lifelong learning, servizi per il lavoro, inclusione sociale, pari opportunità di genere) Accanto a questa suddivisione per obiettivi, per così dire, verticali, si trovano due principi trasversali, che dovranno cioè essere rispettati, promossi e sviluppati in tutti gli assi, ossia: 1. sviluppo sostenibile; 2. pari opportunità. I diversi interventi del POR-FSE sono attuati attraverso: azioni a regia regionale (come per il POR-FESR); azioni con assegnazione delle risorse alle Province quali soggetti attuatori; avvisi pubblici (bandi) per presentazione progetti (ad esempio, attività formative da realizzarsi). 2.1.3 Il Programma di sviluppo rurale (PSR) Il Programma di sviluppo rurale (PSR) è lo strumento attraverso cui ciascuna regione programma e attua le politiche strutturali per lo sviluppo rurale dell Unione europea, utilizzando le risorse del FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale). Per quanto riguarda la Regione Piemonte, il PSR 2007-2013 è stato approvato dalla Commissione Europea con la decisione C(2007) 5944 del 28 novembre 2007 ed è consultabile sul sito internet: http://www.regione.piemonte.it/agri/ Il PSR è strutturato secondo 4 assi principali, a loro volta suddivisi in diverse misure e azioni: 1. miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale; 2. miglioramento dell ambiente e dello spazio rurale; 3. qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell economia rurale; 4. attuazione dell approccio Leader. Così come per il POR-FESR (si veda il paragrafo 2.1.1) e il POR-FSE (si veda il paragrafo 2.1.2), anche in questo caso descriveremo solo la struttura dei vari assi, mentre le schede relative alle più importanti misure di finanziamento per le imprese sono contenute nelle Schede dei programmi in allegato alla presente guida. Asse 1: Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale 1. Misure intese a promuovere la conoscenza e sviluppare il potenziale umano 2. Misure intese a ristrutturare e sviluppare il capitale fisico e a promuovere l innovazione 3. Misure intese a migliorare la qualità della produzione dei prodotti agricoli Misura 111: Iniziative nel campo della formazione professionale e dell informazione rivolte agli addetti dei settori agricolo, alimentare e forestale Misura 112: Sostegno all insediamento di giovani agricoltori (si veda la scheda a pag. 103) Misura 114: Utilizzo di servizi di consulenza in agricoltura Misura 115: Avviamento di servizi di assistenza alla gestione, di sostituzione e di consulenza per le aziende silvicole Misura 121: Ammodernamento delle aziende agricole (si veda la scheda a pag. 105) Misura 122: Accrescimento del valore economico delle foreste Misura 123: Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali (si veda la scheda a pag. 109) Misura 124: Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo e alimentare, e in quello forestale Misura 125: Infrastrutture connesse allo sviluppo e all adeguamento dell agricoltura e della silvicoltura Misura 126: Recupero del potenziale di produzione agricola danneggiato da disastri naturali e introduzione di adeguati strumenti di prevenzione Misura 131: Sostegno agli agricoltori per conformarsi ai rigorosi requisiti prescritti dalla normativa comunitaria Misura 132: Partecipazione degli agricoltori ai sistemi di qualità alimentare (si veda la scheda a pag. 111) Misura 133: Attività di informazione e promozione riguardo ai prodotti che rientrano nei sistemi di qualità alimentare A questo asse è stato attribuito il 44,6% delle risorse disponibili, pari a 459.335.866 euro. 2

Asse 2: Miglioramento dell ambiente e dello spazio rurale 1. Misure finalizzate a promuovere l utilizzo sostenibile dei terreni agricoli 2. Misure finalizzate all uso sostenibile dei terreni forestali Misura 211: Indennità a favore di agricoltori delle zone montane Misura 212: Indennità per svantaggi naturali in altre aree Misura 213: Pagamenti Natura 2000 Misura 214: Pagamenti agro-ambientali Misura 215: Pagamenti per il benessere degli animali Misura 221: Primo imboschimento di terreni agricoli Misura 224: Indennità forestali Natura 2000 Misura 225: Pagamenti per interventi silvoambientali Misura 226: Ricostituzione del potenziale forestale e introduzione di interventi preventivi Misura 227: Sostegno agli investimenti non produttivi nelle foreste A questo asse è stato attribuito il 39,5% delle risorse disponibili, pari a 406.859.092 euro. Asse 3: Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell economia rurale 1. Misure per la diversificazione dell economia rurale 2. Misure intese a migliorare la qualità della vita nelle zone rurali Misura 311: Diversificazione in attività non agricole (si veda la scheda a pag. 107) Misura 312: Sostegno alla creazione ed allo sviluppo di microimprese Misura 313: Incentivazione di attività turistiche connesse alla fruizione sostenibile del territorio rurale Misura 321: Servizi essenziali per l economia e la popolazione rurale Misura 322: Riqualificazione e sviluppo dei villaggi Misura 323: Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale Misura 331: Formazione e informazione Misura 341: Acquisizione di competenze, animazione e attuazione Asse 4: Attuazione dell approccio Leader Sono state inoltre introdotte nel PSR quelle azioni che in precedenza erano realizzate attraverso l iniziativa comunitaria Leader: Misura 410: Strategie di sviluppo locale Misura 421: Cooperazione interterritoriale e transnazionale Misura 431: Gestione dei gruppi di azione locale, acquisizione di competenze e animazione (spese di funzionamento dei GAL, studi e informazioni sulla strategia dei GAL, formazione del personale dei GAL, eventi promozionali) A questo asse è stato attribuito il 5,7% delle risorse disponibili, pari a 58.409.091 euro. I bandi pubblicati dalla Regione Piemonte nel quadro del nuovo PSR sono disponibili nella sezione del sito regionale: http://www.regione.piemonte.it/agri Per i bandi del PSR riguardanti il settore forestale e l agricoltura nelle zone montane, è possibile consultare il seguente sito della Regione Piemonte: www.regione.piemonte.it/montagna FEP - Fondo europeo per la pesca Il regolamento CE n. 1198 del 27 luglio 2006 istituisce il Fondo europeo per la pesca (FEP) che dal 1 gennaio 2007 sostituisce lo Strumento finanziario di orientamento della pesca (SFOP). Il nuovo fondo ha l obiettivo di garantire lo sviluppo sostenibile del settore europeo della pesca e dell acquacoltura ed è dotato di un bilancio complessivo di circa 3,8 miliardi di euro per un periodo di sette anni (2007-2013). Potranno beneficiare di un aiuto finanziario: le attività di pesca marittima e nelle acque interne; le imprese acquicole; le organizzazioni di produttori e i settori della trasformazione e della commercializzazione; le zone dipendenti dalla pesca. Il FEP si articola in cinque assi prioritari: 1. misure a favore dell adeguamento della flotta peschereccia comunitaria; 2. acquacoltura, trasformazione e commercializzazione; 3. azioni collettive; 4. sviluppo sostenibile delle zone costiere di pesca; 5. assistenza tecnica. A questo asse è stato attribuito il 7,2% delle risorse disponibili, pari a 74.236.865 euro. 3

La Regione Piemonte prevede di proseguire nell attuazione delle misure già finanziate con lo SFOP, ossia l acquacoltura, la trasformazione e commercializzazione dei prodotti dell acquacoltura da parte di imprenditori privati, singoli o associati e la promozione dei prodotti dell acquacoltura da parte di soggetti sia pubblici che privati, aggiungendo la misura pesca acque interne rivolta ai pescatori professionisti. Il sito della Regione Piemonte dedicato al FEP è: http://www.regione.piemonte.it/caccia_pesca/acquacoltura/fep.htm Il sito di riferimento del Ministero delle Politiche agricole e forestali per il FEP è: http://www.politicheagricole.it/pescaacquacoltura/fep/default.htm 2.2 La cooperazione territoriale europea Sebbene con nomi a volte diversi, questo obiettivo, ormai finanziato solo dal FESR, riprende in parte quelli che nella vecchia programmazione dei fondi erano i Programmi di iniziativa comunitaria, in particolare quelli conosciuti come Interreg. Per il periodo di programmazione 2007-2013, sul territorio dell Unione europea i fondi strutturali (in particolar modo il FESR) potranno finanziare attività di cooperazione in differenti settori tra diversi Stati membri, nell ambito del terzo obiettivo Cooperazione territoriale europea. Quest obiettivo consiste nel promuovere uno sviluppo equilibrato e sostenibile delle macroregioni dell Unione, sostenendo la cooperazione transfrontaliera e gli scambi delle buone pratiche; esso trae spunto dall esperienza dell iniziativa comunitaria Interreg, finalizzata a favorire un integrazione armoniosa dell Unione europea. Il terzo obiettivo sostiene: la cooperazione transfrontaliera (tra zone frontaliere separate da un confine marittimo o terrestre); la cooperazione transnazionale (tra zone contigue); la cooperazione interregionale (riguardante l intero territorio europeo). I programmi dell obiettivo Cooperazione territoriale europea che interessano il Piemonte sono i seguenti: programmi operativi (PO) Italia-Francia e Italia-Svizzera (cooperazione transfrontaliera); programmi operativi Spazio Alpino, Europa Centrale, Mediterraneo (cooperazione transnazionale); Programma Operativo Interreg IV C, Urbact II, Interact, Espon (cooperazione interregionale). http://www.regione.piemonte.it/sit/argomenti/pianifica/programmi/ cooperazione.htm È importante sottolineare che, in linea generale, questi strumenti sono utilizzati principalmente da enti e istituzioni, sebbene vi siano alcune tipologie di progetto aperte anche a soggetti privati. Per queste ragioni, non scenderemo qui troppo in dettaglio, rimandando ai siti di ogni programma per ulteriori informazioni. Sugli stessi siti è tra l altro presente una sezione di proposte progettuali per la ricerca di partner. Sono previste tipologie di progetto diverse a seconda del tipo di cooperazione (transfrontaliera, transnazionale o interregionale), cui corrispondono diverse modalità di attuazione (bando aperto, bando ristretto, etc.). Per ogni programma è prevista un Autorità di gestione avente sede in uno degli Stati membri coinvolti, un Comitato di sorveglianza e un Segretariato tecnico congiunto. Per facilitare l accesso alle agevolazioni, per alcuni programmi, sono inoltre stati identificati dei National Contact Point (NCP), il cui elenco è riportato sui relativi siti. 2.2.1 La cooperazione transfrontaliera L obiettivo principale della cooperazione transfrontaliera consiste nella realizzazione di attività economiche, sociali e ambientali transfrontaliere mediante strategie comuni di sviluppo territoriale sostenibile. Sono ammesse alla cooperazione transfontaliera le zone confinanti di livello NUTS III, che per l Italia coincidono con le Province. Il Piemonte è interessato dai programmi di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia, noto anche come Alcotra (si veda il paragrafo 2.2.1.1), e Italia-Svizzera (si veda il paragrafo 2.2.1.2). Queste le aree tematiche (art. 6 Reg. FESR) in cui le azioni si devono sviluppare: imprenditorialità, sviluppo delle Pmi, del turismo, della cultura e del commercio transfrontaliero; protezione e gestione delle risorse naturali e culturali, prevenzione dei rischi naturali e tecnologici; rafforzamento dei collegamenti tra le zone urbane e rurali; miglioramento dell accesso alle reti e ai servizi di trasporto, informazione e comunicazione, ai sistemi e agli impianti transfrontalieri di approvvigionamento idrico ed energetico e di smaltimento dei rifiuti; sviluppo della collaborazione, della capacità e dell utilizzo congiunto di infrastrutture, in particolare in settori come la salute, la cultura, il turismo e l istruzione; cooperazione giuridica e amministrativa, integrazione dei mercati del lavoro transfrontalieri, iniziative locali a favore dell occupazione, la parità di genere e le pari opportunità, la formazione e l inclusione sociale, uso condiviso di risorse umane e strutture destinate alla R&ST. 3

2.2.1.1 Programma Italia-Francia (Alcotra) 2007-2013 Autorità di Gestione Regione Piemonte Dotazione finanziaria (FESR + cofinanziamento nazionale) 199.583.128 euro Obiettivo generale Migliorare la qualità della vita delle popolazioni e lo sviluppo sostenibile dei sistemi economici e territoriali transfrontalieri attraverso la cooperazione in ambito sociale, economico, ambientale e culturale. Asse Misure 1. Sviluppo e innovazione Sistemi produttivi, economie rurali, turismo 2. Protezione e gestione del territorio Risorse del territorio, prevenzione dei rischi 3. Qualità della vita Servizi socio-sanitari, trasporti, cultura, istruzione, formazione e lavoro Modalità di attuazione Alcotra prevede 3 tipologie di progetti: 1.progetti di cooperazione singoli: si tratta di proposte puntuali che si riferiscono a una sola misura, presentate da almeno due partner, uno italiano e uno francese, coordinati da un capofila unico; 2.progetti strategici: si tratta di progetti pubblici di notevole rilevanza, finalizzati ad approfondire problematiche di interesse comune e a valorizzare le potenzialità di sviluppo di particolari ambiti e settori economici, i cui impatti interessano l intera area transfrontaliera o gran parte di essa. I promotori di tali progetti possono essere esclusivamente le Regioni e le Province per l Italia, lo Stato, le Regioni e i Dipartimenti per la Francia; 3.piani integrati transfrontalieri (PIT): si tratta di piani costituiti da un insieme di progetti di cooperazione singoli che riguardano settori e temi diversi (possono quindi riferirsi ognuno a una differente misura del Programma), con un comune obiettivo di sviluppo economico e sociale di uno specifico territorio transfrontaliero. Per tutte le tipologie di progetto, è indispensabile costituire un partenariato transfrontaliero. Per quanto riguarda i progetti di cooperazione singoli, che sono la modalità più semplice sul Bollettino Ufficiale regionale, sia sul sito internet dedicato al programma: www.interreg-alcotra.org Dallo stesso sito è possibile scaricare il Programma Operativo e tutta la documentazione relativa al programma. Territori ammissibili I capofila dei progetti devono essere localizzati nei territori transfrontalieri: per l Italia: Regione autonoma Valle d Aosta e Province di Torino, Cuneo e Imperia; per la Francia: i dipartimenti dell Alta Savoia, della Savoia, delle Alte Alpi, delle Alpi di Alta Provenza e delle Alpi Marittime. Gli altri partner possono essere localizzati, oltre che nei territori sopra elencati, anche in territori adiacenti (zone in giallo nella cartina) o anche, con una partecipazione comunitaria in questo caso limitata ad un massimo del 20% della dotazione FESR del programma, in altre zone cosiddette di flessibilità (per l Italia, la Provincia di Genova; per la Francia, i dipartimenti del Rhône e delle Bouches-du-Rhône; Paesi terzi: il Principato di Monaco e la Svizzera possono partecipare al Programma senza ricevere finanziamenti FESR). 2.2.1.2 Programma Italia-Svizzera 2007-2013 Autorità di Gestione Regione Lombardia Dotazione finanziaria (FESR + cofinanziamento nazionale) 91.749.144 euro Obiettivo generale Attivare e rafforzare processi di integrazione fra i sistemi produttivi sfruttando la centralità geografica e la prossimità fra territori economicamente sviluppati. Asse 1. Ambiente e territorio 2. Competitività 3. Qualità della vita Obiettivi specifici Gestione dei rischi naturali, salvaguardia delle risorse naturali; incentivazione del comparto agroforestale Cooperazione tra Pmi (in particolare nel campo della ricerca e innovazione); turismo; trasporti Patrimonio culturale, diffusione delle Ict nell informazione ai cittadini; educazione, formazione e mercato del lavoro; cooperazione in ambito sociale e istituzionale Modalità di attuazione Così come per Alcotra, anche per il Programma di cooperazione Italia-Svizzera è necessaria la partecipazione di partner sia italiani che svizzeri in ogni progetto. Tutte le operazioni sono presentate, attraverso un apposito dossier, da un capofila italiano e da un capofila svizzero, che designano un coordinatore unico di progetto. Anche le tre tipologie di progetti (ordinari, strategici e integrati) e le modalità di selezione degli stessi, tramite appositi inviti a presentare proposte, sono simili ad Alcotra. 3