ITET, Convegno su La crisi dell Occidente e l arrivo dell Islam in Europa Si è svolto, nel pomeriggio di venerdì 29 settembre, nell Aula Magna dell ITET Leonardo da Vinci di Milazzo, il primo convegno tematico del nuovo anno accademico, dal titolo La crisi dell Occidente e l arrivo dell Islam in Europa, organizzato dall associazione Soroptimist International Club di Milazzo in collaborazione con la scuola diretta dalla preside Stefania Scolaro. Relatore dell incontro, il teologo e filosofo di origini spagnole Padre Miguel Cavallé Puig, sacerdote dei Legionari di Cristo che da tanti anni vive in Italia, coordinatore in Sicilia, dal 2003, del Movimento di Apostolato Regnum Christi, nonché fondatore e direttore di diverse Ong che si occupano di assistenza e formazione dei poveri nei Paesi in via di sviluppo. La preside Stefania Scolaro, nel suo intervento introduttivo, ha sottolineato il ruolo della sua scuola nel portare avanti tematiche di grande attualità, come quella di stasera, con l obiettivo, ogni volta, di mettere in risalto gli aspetti positivi che possono avvicinare le diverse comunità, e che devono trovare la base nella reciproca accettazione e nel rispetto delle regole comuni. Per la Soroptimist ha preso la parola la presidente della sezione milazzese, Maria Bellan Magliarditi,
la quale ha spiegato gli scopi dell associazione, un service club riservato alle donne: Sostenere i diritti umani, il volontariato, la pace nel mondo; favorire l accettazione delle diversità culturali, sociali, religiose. Spesso ha aggiunto siamo bombardati da notizie fuorvianti che possono metterci paura. Dobbiamo evitare di cadere nella paura. Padre Miguel Cavallé Puig ha esordito definendo l argomento in questione di estrema attualità, ma allo stesso tempo molto complesso, proponendosi di trattarlo in modo sintetico per favorirne una più agevole comprensione. Occorre tentare di capire ha detto i tempi in cui viviamo e cercare di vincere l indifferenza, per costruire un futuro migliore. Ci troviamo in un momento di passaggio da un epoca ad un altra, di crisi dello status quo esistente nella società occidentale, e ciò richiede di effettuare delle scelte. Il passaggio verso un altro modo di vivere, nell epoca del disordine mondiale che stiamo vivendo, fatta di tensioni, compulsioni e instabilità, può rappresentare un pericolo, ma anche un opportunità perché, quando le cose cambiano, bisogna discernere, compiere delle scelte: ciò richiede che ognuno dia il meglio di sé, altrimenti risulta difficile andare avanti. Padre Miguel è passato poi ad elencare, spiegandole una ad una, le varie componenti della crisi che i Paesi occidentali stanno vivendo. Innanzitutto ha affermato il teologo, vi è una crisi in ambito politico, caratterizzata da crescente sfiducia nelle istituzioni, ripresa dei populismi e avanzamento dei partiti anti-sistema. Una crisi che coinvolge tutta l Unione Europea e che ripropone, per certi versi, alcuni scenari tipici della Guerra Fredda. Poi vi è una crisi economica che ha comportato una tendenza
all impoverimento e una riduzione della classe media; una crisi sociale di cui è segno l insicurezza dovuta ad un fenomeno migratorio che fino a poco tempo fa non esisteva in queste dimensioni e che, adesso, sta arrivando a cambiare la vita sociale nei nostri Paesi, con la creazione di ghetti nelle città per mancanza di integrazione. Inoltre, una crisi di valori in ambito familiare e anche in quello religioso, con la secolarizzazione e l apostasia silenziosa, come la chiamava Papa Giovanni Paolo II, cioè il progressivo allontanamento dalla fede e dalla Chiesa (ricordiamo anche che i cristiani nel mondo sono la minoranza più perseguitata). Ancora: una crisi demografica, con la diminuzione dei figli per coppia che segnerà il destino della civiltà occidentale, avviata, di questo passo, ad essere sostituita, se si considera che gli immigrati musulmani fanno molti figli. Infine, una crisi geopolitica generata dall indebolimento della leadership mondiale e dall emergere di nuove potenze che rendono più difficile trovare degli equilibri, con gli inevitabili conflitti che ne derivano. Il rifiuto delle nostre radici ha proseguito Padre Miguel -, il relativismo, il nichilismo, la post-verità, uniti ad un crescente soggettivismo per il quale ognuno si fa dio di sé stesso e che conduce all amoralità, rappresentano le cause del declino della civiltà occidentale. Una pianta senza radici muore, si secca. Una società sradicata è destinata a perire, esposta alle intemperie. Per concludere, lo studioso si è soffermato si alcuni aspetti della religione islamica, ritenuti incompatibili con una società democratica di stampo moderno. Riferendosi al Corano, ha affermato: Quando un libro si considera dettato da Dio, a
differenza della Bibbia che è ispirata a Dio, chi mai oserebbe metterne in discussione le prescrizioni, come quella, per esempio, di uccidere gli infedeli? Negli ultimi decenni prosegue ancora abbiamo assistito alla nascita di movimenti che vogliono vendicare l umiliazione della colonizzazione e rifondare l Islam delle origini, quello di Maometto, basato sulla violenza e la sharia obbligatoria per tutti. E importante, certo, distinguere le varie correnti presenti nel mondo islamico e i vari modi di vivere l Islam da parte dei credenti. La domanda che bisogna porsi, però, è la seguente: può l Islam adattarsi al mondo moderno, alla democrazia? Potrebbe esistere la possibilità di una conciliazione, di una convivenza pacifica?. Per realizzare un dialogo ha concluso l ecclesiastico -, è importante che vi siano due entità, due istituzioni che sanno quello che sono. Noi ormai non sappiamo più cosa siamo; gli islamici, invece, hanno un identità molto chiara. Se una parte manca di una identità ben definita, è facile che venga sostituita dall altra. L Europa deve riscoprire la propria identità, recuperare la forza della ragione, come diceva Oriana Fallaci, per costruire una realtà che ci permetta di dialogare in apertura, superando il relativismo: questo richiede un grande impegno da parte di tutti. Un fallimento dei tentativi di incontro potrebbe sfociare, un domani, nello scontro. Ipotesi che scongiuriamo vivamente.