COPIA OMAGGIO RISTAMPA SETTEMBRE 2017 I PIDOCCHI. Cosa fare. Cosa sono Come si riconoscono Il trattamento

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COPIA OMAGGIO RISTAMPA SETTEMBRE 2017 I PIDOCCHI Cosa fare Cosa sono Come si riconoscono Il trattamento

RISTAMPA SETTEMBRE 2017 sommario Cosa sono? 3 Il contagio? Come avviene 4 Come si trattano? 6 Chi va trattato 7 La pediculosi si può prevenire? 8 Cosa fare per l ambiente domestico? 9 Come prevenire la diffusione 10 Supplemento a Informazioni sui Farmaci n 1 - Anno 2006 A cura del Servizio di Informazione e Documentazione Scientifica delle Farmacie Comunali Riunite di Reggio Emilia telefono 0522-543 450-2 - 3 fax 0522-550 146 sito web: http://www.informazionisuifarmaci.it Progetto grafico: Richard Poidomani Motta Illustrazioni: Massimo Bonfatti Per qualsiasi richiesta, chiarimento o segnalazione scriveteci: sids@fcr.re.it Le informazioni contenute in questa pubblicazione sono selezionate e validate da professionisti sanitari. Sono finalizzate a migliorare la conoscenza del lettore ma non devono sostituire il consiglio del proprio medico o del farmacista di fiducia. PIDOCCHI (pediculosi del capo) Anche se è noto che il contagio non dipende da una scarsa igiene personale, una testa invasa dai pidocchi continua a rappresentare un problema vissuto con grande disagio e apprensione. In realtà con un intervento tempestivo lo si può facilmente risolvere alla radice, ma solo a condizione che ci si impegni con tutta l attenzione che merita e non si abbassi la guardia troppo rapidamente.

3 Cosa sono? I pidocchi sono insetti piccoli (2-3 mm), di colore grigio-marrone, che vivono e si riproducono sulla testa dell ospite, nutrendosi del suo sangue. La femmina si attacca alla base del capello dove depone le uova (o lendini). Per sopravvivere, il pidocchio deve rimanere a stretto contatto col corpo umano: lontano dalla testa, il parassita muore entro 2-3 giorni per mancanza di nutrimento e per le condizioni ambientali sfavorevoli. Le uova, invece, possono rimanere vitali anche per una decina di giorni.

SANI & in FORMA Il contagio avviene per contatto diretto. I bambini tendono a stare molto vicini gli uni agli altri, a scuola, durante il gioco o le attività sportive e si trasmettono facilmente i pidocchi, qualunque sia il grado di pulizia dei capelli. Gli adolescenti spesso si passano i pidocchi avvicinando le teste per condividere la lettura dei messaggi sul cellulare. Il ritorno dalle vacanze estive è un periodo critico: condizioni di promiscuità e affollamento (es. campeggi, piscine, stabilimenti 4 Come avviene il contagio? balneari) possono favorire la propagazione del contagio. Il ritorno a scuola non fa che amplificarla ulteriormente. Contrariamente a quanto molti ritengono, i pidocchi non saltano da una testa all altra; chi ha i capelli lunghi non corre maggiori rischi di infestarsi, ma se si tengono raccolti o legati si rende più difficoltoso un eventuale passaggio. I pidocchi del capo sono parassiti esclusivi dell uomo e gli animali domestici non rappresentano una fonte di trasmissione.

5 Quali sono i sintomi? In genere non vi sono sintomi, soprattutto se si tratta della prima volta che si prendono i pidocchi. In una minoranza di casi è presente il prurito (dipendente da una sensibilizzazione alla saliva del pidocchio), che può essere talmente intenso da indurre a grattarsi di frequente la testa; la pelle può apparire arrossata e presentare graffi dovuti al grattamento. A volte, si verifica un lieve ingrossamento delle ghiandole poste dietro alle orecchie e nella parte posteriore del collo. Come si riconoscono? I pidocchi e le uova possono essere individuati ispezionando il cuoio capelluto in un luogo illuminato con luce diffusa (la luce diretta potrebbe rendere più difficile l individuazione delle uova a causa del loro aspetto bianco traslucido), con l ausilio di un pettine a denti molto fitti, dividendo i capelli inumiditi in ciocche. Ne esiste in commercio un tipo apposito, ma va bene anche la pettinina per neonati.

SANI & in FORMA Come si trattano? Per debellare i pidocchi si usano prodotti pediculicidi contenenti antiparassitari, sostanze chimiche (es: piretrine, malathion) che uccidono sia i pidocchi adulti che le uova. Gel, lozioni ed emulsioni vanno applicati senza bagnare i capelli e sono più efficaci degli shampoo per la minor diluizione durante l uso e il tempo di contatto più prolungato, ragione per cui dovrebbero essere preferiti. Le polveri non garantiscono un contatto uniforme con i capelli e il cuoio capelluto e sono sconsigliabili. Alcuni prodotti introdotti più di recente in commercio sono a base di dimeticone. Agiscono formando una pellicola attorno al pidocchio, immobilizzandolo e provocandone il soffocamento, con un azione quindi di tipo fisico. In generale rappresentano una valida alternativa ai pediculicidi tradizionali e andrebbero preferiti nelle persone nelle quali, cautelativamente, sia consigliabile non utilizzare un antiparassitario chimico (es. donne in gravidanza e allattamento, bambini molto piccoli, pazienti asmatici). Il prodotto deve essere applicato uniformemente sul cuoio capelluto e sulla capigliatura per l intera lunghezza, lasciandolo in sede per i tempi indicati. Spesso l inefficacia del trattamento è dovuta più al mancato rispetto delle corrette modalità di impiego che alla resistenza del parassita ai pediculicidi. Dopo il trattamento, è consigliabile procedere alla rimozione manuale delle lendini, sfilandole una ad una insistendo sulla nuca e dietro alle orecchie. Sciacquare i capelli con aceto non sembra agevolare questa operazione. Una pettinina a denti fitti aiuta invece a rimuovere i pidocchi morti. È possibile che alcune uova sopravvivano al primo trattamento; per questo motivo è consigliabile eseguirne sempre un secondo a distanza di una settimana, per uccidere gli insetti nati dalle uova non asportate rimaste vitali. Gli antiparassitari sono prodotti ben tollerati e molto sicuri: se utilizzati in modo corretto, non comportano alcun rischio per la salute. Asportare i pidocchi e le lendini con solo l ausilio del pettine a denti fitti è possibile ma impegnativo, richiede tempo e costanza ed il rischio di fallimento è più alto rispetto all uso combinato di un antiparassitario e dell asportazione manuale. Il mercato si arricchisce continuamente di proposte alternative al trattamento con pediculicidi. Alcuni dispositivi sfruttano il calore, altri l elettricità, altri ancora funzionano come un aspirapolvere. La loro efficacia non è stata valutata rispetto ai pediculicidi. Per questo, se si sceglie di utilizzarli, è ancora più importante mantenere una sorveglianza attiva e costante. Attenzione! In commercio esistono prodotti a base di estratti vegetali che non possiedono un efficacia documentata nei confronti dei pidocchi e, di conseguenza, non vanno utilizzati in alternativa agli antiparassitari. 6

Chi va trattato? Il trattamento va limitato ai casi accertati. Pertanto, la cosa più corretta è ispezionare attentamente il capo di ogni persona che sia stata a stretto contatto con chi ha i pidocchi, per escludere la presenza del parassita o delle lendini e trattare solo chi risulta infestato. Se per qualche motivo ciò non fosse possibile, è opportuno che tutti i conviventi eseguano il trattamento. Non tutti i pidocchi muoiono durante l applicazione dell antiparassitario; alcuni possono richiedere più tempo del previsto. Può capitare, perciò, che nelle 12-24 ore che seguono il trattamento sul cuoio capelluto siano ancora visibili alcuni pidocchi. Si tratta, tuttavia, di pochi superstiti dotati di scarsa mobilità, segno che l antiparassitario sta producendo il suo effetto letale. Questi pidocchi in fin di vita si possono rimuovere con il pettine a denti fitti. Se, invece, sul cuoio capelluto sono ancora presenti pidocchi vitali, pienamente mobili, può E se rimangono pidocchi vivi ANCHE DOPO IL TRATTAMENTO? essere il segnale dell insuccesso del trattamento (ad es. per errato tempo di contatto dell antiparassitario) o potrebbe trattarsi di una nuova infestazione. In entrambi i casi è necessario effettuare un nuovo trattamento, preferibilmente utilizzando un prodotto diverso da quello usato in precedenza. In questo modo si riduce il rischio che, attraverso esposizioni ripetute, i pidocchi divengano resistenti ad un antiparassitario. In ogni caso il controllo da parte dei genitori è fondamentale e va effettuato con regolarità. 7

SANI & in FORMA La pediculosi si può prevenire? Non ha senso utilizzare periodicamente antiparassitari per tenere lontani i pidocchi: come dice lo stesso nome, i pediculicidi agiscono solo quando il parassita è presente e, alcuni, sulle lendini. Inoltre utilizzarli potrebbe dare un falso senso di sicurezza e indurre ad abbandonare il controllo quotidiano del capo. Anche l utilizzo costante di shampoo ad azione preventiva al posto dei normali shampoo non serve, ma se questo può tranquillizzare, possono essere usati, a condizione però di non abbandonare l ispezione regolare dei capelli, soprattutto nei bambini e nei soggetti che frequentano comunità affollate come scuole, palestre, ecc... 8

Cosa fare per l ambiente domestico? Non è chiaro se condividere spazzole, pettini, berretti o suppellettili possa avere un ruolo nella trasmissione dei pidocchi. A scopo prudenziale, i capi di abbigliamento, la biancheria del letto e del bagno possono essere lavati a caldo (almeno 60 C) in lavatrice. Indumenti (es. colli di pelo) o oggetti (es. peluche) non lavabili possono essere chiusi in sacchetti di plastica per 2 settimane, un tempo sufficiente ad assicurare che muoiano sia gli insetti che le uova. Spazzole e pettini possono essere lavati con sapone e acqua calda (60 C circa) o lasciati immersi per una decina di minuti nella soluzione dell antiparassitario usato per il trattamento del cuoio capelluto. 9

SANI & in FORMA Cosa occorre fare per prevenire la diffusione dell infestazione? La responsabilità principale della prevenzione, identificazione e trattamento della pediculosi è dei genitori del bambino che frequenta una collettività: il normale accudimento del figlio deve includere anche il controllo periodico della testa per identificare eventuali lendini o parassiti. In caso di infestazione, per interrompere la catena di trasmissione, la cosa più importante è effettuare subito un trattamento antiparassitario. Inoltre, i familiari, i compagni di asilo o di scuola e tutte le persone che nell ultimo mese hanno avuto contatti con la persona infestata devono sottoporsi ad un controllo accurato per escludere la presenza del parassita. L individuazione precoce della pediculosi non solo rende più facile il trattamento del soggetto infestato ma elimina più facilmente il problema dalla collettività, con effetti positivi anche sul portafoglio perché evita la necessità di trattamenti ripetuti. Per questo è fondamentale segnalare al più presto l infestazione ai responsabili della comunità abitualmente frequentata da chi ha i pidocchi, in modo che anche gli altri possano attuare le opportune misure di controllo. Alla persona infestata viene chiesto di non frequentare temporaneamente la comunità. Secondo quanto previsto da una circolare ministeriale (n.4 del 13 Marzo 1998: Misure di profilassi per esigenze di Sanità Pubblica), è il medico che deve fare diagnosi di pediculosi del capo. Il bambino deve essere isolato da possibili contatti per non meno di 24 ore dall inizio di un adeguato trattamento disinfestante con insetticida. Il medico deve proporre un trattamento e fornire indicazioni per il controllo della trasmissione sia in ambiente familiare sia in collettività e nel contempo inviare una segnalazione all Igiene Pubblica. L attivazione di questo percorso consente alla scuola di diffondere l informazione ufficiale ai genitori in merito alla pediculosi in atto. Trascorso questo periodo, la riammissione sarà possibile a condizione che, dopo un ulteriore controllo, il medico escluda la presenza di parassiti ma anche di lendini perché queste talvolta sono resistenti ai prodotti chimici usati ed è impossibile riconoscere a colpo d occhio se sono vitali o no. 10

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