Comitato di Sorveglianza

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REGIONE LZIO SSESSORTO GRICOLTUR DIREZIONE REGIONLE GRICOLTUR PROGRMM DI SVILUPPO RURLE DEL LZIO 2007/2013 TTUTIVO REG. (CE) N. 1698/05 Punto 1) all O.d.G. Comitato di Sorveglianza Procedura di consultazione scritta Novembre 2011 Documenti relativi alla Misura 215 Pagamenti per il benessere degli animali : 1a) ggiornamento dei fabbisogni e strategia relativa al benessere in allevamento 1b) Scheda misura 215 Pagamenti per il benessere 1c) Criteri di selezione misura 215 Pagamenti per il benessere

Premessa La Giunta regionale, con DGR n. 184 6 maggio 2011 ha autorizzato l utorità di gestione PSR Lazio (Direzione regionale agricoltura) ad emanare, con atti dirigenziali, un bando pubblico ad apertura condizionata per la raccolta le domande per l adesione alla misura 215 Benessere. Il successivo Bando pubblico a condizione è stato emanato con determinazione 5505 26 maggio 2011. La misura, costruita con il supporto essenziale degli esperti tecnico/scientifici comparto zootecnico, risponde alle esigenze territorio di sostenere le aziende con, a condizione che le stesse si impegnino a garantire standard di benessere che vanno oltre il livello cogente previsto dalla legislazione vigente e dalla condizionalità. In particolare, la misura prevede la possibilità di riconoscere un contributo agli agricoltori che sottoscrivono gli impegni per il benessere animale per un periodo minimo di 5 anni. Sono eleggibili all aiuto, nel rispetto le condizioni di impegno specificate nel bando stesso, gli animali appartenenti ad una le specie sottoelencate: Bovini da latte Bovini da carne Bufalini da latte Ovini Caprini. La misura si articola in cinque azioni, nel cui ambito sono previste, distinte per le specie animali eleggibili al sostegno, le condizioni di impegno al cui rispetto è subordinato la corresponsione l aiuto: 1. Gestione aziendale; 2. Sistemi di allevamento e condizioni di stabulazione; 3. Controllo ambientale; 4. limentazione; 5. Igiene, prevenzione le patologie e aspetti comportamentali. Contenuti documento e collegamenti con gli tti relativi al PSR Lazio 2007-2013 Il presente documento è articolato nei seguenti punti, che si intende sottoporre all approvazione Comitato di sorveglianza: ggiornamento l analisi dei fabbisogni e strategia relativa al benessere in allevamento; Scheda misura 215 Pagamenti per il benessere ; Criteri di selezione per l accesso ai benefici misura, come da Bando a condizione emanato con determinazione 5505 26 maggio 2011;

I singoli punti presente documento corrispondono ai seguenti capitoli PSR o relative disposizioni di emanate dall dg: Punti presente documento Capitoli PSR Lazio 2007-2013/ Disposizioni attuative l dg a) ggiornamento l analisi dei fabbisogni e strategia relativa al benessere in allevamento - PSR Lazio 2007-2013: Capitolo 3.1.3.4 Il Benessere degli animali da allevamento b) Scheda misura 215 Pagamenti per il benessere con relativo allegato 1 - PSR Lazio 2007-2013: Capitolo 5.3.2.1.5 Misura 215 Pagamenti per il benessere c) Criteri di selezione misura 215 Pagamenti per il benessere - PSR Lazio 2007-2013: Capitolo 5.3.2.1.5 Misura 215 Pagamenti per il benessere - Bando Pubblico a condizione misura 215 Pagamenti per il benessere nnualità 2011. Procedura prevista In caso di parere favorevole espresso dal Comitato di sorveglianza, l utorità di gestione procederà all invio formale proposta di modifica ai competenti Servizi Commissione UE DG gricoltura, al fine di ottenerne l approvazione ai sensi l articolo 6 e ss. regolamento (CE) n. 1974/06 Commissione. 3

) ggiornamento l analisi dei fabbisogni e strategia relativa al benessere in allevamento finalizzate all Misura 215 (Pagamenti per il benessere ) nell ambito PSR Lazio 2007-2013. spetti generali partire dalla seconda metà degli anni settanta secolo scorso si è avuta una crescente attenzione verso un consumo consapevole le derrate alimentari. Nei consumatori europei si è osservata una crescita, in primo luogo di tipo culturale, in materia di sicurezza e qualità alimentare, sostenibilità ambientale ed eticità le tecniche di allevamento, mentre nei produttori, anche in seguito alle crisi sanitarie degli anni novanta, si è assistito ad un ripensamento in merito ai criteri tecnici e gestionali processo produttivo, nel cui contesto una sempre più marcata importanza hanno assunto gli elementi inerenti al benessere animale. Con esso in generale si intende uno stato di buon equilibrio fisico e mentale in cui l'animale si trova in armonia con l'ambiente circostante che è tale da permettere un adattamento l'animale stesso. Esso si fonda sulla garanzia le cinque libertà fondamentali per l'animale allevato: libertà dalla fame e dalla sete, dal disagio termico e fisico, dal dolore e dalle malattie, dalla paura e dallo stress, di espressione molo comportamentale propria specie. Questo crescente interesse all obiettivo benessere allevati introduce le questioni inerenti i fattori che ne influenzano la qualità e i criteri o metodi per la sua misurazione, più di tipo indiretto che diretto, attraverso l utilizzazione di parametri diversificati, ma anche mediante valutazioni sintetiche di management aziendale. Il dibattito ha toccato anche il legislatore europeo il quale ha tradotto in norme pratiche il principio di tutela l animale in allevamento, cercando di trovare un equilibrio tra gli obiettivi produttivi e la necessità di ridurre, se non tutto eliminare, la sofferenza l animale, venendo incontro alle aspettative espresse in tal senso da una parte sempre più rilevante l opinione pubblica. Le prime direttive in tal senso sono state la 91/629/CEE e la 91/630/CEE, recanti norme in materia di rispettivamente dei vitelli e dei suini e recepite dallo Stato italiano con idonei strumenti legislativi (D.lgs. n.533 e n.534 1992) e ulteriormente aggiornate in ambito comunitario nell anno 2008. L ulteriore emanazione direttiva ha dato piena copertura alla normativa riguardante la di tutti gli animali, ed è stata recepita dallo Stato italiano con il D.lgs n.146/2001. Peraltro, alcuni requisiti previsti nell ambito normativa sul benessere animale, sono stati presi in considerazione nell ambito PC e le politiche di sviluppo rurale, costituendo alcuni degli elementi essenziali per l applicazione condizionalità (in particolare dei Criteri di Gestione Obbligatori in vigore dal 2007) di cui al Reg.(CE) 1782/2003, poi sostituito dal Reg. (CE) 73/2009. llo stato attuale, nel Lazio, l applicazione e il rispetto le norme comunitarie e nazionali non sembra aver incontrato particolari difficoltà, laddove gli allevatori sono raggiunti da una corretta informazione e un adeguata formazione sul management aziendale. Tuttavia, i requisiti obbligatori non sembrano ancora sufficienti a determinare orientamenti decisi verso percorsi di certificazione di prodotti welfare friendly, imperniati su condizioni di gestione l allevamento pienamente consapevoli le caratteristiche etologiche allevati In tale contesto comunitario, anche la Regione Lazio valorizzando le opportunità offerte nell ambito Regolamento (CE) 1698/2005 - ha individuato fabbisogni territoriali e conseguenti percorsi tecnici finalizzati ad aumentare la sostenibilità ambientale e l eticità le tecniche di allevamento. In particolare si ritiene che oltre all obiettivo primario l incremento miglioramento benessere animale rispetto alle norme di condizionalità la Misura proposta abbia importanti ripercussioni su: la riconversione dei sistemi di allevamento nei quali il requisito benessere animale rappresenti un opportunità vincente per nuovi target produttivi e di mercato; l accrescimento le condizioni di sicurezza alimentare e qualità dei prodotti, in particolare la riduzione degli interventi sanitari ed un provato aumento nel contenuto di elementi favorevoli alla 4

salute umana (cosiddetti nutraceutici ) dei prodotti zootecnici, derivati da ottimali condizioni di management aziendale. In tal senso si sottolinea come rilevante la proposta di inserimento l utilizzo pascolo impegni previsti a benessere, in quanto tale pratica favorisce direttamente l incremento di uno dei più importanti elementi nutroceutici derivati dai prodotti animali quali i CL (isomeri coniugati l acido linoleico); l accrescimento difesa territorio, in particolare il contenimento dei fenomeni di erosione dei suoli, il risparmio idrico, la tutela le acque e le falde ed il mantenimento biodiversità animale e vegetale normalmente minacciate da sistemi produttivi intensivi. Il contesto e i fabbisogni specifici nella regione Lazio che giustificano l Misura 215 Pagamenti per il benessere. Gli interventi previsti con la Misura 215 possono costituire un efficace strumento di miglioramento management nelle filiere zootecniche più rappresentative Lazio quali il bovino da latte e da carne, la bufala da latte, gli ovini ed i caprini. In tali comparti produttivi regionali si avverte la crisi e la non sostenibilità sia economica che ambientale di un molo produttivo di tipo intensivo, sempre più condizionate dal livello le superfici disponibili, dal numero di UB allevabili e dal livello degli investimenti per costi fissi sempre più difficilmente ammortizzabili. Di fatto, tali condizionamenti stanno determinando una contrazione nel numero totale di, la loro localizzazione in zone sempre più ristrette, l incremento consistenza media aziendale in capi allevati ed un conseguente aumento le pressioni sulle risorse ambientali. I primi risultati 6 censimento l agricoltura l ISTT 2010 confermano infatti come nelle specie da latte (bovino, bufalino ed ovi-caprino),, a fronte di una riduzione nel numero totale di aziende, si sia verificata la variazione nella loro distribuzione per classi di consistenza: si riducono fortemente le classi con un carico inferiore ai 50 capi (bovino, bufalino) e 500 capi (ovino) ed aumentano le aziende nelle classi superiori a tali valori. Risulta pertanto in aumento la consistenza media per azienda, in particolare ovini e bufalini, tendenza riscontrabile non solo nel Lazio ma anche a livello nazionale. Numero medio di capi per allevamento, per specie e anno Bovini Bufalini Ovini Caprini REGIONI N medio N medio N medio N medio 2010 2000 2010 2000 2010 2000 2010 2000 Lazio 25 22 107 52 188 49 39 11 ITLI 46 35 146 81 130 70 38 19 Centro 24 20 97 50 152 60 24 9 Fonte: Istat, 6 e 5 Censimento generale l'agricoltura ziende con di bovini e relativi capi per classe di capi. nni 2010 e 2000 - LZIO CLSSI DI CPI ziende Variazioni Variazioni 2010 2000 assolute % 1-2 2.636 2.858-222 -7,8 3-5 1.485 1.922-437 -22,7 6-9 901 1.417-516 -36,4 10-19 1.192 1.683-491 -29,2 20-49 1.308 1.791-483 -27,0 50-99 665 791-126 -15,9 100-499 443 385 58 15,1 500-999 20 24-4 -16,7 1.000-1.999 5-5 100,0 2.000 ed oltre 1 1 - - Totale 8.656 10.872-2.216-20,4 5

ziende con di bufalini e relativi capi per classe di capi. nni 2010 e 2000 LZIO CLSSI DI CPI ziende Variazioni Variazioni 2010 2000 assolute % 1-2 21 42-21 -50,0 3-5 16 51-35 -68,6 6-9 11 35-24 -68,6 10-19 66 108-42 -38,9 20-49 150 221-71 -32,1 50-99 137 108 29 26,9 100-299 144 65 79 121,5 300-499 22 11 11 100,0 500 ed oltre 23 6 17 283,3 Totale 590 647-57 -8,8 ziende con di ovini e relativi capi per classe di capi. nni 2010 e 2000 - LZIO CLSSI DI CPI ziende Variazioni Variazioni 2010 2000 assolute % 1-2 46 2.710-2.664-98,3 3-9 414 5.856-5.442-92,9 10-19 411 1.472-1.061-72,1 20-49 532 952-420 -44,1 50-99 321 444-123 -27,7 100-499 1.043 1.244-201 -16,2 500-999 287 218 69 31,7 1.000 ed oltre 73 70 3 4,3 Totale 3.127 12.966-9.839-75,9 Tali variazioni identificano una tendenza decennale alla progressiva intensificazione l allevamento sempre più concentrato in aree vocate per opportune economie di scala. Ciò determina condizioni strutturali e di gestione l allevamento più rischiose e critiche in relazione sia alle condizioni di benessere/malessere, sia da punto di vista ambientale, in particolare rispetto alle priorità di tutela le risorse idriche e suolo. Vi è pertanto l urgenza di sostenere gli allevatori nell intraprendere azioni di miglioramento benessere e di riduzione degli impatti ambientali, associando tali impegni ad un più generale percorso di ripensamento e sviluppo molo produttivo, a favore di una zootecnia più estensiva, più rispettosa l ambiente, le caratteristiche etologiche allevati e coerente con moli di consumo più responsabili. Le condizioni zootecnia laziale - ben 160 Comuni definiti totalmente montani, 29% SU regionale ricadente in montagna, 10% SU regionale in altre zone svantaggiate e con particolari situazione come la provincia di Rieti con oltre il 70% territorio ricadente in zone montane - sembrano adeguate ad un allevamento razionalmente e consapevolmente estensivo, in grado di valorizzare i punti di forza e le opportunità presenti: la forte diversità dei territori regionali e le specie allevate con particolare alla contemporanea presenza di bovini, ovi-caprini, bufalini; l ampia biodiversità animale già coinvolta dalla Mis. 214.8a (che prevede la tutela di oltre 20 razze caprine, ovine, bovine, suine, equine, avicole); l elevato numero potenziale di consumatori attenti agli aspetti etici produzione che può essere rappresentato dalla popolazione residente nell area metropolitana di Roma e l elevata 6

possibilità di offrire e divulgare percorsi di certificazione e valorizzazione rispettosi benessere animale (Km 0, Welfare Friendly, ecc). D altro canto, non si possono ignorare alcuni elementi di debolezza presenti nel sistema zootecnico laziale, peraltro già evidenziati nell analisi di contesto filiera lattiero-casearia (tab. 1 cap. 3, par. 3.1.2.1.8 documento di programmazione), e nell analoga analisi svolta per la filiera Carni (tab. 5, cap. cit., documento di programmazione), riassumibili nei seguenti aspetti: situazione strutturale di debolezza comparto (marginalità dei produttori nella creazione di valore aggiunto dei prodotti agroalimentari, con forte ricorso agli intermediari per la trasformazione prodotto e/o scarsa capacità di concentrazione l offerta nei rapporti con la G.D.O.); costi di produzione elevati condizionati ma livelli ridotti di autosufficienza alimentare ed ammortamento degli elevati input tecnologici conseguenti bassa remuneratività l unità di prodotto (in particolare per il comparto lattiero-caseario); necessità e non facile reperibilità di manodopera qualificata. rischi ambientali derivanti dai processi di concentrazione territoriale e aziendale degli. In tale quadro, il sostanziale miglioramento management aziendale, volto a migliorare le condizioni di benessere per i capi allevati, migliorativi che vadano oltre i requisiti previsti dalle norme obbligatorie, può favorire, quale ulteriore effetto, processi di sviluppo sostenibile le aziende zootecniche, cioè in grado di favorire il raggiungimento dei seguenti obiettivi: il miglioramento grado di sensibilità da parte degli operatori di filiera nei confronti le pratiche ecosostenibili di produzione e le opportunità economiche che ne possono derivare; l incremento le conoscenze tecniche degli allevatori che permettano, con il raggiungimento dei parametri tecnici indicati dagli impegni Misura 215 pagamenti per il benessere, di valutare oggettivamente le opportunità di riconversione aziendale verso condizioni di allevamento più ecosostenibili Sia gli obiettivi diretti (miglioramento benessere animale) che indiretti (incremento le opportunità di mantenimento le aziende zootecniche tramite sistemi ecocompatibili di allevamento) possono essere raggiunti tramite le buone pratiche zootecniche definite dagli impegni previsti dalla misura stessa. In tal senso i parametri zootecnici presi in considerazione e la documentazione comprovante la corretta effettuazione degli impegni sottoscritti dai beneficiari sono ritenuti strumenti idonei al raggiungimento degli obiettivi posti dalla misura; il raggiungimento dei vantaggi competitivi connessi ai processi produttivi Welfare Friendly, in termini di immagine e di qualità le produzioni, ulteriormente valorizzati dal loro essere, in larga parte, propri di sistemi agricoli e forestali ad alto valore naturale e più in generale in grado di contribuire sensibilmente all obiettivo specifico l sse PSR di conservazione biodiversità; la riduzione degli interventi terapeutici a vantaggio degli interventi di prevenzione al fine di ridurre l utilizzazione farmaco e migliorare la salubrità e la qualità le produzioni animali; l incremento le competenze tecniche sia a livello aziendale che professionale che permettano una ottimizzazione le pratiche afferenti al benessere animale ed una più efficiente individuazione nella tipologia e nei costi le attrezzature di stabulazione e dei fattori produzione zootecnica (mangimi, farmaci). partire dagli elementi sopra enunciati si ritiene pertanto che l Misura 215 Pagamenti per il benessere rappresenti la risposta allo specifico fabbisogno di salvaguardare ed estendere in ambito regionale quei sistemi di gestione processi produttivi zootecnici in grado sia di fornire risposte ad esigenze di natura pubblica (una maggiore tutela le condizioni fisiologiche in allevamento e l ambiente circostante) sia di favorire la sostenibilità economica l attività zootecnica in ambito regionale. I due effetti appaiono d altra parte funzionalmente integrati, nell ambito e a supporto di ormai inevitabili processi di sviluppo aziendale la cui sostenibilità complessiva sia basata sull equilibrio tra le dimensioni ambientali, economiche e sociali lo sviluppo stesso. 7

B) Scheda di MISUR 215 - Pagamenti per il benessere Riferimenti normativi rticoli 36 (a) (v) e 40 Regolamento (Ce) N. 1698/2005 rticolo 27 e punto 5.3.2.1.5 l llegato II Regolamento (Ce) N. 1974/2006. Classificazione comunitaria: 215 Motivazioni l La misura intende promuovere l adesione ad azioni manageriali in grado di incrementare significativamente il benessere psicofisico, individuando specifici ed oggettivi interventi zootecnici di riscontro. I pagamenti per il benessere sono concessi per incoraggiare gli agricoltori ad adottare elevati standard per gli animali di allevamento, andando oltre i pertinenti requisiti obbligatori. La Misura premia gli allevatori che si impegnano a superare le norme minime prescritte dalla normativa vigente e sostengono costi aggiuntivi e mancati redditi. Gli interventi previsti costituiscono anche una risposta alle diverse criticità riscontrate nel settore zootecnico a causa le difficoltà di adeguamento degli specializzati alle norme relative al benessere con particolare al costo management aziendale (maggior tempo e attenzione dedicati alle operazioni) ed alla necessità di definire procedure omogenee ed oggettive che permettano di coinvolgere il personale addetto nel processo di adattamento, di acquisizione e trasferimento know-how. Il superamento di tale criticità viene considerata strategica per un graduale processo di estensivizzazione produzione zootecnica sia per unità di superficie aziendale che per carico animale con beneficio, quindi, anche in termini di impatto ambientale degli stessi. Inoltre, la propensione degli allevatori ad adottare sistemi di allevamento sempre più attenti e rispettosi vita potrà tradursi con effetti positivi oltre che sulle diverse specie allevate anche sull ambiente. Obiettivi e collegamenti con la strategia l sse La misura è coerente con l obiettivo generale comunitario di valorizzare l ambiente e lo spazio naturale, sostenendo moli di gestione ecocompatibili territorio e persegue l obiettivo prioritario di Conservazione biodiversità e tutela e diffusione di sistemi agro-forestali ad alto valore naturale. La presente misura, in particolare, concorre al raggiungimento l obiettivo specifico Benessere attraverso la concessione di un sostegno volto ad incoraggiare gli allevatori affinché siano introdotti e mantenuti in azienda tecniche e sistemi di allevamento che garantiscano adeguati standard per il benessere, oltre quelli previsti dalle norme minime prescritte dalla normativa vigente. I beneficiari l sono tenuti, pertanto, a rispettare norme più restrittive e più virtuose rispetto ai criteri di gestione obbligatoria (CGO) ed alle norme di Buona Condizione gronomiche ed mbientali (BC) di cui al regime di condizionalità. Gli obiettivi operativi che si intendono perseguire sono i seguenti: Incentivare attività di management gestionale le aziende zootecniche mirata all ottimizzazione benessere animale in modo da acquisire i vantaggi competitivi apportati le recenti indicazioni ricerca scientifica e dalle crescenti tendenze di consumo etico dei cittadini europei; 8

Incentivazione passaggio da un all allevamento di tipo intensivo ad uno estensivo, quale elemento di miglioramento benessere animale; Promozione ed incentivazione le pratiche relative al benessere in zootecnici, per il conseguimento di elevati standard qualitativi. Collegamenti con altre misure I principali collegamenti con le altre misure Programma sono: - con le misura 214 relativa a pagamenti agroambientali, in particolare con le azioni per la salvaguardia biodiversità animale; - con le indennità compensative per la gestione dei sistemi pascolativi a bassa intensità; - con le altre misure l asse 2 ed in particolare per quelle maggiormente mirate alla conservazione le risorse naturali ed alla lo spazio rurale; - con le misure per il Miglioramento capacità imprenditoriale e professionale manodopera ed in particolare con le misure 111 formazione professionale e azioni di informazione e la 114 servizi di consulenza aziendale ; - con la misura 121 qualora sia necessario realizzare operazioni che nell ambito l ammodernamento le aziende agricole garantiscono migliori standard per il benessere ; - con le misure funzionali al raggiungimento l obiettivo generale consolidamento e sviluppo qualità le produzioni agricole qualora le specie e le razze allevate siano inserite in un sistema di qualità riconosciuto. Descrizione misura I pagamenti sono concessi agli agricoltori che sottoscrivono degli impegni per il benessere animale per un periodo minimo di 5 anni. Tali impegni sono definiti dal rispetto di azioni di management che ampliano virtuosamente i pertinenti requisiti obbligatori stabiliti dalla legislazione comunitaria e nazionale e che definiscono il regime di condizionalità. Sono eleggibili all aiuto, nel rispetto le condizioni di impegno sotto specificate, gli animali appartenenti ad una le specie sottoelencate: Bovini da latte e bufalini; Bovini da carne; Ovini Caprini. In accordo con l articolo 27 (7) Reg. (CE) 1974/2006 s.m.i., le azioni, si ispirano al soddisfacimento le c.d. cinque libertà nell ambito di una le definizioni più riconosciute di benessere animale. Gli impegni in materia di benessere devono introdurre criteri superiori nell ambito dei seguenti 5 aspetti: a) acqua e mangime più adatti al fabbisogno naturale; b) condizioni di stabulazione quali tolleranze di spazio, lettiera, luce naturale; c) accesso all aperto; d) assenza di mutilazioni sistematiche, d isolamento o di contenzione permanente; e) prevenzione le patologie determinate prevalentemente dalle pratiche di allevamento e/o dalle condizioni di detenzione. La misura si articola in cinque azioni, nel cui ambito sono previste, distinte per le specie animali eleggibili al sostegno, le condizioni di impegno al cui rispetto è subordinato la corresponsione l aiuto: 6. Gestione aziendale; 7. Sistemi di allevamento e condizioni di stabulazione; 9

8. Controllo ambientale; 9. limentazione; 10. Igiene, prevenzione le patologie e aspetti comportamentali. In allegato 1 sono riportati, per ciascuna azione e per ogni singola specie animale: i riferimenti agli tti e alle Norme condizionalità ed alla normativa nazionale vigente; i codici relativi ai giustificativi l aiuto; la classificazione degli ambiti di e dei relativi impegni e il collegamento con vincoli di baseline (= requisiti di condizionalità, altri eventuali requisiti di legge e pratica ordinaria); gli elementi presi in conto per la remunerazione l impegno. Di seguito si riporta la descrizione, la giustificazione e l impatto previsto dei vari tipi di impegni, suddivisi per specie e per azione, tenendo conto che la maggior parte di essi si ritengono utili e funzionali al miglioramento benessere di tutte le specie animali considerate, salvo particolari tipi di impegni in relazione alla specifica tipologia di allevamento. Si fa presente che non tutti gli impegni concorrono alla determinazione calcolo premio, pertanto alcuni di essi, pur costituendo impegni a tutti gli effetti, non vengono remunerati. Tale informazione viene fornita nell allegato 1 alla presente scheda di misura, ultima colonna a destra, dove vengono precisati gli elementi remunerabili (o eventualmente non remunerati) per ciascun impegno. Si riporta di seguito, per ciascuna azione, la descrizione degli impegni obbligatori. Si specifica che deve essere garantito il rispetto di tutti gli impegni previsti in ciascuna azione. zione 1) - Gestione aziendale La conoscenza le problematiche attinenti il benessere animale e la gestione di alcuni dati importanti o sensibili nell attività di allevamento rappresentano fattori incisivi per garantire il benessere in produzione zootecnica e nel contempo risultano essere carenti, o poco conosciuti in alcuni settori l allevamento, specie in quelli a ridotta specializzazione. Gli impegni suddetti contribuiscono a migliorare sia la gestione l allevamento che la professionalità e la qualificazione personale di stalla. Tali impegni soddisfano, inoltre, uno degli aspetti contemplati all articolo 27, paragrafo 7, Regolamento di, in particolare la lettera (e), in quanto possono contribuire, direttamente o indirettamente, alla prevenzione di patologie determinate da pratiche di allevamento e condizioni di custodia e di allevamento non idonei. Descrizione degli impegni: 1.1 - BOVINI D LTTE E BUFLINI 1.1.1. Obbligo di partecipazione a corsi di formazione e aggiornamento su tematiche correlate al benessere animale. Ciascun addetto deve partecipare ad almeno 20 ore di formazione nel periodo di l impegno. 1.1.2 - Introduzione o incremento monitoraggio e/o manutenzione programmata degli impianti, le attrezzature e le aree al servizio ad opera di personale specializzato. Per l impianto di mungitura la frequenza manutenzione programmata è prevista con cadenza almeno semestrale (2 volte l anno). 1.1.3. - La registrazione dei monitoraggi, controlli e le manutenzioni eseguite è effettuata su appositi registri o check lists. 10

1.2. BOVINI D CRNE 1.2.1 - Obbligo di partecipazione a corsi di formazione e aggiornamento su tematiche correlate al benessere animale. Ciascun addetto deve partecipare ad almeno 20 ore di formazione nel periodo di l impegno. 1.2.2. Introduzione o incremento monitoraggio e/o manutenzione programmata degli impianti, le attrezzature e le aree al servizio ad opera di personale specializzato. 1.2.3. -La registrazione dei monitoraggi, controlli e le manutenzioni eseguite è effettuata su appositi registri o check lists. 1.3. OVINI 1.3.1. Obbligo di partecipazione a corsi di formazione e aggiornamento su tematiche correlate al benessere animale. Ciascun addetto deve partecipare ad almeno 20 ore di formazione nel periodo di l impegno. 1.3.2. - Introduzione o incremento monitoraggio e/o manutenzione programmata degli impianti, le attrezzature e le aree al servizio ad opera di personale specializzato. 1.3.4. - La registrazione dei monitoraggi, controlli e le manutenzioni eseguite è effettuata su appositi registri o check lists. 1.4. CPRINI 1.4.1. Obbligo di partecipazione a corsi di formazione e aggiornamento su tematiche correlate al benessere animale. Ciascun addetto deve partecipare ad almeno 20 ore di formazione nel periodo di l impegno. 1.4.2.- Introduzione o incremento monitoraggio e/o manutenzione programmata degli impianti, le attrezzature e le aree al servizio ad opera di personale specializzato. Per l impianto di mungitura la frequenza manutenzione programmata è prevista con cadenza semestrale (2 volte l anno). 1.4.3. - La registrazione dei monitoraggi, controlli e le manutenzioni eseguite è effettuata su appositi registri o check lists. 11

zione 2) - Sistemi di allevamento e condizioni di stabulazione Le modalità di stabulazione, con particolare alla possibilità di utilizzo di spazi all aperto o di maggiori superfici a disposizione, incidono fortemente sul loro stato di salute, specie in cui gli animali sono tenuti prevalentemente al chiuso all interno dei ricoveri ( intensivi). nalogamente il miglioramento le pavimentazioni, attraverso l adozione di soluzioni tecniche più rispettose benessere, ha un impatto rilevante sull incidenza di patologie podali ed anche, più in generale, sullo stato di salute. ttraverso gli impegni suddetti, pertanto, si favorisce, esistenti, il passaggio verso modalità di allevamento meno intensive, migliorando l utilizzo sia degli spazi interni che esterni l allevamento. Tali impegni soddisfano, inoltre, alcuni degli aspetti contemplati all articolo 27, paragrafo 7, Regolamento di, in particolare la lettera (b) e (c), in quanto contribuiscono al miglioramento le condizioni generali di detenzione. Descrizione degli impegni: 2.1. BOVINI D LTTE E BUFLINI 2.1.1. - Passaggio dall allevamento stallino confinato a quello estensivo o misto con introduzione di un periodo di pascolamento per tutte le categorie allevate non inferiore a 75 giorni l anno. 2.1.2. - Gli animali dovranno essere tenuti effettivamente all aperto, compatibilmente con la stagione ed eventuali condizioni ambientali avverse e dovranno poter disporre di ricoveri la cui capacità di riparo possa essere modulata in base alle condizioni climatiche (ad esempio tettoie coibentate, ripari laterali, ombreggiatura etc); miglioramento le capacità drenanti terreno nell area dei ripari.. 2.1.3. - Passaggio dalla stabulazione fissa alla posta alla stabulazione libera (con cuccette o con zona di riposo con lettiera) con rispetto le superfici minime previste in tabella 1 l allegato 1. 2.1.4.- Creazione di aree di esercizio esterne scoperte (paddock), pavimentate, parzialmente pavimentate o in terra battuta o aree erbacee, ovvero ampliamento di aree preesistenti, con rispetto le superfici minime indicate in tabella 2 l allegato 1. In caso di assenza di un area paddock pavimentata, gli animali dovranno essere tenuti al pascolo per tutto l anno salvo il verificarsi di condizioni pedoclimatiche avverse. 2.1.5.- Miglioramento le condizioni igieniche degli attraverso la realizzazione di superfici più facilmente pulibili e disinfettabili (ad esempio muri con piastrelle in luogo dei muri intonacati). 2.2. BOVINI D CRNE 2.2.1. - Passaggio dall allevamento stallino (intensivo, confinato) a quello estensivo o misto (pascolo nel periodo primaverile ed estivo, stalla in inverno); i giorni di pascolamento devono essere almeno pari a 180 per la categoria dei vitelli in svezzamento (entro i 6 mesi di età). 2.2.2. - Gli animali dovranno essere tenuti effettivamente all aperto, compatibilmente con la stagione ed eventuali condizioni ambientali avverse e dovranno poter disporre di ricoveri la cui capacità di riparo possa essere modulata in base alle condizioni climatiche (ad esempio tettoie coibentate, ripari laterali, ombreggiatura, ecc.); miglioramento le capacità drenanti terreno nell area dei ripari. 12

2.2.3. Passaggio dalla stabulazione fissa alla posta alla stabulazione libera in box collettivi con rispetto le superfici minime previste in tabella 3 l allegato 1. 2.2.4. Creazione di aree di esercizio esterne scoperte (paddock), pavimentate, parzialmente pavimentate o in terra battuta o aree erbacee, ovvero ampliamento di aree preesistenti con rispetto le superfici minime indicate in tabella 4 l allegato 1. 2.2.5. Miglioramento le condizioni igieniche degli attraverso la realizzazione di superfici più facilmente pulibili e disinfettabili (ad esempio muri con piastrelle in luogo dei muri intonacati). 2.3. OVINI 2.3.1.- Gli animali dovranno essere tenuti effettivamente all aperto, compatibilmente con la stagione ed eventuali condizioni ambientali avverse e dovranno poter disporre di ricoveri la cui capacità di riparo possa essere modulata in base alle condizioni climatiche (ad esempio tettoie coibentate, ripari laterali, ombreggiatura etc); miglioramento le capacità drenanti terreno nell area dei ripari. 2.3.2. -Creazione di aree di esercizio esterne in periodi di impossibilitato accesso ai pascolo. Le superfici scoperte (paddock) create saranno pavimentate, parzialmente pavimentate o in terra battuta o aree erbacee, ovvero ampliamento di aree preesistenti con rispetto le superfici minime indicate in tabella 5 l allegato 1. 2.3.3. Rinnovo completo lettiera all inizio l autunno e al termine l inverno (rinnovo semestrale). In questa occasione si deve provvedere anche alla disinfezione e disinfestazione locale. 2.3.4. Rinnovo lo strato superficiale lettiera, al fine di mantenere la lettiera asciutta, morbida e pulita, assicurando l aggiunta di paglia o altro materiale idoneo almeno una volta la settimana. 2.4. CPRINI 2.4.1. - Passaggio dall allevamento stallino confinato a quello estensivo o misto con introduzione di un periodo di pascolamento per tutte le categorie allevate non inferiore a 75 giorni/capo. 2.4.2. - Gli animali dovranno essere tenuti effettivamente all aperto, compatibilmente con la stagione ed eventuali condizioni ambientali avverse e dovranno poter disporre di ricoveri la cui capacità di riparo possa essere modulata in base alle condizioni climatiche (ad esempio tettoie coibentate, ripari laterali, ombreggiatura etc); miglioramento le capacità drenanti terreno nell area dei ripari. 2.4.3. - Creazione di aree di esercizio esterne in periodi di impossibilitato accesso ai pascolo. Le superfici scoperte (paddock) create saranno pavimentate, parzialmente pavimentate, in terra battuta o aree erbacee, ovvero ampliamento di aree preesistenti con rispetto le superfici minime indicate in tabella 6 l allegato 1. 2.4.4. - Rinnovo completo lettiera all inizio l autunno e al termine l inverno (rinnovo semestrale). In questa occasione si deve provvedere anche alla disinfezione e disinfestazione locale. 2.4.5. - Rinnovo lo strato superficiale lettiera, al fine di mantenere la lettiera asciutta, morbida e pulita, assicurando l aggiunta di paglia o altro materiale idoneo almeno una volta la settimana. zione 3) - Controllo ambientale In molti, specie in quelli caratterizzati da un basso livello di specializzazione, il controllo di alcuni parametri ambientali/microclimatici, come ad es. il ricambio l aria/ventilazione e la temperatura, risulta carente. 13

I parametri microclimatici ed ambientali devono essere mantenuti in un intervallo di valori idoneo alla specie, alla categoria produttiva ed all età. Una ventilazione non idonea condiziona, indirettamente, anche il livello di altri parametri importanti per il benessere (umidità, polvere, concentrazione dei gas tossici). Inoltre, specie ultimi anni, è aumentata l esigenza di difendere gli animali dal caldo estivo eccessivo: il miglioramento capacità di isolamento termico le strutture di stabulazione contribuisce al mantenimento di temperature accettabili. Gli impegni migliorano le caratteristiche dei ricoveri, sia dal punto di vista strutturale che impiantistico creando le condizioni climatiche ed ambientali migliori per gli animali. Tali impegni soddisfano, inoltre, uno degli aspetti contemplati all articolo 27, paragrafo 7, Regolamento di, in particolare la lettera (e), in quanto permettono di prevenire patologie determinate da condizioni di allevamento non idonee. Descrizione degli impegni: 3.1. BOVINI D LTTE E BUFLINI 3.1.1 - umento ricambio d aria attraverso la predisposizione di una fessura di colmo nei tetti a due falde, la realizzazione di superfici di entrata e uscita l aria sui lati lunghi stalla, predisposizione di dispositivi ad azionamento manuale o automatico per la regolazione portata. Installazione di impianti di ventilazione artificiale. 3.1.2. -Installazione di impianti di raffrescamento (ad esempio filtri umidi), eventualmente in abbinamento a impianti di aspersione (docce) in zona di alimentazione e/o in zona di attesa mungitura. Realizzazione di manti di copertura con isolante termico, predisposizione di ombreggiamenti naturali (piante) o artificiali (teloni ombreggianti). 3.2. BOVINI D CRNE 3.2.1. - umento ricambio d aria attraverso la predisposizione di una fessura di colmo nei tetti a due falde, la realizzazione di superfici di entrata e uscita l aria sui lati lunghi stalla, predisposizione di dispositivi ad azionamento manuale o automatico per la regolazione portata. Installazione di impianti di ventilazione artificiale. 3.2.2. -Installazione di impianti di raffrescamento (ad esempio filtri umidi), eventualmente in abbinamento a impianti di aspersione (docce) in zona di alimentazione e/o in zona di attesa mungitura. Realizzazione di manti di copertura con isolante termico, predisposizione di ombreggiamenti naturali (piante) o artificiali (teloni ombreggianti). 3.3. OVINI 3.3.1. - umento ricambio d aria attraverso la predisposizione di una fessura di colmo nei tetti a due falde, la realizzazione di superfici di entrata e uscita l aria sui lati lunghi stalla. 3.3.2. -Realizzazione di manti di copertura con isolante termico, predisposizione di ombreggiamenti naturali (piante) o artificiali (teloni ombreggianti), predisposizione di locali riscaldati per condizioni fredde non adeguate agli agnelli. 14

3.4. CPRINI 3.4.1. - umento ricambio d aria attraverso la predisposizione di una fessura di colmo nei tetti a due falde, la realizzazione di superfici di entrata e uscita l aria sui lati lunghi stalla. 3.4.2. - Realizzazione di manti di copertura con isolante termico, predisposizione di ombreggiamenti naturali (piante) o artificiali (teloni ombreggianti). 3.4.3. - Predisposizione di locali riscaldati per condizioni fredde non adeguate ai capretti. zione 4) - limentazione Con tale azione si favorisce il miglioramento: formulazione razione, le tecniche, le attrezzature e dei tempi di distribuzione degli alimenti, in modo da renderla più vicina ai fabbisogni naturali l animale; le strutture e degli impianti, specie se obsoleti, deteriorati o non ritenuti sufficienti al potenziale animale; qualità l acqua di bevanda, specie che utilizzano acqua di pozzo. In particolare, gli impegni finalizzati al miglioramento qualità l acqua soddisfano un aspetto contemplato all articolo 27, paragrafo 7, Regolamento di, in particolare la lettera (a) acqua più vicina alle esigenze naturali. Descrizione degli impegni: 4.1. BOVINI D LTTE E BUFLINI 4.1.1. Nell alimentazione il rapporto foraggio/concentrato deve essere maggiore o uguale a 60/40 con possibilità di rapporto 50/50 nei primi 90 giorni di lattazione. 4.1.2. La gestione fase di transizione deve prevedere la presenza di un area alimentare per la fase terminale di asciutta (almeno ultimi 30 giorni) ed un area alimentare di inizio lattazione (almeno 45 giorni). 4.1.3. Deve essere prevista la presenza e garantito il funzionamento di abbeveratoi a vasca e non a tazzetta. 4.1.4. Il rapporto BCS deve essere maggiore di 2, da attestarsi attraverso la presentazione di una Scheda di Valutazione BCS. 4.1.5. Deve essere garantita la fase di accesso e permanenza al pascolo per almeno 8 ore per un minimo di 90 giorni durante la fase di lattazione. 4.1.6. Presentazione di un Piano di alimentazione redatto da un alimentarista, determinato anche dai parametri quanti-qualitativi latte (grasso, proteina, lattosio, cellule somatiche, urea, lattodinamografia) e dall analisi degli alimenti. 4.1.7. Strutture per l alimentazione costruite con materiali resistenti e facilmente lavabili, e progettate in modo tale da lasciare uno spazio adeguato per l accesso contemporaneo, anche al fine di evitare fenomeni di competizione per l alimento. 15

4.1.8. deguatezza degli impianti di abbeverata (tipo, distribuzione e numero per animali allevati) e controllo qualità l acqua distribuita. 4.2. BOVINI D CRNE 4.2.1. - Deve essere prevista la presenza e garantito il funzionamento di abbeveratoi a vasca e non a tazzetta. 4.2.2. - Il rapporto BCS deve essere maggiore di 2 da attestarsi attraverso la presentazione di una Scheda di Valutazione BCS. 4.2.3. - Lo svezzamento vitelli deve essere effettuato con latte materno e presenza di area alimentare preferenziale per concentrato destinato a vitelli. 4.2.4. - Il rapporto foraggio/concentrato per i vitelli ingrasso deve essere maggiore o uguale a 60/40 (50/50 nella fase di finissaggio ammessa per tre mesi). 4.2.5. - Deve essere garantita la prevalenza pascolo come fonte alimentare le vacche nutrici (>50% Sostanza Secca Ingerita annua). 4.2.6. - Presentazione di un Piano di alimentazione redatto da un alimentarista determinato anche dai parametri quanti-qualitativi latte (grasso, proteina, lattosio, cellule somatiche, urea, lattodinamografia) e dall analisi degli alimenti. 4.2.7. - Strutture per l alimentazione costruite con materiali resistenti e facilmente lavabili, e progettate in modo tale da lasciare uno spazio adeguato per l accesso contemporaneo, anche al fine di evitare fenomeni di competizione per l alimento. 4.2.8. - deguatezza degli impianti di abbeverata (tipo, distribuzione e numero per animali allevati) e controllo qualità l acqua distribuita. 4.3. OVINI 4.3.1. - Deve essere prevista la presenza e garantito il funzionamento di abbeveratoi. 4.3.2. - Il rapporto BCS deve essere maggiore di 1 da attestarsi attraverso la presentazione di una Scheda di Valutazione BCS. 4.3.3. - Nell alimentazione il rapporto foraggio/concentrato deve essere maggiore o uguale a 60/40 deve essere garantita la fase di accesso e permanenza al pascolo per almeno 8 ore per un minimo di 150 giorni. 4.3.4. - Presentazione di un Piano di alimentazione redatto da un alimentarista, determinato anche dai parametri quanti-qualitativi latte (grasso, proteina, lattosio, cellule somatiche, urea, lattodinamografia) e dall analisi degli alimenti. 4.3.5. - Strutture per l alimentazione costruite con materiali resistenti e facilmente lavabili, e progettate in modo tale da lasciare uno spazio adeguato per l accesso contemporaneo, anche al fine di evitare fenomeni di competizione per l alimento. 4.3.6. - deguatezza degli impianti di abbeverata (tipo, distribuzione e numero per animali allevati) e controllo qualità l acqua distribuita. 16

4.4. CPRINI 4.4.1. - Deve essere prevista la presenza e garantito il funzionamento di abbeveratoi. 4.4.2. - Il rapporto BCS deve essere maggiore di 1 da attestarsi attraverso la presentazione di una Scheda di Valutazione BCS. 4.4.3. - Nell alimentazione il rapporto foraggio/concentrato deve essere maggiore o uguale a 60/40 deve essere garantita la fase di accesso e permanenza al pascolo per almeno 8 ore per un minimo di 150 giorni. 4.4.4. - Presentazione di un Piano di alimentazione redatto da un alimentarista determinato anche dai parametri quanti-qualitativi latte (grasso, proteina, lattosio, cellule somatiche, urea, lattodinamografia) e dall analisi degli alimenti. 4.4.5. - Strutture per l alimentazione costruite con materiali resistenti e facilmente lavabili, e progettate in modo tale da lasciare uno spazio adeguato per l accesso contemporaneo, anche al fine di evitare fenomeni di competizione per l alimento. 4.4.6. - deguatezza degli impianti di abbeverata (tipo, distribuzione e numero per animali allevati) e controllo qualità l acqua distribuita. zione 5) Igiene, prevenzione le patologie e aspetti comportamentali La predisposizione di specifiche aree o locali dedicati all isolamento malati o temporaneamente non idonei alla produzione, separati dalle restanti aree di stabulazione, dotati di impianti (es. acqua, mungitura) e ben dimensionati in rapporto al potenziale animale allevato, risulta carente. Inoltre, poca attenzione è rivolta alla lotta ai sinantropi e al controllo di malattie parassitarie, infettive o determinate dalle pratiche di allevamento. Tali impegni sono finalizzati a ridurre il potenziale infettivo e a prevenire l insorgenza di particolari patologie anche attraverso il ricorso a strumenti di prevenzione e controllo programmati. L introduzione di sistemi efficaci e moderni di allontanamento dei liquami (ad es. sistemi vacuum oppure ricircolo dei liquami) ha risvolti positivi diretti sull igiene e sulla sanità animale e sul controllo le condizioni ambientali. Gli interventi di mutilazione sistematica sono ancora frequenti, specie nella filiera ovina ed è pertanto un azione da promuovere quella loro riduzione o azzeramento. Tali impegni soddisfano, inoltre, uno degli aspetti contemplati all articolo 27, paragrafo 7, Regolamento di, in particolare la lettera (e), in quanto permettono di prevenire patologie determinate da condizioni di allevamento non idonee. Descrizione degli impegni: 5.1. BOVINI D LTTE E BUFLINI i. Predisposizione di una struttura appositamente destinata all isolamento malati e feriti, sotto forma di box collettivo o individuale munito di lettiera in locale separato dalla stalla sani, al cui interno deve essere possibile la mungitura e devono essere presenti dispositivi per l alimentazione e l abbeverata. ii. Predisposizione di un programma di lotta alle mastiti ed alle zoppie con specifico alla fase di transizione (fine lattazione/asciutta/inizio nuova lattazione). 17

iii. Riduzione ricorso agli interventi di mutilazione come pratica sistematica e di routine. Gli animali in allevamento che mostrano tali mutilazioni devono costituire una percentuale non superiore al 5% totale. 5.2. BOVINI D CRNE 5.2.1. Predisposizione di una struttura appositamente destinata all isolamento malati e feriti, sotto forma di box collettivo o individuale munito di lettiera in locale separato dalla stalla degli animali sani, al cui interno devono essere presenti dispositivi per l alimentazione e l abbeverata. 5.2.2. Predisposizione di un regolare monitoraggio controllo dei parassiti e l IBR (rinotracheite infettiva bovina). 5.3. OVINI 5.3.1. Predisposizione di una struttura appositamente destinata all isolamento malati e feriti, sotto forma di box collettivo o individuale munito di lettiera in locale separato dalla struttura degli animali sani, al cui interno deve essere possibile la mungitura e devono essere presenti dispositivi per l alimentazione e l abbeverata. 5.3.2. Predisposizione di un piano di prevenzione veterinario ed agronomico per la prevenzione le mastiti, le zoppie e le parassitosi. 5.3.3. Drastica riduzione ricorso agli interventi di mutilazione come pratica sistematica e di routine. Gli animali in allevamento che mostrano tali mutilazioni devono costituire una minoranza percentuale non superiore al 5% totale. 5.3.4. Predisposizione di strutture/aree apposite per il parto, separate dal resto gregge e munite di abbondante lettiera pulita e acqua fresca. 5.4. CPRINI 5.4.1. - Predisposizione di una struttura appositamente destinata all isolamento malati e feriti, sotto forma di box collettivo o individuale munito di lettiera in locale separato dalla struttura sani, al cui interno deve essere possibile la mungitura e devono essere presenti dispositivi per l alimentazione e l abbeverata. 5.4.2. - Predisposizione di un piano di prevenzione veterinario ed agronomico per la prevenzione le mastiti, le zoppie e le parassitosi. 5.4.3. - Drastica riduzione ricorso agli interventi di mutilazione come pratica sistematica e di routine. Gli animali in allevamento che mostrano tali mutilazioni devono costituire una minoranza percentuale non superiore al 5% totale. 5.4.4. - Predisposizione di strutture/aree apposite per il parto, separate dal resto gregge e munite di abbondante lettiera pulita e acqua fresca. Valutazione preventiva 18

Ogni azienda che presenta domanda di aiuto dovrà provvedere ad una valutazione preventiva Rispetto dei Requisiti Minimi (RRM) in materia di benessere animale, che verrà effettuata verificando il rispetto degli obblighi, generali e specifici indirizzati a ciascuna specie animale d interesse. Per le aziende che operano in regime di zootecnia biologica i requisiti minimi che devono essere soddisfatti per accedere alla presente Misura, sono costituiti, oltre che dai RRM definiti per ciascuna specie animale, anche dalle norme previste dal Reg. (CE) n. 1804/99 e successive modifiche ed integrazioni (norme sulla zootecnia biologica). Questi ulteriori requisiti specifici per la zootecnia biologica saranno oggetto di una verifica su base documentale atta ad accertare la regolarità e la validità certificazione attestante lo status di azienda bio. La valutazione preventiva, oltre al controllo dei RRM, comprende la verifica ex-ante livello di benessere animale singola azienda alla quale viene attribuito un punteggio complessivo sulla base numero e tipologia di impegni ai quali essa è ammessa ai fini realizzazione presente Misura. L attribuzione punteggio aziendale verrà fatta utilizzando una apposita check-list, differenziata per specie e categoria di animali, con la quale sarà possibile verificare, per ciascuna macroarea, se un dato impegno è o non è già ordinariamente adottato dall'azienda ovvero se è adottato solo parzialmente. Nella valutazione exante viene attribuito punteggio pari a 0 (zero) ad un impegno già ordinariamente adottato, punteggio pari a 1 (uno) ad un impegno adottato parzialmente e punteggio pari a 2 (due) ad un impegno non adottato. In tal modo al punteggio più elevato corrisponde il minor livello di benessere animale e, di conseguenza, la maggiore priorità. Solamente le aree (aree ammesse) che raggiungono un punteggio minimo (soglia minima) in sede di valutazione, specificato per ciascuna area, concorrono a determinare il punteggio finale attribuito all azienda (punteggio aziendale ammissibile). Le suddette check-list sono redatte e sottoscritte dalle aziende avvalendosi di un professionista abilitato. Il controllo valutazione ex ante sarà effettuato attraverso visite ispettive in loco sul 25% le aziende, per ciascuna filiera, ammesse all aiuto. In sede di valutazione di ammissibilità sarà effettuata un controllo incrociato con le informazioni fornite dall zienda Sanitaria Unica Regionale per la verifica di sanzioni elevate all azienda richiedente. Condizioni di ammissibilità L aiuto è corrisposto agli agricoltori che allevano le specie animali per un periodo di almeno cinque anni. L aiuto è sempre erogato sulla base effettivamente allevati in azienda. La misura prevede obbligatoriamente l assunzione ed il rispetto degli elementi di gestione zootecnica previsti in almeno due le azioni sopra riportate. Gli impegni a cui si intende assoggettare l allevamento dovranno essere dichiarati al momento presentazione domanda iniziale e ne dovrà essere assicurato il rispetto per l intero periodo di impegno. I pagamenti sono accordati agli allevatori che soddisfano i seguenti requisiti: consistenza media annuale l allevamento non inferiore a 10 UB; obbligo di partecipare con tutti gli animali presenti in azienda. Per azienda si intende tutta la superficie aziendale e la consistenza zootecnica in possesso beneficiario, così come risultante dal fascicolo aziendale elettronico di cui al DPR 503/99; non riducono il numero di UB sottoposte ad impegno di oltre il 20% rispetto alla consistenza dichiarata al momento l assunzione l impegno o di almeno un capo; siano in regola con gli adempimenti previsti dalla condizionalità di cui all allegato III e IV Reg. (CE) 1782/2003; apportano sostanziali miglioramenti al livello di benessere animale presenti in azienda. Beneficiari Possono partecipare alla presente misura imprenditori agricoli singoli o associati, in possesso di partita IV ed iscritti al registro le imprese CCI, che allevano bestiame, detenuto a qualsiasi 19