Introduzione Tutta l'opera di Elio Vittorini appare storicamente datata e porta con sé i segni culturali e politici del tempo in cui è maturata: L avvento al potere del fascismo ne Il Garofano rosso; La crisi economica del '29 in Erica e i suoi fratelli; La guerra di Spagna in Conversazione in Sicilia; La resistenza in Uomini e no; Il dopoguerra ne Il Sempione strizza l'occhio a Fréjus e ne le Donne di Messina. Una lettura scandita sul semplice piano storico - cronologico può apparire arbitraria se non riduttiva nei confronti della ricchezza e complessità (e talvolta l'ambiguità) dell'opera di Vittorini. Tenendo conto nonché del suo esplicito voler esprimere << un sentimento complessivo, un'idea complessiva, un'idea riassuntiva di speranze o insofferenze di uomini in genere >> 1, della sua aspirazione al libro, alla ricerca di una verità da dire, che vada al di là della contingenza storica. Nella prefazione a Il Garofano rosso Vittorini a questo proposito scriveva: << Io non ho mai aspirato ai libri, aspiro al libro; scrivo perché credo in una verità da dire. E se torno a scrivere non è perché mi accorga di altre verità che si possono aggiungere, e dire in più, dire inoltre, ma perché qualcosa che continua a mutare nella verità mi sembra esigere che non si smetta mai di ricominciare a 1 ELIO VITTORINI, Prefazione a Il Garofano rosso, Milano, Mondadori, 1948 4
dirla >>. 2 Il romanzo storico di Vittorini si inserisce pertanto nel quadro storico e letterario del Neorealismo italiano. Il critico Cesare de Michelis sottolinea la componente morale del Neorealismo e individua alla base di questo movimento intellettuale, che nasce all'ombra del fascismo del dopo guerra italiano << il fondamentale e quasi spasmodico bisogno di portare l'arte a contatto con la vita, di interpretare il proprio tempo, di servire da insegnamento e da guida per gli uomini >>. 3 L'opera di Elio Vittorini è sempre precisamente collocata nella storia e si nutre di essa; nasce dall'impulso di confrontarsi con la realtà e comprenderla a fondo. Allo stesso tempo però, cela una struttura metafisica che trascende questa realtà e la storia stessa. Come osserva Sergio Pautasso gli eventi storici narrati sono << l'impalcatura, gli elementi di raccordo di una poetica che a partire da essi, e maturando in essi, sconfina in altro >>. 4 La prospettiva ultima del romanzo vittoriniano è del tutto letteraria: si caratterizza come una letteratura che, a partire dall'analisi della realtà sociale, reinventa poeticamente sulla pagina una nuova realtà. 2 Ibidem 3 CESARE E MICHELIS, Alle origini del Neorealismo, aspetti del romanzo italiano degli anni '30, Padova, Lerici, 1980, p. 40 4 SERGIO PAUTASSO, Guida a Vittorini, Milano, Rizzoli, 1977, p. 102 5
Capitolo 1 La poetica e l' ideologia politica Vittorini è considerato uno degli interpreti maggiori della crisi del nostro tempo, nella misura in cui ogni sua opera è più importante sul piano culturale che sul piano della datazione. Con ciò si intende che ogni opera di Vittorini appartiene alla cultura del suo tempo per lo spirito di ricerca che lo anima, per il sentimento che ne riceve, più che per i riferimenti espliciti alla realtà. D'altra parte egli stesso ribadiva, nel celebre primo numero de Il Politecnico, settimanale di cultura poi trasformato in mensile che diresse per tutto il tempo della sua durata (dal settembre 1945 al dicembre 1947), le sue posizioni di fondo. Una totale difesa delle esigenze interne, segrete dello scrittore, che è rivoluzionario al di sopra e al di là della politica, il quale impegno letterario muove dalle sollecitudini e dalle istanze ideologiche che egli scopre e rileva di sua iniziativa e in piena libertà. 5 Vittorini confermava la libertà dell'artista dall'impegno politico, in quanto l'artista che vive la realtà del suo tempo è sempre impegnato nelle rivoluzioni che questa realtà comporta. Se l'arte è stata più forte di ogni ideologia sua contemporanea lo è anche l'impegno naturale dell'artista che ha più forza dell'impegno 5 ELIO VITTORINI, Una nuova cultura, in "Il Politecnico", 1, 29 settembre 1945 6
richiesto, o imposto. In sostanza, per Vittorini l'impegno sociale ed etico non è mai esterno all'arte, ma intrinseco nel messaggio interiore dell'artista, uomo reale e legato indissolubilmente alla realtà storica in cui vive. Nella lettera a Togliatti pubblicata sul politecnico 33 (datato sett. - dic. 1946) Vittorini scriveva: << Che cosa significa per uno scrittore essere rivoluzionario? Nella mia dimestichezza con alcuni compagni politici ho notato che essi inclinano a riconoscersi la qualità di rivoluzionari nella misura in cui noi suoniamo il piffero della politica, intorno ai problemi rivoluzionari posti dalla politica; cioè nella misura in cui prendiamo problemi della politica e li traduciamo in bel canto, con parole, con immagini, con figure. Ma questo a mio giudizio, è tutt'altro che essere rivoluzionario, anzi è un modo arcadico di essere scrittore >>. 6 Con ciò non si vuole vedere in Vittorini un intellettuale indifferente ai problemi cruciali del suo tempo. Anzi, nella sua opera il legame fra letteratura e impegno politico è pressoché inscindibile: in forme diverse egli ha sempre proiettato nelle sue opere il proprio giudizio sulla realtà. Si vuole piuttosto sottolineare come questa critica alla società, pur sempre presente, non è mai subordinata ad alcuna ideologia precostituita ed è del tutto indipendente dal credo politico. L'ideologia politica di Vittorini non è pertanto l'antifascismo in senso oggettivo di condanna di un regime politico per l'esaltazione di un sistema opposto, bensì una categoria morale di tipo anarchico o piuttosto di tipo soggettivo. 6 ELIO VITTORINI, Politica e cultura. Lettera a Togliatti, in Il Politecnico, 35, genn. - mar. 1947, pp. 2-5 e pp. 105-106 7
Si alimenta di un pensiero del tutto soggettivo ma che fa capo a quei valori morali che sono universali e imprescindibili. Sul piano formale ci troviamo al cospetto di un neorealismo narrativo vicino e partecipe ai temi della realtà quotidiana e che coltiva uno spontaneismo espressivo diretto, immediato, al fine ovviare ogni tecnicismo retorico, in modo da << rendere i problemi degli affetti e dei rapporti tra gli uomini (...) accessibili a tutti gli uomini >> 7. In altri termini, lo stile neorealista di Vittorini, l'analisi della realtà che esso presuppone, si coniuga sulla pagina all'invenzione stilistica, alla continua ricerca letteraria che indaga le possibilità del linguaggio di portare altre cose ad essere poesia. Il riferimento alla realtà si coniuga inevitabilmente al riferimento alla fantasia. L'impegno morale e politico è mediato letterariamente e tutto giocato sulle possibilità della scrittura, quale invenzione stilistica, di farsi impegno diretto sulla realtà e sulla storia. A questo proposito cito la critica di Asor Rosa. Il critico individua nella ricerca letteraria di Vittorini una componente che definisce letteratura come vita e anche letteratura come assoluto: << E' tipico di Vittorini pensare la letteratura come un fattore di modificazione della realtà morale e persino sociale, senza rinunciare a pensare che essa sia al tempo stesso un valore autonomo e supremo >>. 8 7 ELIO VITTORINI, Editoriale senza titolo, in Il Politecnico, 5, 27 ott. 1945, p. 1 8 ALBERTO ASOR ROSA, Novecento primo secondo e terzo, Milano, Sansoni, 2004, p. 342 8