CORLEONE, 13-15 gennaio 2013



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CORLEONE, 13-15 gennaio 2013

Indice Ente Promotore Premessa L idea progettuale: Corleone celebra i vent anni dell arresto di Totò Riina Le vittime dei Corleonesi Dettaglio delle attività Il programma Contatti 2

Ente promotore La manifestazione FestivaldellaLegalitàinTour è promossa e organizzata dalla Zerotre S.r.l., società specializzata nell ideazione e nell organizzazione di eventi e nella loro diffusione mediatica. Da settembre 2008 la Zerotre gestisce, in partnership con l Associazione Villa Filippina, le attività promosse all interno dell omonimo complesso monumentale sito nel cuore di Palermo. Tra le tante iniziative varate spicca, per impegno culturale e profilo istituzionale, il Festival della Legalità giunto quest anno alla sua quinta edizione interamente dedicata al ricordo di Falcone e Borsellino nell anno del ventesimo anniversario delle stragi di Capaci e via D Amelio. Dibattiti, mostre, ma anche serate all insegna del cinema d autore. Protagonisti i volti noti e meno noti di una Sicilia che cambia: autorità istituzionali, testimonial della lotta alla mafia e alle criminalità diffuse, ma anche giornalisti, magistrati, attori, imprenditori, artisti, musicisti, esponenti delle Forze dell'ordine, istituti scolastici, associazioni impegnate sul fronte della legalità e dell'antimafia si danno appuntamento da cinque anni a Villa Filippina, a Palermo, per confrontarsi sul tema della giustizia, dell educazione alla legalità e del riscatto della Sicilia. 3

Premessa Il Festival della Legalità è da quest anno anche un format itinerante. La versione roadshow della kermesse che prende il nome di Festival della Legalità in Tour è aperta alle città, ai comuni e alle zone limitrofe che vorranno ospitare la manifestazione. Ciascuna tappa della durata di 3/5 giorni abbina dibattiti, riflessioni comuni, mostre e proiezioni sul tema della legalità e del riscatto culturale della Sicilia mediante il coinvolgimento di testimonial d eccezione. Dal 18 al 22 luglio 2012, in concomitanza con il ventesimo anniversario della strage di via D Amelio, il Festival della Legalità in Tour è sbarcato a Marinella di Selinunte, coinvolgendo cittadini dello stesso comune di Castelvetrano-Selinunte, del trapanese e delle zone limitrofe. L evento ha tenuto per cinque giorni i riflettori accesi su un territorio al quale lo stesso Borsellino era stato legato per via dell incarico da procuratore svolto a Marsala, ma che è anche tristemente noto alle cronache per aver dato i natali a Matteo Messina Denaro divenendo feudo e roccaforte dei suoi affari illeciti. 4

Premessa Attraverso un dialogo aperto, lungo 5 giorni, fatto di arte, confronti e analisi crude del mondo contemporaneo, in cui tutti sono stati chiamati a confrontarsi schiettamente, è stato tracciato un altro importante solco in un percorso teso alla legalità, per una Sicilia nuova e vivibile in perfetta linea con la rinnovata sensibilità dimostrata dalle Istituzioni territoriali. Contemporaneamente è stata lanciata una sorta di <sfida> a Cosa Nostra per affermare sul territorio la forza della legalità e del vivere civile. Castelvetrano, location altamente simbolica, si è trasformata in ponte ideale tra quel terribile 1992 e i giorni nostri. Vent anni in cui il corso della storia è stato irrimediabilmente stravolto dal sacrificio di due martiri di cui non bisogna mai smettere di mantenere viva la memoria. Il progetto Festival della Legalità in Tour prevede, in sintesi, le seguenti attività: - Dibattiti, talk-show e riflessioni comuni sui temi della legalità e della giustizia con il coinvolgimento degli istituti scolastici - Mostre a tema - Proiezioni 5

L idea progettuale CORLEONE CELEBRA I 20 ANNI DELL ARRESTO DI TOTO RIINA Il15gennaio1993 è una data storica per Corleone e per l Italia intera. Alle 9,15 del mattino, a Palermo, a pochi passi dal Motel Agip, i carabinieri del Ros guidati dal Capitano Ultimo ammanettano Totò Riina, succeduto insieme a Bernardo Provenzano ai vertici del clan dei corleonesi dopo l arresto di Luciano Liggio. Fino ad un attimo prima della sua cattura, il capo dei capi di Cosa Nostra, tra gli strateghi dell offensiva terroristica contro lo Stato, è schedato dall Interpol come uno dei dieci criminali più pericolosi al mondo. La sua ultima foto segnaletica risale al lontano 1956 quando Toto u curtu è ancora un picciotto rampante. Il salto di qualità avviene quando il suo mentore, Luciano Liggio, elimina a raffiche di mitra il capomafia di Corleone, il medico del paese Michele Navarra. Il clan dei corleonesi, che annovera tra i suoi viddani (come sono definiti dai boss palermitani) oltre allo stesso Liggio anche pezzi da novanta del calibro di Riina, Provenzano e Bagarella, si contraddistingue per la ferocia sanguinaria. Il giornalista Mario Francese, il politico Michele Reina, il capo della squadra mobile Boris Giuliano, i giudici Cesare Terranova e Rocco Chinnici, il presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella, il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa sono soltanto alcuni dei personaggi illustri caduti sotto i colpi dei corleonesi nel corso della seconda guerra di mafia scoppiata nel 1978 contro le storiche famiglie mafiose di Palermo e Catania. Una vera e propria mattanza che si conclude nel 1983 con la conquista da parte dei corleonesi della leadership della Cupola mafiosa di cui Riina diventa re incontrastato. 6

L idea progettuale Per anni il boss è inafferrabile e divide la sua latitanza con la moglie Ninetta Bagarella. Nei primi anni 90 Cosa nostra è messa alle strette dal pool antimafia guidato da Falcone e Borsellino. Le stragi di Capaci e via d Amelio a Palermo, la strage di via dei Georgofili a Firenze, l attentato al Padiglione d Arte contemporanea di Milano e le bombe piazzate a Roma a San Giovanni Laterano e a San Giorgio al Velabro rappresentano la svolta violenta di Cosa nostra, voluta da Riina, per colpire lo Stato e i suoi simboli. L arresto del capo dei capi, avvenuto nei pressi della villa di via Bernini (oggi sede di una caserma dei carabinieri) dove il boss trascorre gli ultimi 10 anni di latitanza, segna di fatto la fine della stagione stragista sancita dal passaggio di testimone a Bernardo Provenzano. Ma anche un inversione di tendenza, assolutamente inaspettata, da parte di una città come Corleone, per decenni soggiogata dal peso e dalla presenza delle famiglie Riina-Provenzano. Sulla scia dello sdegno suscitato dalle stragi del 92, anche quella che nell immaginario collettivo è la capitale della mafia si muove per voltare pagina. La rivolta morale dei corleonesi onesti comincia giusto nel 1993. A loro, e in particolare alle giovani generazioni, si rivolge il Festival della Legalità in Tour a vent anni esatti dall operazione Belva che ha assicurato Riina alla giustizia dopo una latitanza durata 23 anni. La kermesse intende celebrare l arresto del capo dei capi di Cosa nostra quale dovuto riscatto alla memoria delle tante vittime della mafia. 7

L idea progettuale A ripercorrere, per 4 giorni, dinanzi agli studenti corleonesi quell interminabile stagione di sangue per non dimenticare il sacrificio di chi ha perso la vita per un ideale di giustizia e legalità saranno a vario titolo magistrati, giornalisti, uomini delle forze dell ordine, attori, familiari delle stesse vittime di mafia. Unitamente, la manifestazione si propone di mostrare l altra Corleone : quella che, anche grazie al supporto delle amministrazioni locali, vanta un primato positivo nel riutilizzo di beni confiscati riaperti alla società per dare un pugno alla stomaco a Cosa nostra, che promuove il turismo antimafia per abbattere gli stereotipi radicati oltreoceano dalle pellicole hollywoodiane, che ad un anno dall arresto di Riina intitola la sua piazza più grande a Falcone e Borsellino e che custodisce i faldoni del primo storico maxiprocesso. Passi piccoli ed incisivi in un paese in cui la rivoluzione morale e culturale lotta tutt oggi contro l omertà e la mentalità mafiosa e in cui, per anni, a due passi dalla mafia ha abitato quell antimafia rappresentata da personaggi quali Bernardino Verro e Placido Rizzotto che non ci stanno a vedere violati i loro diritti. Ai giovani corleonesi e a quelli del comprensorio, rappresentanti di una terra vogliosa di riscatto ed orgogliosa della propria storia, i testimonial del Festival della Legalità in Tour mostreranno che basta togliere un saluto o rifiutare un caffé per essere antimafiosi. Che attraverso il loro no risoluto alla criminalità organizzata e al suo codice d omertà possono essere i principali artefici di un cambiamento epocale. Perché, come diceva Borsellino, la mafia verrà sconfitta quando i giovani le volteranno le spalle. 8

Le vittime dei Corleonesi LE VITTIME DEL CLAN DEI CORLEONESI - Il procuratore Pietro Scaglione e il tenente colonnello Giuseppe Russo (5 maggio 1971) - Il giornalistamariofrancese (26 gennaio 1979) - Il segretario provinciale della DCMicheleReina (9 marzo 1979) - Il capo della squadra mobile di PalermoBorisGiuliano (21 luglio 1979) - Il giudice Cesare Terranova e il maresciallo Lenin Mancuso (25 settembre 1979) - Il presidente della Regione SicilianaPiersantiMattarella (6 gennaio 1980) - Il capitano dei carabinieriemanuelebasile (4 maggio 1980) - Il segretario del PCI sicilianopiolatorre e il suo autistarosariodisalvo (30 aprile 1982) - Il prefetto di Palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l agente di poliziadomenicorusso (3 settembre 1982) - L agente di polizia della squadra mobile di Palermo Calogero Zucchetto (14 novembre 1982) 9

Le vittime dei Corleonesi - Il capitano dei carabinieri Mario D Aleo e i colleghi Giuseppe Bommarito e Pietro Morici (13 giugno 1983) - Il giudice Rocco Chinnici, gli uomini diella scorta Mario Trapassi e SalvatoreBartolotta e il civilestefanolisacchi (29 luglio 1983) - Il funzionario della squadra mobile di Palermo Giuseppe Montana (28 luglio 1985) - Il dirigente della squadra mobile di Palermo Ninnì Cassarà e l agente di polizia RobertoAntiochia (6 agosto 1985) - Il magistratoalbertogiacomelli (14 settembre 1988) - Il giudiceantoninoscopelliti (9 agosto 1991) - L imprenditore Libero Grassi (29 agosto 1991) - L ex sindaco di Palermo ed esponente della DCSalvoLima (12 marzo 1992) - Il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta (23 maggio 1992) - Il giudicepaoloborsellino e gliagentidiscorta (19 luglio 1992) - L imprenditore ed esponente della DC Ignazio Salvo (17 settembre 1992) 10

DIBATTITI PER EDUCARE ALLA LEGALITA Dettaglio delle attività Per tre mattine, gli studenti degli istituti scolastici corleonesi e del comprensorio prenderanno parte a confronti aperti sul fenomeno mafioso con magistrati, giornalisti, uomini delle forze dell ordine, attori, familiari delle stesse vittime di mafia. Un modo ancor più incisivo per condurre per mano la cittadinanza attraverso la conoscenza della mafia e delle azioni volte a contrastarla e sconfiggerla. Tutti i dibattiti saranno ripresi e trasmessi sul quotidiano d informazione online www.livesicilia.it. Testimonial della legalità nelle precedenti edizioni delfestival sono stati, tra gli altri, Pietro Grasso, Davide Enia, Ernesto Maria Ponte, i ragazzi dell associazione AddioPizzo, Sergio Lari, Rita Borsellino, Giuseppe Di Lello, Antonio Ingroia, Francesco Forgione, Giuseppe Ayala, Massimo Costa, Claudio Fava, Gaetano Paci, Paolo Panerai, Roberto Helg, Leonardo Guarnotta, Rino Germanà, Ignazio De Francisci e Alessandro Albanese. L ULIVO DELLA LEGALITA Un ulivo, analago a quello che si trova sotto casa del giudice Falcone a Palermo e a quello piantato a Marinella di Selinunte lo scorso luglio nel 20 anniversario della strage di via D Amelio, sarà donato dalla società scrivente al Comune e piantato dinanzi la sede del Municipio a piazza Garibaldi. Un simbolo della lotta alla mafia destinato a diventare depositario dei pensieri e delle riflessioni della popolazione, con particolare riferimento ai più piccoli. I più bei pizzini antimafia saranno selezionati e raccolti in una pubblicazione. 11

Dettaglio delle attività LA LEGALITA IN MOSTRA Per tutta la durata della manifestazione, saranno allestitedueesposizioni : la mostra Nontuttiipizzinisonouguali a cura di Patrizia Panebianco e Claudio Reale, un percorso espositivo in cui si susseguono biografie, manoscritti e analisi grafologiche di personaggi che, nel bene e nel male, hanno contrassegnato la storia della mafia e dell antimafia in Sicilia. Da un lato i buoni Libero Grassi, Ivan Lo Bello, Pietro Grasso, Paolo Borsellino, Rita Atria, dall'altro i cattivi Giuseppe Falsone, Gianni Nicchi, Domenico Raccuglia, Bernardo Provenzano, Matteo Messina Denaro, Sandro, Salvatore e Calogero Lo Piccolo. Attraverso foto e testi scritti da loro stessi saranno messi a nudo, tra pubblico e privato, imprenditori, magistrati, mafiosi e testimoni di giustizia. la mostra Una vita in cronaca. Per rompere il silenzio dedicata al cronista di giudiziaria Mario Francese ucciso dalla mafia il 26 gennaio 1979. Foto, cronache e commenti si alternano in 31 pannelli che illustrano la vita di Mario Francese, come uomo e come professionista. Un martire della ricerca della verità che ha lasciato una traccia indelebile nel giornalismo italiano con le sue inchieste, troppo scomode per i boss. 12

Il programma DOMENICA 13 GENNAIO 2013 Ore 10.30 Inaugurazione del Festival della Legalità in Tour alla presenza delle autorità locali. In occasione della cerimonia di apertura saranno inaugurati l Ulivo della Legalità piantato a piazza Garibaldi dinanzi la sede del Municipio e le mostre Non tutti i pizzini sono uguali e Una vita in cronaca. Per rompere il silenzio allestite presso il Complesso monumentale Sant Agostino. Presso il Museo Civico sarà inoltre ricordata la figura digiovanni Valenti, celebre archeologo che recuperò e donò allo stesso il Miliarium, primo e più pregiato pezzo della collezione civica del Museo. Ore 11.30 - C.I.D.M.A. Incontro-dibattito Tra mafia e Stato Gaetano Paci, sostituto procuratore presso la Procura di Palermo e presidente della Fondazione Progetto Legalità in memoria di Paolo Borsellino e di tutte le altre vittime della mafia, incontra Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso in via D Amelio, per ragionare sulla stagione delle stragi e sull intreccio tra poteri. Modera Riccardo Arena, cronista di giudiziaria de Il Giornale di Sicilia e presidente dell Ordine dei Giornalisti di Sicilia. 13

Dettaglio delle attività Ore 17.30 - C.I.D.M.A. Proiezione del documentario 1367 La tela strappata Cinquantasette giorni: alle 17.58 del 23 maggio 1992 la strage nella quale vengono uccisi Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro; alle 16.58 del 19 luglio dello stesso anno la strage nella quale vengono assassinati Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina, Walter Eddie Cosina. Trascorrono 1367 ore. Lo Stato democratico è in ginocchio. I corleonesi di Totò Riina mettono a segno l attacco più duro. Due simboli vengono cancellati. Cosa nostra trionfa. Lo Stato annaspa, cerca sponde. Si interroga sulla strada da percorrere, mette in campo i servizi, le forze dell ordine, i confidenti. Sull onda emozionale vota Scalfaro Presidente della Repubblica, dopo diverse fumate nere. A febbraio era stato arrestato Mario Chiesa e l Italia aveva scoperto Mani Pulite. Si spargono i veleni. Qualcuno cerca di evitare che dopo Falcone sia l amico e collega Borsellino a cadere sotto il piombo mafioso. Tutto appare limpido: scelte condivise, indignazione di ogni forza politica, lavoro senza tregua di ogni forza di polizia. Eppure? E stato realmente così? Le inchieste di quegli anni portano una ventata di sospetti e fanno emergere pericolose contiguità. Borsellino si poteva salvare? Falcone poteva rappresentare un nuovo pericolo alla guida della Procura Nazionale Antimafia? 14

Dettaglio delle attività Era davvero il candidato del Governo e dell allora Ministro della Giustizia Claudio Martelli o di una parte minoritaria dell Esecutivo? E il Csm? Interrogativi ai quali la storia di questi anni ha cercato di dare delle risposte. Non tutte sono arrivate. Il quadro oggi è certamente più chiaro. Le zone d ombra si sono parzialmente schiarite, ma restano senza risposta troppe domande sul ruolo dei traditori senza nome e senza volto. Pezzi dello Stato avrebbero avuto un ruolo importante in entrambe le stragi? Alcuni sospetti cominciano a diventare verità giudiziarie. Cosa successe in quelle 1367 ore? In quei 57 giorni l attenzione di tutto il mondo è su Palermo, non solo per la violenza delle stragi, ma per il modo in cui l indignazione popolare comincia a emergere dopo l accorato appello di Rosaria Schifani. La rabbia popolare diventa traccia, si trasforma in progetto, esplode nella protesta dei lenzuoli e nella grande manifestazione antimafia del 27 giugno. Poi i giorni più bui dell agenda rossa. Fino al 19 luglio. 1367 La tela strappata, documentario prodotto dalla Novantacento S.r.l. in collaborazione con Rai Teche, sarà diffuso in occasione del Festival della Legalità in Tour alla presenza del suo autore, il direttore responsabile TGR Mediterraneo Giancarlo Licata. Andato in onda su Rai3 lo scorso 19 luglio nell anniversario dell eccidio di Borsellino e degli agenti della scorta, è un documento audiovisivo nel quale, giorno dopo giorno, vengono mostrati cronologicamente gli avvenimenti, senza un prima né un dopo. Una testimonianza di quel periodo triste e straordinario, pieno di tensioni e di grandi attese. 15

Il programma LUNEDI 14 GENNAIO 2013 Ore 10.00 - Complesso monumentale Sant Agostino Incontro-dibattito Ripartire da Corleone Giovanni Chinnici, Roberto Saetta e Giulio Francese, familiari di alcune vittime della mafia, tornano a Corleone nel ventennale dell arresto di Totò Riina. Un racconto inedito di Cosa nostra vista attraverso gli occhi di chi, gravemente colpito negli affetti, ha trasformato il dolore personale in impegno quotidiano per promuovere la giustizia e la legalità. Affinché la memoria, da fatto privato, diventi impronta storica ed esempio collettivo. Modera il giornalista del Corriere della Sera FeliceCavallaro, tra i cronisti che raccontarono il giorno dell arresto di Totò Riina sui giornali. Ore 11.30 - Corleone Intitolazione strada a Boris Giuliano 16

Il programma MARTEDI 15 GENNAIO 2013 Ore 10.00- Complesso monumentale Sant Agostino Incontro-dibattito 15 gennaio 1993, un giorno in Procura Il giornalista di Repubblica Franco Viviano, tra i cronisti che raccontarono il 15 gennaio 1993 sui quotidiani, intervista l attuale sostituto procuratore generale di Palermo Luigi Patronaggio. Il magistrato era il pm di turno al Tribunale del capoluogo siciliano proprio nel giorno dell arresto di Totò Riina. Al termine dell incontro il magistrato visiterà il C.I.D.M.A. e l Ulivo della Legalità. Ore 12.00 - Ficuzza Intitolazione strada a Ninni Cassarà 17