UNITÀ DIDATTICA 9 LE INVASIONI BARBARICHE 9.1 - I Germani Tutti gli imperatori del III secolo dopo Cristo furono continuamente impegnati in dure lotte alle frontiere del Reno e del Danubio contro i Germani. Questi non costituivano un'unica nazione, bensì un complesso di molte tribù: sulla linea del Regno all'inizio del IV secolo stavano gli Alamanni, i Burgundi e i Franchi; lungo il corso superiore del Danubio i Vandali, lungo il corso inferiore i Goti, divisi in Ostrogoti e Visigoti. Ma altre tribù si trovavano dietro a queste, che premevano al confine dell'impero: i Longobardi, i Sassoni, ecc. Al di là del vasto mondo germanico, nelle steppe della Russia e dell'asia vivevano le tribù nomadi degli Slavi e la popolazione mongolica degli Unni. I Germani esercitavano già l'agricoltura e l'allevamento del bestiame, ma conservavano alcuni caratteri dei popoli nomadi: per esempio non conoscevano la rotazione delle colture e perciò quando avevano completamente sfruttato un terreno erano costretti a cambiare sede. La loro società si basava essenzialmente sui rapporti di parentela: la famiglia, la gente (un gruppo di famiglie che derivavano dallo stesso capostipite) e la tribù (una alleanza di genti della stessa stirpe). La popolazione della tribù si divideva in due classi: gli arimanni, cioè gli uomini liberi e guerrieri, gli aldii, che facevano parte della tribù come contadini, ma che non avevano diritti politici. C'erano poi, anche tra i Germani, gli schiavi. Col III secolo, fra i barbari più vicini alla frontiera cominciò a penetrare il Cristianesimo e a sostituire l'antica religione che divinizzava le forze naturali. Anche la civiltà romana influì su di loro: i rapporti commerciali, la stessa politica degli imperatori. che accettavano nell'esercito elementi barbarici, avevano contribuito a mitigare i loro costumi primitivi. Per esempio alla brutale vendetta privata (faida) si era sostituito il più umano guidrigildo, cioè la composizione delle liti non mediante spargimento di I Germani Caratteri del popolo nomade Rapporti di parentela Penetrazione del Cristianesimo La faida 77
sangue, ma per mezzo del versamento di una certa somma di denaro. 9.2 - Le invasioni L'infiltrazione, cioè l'uso di accogliere i Germani entro i confini dell'impero, per farne dei difensori, era stata una delle cause dell'anarchia militare. La parte occidentale dell'impero si disgregò definitivamente quando alla infiltrazione seguì l'invasione. Verso la metà del IV secolo un evento accaduto in Cina produsse in Occidente incalcolabili conseguenze. Sotto i colpi di tribù mongole crollò infatti l'impero cinese della dinastia Han. Nelle fertili terre del civile Impero si scatenò l'avidità di numerose tribù barbariche dell'estremo Oriente, le quali si precipitarono le une sulle altre. La tribù mongolica degli Unni, respinta verso Occidente, raggiunse il Volga, costringendo i Visigoti, che vivevano lungo il corso inferiore del Danubio, a chiedere all'imperatore Valente il permesso di stabilirsi in territorio romano. L'imperatore acconsentì ad accoglierli nella Mesia (Bulgaria meridionale), a patto che consegnassero le armi e si consideras-sero federati (cioè alleati dell'impero, i quali mantenevano leggi ed istitu-zioni proprie, ma erano obbligati a difendere i confini). I Visigoti furono attratti a sud dalla più fertile Tracia e dal Mediterraneo. Perciò ripresero la marcia e le armi. Valente diede loro battaglia, ma fu sconfitto ed ucciso ad Adrianopoli nel 378, ed i Visigoti occuparono la Tracia, anzi giunsero fin sotto le mura di Costantinopoli. Il successore di Valente, il generale spagnolo Teodosio, che già conosciamo per l'editto di Tessalonica, riuscì a respingere i Visigoti di nuovo nella Mesia e a salvare l'impero. Teodosio, morendo, divise l'impero tra i suoi figli: il primogenito, Arcadio, ebbe l'oriente, il secondogenito, Onorio, l'occidente. Poiché di nuovo i Visigoti, guidati da Alarico, avevano cominciato a far scorrerie nella penisola balcanica, Arcadio concesse loro di occupare Le invasioni Valente Teodosio Arcadio 78
come federati l'illirico (Dalmazia). Lo scopo era quello di allontanarli dalle frontiere dell'oriente e di indirizzarli verso l'occidente. Infatti Alarico, alla ricerca di terreni fertili da coltivare, dalla montuosa Dalmazia, risalendo le rive dell'adriatico, penetrò col suo popolo in Italia. Devastata Aquileia, strinse d'assedio Milano, la capitale dell'impero d'occidente, mentre Onorio fuggiva a Ravenna. Il generale Stilicone, un vandalo che aveva fatto una brillante carriera militare, come ormai era lecito ai Germani accolti nell'impero e nell'esercito di Roma, raccolte truppe da tutte le parti dell'occidente, riuscì a sconfiggere Alarico a Pollenzo (402) e a ricacciarlo nell'illirico. Per far fronte ad Alarico, Stilicone aveva tuttavia dovuto sguernire il confine del Reno: tribù di Vandali, Alani, Svevi, Burgundi ne approfittarono per penetrare prima in Gallia, poi in Spagna. Intrighi di corte provocarono poi la condanna a morte di Stilicone da parte di Onorio (408). Alarico tornò immediatamente in Italia e, mentre Onorio si chiudeva di nuovo in Ravenna, i Visigoti saccheggiarono Roma. Erano ormai ottocento anni, cioè dal 390 a. C., l'anno dell'invasione dei Galli di' Brenno, che Roma non aveva visto eserciti stranieri tra le sue mura. Dopo il saccheggio di Roma i Visigoti proseguirono verso sud, con l'intento di passare in Sicilia e in Africa. In Calabria Alarico venne improvvisamente a morte. Il suo successore, Ataulfo, risalendo la penisola, attraverso le Alpi e i Pirenei condusse i Visigoti in Spagna, mentre i Vandali, dalla Spagna, passavano nell Africa settentrionale. Anche l'africa era perduta per l'impero d'occidente, ormai ridotto alla sola Italia. Onorio 9.3 - Attila e gli Unni Nello stesso tempo gli Unni avevano raggiunto la riva sinistra del Danubio, e si erano stabiliti in Pannonia (Ungheria). Di qui, sotto la guida del loro capo, Attila, seminando terrore e desolazione ovunque passassero, erano penetrati in Gallia. A Mauriacus, presso Gli Unni Attila 79
Troyes, nel 451 essi si scontrarono con un esercito composto di Franchi, Goti, Burgundi, Romani, al comando del generale romano Ezio. La battaglia fu combattuta con accanimento estremo; ma alla fine Attila sconfitto fu costretto a ripassare il Reno. L'anno successivo penetrò in Italia dalle Alpi orientali. Caduta Aquileia, assediata Pavia, il destino della corte di Ravenna, ove regnava ora Valentiniano III, pareva segnato. L'imperatore si rifugiò a Roma e di lì mandò al re degli Unni un'ambasceria, della quale faceva parte anche il vescovo di Roma, papa Leone I. Non erano certo i messi dell'imperatore che avrebbero potuto trattenere l'unno: tuttavia Attila, sia perché temesse un colpo di mano dell'imperatore d'oriente in Pannonia, sia perché in Italia infieriva la peste, cedette alle esortazioni del papa e prese la via del ritorno. Di lì a pochi mesi, morì, una notte, improvvisamente (453). Dopo di allora, l'impero unno si sgretolò rapidamente per le contese fra le varie tribù che lo componevano. 9.4 - I regni romano-barbarici Gli imperatori d'occidente erano ormai in balia dei capi militari barbari. Nel 476 d. C. lo sciro Odoacre depose l'imperatore Romolo, soprannominato Augustolo (= l'imperatoruccio). Non prese per se la corona imperiale, né volle assegnarla ad altri. Mandò invece le insegne imperiali a Costantinopoli, all'imperatore d'oriente, affermando che un solo imperatore bastava. Per sé pretendeva soltanto il titolo di patrizio, e il riconoscimento da parte dello imperatore d'oriente. Quando, con la deposizione di Romolo Augustolo, Odoacre pose fine alla lunga vicenda dell'impero romano d'occidente, instaurando anche in I talia un regno barbarico, l'europa ormai era frazionata in numerosi stati. Di essi i più importanti erano: 1. il regno dei Franchi, nel nord della Francia; 2. il regno dei Burgundi, nella valle del Rodano; 3. il regno dei Visigoti, nel sud della Francia e della Spagna. Romolo Odoacre Regni romanobarbarici 80
Anche nell'africa si erano stabilmente insediati i Vandali. Tutti questi stati erano dei regni, giacché i barbari non conoscevano altra forma di regime che la monarchia, e vengono denominati romano-barbarici. I barbari infine erano un numero limitato di guerrieri, che dominavano su popolazioni romane. Essi lasciarono che queste vivessero come prima, accontentandosi di distribuirsi tra loro terre coltivabili, per lo più tolte ai grandi latifondi. Anzi, i sudditi romani, più civili, a poco a poco influenzarono i loro dominatori. La coesistenza tra barbari e Romani fu anche facilitata dalla presenza della Chiesa, la cui autorità era da tutti riconosciuta, perché le tribù germaniche - ad eccezione dei Franchi - quando penetrarono nell'impero erano già convertite al Cristianesimo. Gli avvenimenti successivi d'italia furono un esempio dello sforzo compiuto dai re germanici per favorire questa pacifica convivenza fra conquistati e conquistatori. 9.5 - Teodorico Il regno di Odoacre in Italia non durò a lungo. Il re Sciro aveva chiesto a Zenone, imperatore d'oriente, il riconoscimento del suo diritto a governare in Italia col titolo di patrizio; ma Zenone non aveva mai accondisceso alla sua richiesta. Egli infatti, anche se risiedeva a Costantinopoli, si considerava l'imperatore di Roma e riteneva che le terre d'occidente, se pure momentaneamente occupate da invasori, gli spettassero di diritto. Ai confini dell'impero d'oriente c'era ancora una irrequieta tribù germanica, gli Ostrogoti, il cui re, Teodorico, era stato educato alla corte imperiale di Costantinopoli. Come già Arcadio era riuscito a dirottare verso l'italia i Visigoti di Alarico, così ora Zenone si liberò degli Ostrogoti concedendo a Teodorico il titolo di patrizio d'italia e il permesso di stabilirvisi col suo popolo in qualità di federato. Dalle regioni balcaniche la massa degli Ostrogoti emigrò verso l'italia; Teodorico 81
Odoacre fu vinto più volte e si rinchiuse in Ravenna. Qui Teodorico lo assediò, per tre anni (490-493); infine, visto che l'assedio non approdava a nulla, gli propose di dividersi il dominio dell'italia. Odoacre accettò e si mise incautamente nelle mani del nemico uscendo dalla città assediata. A tradimento, durante un banchetto, Teodorico lo uccise, restando unico signore d'italia. Per prima cosa egli sistemò il suo popolo nella parte settentrionale della penisola, procedendo alla ormai consueta distribuzione delle terre. Poi, nel governare il suo stato egli si attenne rigorosamente al criterio di affidare ai Goti gli incarichi militari e ai Romani gli incarichi civili; i dignitari della corte imperiale, i senatori, i funzionari continuarono ad esercitare i loro compiti, come ad esempio il romano Cassiodoro, prefetto del pretorio, che addirittura per il re goto fu una specie di ministro degli esteri. Anche le leggi emanate da Teodorico furono volte a stabilire fra Romani e Goti la maggior eguaglianza possibile. «Non permettiamo - egli scrisse in una lettera ad un conte goto - che Goti e Romani vivano sotto due leggi diverse, poiché noi li uniamo in uno stesso affetto». Le chiese e i monumenti che egli fece erigere nella sua capitale, Ravenna (Santo Apollinare Nuovo, il Palazzo, il Mausoleo), mostrano come egli fosse ammiratore e imitatore dell'architettura romana e di quella delle chiese di Costantinopoli. La sua politica di accordo con i Romani trovò una forte opposizione nei nobili Goti; ma furono soprattutto gli intrighi dell imperatore d'oriente che lo costrinsero, negli ultimi anni del suo regno, a esercitare dure repressioni. Lo stesso papa Giovanni I, dopo una missione a Costantinopoli che aveva suscitato i sospetti del re, fu imprigionato e morì in carcere a Ravenna nel 526. Lo stesso anno morì anche Teodorico: il suo tentativo di costituire un saldo regno era fallito. Gli avvenimenti successivi dimostrarono tuttavia quanto fosse saggio il suo programma politico; uno stato romano-barbarico sarebbe stato tanto più forte quanto più rapidamente i barbari avessero saputo far proprie le istituzioni dello stato romano. Sotto i successori di Teodorico infatti, in discordia tra loro e avversati dai sudditi, l'italia fu riconquistata dagli imperatori bizantini. Politica di accordo con i romani 82
Test 1. I Germani esercitavano: a) l'agricoltura e l'allevamento del bestiame. b) Il commercio. c) Il commercio marittimo. 2. Il regno di Odoacre in Italia: a) non durò a lungo. b) Durò a lungo. c) Durò 3 anni. 3. Teodorico era re degli: a) Ostrogoti. b) Unni. c) Longobardi. 83