Gli strumenti di cooperazione con i Paesi terzi dell Unione europea

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Gli strumenti di cooperazione con i Paesi terzi dell Unione europea

Indice Lazioeuropa Temi e approfondimenti Gli strumenti di cooperazione con i Paesi terzi dell Unione europea Presentazione a cura dell EIC Lazioeuropa 3 La cooperazione territoriale europea Introduzione 5 1. La nuova architettura degli aiuti 7 ai Paesi terzi 1.1 La programmazione degli aiuti 10 1.2 Gli attori coinvolti dalla 11 programmazione 3.4 Mediterraneo del Sud e 38 Medio Oriente 3.5 Africa, Caraibi e Pacifico 41 3.6 America Latina, Asia, Asia Centrale, 43 Medio Oriente e Sud Africa 4. Testi normativi di riferimento 45 1.3 L attuazione degli aiuti 12 2. I nuovi strumenti di assistenza 15 finanziaria 2007/2013 2.1 Gli strumenti geografici 17 2.2 Gli strumenti orizzontali 26 3. Le schede dei principali 29 progammi divise per ambito geografico 3.1 Europa Centrale e Orientale 31 3.2 America Latina 34 3.3 Asia 36

Regione Lazio Lazioeuropa - Temi e approfondimenti Gli strumenti di cooperazione con i Paesi terzi dell Unione europea BIC Lazio Business Innovation Centre Direttore responsabile Luigi Campitelli Coordinamento Simona De Quattro Gruppo di lavoro Giulia Barozzi Roberta Bertolini Erminia De Carlo Tiziana Gueli Marco Lentini Michela Marcoccia Paolo Prosperini Impaginazione, composizione e stampa Tipografica Palozzi - 00047 Marino (Roma) Via Vecchia di Grottaferrata, 4 Copyright BIC Lazio 00182 Roma - via Casilina, 3/T telefono +39 069 784 501 fax +39 0697 845 001 www.biclazio.it comunicazione@biclazio.it 2

Presentazione a cura dell EIC Lazioeuropa La cooperazione territoriale europea La cooperazione territoriale europea ha visto riconosciuta la sua importanza per lo sviluppo della coesione economica e sociale dell Unione europea con la trasformazione da iniziativa comunitaria, nel periodo di programmazione 2000-2006, a uno dei tre obiettivi della politica di coesione europea (obiettivo 3) per il periodo 2007-2013. Soprattutto in seguito all allargamento dell Unione europea a 27 Stati membri, il fatto che la cooperazione territoriale sia stata elevata a obiettivo della politica di coesione sottolinea l importanza che la Commissione europea le riconosce, come strumento per l apertura dei territori verso l esterno e la condivisione delle problematiche di livello locale con altri soggetti europei. Tale condivisione può non solo collaborare alla crescita di uno spirito comune europeo, che sostituisca gli interessi locali e nazionali, ma anche diventare uno strumento di ricerca di soluzioni comuni alle problematiche esistenti nel territorio europeo; soluzioni da applicare in ambito locale attraverso un uso razionale dei Fondi strutturali che ciascuna regione europea ha a sua disposizione. La cooperazione territoriale europea, quindi, va sempre di più vista non come uno strumento specialistico, a uso di un ristretto gruppo di stakeholder, ma come un mezzo per integrare e ottimizzare le attività realizzate attraverso i fondi degli obiettivi 1 (convergenza) e 2 (competitività regionale e occupazione). 3

Introduzione La presente guida è uno strumento utile per comprendere gli aspetti legati ai temi della cooperazione esterna dell Unione europea nei confronti dei Paesi in via di sviluppo, dei Paesi in transizione e dei Paesi industrializzati. All interno della guida è possibile approfondire gli aspetti propri della «cooperazione allo sviluppo» in senso classico (titolo XX del trattato istitutivo della Comunità europea) e della cooperazione cosiddetta «economica, finanziaria e tecnica» (titolo XXI del trattato CE), sviluppando e approfondendo le modalità degli aiuti. Il sistema degli aiuti, infatti, si innesta, il più delle volte, nel quadro di accordi tesi a intensificare i legami commerciali e di cooperazione o anche a conseguire altri scopi, la cui gamma può andare, per esempio, dall instaurazione di un dialogo politico alla creazione di forme di partenariato e associazione, sino ad arrivare, per alcuni Paesi, alla prospettiva dell adesione all UE. L intenzione della guida è quella di fornire una panoramica attualizzata di come sono cambiate la struttura e le modalità operative delle linee di finanziamento dell Unione europea per la cooperazione. Dalla molteplicità dell esistente puzzle di linee di finanziamento si sta passando a una semplificazione sia numerica che procedurale delle stesse linee. Anche la terminologia cambia: si parla meno di linee e di programmi e più di strumenti di finanziamento. 5

1. La nuova architettura degli aiuti ai Paesi terzi

1. La nuova architettura degli aiuti ai Paesi terzi Il primo gennaio 2007 è coinciso con l inaugurazione di una nuova architettura relativa all assistenza finanziaria che l UE fornisce ai Paesi terzi, ispirata all esigenza di una semplificazione e di un accrescimento dell efficacia e della visibilità degli aiuti. All azione esterna dell UE è consacrata la Rubrica 4 delle prospettive finanziarie 2007-2013 (The EU as Global Actor), cui è destinata un allocazione complessiva di circa 55 miliardi di Euro per il periodo 2007-2013. Per avere un quadro più completo degli aiuti forniti dall Unione ai Paesi terzi, a questa cifra andrebbero aggiunti i 22,682 miliardi di Euro previsti nell ambito del X FES 1 per il periodo 2008-2013, e i 27,8 miliardi di Euro che costituiranno l ammontare totale dei prestiti concessi dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) 2 nel medesimo periodo (due miliardi dei quali verranno assegnati nel 2010, secondo i risultati di una revisione di metà percorso). A partire dal 2007, l azione esterna dell Unione europea si fonda essenzialmente su quattro strumenti geografici e quattro strumenti orizzontali, concepiti in modo da essere meglio focalizzati su obiettivi politici specifici: allargamento; politica di vicinato; raggiungimento degli obiettivi del millennio, ecc. La lista dei nuovi strumenti finanziari per la cooperazione si riduce, dunque, notevolmente, prevedendo alcuni strumenti di supporto alle politiche di allargamento e di vicinato dell Unione, ovvero: l IPA (Instrument for pre-accession assistance) - che sostituirà le attuali linee di finanziamento dei programmi Phare, ISPA, SAPARD e CARDS; l ENPI (European neighbourhood and partnership instrument) - che sostituirà i programmi MEDA e TACIS 3 nel predisporre assistenza tecnica per i Paesi del Mediterraneo e dell Est, e promuoverà negli stessi attività di formazione ma anche gemellaggi istituzionali e progetti transfrontalieri. Vi sono poi strumenti dedicati ad affrontare alcuni temi su scala globale: DCI (Development cooperation instrument), che opera secondo un criterio geografico in Asia, America Latina, Medio Oriente e Sud Africa, secondo un criterio tematico che permette di intervenire globalmente su specifici campi d azione e in particolare: - sullo sviluppo sociale e umano (investing in people); - sul rafforzamento del ruolo delle autorità locali e della società civile (non-state actors) nello sviluppo; - sull ambiente e la gestione sostenibile delle risorse naturali; - sulla sicurezza alimentare, sulla migrazione e asilo. EIDHR (European instrument for democra- 1 Fondo europeo di sviluppo (FES), a carattere intergovernativo che, fuori dal bilancio comunitario stricto sensu, finanzia la cooperazione con i cosiddetti Paesi ACP: Africa, Caraibi e Pacifico, aderenti all accordo di partenariato di Cotonou. 2 Secondo la decisione presa, al termine di un lungo negoziato, dal Consiglio ECOFIN del 28 novembre 2006. 3 Technical Assistance to the Commonwealth of Indipendente State. 9

tization and human rights), che sostituisce l omonima iniziativa. Questo strumento continuerà a finanziare attività per la promozione della democrazia e un maggior rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali nei Paesi terzi, e per la prima volta prevede tra i campi d azione finanziabili: - i diritti dei lavoratori; - la responsabilità sociale delle imprese; - la lotta contro il lavoro minorile. Seguendo le procedure della Commissione europea, ogni strumento è dettagliatamente descritto in un Regolamento comunitario. Per ogni strumento, inoltre, saranno predisposte specifiche linee guida che determineranno le modalità di accesso ai finanziamenti attraverso bandi e gare. 1.1 La programmazione degli aiuti La programmazione e l attuazione degli aiuti sono di competenza della Commissione europea, assistita, in base alla Decisione 1999/468/CE, da Comitati di gestione, cioè da organismi in cui sono rappresentati gli Stati membri e che coadiuvano la Commissione nell esercizio delle sue competenze di esecuzione. Le misure di assistenza a favore dei Paesi terzi previste dai programmi geografici si basano solitamente sulla definizione di una programmazione pluriennale e annuale, secondo quanto disposto dai regolamenti istitutivi dei diversi strumenti. Oltre ai documenti normativi è importante acquisire familiarità con almeno un paio di documenti operativi: 1. Country strategy papers (CSP) - per l IPA - in generale, strategy papers; 2. Multiannual indicative programmes (MIP). Il CSP è il documento strategico che definisce le priorità geografiche e tematiche d intervento in ogni singolo paese, mentre il MIP è il programma d intervento pluriennale attraverso cui sono definite l allocazione delle risorse finanziarie e il piano di lavoro. Due sono gli elementi significativi riguardanti le procedure e le modalità operative: il decentramento gestionale e il ruolo delle Delegazioni UE nella selezione e assegnazione dei fondi delle linee tematiche. In secondo luogo, il crescente protagonismo della società civile, attraverso le sue organizzazioni nella fasi di consultazione e determinazione delle priorità e dei campi d intervento. Le organizzazioni della società civile locali e internazionali, che collaborano con quelle locali, sono invitate a prendere parte a un processo consultivo nella formulazione dei Country strategy papers e a divenire interlocutori privilegiati delle Delegazioni UE nei Paesi in cui operano. Che siano rivolti a Paesi vicini o lontani, i nuovi strumenti per cooperazione dell Unione richiedono sempre maggiore analisi e accuratezza nell elaborazione delle proposte, unita a una elevata capacità gestionale. Scendendo nel dettaglio, bisogna sottolineare che, nell ambito della programmazione, viene per primo, in ordine logico e cronologico, lo Strategy paper, che è, come già accenato, un documento riferito a un Paese o a una Regione - Regional Strategy paper (RSP). Nel documento sono indicate le priorità d azione e gli obiettivi generali dell assistenza comunitaria in un determinato arco temporale, generalmente coincidente con l attuale ciclo di prospettive finanziarie 2007-2013, sulla base di un approfondita analisi, condivisa con i beneficiari, della situazione economica, sociale e istituzionale del Paese o della Regione destinataria dell aiuto. Sullo Strategy paper, a loro volta, si fondano i Programmi indicativi nazionali (PIN) e regionali (PIR), nei quali si definiscono, con maggiore dovizia di dettagli, gli ambiti d intervento, le misure di assistenza e i risultati attesi, e si fornisce anche una ripartizione indicativa di risorse finanziarie per settori prioritari, rispetto a un orizzonte temporale di 2 o 3 anni. Scendendo di un ulteriore livello, sulla base di quanto previsto nei Piani (o programmi) indicativi, si preparano i Piani d azione annuali, che contengono l elenco dei progetti che saranno finanziati con i fondi impegnati nell anno di riferimento. La programmazione è definita d intesa con le autorità dei Paesi beneficiari. Tutti i documenti sopra indicati sono poi formalmente adottati a Bruxelles, in seno a Comitati di gestione, presieduti dalla Commissione Europea, in cui siedono rap- 10

presentanti degli Stati membri, e in conformità con le vigenti procedure 4. 1.2 Gli attori coinvolti dalla programmazione A livello comunitario, un ruolo sempre più importante è giocato dalle delegazioni della Commissione europea nei Paesi beneficiari. A partire dal 2000, infatti, attraverso il cosiddetto processo di deconcentrazione dell aiuto esterno comunitario, esse si sono viste attribuire competenze pregnanti in materia di programmazione e di gestione dei progetti di assistenza. Le delegazioni si avvalgono della collaborazione di esperti in materia di identificazione, monitoraggio e valutazione dei progetti. Esse provvedono alla preparazione dei documenti di programmazione pluriennale e annuale e delle proposte di finanziamento, prima della loro trasmissione a Bruxelles (ossia prima dell approvazione dei documenti nei Comitati di gestione e dell adozione della decisione che impegna i fondi da parte della Commissione europea). In materia di impiego dei fondi comunitari, è necessario distinguere tra le diverse modalità di gestione delle risorse del bilancio comunitario5: centralizzata; centralizzata indiretta; decentrata; congiunta e concorrente. Nel caso di gestione centralizzata, i dipartimenti e le delegazioni della Commissione europea effettuano una serie di adempimenti di carattere finanziario, come la preparazione e la pubblicazione dei bandi di gara, la pubblicazione dei risultati e la conclusione dei contratti. Nel caso di modalità centralizzata indiretta tali adempimenti sono devoluti ad agenzie esecutive dell UE (come l Agenzia Europea per la Ricostruzione, incaricata di dare attuazione al programma CARDS in Serbia, in Montenegro, nel Kossovo e nell ex Repubblica Iugoslava di Macedonia), a organismi comunitari come la Banca Europea per gli Investimenti (BEI), a organismi nazionali o internazionali di diritto pubblico o comunque incaricati di un servizio pubblico rispondenti a determinati standard finanziari ecc. (per esempio, le Agenzie di cooperazione degli Stati membri). Laddove la gestione dei fondi sia decentrata, i compiti relativi al procurement sono, invece, affidati alle autorità del Paese terzo beneficiario, che possono a loro volta delegarli agli stessi organismi nazionali o internazionali appena citati. La gestione congiunta ha luogo, attraverso altre organizzazioni internazionali attive in materia di cooperazione (a esempio, le Agenzie delle Nazioni Unite). Nel caso di gestione concorrente, infine, i compiti di esecuzione del bilancio vengono delegati agli Stati membri dell UE. Per quanto concerne il ruolo dei Paesi beneficiari dell assistenza comunitaria, invece, va rilevato che ogni strategia nei loro confronti viene basata sul principio della loro ownership, ossia sulle esigenze e priorità da essi stessi espresse e sostenute sulla base di una visione condivisa con la Commissione europea e con gli Stati membri della UE. I Paesi beneficiari, infatti, intrattengono un complesso dialogo con le Istituzioni comunitarie, articolato nell ambito di vari fori bilaterali o multilaterali, che si sintetizzano nel Documento di strategia paese o negli altri documenti analoghi. Essi, inoltre, partecipano in varie forme alla gestione degli aiuti, come previsto dal Regolamento Finanziario della UE, fino ad arrivare, nel caso della cosiddetta gestione decentrata, all amministrazione diretta dei fondi. Naturalmente, anche gli Stati membri vanno annoverati tra gli attori della programmazione e dell attuazione degli aiuti comunitari. Oltre a sostenere il bilancio della UE con le loro risorse, gli Stati membri partecipano al dialogo che si instaura con ogni singolo Paese beneficiario o regione geografica, a vantaggio della quale si indirizzano le azioni comunitarie. Essi lo fanno prendendo parte sia alle riu- 4 Decisione del Consiglio 468/99 e successive modifiche. 5 Regolamento finanziario 1605/02 e successive modifiche e norme di attuazione 11

nioni dei gruppi di lavoro del Consiglio dell Unione Europea, articolati per aree geografiche, che hanno luogo a Bruxelles, sia alle riunioni di coordinamento tra le delegazioni della Commissione europea e le Ambasciate degli Stati membri nelle capitali dei Paesi beneficiari. Spesso gli Stati membri svolgono attività bilaterali di sostegno ai Paesi beneficiari, con impegno di fondi da parte dei rispettivi organismi nazionali (Agenzie Nazionali di cooperazione, ma anche autorità territoriali, ONG, Università, società di consulenza, ecc.). Nell attuazione delle rispettive politiche di sviluppo, Stati membri e Commissione si coordinano al fine di garantire l efficacia degli aiuti e di evitare sovrapposizioni, duplicazioni o dispersioni di risorse. Viene in questo quadro valorizzato il ruolo della rete diplomatico-consolare italiana, impegnata a cooperare alla stesura dei documenti comunitari di programmazione, nonché a vigilare sulla corretta attuazione dei singoli progetti di cooperazione e sul coordinamento con gli altri donatori. Conseguentemente, anche l attività dei Ministeri e degli Enti locali si sono adattate a questa nuova realtà. 1.3 L attuazione degli aiuti In linea generale, l aiuto esterno comunitario consiste in finanziamenti a dono a favore dei Paesi beneficiari (chi concede finanziamenti a tasso agevolato a disposizione degli operatori per la realizzazione di determinate iniziative è invece la Banca Europea per gli Investimenti). I finanziamenti a dono previsti dai regolamenti riguardanti l azione esterna della UE, sia geografici che tematici, schematicamente vengono canalizzati attraverso quattro modalità: gare di appalto (calls for tenders) per assistenza tecnica, lavori e forniture; inviti a presentare proposte su temi specifici (calls for proposals), per lo più in cofinanziamento con gli enti proponenti; contributi diretti al bilancio del Paese beneficiario (budget support); gemellaggi istituzionali (assistenza tecnica tra Istituzioni degli Stati membri UE e dei Paesi beneficiari). Le gare d appalto (calls for tenders) Le gare di appalto sono la forma più diffusa di aiuto bilaterale. Per la maggior parte riguardano l assistenza tecnica assicurata da un team di esperti provenienti da più Stati membri, portatori di un know how europeo in grado di creare meccanismi di volano e di ottimizzazione e possibilmente di moltiplicazione delle risorse. Le gare possono, comunque, riguardare anche forniture e lavori. Esse sono aperte a enti e operatori pubblici e privati, a scopo di lucro o meno. Una rassegna completa delle procedure di gara è disponibile sul sito dell Ufficio di Cooperazione della Commissione (EuropeAid). Inviti alle proposte (calls for proposals) Gli inviti a presentare proposte si applicano per lo più (ma non esclusivamente) a progetti su scala regionale o agli interventi tematici (aiuto e sicurezza alimentare, ambiente, sanità, malattie trasmissibili, uguaglianza tra i sessi, ecc.), in genere attuati da ONG e organismi internazionali. Essi danno vita a sovvenzioni (o grants in senso stretto) per la realizzazione del progetto proposto. Le procedure per l assegnazione delle sovvenzioni sono solitamente limitate a enti o operatori no profit. In generale è previsto il cofinanziamento da parte dell organismo proponente. Sul sito di EuropeAid è possibile verificare l avvio e l esito delle procedure di selezione (calls for tenders e calls for proposals). Analogo servizio è offerto anche dai portali delle delegazioni della Commissione europea presenti nei Paesi beneficiari. Contributi diretti in bilancio I contributi diretti al bilancio del Paese beneficiario normalmente non fanno sorgere opportunità rilevanti per gli operatori europei. Il contributo, infatti, può dar vita a procedure di gara rette esclusivamente dal diritto locale: circostanza, questa, che nella maggioranza dei casi va a beneficio soprattutto degli operatori locali. Le azioni di budget support rappresentano comunque la parte più sostanziosa dell aiuto esterno, e in molti casi assorbono l intero aiuto bilaterale destinato a un singolo Paese. I fondi sono erogati direttamente al Paese beneficiario per tranche successive, a seconda 12

del conseguimento da parte di quest ultimo dei risultati concordati con la Commissione europea (le cosiddette condizionalità). Si tratta di una forma di intervento a cui la Commissione ricorre laddove le Autorità locali forniscano garanzie sufficienti in materia di gestione delle finanze pubbliche e in termini di realizzazione progressiva di riforme strutturali in determinati settori. Gemellaggi istituzionali Si tratta di una forma di assistenza tecnica che è stata avviata ormai da anni per i Paesi in pre adesione e che oggi è attuabile in tutti i programmi geografici. 13

2. I nuovi strumenti di assistenza finanziaria 2007/2013

2. I nuovi strumenti di assistenza finanziaria 2007/2013 A partire dal 2007, l azione esterna dell Unione europea si fonda essenzialmente su quattro strumenti geografici e quattro strumenti orizzontali, concepiti in modo da essere meglio focalizzati su obiettivi politici specifici (allargamento, politica di vicinato, raggiungimento degli obiettivi del millennio, ecc.). 2.1 Gli strumenti geografici Lo strumento di pre adesione (IPA) Obiettivo principale dell IPA 6 è di promuovere il progressivo avvicinamento dei Paesi beneficiari agli standard e alle politiche dell UE e di favorire l attuazione dell acquis communautaire 7 in vista dell adesione. L IPA sostituisce i precedenti strumenti destinati ai Paesi candidati e potenziali candidati all adesione: Phare, il cui scopo è stato l allineamento della legislazione con l acquis communautaire, attraverso l institution building, gli investimenti nella coesione economica e sociale e la cooperazione transfrontaliera; ISPA, il precursore del Fondo di Coesione, che ha finanziato progetti d infrastruttura nei settori dell ambiente e dei trasporti; SAPARD, lo strumento precursore dello Sviluppo rurale; lo strumento di pre adesione per la Turchia, le cui finalità erano simili al Phare; CARDS, lo strumento di assistenza alla ricostruzione, sviluppo e stabilizzazione dei Balcani Occidentali. Nell ottica di una semplificazione, la struttura dell IPA si articola in cinque componenti: 1. transition facility e institution building, sostegno alla transizione e sviluppo istituzionale: copre in linea di principio tutte le azioni o misure di sviluppo istituzionale relative all acquis comunitario e i relativi investimenti, nonché le azioni che aiutano i Paesi beneficiari a conformarsi ai criteri definiti dal Consiglio europeo di Copenaghen del giugno 1993; 2. cooperazione transfrontaliera, alle frontiere marittime e terrestri tra Paesi candidati e potenziali candidati e Stati membri (frontiere esterne dell UE) e alle frontiere tra Paesi candidati e potenziali candidati (essenzialmente le frontiere tra Paesi dei Balcani Occidentali). Inoltre, laddove è appropriato, può finanziare la partecipazione dei Paesi candidati e potenziali candidati ai programmi di cooperazione transnazionale nell ambito dell obiettivo cooperazione territoriale dei Fondi strutturali (FESR) 2007-13 e nei programmi di cooperazione di bacino marittimo dello strumento ENPI (questo aspetto concerne solo la Turchia); 3. sviluppo regionale: precursore del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo di coesione, questa componente ha lo scopo di preparare i Paesi candidati all attuazione dei programmi dei fondi strutturali e di coesione; 6 Reg. 1085/2006 del Consiglio, del 17 luglio 2006, che istituisce uno Strumento di assistenza preadesione (IPA). 7 Piattaforma comune di diritti e obblighi che si sono sviluppati nel corso del processo che ha dato vita all Unione europea, e che pertanto vincolano gli Stati membri. 17

Tabella 1 Paesi IPA. Paesi candidati effettivi Turchia Croazia Macedonia Paesi candidati potenziali Albania Bosnia Erzegovina Serbia Montenegro Figura 1 Geografia IPA Paesi candidati potenziali Paesi candidati effettivi Fonte: Commissione europea, DG Allargamento. 4. sviluppo delle risorse umane: anche questa componente ha lo scopo di preparare i Paesi candidati all attuazione dei fondi strutturali e segnatamente il Fondo Sociale Europeo (FSE); 5. sviluppo rurale: l obiettivo di questa componente è quello di aiutare i Paesi candidati a prepararsi ai programmi di sviluppo rurale post adesione. I Paesi beneficiari sono divisi in due categorie, in base al loro status definito dal Consiglio: i candidati effettivi, che hanno accesso a tutte e cinque le componenti di IPA; i potenziali candidati (incluso il Kosovo), che hanno accesso solo alle prime due componenti, dal momento che le restanti tre hanno lo scopo di preparare le amministrazioni dei candidati effettivi alla futura gestione dei Fondi strutturali di cui beneficiano gli Stati membri dell UE. Risorse disponibili Turchia, Croazia, ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Albania, Serbia (incluso il Kosovo), Bosnia Erzegovina e Montenegro beneficeranno di 11,565 miliardi di Euro fino al 2013 grazie allo strumento di pre adesione (IPA - Instrument for Pre Accession). Poco meno della metà dei fondi IPA programmati fino al 2010 (2,256 miliardi di Euro su circa 4,7 complessivamente stanziati) andrà alla Turchia, che però risulta ultima, se si guarda alla ripartizione pro capite degli aiuti. I medesimi Paesi beneficeranno anche di 8,7 miliardi di Euro in prestito della BEI. 18

Tabella 2 Piano Finanziario IPA 2007-2013, ripartizione delle risorse per singolo Paese e componenti fino al 2010 (milioni di Euro). Paesi Componenti 2007 2008 2009 2010 Turchia Sostegno alla transizione e 252,2 250,2 233,2 211,3 sviluppo istituzionale Cooperazione transfrontaliera 6,6 8,8 9,4 9,6 Sviluppo regionale 167,5 173,8 182,7 238,1 Sviluppo risorse umane 50,2 52,9 55,6 63,4 Sviluppo rurale 20,7 53,0 85,5 131,3 Totale 497,2 538,7 566,4 653,7 Croazia Sostegno alla transizione e 47,6 45,4 45,6 39,5 sviluppo istituzionale Cooperazione transfrontaliera 9,7 14,7 15,9 16,2 Sviluppo regionale 44,6 47,6 49,7 56,8 Sviluppo risorse umane 11,1 12,7 14,2 15,7 Sviluppo rurale 25,5 25,6 25,8 26,0 Totale 138,5 146,0 151,2 154,2 Ex-Repubblica Sostegno alla transizione e 41,6 39,9 38,1 36,3 Jugoslava di sviluppo istituzionale Macedonia Cooperazione transfrontaliera 4,2 5,3 5,6 5,7 Sviluppo regionale 7,4 12,3 20,8 29,4 Sviluppo risorse umane 3,2 6,0 7,1 8,4 Sviluppo rurale 2,1 6,7 10,2 12,5 Totale 58,5 70,2 81,8 92,3 Serbia Sostegno alla transizione e 178,5 179,4 182,6 186,2 sviluppo istituzionale Cooperazione transfrontaliera 8,2 11,5 12,2 12,5 Totale 186,7 190,9 194,8 198,7 Montenegro Sostegno alla transizione e 27,5 28,1 28,6 29,2 sviluppo istituzionale Cooperazione transfrontaliera 3,9 4,5 4,7 4,8 Totale 31,4 32,6 33,3 34,0 Kosovo Sostegno alla transizione e 60,7 62,0 63,3 64,5 sviluppo istituzionale Cooperazione transfrontaliera 2,6 2,7 2,8 2,8 Totale 63,3 64,7 66,1 67,3 Bosnia Sostegno alla transizione e 58,1 69,9 83,9 100,7 Herzegovina sviluppo istituzionale Cooperazione transfrontaliera 4,0 4,9 5,2 5,3 Totale 62,1 74,8 89,1 106,0 Albania Sostegno alla transizione e 54,3 61,1 70,9 82,7 sviluppo istituzionale Cooperazione transfrontaliera 6,7 9,6 10,3 10,5 Totale 61,0 70,7 81,2 93,2 Totale programmi Paesi 1.098,7 1.188,6 1.263,9 1.399,4 Programma Orizzontale e Regionale 100,7 140,7 160,0 157,7 Costi amministrativi 55,8 54,0 56,5 64,6 Totale generale 1.255,2 1.383,3 1.480,4 1.621,7 Attraverso l IPA verranno finanziati anche programmi di cooperazione transfrontaliera tra le Regioni dei Paesi UE e le Regioni dei Paesi beneficiari che condividono una frontiera terrestre o marittima. 19

Lo strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI) I Paesi che beneficiano della Politica europea di vicinato (PEV), ossia i Paesi del Mediterraneo meridionale e orientale (Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Siria, Tunisia, Territori Palestinesi), Ucraina, Moldova, Bielorussia e i Paesi del Caucaso meridionale (Georgia, Armenia ed Azerbaijan), riceveranno 11,967 miliardi di Euro grazie allo Strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI European Neighbourhood and Partnership Instrument)8. Lo Strumento fornirà, inoltre, sostegno al partenariato strategico dell Unione europea con la Russia. Per lo stesso periodo finanziario, i Paesi del Mediterraneo beneficeranno anche di 8,7 miliardi di Euro di prestiti della BEI, mentre i restanti Paesi ENPI (compresa la Russia) disporranno allo stesso titolo di 3,7 miliardi di Euro. Altri 465 milioni di Euro arriveranno dal DCI per il finanziamento di programmi tematici a carattere trasversale. L ENPI sostituisce gli strumenti: MEDA, che è stato il principale strumento finanziario dell Unione europea al servizio del partenariato euro-mediterraneo e ha previsto delle misure di accompagnamento finanziarie e tecniche per la riforma delle strutture economiche e sociali dei partner mediterranei 9. I principali obiettivi e settori di intervento si rifanno direttamente a quelli della Dichiarazione di Barcellona del 1995. Il programma MEDA ha avuto una vocazione allo stesso tempo bilaterale e regionale. Tacis: è stato uno strumento essenziale di assistenza tecnica, nato nel 1991 per favorire la transizione verso un economia di mercato e consolidare la democrazia e lo Stato di diritto nei nuovi stati indipendenti sorti dal collasso dell Unione Sovietica. Per la Federazione Russa il termine Tacis è stato sostituito da EU-Russia cooperation programme. Quattro sono le macro-aree di intervento individuate: 1. sviluppo economico e sociale; 2. sfide comuni; 3. sicurezza ed efficienza dei confini; 4. promozione di azioni people-to-people. L ENPI tende a un sostanziale approfondimento della cooperazione già esistente con i Paesi vicini, contribuendo ad affrontare questioni che, in considerazione della prossimità geografica o dei legami di natura economica e storica, sono di interesse comune. A questo scopo, le tradizionali strategie di assistenza, quali la lotta alla povertà e la promozione dello sviluppo sostenibile, sono coniugate con una programmazione mirata a estendere ai Paesi beneficiari alcune delle politiche proprie dell UE, come il mercato interno e la realizzazione di grandi reti infrastrutturali. Una caratteristica innovativa dell ENPI è proprio la sua componente di Cooperazione Transfrontaliera (CBC), che mira a rafforzare la cooperazione tra i territori posti ai confini interni ed esterni dell UE. I Programmi operativi congiunti attivati in quest ambito, disciplinati da un apposito Regolamento di attuazione della Commissione europea, riuniscono regioni di Stati Membri e di Paesi partner che condividono frontiere terrestri o marittime comuni. Saranno pertanto previste due tipologie di programmi: bilaterali sulle frontiere terrestri (o stretti marittimi), e multilaterali di bacino sulle frontiere marittime. Tra questi ultimi, per quanto riguarda l Italia rientra il programma «Bacino del Mediterraneo», di cui la Regione Sardegna è Autorità di Gestione Congiunta. Invece la Sicilia e la Tunisia sono interessate da un programma bilaterale. 8 Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio 1638/06 del 24 Ottobre 2006. 9 Il programma MEDA ha avuto come prima base giuridica il regolamento MEDA del 1996 (regolamento (CE) 1488/96 del consiglio) che copriva il periodo dal 1995 al 1999. Un nuovo regolamento (regolamento (CE) 2698/00), versione migliorata del precedente, istituiva il programma MEDA II per il periodo 2000-2006. 20

Tabella 3 Paesi ENPI. Paesi Accordi di associazione o di cooperazione Algeria 1/09/2005 Armenia 1/07/1999 Azerbaijan 1/07/1999 Bielorussia 10 Egitto 1/06/2004 Georgia 1/07/1999 Israele 1/06/2000 Giordania 1/05/2002 Libano 1/03/2003 Libia Moldova 1/07/1998 Marocco 1/03/2000 Palestina 1/07/1997 Siria Tunisia 1/03/1998 Ucraina 1/03/1998 Russia 1/12/1997 Figura 2 Paesi ENPI. Islanda Baltico, Regioni europee Nuts II Baltico, Regioni non europee Mar Nero, Regioni europee Nuts II Mar Nero, Regioni non europee Norvegia Svezia Finlandia Russia Mar Mediterraneo, Regioni europee Nuts II Mar Mediterraneo, Regioni non europee Estonia Lettonia Portogallo Irlanda Spagna Danimarca Regno Unito Polonia Olanda Germania Ucraina Belgio Repubblica Ceca Slovacchia Moldavia Francia Austria Ungheria Romania Svizzera Slovenia Croazia Bosnia Serbia Erzegovina Bulgaria Montenegro Fyrom Albania Italia Lituania Russia Bielorussia Grecia Turchia Libano Kazakistan Georgia Azerbaijan Armenia Siria Iraq Tunisia Israele Giordania Marocco Israele Algeria Libia Egitto Fonte: Commissione europea. 10 Per la Bielorussia, la negoziazione dell accordo di cooperazione è attualmente sospesa. 21

Tabella 4 Piano finanziario ENPI 2007/2013. Programmi sulle frontiere interne terrestri Risorse finanziarie (in Euro) 2007/2010 2010/2013 Totale 2007/2013 Nord/Russia 14.728 13.513 28.241 Karelia/Russia 12.101 11.102 23.203 SE Finlandia/Russia 18.871 17.314 36.185 Estonia/Lettonia/Russia 24.915 22.859 47.775 Lettonia/Lituania/Bielorussia 21.766 19.970 41.737 Lituania/Polonia/Russia 68.908 63.222 132.130 Polonia/Bielorussia/Ucraina 97.107 89.094 186.201 Ungheria/Slovacchia/Ucraina/Romania 35.796 32.842 68.638 Romania/Moldavia/Ucraina 66.086 60.632 126.718 Programmi sugli stretti marittimi Spagna/Marocco settentrionale 81.738 74.993 156.732 Spagna/Marocco meridionale 16.773 15.389 32.162 Italia/Tunisia 13.138 12.054 25.191 Programmi di bacino Mar Nero 9.025 8.281 17.306 Mar Mediterraneo 90.539 83.068 173.607 Mar Baltico 11.791 10.818 22.608 Totale 583.283 535.152 1.118.434 Fonte: sito EuropeAid. Lo strumento per la cooperazione allo sviluppo (DCI) I Paesi dell America Latina, dell Asia, dell Asia Centrale, del Medio Oriente e il Sudafrica beneficeranno dello strumento per la cooperazione allo sviluppo (DCI, Development Cooperation Instrument) 11, che sostituisce, tra gli altri, il programma: ALA: istituito con Regolamento (CE) 443/92 del Consiglio del 25 febbraio 1992 che non aveva previsto un termine; ALA ha avuto come finalità quella di promuovere il rispetto e l esercizio delle libertà e dei diritti fondamentali al fine di garantire uno sviluppo economico e sociale duraturo in tutti i Paesi dell America Latina e dell Asia. Il programma ALA costituisce tuttora la base per tutte le linee di finanziamento e i programmi di cooperazione destinati ai Paesi dell America Latina e dell Asia 12. Il DCI, che ha una dotazione finanziaria settennale di 16,897 miliardi di Euro, è destinato salvo alcune eccezioni a tutti i Paesi in via di sviluppo non beneficiari di IPA, di ENPI, o del FES (Fondo Europeo di Sviluppo), e ha come obiettivo principale lo sviluppo sostenibile finalizzato all eliminazione della povertà, nel rispetto degli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM), nonché la promozione della democrazia, della good governance, dei diritti umani e dello stato di diritto. L assistenza erogata dal DCI è attuata: a livello geografico 13, attraverso iniziative a livello bilaterale o regionale; a questo titolo i Paesi dell Asia riceveranno 5,187 mi- 11 Reg. 1905/06, del 18 dicembre 2006, che istituisce uno Strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo. 12 Vedere schede geografiche corrispondenti agli attuali programmi. 13 Vedi schede divise per area geografica pagg. 23-28. 22

liardi di Euro; nello specifico, quelli dell Asia centrale 719 milioni di Euro, quelli del Medio Oriente 487 milioni di Euro, dell America Latina 2,690 miliardi di Euro, il Sudafrica 980 milioni di Euro. a livello tematico 14, in settori specifici di interesse trasversale e a beneficio anche dei Paesi FES ed ENPI: a questo titolo verranno destinati 5,031 miliardi di Euro a cinque programmi. Si tratta di una notevole semplificazione rispetto al passato, quando un gran numero di programmi tematici era disciplinato da altrettanti regolamenti ad hoc. I programmi tematici dovrebbero fornire un valore aggiunto specifico, rimanendo complementari rispetto ai programmi di carattere geografico, inclusi i programmi FES. In questa maniera si intende dare maggiore visibilità all azione svolta dall UE rispetto alle tematiche sottostanti ai programmi: - sostegno allo sviluppo del capitale umano (investing in people): 1.060 milioni di Euro; - ambiente e gestione sostenibile delle risorse naturali: 804 milioni di Euro; - sostegno agli attori non statali e alle autorità locali nello sviluppo: 1.639 milioni di Euro; - sicurezza alimentare: 1.709 milioni di Euro; - migrazione e asilo (che sostituisce il programma AENEAS): 384 milioni di Euro. I Paesi dell Asia e quelli dell America Latina beneficeranno anche di prestiti BEI rispettivamente per 1 e 2,8 miliardi di Euro. Allo stesso titolo la Repubblica Sudafricana riceverà 900 milioni di Euro. Sempre nell ambito del Regolamento DCI, 1,244 miliardi di Euro verranno destinati ai Paesi ACP 15 aderenti al Protocollo dello zucchero: Barbados, Belize, Guyana, Giamaica, Saint Kitts e Nevis, Trinidad e Tobago, Figi, Repubblica del Congo, Costa d Avorio, Kenya, Madagascar, Malawi, Mauritius, Mozambico, Swaziland, Tanzania, Zambia e Zimbabwe, che beneficeranno di specifiche misure di accompagnamento. Queste mirano a sostenere i processi di adeguamento alle nuove condizioni sul mercato dello zucchero dovute alla riforma dell organizzazione comune del mercato in questo settore. Gli interventi geografici del DCI Asia Paesi - Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Repubblica popolare democratica di Corea, Laos, Malaysia, Maldive, Mongolia, Myanmar/Birmania, Nepal, Pakistan, Filippine, Sri Lanka, Thailandia, Vietnam. Durata - 2007/2013. Dotazione finanziaria - 5.187 milioni di Euro. Politica e obiettivi dell UE per l attuazione dello strumento DCI: perseguire gli obiettivi del millennio nel campo della salute, ivi compresa la lotta all HIV/AIDS e dell istruzione, anche attraverso un dialogo politico finalizzato alla riforma di questi settori; affrontare i problemi connessi alla governance, in particolare negli Stati fragili, per aiutarli a creare Istituzioni pubbliche legittime, efficaci e solide e una società civile attiva e organizzata, nonché per migliorare la protezione dei diritti umani, compresi i diritti dei minori; incoraggiare una maggiore integrazione e cooperazione regionale sostenendo vari processi di integrazione e dialogo regionale; contribuire al controllo di epidemie e zoonosi, nonché alla riabilitazione dei settori colpiti; promuovere lo sviluppo sostenibile in tutte le sue dimensioni, con particolare attenzione alla protezione delle foreste e della biodiversità; promuovere azioni contro la produzione, il consumo e il traffico di droga e i traffici di altro tipo. 14 Vedi schede divise per area tematica cap. 3. 15 Scheda ACP cap. 3.6. 23

Gli interventi geografici del DCI Asia Centrale Paesi - Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan. Durata - 2007/2013. Dotazione finanziaria - 719 milioni di Euro. Obiettivi: promuovere le riforme costituzionali e l avvicinamento legislativo, amministrativo e regolamentare alla Comunità, ivi compreso il rafforzamento delle Istituzioni e degli organismi nazionali responsabili dell efficace attuazione delle politiche nei settori contemplati dagli accordi di partenariato e di cooperazione, quali organismi elettivi, parlamenti; la riforma della pubblica amministrazione; la gestione delle finanze pubbliche; promuovere lo sviluppo dell economia di mercato e l integrazione dei Paesi partner nell OMC, affrontando nel contempo gli aspetti sociali della transizione; sostenere una gestione efficiente delle frontiere e la cooperazione transfrontaliera per promuovere lo sviluppo economico, sociale e ambientale sostenibile nelle regioni di frontiera; lottare contro la produzione, il consumo e il traffico di droga e i traffici di altro tipo; combattere l HIV/AIDS; promuovere la cooperazione, il dialogo e l integrazione a livello regionale, in particolare in materia di ambiente (soprattutto nei settori idrico e igienico-sanitario), di istruzione, di energia e di trasporti (anche per la sicurezza dell approvvigionamento energetico internazionale e delle operazioni di trasporto, o di interconnessioni, reti e loro operatori, fonti energetiche rinnovabili ed efficienza energetica). Gli interventi geografici del DCI Medio Oriente Paesi - Iran, Iraq, Oman, Arabia Saudita, Yemen. Durata - 2007/2013. Dotazione finanziaria - 481 milioni di Euro. Obiettivi: incoraggiare la coesione sociale per assicurare l equità sociale, in particolare in relazione all uso delle risorse nazionali interne, e assicurare l uguaglianza politica soprattutto mediante la promozione dei diritti umani, ivi compresa la parità di genere; promuovere la diversificazione economica, lo sviluppo di un economia di mercato e l integrazione dei paesi partner nell OMC; promuovere la cooperazione, il dialogo e l integrazione a livello regionale, sostenendo gli sforzi di integrazione all interno della regione (ad esempio, in materia di economia, energia, trasporti e rifugiati); sostenere la conclusione di accordi internazionali e l efficace applicazione del diritto internazionale, in particolare le risoluzioni dell ONU e le convenzioni multilaterali; affrontare questioni relative alla governance, in particolare negli Stati fragili, per aiutarli a creare Istituzioni pubbliche legittime, efficaci e solide e una società civile attiva e organizzata, e per migliorare la protezione dei diritti umani, compresi i diritti dei minori. Gli interventi geografici del DCI America Latina Paesi - Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perú, Uruguay, Venezuela. Durata - 2007/2013. Dotazione finanziaria - 2.690 milioni di Euro. Obiettivi: promuovere la coesione sociale quale obiettivo comune e settore prioritario delle relazioni tra la Comunità e l America latina, tra mite la lotta contro la povertà, l ineguaglianza e l esclusione. Particolare attenzione va prestata alla protezione sociale e alle politiche fiscali, agli investimenti produttivi finalizzati a creare maggiore e migliore occupazione, alle politiche volte a combattere la discriminazione e la produzione, il consumo e il traffico di droga e ai miglioramenti nei servizi sociali fondamentali, in particolare salute e istruzione; incoraggiare una maggiore integrazione regionale, anche tramite il sostegno ai diversi processi di integrazione regionale e all interconnessione delle infrastrutture di rete, assicurando al contempo la complementarietà con le attività sostenute dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) e da altre Istituzioni; sostenere il rafforzamento della buona governance e delle Istituzioni pubbliche, nonché della protezione dei diritti umani, compresi i diritti dei minori e delle popolazioni indigene; sostenere la creazione di un settore dell istruzione superiore comune all UE e all America latina; promuovere lo sviluppo sostenibile in tutte le sue dimensioni, con particolare attenzione alla protezione delle foreste e della biodiversità. 24

Gli interventi geografici del DCI Africa Paesi - Sud Africa. Durata - 2007/2013. Dotazione finanziaria - 980 milioni di Euro. Obiettivi: sostenere il consolidamento di una società democratica, della buona governance e dello Stato di diritto e contribuire alla stabilità e all integrazione regionale e continentale; sostenere gli sforzi di adeguamento nella regione conseguenti alla creazione della zona di libero scambio nell ambito dell accordo tra la Comunità ed il Sudafrica sugli scambi commerciali, lo sviluppo e la cooperazione e di altre intese regionali; sostenere la lotta contro la povertà, la disuguaglianza e l esclusione, anche soddisfacendo i bisogni fondamentali delle comunità svantaggiate; affrontare il problema della pandemia HIV/AIDS e del suo impatto sulla società sudafricana. Misure di accompagnamento per i Paesi ACP 16 aderenti al protocollo dello zucchero Paesi - Barbados, Belize, Guyana, Giamaica, Saint Kitts e Nevis, Trinidad e Tobago, Figi, Repubblica del Congo, Costa d Avorio, Kenya, Madagascar, Malawi, Mauritius, Mozambico, Swaziland, Tanzania, Zambia e Zimbabwe. Durata - 2007/2013. Dotazione finanziaria - 1.244 milioni di Euro. Obiettivi - sostenere i paesi ACP aderenti al protocollo dello zucchero interessati dalla riforma del regime comunitario nel loro processo di adeguamento alle nuove condizioni del mercato dovute alla riforma. Particolare attenzione viene posta alle seguenti attività di cooperazione: aumentare la competitività del settore dello zucchero e dello zucchero di canna, laddove questo sia sostenibile, tenendo conto della situazione delle diverse parti in causa della catena; promuovere la diversificazione economica delle zone dipendenti dallo zucchero; affrontare le conseguenze più ampie del processo di adeguamento, eventualmente collegate, ma non esclusivamente, all occupazione e ai servizi sociali, all utilizzazione dei terreni e al risanamento ambientale, al settore dell energia, alla ricerca e all innovazione e alla stabilità macroeconomica. I soggetti ammissibili ai finanziamenti sopra descritti sono: 1. associazioni; 2. associazioni di categoria; 3. associazioni culturali; 4. agenzie di sviluppo; 5. amministrazioni nazionali; 6. associazioni culturali; 7. cooperative; 8. enti locali; 9. enti pubblici; 10. enti privati; 11. enti regionali; 12. imprese; 13. ONG; 14. organizzazioni professionali; 15. organizzazioni internazionali; 16. organismi senza scopo di lucro; 17. persone fisiche; 18. persone giuridiche; 19. Pubbliche amministrazioni, 20. Università. Lo strumento per la cooperazione con i Paesi industrializzati (ICI) Grazie allo Strumento finanziario per la cooperazione con i Paesi e territori industrializzati (ICI)17, 172 milioni di Euro saranno destinati alla cooperazione finanziaria, alla cooperazione tecnica e alle altre forme di cooperazione di competenza della Comunità (per esempio nei settori della ricerca, della scienza e 16 Barbados, Belize, Guyana, Giamaica, Saint Kitts e Nevis, Trinidad e Tobago, Figi, Repubblica del Congo, Costa d Avorio, Kenya, Madagascar, Malawi, Mauritius, Mozambico, Swaziland, Tanzania, Zambia e Zimbabwe. 17 Reg. 1934/06 del 21 dicembre 2006, che istituisce uno Strumento finanziario per la cooperazione con i Paesi industrializzati e altri Paesi e territori ad alto reddito. 25

tecnologia, dell energia, dei trasporti e dell ambiente, del sociale, ecc.) con Australia, Bahrein, Brunei, Canada, Taipei cinese, Hong Kong, Giappone, Corea, Macao, Nuova Zelanda, Kuwait, Qatar, Singapore, Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti d America. Le azioni finanziate dall ICI potranno anche mirare ad aumentare il grado di visibilità dell UE nei suddetti Paesi. 2.2 Gli strumenti orizzontali I principali strumenti orizzontali sono cinque: strumento per la stabilità; strumento finanziario per la promozione della democrazia e dei diritti umani nel mondo (EIDHR); strumento per la cooperazione in materia di sicurezza; strumenti per l aiuto umanitario e per l assistenza macro-finanziaria. Lo strumento per la stabilità Di nuova creazione è lo strumento per la stabilità18, che ha una dotazione di circa 2,062 miliardi di Euro, ed è finalizzato a permettere una pronta reazione a situazioni di crisi e di instabilità nei Paesi terzi, contribuendo inoltre alla prevenzione dei conflitti e ad affrontare minacce specifiche anche a carattere transnazionale. L assistenza si realizzerà, per esempio, attraverso il sostegno alla creazione e al funzionamento di amministrazioni transitorie, all institution building, a tribunali penali internazionali e ai tribunali speciali nazionali, attraverso il ripristino e la ricostruzione delle infrastrutture di base, degli alloggi, degli edifici pubblici e delle attività economiche nonché della capacità produttiva di base, la riabilitazione e la reintegrazione delle vittime di conflitti armati, etc. Lo strumento per la stabilità sostituirà una lunga lista di altri regolamenti 19. Lo strumento finanziario per la promozione della democrazia e dei diritti umani nel mondo (EIDHR) Con una dotazione di 1,104 miliardi di Euro, lo strumento20 finanzierà iniziative a tutela dei diritti dell uomo e delle libertà fondamentali, in grado di favorire la democrazia e i processi democratici. Esso sostituisce la precedente iniziativa europea per la democrazia e i diritti umani. Settori di intervento saranno: 1. la promozione dei processi di democratizzazione; 2. la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali; 3. il rafforzamento del sistema internazionale di protezione della giustizia, dello stato di diritto; 4. il rafforzamento del clima di fiducia, dell affidabilità e della trasparenza dei processi elettorali. Tra i principali beneficiari vi saranno soggetti istituzionali nazionali, quali organismi parlamentari, ma anche organizzazioni internazionali e organizzazioni della società civile. Lo strumento per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare Lo strumento per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare 21 servirà a fornire assistenza ai Paesi terzi in materia di miglioramento degli standard di sicurezza per gli impianti nucleari, di gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile irraggiato e di salvaguardie 18 Reg. 1717/06 del 15 novembre 2006, che istituisce uno strumento per la stabilità. 19 In particolare, il regolamento relativo alle azioni nel settore dell aiuto alle popolazioni sradicate nei Paesi in via di sviluppo dell America Latina e dell Asia, i regolamenti riguardanti l azione contro le mine terrestri antipersona nei Paesi terzi in via di sviluppo e non, il regolamento che istituisce il meccanismo di reazione rapida (RRM), in parte il regolamento relativo al sostegno alla missione ad interim delle Nazioni Unite per il Kosovo (MINUK) e all Ufficio dell alto rappresentante in Bosnia-Erzegovina (OHR), il regolamento relativo alla cooperazione Nord-Sud nel campo della lotta contro la droga e la tossicomania, e il regolamento relativo ad azioni di risanamento e di ricostruzione a favore dei Paesi in via di sviluppo. Esso avrà carattere complementare rispetto agli altri regolamenti di assistenza sopra descritti. 20 Reg. 1889/06 del 20 dicembre 2006 che istituisce uno strumento finanziario per la promozione della democrazia e dei diritti umani nel mondo. 21 Reg. (Euratom) 300/07 del Consiglio, del 19 febbraio 2007, che istituisce uno strumento per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare. 26