LA SFIDA EUROPEA E ITALIANA E LA CRESCITA



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Transcript:

Lezione inaugurale del Corso di Diritto dell Informazione e dell Informatica tenuta dal Ministro per l Innovazione e le Tecnologie, Dott. Lucio Stanca Facoltà di Gurisprudenza di Como, 22 settembre 2003 Signor Rettore Vicario, Signor Preside, Cari docenti e studenti, Signore e Signori, sono lieto di essere per la prima volta nella vostra Facoltà, giovane ma proprio per questo dinamica, per tenere la lezione inaugurale di questo corso di Diritto dell'informazione e dell'informatica. Tale insegnamento si sta progressivamente diffondendo nell Università italiana, poiché non è possibile immaginare l'innovazione, cioè il progresso e il benessere della collettività, senza una sua adeguata regolamentazione giuridica, senza una cornice che promuova in modo equilibrato i rapporti tra cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. Voi studenti rappresentate il capitale intellettuale del futuro del nostro Paese e la sua risorsa strategica: questo è il secondo motivo per cui sono lieto di essere qui, in questa Università in cui vengono tracciati i percorsi della società di domani, con l'uomo al centro di ogni ricerca, di ogni riflessione e di ogni decisione. L Università rappresenta un grande pilastro nel nostro Paese per il suo compito decisivo di formare i giovani come persone libere e responsabili, come cittadini partecipi della vita sociale, capaci di costruire un benessere realizzato con giustizia ed equità. Occorre tuttavia rispondere a un cambiamento economico e sociale che non ha più un carattere cumulativo, graduale, progressivo, ma è discontinuo e rapido. Questo impegno richiede cultura, organizzazione, capacità di revisione dei processi, relazioni, tecnologie. In una Società basata sulla conoscenza : Ø siamo condannati all innovazione Ø e le Università sono le nuove fabbriche dove si produce la risorsa più importante: la conoscenza, risorsa non più solo culturale, ma strategica per il nostro sviluppo. LA SFIDA EUROPEA E ITALIANA E LA CRESCITA L impegno per la crescita ha una dimensione europea e allo stesso tempo è una sfida per l Italia. Deve essere interpretata oltre la congiuntura e il dibattito sulla previsione dell attesa ripresa. Uno degli obiettivi prioritari del nostro Semestre di Presidenza dell Unione Europea riguarda il rilancio della competitività dell Europa, al servizio di una prosperità condivisa e di una società aperta. La via maestra, indicata chiaramente dal programma del nostro Semestre di Presidenza rimane la capacità di eseguire efficacemente la Strategia di Lisbona, dove ci siamo impegnati per uno sviluppo sostenibile non solo economico, ma allo stesso tempo sociale. Abbiamo disegnato un futuro che tutti quanti noi europei vogliamo. Le condizioni di una crescita stabile e duratura si costruiscono nel tempo. Non si improvvisano, anche se non possono essere rinviate. Esse devono tenere conto delle specificità così peculiari del sistema Italia, della sua struttura industriale, dei suoi punti di forza e di debolezza, ma anche avere una visione, un modello del Paese che vogliamo essere.

L ECONOMIA DELL INNOVAZIONE La sfida della crescita ha evidenziato che in un economia moderna un ruolo sempre più determinante deve essere attribuito all innovazione, come leva primaria di competitività e fattore distintivo dello sviluppo delle aree economiche più avanzate. Oggi sta maturando una generale consapevolezza che viviamo in un Economia dell Innovazione che si basa su tre componenti fondamentali : Ø la conoscenza, Ø la ricerca, Ø e la diffusione dell innovazione tecnologica (in modo speciale quella digitale). 1. La prima componente è quella della conoscenza, che si realizza attraverso una costante azione di istruzione e formazione. Infatti non esiste innovazione senza qualificazione delle risorse umane. La competizione fra sistemi economici, una volta centrata sulle merci e sui prezzi, avviene oggi sempre più sulle conoscenze. Il mondo del lavoro ha dunque bisogno di maggior sapere, di più formazione: il processo di arricchimento di questo patrimonio comune parte dalle scuole e si rafforza nelle università. Aumenta rapidamente il fabbisogno di professionisti culturalmente preparati, che consentano al nostro sistema economico di competere sulla scena internazionale. Tuttavia l Italia presenta un ritardo strutturale, che ha radici lontane, con tassi di dispersione universitaria che sono fra i più alti d Europa: negli ultimi 40 anni su 10 milioni di iscritti i laureati sono stati meno di 3 milioni. Nel 1960 si laureavano il 70% degli iscritti contro il 38% di oggi: un gap che si è approfondito negli anni 80. Il ritardo medio nel conseguimento di una laurea varia dai 2 e i 4 anni con un costo valutabile in 8 miliardi di Euro. Il cambio di scala nella diffusione mondiale della tecnologia digitale è tale da costringere a valutare in modo diverso le opportunità e le responsabilità dell istruzione. Conoscenza e tecnologia hanno da sempre costituito un binomio fondamentale. Oggi, con le tecnologie ICT, questa relazione è ancora più evidente: Ø Da un lato queste tecnologie hanno più bisogno di competenze delle grandi innovazioni del passato per esprimere il loro potenziale. Il valore che realizzano queste tecnologie è infatti direttamente legato alle capacità di chi le utilizza di farne un uso strategico. Ø Dall altro lato l ICT è uno strumento fondamentale nei processi di trasmissione e condivisione della conoscenza. 2. La seconda dimensione di un Economia dell Innovazione è la RICERCA, nel suo duplice obiettivo di promuovere nuove conoscenze e di realizzare nuovi prodotti, processi e servizi. La Comunicazione della Commissione Europea del marzo scorso ha confermato la ricerca come un fattore essenziale per la crescita a lungo termine, ma non di per sé sufficiente. E necessario sostenere altre forme di innovazione che interessano i processi, i modelli organizzativi e gestionali, la distribuzione, i mercati. 3. La diffusione di tali forme di innovazione e in particolare dell innovazione tecnologica promossa dalle ICT, è il terzo elemento dell Economia dell Innovazione. LE AREE DI AZIONE La politica per l innovazione del Governo italiano è concentrata su quattro

aree di azione: 1. La prima riguarda i cittadini, con l obiettivo della diffusione di competenze e tecnologie nel Paese, promuovendo l inclusione delle categorie e delle aree geografiche a rischio di marginalizzazione. 2. La seconda area di intervento riguarda la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione - il cosiddetto e-government - per la sua modernizzazione e trasformazione. 3. La terza area di intervento riguarda le infrastrutture con iniziative per favorire un equilibrata diffusione della larga banda come condizione essenziale per lo sviluppo economico del Paese. 4. La quarta area di intervento riguarda la competitività delle imprese, un tema che, come ha detto il Presidente della Repubblica, è una priorità nazionale. DIRITTO E INNOVAZIONE TECNOLOGICA L efficacia di una strategia per l innovazione richiede di utilizzare quattro leve fondamentali in modo coordinato e contemporaneo: - la riorganizzazione dei processi produttivi, nel settore privato come in quello pubblico, in funzione delle potenzialità delle nuove tecnologie; - le risorse umane che costituiscono il fattore più critico in ogni cambiamento, nella loro capacità di comprenderlo, gestirlo, promuoverlo; - le tecnologie, in particolare dell Informazione e della Comunicazione, per le loro potenzialità di trasformazione. - ed infine il quadro normativo, nella sua capacità di adeguarsi tempestivamente, e possibilmente anticipare e promuovere lo sviluppo indotto dall evoluzione tecnologica. I processi di innovazione e la diffusione delle nuove tecnologie sono fortemente condizionati dal complesso di norme che definiscono il quadro regolatorio. I due aspetti devono accompagnarsi: diversamente l ordinamento rischia di divenire un ostacolo per l innovazione, invece di una risorsa per promuoverla e favorirla. Innovazione e normativa sono legate da un rapporto di reciproca influenza molto articolato, reso ulteriormente complesso dall accelerazione che contraddistingue la dinamica delle tecnologie. La normativa può favorire la loro diffusione (si pensi alla liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni) o frenarne lo sviluppo con altissimi costi di sistema. E quindi necessario, anche nello spirito del quadro comunitario, sviluppare una strategia regolatoria che concorra a promuovere lo sviluppo dell innovazione digitale a livello economico e sociale. Vi sono diversi aspetti ed esempi che qualificano il binomio fra aggiornamento normativo e innovazione: Ø abbiamo casi in cui si adottano norme per promuovere l innovazione; Ø ed altri casi in cui l innovazione genera un adeguamento normativo. 1. NORME PER PROMUOVERE L INNOVAZIONE Desidero presentarvi degli esempi concreti e attuali, iniziando dai casi in cui sono le iniziative normative a promuovere l innovazione. Esempio : DISEGNO DI LEGGE SULL ACCESSIBILITA Un caso specifico è rappresentato dal Disegno di Legge che ho promosso insieme ad altri colleghi di Governo per favorire l accessibilità per le persone disabili ai siti web della Pubblica Amministrazione. L accesso ad Internet e in generale alle tecnologie ICT deve rappresentare una crescente opportunità di conoscenza, istruzione, lavoro, informazione per tutti, ad iniziare proprio dalle persone disabili, dagli anziani, da chi è vincolato da specifiche limitazioni. Se partiamo dal presupposto che è importante far muovere le idee e le

informazioni, non le persone, si comprende come sia fondamentale per specifiche categorie poter accedere alla Rete. L accessibilità alle fonti dell informazione è sempre più un bisogno fondamentale e deve essere promosso come un diritto primario per tutti i cittadini, nessuno escluso. Paradossalmente, proprio mentre si sta diffondendo la convinzione che le nuove tecnologie possono offrire a queste categorie più opportunità di quanto non sia mai accaduto finora, queste stesse innovazioni possono in molti casi rafforzare l esclusione e l isolamento. Ad esempio: il design di molti siti Internet esclude di fatto coloro che hanno limitazioni di vista dalla loro consultazione. Attraverso questo Disegno di Legge intendo promuovere l accessibilità di tutti i siti della Pubblica Amministrazione, che costituiscono una quota di circa il 30% del mercato Internet italiano, rimuovendo quelle barriere virtuali che sono di fatto l equivalente delle barriere architettoniche. Se questa proposta diventerà Legge, promuoverà non solo obiettivi di inclusione sociale, ma anche la ricerca e produzione di siti accessibili, con ad esempio una grafica adattabile a tutte le categorie per cui oggi l accesso a Internet è limitato. Esempio : PREVISTA DIRETTIVA SULL OPEN SOURCE NELLA PA Un altro esempio di norme che promuovono l innovazione è rappresentato dalla Direttiva che ho intenzione di emanare per impegnare le Pubbliche Amministrazioni a acquistare il software sulla base di un attenta analisi costo-benefici. In particolare, si intende stimolare le Amministrazioni a valutare l opportunità di acquistare software Open Source, in alternativa al software cosiddetto proprietario. L Open Source è un software che avendo il codice sorgente aperto, permette a chiunque abbia le competenze tecniche adeguate di potervi apportare modifiche utili per le proprie attività, senza dover dipendere da uno specifico fornitore. Normalmente i programmi software tengono nascosto il cosiddetto codice sorgente, cioè - detto in termini semplificati - il meccanismo di funzionamento, e ciò per ragioni di tutela della proprietà intellettuale di chi li produce. L'Open Source definisce invece quei programmi software in cui il codice sorgente è visibile, come - per fare un paragone - un dolce che fosse posto in vendita con la ricetta per farlo, in modo da consentire a chi lo compra di realizzarlo a sua volta e, se preferisce, di modificarne gli ingredienti. La Pubblica Amministrazione quando compra software può avere necessità di conoscere la ricetta, cioè il codice sorgente, sia per adattare il prodotto alle proprie necessità specifiche, sia per ragioni di sicurezza dei sistemi informatici. La linea del Governo è quella di consentire alle Amministrazioni di valutare caso per caso che tipo di software comprare secondo un criterio di opportunità economica e funzionale, dando così luogo a un pluralismo di strumenti informatici utilizzabili dagli Uffici Pubblici che è anch'esso espressione della democrazia e deve essere una caratteristica della Società dell'informazione che stiamo costruendo. La Direttiva che intendo promuovere è quindi un iniziativa legislativa che favorisce l innovazione nelle pubbliche amministrazioni, stimola il mercato toccando istanze importanti di politica industriale e di politica della ricerca per realizzare soluzioni software più idonee in termini non solo economici, ma anche di funzionalità e sicurezza. Esempio : VOLA CON INTERNET Un ultimo esempio di norma che sostiene l innovazione riguarda il contributo che ho promosso nell ultima Legge Finanziaria di 344 euro, di cui metà destinati alla formazione informatica, a tutti coloro che compiono 16 anni nel 2003 per acquistare un personal computer collegabile a Internet. E evidente l obiettivo di questa norma per favorire la diffusione dell

innovazione digitale nel nostro Paese. Intendiamo adottare simili provvedimenti normativi anche nel prossimo anno. 2. L INNOVAZIONE GENERA NORME Oltre alle iniziative legislative destinate a promuovere l innovazione, si hanno all opposto casi in cui l innovazione richiede un adeguamento dell ordinamento giuridico, dando impulso alla produzione normativa. Esempio: la SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA Un esempio importante è la semplificazione dei procedimenti amministrativi, avviata nei primi anni 90 con un intervento normativo che non poteva cogliere appieno il potenziale delle nuove risorse tecnologiche e di innovazione che si stavano allora affermando. Oggi, invece, il processo di semplificazione può e deve nascere dall utilizzo delle nuove tecnologie. Deve essere accompagnato e talvolta preceduto dall adeguamento normativo che definisca le nuove regole di organizzazione e funzionamento della Pubblica Amministrazione basate sulla ridefinizione dei processi alla luce dell utilizzo delle nuove tecnologie digitali. Questa profonda riforma è parte di una politica complessiva del Governo per realizzare una Amministrazione moderna di cui queste tecnologie costituiscano un fattore abilitante al raggiungimento di obiettivi di maggiore efficienza, trasparenza amministrativa, migliori servizi per cittadini e imprese. La realizzazione dell e-government costituisce un processo storico di costruzione di uno Stato in Rete. Esempio: FIRMA DIGITALE Un processo che richiede l adozione di norme appropriate per la diffusione di strumenti innovativi, adottabili sia negli Uffici Pubblici che nel settore privato. Uno di questi strumenti è la firma digitale. Il tempestivo adeguamento del nostro ordinamento giuridico alla Direttiva europea sulle firme elettroniche ha consentito all Italia di essere all avanguardia in Europa con circa 1 milione di dispositivi di firma emessi. L impulso del Governo ha incontrato nella convinta adesione e promozione da parte delle imprese e degli operatori interessati un elemento di successo. La Camera di Commercio di Como è stata - ad esempio - fra le più attive nella diffusione dei dispositivi di firma. La firma digitale conferisce piena validità legale al documento informatico. Sino a questa normativa era necessario apporre una firma autografa, usando carta e penna, perché un atto o un documento avesse validità legale. Oggi, con un software specifico ed una smart card è possibile non solo firmare digitalmente un atto o qualsiasi altro documento in formato digitale, ma anche trasmetterlo con assoluta sicurezza sulla Rete Internet. Fra le varie applicazioni, si segnala che le imprese usano la firma digitale per inviare per via telematica gli atti al Registro delle Imprese con un risparmio valutato in 260 milioni di euro all anno in termini di eliminazione della carta, di minori costi di archiviazione dei documenti digitali e di annullamento delle spese di spedizione. Se per gli Uffici Pubblici la firma digitale è uno strumento di efficienza nel rapporto con i cittadini e nella gestione degli atti interni, per le imprese questa è una risorsa per lo sviluppo di molte applicazioni. Ad esempio nell area del commercio elettronico i contratti fra l impresa e i suoi clienti e fornitori saranno gestiti in formato digitale. Esempio: COMMERCIO ELETTRONICO Il Commercio Elettronico è un altro esempio di come l innovazione richieda un adeguamento dell ordinamento giuridico, con nuove regole che proteggano il mercato assicurando ad esempio trasparenza e correttezza per i consumatori, ma anche la tutela dei diritti dei produttori. Fra questi diritti emergono quelli della Proprietà Intellettuale di prodotti informatici - come filmati, brani musicali, documenti, programmi didattici -

che la crescente velocità di Rete permette di utilizzare. La questione di come bilanciare la più ampia fruizione dei contenuti in Rete con i diritti dei produttori in accordo con la normativa sulla proprietà intellettuale è un tema di crescente rilevanza in un economia mondiale sempre più aperta e competitiva. LA COMPETITIVITA DELLE IMPRESE In tale contesto la partita da giocare è diversa dal passato. La congiuntura - che non è specifica del nostro Paese, ma che è internazionale - non ha inciso sulla nostra propensione all imprenditorialità, che rimane fra le più alte nel mondo. Ma l Italia esprime anche dei ritardi strutturali di lungo periodo: è cresciuta meno dei suoi diretti concorrenti sui mercati mondiali e continua ad attirare pochi investimenti stranieri. L innovazione digitale è una risorsa fondamentale, ma il sistema produttivo italiano accusa una ridotta capacità non solo di generare, ma anche di assorbire innovazione ICT. Da un punto di vista strettamente economico, per ogni Euro in più investito in queste tecnologie si registra una crescita del prodotto di circa 1,8 Euro, mentre nel caso di investimenti in capitale non ICT la crescita è di 1,1 Euro. A questo si aggiunga che investire in ICT comporta anche un aumento in termini di attrattività, in quanto per ogni Euro speso in ricerca ed innovazione si registra un aumento degli investimenti diretti esteri pari a 4 Euro. Il rapporto del nostro investimento in Tecnologie dell Informazione e della Comunicazione sul PIL si mantiene costantemente negli ultimi 10 anni al di sotto di 1 punto percentuale sotto la media europea: un gap che per il solo 2002 è stato quantificato in 15 miliardi di euro. Questo ritardo è imputabile a: 1.1) un insoddisfacente diffusione di strumenti e cultura informatica; 2) un approccio alle nuove tecnologie come strumenti di semplice automazione e non come risorse per una profonda trasformazione. Una ricerca dell Università Bocconi indica che il 70 % delle aziende italiane non ha adottato applicazioni in rete perché le ritiene inutili. IL PIANO DI INNOVAZIONE DIGITALE Questo ritardo è strutturale e richiede incentivi permanenti per fornire l impulso necessario alle imprese che hanno difficoltà ad utilizzare le nuove tecnologie per l innovazione dei loro processi produttivi. Per questo, insieme al collega Marzano, ho annunciato il 15 luglio scorso un Piano di Innovazione Digitale indirizzato in particolare alle imprese minori, che costituiscono la caratteristica del modello produttivo italiano. I dettagli del Piano sono disponibili sul nostro sito www.innovazione.gov.it Desidero pertanto soffermarmi su alcuni aspetti di interesse generale e su quelli di maggiore interesse per Voi studenti. Il Piano ha l obiettivo di rafforzare l'innovazione nei settori del made in Italy tramite l'utilizzo delle tecnologie ICT nei processi cardine in modo da: Ø migliorare la produttività e conseguentemente la competitività aziendale; Ø attuare una politica di sostegno per lo sviluppo di selezionati settori di alta tecnologia; Ø migliorare l'attrattività del Sistema Italia qualificandolo come un ambiente favorevole a ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione; Ø favorire il trasferimento tecnologico dai centri di ricerca pubblici alle imprese. Nel Piano si è data particolare attenzione a favorire una semplice accessibilità agli incentivi, superando le complessità del passato che hanno allontanato le imprese dall utilizzazione dei finanziamenti. Inoltre si intende realizzare un più efficace coordinamento fra i vari livelli di governo (centrale e locale), per rafforzare gli interventi ed

evitare inutili sovrapposizioni e dispersioni. LE DUE FASI DEL PIANO: PROFILI GIURIDICI Il Piano per l'innovazione Digitale nelle imprese si articola in due fasi, una a breve termine e l altra a medio termine. Nella prima fase, la leva è data dalle misure economiche con strumenti di incentivazione già esistenti, come: Ø l'utilizzo della Legge 46 del 1982, attraverso bandi tematici, su una dotazione finanziaria complessiva di 62 milioni di Euro; Ø l'inserimento di meccanismi di premialità per chi investe anche in innovazione tecnologica attraverso la Legge 488 del 1992 la cui attuale dotazione finanziaria è di 530 milioni di Euro; Ø la Legge 388 del 2000 sul venture capital la cui attuale dotazione finanziaria è di 227 milioni di Euro; Ø l'articolo 56 della Legge Finanziaria 2003 per una dotazione finanziaria di 25 milioni di Euro. Nella seconda fase è ipotizzata una norma da inserire già nella Legge Finanziaria per attivare interventi: Ø di carattere economico come agevolazioni fiscali, vouchers e misure di sostegno alla creazione di imprese innovative; Ø interventi di comunicazione e formazione per la diffusione della cultura dell' innovazione nelle imprese; Ø interventi organizzativi quali la creazione di un Comitato per il raccordo delle iniziative promosse dalle Istituzioni competenti in materia di innovazione tecnologica nelle imprese; Ø interventi regolamentari per la tutela dei brevetti e della proprietà industriale. Il nostro sistema presenta un basso numero di brevetti anche a causa di un quadro regolamentare complesso e di una ridotta incentivazione nella diffusione delle invenzioni. La tutela della proprietà industriale non può fare a meno di un quadro normativo semplificato e coerente con le esigenze di flessibilità di un sistema in continua evoluzione. A questo si devono accompagnare procedure snelle, rapide e al passo con la tecnologia che consentano di facilitare alle imprese il deposito delle richieste di brevetto. E per questo motivo che il Governo ha deciso di affrontare la questione anche attraverso interventi di carattere normativo e regolamentare. La prima di queste misure riguarda il Testo Unico sulla proprietà industriale che è stato predisposto dal collega Marzano e sarà presto presentato al Consiglio dei Ministri. La semplificazione delle procedure consentirà una maggiore facilità di accesso all Ufficio Italiano Brevetti e Marchi e quindi un incentivo a depositare. Regole chiare sulla distribuzione delle royalties rappresenteranno un incentivo importante per il deposito brevettuale e conseguentemente alla diffusione dell innovazione. Un altro intervento importante affrontato dal Piano per l Innovazione Digitale è quello dei Tribunali specializzati in materia di proprietà industriale. La dimensione del contenzioso in materia di proprietà industriale, la necessità di competenze specifiche, la certezza dei tempi della giustizia, hanno indotto il Governo ad approvare un Decreto legislativo che prevede l istituzione di dodici sezioni di Tribunali e Corti d Appello specializzate nella materia sull intero territorio nazionale. Per l implementazione di questo provvedimento verranno attuate iniziative volte alla formazione dei giudici e all adozione di misure che altri Paesi hanno fatto proprie per gestire i tribunali specializzati. A tal fine ad ottobre si svolgeranno delle giornate di formazione cui prenderanno parte magistrati italiani e americani.

CONCLUSIONE Desidero concludere guardando al futuro di questa Società dell Informazione fondata sulla Conoscenza che costituisce una nuova fase - se non il superamento - della società post-industriale. E un fatto non solo economico o tecnologico, ma è un evoluzione che: Ø necessita un adeguamento continuo del quadro giuridico; Ø richiede che si affermi una nuova generazione di diritti fondamentali della persona: dal diritto all accesso, al diritto alla trasparenza, al diritto alla privacy. Sul riconoscimento dei diritti si sono costruite le democrazie, si sono superate molte divisioni ed è sorta una cultura di valori in cui noi tutti ci riconosciamo e che vengono condivisi e trasmessi nelle Università. A tutti Voi che mi avete oggi avuto come docente - auguro di confermare questa nostra Università come il punto d incontro fra questi valori di crescita e di democrazia con il Vostro impegno professionale e civile. Grazie!