conseguenza essi sono tanto più secchi quanto più sono lontani dal cervello, perché vicino al cervello e alla loro origine i nervi sono molto molli;



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[31 recto] non comprima l'esofago e non impedisca il passaggio del cibo. Perciò devi sapere che nella parte anteriore la trachea è cartilaginosa, perché da quella parte non tocca l'esofago. Allo stesso tempo (la trachea sul davanti) viene protetta meglio da fattori dannosi; ma verso la parte posteriore è epiteliale e questo fino alla cartilagine tiroidea che è completamente cartilaginea per la ragione che si dirà. E così appare la struttura della trachea. Ma la struttura dell'esofago è composta da un membrana doppia; cioè una tunica interna che ha fibre longitudinali per attrarre ed una esterna che ha fibre circolari atte ad espellere ciò che è attratto da quella interna. E' vero che la prima (tunica) è più importante della seconda. Da ciò si vede la quantità delle parti e la loro funzione, ad eccezione di quelle parti della trachea che (nella sua estremità superiore) ha una regione importante che si chiama laringe la cui anatomia esporrò in seguito. In terzo luogo osserva la differenza riguardante la grandezza; infatti l'esofago è più lungo e più grande della trachea, perché arriva fino al diaframma (e) sotto di questo si continua con la bocca dello stomaco. Ma la trachea discende soltanto fino allo sterno, e la ragione è chiara dato che i polmoni sono subito sotto allo sterno, mentre la bocca dello stomaco è immediatamente sotto al diaframma. In quarto luogo (questi due organi) sono diversi nella posizione o luogo; infatti l'esofago è posto più in profondità verso le vertebre del collo e del torace, mentre la trachea è posta più in avanti; la ragione è triplice. Una è perché, dato che la trachea è più dura e cartilaginosa e l'esofago epiteliale, la trachea possa essere protetta meglio da fattori agenti dall'esterno rispetto all'esofago, perché è posta più all'esterno. La seconda ragione è che attraverso la trachea s'introduce l'aria, il cui ingresso deve essere in linea retta, perciò esso deve avere una posizione diretta verso la bocca; (la trachea) ha (la posizione) così perché è posta in avanti come la bocca. La terza ragione è perché se l'esofago fosse stato messo in avanti verso la bocca, sarebbe stato necessario che alla fine della trachea l'esofago s'inclinasse verso il dorso, o che verso la fine della trachea e fino all'inizio della bocca dello stomaco ci fosse un vuoto; ma tutte e due le cose non sono opportune; infatti la seconda è impossibile, mentre la prima provocherebbe un danno e un ostacolo nell'atto della deglutizione. Una volta viste queste cose, rimuovi l'esofago cominciando dalla parte inferiore, (ma) con attenzione per non toccare qualche nervo ricorrente. E' vero che (l'esofago) si separa facilmente dalla trachea fino alla laringe, ma qui (si separa) con difficoltà perché la tunica (esterna) dell'esofago s'inserisce sulla laringe e perciò non si separa facilmente da essa; la natura ha fatto ciò opportunamente affinché al momento della deglutizione, quando l'esofago s'innalza verso la bocca per introdurre il cibo, si sollevi anche la laringe, così che (essa) non impedisca il passaggio del cibo con la sua durezza e solidità; questo contatto non è necessario lungo tutta la trachea perché essa non è completamente cartilaginosa salvo che (a livello) della laringe. In questa anatomia si esprime il pensiero di Galeno nel libro De motibus liquidis (cioè) che la laringe al momento della deglutizione non si muove verso l'alto perché si muova in qualche modo da sé, ma perché è tirata su dall'esofago per mezzo dell'adesione suddetta. E ciò sarà sufficiente per l'anatomia dell'esofago o meri e della trachea. [LARINGE] Una volta eliminato l'esofago vedrai l'estremità grossa e compatta della trachea che si chiama laringe. Questa laringe è composta di una struttura quadruplice, cioè una mucosa, che (la) ricopre per la ragione (già) detta, dei muscoli, dei nervi e delle cartilagini. I muscoli sono 20, come dice Galeno nell'ottavo libro del De juvamentis membrorum: 12 (inseriti) fra le sue cartilagini ed VIII tra la laringe e gli organi circostanti; non tutti però possono essere perfettamente distinti. Troverai poi i nervi ricorrenti, uno a ciascun lato della trachea; questi sono i rami nati dai nervi sovrapposti (ai vasi del collo) suddetti; originati da loro vicino al cuore, si dirigono verso l'alto e per questo sono chiamati nervi ricorrenti o nervi della voce perché sono proprio il principio motore della voce. La ragione per cui questi nervi sono ricorrenti e non arrivano direttamente dal cervello alla laringe, è duplice, come afferma Galeno sullo stesso soggetto nel libro De motibus liquidis. Una ragione è che questi nervi sono il principio di un moto considerevole, forte ed intenso, per cui devono essere forti, quindi (sono) secchi, dato che i nervi motori sono tanto più forti quanto più sono secchi. Di

conseguenza essi sono tanto più secchi quanto più sono lontani dal cervello, perché vicino al cervello e alla loro origine i nervi sono molto molli; per cui, affinché siano lontani dal cervello, la natura li fa arrivare fino al cuore, poi li riflette verso l'alto e li dirige vicino alle regioni calde, come il cuore e l'arteria aorta affinché siano più secchi. La seconda ragione è che, dato che la voce è un moto volontario ovvero è prodotta da un moto volontario, il suo principio deve essere il cervello; poiché il cervello non può muoversi molto, la natura ha concepito in tal modo questi nervi, affinché la laringe venga mossa dal cervello con un movimento moderato secondo l'impulso della propria volontà; oppure ciò è fatto così (in modo) che quei nervi siano situati alla maniera di una briglia e redini; per questo qui Galeno dice che il cervello si serve di questi nervi per muovere la laringe, come un soldato si serve della briglia e redini. La terza ragione è questa: la voce, sebbene dipenda dal cervello come principio di moto volontario, dipende anche dal cuore come (l'organo) in cui si formano i concetti; perciò trattandosi di un'azione comune del cervello e del cuore, i nervi che sono strumenti della voce debbono comunicare con il cuore ed il cervello; perciò, avendo origine dal cervello, (i nervi) devono passare vicino al cuore. La quarta ragione è che i nervi devono arrivare ai muscoli vicino alla loro origine e non all'inserzione. Ma l'origine dei muscoli della laringe è verso la parte inferiore; quindi i nervi che pervengono ad essi devono arrivare ad essi dal basso (e) per questo furono (fatti dalla natura) ricorrenti; sebbene questi nervi appaiano chiaramente (essere) soltanto due, si moltiplicano poi secondo la moltiplicazione dei muscoli. Da ciò puoi vedere in che modo si può ottenere l'alterazione o perdita della voce con l'incisione dei nervi (ricorrenti). Per di più, quando s'incide (la porzione) ascendente (dei nervi ricorrenti) si perdono con (lo stesso) taglio la voce ed il moto (della laringe) contemporaneamente; quando si incidono solo la (porzione) ricorrente si perde solo la voce e le altre funzioni non vengono alterate. Dopo l'anatomia dei nervi, rimuovi i nervi ed i muscoli ed osserva le tre cartilagini. La prima sul davanti è la più grande di tutte (ed) è chiamata clipealis o scutealis per la somiglianza ad un clipeo o scudo ed anche perché è posta all'esterno per difesa come uno scudo. La seconda serve a completare tutta la parte che manca alla prima e si chiama così innominata. La ragione per cui la laringe è stata fatta completamente cartilaginosa è affinché sia più sonora, affinché avvenga in essa una rifrazione migliore (del suono), senza impedire con questa (funzione) la deglutizione, dato che al momento d'inghiottire (la laringe) si alza verso l'alto con l'esofago per la ragione anzidetta. La terza (cartilagine) è quella che si trova nel mezzo e si chiama cimbalaris. Nel centro di questa c'è la rima della glottide, (che) è detta fistula a somiglianza di una fistola artificiale, oppure è chiamata così a somiglianza di una fistola naturale, ed è un nome adatto. [LINGUA] Una volta completate queste (parti) che sono attorno al polmone, alla sua trachea ed alla laringe, rimane la lingua che si erige sopra un osso fatto a forma della lettera lambda. Infatti (la lingua) ha alla sua base un osso per esserne sostenuta ed anche perché deve muoversi con contrazioni diverse e mutevoli, deve seguirlo ed attaccarsi ad esso, perché ogni (organo con) movimento locale deve essere attaccato a qualche cosa. Questa è la ragione per cui questo osso ha la forma di lambda, perché se fosse stato soltanto un (osso) lungo si sarebbe disposto direttamente verso il basso, ed allora sarebbe penetrato nella laringe o nell'esofago, oppure si sarebbe disposto lateralmente, ed allora la lingua non sarebbe diritta ma piegata verso lo stesso lato. Dopo di che, dividi la lingua nel mezzo e vedrai diverse grosse arterie che arrivano ad essa affinché si muovi facilmente e s'accresca. Vedrai anche due paia di nervi, quelli motori, che discendono più in profondità e, alla base della lingua, i (nervi) di senso che si distribuiscono in superficie e nella sua mucosa per provvedere il senso del gusto e del tatto. Sei così giunto all'anatomia di ciò che perviene dal cervello e di ciò che è sensoriale. [CAPO] Una volta completate queste (parti), prendi in considerazione il capo che è l'ultima cavità (da osservare), il quale contiene gli organi animati ed in particolare il cervello, che è immobile e perciò non ha bisogno di muscoli. La sua (del capo) posizione è la parte superiore del corpo e la ragione della sua posizione è stata detta più sopra; da ciò appare il suo primo (aspetto), cioè la sua struttura

poiché è esso stesso osseo piuttosto che muscoloso. In secondo luogo la sua collocazione e posizione sono evidenti, e dalla cose precedenti e successive si vedranno i suoi rapporti. In terzo luogo è evidente la sua dimensione, perché questa cavità nell'uomo è molto grande rispetto agli altri (animali), è più grande che in qualunque animale della medesima grandezza dell'uomo; ciò perché (il capo) deve contenere il cervello che è più grande nell'uomo che in qualunque animale della stessa grandezza e deve avere ventricoli più grandi e meglio delineati. E' poi evidente l'aspetto e la forma del capo, che ha una forma sferica e leggermente schiacciata su entrambi le parti, così da avere determinate tuberosità sul davanti e di dietro, e da avere così un appiattimento dalla destra alla sinistra. La ragione per cui (il capo) ha una forma rotonda è che questa è la più capace di tutte le altre (forme) e che tale forma sferica non può essere toccata se non in un punto e per conseguenza è protetta dagli agenti esterni (nocivi). Il capo ha bisogno di queste due (caratteristiche), perché deve essere molto capace per (contenere) il cervello e perché, essendo molto esposto sul di fuori ad agenti alteranti, deve essere protetto da loro; perciò esso ha forma sferica, ma non ha una forma perfettamente rotonda, ma leggermente schiacciata da entrambe le parti per la definizione dei ventricoli del cervello e per l'origine dalla parte anteriore dei sensi speciali; per questo ha la forma predetta. Da ciò è evidente il quinto aspetto che è consuetudine analizzare nell'anatomia di ciascun organo, cioè la sua funzione, che è comune e generale, la quale consiste nel contenere gli organi animati e specialmente il cervello e le parti nate da esso. Segue il sesto ed ultimo aspetto, (cioè) osservare la quantità delle sue parti. Le parti del capo, secondo Avicenna nel terzo libro del Canon fen terza, capitolo primo, sono dieci, cioè i capelli, la cute, la carne, la membrana esterna, il cranio, le due membrane interne, il cervello, le due membrane inferiori, la rete mirabile, l'osso basilare e (puoi) aggiungere le parti accessorie come undicesima. I capelli furono generati nel capo per (due) necessità di natura materiale e funzionale. Per una necessità materiale perché, dato che il capo è (per così dire) il camino di tutto il corpo, esso riceve l'eccesso di sostanze gassose da tutto il corpo che sono la sostanza (generatrice) dei peli; perciò (queste sostanze) fuoriescono attraverso la sua cute e formano dei peli grandi che si chiamano capelli. La necessità funzionale fu che, siccome il capo è esposto a fattori che (lo) influenzano dall'esterno, ha i capelli per essere protetto da loro dai fattori nocivi che agiscono dall'esterno. La cute del capo è grossa perché in essa debbono essere generati e fissati i capelli, i quali devono avere radici grandi e grosse; perciò la cute è grossa anche perché è la copertura e lo scudo dell'osso e del cervello, dato che sopra il cranio non ci sono muscoli. La carne appare nella fronte e nelle tempie e attorno alle mandibole. Una volta eliminata la cute del cranio ti apparirà la membrana esterna fatta per tre funzioni: la prima (è) affinché il cranio, in assenza di una sostanza intermedia, non sia toccato dalla cute, ne' la cute (sia toccata) dal cranio; la seconda (è) affinché il cranio per mezzo di questa membrana abbia sensibilità; la terza (è) affinché, per mezzo di questa membrana, la dura mater sia sospesa al cranio, poiché questa membrana è formata dai nervi e dai legamenti provenienti dalla dura mater, i quali penetrano attraverso le connessioni ed i pori del cervello al di fuori del cranio e dai quali questa membrana esterna è intessuta. [CRANIO] Il cranio è un grande osso che circonda esternamente il cervello; nella sua cavità è collocato il cervello e perciò quest'osso è grande nell'uomo (cosi') come (lo è) anche il cervello. La sua posizione è tale per cui (il cranio) è coperto dalle parti suddette per la ragione detta sopra e copre (a sua volta) il cervello per la ragione che è stata pure detta. Questo cranio non è un (osso) unico, ma ha delle parti (costituenti) e ciò per molte ragioni: in primo luogo perché se si verifica un danno in una parte non si comunichi ad un'altra o all'insieme; in secondo luogo affinché le sostanze gassose possano essere espulse fuori dal cranio attraverso le suture; in terzo luogo affinché la proprietà dei medicamenti possa, quando sia necessario (somministrarli), penetrare fino alla sostanza del cervello. Queste parti (del cranio) in contatto per mezzo di giunture che si chiamano adoreae, cioè (articolazioni) dentate; infatti non sono (articolazioni) snodate perché queste ossa non devono muoversi, ma sono dentate per rendere la giunzione più salda e perciò sono dentate; esse sono di due tipi, cioè vere ed false. (Quelle) false sono due, cioè una in ogni tempia; si chiamano false

perché non penetrano all'interno, ma appaiono solo esternamente. (Quelle) vere sono tre, (cosi') come sono tre i ventricoli: cioè una coronale, fatta alla maniera di una corona; una sagittale che si proietta per il lungo alla maniera di una freccia o di una linea; la terza è la sutura lamboidea che prosegue sul di dietro del cranio ed ha la forma di una lambda; l'osso posteriore ha questa forma (piramidale) perché posteriormente il cervello ha forma piramidale. Quale sia la ragione di ciò si vedrà nell'anatomia del tessuto del cervello posteriore; da ciò è evidente che generalmente le ossa del capo sono cinque, cioè l'osso frontale, i due parietali del cranio, l'occipitale e l'(osso) basilare che vedrai subito; da ciò è evidente quale sia la funzione del cranio e delle sue parti. Le sue malattie sono di tutti i generi; infatti (il cranio) può soffrire di cattiva complexio, di ascesso e di soluzione di continuità, a proposito della quale nota che è molto pericolosa perché (il cervello) è esposto all'aria e vicino a fattori esterni dannosi, soprattutto se (la rottura) avviene a livello delle suture e specialmente nella regione che si chiama bregma; (questa) è la parte più tenera e più gracile che ci sia nel cranio, la quale si solidifica in ritardo nei bambini; cioè perché (più tardi in quel punto) avviene la congiunzione ovvero l'unione di due suture. [MENINGI] Una volta finito con il cranio, sotto di esso vedrai due membrane, cioè la dura mater e la pia mater, fatte per coprire il cervello affinché il cervello non sia toccato del cranio che è molto duro; perciò immediatamente vicino al cranio si trova la dura mater, che è solida e dura, e vicino al cervello (si trova) la pia mater che è tenera ed umida e non può ledere il cervello, anche perché in essa sono contenute e s'intrecciano fra loro le vene mediante le quali è nutrito il cervello. Da ciò risulta chiaro perché le membrane sono due: giacché ciò è stato fatto affinché la (membrana) dura non toccasse il cervello e la (membrana) tenera non toccasse il cranio. C'è anche un'altra ragione, cioè se ad una (di esse) capitasse un danno, non lo comunicasse al cervello. La dura mater aderisce di più al cranio, così da essere sospesa ad esso; perciò (essa) manda dei nervetti e dei legamenti attraverso di esso o attraverso le sue porosità. La dura mater è anche in continuità con il cervello, dato che vi entra dentro dividendolo nel mezzo in (una parte) destra ed (una) sinistra, fino al ventricolo anteriore, e lo divide anche in (una parte) anteriore ed (una) posteriore; perciò (la dura mater divide il cervello anteriore da quello posteriore; questo è necessario perché un (cervello) ha una complexio diversa dall'altro; (così) come lo divide la dura mater, così fa anche la pia mater, anzi di più, poiché, essendo la pia mater il sostegno delle vene che nutrono il cervello, (essa) si distribuisce nelle circonvoluzioni del cervello per portare il nutrimento al cervello, tanto da penetrare fino nei ventricoli del cervello; (i ventricoli) sono così coperti tutt'attorno da una membrana sottilissima [il plesso coroideo] fino alla fine del (ventricolo) medio; infatti il ventricolo posteriore non ha bisogno di una membrana, data la sua [del cervello posteriore] secchezza rispetto a quello anteriore. [CERVELLO] Una volta eliminate le membrane ti apparirà il cervello, che nell'uomo è di dimensioni maggiori che in qualunque altro animale della medesima grandezza poiché egli ha il cuore più caldo degli altri, perciò ha bisogno di più spiriti animali per l'attività dell'intelletto; questo cervello ha due parti, (una) anteriore ed (una) posteriore. La parte anteriore è suddivisa in destra e sinistra e questa divisione è particolarmente evidente nel tessuto del cervello e, di conseguenza, nei suoi ventricoli. Il suo tessuto è una sostanza come la midolla delle ossa, fredda ed umida, diversa dagli altri midolli perché non (vi) è contenuta per nutrire il cranio, ma piuttosto il cranio è nutrito per contenere il cervello. La sua funzione è di mitigare con la sua complexio lo spirito vitale affinché diventi (spirito) animato. Dopo di ciò procedi cautamente con un'incisione mediana finché non arrivi al ventricolo anteriore grande; prima di penetrare nella lacuna, nota che (questo) ventricolo (anteriore) è diviso, come ho detto, in destro e sinistro e (che) le pareti discendono di qua e di là (della linea mediale) fino alla base e dividono il destro dal sinistro; allora vedrai subito l'ampiezza di ciascuno dei ventricoli nella sua parte anteriore; cioè nell'angolo anteriore è localizzata la fantasia, che trattiene le immagini raccolte dai sensi speciali. Nell'angolo posteriore c'è l'immaginazione, che fa proprie le immagini trattenute dalla fantasia e le include in sé componendo(le) e dividendo(le) senza esserne cosciente. Proprio nel mezzo di questo (ventricolo)

c'è il senso comune che fa proprie le immagini portate dai sensi speciali; perciò le modalità sensitive terminano in quella regione pari a ruscelli (che vanno) alla fonte, come vedrai. Tutte queste cose sono presentate secondo l'opinione di Avicenna, (nel) De virtutibus animalium, benché secondo l'opinione di Aristotele e Galeno qui (in questo ventricolo) ci sarebbe soltanto il senso comune, che può alternativamente chiamarsi sia fantasia che immaginazione, come ho già detto prima. Da ciò possono essere evidenti le funzioni di questo ventricolo (laterale), le cui funzioni sono di sostenere la fantasia, l'immaginazione e il senso comune e di distribuire lo spirito animato a tutti i sensoriali, ovvero gli organi di senso, affinché usufruiscano di sensibilità. Da ciò sono chiari i danni che possono capitare in questo ventricolo e nel cervello anteriore, perché in esso (cervello) possono svilupparsi tutte le malattie: soluzione di continuità (e) cattiva complexio, la quale se è nella membrana causa dolore, (ma) se circonda tutta la membrana si chiama ovum (e) se (circonda solo) mezza parte (della membrana si chiama) emicrania. (Questo ventricolo) può anche soffrire della malattia che è l'ascesso (che) se è nelle membrane (ed è) caldo si chiama sirsen, il che accade di frequente, (e) se è freddo si chiama letargia. Se invece è nel tessuto del cervello, (l'ascesso) è molto serio e mortale. (Questo ventricolo) può soffrire di una malattia della composizione, o della complexio per meglio dire, la quale, se ostruisce in modo incompleto o è una sostanza gassosa, allora provoca vertigine e scotomia; o è umorale e allora provoca torpore, paralisi e (sintomi) simili; se (la malattia) ostruisce completamente, (può) ostruire i ventricoli ed il tessuto allo stesso tempo o soltanto i ventricoli. Se (ostruisce) i ventricoli ed il tessuto avviene un'apoplessia, se soltanto i ventricoli (causa) l'epilessia. Veramente questa ostruzione occupa (anche) gli altri ventricoli, ma non tanto quanto (quello) anteriore. La melancolia per esempio è del genere (delle malattie) di cattiva complexio. Ma prima che tu proceda al ventricolo di mezzo, prendi in considerazione le parti intermedie fra questo (ventricolo laterale) e quello di mezzo (che) sono tre: le anchae che sono come il pavimento di questo ventricolo anteriore destro e sinistro; fanno parte del tessuto del cervello con la forma e l'aspetto di natiche. Di fianco a ciascuna (ancha), fra i ventricoli già detti, c'è una sostanza (di color) rosso sangue fatta a forma di un lungo verme di terra, collegata con legamenti e venuzze ad ambedue le parti (della parete del ventricolo); al momento in cui s'allunga questa (sostanza) preme e blocca le anchae e le vie, cioè il passaggio dal (ventricolo) anteriore a (quello) medio e viceversa; così quando l'uomo vuole smettere di pensare, con la sua [del verme] contrazione solleva le pareti e dilata le anche, affinché lo spirito possa passare da un ventricolo agli altri; per questo è chiamato verme, perché è simile ad un verme di terra (dura mater nella (sua) struttura ed aspetto ed anche nel (suo) moto di contrazione e di estensione. Dopo di ciò discendi gradualmente verso il basso e per prima cosa ti apparirà la lacuna, che è una cavità rotonda ed oblunga al centro della quale c'è un'apertura diretta verso il basso (e) diagonalmente verso il palato; lo raggiunge per una via diretta che dal ventricolo (medio) discende al colatorium ; questa lacuna ha tutt'attorno delle sporgenze grandi (e) rotonde, fatte per sostenere le vene o le arterie che salgono dalla rete mirabilis ai ventricoli suddetti; perciò alla sua [della lacuna] base appaiono delle ghiandole che sporgono vicino alla rete mirabile ; attraverso questa lacuna i ventricoli anteriori ed il cervello, per quel che riguarda la sua parte mediana, eliminano gli eccessi di liquidi. Ma il cervello, per quel che riguarda le sue parti anteriori, elimina i suoi eccessi di liquidi soprattutto attraverso il colatorium del naso. Una volta compiute queste cose, ti appare il ventricolo di mezzo che è come una via ed un passaggio dal (ventricolo) anteriore al (ventricolo) posteriore; in questo (ventricolo mediano) è collocata la facoltà riflessiva e la ragione, perché questa facoltà opera componendo (assieme) la fantasia ed i ricordi, in modo da separare dalle sensazioni le cose non percepite dai sensi. Per di più (la collocazione è giusta) perché essa [riflessione] è la funzione che controlla tutto l'animale. Il controllo di tutto (il comportamento del) l'animale consiste nel comprendere le cose presenti, ricordare quelle passate e prevedere quelle future; per questo (il ventricolo mediano) deve essere nel mezzo di queste facoltà che riguardano la comprensione e la memoria. Si trova nel mezzo di questi ventricoli anche affinché la sua facoltà sia nella direzione del cuore, dato che la sua [del cuore] facoltà è a diretto servizio dell'intelletto; per questo deve essere nel mezzo dei ventricoli. Dopo di questo, procedendo (nella dissezione) ti apparirà il ventricolo

posteriore, che è collocato e situato nel cervello posteriore; questo cervello è coperto e separato dal primo a mezzo delle due membrane suddette, dato che questo, cioè l'anteriore, è molle ed il posteriore (è) duro. Questo cervello è collocato posteriormente perché dà origine al midollo spinale e perché dà origine a diversi nervi motori. Il movimento avviene poi per mezzo dei nervi motori i quali più sono duri (e) più sono forti (di quelli sensoriali). Questo cervello ha una forma piramidale, perché il ventricolo collocato in esso ha forma piramidale anch'esso; la ragione per cui il ventricolo posteriore ha questa forma è perché deve ricevere (lo spirito animato) dalla parte inferiore che è la sua base, perciò (questa parte) deve essere larga; con la parte superiore (questo cervello) deve contenere (le immagini) e perciò deve essere appuntito e stretto sulla cima, perché le immagini si conservano meglio in un luogo stretto che non uno ampio; per questo ha una tale forma. Da ciò è evidente quale sia l'azione ovvero la funzione di questo cervello posteriore, dato che una è (quella) di dare origine ai nervi motori ed al midollo spinale. Un'altra è (quella) di essere lo strumento della facoltà della memoria; da ciò è evidente che la sua disfunzione tipica avviene quando la memoria viene lesa, nello stesso modo in cui quando è lesa la facoltà della riflessione si ha la malattia tipica del ventricolo mediano, e quando è lesa la (facoltà) dell'immaginazione la disfunzione è nel ventricolo anteriore; nello stesso modo quando la disfunzione si comunica a tutto il cervello tutto queste facoltà sono lese e (così anche) le loro attività. Ma tu chiederai quale è la ragione per cui il ventricolo mediano non ha un cervello mediano a parte come gli altri ventricoli. Bisogna dire che la ragione è che questo ventricolo è come la via ed il passaggio di questi altri due e perciò non deve essere distinto da loro alla base del cervello; questo (è sufficiente) riguardo l'anatomia del cervello. [NERVI CRANIALI] Una volta compiute queste cose, bisogna sollevare il cervello gentilmente in modo da non rompere qualche nervo; comincia col sollevare la parte anteriore e allora ti appariranno subito due pezzetti di tessuto simili a capezzoli (la cui) struttura appare simile alla struttura del cervello; perciò (questi bulbi) derivano dalla sostanza midollare, sono coperti dalla membrana sottilissima che si chiama pia mater e perciò sono abbastanza delicati, perché nell'uomo non debbono penetrare all'esterno (della cavità cranica); ciò perché il cervello è assistito e rinforzato dagli odori, dato che il cervello ha una complexio eccessivamente fredda ed umida; l'odore ha (la proprietà) d'essiccare e riscaldare (il cervello), sia che sia sotto forma gassosa o che non sia sotto forma gassosa; quindi la sua diminuzione ha (l'effetto) di disturbare il cervello, ed ha anche (la proprietà) di giovare (al cervello). Per questo la natura ha prestabilito che (il bulbo olfattivo) non si protrasse lontano dal cervello, ma rimanesse entro il cranio nella cavità emuntoria, o colatorium, del naso; i vapori sono aspirati attraverso le porosità del naso e riflettono gli odori fino al ventricolo anteriore del cervello. Poi procedi e vedrai i due nervi più grandi che siano nel nostro corpo, chiamati (nervi) ottici, la cui origine è dal tessuto del cervello; se procedi (nella dissezione) correttamente, vedrai che sono in continuazione con il tessuto del cervello e con i ventricoli anteriori e, una volta superata la membrana pia mater del cervello, si congiungono prima di uscire dal cranio; infatti si uniscono assieme o, dato che s'incrociano, si trovano trapassati (reciprocamente) nel luogo della loro incrocio ed unione; (ciò) affinché essi si trovino in un luogo comune, così che l'immagine di un oggetto unico ricevuta dai due occhi e portata lungo i due nervi ritorni alla verità e (così che) una cosa singola non sia vista doppia, ma una (sola) come è dovuto. Dopo il loro incrocio (i nervi ottici) escono dal cranio ed ognuno di loro raggiunge il proprio occhio, la cui anatomia sarà spiegata in seguito. Dopo (aver visto) questi (nervi), solleva il cervello solo fino a metà e vedrai un secondo paio di nervi sottili e duri che vanno agli occhi per muoverli con moto volontario. Dopo c'è un terzo paio, una parte del quale va agli organi della faccia per provvedere la sensibilità ed il moto volontario ed un'altra parte si mescola al quarto paio. Questo quarto paio, assieme con quello che si mescola ad esso dal terzo paio, discende in basso (fino) alla regione del diaframma e provvede sensibilità agli organi inferiori e ai visceri; questi arrivano allo stomaco e da loro hanno origine i (nervi) ricorrenti, le cui funzioni sono state dette sopra. I primi di questi (due componenti) sono i nervi comuni della voce, mentre i ricorrenti sono i nervi propri della voce. Dopo ci sono i nervi del quinto paio che vanno alla (porzione) petrosa dell'osso (temporale), che si trova alla base

dell'orecchio, la cui apertura è attraversata dalla membrana intrecciata di ramificazioni di questi nervi; così (questi nervi) sono strumenti dell'udito. Dopo ci sono i nervi del sesto paio, sottili, che vanno al palato a dargli sensibilità. Ultimo è il settimo paio di nervi che vanno alla lingua a darle il senso del gusto ed il moto. Dopo questi (nervi) procedi e rimuovi tutto il cervello; ti appariranno allora le due membrane inferiori che si trovano sopra l'osso sfenoidale, ovvero os basilare, che è la base e il sostegno del cervello e di tutto il capo; quindi rimuovi queste due membrane dall'osso ed al centro dello sfenoide, all'altezza del colatorium troverai la rete mirabile, intessuta da un intreccio (di arterie) molto forte e duplicata in modo mirabile, o (piuttosto) moltiplicata da arterie sottilissime intrecciate vicendevolmente, le quali sono rami delle arterie carotidee interne che salgono (al cervello); in questo reticolo, ovvero nelle vene di questo reticolo è contenuto lo spirito vitale che sale dal cuore al cervello per diventare (spirito) animale. Poiché questo spirito si altera meglio (quando è) diviso in minime parti e si divide in minime parti soprattutto quando è contenuto in arterie piccolissime e sottilissime, quella rete è stata intrecciata da nervetti oppure arterie piccolissime e sottilissime, così che lo spirito contenuto in esse sia facilmente alterato e raffreddato dal cervello e (sia) convertito nella forma di spirito animato; (questo affinché esso) acquisti una forma più perfetta nei ventricoli del cervello, come il sangue (fa) nei ventricoli del cuore. Questa è una delle ragioni per cui la rete mirabile è stata (fatta) intrecciata ovvero gonfiata sotto il cervello, come afferma Galeno nel decimo (libro) del De juvamentis membrorum e in un libro del De utilitate pulsus; c'è pure un'altra ragione per cui questo organo è degno di molta protezione, per questo la natura l'ha collocato in un luogo ben difeso e forte. La natura ha fatto questo anche affinché, dai vapori dei cibi e delle bevande condensati dalla complexio del cervello e depositati verso il basso, si formasse, di tanto in tanto, qualche ostruzione in questa rete mirabile; il sonno è causato da queste ostruzioni. Questa rete è sostenuta da due tessuti ghiandolari concepiti principalmente per sostenerla e per riempire gli spazi vuoti e per sostenere le due vene che salgono al cervello e le due arterie che salgono ai ventricoli del cervello. Questo basta per l'anatomia del cervello. [OSSA ALLA BASE DEL CERVELLO] Dopo tutte queste cose vedrai l'osso basilare, che è più duro di tutti gli altri perché deve essere la base e le fondamenta ed il sostegno per tutte le altre (ossa del cranio). Infatti ciò che deve sostenere altre cose deve essere duro. Fu (fatto) duro anche affinché non venga putrefatto dall'eccesso di liquidi a cui è esposto, ma resista alla putrefazione. Quest'osso si suddivide nelle ossa petrose del naso e degli occhi e in due ossa laterali che si chiamano ossa paris ; così (le componenti dell'osso basilare) sono cinque e le distinguerai meglio se le farai bollire; soltanto c'è che le ossa del naso sono molto alveolate e porose affinché l'eccesso di liquidi possa discendere (dal cervello) ed il vapore relativo agli odori possa salire al cervello. [OCCHI] Dopo scindi in uno qualsiasi (dei due lati) le ossa degli occhi e vedrai la posizione dell'occhio ed il suo rapporto con il nervo ottico, ed (anche) il suo rapporto con i nervi del movimento dell'occhio. (Ti) sarà chiara anche la sua posizione, dato che non è posto molto in profondità, poiché deve ricevere le immagini che si trovano al centro (del campo visivo). Nell'Uomo (l'occhio) non sporge molto all'infuori per non essere leso da agenti esterni, dato che (gli occhi l'uomo) li ha molto molli e vulnerabili; perciò, come protezione di esso ovvero di essi, nell'uomo la natura ha posto le sopracciglia, affinché (gli occhi) siano difesi dalle cose che vengono dall'alto, e le palpebre, affinché siano difesi dalle cose che arrivano dal davanti. Affinché siano difesi dalle cose che vengono dal basso (la natura) ha anche posto le sporgenze zigomatiche, che si occupano (anche) delle cose che vengono da un lato, così come il naso si occupa delle cose che vengono dall'altro lato. Nell'occhio vi sono VII tuniche e tre umori. Troverai le tuniche sezionando l'occhio con cautela e completamente in due parti, cioè (con un taglio mediano) antero-posteriore; nella parte anteriore vi sono quattro tuniche, tre delle quali si continuano e corrispondono a tre dell'interno, perché per una di esse, cioè la cornea, nessuna si continua in profondità ovvero internamente. Così la prima (tunica) è dunque la cornea, che si chiama cornea perché è simile al corno nella

composizione e nel colore, poiché è trasparente; (essa) fu (fatta) trasparente per (la percezione del) colore, affinché non sia di nessun colore per non impedire la percezione di tutti i colori. Fu anche (fatta) di sostanza solida dato che è vicinissima alle cose esterne. La seconda (tunica) è la congiuntiva, che come la cornea è all'esterno, che congiunge, vela e copre tutto l'occhio. Nella parte posteriore o interna c'è poi la terza tunica detta sclerotica, (che è) in continuazione con essa [congiuntiva] e che circonda tutto l'occhio all'interno. Dopo, sotto la congiuntiva (e) nella parte anteriore, c'è l'uvea, detta così perché è simile alla buccia intermedia di un granello di uva nera; nella parte centrale di questa, in corrispondenza della cornea, c'è un'apertura che si chiama pupilla, fatta affinché l'immagine visibile possa arrivare fino al cristallino e non sia impedita dall'oscurità dell'uvea. La ragione per cui l'occhio non è (lasciato) completamente scoperto da questa tunica uvea è triplice. Una (ragione) è che lo spirito visivo è rafforzato da questa (uvea), con il suo colore verde, rossastro o azzurro, dato che (questi) sono intermedi tra i colori estremi. La seconda ragione è che, se essa non ci fosse, lo spirito visivo sarebbe troppo suddiviso ed attenuato dalla luce esterna; perciò, affinché (lo spirito visivo) stia condensato in un luogo in direzione della lente cristallina, c'è questa tunica che ha un'apertura che si chiama pupilla; per questo capita che questa apertura sia dilatata dalla natura o da qualche altra cosa che impedisce la vista, ed è più impedita che se fosse ristretta dalla natura. La terza ragione è che ogni immagine di una cosa che si vede, arriva agli occhi in una forma piramidale, la cui base è la cosa fissata o vista ed il suo apice è l'occhio, ovvero il suo angolo (al vertice) è nel cristallino; per questa bisogna che questa apertura (della pupilla) sia stretta. Questa tunica è detta uvea anche perché contiene l'umore uveo prodotto per inumidire l'occhio e per essere il mezzo interno che riceve le immagini; siccome un mezzo tale non può essere se non di acqua o di aria dall'ambiente, e (poiché) l'aria non può essere contenuta qui, per questo qui non c'è aria ma acqua. Dato poi che lo spiritus visivo dell'aria corre là dall'ambiente e questo umore è contenuto nell'uvea per impedire al cristallino di venire a contatto con l'aria esterna e per tenere la cornea lontana dal cristallino ed anche per tenere dilatata l'apertura della pupilla, per questo (l'umore) esce dall'apertura dell'uvea e fa gonfiare la cornea. Per questo succede che all'imminenza della morte la cornea ricade e si appiattisce poiché questo umore si secca; allora nel linguaggio comune si dice che appare un velo davanti agli occhi ed è un segno infallibile della morte. In seguito al suo prosciugamento avviene anche la costrizione della pupilla, (così) come la dilatazione della pupilla è provocata dalla sua abbondanza; (in questo modo) hai già potuto renderti conto delle malattie che (vi) si nascondono, le quali avvengono nell'occhio in relazione a questa uvea, se non che rimane qualcosa da dire sulla cateratta. La cateratta avviene quando si genera del vapore (che) discende dal cervello oppure sale dallo stomaco ed arriva all'altezza della pupilla a (contatto con) questo umore e ponendosi fra il cristallino e la pupilla impedisce la percezione delle immagini; poiché questo vapore è generalmente mobile, rappresenta le immagini in movimento. Inoltre, dato che è esso stesso colorato, stimola il cristallino a seconda del suo colore; siccome (poi) le immagini sono solite essere (generate) da una cosa esterna che stimola la vista, la facoltà visiva giudica che le cose esterne siano in movimento; perciò (essa) giudica che delle mosche volino oppure che cimici o formiche camminino sulla parete. Dopo, questo vapore si converte poi in acqua che si condensa e si trasforma in cateratta stabilizzata, che impedisce completamente la vista se copre tutta la pupilla. Se invece non la ostruisce completamente, si trova da un lato dell'apertura oppure nel mezzo; se (la cateratta è) da un lato (il paziente) vede in modo ridotto (ma) giudica che una cosa esiste; ma se è nel mezzo giudica che la cosa sia perforata, perché giudica che la parte che non può vedere sia un foro. Da ciò osserva la modalità di cura della cateratta stabilizzata, che si fa per mezzo di un'operazione manuale; benché non è che questa cateratta si estragga completamente, poiché, prima che si possa estrarla, uscirà tutto l'umore bianco; ma si fa così, giacché inseriscono un ago perforando la cornea lontano dalla pupilla e penetrano obliquamente nella cornea finché sia all'altezza della pupilla. Poi portano l'ago al punto della cateratta, ovvero dell'acqua condensata; allora spingono giù la stessa con l'ago fino al punto più basso e gli impediscono di risalire con una fasciatura ed altri mezzi; perciò non considerano questo (intervento con) ago come una cura della cateratta, ma lo considerano (un modo) di deprimere cioè abbassare la cateratta. E così ti appare la

quarta tunica che si chiama uvea, mentre questa nella parte posteriore o interna dell'occhio è la quinta tunica che si chiama (però) secondina, perché è la seconda dopo la sclerotica, oppure perché è simile alla secondina. Dopo di queste c'è la tunica aranea che circonda il cristallino (anche) nella parte anteriore, (e) con cui è in continuazione la tunica retina nella parte posteriore; in mezzo a queste è contenuto l'umore vitreo, ed in mezzo a questo c'è l'umore cristallino, rotondo ovvero di forma sferica, con una zona piana nella parte anteriore; questo umore è (disposto) più verso la parte anteriore che l'umore vitreo in cui è collocato. Perciò questo umore è fatto per contenere il cristallino e per nutrirlo. E con ciò l'anatomia dell'occhio è completa. [ORECCHIO] Compiute queste cose vedrai l'orecchio posto da un lato del capo, perché il suono è trasmesso da destra e da sinistra, davanti e dietro, dall'alto e dal basso; perciò il suo organo ha potuto essere collocato sulla destra e sulla sinistra, ma non nella parte anteriore perché qui c'erano gli organi di altri sensi. Nell'Uomo l'orecchio fu poi (fatto) a forma rotonda, ovvero circolare, per essere ben efficace nel maggior numero di casi; (esso) fu (fatto) cartilaginoso per essere protetto da agenti nocivi esterni e per essere sonoro; la sua apertura è lunga e termina nell'osso petroso nella cui cavità è collocato lo spiritus che è lo strumento dell'udito; i suoi [dell'osso] fori, ovvero cavità, sono chiusi da una membrana sottile ed intrecciata dalle fibre dei nervi dell'udito menzionati prima. Le altre ossa che sono sotto al (l'osso) basilare non appaiono bene alla vista se quelle ossa non si fanno bollire, ma poiché (è un) peccato, si ha l'abitudine di lasciar stare. Puoi certamente vedere l'inizio e la fine delle ossa delle mandibole. Infatti cominciano nella sutura adorea che è fra il cranio e l'(osso) basilare, nella posizione che è alla fine dell'arcata sopracciliare e della fronte; (la mandibola) procede verso la parte posteriore presso l'osso petroso e l'orecchio e termina con i denti, della cui anatomia ho parlato più sopra. [VERTEBRE] Una volta terminato con il capo, dividi tutto il corpo in due parti in lunghezza, cominciando dal collo fino alla coda; per prima cosa ti si presenta il collo fatto per (coadiuvare) il polmone e la trachea negli animali che respirano, nel quale (collo) vi sono VII vertebre; queste vertebre sono più piccole e gracili delle altre, perché debbono essere sostenute e portate dalle altre. Infatti ciò che è sostenuto deve essere più leggero di ciò che lo porta. Tuttavia, sebbene siano più gracili delle altre, hanno un forame (vertebrale) più grande (delle altre), perché il midollo spinale è più grosso nel collo che in qualunque altra regione della (colonna) vertebrale dato che qui c'è il suo inizio; poiché queste vertebre (cervicali) sono piccole, esse furono (fatte) dure ed articolate con fermezza, affinché non si verifichi una slogatura od una lesione (causati) da elementi esterni. Dopo queste ci sono le vertebre delle costole che sono XII, così come sono XII le costole, VII vere e V false. Dopo ci sono le vertebre dei reni che sono cinque e sono molto grosse e grandi, dato che sono come le fondazioni ed il sostegno di tutte le altre, (cioè) la (loro) base. Dopo ci sono le vertebre dell'osso sacro, le quali sono nella curvatura che c'è dalla schiena alla coda; tre delle (vertebre) suddette sono più piccole perché devono essere in continuazione con le ossa, ovvero le vertebre della coda, che sono piccole. Da ultimo ci sono le vertebre della coda. Però a questo punto devi notare la differenza tra queste vertebre, che è nelle loro aperture attraverso le quali passano le paia di nervi (spinali); (devi notare) anche le loro differenze in altre cose ovvero le loro appendici, o simoniis come le chiama Avicenna. Ma queste differenze si osservano meglio in un corpo bollito oppure perfettamente essiccato, quindi non occupartene. Ma forse in un'altra occasione farò l'anatomia in (materiale) del genere e scriverò ciò che vedrò con i miei occhi, come (del resto) mi sono proposto all'inizio (di questo lavoro). In ogni vertebra c'è il midollo spinale, che è un (tessuto) midollare simile alla struttura del cervello, a parte che è più denso e solido; (il midollo spinale fu) fatto affinché da esso sia conferito il moto e la sensibilità a tutto il corpo dal capo in giù. Poiché (il midollo spinale) ha origine dal cervello (che) è separato tra destra e sinistra, questo è il motivo per cui sulla sua superficie appare una linea che lo divide a metà tra destra e sinistra; questa divisione o separazione non penetra però in profondità, perché il midollo spinale ha origine dalla parte posteriore del cervello che non è divisa in profondità. Da questa divisione o separazione del

midollo spinale ti può essere chiara la ragione per cui un ostruzione può avvenire in una metà del midollo spinale e non avverrà nell'altra parte: perciò una paralisi può manifestarsi in un lato (del midollo spinale), come nella destra e nella sinistra, e non nell'altro. Dal midollo spinale ha origine, (uscendo) da qualche vertebra, un paio di nervi che vanno a fornire sensibilità e moto a particolari organi. Ma quali siano gli organi a cui arrivano quei nervi non si può vedere bene in un'anatomia di questo genere, ma sarebbe necessario liquefare l'animale nell'acqua (corrente) di un fiume, e ciò non ci riguarda per il momento. Se vuoi sapere di questi organi leggi nel primo capitolo del primo libro del Canon (di Avicenna), seconda summa, nel capitolo sull'anatomia dei nervi nati dal midollo spinale; poiché le vertebre sono trenta, le paia di nervi (spinali) sono (pure) trenta e, poiché dalla coda ne dà origine ad uno, saranno XXXI paia. [ARTI SUPERIORI] Una volta compiute queste cose, rimuovi la pelle dal braccio e dal piede; comincia dal braccio e rimuovi(la) con cautela, in modo da vedere le vene menzionate più sopra che arrivano alla piega del braccio; allora vedrai quella vena già menzionata che penetra attraverso l'ascella fino al braccio, procede lungo la parte interna del braccio e appare nella parte inferiore del gomito e si chiama vena basilica. Nella parte superiore del gomito c'è la (vena) cefalica che drena (il sangue) dal capo ed arriva al braccio (passando) sopra alla furcula; (essa) ha origine dalla vena che sale al capo, come ho detto sopra; a metà di queste c'è un ramo che continua nella curvatura del braccio assieme ad entrambe (le altre due); questa vena si chiama mediana perché è nel mezzo, oppure con un altro nome si chiama comune. Ciascuna di queste due (vene) procede ulteriormente fino alla mano ed appaiono (meglio) nella parte esterna della mano; quella che è fra il (dito) anulare ed il mignolo si chiama seilen e corrisponde alla basilica; quella che è fra il pollice e l'indice si chiama salvatella e si flebotomizza al posto della cefalica; quella che è proprio nel mezzo (della mano) si chiama funis brachii e tiene il posto della (vena) mediana oppure della basilica. Dopo le vene noterai molti muscoli e molti tendini grandi e grossi, per i quali non ti sforzerai di trovare un anatomia perfetta in un corpo in condizioni tali; ma un'altra volta (li) ho dimostrati in un corpo essiccato al sole per tre anni ed ho spiegato perfettamente la loro quantità ed ho scritto sull'anatomia dei tali e tali muscoli del braccio e della mano nella lezione che ho fatto sopra il primo, secondo, terzo e quarto libro del De juvamentis membrorum (di Galeno). Rimuovi quindi tutti i muscoli fino alle ossa; per prima cosa troverai l'osso che si chiama omero. Proprio sopra al dorso, cioè sopra al torace, (e) sulla parte posteriore c'è la scapola che ha una forma simile ad una spatola di legno; quest'osso è ampio inferiormente per non impedire il petto e le costole (mentre) è ridotto in alto per rinforzare l'omero. Perciò nella sua estremità superiore (la scapola) ha una cavità superficiale alla maniera della cavità di una rotella, in cui, affinché s'articoli l'omero, è collocata l'estremità rotonda dell'omero, la cui estremità principale è rotonda (ed) è collocata nell'acetabolo dell'osso della scapola. A metà (della sua lunghezza l'omero) è poi ruotato verso l'interno affinché sia maggiormente possibile avvolgere ed abbracciare le cose. L'altra estremità (dell'omero) ha quasi due sporgenze perché deve articolarsi ai due focili; in mezzo alle parti che hanno una sporgenza, (la parte distale dell'omero) ha più (dimensione) su quella cavità in cui entra l'estremità dell'ulna che è fatta alla maniera di uno strumento per attingere l'acqua, affinché l'articolazione ed i rapporti siano più saldi e migliori; per questo una slogatura in questa articolazione avviene di rado e con difficoltà; quando avviene è raro che possa ripararsi bene. L'ulna è più lunga del (focile) superiore perché è più conveniente che ciò che sostiene un'altra cosa sia più lungo e più grande di ciò che è sostenuto. (Le due ossa dell'avambraccio) sono però analoghe tra loro, poiché sono più grosse nelle estremità che nel mezzo, perché dalle estremità debbono originarsi i legamenti e le articolazioni e nel mezzo debbono essere situati i muscoli; naturalmente (il focile) superiore non è rigido come l'inferiore, per permettere la flessione della mano e del braccio. Dopo questi due focili c'è il carpo, le cui ossa furono (fatte) numerose affinché la mano possa flettersi e ripiegarsi bene nel (suo) palmo per contenere cose fluide e mobili. Le sue ossa sono otto su due file, quattro in ogni fila; dopo ci sono le ossa del metacarpo, chiamate così [pettine] dall'aspetto e la forma di un pettine; (le ossa) sono (disposte) in modo (tale) che ci sono quattro (ossa) che corrispondono alle quattro dita, dato che al

pollice non corrisponde nessun osso del metacarpo, perché il pollice non è nella direzione delle altra dita. Dopo ci sono le cinque dita; in ciascuna di esse vedrai la carne nella parte interna, affinché possano piegarsi per afferrare e non siano lese dallo sfregamento (causato) dalla durezza delle proprie ossa. C'è molta carne anche sui loro lati, affinché non vi sia nessun spazio vuoto quando sono piegate. Dalla parte esterna invece non c'è una gran quantità di carne perché le dita non si piegano verso la parte esterna. Dopo la carne ci sono i tendini, ciascuno dei quali arriva alla propria articolazione; quello che arriva nello (strato) superiore raggiunge l'articolazione attraverso il tendine (dello strato) inferiore, giacché non può scavalcarlo, per essere protetto da fattori nocivi; per questo quello superiore è più profondo di quello inferiore perché deve procedere più lontano. Non lo scavalca poi affinché non ci sia un ingrossamento e (conseguente) impedimento nelle dita, (e) neppure procede da un lato perché le ossa (delle dita) devono articolarsi sulla linea mediale e non laterale. [ARTI INFERIORI] Da ultimo siamo arrivati alle ossa che sono le fondamenta di tutto ed il sostegno di ogni cosa; sono le ossa (degli arti) inferiori. Ma prima di arrivare alle ossa, rimuovi la pelle con molta cura per (osservare) le due vene discendenti che derivano dal tronco della vena cava inferiore, la quale si era suddivisa in due rami quando era (arrivata) alla fine delle vertebre lombari; uno di questi si era diretto verso la gamba destra e l'altro verso (quella) sinistra, cosa che si può constatare praticamente; in quello (stesso) modo si ramifica l'arteria (aorta) discendente. In seguito ciascuno di quei tronchi (venosi) si ramifica in due grossi rami, uno dei quali discende direttamente verso il lato interno della gamba fino alle dita dei piedi; questa (vena) si chiama safena, la quale, come conseguenza della sua direzione, (quando è) flebotomizzata drena (il sangue) dagli organi del sistema digestivo e genitale, quindi dall'utero, dai reni, dai testicoli ed (organi) simili; (essa) appare al di sopra del (livello del) ginocchio e (di nuovo) più sotto sopra la caviglia, sotto nel calcagno ed appare (ancora) nel metatarso del piede. L'altro ramo si dirige obliquamente ed entra (la regione) in prossimità dell'articolazione dell'anca; per questo si chiama (vena) sciatica; come conseguenza della direzione obliqua che ha attorno alle articolazioni (dell'anca), (quando è) flebotomizzata drena meglio (il sangue) nelle malattie delle articolazioni ed appare in tutte i luoghi discussi prima, (ma) soltanto nella parte laterale (della gamba). Dopo elimina i muscoli ed i tendini ed osserva le ossa: il primo è l'osso dell'anca sopra al quale si erigono le vertebre del dorso e, per conseguenza, tutto il corpo. Nella parte inferiore (quest'osso) ha l'acetabolo, nella cui cavità è legata l'estremità rotonda del femore che si chiama vertebrum; perciò fra le parti interne di entrambe (le ossa) c'è un legamento che d'altra parte può (ugualmente) chiamarsi vertebrum; quando ora o prima (esso) è spostato, allora è inevitabile che l'uomo zoppichi, perché la gamba si allunga e non può essere stabilizzata e tutto (il corpo) non può essere sostenuto. E' anche inevitabile che la gamba si ammali, quando le vene che l'attraversano inferiormente a volte si ostruiscono in essa, sebbene non completamente, a causa della pressione (dovuta) all'inclinazione (dello zoppicare); questa articolazione tra due ossa si chiama scia, da cui il dolore in essa si chiama sciatica. Dopo osserverai l'osso che si chiama femore, che è il più grande di tutte le ossa che siano nel corpo, perché deve essere il sostegno di tutto il corpo; (esso) ebbe (assegnata dalla natura) un'ampia cavità midollare per essere leggero e contenere molto midollo (osseo); (esso) può sopportare (il peso del corpo) meglio quando non sta in posizione perpendicolare, ma quando, a seconda delle (caratteristiche) delle (sue) estremità, l'inclinazione è in direzione mediana, (per cui) nel mezzo è piegato e convesso; per cui non fu (fatto) completamente diritto, ma piegato secondo il modo (appena) detto. Dopo di questo, nell'articolazione del ginocchio ci sono i due focili della gamba verso la parte anteriore; in quell'articolazione c'è un osso che si chiama patella, perché (è) fatta come un piatto, affinché l'articolazione sia più forte, (essendo) fatta di legamenti come se fosse costretta da un nodo. La tibia è in posizione interna ed è più grossa (della fibula) perché deve sostenere un peso del corpo maggiore; il (focile) minore, più sottile, è in posizione laterale e non raggiunge l'articolazione (del ginocchio) perché è stato fatto per essere soltanto un appoggio per quello maggiore. Dopo questi due focili c'è l'osso con cui questi continuano nell'articolazione

dell'astragalo, ovvero della caviglia, che prende il nome da quell'osso che si chiama cayb. Dopo c'è l'osso inferiore che si chiama chaab (che) è l'osso detto del calcagno, di costituzione densa e grossa (e) quadrangolare, affinché possa essere ben stabile e stabilizzare tutto (il corpo); per una buona stabilizzazione (e) affinché quando viene fissato non consumi la cute sul terreno, la natura ha posto sotto di esso una cute grossa (e) molto callosa. Dopo c'è l'(osso) navicolare che è fatto come una navicella, quadrangolare (ed) oblungo. Dopo c'è il tarso, che è composta di tre ossa e non di otto come il carpo, perché il piede non deve muoversi con tanti movimenti per contenere qualcosa come la mano, ma per (mantenere) la stabilità (del corpo) ne ha soltanto tre. Dopo c'è il metatarso che è composto di V (ossa), perché l'alluce è posto nella stessa direzione con le altre (dita del piede). Dopo ci sono le XIIII falangi, perché ciascuna delle quattro dita ne ha tre e l'alluce ne ha due; le ossa del piede saranno quindi 29. Quanti e quali siano i muscoli ed i tendini si può vedere meglio in un Uomo essicato che in uno impiccato recentemente come ho dimostrato un'altra volta in modo pratico, quando ho letto il libro (di quel soggetto) del De juvamentis membrorum. Sappi tuttavia che i tendini che estendono le dita del piede hanno origine dai muscoli che sono nella gamba sulla parte laterale, ma quelli che flettono le dita hanno origine dai muscoli che sono nella pianta del piede. Infatti la parte inferiore del piede fu (fatta) molto carnosa affinché il piede si stabilizzi meglio e la cute non sia logorata dalle ossa (che toccano) il terreno; perciò nella pianta del piede sono stati collocati i muscoli che flettono le dita e (i tendini di) quelli che estendono le dita non hanno potuto essere collocati se non nella parte superiore (del piede), perché la parte superiore deve essere priva di carne per non aggravare il piede. [EXPLICIT DEL MS BOLOGNESE] E questo completa l'insegnamento dell'anatomia del corpo umano del Maestro Mondino, professore meritevolissimo dell'arte medica, composta per volere degli studenti bolognesi. Amen. Explicit dell'anatomia del Maestro Mondino. [42 recto]