UNIVERSITA DEGLI STUDI DI ROMA FORO ITALICO Ufficio Stampa Rassegna stampa Roma 22 settembre 2015 Argomento Testata Titolo Pag. Università scuola24.ilsole24ore.com La Iefp lasciapassare per il lavoro: dopo i corsi triennali è occupato il 50% dei ragazzi 2-3 Università scuola24.ilsole24ore.com Cambia la programmazione del numero chiuso, si parte dai medici 4-5 Università scuola24.ilsole24ore.com Ancora due mesi per gli starting grant europei: fondi per 335 progetti 6-7 Università Il Messaggero Buona Università, professori e studenti contro la riforma 8-9 Università Il Mattino Merito e discrezionalità, ecco la misura perfetta 10 Università Il Mattino Ricerca, giungla università con 66 mila contratti precari 11-12 Sport e salute la Repubblica Il movimento allunga la vita A tutte le età 13
La «Iefp» lasciapassare per il lavoro: dopo i corsi triennali è occupato il 50% dei ragazzi I percorsi di istruzione e formazione professionale (in gergo tecnico, «Iefp») si confermano un buon canale d accesso al mondo del lavoro: a tre anni dalla qualifica, e nonostante la crisi, il 50% dei ragazzi risulta occupato (vale a dire, uno su due). Si tratta, tutto sommato, anche di occupazione di qualità: l 85,6% riveste una posizione lavorativa da dipendente, e la forma contrattuale più diffusa è l apprendistato, a testimonianza di una mission subito professionalizzante di questi corsi e di un legame diretto con il mondo imprenditoriale. La fotografia sul territorio Certo, il quadro è a macchia di leopardo in tutt Italia, con le migliori performance che si registrano al Nord, con picchi in Lombardia e Veneto; a cui si contrappongono, all opposto intere regioni del Sud dove la Iefp è sparita, per esempio in Sardegna, o ha numeri bassissimi (è il caso di Calabria e Basilicata). L offerta, poi, è in larga parte ancora monopolizzata dalle scuole (che, in base all attuale normativa, possono operare in regime di sussidiarietà); c è poco pluralismo e gli spazi per i privati sono limitati. Iscritti in crescita Tuttavia la filiera, nata nel 2003 e divenuta un segmento dell ordinamento formativo nel 2011, è in continua crescita: nel 2013-2014 gli iscritti complessivi ai corsi triennali hanno superato quota 316mila unità (328.174, se si sommano a quelli del quarto anno), con un aumento di oltre 26mila ragazzi rispetto al 2012-2013 (pari a +8,7%). Peraltro le potenzialità sono notevoli, se non altro perché la Iefp è a tutt oggi poco conosciuta da genitori e ragazzi (a partire proprio dalle strutture che possono ospitare i giovani, e cioè le agenzie formative accreditate e gli istituti professionali); ed è del tutto assente nelle attività di orientamento che si svolgono in terza media (qui si sconta quel pregiudizio ideologico, duro a morire, che bolla l istruzione tecnica in genere, come scuola di serie B). L occasione per tornare a parlare di istruzione e formazione professionale è il nuovo rapporto di ministero del Lavoro-Isfol, che verrà presentato domani, a Roma, alla presenza del sottosegretario, Luigi Bobba, e di tutti gli attori istituzionali coinvolti (compresi, quindi, Miur e Regioni). I percorsi di studio Il sistema Iefp piace perchè «riesce a professionalizzare gli allievi, anche grazie all ampio ricorso a metodologie didattiche improntate alla pratica, ai laboratori, allo stage - sottolinea il numero uno dell Isfol, Pier Antonio Varesi -. Questa filiera è poi un importante argine al fenomeno della dispersione formativa, ed è molto inclusiva vista l ampia partecipazione di stranieri e disabili». L istruzione e formazione professionale sforna operatori esperti nei principali settori economicoproduttivi, dall abbigliamento, alla ristorazione, al benessere, al meccanico, all edile, all elettrico, al chimico; ma anche figure utili nel mondo dei servizi amministrativi (segreteria, vendite, logistica). 22/09/2015 2
Il nodo risorse Questi percorsi sono finanziati, annualmente, a livello nazionale, con 189 milioni. A cui si aggiungono le risorse regionali (nel 2013 sono stati erogati poco più di 586 milioni, di cui ben 183,1 milioni da parte della sola Lombardia). Ecco perchè il definitivo decollo della filiera deve passare per un maggiore investimento finanziario su tutto il territorio nazionale, per realizzare, ovunque, il quarto anno di diploma, e far diventare così la Iefp un ponte verso Its e università (e non, come ora, la semplice fine di un percorso formativo). 22/09/2015 3
Cambia la programmazione del numero chiuso, si parte dai medici Medici e odontoiatri, e poi farmacisti, infermieri e ostetriche: dal prossimo anno accademico si cambia. E la programmazione dei posti in palio per la formazione universitaria non sarà più secondo criteri approssimativi o solo economici, dove si tenta da sempre una difficile quadratura del cerchio tra regioni, rappresentanze ordinistiche e atenei, ma si baserà su parametri scientifici finalizzati a pianificare il fabbisogno reale di professionisti della sanità. E di conseguenza a governare anche gli accessi ai corsi di laurea a numero chiuso che ogni anno creano qualche malumore. Fabbisogno del personale in ambito sanitario L iniziativa fa parte del progetto europeo «Joint action health workforce planning e forecasting» e per le cinque professioni in questione (le sole fino ad ora armonizzate a livello europeo) vede come capofila l'italia, in particolare la Direzione generale dalle professioni sanitarie del ministero della Salute. Lo scopo, almeno in teoria, è chiaro: elaborare una piattaforma volta alla condivisione e allo scambio, tra gli Stati membri, di buone pratiche e metodologie di previsione, per definire, in modo più puntuale di quanto non si faccia ora, il fabbisogno del personale in ambito sanitario. Del resto quello della programmazione dei posti, soprattutto per medicina, è un problema che salta all'occhio ogni anno quando in primavera si decide la programmazione dei posti disponibili per la formazione per l'anno accademico successivo: da un lato le Regioni che stimano la propria esigenza di personale in maniera autonoma, dall'altro le categorie professionali e nel mezzo le università che programmano gli accessi in base alle strutture e ai fondi disponibili. Il nodo della formazione specialistica dei medici Il risultato è quello che da anni viene definito un imbuto tra formazione generalista e scuole di specializzazione, per cui ogni anno fanno il loro ingresso a medicina circa 10mila matricole, ma poi possono accedere alla formazione post lauream solo 4.500 specializzandi e in media 900 corsisti di medicina generale. Poiché, poi, nessuno esercita la professione medica senza la formazione specialistica, almeno 4mila medici ogni anno restano fermi in attesa di accedere a un corso di specializzazione o alla scuola di formazione per medici di medicina generale. E il rischio, se non si mette mano subito al sistema formativo universitario e di specializzazione dei camici bianchi, come ha più volte evidenziato la Federazione nazionale dei medici e degli odontoiatri (Fnomceo), è che tra dieci anni almeno 25 mila giovani medici saranno disoccupati. Nuova programmazione Non è un caso che già per l anno accademico che si sta per avviare si è andati verso una prima riduzione per gli accessi a questa formazione, in vista di un trend che tutti prevedono in discesa nei prossimi anni per arrivare gradualmente a quota 7mila. In ogni caso è ancora presto per parlare di numeri, ha spiegato Rossana Ugenti direttore generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Servizio sanitario nazionale presso il ministero della Salute, «certo è che l obiettivo è quello di arrivare ad aprile 2016 con la definizione di criteri 22/09/2015 4
scientifici cosìcchè si possa effettuare una pianificazione rigorosa già per l anno successivo. Noi puntiamo a una programmazione che sia il più possibile vicina alla realtà. La Joint action anche all interno del nostro paese», ha chiuso infine, «apporta un grande valore aggiunto alla programmazione e definizione dei fabbisogni, poiché al gruppo aderiscono anche le regioni italiane (attualmente 7), chiamate a riflettere insieme, in uno scenario comunitario sulle metodologie adottate nei vari paesi per la programmazione del personale». 22/09/2015 5
Ancora due mesi per gli starting grant europei: fondi per 335 progetti La mancanza di fondi per la ricerca scientifica è ormai un dato di fatto. Una problematica, consolidata nel tempo, che blocca sul nascere le speranze di tanti ricercatori, sia alle prime armi che già affermati nel proprio campo, di mettere le competenze acquisite al servizio della società. La questione è spinosa e particolarmente sentita non solo nel nostro Paese, ma a livello globale. L Europa, anche quest anno, ha quindi deciso di affrontare la situazione, tramite l Erc, il Consiglio europeo per la ricerca, destinando 1 miliardo e 670 milioni per la sovvenzione di nuovi progetti di ricerca. Tre saranno i bandi di concorso che usufruiranno di tale budget. Si parte con gli «Starting Grants», la cui call che mette in palio 485 milioni in tutto si è aperta a fine luglio e con termine ultimo di invio delle domande fissato al 17 Novembre. Seguiranno i «Consolidator Grants», dal 15 ottobre al 2 febbraio e gli «Advanced Grants», la cui call si aprirà il 24 Maggio per chiudersi il primo Settembre 2016. Starting Grants: chi può partecipare Con questa prima call l Erc punta sulle nuove leve della ricerca scientifica. Potranno, infatti, inviare le proprie proposte di progetto, in veste di Principal Investigator, tutti quei ricercatori che, senza considerare alcun limite di età, avranno conseguito il loro primo titolo di dottorato da almeno 2 anni, e massimo 7, alla data del 1 Gennaio 2016. Non ci sono limiti, inoltre, neanche dal punto di vista della nazionalità dei partecipanti. Nell ottica di una cooperazione internazionale in ambito scientifico il bando è aperto ai ricercatori di ogni nazione che intendano svolgere la propria attività di ricerca in qualsiasi Stato membro dell'unione Europea o paese ad esso associato. Il tutto allo scopo di supportare l eccellenza scientifica emergente nella fase di costituzione di un proprio team o progetto indipendente. L indipendenza, sia della ricerca che del ricercatore titolare del progetto, è per l'appunto un altro dei fattori decisivi per la partecipazione al bando di concorso. A dimostrazione di ciò i candidati dovranno comprovare la propria indipendenza e maturità scientifica portandone come testimonianza, ad esempio, almeno una pubblicazione di rilievo realizzata senza la partecipazione del proprio supervisore di dottorato. In alternativa è possibile portare dimostrazione di risultati particolarmente positivi raggiunti nel rispettivo campo di studi come la pubblicazione di articoli su riviste internazionali di settore in veste di autore principale, brevetti concessi, partecipazione a congressi e, specialmente, premi ricevuti. Campi di studio e fondi per oltre 300 progetti I principali campi di ricerca sui quali i partecipanti potranno incentrare le proprie ricerche sono fondamentalmente tre: Scienze della Fisica ed Ingegneria, Scienze della Vita e Scienze Sociali. Ogni singola proposta sarà valutata secondo il criterio dell «eccellenza» intesa come sommatoria sia delle caratteristiche proprie del progetto (tra cui la natura pioneristica, il livello di ambizione e la fattibilità), sia della capacità intellettuale, della creatività e dell impegno del ricercatore principale. Il valore di ogni finanziamento concesso ai progetti ritenuti meritevoli potrà raggiungere l'importo massimo di un milione e mezzo di euro, suddivisi in rate periodiche per un periodo limite di 5 anni. Quindi saranno all incirca 335 i progetti che potranno aspirare all ottenimento di una sovvenzione. Nonostante il limite di budget, potrà comunque essere valutata la possibilità di concedere un ulteriore finanziamento di 500mila euro per coprire i costi di start-up nel caso in cui i «Principal Investigators» dovessero spostarsi dal proprio paese di origine per portare avanti la propria ricerca nel territorio dell Unione europea o in uno dei paesi ad essa associati. Altra motivazione valida per la richiesta di un finanziamento aggiuntivo potrà essere l acquisto di attrezzature migliori, o 22/09/2015 6
quantomeno adeguate, da utilizzare per il raggiungimento degli obiettivi proposti nel progetto di ricerca. 22/09/2015 7
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