Azioni di sensibilizzazione rivolte ai pescatori e di aggiornamento rivolte ai Corpi di Sorveglianza in mare



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GOVERNANCE AND INTEGRATED OBSERVATION OF MARINE NATURAL HABITAT Azioni di sensibilizzazione rivolte ai pescatori e di aggiornamento rivolte ai Corpi di Sorveglianza in mare Programma cofinanziato con il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale Programme cofinancé par le Fonds Européen de Développement Régional Provincia di Livorno

3 Il progetto GIONHA nasce dalla cooperazione tra le regioni che si affacciano sulle coste tirreniche. Sono partner del progetto: ARPAT (Capofila), Office de Environnement de la Corse, Regione Liguria, Regione autonoma della Sardegna, Provincia di Livorno. Il progetto è finanziato dal Programma di Cooperazione Transfrontaliera Italia-Francia Marittimo, 2007-2013. Obiettivo del progetto GIONHA Tutela e valorizzazione delle risorse naturali coincidenti con gli habitat marini che ricadono in un Area specialmente protetta di rilevanza del Mediterraneo : Il Santuario Pelagos.

4 Il Santuario Pelagos: è lo spazio di mare protetto più esteso del Mar Mediterraneo; è un punto di forza straordinario per avviare e promuovere azioni di protezione e di valorizzazione delle risorse del Mar Mediterraneo. Per tali motivi nasce l esigenza di: sincronizzare le azioni ed adottare provvedimenti orientati alla tutela e condivisi tra nazioni e regioni che si affacciano sullo stesso mare e che sono accomunati da finalità, obiettivi ed intenzioni comunitari standardizzare i metodi di monitoraggio promuovere la sensibilizzazione attraverso l informazione creare momenti di condivisione tra Governi (centrali e periferici) e rispettive popolazioni per condividere insieme la necessità della conoscenza, il rispetto e la tutela di componenti ambientali di importanza strategica per le popolazioni rivierasche: la Biodiversità del Mar Mediterraneo

5 Attività nel progetto GIONHA: studio e monitoraggio della biologia e delle dinamiche di presenza dei Cetacei nell area e di altri habitat di particolare pregio creazione di un archivio informatizzato e georeferenziato sul censimento dei Cetacei e sulle emergenze floro/faunistiche studio delle interazioni tra le attività antropiche e la presenza di Cetacei e tartarughe marine per definire gli impatti derivanti dalla pesca e dalle attività marittime/commerciali sulle popolazioni indagine sulle principali fonti di inquinamento (acustico e rifiuti) e sull integrità ambientale dei fondali accompagnata da azioni pilota di gestione dei rifiuti in collaborazione con i pescatori per ottenere una mappatura georeferenziata dei rifiuti sui fondali e avviare buone prassi per la loro gestione. La Regione Sardegna per attuare le sue azioni all interno del progetto si avvale della collaborazione della Rete Regionale per la conservazione della fauna marina e in particolare: l Area Marina Protetta di Capo Carbonara, per le attività di sensibilizzazione rivolte al mondo della pesca, di aggiornamento ai Corpi addetti alla sorveglianza in mare e agli operatori della Rete Regionale l Area Marina Protetta - PN dell Asinara, per la collaborazione alle attività del progetto il Parco Nazionale dell Arcipelago di La Maddalena, per la comunicazione e divulgazione delle attività svolte in GIONHA l Area Marina Protetta di Capo Caccia - Isola Piana, per le attività di educazione ambientale l Area Marina Protetta di Tavolara - Punta Coda Cavallo, per il monitoraggio degli avvistamenti, il censimento delle specie mediante foto identificazione, azioni di sensibilizzazione e animazione del territorio l Area Marina Protetta Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre, per il monitoraggio dei recuperi e azioni di consolidamento della Rete Regionale; l Università degli Studi di Sassari per l assistenza veterinaria

6 Un mare di vita Le tartarughe marine Sono rettili adattati a trascorrere la maggior parte della loro vita in acqua. La loro esistenza comincia sulla terra, nelle spiagge dove le femmine adulte depongono le uova. Trascorrono gran parte del tempo in immersione anche se hanno i polmoni e riemergono per respirare. Sono specie migratrici capaci di effettuare lunghi spostamenti; ciò determina un alimentazione molto varia, in funzione della differente disponibilità di cibo nei diversi ambienti che attraversano; sono ghiotte di meduse, spugne, molluschi, crostacei. Sono esposte a pericoli naturali e antropici, questi ultimi dovuti anche a un insufficiente informazione, conoscenza e sensibilizzazione del pubblico sulle caratteristiche della specie e le principali minacce per la loro conservazione.

7 Principali pericoli naturali: condizioni climatiche avverse (vento, pioggia, basse temperature e mare molto agitato) che possono danneggiare le uova, con una riduzione della percentuale di schiusa predazione delle uova da parte di animali carnivori. Inoltre i neo-nati, che dalla spiaggia cercano di raggiungere il mare, possono essere vittime di predatori terrestri e marini, determinando un elevata mortalità dei piccoli Principali pericoli di origine antropica: alterazione dei siti di nidificazione dovuta a: urbanizzazione delle spiagge con eccessiva presenza di luci artificiali, insediamenti stagionali, presenza di veicoli per la pulizia degli arenili o per attività di svago inquinamento del mare da parte dell Uomo e conseguente ingestione di residui di origine antropica traffico marittimo cattura e commercio cattura accidentale durante le attività di pesca Il Mare Mediterraneo è frequentato da 3 specie di tartarughe marine Tartaruga Comune (Caretta caretta) Tartaruga Verde (Chelonia mydas) Tartaruga Liuto (Dermochelys coriacea)

8 L Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), un organizzazione che fa capo all ONU e si occupa dei problemi delle specie selvatiche e degli habitat minacciati di estinzione, indica le 3 specie di tartarughe marine minacciate nella loro sopravvivenza con le definizioni: in pericolo per Caretta caretta e Chelonia mydas, criticamente in pericolo per Dermochelys coriacea. La tartaruga comune, Caretta caretta, è la specie più diffusa nel Mare Mediterraneo ed è l unica che si riproduca abitualmente lungo le coste italiane. i siti di nidificazione sono localizzati principalmente nelle coste del Mare Mediterraneo centro-orientale (Grecia, Turchia, Cipro e sporadicamente in nord-africa) in Italia la nidificazione è localizzata nella costa ionico-calabrese, in Campania, Puglia Orientale e Sicilia (alcuni tentativi in Sardegna meridionale e sudoccidentale) Ciclo di vita

Le Forze addette alla Sorveglianza a mare sono istituzionalmente protagoniste dell azione di conservazione e tutela delle risorse del mare, data la pluralità delle loro competenze. Possono agire su diversi livelli di protezione dell ecosistema marino (per es. il controllo del traffico nautico, gli scarichi a mare di inquinanti) ed a loro è affidata l applicazione delle normative che stanno alla base della conservazione di questi animali. Aumentare il livello di consapevolezza del loro ruolo attraverso una migliore conoscenza può fare la differenza nel momento di intervento su esemplari in difficoltà e da un valore aggiunto alla loro funzione di tutela e sorveglianza nelle aree protette marine. 9

10 Cetacei I Cetacei sono mammiferi, animali preistorici, originati circa 55 milioni di anni fa da un mammifero terrestre. Non più tardi di 25 milioni di anni fa comparvero i Cetacei attuali: con i denti gli odontoceti e con i fanoni (filamenti che formano un setaccio per la filtrazione) i misticeti.

11 Cetacei nel Mediterraneo Su tutto il pianeta esistono più di 80 specie di Cetacei di cui dieci regolarmente presenti nel Mediterraneo, 1 misticete e 9 odontoceti: Balenottera comune (Balaenoptera physalus) Capodoglio (Physeter macrocephalus) Globicefalo (Globicephala melas) Zifio (Ziphius cavirostris) Grampo (Grampus griseus) Tursiope (Tursiops truncatus) Stenella striata (Stenella coeruleoalba) Delfino comune (Delphinus delphis) Steno (Steno Bredanensis) Orca (Orcinus orca) Tursiope (Tursiops truncatus) Stenella striata (Stenella coeruleoalba) Balenottera Comune (Balaenoptera physalus) Capodoglio (Physeter macrocephalus)

12 Differenze tra pesci e Cetacei: corpo generalmente da medio a grande dimensione, fusiforme e idrodinamico coda orizzontale a movimento verticale propulsivo alto basso hanno i polmoni e non le branchie come i pesci, respirano attraverso lo sfiatatoio che ha funzioni simili alle narici dei mammiferi terrestri Similitudini con i mammiferi terrestri: 1) le pinne pettorali, che servono per direzionare e stabilizzare il corpo durante il nuoto, corrispondono agli arti anteriori; gli arti posteriori, invece, sono rudimentali e sostengono unicamente gli apparati riproduttori 2) il cervello è grande dalle dimensioni simili a quello dei primati (scimmie) 3) l apparato circolatorio e il cuore, con 4 cavità, sono molto simili a quelli dei mammiferi superiori 4) gli apparati genitale e riproduttivo sono posizionati nella parte ventrale del corpo, nascosti all interno di tasche genitali (per favorire l idrodinamicità). Nelle femmine sono presenti altre due fessure, una per lato, che nascondono le ghiandole mammarie 5) la riproduzione avviene ogni 2-3 anni. Il piccolo resta a contatto con la madre per alcuni anni. Se il piccolo muore si riproducono nuovamente l anno successivo 6) la gestazione media va da 11 a 17 mesi (odontoceti e misticeti), partoriscono un solo piccolo e sono rari i parti gemellari 7) vista, udito, tatto e gusto sono ben sviluppati, in particolare l udito e la capacità di produrre suoni complessi. Questi ultimi sono utilizzati dai Cetacei come mezzo di comunicazione. Gli odontoceti utilizzano tali suoni anche come strategia esplorativa e di caccia attraverso l analisi del ritorno del segnale acustico emesso (l eco).

13 Le cause di minaccia: - catture intenzionali per scopi alimentari e delfinari accidentali nelle reti da pesca - inquinamento in mare sia come sversamenti di sostanze inquinanti sia come produzione di rumore - collisioni con le navi - riduzione dell habitat per eccessiva urbanizzazione delle coste - diminuzione della disponibilità alimentare Perché occuparsi di Cetacei e tartarughe marine Il mare è il loro ambiente, l Uomo è un ospite arrivato molto tempo dopo. I Cetacei e le tartarughe marine sono un bene comunitario perché simbolo di grande valore naturalistico e la loro assenza costituirebbe una riduzione di tale valore. La loro presenza indica lo stato di buona salute dell ambiente marino in cui vivono perché è il risultato di equilibri raggiunti in milioni di anni ai quali l Uomo è necessariamente legato.

14 Un passo importante è collaborare Il Progetto GIONHA è l occasione giusta per promuovere una collaborazione, senza alcuna imposizione perché i pescatori da sempre sono grandi conoscitori del mare e senza il loro contributo non è pensabile preservare, conservare e gestire una grande risorsa come il mare. L importanza dei Cetacei e delle tartarughe marine è stata riconosciuta da leggi dei diversi governi delle Nazioni Unite, compresi quelli che si affacciano nel Mare Mediterraneo. Gli strumenti sono Direttive e Convenzioni Internazional: - La Direttiva Habitat, recepita in Italia con DPR n.357/97, Direttiva Comunitaria per la conservazione di habitat naturali e seminaturali selvatici (flora e fauna) (allegati II e IV)

15 - La Convenzione di Whashington, recepita in Italia con Decreto Legislativo n.275/2001, Convenzione internazionale sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, o CITES (Convention on International Trade of Endangered Species), firmata da numerosi Stati, Washington 1973. Regolamenta il commercio di fauna e flora in pericolo di estinzione (esemplari vivi o morti, o solo parti di organismi o prodotti da essi derivati). La CITES fa parte delle attività ONU per l ambiente: UNEP. La sua attuazione è a carico dei 175 Stati che hanno aderito alla convenzione (appendici I e II) - La Convenzione di Bonn, recepita in Italia con legge 25.01.1983, n.42, Conservazione delle Specie Migratrici di Animali Selvatici. Trattato intergovernativo promosso dall ONU che contava, al 1988, 88 Governi, tra cui l Italia (appendice I e II) - La Convenzione di Berna, recepita in Italia con legge n. 503 5.08.81, Conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa, esecutiva dal 1 giugno 1982 (allegati II e III) - La Convenzione di Barcellona, recepita In Italia con Legge 25.1.1979, n. 30, (protezione del Mar Mediterraneo dai rischi dell inquinamento). Strumento giuridico e operativo del Piano d Azione delle Nazioni Unite per il Mediterraneo (MAP Mediterranean Action Plan ) Aree di Speciale Interesse Mediterraneo (allegato II).

16 Sardegna: la rete regionale - l Assessorato della Difesa dell Ambiente della Regione Autonoma della Sardegna ha attivato e coordina la Rete Regionale per la Conservazione della Fauna Marina (Tartarughe e Mammiferi marini) - opera grazie a un protocollo stipulato tra tutte le AAMMPP/PPNN della Sardegna e la Regione che, con il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, in quanto Regione a Statuto speciale, ha competenze specifiche sul mare, sia in materia di pesca che in materia di conservazione di habitat e specie laddove i Siti d Importanza Comunitaria e le Zone di Protezione Speciale hanno una perimetrazione a mare - le Aree Marine Protette ed i Parchi Nazionali che, per finalità istitutive sono preposte al governo delle risorse naturali del mare ed agiscono per mandato

del Governo Italiano per il tramite del Ministero dell Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), costituiscono i nodi fondamentali della Rete Regionale sarda. In ciò sono coadiuvati, per legge istitutiva (nazionale), dalla Guardia Costiera (Capitaneria di Porto) 17 - la Rete è firmataria del protocollo d intesa per la redazione del Piano di Azione Nazionale per la Conservazione delle tartarughe marine promossa dal MATTM - altri soggetti concorrono e operano a diverso titolo nella Rete Regionale: le squadre nautiche di Carabinieri, Polmare, Guardia di Finanza e Vigili del Fuoco laguna di Nora facoltà di Medicina Veterinaria di Sassari presidi veterinari locali ( Clinica due Mari, ASL) istituti zooprofilattici stazione Zoologica A. Dohrn di Napoli Perché la Rete Regionale è nel progetto GIONHA? La Rete regionale perseguendo gli obiettivi di conservazione e tutela di habitat e specie, trova nel Progetto Gionha una grande opportunità e strumento per: collegarsi a strategie comunitarie per l attuazione di politiche di conservazione in una parte significativa del Mar Mediterraneo condividere, migliorare, standardizzare esperienze e attività coordinandosi con i partner del progetto GIONHA Il tutto in una dimensione transnazionale, mediterranea ed interregionale grazie alle attività che svolgono i nodi della Rete Regionale per: concorrere a migliorare le conoscenze su Cetacei e tartarughe marine ottimizzare la gestione delle emergenze (recupero e cura di animali in difficoltà) condividere rapporti di collaborazione inter-istituzionale attuare momenti di informazione e di diffusione delle conoscenze promuovere la ricerca educare all ambiente

18 Calendario attività del progetto GIONHA FASE 5 AMP CAPO CARBONARA Tre seminari destinati agli Operatori della pesca: Sede: CAGLIARI Relatori/e: personale dell AMP Capo Carbonara Sede: ORISTANO Relatori/e: personale dell AMP SINIS Penisola di Mal di Ventre Sede: PORTO TORRES Relatori/e: personale dell AMP/PN Isola dell Asinara Quattro seminari destinati ai Corpi addetti alla Sorveglianza: Sede: CAGLIARI Relatori/e: personale dell AMP Capo Carbonara Sede: OLBIA S. TEODORO Relatori/e: personale dell AMP Tavolara C.C. Cavallo Sede: ORISTANO Relatori/e: personale dell AMP SINIS Penisola di Mal di Ventre Sede: Alghero Relatori/e: personale dell AMP di Capo Caccia Due seminari destinati agli Operatori della Rete Regionale per la Salvaguardia della Fauna Selvatica Marina: Sede: Villasimius Relatori: Anton Dohrn Sede: Villasimius Relatori: ISPRA

19 ELABORAZIONE TESTI M. Francesca Cinti Francesca Frau Bruno Paliaga (Amp Capo Carbonara) REVISIONE Aree Marine Protette e Parchi Nazionali Della Sardegna SUPERVISIONE Aree Marine Protette e Regione Autonoma della Sardegna (R.A.S.) COPERTINA. FOTO DELFINO: Luca Bittau FOTO TARTARUGA: AMP Capo Carbonara PAG. 4 FOTO DELFINI-BARCA: Luca Bittau PAG. 6 FOTO TARTARUGA-MARE: AMP Capo Carbonara PAG. 7 IMMAGINI TARTARUGHE: Massimo Demma (da TESTUDINES, ex ICRAM ora ISPRA) PAG. 8 IMMAGINE ILLUSTRATA CICLO DI VITA TARTARUGHE: Graziano Ottaviani (da Sea Turtle Handling Guidebook for Fishermen teaching book) PAG. 9 FOTO GUARDIA COSTIERA-DELFINO: 4 Nucleo Operatori Subacquei Guardia Costiera Cagliari PAG. 10 FOTO DELFINO (SOPRA): Luca Bittau FOTO BALENOTTERA (SOTTO): A. Fozzi/CRiMM onlus/amp Tavolara PAG. 11 IMMAGINI CETACEI: Massimo Demma (da CETACEA, ex ICRAM ora ISPRA) PAG. 12 IMMAGINI ILLUSTRATE CETACEO E PESCE: Giovanni Bearzi PAG. 13 FOTO DELFINI: Mirko Ugo PAG. 14/15 FOTO DELFINI: Luca Bittau (foto modificata) PAG. 16 FOTO CORPO FORESTALE-DELFINO: AMP Capo Carbonara

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