DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI REFERENDUM

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Transcript:

VERSO IL 22 OTTOBRE DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI REFERENDUM PARTITO DEMOCRATICO MILANO METROPOLITANA

IL QUESITO REFERENDARIO

REFERENDUM PER L AUTONOMIA, OPPURE REFERENDUM PER PIÙ AUTONOMIA?

AUTONOMIA: FACCIAMO CHIAREZZA Il quesito referendario chiede ai cittadini se sono favorevoli all attivazione della procedura prevista dall art. 116 comma 3 della Costituzione, cioè il federalismo differenziato FEDERALISMO DIFFERENZIATO = le Regioni con i conti in ordine possono ottenere dallo Stato più autonomia sulle competenze concorrenti Ciò è possibile in base alla riforma del titolo V della Costituzione, varata nel 2001 dal governo di centrosinistra.

AUTONOMIA: FACCIAMO CHIAREZZA Art. 116 comma 3: Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell'articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all'organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei princìpi di cui all'articolo 119. Una Regione, se ha i conti in ordine, può attivare l art. 116 direttamente, senza referendum: è il caso dell Emilia- Romagna

SU QUALI COMPETENZE SI PUÒ CHIEDERE PIÙ AUTONOMIA? Ricerca scientifica e tecnologica, e sostegno all innovazione Cooperazione transfrontaliera e commercio con l estero Tutela della salute Tutela dell ambiente e dell ecosistema Tutela dei Beni Culturali Protezione civile Sicurezza del lavoro Produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia

PER QUELLO BISOGNEREBBE CAMBIARE LA COSTITUZIONE ITALIANA! IL REFERENDUM NON RENDERÀ LA LOMBARDIA AUTONOMA, CIOÈ A STATUTO SPECIALE:

IL REFERENDUM Non è condizione necessaria Ha valore consultivo e non ha effetto immediato Non è previsto il quorum (50% più uno degli aventi diritto) La Giunta regionale deve comunque avviare le trattative con lo Stato per trovare un accordo sulle competenze su cui intende richiedere più autonomia. Ma Maroni non ha neppure presentato un progetto in cui elenca quale siano le competenze.

UN PO DI STORIA... Il centrosinistra ha una grande cultura autonomista da sempre: cfr. le amministrazioni delle Regioni Rosse e la tradizione amministrativa dei cattolici democratici Nel 2001 il governo di centrosinistra, sostenuto da DS e Margherita, i partiti fondatori del PD, approva la riforma del titolo V della Costituzione che introduce il federalismo differenziato Nel 2007 il presidente della Lombardia Formigoni attiva l art. 116 (con il voto favorevole di DS e Margherita lombardi) e avvia le interlocuzioni con lo Stato Il Governo Prodi apre 12 tavoli per arrivare a definire, materia per materia, le nuove competenze da trasferire alla Lombardia, con relative risorse

UN PO DI STORIA... Nel 2008 con la caduta del Governo Prodi il percorso si interrompe Nonostante l elezione del Governo amico guidato da Berlusconi, Formigoni non riesce nel suo intento: i ministri leghisti (tra cui Maroni e Zaia) bloccano il processo, promettendo una riforma della Costituzione che avrebbe dato autonomia alle Regioni del Nord. Risultato: nulla di fatto.

IN QUESTA LEGISLATURA Ora Maroni al governo della Lombardia dal 2013 convoca il referendum. Guarda caso, a pochi mesi dalle nuove elezioni regionali Inascoltate le proposte del PD lombardo, che aveva promosso incontri pubblici al Pirellone proponendo un accordo col Governo Renzi, che si era già dichiarato disponibile

I COSTI DEL REFERENDUM Acquisto monitor per voto elettronico: 23 milioni di euro Funzionamento dei seggi: 24,5 milioni di euro Campagna pubblicitaria: 2,7 milioni di euro Spedizione lettere a casa dei lombardi: 5 milioni di euro TOTALE: 55,2 MILIONI DI EURO

LA POSIZIONE DEL PARTITO DEMOCRATICO Sulla richiesta di maggiore autonomia siamo già tutti ampiamente d accordo Maroni sta prendendo in giro i cittadini, diffondendo vere e proprie bufale (es. 54 miliardi di tasse trattenuti in Lombardia) che vanno contrastate

FAKE NEWS!

Il referendum è il primo passo perché la Lombardia diventi autonoma FALSO, le Regioni a Statuto speciale sono stabilite dalla Costituzione. La concessione del regime di Statuto autonomo spetta allo Stato, e non è qualcosa che si possa ottenere tramite referendum.

Il referendum otterrà più autonomia per i lombardi FALSO, il referendum è solo consultivo e dal giorno dopo non cambia nulla: bisognerà comunque attivare l art. 116 comma 3 e avviare i colloqui con lo Stato (cosa che si poteva fare benissimo senza referendum, come fatto dall Emilia Romagna)

Il referendum è necessario FALSO, perché sarebbe bastato seguire la procedura dell art. 116 comma 3 della Costituzione, come ha fatto l Emilia Romagna. Invece Maroni ha perso tempo e, curiosamente, convoca il referendum a pochi mesi dalle elezioni regionali.

Grazie al referendum più tasse rimarranno in Lombardia FALSO, come fa un referendum regionale ad avere effetto sulla fiscalità generale? Un cambiamento del genere si avrebbe solo come conseguenza della concessione dello Statuto speciale, cosa che richiederebbe di cambiare la Costituzione

Grazie al referendum risparmieremo 54 miliardi FALSO, identificando le materie su cui la Lombardia può ottenere PIÙ autonomia ai sensi della Costituzione vigente (cioè le materie "concorrenti"), si potrebbero avere tra i 2 e i 2,5 miliardi all'anno in più.

Il Partito Democratico non vuole l autonomia della Lombardia FALSO, il PD riconosce le ragioni del chiedere più autonomia su materie specifiche, tant è vero che è stato un governo di centrosinistra a introdurre in Costituzione l articolo 116 comma 3, che prevede il federalismo differenziato.

Il Partito Democratico è nel caos e non ha una posizione chiara (i consiglieri regionali hanno votato contro il referendum, Gori fa il comitato per il sì) FALSO, il PD ha una posizione chiara: sì alla autonomia, quella vera, il federalismo differenziato; no alle frottole. Siamo un partito plurale. Libertà di interpretazione di questa posizione: alcuni sindaci, Gori in testa, hanno fondato i comitati Sì vera autonomia della Lombardia, per non lasciare a Maroni e soci la bandiera mediatica della difesa della Regione; altri non andranno, per sottolineare con l'astensione che Maroni e soci hanno perso anni preziosi, non sono stati capaci di avviare il confronto con lo Stato, per dare anche il segnale che quei 50 milioni di euro era meglio spenderli per servizi utili alle famiglie in difficoltà.

Il voto per una vera autonomia, sana e sostenibile, sarà il voto per Giorgio Gori Presidente