STATISTICA ECONOMICA STATISTICA PER L ECONOMIA



Documenti analoghi
Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ASIA Istat. Tabella 2: Imprese per attività economica Lombardia

Statistica. Alfonso Iodice D Enza iodicede@unina.it

I vantaggi del nuovo sistema: qualità dell output e burden sulle imprese

Lezione Introduzione

Il concetto di valore medio in generale

Il modello generale di commercio internazionale

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche

QUESITO SOLUZIONE INTERPRETATIVA PROSPETTATA DAL CONTRIBUENTE

Un po di statistica. Christian Ferrari. Laboratorio di Matematica

Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società IV trimestre 2010

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ

Leasing secondo lo IAS 17

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ

Figura Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica

SERVIZI VIGILANZA ASSICURATIVA I E II SEZIONI ATTUARIATO e AUTORIZZAZIONI E MERCATO Roma 23 Luglio 2008

ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO. A cura dell Ufficio Studi Confcommercio

ELEMENTI DI DEMOGRAFIA

Comune di San Martino Buon Albergo

In questa lezione verranno trattate le rimanenze di magazzino «propriamente dette» : materie prime, semilavorati, prodotti finiti, etc.

STUDIO DI SETTORE TG40U ATTIVITÀ VALORIZZAZIONE E PROMOZIONE IMMOBILIARE COMPRAVENDITA DI BENI IMMOBILI LOCAZIONE DI BENI IMMOBILI

Analisi dei margini: componenti e rischi

IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE.

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ

L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

STUDIO DI SETTORE TG94U ATTIVITÀ PRODUZIONI CINEMATOGRAFICHE E DI VIDEO DISTRIBUZIONI CINEMATOGRAFICHE E DI VIDEO ATTIVITÀ RADIOTELEVISIVE

STUDIO DI SETTORE UM29U ATTIVITÀ COMMERCIO AL DETTAGLIO DI MOBILI ATTIVITÀ COMMERCIO AL DETTAGLIO DI ARTICOLI PER LA CASA

STUDIO DI SETTORE UM15A ATTIVITÀ ATTIVITÀ COMMERCIO AL DETTAGLIO DI OROLOGI, ARTICOLI DI GIOIELLERIA E ARGENTERIA

Comune di Robecco sul Naviglio SISTEMA PREMIALE DEL PERSONALE DIPENDENTE

IL SISTEMA DEI CONTI ECONOMICI NAZIONALI. a cura di Claudio Picozza

CONVEGNO regionale DIRIGENTI SCOLASTICI LA GESTIONE DELLA SICUREZZA NELLE ISTTITUZIONI SCOLASTICHE: 1 Dicembre 2014

LE COMPETENZE CHE VALGONO UN LAVORO LE INDICAZIONI FORNITE DALLE IMPRESE ATTRAVERSO IL SISTEMA INFORMATIVO EXCELSIOR

Innovazione tecnologica e performance finanziaria nel settore agro-alimentare M. Baussola SIES Universita Cattolica

Progetto PI , passo A.1 versione del 14 febbraio 2007

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

FAQ PARTITE IVA. Cos è la Partita Iva?

ENTE BILATERALE TURISMO Della Regione Lazio OSSERVATORIO DEL MERCATO DEL LAVORO NEL SETTORE TURISTICO

L analisi dei costi: il costing

STUDIO DI SETTORE UK16U ATTIVITÀ ATTIVITÀ AMMINISTRAZIONE DI CONDOMINI E GESTIONE DI BENI IMMOBILI PER CONTO TERZI

Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro

Capitolo 2 Distribuzioni di frequenza

L azienda e le funzioni aziendali

I GRUPPI TRANSFRONTALIERI.

Nota integrativa nel bilancio abbreviato

La dispersione dei prezzi al consumo. I risultati di un indagine empirica sui prodotti alimentari.

I MERCATI REGIONALI DEL LAVORO

CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA

Relazioni statistiche: regressione e correlazione

Ogni azienda ha la necessità di conoscere il proprio sistema dei costi sia per controllare la situazione esistente che per verificare il

Ufficio studi IL LAVORO NEL TURISMO

Indice di rischio globale

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI

Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione

DL n. 91 del entrato in vigore dal 25 giugno

AGENZIA NAZIONALE PER LE NUOVE TECNOLOGIE, L ENERGIA E LO SVILUPPO ECONOMICO SOSTENIBILE

Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione

Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI

Categorie dei fondi assicurativi polizze unit-linked

Il modello generale di commercio internazionale

Note Brevi LE COOPERATIVE NELL AMBITO DELLA STRUTTURA PRODUTTIVA ITALIANA NEL PERIODO a cura di Francesco Linguiti

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI CAGLIARI REPORT CON DATI STRUTTURALI ANNO 2011 REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 1 TRIMESTRE 2012

Il modello generale di commercio internazionale

L analisi del welfare nelle Valli Bresciane per un nuovo sistema d offerta dei servizi alla persona

CREDITO DI IMPOSTA PER INVESTIMENTI IN BENI STRUMENTALI NUOVI

RICLASSIFICAZIONE ECONOMICA DELLO S.P. E DEL C.E.

Macroeconomia. Lezione n. 2 Il Prodotto Interno Lordo (PIL) e le sue componenti. Luca Deidda. UNISS, DiSEA, CRENoS

SISTEMA PREMIALE DEL PERSONALE DIPENDENTE. Elaborato dal Nucleo di Valutazione Associato

COME SVILUPPARE UN EFFICACE PIANO DI INTERNET MARKETING

Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione

COSA ACCADE IN CASO DI VERSAMENTO CONTRIBUTIVO IN UN FONDO PENSIONE COMPLEMENTARE. Informazioni di approfondimento

Per i conti correnti sub 3 (cd. in convenzione ), gli intermediari possono optare per una delle seguenti alternative:

Esercitazioni del corso di Statistica Prof. Mortera a.a. 2008/2009

Ministero delle Attività Produttive

OCCUPATI SETTORE DI ATTIVITA' ECONOMICA

Prova di autovalutazione Prof. Roberta Siciliano

CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI ANCONA

Profili di operatività per il calcolo dell ISC per i conti correnti

MODI DI FINANZIAMENTO DELL ECONOMIA

CLASSIFICAZIONE DEI CARATTERI

UMBRIA Import - Export. caratteri e dinamiche

Istruzioni modulistica Elenco associazioni professionali

Documento non definitivo

Note per la lettura dei report

DOCUMENTO DEGLI INTERVENTI DI POLITICA DEL LAVORO

Lezione 1. Concetti Fondamentali

Gestione dei documenti e delle registrazioni Rev. 00 del

13 Rapporto sulle Retribuzioni in Italia

I modelli di qualità come spinta allo sviluppo

Corso di. Dott.ssa Donatella Cocca

Le fattispecie di riuso

Le Politiche Pensionistiche. Corso di Politiche Sociali Facoltà di Scienze della Formazione Università Milano Bicocca Anno Accademico

STATISTICA ECONOMICA STATISTICA PER L ECONOMIA

I MIGLIORAMENTI FONDIARI Cap. 9, pagg

Dare credito alla fiducia: la domanda di finanza del Terzo Settore. Dimensione e struttura del mercato del credito per il Terzo Settore

5 La popolazione disabile

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ

La valutazione delle immobilizzazioni immateriali

STUDIO DI SETTORE UM05U ATTIVITÀ COMMERCIO AL DETTAGLIO DI ATTIVITÀ COMMERCIO AL DETTAGLIO DI

Modifiche e Integrazioni al D. Lgs. 118/2011 inerenti l introduzione della Contabilità Economico-Patrimoniale nelle Regioni

7.2 Indagine di Customer Satisfaction

Transcript:

STATISTICA ECONOMICA STATISTICA PER L ECONOMIA a.a. 2009-2010 Facoltà di Economia, Università Roma Tre Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) L archivio è costituito dalle unità economiche che esercitano arti e professioni nelle attività industriali, commerciali e dei servizi alle imprese e alle famiglie. Fornisce informazioni identificative (denominazione e indirizzo) e di struttura (attività economica, addetti dipendenti e indipendenti, forma giuridica, data di inizio e fine attività, fatturato) di tali unità. Oltre che costituire la base informativa per le analisi sull evoluzione della struttura delle imprese italiane e sulla loro demografia, l archivio Asia rappresenta la popolazione di riferimento delle indagini sulle imprese condotte dall Istat. Nasce nel 1996 in base al Regolamento del Consiglio Europeo relativo al coordinamento comunitario dello sviluppo dei registri d impresa utilizzati a fini statistici. Viene aggiornato ogni anno integrando informazioni desumibili da fonti amministrative, gestite da enti pubblici o da società private (ad esempio: Agenzia delle Entrate, Camere di Commercio Industria Artigianato ed Agricoltura, INPS) e da fonti statistiche. L impresa è definita come la più piccola combinazione di unità giuridiche, che costituisce un unità organizzativa per la produzione di beni e servizi che fruisce d una certa autonomia decisionale. In particolare per quanto attiene alla destinazione delle sue risorse correnti. Un impresa esercita una o più attività inunoopiù luoghi. Un impresa può corrispondere a una sola unità giuridica. Secondo questa definizione sono considerati impresa anche i lavoratori autonomi e i liberi professionisti. Ai fini della produzione dell informazione statistica, le imprese sono classificate per attività economica. L attività economica è la combinazione di risorse, quali attrezzature, manodopera, tecniche di fabbricazione, reti di informazione, o di prodotti, che porta alla creazione di specifici beni o servizi. Le imprese sono distinte in base all attività economica esclusiva o principale, secondo il criterio della prevalenza. Quando, nell ambito di una stessa unità, sono esercitate più attività, la prevalenza è individuata sulla base del valore aggiunto ovvero, in mancanza di tale dato, sulla base del fatturato, del numero medio annuo di addetti, delle spese per il personale, delle retribuzioni lorde. La classificazione delle attività economiche, in vigore dal primo gennaio 2008, è l Ateco 2007, versione nazionale della classificazione (NACE Rev. 2) definita in ambito europeo. E adottata anche dall Agenzia delle Entrate e dalle Camere di Commercio.

I dati si riferiscono alle imprese attive, cioè alle unità che hanno svolto una effettiva attività produttiva per almeno sei mesi nell anno di riferimento. La dimensione di ciascuna impresa è misurata in termini di persone occupate o addetti (lavoratori dipendenti ed indipendenti), che esercitano un attività a tempo pieno o a tempo parziale nell impresa. Nell archivio Asia tutte le imprese posseggono almeno un addetto indipendente, perché non si considera possibile lo svolgimento di un attività economica senza l utilizzo di una quantità minima di lavoro. Il numero di persone occupate è calcolato in termini di media annua. Ad esempio, un impresa che sia stata attiva per sei mesi con un solo addetto risulta avere 0.5 addetti. Mentre un impresa attiva nei dodici mesi e che abbia avuto due addetti per l intero anno ed un terzo addetto per quattro mesi risulta avere 2.3 addetti. Indicatori di dimensione delle unità economiche Facciamo riferimento alle unità produttive operanti nell intero sistema economico oppure in un generico settore di attività economica o in una determinata regione. Consideriamo la distribuzione di tali unità produttive rispetto ad un carattere d interesse (ad esempio il fatturato o il numero di addetti) suddiviso in n classi. Con riferimento a ciascuna classe i (i =1,...,n), indichiamo con il numero di unità economiche nella classe i; A i l ammontare del carattere posseduto dalle unità appartenenti alla classe i, e per il totale, indichiamo con l numero complessivo di unità economiche, A l ammontare complessivo del carattere rilevato. Ovviamente N = A = A i In assenza di altre informazioni, facciamo l ipotesi di distribuzione uniforme del carattere tra le unità appartenenti ad una stessa classe, cioè che ciascuna unità della classe i-esima abbia dimensione Ai, pari alla dimensione media nella classe. La distribuzione delle imprese per numero di addetti (ASIA 2006) è molto dispersa e fortemente asimmetrica. Dal momento che il numero degli addetti di un impresa è calcolato come media annua la classe dimensionale 1 comprende le unità con addetti da 0.5 a 1.49, la classe 2 9 comprende quelle con addetti da 1.50a9.49 e così via. Asia 2007 CLASSI DI N. Medio ADDETTI Imprese Addetti addetti 1 2,593,079 2,591,717 1.0 2-9 1,654,102 5,571,620 3.4 10-19 148,840 1,954,006 13.1 20-49 58,064 1,732,869 29.8 50-249 22,758 2,211,289 97.2 250 e più 3,630 3,524,529 970.9 Totale 4,480,473 17,586,031 3.9

La dimensione media è calcolata come media aritmetica del numero di addetti per impresa: μ = A N = 17586031 4480473 =3.9 A causa della marcata asimmetria della distribuzione non soddisfa in modo adeguato l esigenza di sintetizzare la dimensione del fenomeno. In realtà nel nostro caso risente eccessivamente della presenza di impianti di piccole dimensioni. Si noti che la moda è la classe 1 addetto e che in tale classe cade anche la mediana della distribuzione. Una forte asimmetria a destra e una marcata dispersione sono caratteristiche di solito presenti nella distribuzione di un carattere che misuri la dimensione delle unità economiche (numero di addetti, valore aggiunto, superficie per le aziende agricole). Dal momento che, per tali ragioni gli usuali indicatori di posizione non forniscono una sintesi soddisfacente della dimensione delle imprese, sono stati proposti indicatori alternativi che tengano conto in un certo senso della dispersione del fenomeno attraverso gli ammontari del carattere in ciascuna delle classi dimensionali. La dimensione caratteristica viene misurata tramite la media entropica definita da [ 1 ( ) ] Ai ME = exp A i log A è una media geometrica delle dimensioni ( Ai ) delle unità appartenenti alle n classi, ponderata con pesi pari ai corrispondenti ammontari del carattere nelle classi A i, infatti ( ) A1 ( ) An ME = A A1 An. N 1 N n Hanno peso maggiore le unità con maggiore dimensione. Il valore di ME è sempre maggiore o uguale al valore della media aritmetica semplice. Nel nostro caso ME = 19.3 i Dimensione prevalente si individua facendo ricorso ad un criterio che consiste nell individuare non la classe dimensionale più diffusa (sarebbe la moda), ma la classe di ampiezza comprendente la quota più elevata di addetti. E un indicatore qualitativo, basato sulla definizione di una conveniente scala ordinale di gradi di ampiezza delle unità economiche, organizzata in modo che la definizione sia univoca, cioè che si possa rientrare in una sola classe di ampiezza prevalente. La dimensione prevalente risulta: molto piccola se più del 50% degli addetti è occupato in imprese con meno di 10 addetti; piccola se più del 50% degli addetti è occupato in imprese con meno di 20 addetti e meno del 50% è occupato in imprese con meno di 10 addetti; medio-piccola se più del 50% degli addetti è occupato in imprese con meno di 50 addetti e meno del 50% è occupato in imprese con meno di 20 addetti; media se più del 50% degli addetti è occupato in imprese da 50 a 249 addetti; medio-grande se più del 50% degli addetti è occupato in imprese da 250 a 499 addetti; grande se più del 50% degli addetti è occupato in imprese con oltre 500 addetti; senza ampiezza prevalente quando non sussistono le condizioni precedenti. Nel nostro caso: il numero di addetti in imprese con meno di 10 addetti è 2591717 + 5571620 = 8163337, pari al 46.4% del totale, mentre il numero di addetti in imprese con meno di 20 addetti è 8163337 + 1954006 = 10117343 pari al 57.5% del totale. Quindi la dimensione prevalente è piccola. In pratica la dimensione prevalente viene individuata sulla base delle q i (gli ammontari relativi cumulati) utilizzate nella concentrazione. La misura non è espressa in termini numerici. Problema: può succedere che nel tempo non si percepiscano mutamenti dimensionali di entità insufficiente a far variare la classe di ampiezza prevalente, mutamenti ai quali potrebbero anche corrispondere significative modificazioni strutturali.

Indicatori di concentrazione Un aspetto particolare della variabilità, specifico dei caratteri quantitativi, positivi e trasferibili èla concentrazione. La concentrazione studia il grado di disuguaglianza tra le unità della popolazione nella distribuzione del totale del carattere rilevato. E di solito interessante valutare se l ammontare complessivo è equamente distribuito tra tutte le unità oppure è concentrato in corrispondenza di una o poche di esse. Ad esempio diremo che il reddito di un paese è tanto più concentrato quanto più il reddito complessivo è posseduto da una frazione modesta delle unità statistiche (cioè quanti più poveri vi sono in quel paese). La concentrazione cresce con il crescere della frazione di unità statistiche che possiedono il carattere in misura inferiore alla media e quindi con il diminuire del numero di unità statistiche che possiedono il carattere in misura superiore alla media. La concentrazione varia tra due estremi teorici: concentrazione minima o assenza di concentrazione: se tutte le unità possiedono lo stesso ammontare del carattere (coincide con il caso di variabilità minima); concentrazione massima: se una sola unità possiede l ammontare complessivo del carattere e quindi tutte le altre non ne possiedono affatto (coincide con il caso di variabilità massima). I casi reali fanno riferimento a situazioni intermedie, in cui vi sono unità statistiche che possiedono il carattere in misura inferiore e altre in misura superiore alla media. Un indicatore di concentrazione assume il valore minimo (di solito 0) nel caso di equidistribuzione, cioè di minima concentrazione, ed il valore massimo (di solito 1) nel caso di massima concentrazione. La misura di concentrazione più nota è data dal rapporto di concentrazione di Gini n 1 R =1 (q i + q i+1 )(p i+1 p i ) i=0 in cui p 0 = q 0 = 0 e (per ogni classe, cioè i =1,...,n) p i = i j=1 N j/n è la frazione delle unità economiche che possiedono il carattere in misura inferiore od uguale all estremo superiore della classe i, q i = i j=1 A j/a è la frazione dell ammontare complessivo del carattere posseduto da tali unità. Esempio (Asia 2007): classi di imprese addetti addetti Il rapporto di concentrazione di Gini vale n 1 R =1 (q i + q i+1 )(p i+1 p i )=0.715 i=0 1 2593079 2591717 0.579 0.147 2-9 1654102 5571620 0.948 0.464 10-19 148840 1954006 0.981 0.575 20-49 58064 1732869 0.994 0.674 50-249 22758 2211289 0.999 0.800 250 e più 3630 3524529 1.000 1.000 Totale 4480473 17586031 Il rapporto di concentrazione di Gini non dipende in modo diretto dalla numerosità totale del collettivo di unità e non è detto che il suo valore cambi se varia n. Ciò non rappresenta un problema se lo studio è rivolto alla distribuzione dei redditi, in cui possono sussistere unità la cui quota di carattere spettante diventi progressivamente minore fino ad annullarsi.

Dal punto di vista economico, la concentrazione viene definita come un processo di diffusione del controllo (accentramento) di tutto o di una quota rilevante dell attività di un settore o di un intero comparto di attività da parte di un numero ristretto di imprese. Processo che implica la progressiva riduzione del numero di imprese operanti sul mercato, poiché la concentrazione tende ad aumentare con la costituzione di imprese di grandi dimensioni, attraverso lo sviluppo e la fusione di imprese esistenti. Un indicatore semplice di concentrazione economica è dato dalla frazione della variabile considerata (ad esempio numero di occupati o valore aggiunto) posseduto dalle k imprese più grandi. Problemi: la scelta di k è arbitraria e l indicatore non tiene conto del numero totale di imprese. Un indicatore di concentrazione economica (riferita alle imprese), finanziaria (riferita ai gruppi, cioè ad imprese collegate da partecipazioni azionarie che operano in mercati diversi), tecnica (riferita agli stabilimenti, le unità locali) o di mercato (riferita alla distribuzione delle vendite di beni e servizi rispetto al numero di venditori) è necessario che tenga conto direttamente, oltre che del modo con cui il carattere è distribuito tra le unità, anche della numerosità del collettivo. Ad un indicatore di concentrazione economica, oltre a godere delle usuali proprietà, cioè ad esempio aumentare di valore in presenza di: trasferimenti di ammontari da un unità ad un altra più grande, un aumento della quota di carattere rilevato spettante alle unità di maggiori dimensioni, processi casuali di crescita delle unità; diminuire di valore quando la quota di ammontare spettante ad un unità diventa progressivamente minore; è richiesto di aumentare di valore se avvengono fusioni tra unità, diminuire di valore se entrano nel sistema nuove unità al di sotto di una certa dimensione. Indice di concentrazione di Theil: [ ] A i T = A log A A i Varia tra 0 (nel caso di massima disuguaglianza) e log(n) (nel caso di equidistribuzione). Infatti se siamo nel caso di massima disuguaglianza vi è una sola unità che possiede l ammontare complessivo del carattere, cioè n =1,N 1 =1eA 1 = A. Mentre se siamo nel caso di equidistribuzione tutte le N unità sono in una sola classe a cui corrisponde l ammontare complessivo del carattere, cioè n =1,N 1 = N e A 1 = A. L indice di Theil è più propriamente una misura dell entropia (dell eterogeneità) della distribuzione, cioè di quanto siamo lontani dalla situazione in cui tutte le unità presentano la stessa modalità del carattere. Mette in evidenza che quanto maggiore è il livello di entropia, tanto più è incerto il controllo di un settore da parte di un impresa.

L indice relativo log(n) T log(n) =1 T log(n) varia tra 0 (nel caso di equidistribuzione) e 1 (nel caso di massima disuguaglianza). Nel nostro caso T =13.7 (log(n) =15.3), mentre l indice relativo vale 0.1 Indice di concentrazione di Herfindal: [ ] 2 Ai 1 H = A varia tra 1/N (nel caso di equidistribuzione) e 1 (nel caso di massima disuguaglianza). Possiamo ottenere il corrispondente indice relativo, che varia tra varia tra 0 (nel caso di equidistribuzione) e 1 (nel caso di massima disuguaglianza) come H 1/N 1 1/N = NH 1 N 1. Nel nostro caso H =0.00001, con 1/N =0.0000002, e l indice relativo vale 0.00001.