Politiche europee e nazionali in tema di efficienza energetica Convegno su: EFFICIENZA ENERGETICA, POLITICHE TERRITORIALI E TELERISCALDAMENTO Alba,18 novembre 2011 Luigi De Paoli, Università Bocconi
Schema dell intervento 1. Premessa: i recenti interventi dell Ue in tema di efficienza energetica 2. I contenuti della proposta di Direttiva del 22 giugno 2011 3. La politica nazionale 4. Alcuni suggerimenti per una politica a favore dell efficienza energetica
Gli interventi dell UE a favore dell efficienza energetica La politica energetica dell UE da sempre ha avuto come uno dei suoi pilastri l interesse per l efficienza energetica (= minor consumo a parità di risultato) ed è intervenuta un po in tutti i settori con Direttive (spesso modificate successivamente) Argomento Direttiva riferimento Direttiva sostituita - Cogenerazione 2004/8/CE - Efficienza negli usi finali dell energia e servizi energetici 2006/32/CE 93/76/CEE - Trasporti (promozione veicoli a basso consumo) 2009/33/CE - Eco design dei prodotti energetici 2009/125/CE 2005/32/CE - Labelling e informazione su consumo energetico prodotti 2010/30/CE 92/75/CEE - Performance energetica edifici 2010/31/CE 2002/91/CE
Gli interventi dell UE a favore dell efficienza energetica (segue) L UE ha anche elaborato specifici documenti (libri verdi o piani) o definito obiettivi generali di politica energetica riguardanti l efficienza energetica. Tra questi: Libro verde sull efficienza energetica: fare di più con meno [COM(2005)265 definitivo, 22 giugno 2005]. Piano d'azione per l'efficienza energetica: concretizzare le potenzialità (19 ottobre 2006) [COM(2006)545 final] (E in questo piano di azione che è stato stimato per la prima volta un potenziale di risparmio dei consumi del 20% al 2020 diventato poi nel 2007 uno degli obiettivi della triade 20-20-20) Piano d efficienza energetica 2011 [COM(2011) 109 final, 8 marzo 2011]
Un cantiere aperto: la modifica delle Direttive La Direttiva 2006/32 prevedeva: Dopo aver esaminato i primi tre anni di applicazione (2008-9-10, ndr) della presente direttiva e riferito al riguardo, la Commissione valuta l'opportunità di presentare una proposta di direttiva per sviluppare ulteriormente, tramite i certificati bianchi, l'approccio del mercato al miglioramento dell'efficienza energetica (art. 4.5) e ancora: La seconda relazione (da presentare sul secondo PAEE entro l 1-1-2012, ndr) è seguita, se ritenuto opportuno e necessario, da proposte al Parlamento europeo ed al Consiglio relative a ulteriori provvedimenti, inclusa un'eventuale proroga del periodo di applicazione degli obiettivi. Se dalla relazione si evince che non sono stati compiuti sufficienti progressi verso il conseguimento degli obiettivi nazionali indicativi, le suddette proposte vertono sul livello e sulla natura degli obiettivi (art. 14.5) Il 22 giugno 2011 la Commissione ha proposto al Parlamento e al Consiglio una nuova Direttiva sull efficienza energetica che abroga le direttive 2006/32 e 2004/8
La base del ragionamento della proposta 368 Mtoe 204 Mtoe
Schema dell intervento 1. Premessa: i recenti interventi dell Ue in tema di efficienza energetica 2. I contenuti della proposta di Direttiva del 22 giugno 2011 3. La politica nazionale 4. Alcuni suggerimenti per una politica a favore dell efficienza energetica
I principali contenuti della proposta di nuova direttiva Gli Stati Membri (SM) devono fissare e conseguire un risparmio di energia primaria per raggiungere l obiettivo UE di un minor consumo del 20% (368 Mtep) al 2020 (art. 3) Commento: nella Direttiva 2006/32 c è un obiettivo indicativo di risparmio del 9% al 2016 Per raggiungere questo obiettivo (art. 6.1) gli SM devono introdurre un sistema di obbligo di efficienza energetica gravante o su tutti i distributori o su tutti i venditori di energia che dovranno conseguire un risparmio energetico annuo pari all 1,5% dell energia venduta l anno precedente (esclusa l energia usata nel settore trasporti) da parte dei consumatori finali. In alternativa (art. 6.9) gli SM possono scegliere di stare fuori da questo sistema (opt-out) purchè garantiscano in altro modo gli stessi risultati Commento: nella direttiva 2006/32 non c è un obbligo quantitativo di risparmio per distributori e/o venditori
I principali contenuti della proposta di nuova direttiva (segue) Gli Enti pubblici devono dare il buon esempio. Per questo devono acquistare solo prodotti, servizi o edifici ad alta prestazione energetica (art. 5) ed inoltre dal 1 gennaio 2014 devono rinnovare almeno il 3% annuo della superficie dei loro edifici che non rispettano i requisiti minimi di efficienza fissati dalla Direttiva 2010/31/EU (art. 4) Commento: nella direttiva 2006/32 non ci sono obblighi tassativi, ma la PA deve attuare almeno due misure a scelta tra un elenco di sei Diffusione delle diagnosi energetiche: per le grandi imprese obbligo di fare un audit energetico ogni tre anni; per gli altri soggetti (industriali e domestici), disponibilità di audit abbordabili, indipendenti e qualificati (art. 7) Commento: nella direttiva 2006/32 non ci sono obblighi se non per gli SM di assicurare la disponibilità di sistemi di diagnosi energetica efficaci e di alta qualità
I principali contenuti della proposta di nuova direttiva (segue) Sistemi di misura e di fatturazione: i clienti finali devono avere un contatore individuale che consenta loro di conoscere i consumi e i costi in tempo reale oltre che una serie di dati storici. Anche le fatturazioni devono fornire informazioni utili per ridurre i consumi energetici (art. 8 + molti dettagli nell App. VI) Commento: vengono rafforzate le disposizioni contenute nella direttiva 2006/32 Promozione della cogenerazione: gli SM devono elaborare un piano di riscaldamento e raffrescamento nazionale. Tutti gli impianti elettrici con potenza termica > 20MW devono tendenzialmente essere cogenerativi. Anche gli impianti industriali con P>20 MWt devono, se hanno calore di scarto, essere collegati a reti di teleriscaldamento (art. 10) Commento: la direttiva 2004/8 vuole favorire la cogenerazione ad alto rendimento, ma non prevede obbligatorietà di sviluppo
I principali contenuti della proposta di nuova direttiva (segue) Strumenti da utilizzare: obbligo di introdurre un sistema di certificati dal 1 gennaio 2014 (certificati bianchi o equivalente) commento: questo obbligo non è previsto nell attuale direttiva e rappresenta un punto di vantaggio per l Italia che li ha già
Schema dell intervento 1. Premessa: i recenti interventi dell Ue in tema di efficienza energetica 2. I contenuti della proposta di Direttiva del 22 giugno 2011 3. La politica nazionale 4. Alcuni suggerimenti per una politica a favore dell efficienza energetica
L efficienza energetica all interno della SEN La promozione dell efficienza energetica è certamente una priorità all interno della Strategia Energetica Nazionale in quanto sinergica: Con la riduzione delle emissioni di gas serra Con l aumento della sicurezza di fornitura Con il raggiungimento dell obbiettivo del 17% di penetrazione delle fonti rinnovabili Con l aumento della competitività del sistema economico Con l obiettivo del rilancio dell economia con importanti ricadute locali e in modo compatibile con lo sviluppo sostenibile 13
La promozione dell efficienza energetica in Italia La politica di promozione dell efficienza energetica in Italia si è basata finora soprattutto su due strumenti: Il sistema dei certificati bianchi Le detrazioni fiscali 14
I certificati bianchi: obiettivi e risultati Gli obiettivi Che cosa hanno fatto i distributori? 15
I risultati dell Italia e i problemi interpretativi Risparmio energetico annuale complessivo conseguito al 2010 e atteso al 2010 e 2016 (Final Energy Consumption) Sintesi settoriale secondo il PAEE 2011 Risparmio energetico annuale conseguito Risparmio energetico annuale atteso Risparmio energetico annuale atteso differenza conseguito atteso al 2010 al 2010 al 2010 - PAEE 2007 al 2016 - PAEE 2007 [GWh/a] Mtep/a [GWh/a] Mtep/a [GWh/a] Mtep/a % Residenziale 31.427 2,70 16.998 1,46 56.830 4,89 85% Terziario 5.042 0,43 8.130 0,70 24.700 2,12-38% Industria 8.270 0,71 7.040 0,61 21.537 1,85 17% Trasporti 2.972 0,26 3.490 0,30 23.260 2,00-15% Totale 47.711 4,10 35.658 3,07 126.327 10,86 34%
Quale misura dell efficienza? Energia finale energia primaria Comb. fossili e import elettrico Pil Indici di intensità energetica Mtep Mtep Mtep M cost. 2000 Finale Primaria Fossile 2000 134,16 185,9 173,0 1.191.057 100,0 100,0 100,0 2001 137,47 188,8 174,8 1.212.713 100,6 99,7 99,2 2002 136,29 188,1 175,4 1.218.220 99,3 98,9 99,1 2003 141,82 193,9 181,1 1.218.013 103,4 102,0 102,4 2004 145,12 196,8 181,6 1.236.671 104,2 102,0 101,1 2005 146,59 197,8 184,3 1.244.782 104,6 101,8 101,9 2006 145,66 196,2 182,0 1.270.126 101,8 99,0 98,6 2007 143,21 194,2 179,9 1.288.953 98,6 96,5 96,1 2008 141,12 191,3 174,3 1.271.958 98,5 96,4 94,4 2009 132,71 180,3 160,2 1.207.876 97,5 95,7 91,3 2010 137,74 186,1 163,4 1.226.284 99,7 97,2 91,7 Osservazione: chiarire (anche in sede UE) che ciò che va risparmiato sono le risorse esauribili, cioè i combustibili fossili, e fissare obiettivi coerenti (e ragionevoli)
Le detrazioni fiscali e il problema del rinnovo e del retrofitting Un modo classico con cui si sono migliorate le prestazioni energetico-ambientali nel settore trasporti è stato attraverso l incentivazione della rottamazione. L operazione è stata replicata nel campo dell efficienza energetica attraverso gli incentivi all acquisto di elettrodomestici più efficienti e la detrazione fiscale del 55% per le abitazioni. Nel periodo 2007-2010 sono stati investiti ca. 11,3 G (dati Cresme) di cui il 55% da portare in detrazione. I risultati in termini di risparmio energetico sono mal valutati, ma comunque appaiono piuttosto modesti (0,6 Mtep/a, 20.000 /tep/a) mentre sono molto più positivi da altre angolazioni. Osservazione: questo sistema di incentivazione non è sostenibile all infinito ed è poco correlato al risparmio energetico.
Schema dell intervento 1. Premessa: i recenti interventi dell Ue in tema di efficienza energetica 2. I contenuti della proposta di Direttiva del 22 giugno 2011 3. La politica nazionale 4. Alcuni suggerimenti per una politica a favore dell efficienza energetica
L efficienza energetica è a costo totale attualizzato negativo
Se l efficienza energetica conviene, perchè non si fa? L efficienza energetica comporta un trade-off tra maggiori investimenti subito e un risparmio dei costi energetici in futuro. Il risultato netto in moltissimi casi è positivo. Allora perchè il giacimento risparmio non è sfruttato a pieno? Le risposte più convincenti sono: manca un informazione adeguata difficoltà di finanziamento bassa priorità per i consumatori (sia domestici che industriali)
Che fare per promuovere l efficienza energetica? Le Autorità e la PA hanno a disposizione tre tipi di strumenti per promuovere l efficienza energetica: l informazione (compresa la R&S) le norme (obblighi e divieti) gli incentivi economici Alla luce di quanto visto, i tre strumenti andrebbero usati nell ordine indicato limitando e razionalizzando il ricorso a incentivi economici
Perché l informazione e le norme andrebbero usate per prime Se l ipotesi della convenienza economica privata del risparmio è corretta, allora occorrerebbe usare gli strumenti meno costosi per la collettività quali: favorire al massimo la diffusione dell informazione: attraverso campagne informative favorendo l energy-labelling e la comprensione del significato delle etichette... incentivando gli audit energetici favorendo la diffusione dei misuratori di consumo intelligenti Favorire l accesso al credito dedicato (es. fondi rotativi) per il parco di apparecchi consumatori nuovi, agire anzitutto attraverso gli standard
Ma in taluni casi servono gli incentivi... Quando il ritorno degli investimenti è molto differito e/o le potenzialità di risparmio sono consistenti (specie per il rinnovo), l uso degli incentivi può essere giustificato anche alla luce dei benefici sociali che l efficienza energetica composta (minori emissioni, maggiore sicurezza energetica, ricadute sul tessuto produttivo specie locale ) In questi casi gli incentivi dovrebbero essere dati secondo criteri razionali: per esempio, se l obiettivo è la riduzione delle emissioni di CO2 bisognerebbe considerare congiuntamente l incentivazione alle fonti rinnovabili e all efficienza energetica
Costo (sussidio) di abbattimento di una tonnellata di CO2 700 600 Numero indice 500 400 300 200 100 0 TLR motore a gas (75%)+ biomassa (25%) PCE CC a gas (75%)+ biomassa (25%) Eolico (<1 MW) Fotovoltaico
Il teleriscaldamento Visione tradizionale (e limitativa) - teleriscaldamento = cogenerazione civile - i benefici del teleriscaldamento coincidono con quelli della cogenerazione (risparmio di energia e risparmio di emissioni) Necessità di superare questa visione: - teleriscaldamento come infrastruttura (la rete) in grado di conferire valore alle risorse distribuite sul territorio (rinnovabili e non rinnovabili) alcune delle quali singolarmente sfruttabili solo a costi molto elevati - infrastruttura che consente di far emergere significative economie di produzione congiunta La cogenerazione (anche da fonti fossili) è una delle risorse diffuse sul territorio se la si vede come il processo in grado di sfruttare il giacimento di exergia connesso alla produzione di calore con caldaie semplici Essa è in grado, attraverso la realizzazione della infrastruttura di rete, di conferire maggiore razionalità economica alle altre risorse disponibili sul territorio
La rete come collettore di risorse diffuse sul territorio Cogenerazione fossile Biomassa Rifiuti Rete di teleriscaldamento Pozzi geotermici Solare termico Cascami industriali
Conclusioni: Alcuni suggerimenti per progettare un sistema di incentivazione razionale classificare gli interventi in termini di investimento per unità di energia risparmiata (costruire cioè un merit order degli interventi) e valutare il bacino (potenziale risparmio complessivo) di ogni intervento stabilire l ammontare totale di incentivi che si vuole erogare su un periodo di alcuni anni valutando bene le conseguenze prima di lanciarsi in un conto energia termica suddividere gli incentivi totali annuali per classi di interventi che si vogliono incentivare ordinati secondo il merit order e dare incentivi unitari diversi (la discriminazione intelligente può migliorare i risultati) incentivare soluzioni che poi possono diffondersi da sole attraverso l effetto dimostrazione-imitazione Attenzione: la gestione di un sistema di incentivi richiede una PA efficace ed efficiente (senza dimenticare le verifiche) e un sistema di incentivazione stabile almeno per qualche anno