Che aria respiriamo? Livorno, li 17.02.2006. Lettera al Sindaco di Livorno, Dott. A. Cosimi.



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WWF Italia Sezione locale Livorno Tel: 0586/802373 e-mail: livorno@wwf.it sito: www.wwflivorno.it c/o Circoscrizione 3 Via Corsica, 27 57100 Livorno Livorno, li 17.02.2006 Che aria respiriamo? Lettera al Sindaco di Livorno, Dott. A. Cosimi. Il Comune di Livorno non ha ad oggi predisposto alcun piano d azione al fine di ridurre, al di fuori dell emergenza specifica del momento, la presenza in forti concentrazioni di agenti inquinanti nell aria che respiriamo tutti i giorni. Nell interesse della salute della Comunità e dell Ambiente, il WWF chiede che sia aperto un tavolo di concertazione tra tutte le forze civili, economiche, scientifiche e politiche al fine di giungere al più presto all adozione di idonee misure strutturali e di lungo periodo volte al miglioramento della qualità dell aria cittadina. La qualità dell aria nel nostro Comune è attualmente un forte elemento di criticità ambientale, forse il principale, ed è dipendente dalle molteplici attività umane che emettono nell atmosfera urbana sostanze inquinanti gassose e particellate. E noto che tali emissioni provocano seri problemi di deterioramento della qualità dell aria che si esplicano con importanti rischi alla salute delle persone esposte, danni al patrimonio culturale e storico costituito da monumenti ed edifici ed alla stessa vegetazione presente nei parchi e giardini. Una scarsa o cattiva qualità dell aria ambiente procura quindi costi sociali ed economici rilevanti, i quali normalmente non vengono avvertiti, ma che sono significativi, in particolare in termini di spesa sanitaria. La consapevolezza di queste situazioni di rischio, causate dall intensità e densità delle emissioni inquinanti in aree relativamente limitate quali quelle urbanizzate, ha indirizzato la politica regionale, in via prioritaria, verso un azione di regolamentazione delle azioni e interventi da parte dei Comuni e delle Amministrazioni Provinciali nelle aree urbane più esposte ai fenomeni di inquinamento atmosferico, imponendo un costante monitoraggio e l adozione di piani di risanamento. Le attività connesse alla mobilità sono la principale causa del degrado dell ambiente atmosferico anche nella nostra area urbana. Per evidenziare le dimensioni e l importanza che ha assunto, anche per la tutela della salute della popolazione esposta, l inquinamento atmosferico urbano, si riportano le stime delle emissioni provenienti dal macro settore trasporti stradali per l anno 1995, fornite Lo scopo finale del WWF è fermare e far regredire il degrado dell ambiente naturale del nostro pianeta e contribuire a costruire un futuro in cui l umanità possa vivere in armonia con la natura. Registrato come: Associazione Italiana per il World Wide Fund For Nature ONG-Onlus Ente morale riconosciuto con Decreto Presidente della Repubblica Italiana n. 493 Del 4 aprile 1974. C.F.80078430586 Schedario Anagrafe Nazionale Ricerche N. H 1890AD2

2 dall Inventario Regionale delle Sorgenti di Emissione (I.R.S.E.) relativamente alle principali sostanze inquinanti. Tali emissioni, in prevalenza localizzate nelle zone urbanizzate, contribuiscono, per il CO (ossido di carbonio) al 77,5%, per i COV (composti organici volatili) al 42,7%, per gli NOx (ossidi di azoto) al 50,5% e per il PM10 (polveri fini) al 47% ai totali regionali. Nella aria ambiente degli agglomerati urbani sono inoltre presenti altre sostanze inquinanti di tipo primario, cioè direttamente emesse in atmosfera quali il benzene, e di tipo secondario, cioè formate mediante reazioni fotochimiche in atmosfera quali l ozono. Gli effetti provocati da questo inquinamento atmosferico si ripercuotono anche sugli ecosistemi e sulla vegetazione. E ormai certo che per quanto riguarda le piante, esse subiscono danni principalmente da esposizione a SO2, O3, periossiacetilnitrati o P.A.N., fluoruri, etilene. Anche se l'inquinamento può riguardare tutte le parti della pianta, radici, fusto, foglie ed apparato riproduttivo, sono le foglie, implicate nella respirazione della pianta, quelle che riportano i maggiori danni visibili. I principali effetti visibili sofferti dalle piante sono la distruzione della clorofilla, la morte di tessuti (necrosi), la formazione di pigmenti. Questi effetti sono, in genere, la conseguenza di una esposizione cronica agli agenti inquinanti. La necrosi è il sintomo dominante per brevi esposizioni (alcune ore) ad elevati livelli di inquinanti fotochimici (ozono). Altri effetti non visibili sofferti dalle piante riguardano alterazioni di processi fisiologici, quali la fotosintesi, e una riduzione della crescita. Possono anche insorgere modifiche genetiche che non si manifestano se non dopo alcune generazioni. Tra questi inquinanti, l Ozono (O3) è considerato il più importante per quanto riguarda le piante. Si stima che la causa del 90% dei danni alla vegetazione dovuti all'inquinamento atmosferico sia dovuta da ozono. Al contrario di molti altri inquinanti gassosi l'ozono non viene emesso direttamente in atmosfera, ma si forma tramite un complesso meccanismo di reazioni chimiche che coinvolgono sostanze derivanti da sorgenti antropogeniche e naturali, in particolare metano, NOx, CO e composti organici volatili (C.O.V.). L'ozono è il principale costituente lo smog fotochimico e la sua misura nell aria ambiente costituisce il tracciante di tale tipo di inquinamento. L'ozono ha comunque effetti nocivi anche sulla nostra salute, entra a contatto con il corpo umano principalmente attraverso le vie respiratorie dove reagisce con gli acidi grassi polinsaturi, vitamina E, ascorbati, proteine e gruppi amminici con basso peso molecolare, provocando infiammazione polmonare, cambiamento della permeabilità e dei meccanismi di difesa, decremento della funzione polmonare, cambiamenti nei processi biochimici polmonari ed eventuale cancerogenicità. L aria della nostra città presenta valori di ozono seriamente preoccupanti, tanto da essere stata classificata in categoria C nell ultima valutazione regionale sulla qualità dell aria (anni 2000 2002) e addirittura in classe D in quella precedente (anni 1994-2000). Altra situazione di estrema criticità riguarda la concentrazione di Materiale particellato fine (PM10) nell aria cittadina. Questo inquinante è costituito da minuscole particelle così piccole da restare sospese in aria per lunghi periodi. La frazione più fine di questo materiale, chiamato particellato fine o PM10, è un mix complesso di particelle che ha come caratteristica di avere dimensioni

3 (diametro aerodinamico) inferiori a 10 mm; la frazione ancora più fine che può penetrare più profondamente nelle vie respiratorie è chiamata PM2.5. Gli effetti sulla salute umana del particellato fine dipendono dalle dimensioni delle particelle e dalla concentrazione presente nell'aria ambiente e possono variare con le fluttuazioni giornaliere dei livelli di PM10 e PM2..5. L'inquinamento atmosferico da materiale particellato, considerato inizialmente un fenomeno principalmente urbano, è un problema generale e diffuso. Studi epidemiologici hanno dimostrato che vi sono effetti sulla salute correlati ad esposizioni di breve termine (24 ore) e ad esposizioni croniche (un anno) (Linee Guida dell'oms 1999). Queste particelle sono emesse direttamente dai processi di combustione: il trasporto stradale contribuisce notevolmente alla formazione di PM10 nei centri urbani e anche la combustione domestica ed industriale può essere importante a livello locale. Il PM10 si forma anche come inquinante secondario dalle reazioni fisico chimiche in atmosfera tra altri inquinanti primari emessi quali SO2 e NOx, ammoniaca e composti organici volatili. I livelli comunali di PM10, così come risulta dai dati del rilevamento attualmente realizzato nell area urbana, sono superiori ai valori limite indicati dalla U.E., tanto che il nostro Comune è stato classificato in categoria D nell ultima valutazione regionale sulla qualità dell aria (anni 2000 2002) mentre in quella precedente (anni 1994-2000) si attestava in classe B. Questi due inquinanti rappresentano l emergenza maggiore, ma non dobbiamo dimenticare che il nostro comune vanta un tradizionale superamento dei valori soglia anche per altre due sostanze altamente pericolose: il benzene e gli ossidi di azoto. Il Benzene (C6H6) è una sostanza tossica per il sistema nervoso centrale in caso di esposizioni elevate ed è classificata cancerogena e genotossica per l'uomo per lunghe esposizioni a livelli di concentrazione molto superiori a quelli di fondo. L Ossido di azoto (NO), è uno dei due ossidi di azoto generati da tutti i processi di combustione (NO prevalentemente e NO2 in piccole quantità ); i livelli di Biossido di azoto (NO2), che si misurano nell'aria ambiente sono provocati dalla trasformazione/ossidazione dell'ossido NO, per tale motivo l'no2 è detto inquinante secondario, cioè non emesso direttamente in atmosfera. Il biossido ha una rilevanza igienico sanitaria per gli effetti alla salute umana e contribuisce inoltre alla degradazione dei materiali inorganici insieme all'ozono che ne potenzia notevolmente gli effetti negativi. Nelle aree urbane i principali responsabili delle emissioni di ossidi di azoto sono il traffico, che contribuisce a circa il 50% delle emissioni totali, e in misura abbastanza minore, i riscaldamenti domestici. I livelli comunali di benzene, sono stati superiori ai valori limite indicati dalla U.E., tanto che il nostro Comune è stato inserito in classe C nell ultima valutazione regionale sulla qualità dell aria (anni 2000 2002) mentre in quella precedente (anni 1994-2000) era stato addirittura classificato come D. Per gli ossidi di azoto, i livelli monitorati sono tuttora sovente superiori ai valori limite indicati dalla U.E.. Il nostro Comune ha visto addirittura un peggioramento

4 della situazione negli ultimi anni, passando dalla classe B nella valutazione regionale sulla qualità dell aria (anni 1994-2000) alla classe C nell ultima (anni 2000 2002). Nel complesso quindi la qualità dell aria che si respira in città se non è pessima, poco ci manca. Il Decreto legislativo n. 351 del 4 agosto 1999 di attuazione della Direttiva 96/62/CE del Consiglio Europeo in materia di valutazione e gestione della qualità dell'aria ambiente, stabilisce che le regioni debbano effettuare la valutazione delle qualità dell'aria ambiente e, sulla base di essa, provvedano ad individuare le zone e gli agglomerati del proprio territorio dove i livelli di uno o più sostanze inquinanti comportino il rischio di superamento od eccedano i valori limite stabiliti dalla legge. Sulla base di questo provvedimento legislativo la Regione Toscana ha deliberato (D.G.R. n. 1406/01 e n. 1325/03) le classificazioni cui sopra si è accennato. La D.G.R. n.1406/01, oggi sostituita dalla n.1325/03, prevedeva che i Comuni interessati da fenomeni di superamento dei livelli di soglia, come in nostro, per concorrere alla redazione dei piani e programmi regionali previsti dal D.Lgs. 351/99, dovessero predisporre piani di azione a livello comunale (PAC) contenenti le misure adottate e/o previste, in particolare sulla mobilità, utili alla riduzione delle emissioni originate nel proprio territorio, al fine di rispettare i valori limite di qualità dell'aria riportati nel D.M. 60/02. Veniva per di più suggerito un elenco di misure generali di prevenzione e risanamento da utilizzare nei piani d'azione. 1. Incentivazione della circolazione e dell uso dei mezzi pubblici - istituzione di corse suppletive di mezzi pubblici urbani; - intensificazione delle corse dei mezzi extraurbani coordinate con le corse dei mezzi urbani; - realizzazione o estensione di corsie e itinerari protetti ad uso esclusivo dei mezzi pubblici; - individuazione di strade riservate al mezzo pubblico e collettivo; - intensificazione dei servizi scuolabus; - rafforzamento della vigilanza; - regolazione semaforica con precedenza a favore dei mezzi pubblici; - creazione di comunità tariffarie tra i diversi vettori di trasporto collettivo; - tariffe scontate, anche fino a costo zero, per tipologia di utenza e/o fasce orarie; - migliore informazione e accesso ai servizi pubblici; - incremento del numero di taxi e introduzione del taxi collettivo; - potenziamento temporaneo del servizio pubblico. 2. Disincentivazione alla circolazione ed uso dei mezzi privati e miglioramento della viabilità - applicazione dei disposti del 27.03.1998 "Mobilità sostenibile nelle aree urbane" al fine della riduzione dell uso del mezzo di trasporto privato individuale; - razionalizzazione della rete viaria esistente e fluidificazione del traffico con opportune modifiche; - decongestionamento degli incroci mediante rimozione, ove possibile, dei semafori e loro sostituzione con rotonde; - predisposizione delle fermate dei mezzi pubblici e posizionamento dei cassonetti al di fuori delle corsie di scorrimento;

5 - pedaggio per la circolazione di auto private, in determinate zone urbane, con sconti per auto a gpl o a metano; - promozione dell uso plurimo dell auto con identificazione di corsie riservate; - impiego di autobus aziendali per aziende private e pubbliche; - regolamentazione della circolazione degli autobus turistici; - sfalsamento dell orario di apertura e chiusura degli uffici pubblici e privati, degli esercizi commerciali e delle scuole nelle zone o aree congestionate, istituzione di orari continuati; - raccolta dei rifiuti in fasce orarie notturne; - regolamentazione delle manifestazioni, spettacoli e avvenimenti sportivi; - semafori a pulsante per i pedoni e a comando per i mezzi pubblici; - aggiornamento e manutenzione della segnaletica; - guida all utente sui flussi di traffico e sui percorsi alternativi; - controlli sistematici ed efficaci da parte della Vigilanza Urbana; - coordinamento degli uffici comunali per i lavori stradali; - riduzione della circolazione di attraversamento nei quartieri residenziali con adozione di sensi unici contrapposti; - chiusura o limitazione al traffico di strade con effetto canyon di scarsa importanza per la viabilità generale; 3. Zone pedonali e piste ciclabili - nuove zone pedonali e ampliamento di quelle esistenti; - praticabilità dei marciapiedi per pedoni e portatori di handicap; - aumento dei Km di piste ciclabili protette, anche a scapito della larghezza delle strade utilizzate dal traffico privato; - servizi di sosta e noleggio biciclette soprattutto in corrispondenza di parcheggi di scambio intermodali; 4. Sosta - estensione della sosta a pagamento con tariffazioni differenziate per residenti, lavoratori ecc..; - istituzione di parcheggi di rotazione, dedicati alla sosta temporanea per i clienti delle attività commerciali; - impiego di barriere fisiche (dissuasori); - rigorosi controlli del divieto di sosta, in specie negli itinerari di scorrimento; - regolamentazione dello scarico-carico merci; - regolamentazione della sosta degli autobus turistici; 5. Abbattimento e controllo delle emissioni dei veicoli a motore e degli impianti termici - adozione di campagne di controllo dei gas di scarico dei veicoli a motore secondo quanto disposto dalla direttiva del Ministro dei lavori pubblici del 07.08.1998 "Direttiva sul controllo dei gas di scarico dei veicoli (bollino blu) ai sensi dell art. 7 del Nuovo codice della strada" e delle norme tecniche regionali adottate ai sensi dell art. 3, comma 1, lett. a) della LR n. 63/98;

6 - divieto, permanente o temporaneo, della circolazione nei centri abitati di tutte o di alcune categorie di veicoli; - controlli effettuati in modo non prevedibile dalla vigilanza urbana, secondo un piano organico; - controllo sistematico delle emissioni degli impianti industriali e artigianali; - controllo sistematico delle emissioni degli impianti di riscaldamento, anche a conduzione autonoma, effettuato da tecnici professionisti qualificati in collaborazione con gli uffici tecnici degli enti locali anche in applicazione delle norme tecniche adottate ai sensi dell art. 3, comma 1, lett. b) della LR n. 63/98; - controllo del rispetto dei tempi di accensione degli impianti di riscaldamento, anche a conduzione autonoma; - installare sugli autobus che lo consentano, alimentati con motore diesel, efficaci dispositivi di abbattimento delle emissioni inquinanti; - promozione all'uso di carburanti e combustibili alternativi a basso impatto ambientale quali il metano o il gpl con incentivi economici per l'acquisto o la trasformazione in tal senso sia di auto appartenenti a flotte di uso pubblico (taxi, auto blu, ecc..), sia per auto private; - ampliamento della rete di rifornimento per i veicoli a metano; - promozione all'utilizzo gasolio emulsionato, con particolare attenzione per gli autobus e mezzi pesanti appartenenti a flotte pubbliche; - promozione all'uso di mezzi elettrici sia con l'installazione di colonnine di ricacrica, sia con incentivi economici per l'acquisto di motorini, biciclette elettriche ed anche veicoli elettrici per il trasporto merci da utilizzarsi nei centri urbani particolarmente vulnerabili; - sostituzione dell alimentazione a carbone, ad olio combustibile e a gasolio per gli impianti di riscaldamento in uso presso le pubbliche amministrazioni con una alimentazione a metano; - promozione, con incentivi economici, di analoghi interventi per gli impianti di riscaldamento in uso presso soggetti privati; 6. Riduzione temporanea delle emissioni da impianti civili e industriali - riduzione del periodo di funzionamento degli impianti di riscaldamento, in coerenza con gli obiettivi di risparmio energetico, con esclusione degli impianti installati negli edifici adibiti. La Giunta Regionale si è espressa nello stesso senso con la deliberazione 15 dicembre 2003, n. 1325. Preso atto dei dati provenienti dalla rete territoriale di monitoraggio ambientale e della conseguente classificazione, la Regione Toscana ha individuato le varie zone ove occorre provvedere al risanamento della qualità dell aria, tra cui la Zona di risanamento Livornese, Pisana e del Cuoio, comprendente 7 comuni costieri e interni (Rosignano Marittimo, Livorno, Pisa, Cascina, Pontedera, Montopoli Val d Arno, Santa Croce sull Arno) che presentano superamenti di almeno un valore limite per una sostanza inquinante e pertanto sono stati classificati C e/o D. Incombe pertanto al nostro Comune, che presenta superamenti dei valori limite contenuti nel D.M. n. 60/02 e nella direttiva 2002/3/CE per una o più di una sostanza inquinante,

7 predisporre un piano d azione contenente un rapporto sulla qualità dell aria e soprattutto apposite misure di risanamento. Tanto premesso e considerato che ad oggi non ci risulta che il Comune di Livorno abbia predisposto alcun piano d azione al fine di ridurre, al di fuori dell emergenza specifica del momento, la presenza in forti concentrazioni degli agenti inquinati cui abbiamo fatto riferimento, la preghiamo nell interesse della salute della Comunità e dell Ambiente di voler aprire un tavolo di concertazione tra tutte le forze civili, economiche, scientifiche e politiche al fine di giungere al più presto all adozione di idonee misure strutturali e di lungo periodo volte al miglioramento della qualità dell aria cittadina. WWF Italia Sezione di Livorno il responsabile Diego Guerri