Rassegna del 9 luglio 2015 Alluminio Agnelli. Famiglia di imprese con 100 anni di storia. Dalle strategie industriali alla finanza La storia e i valori Più di 100 anni di storia, 140 milioni di fatturato, 300 dipendenti, 50 mila tonnellate di alluminio lavorato in un anno, 20 mila tonnellate riciclato all anno, 20 mila Km di estrusi prodotti, 1 milione di pentole fabbricate. Sono questi i numeri di Alluminio Agnelli. Famiglia di imprese, gruppo industriale guidato da oltre un secolo da 4 generazioni della famiglia bergamasca Agnelli. Capofila delle imprese manifatturiere del gruppo, Alexia, fra le aziende leader in Italia nella produzione di estrusi. Fiore all occhiello, Pentole Agnelli, specialista nella produzione di strumenti di cottura in alluminio che da sola copre l 80% del professionale. Famiglia, innovazione, italianità, lavoro: sono questi i valori che hanno guidato il nostro gruppo dal 1907 a oggi dice Paolo Agnelli a capo del gruppo insieme al fratello Baldassare e ai figli Cristiano e Enrico e al nipote Angelo. Una filosofia che al centro ha il rispetto della tradizione, della famiglia e dell italianità, senza dimenticare la ricerca dell innovazione. L indipendenza E proprio il continuo rinnovamento ha portato il gruppo a creare Alugreen, la fonderia che ricicla 20 mila tonnellate di alluminio all anno. Alugreen non solo ha reso Alluminio Agnelli indipendente dalle multinazionali per l approvvigionamento del metallo, ma rappresenta un passo avanti in termini di eco-sostenibilità, dimezzando le emissioni di CO2 e risparmiando il 95% di energia elettrica rispetto all estrazione da miniera di bauxite. Le strategie industriali Non solo autonomia, però, al centro delle strategie industriali del gruppo, anche un occhio all internazionalizzazione con la creazione di un ufficio estero che ha portato l export a 5 mila tonnellate di profilati all anno. Ricerca per la Baldassare Agnelli che ha sviluppato la Saps Cooking Lab, centro di studio e ricerca su forme e materiali degli strumenti di cottura. E un strategia forte di posizionamento del marchio aiutata dal product placement televisivo su Sky, Rai e Mediaset, dall apertura dello show room newyorchese e di 250 punti vendita in Italia. Infine è stato lo studio della concorrenza a rendere altamente competitivo il gruppo che, con Agnelli Metalli, diventa il primo produttore di una serie di serramenti ad alta performance arrivando ad aumentare la vendita del 52%. Il futuro Le strategie hanno tenuto e il gruppo è riuscito a passare la crisi senza licenziare personale e raddoppiando il suo fatturato in soli due anni, dai 74 milioni di euro del 2012 ai 148 milioni del 2014.I prossimi passi di Alluminio Agnelli sono orientati riorganizzazione del gruppo con la creazione della holding che raggrupperà tutte le aziende del gruppo entro i 2016, iniziando nei prossimi 5 anni gli studi e gli accertamenti per la quotazione in borsa. Inoltre nei prossimi 3 anni Alluminio Agnelli lavorerà alla creazione di un distretto dell alluminio nella provincia di Bergamo, cominciando da un centro di ricerca sulle leghe. Sempre sui 3 anni sono previsti 15 milioni di investimenti tra Italia e Polonia per un nuovo impianto di estrusione da 4500 tonnellate di potenza per il mercato tedesco dei grandi profili, per il settore ferroviario e per il settore delle leghe dure di alta innovazione. Inoltre è previsto il trasferimento in Polonia dello stabilimento di Gordona per l impianto da 1800 tonnellate, tutelando l occupazione e garantendo la conservazione di tutti i posti di lavoro.
Corriere della Sera Ed. Bergamo
Corriere della Sera Ed. Nazionale
Il Sole 24 ore
MF
Gli "altri" Agnelli fabbricano pentole vicino a Bergamo, a Lallio: le loro pentole di alluminio sono le Rolls Royce per qualunque cucina, sono preferite dal 75% dei cuochi professionali in Italia, e onnipresenti in qualunque programma di cibo in tv. Qualità riconosciuta da tutti e pressoché senza concorrenza. Producono un milione di pentole all'anno, modelli sempre fedeli a sé stessi perché, come diceva Pier Luigi Nervi, arriveremo a forma così perfette che resteranno immutate e immutabili nel tempo : una pentola è una pentola, e la sua forma è il punto di arrivo scientifico di ragioni di varia natura che si sono affinate nel tempo. La qualità premia, e il gruppo Agnelli, nonostante la crisi, ha raddoppiato il proprio fatturato in tre anni, arrivando nel 2014 a 148 milioni. Fatti non di sole pentole, ma anche di fusioni e di estrusi di alluminio. In tutto, 300 dipendenti, 50mila tonnellate di metallo lavorate nel corso di un anno, l'equivalente di sei Tour Eiffel, 20 mila chilometri di estrusi. Alle pentole, che restano il business tradizionale di famiglia, è stato dedicato uno show room sulla Quinta Avenue di New York. Gli estrusi hanno permesso di diversificare anche nell'industria dei serramenti, e tutti i finestrini del Frecciarossa 1000, il treno ad alta velocità più moderno d'europa, portano la firma Agnelli. Materie prime, semilavorati o prodotti finiti hanno una vasta platea di clienti, dall'industria meccanica, a quella automobilistica, al mondo dell'arredo. La scelta di riciclare l'alluminio attraverso la controllata Alugreen è "verde" perchè con le 25mila tonnellate di lingotti prodotte all'anno si risparmiano 302 milioni di chilogrammi di anidride carbonica: il riciclo riduce del 95% il costo dell'energia elettrica rispetto alla raffinazione della bauxite. Ma farsi in
casa la materia prima dal rottame ha permesso soprattutto al gruppo di conquistare l'indipendenza dalle forniture delle multinazionali. Le prospettive sono molto positive. Il fatturato, che solo nel 2009 era di 61milioni, crescerà a 158milioni quest'anno e almeno a 220 entro cinque anni. Il bilancio è in utile anche se come lamenta il presidente Paolo Agnelli che è anche fondatore e presidente di Confimi industria, associazione alternativa a Confindustria la pressione fiscale si porta via il 70%. La storia centenaria degli Agnelli, cominciata con le intuizioni di Baldassare che nel 1907 fu il primo, in Italia, a sfruttare l'alluminio in maniera industriale, oggi è alla quarta generazione: a capo del gruppo ci sono i fratelli Paolo e Baldassare, mentre i loro figli Angelo, Cristiano ed Enrico si occupano ciascuno di un settore di business. Per il 2016 è previsto il riordino del gruppo, attraverso la razionalizzazione delle società, con la creazione di una holding di famiglia. In prospettiva, la quotazione in Borsa, considerata realistica entro cinque anni.