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1 di 34 SISTEMA SUPPORTO CONDOTTA SOTTOSISTEMA DI TERRA Allegato 1 Volume 2 REGOLE TELEGRAMMI Rev. Data Descrizione Redazione Verifica Autorizzazione Stefano Rosini B 31/03/08 Emissione ufficiale per BL1plus Massimo Franzini Gianvito Gallo Giorgio Bonafè Stefano Geraci Fabio Senesi

2 di 34 INDICE 1 INTRODUZIONE...4 1.1 SCOPO... 4 1.2 CAMPO DI APPLICAZIONE... 4 1.3 STRUTTURA DEL DOCUMENTO... 4 2 RIFERIMENTI...6 2.1 NORME DI RIFERIMENTO... 6 2.2 DOCUMENTI DEL CLIENTE... 6 2.3 DOCUMENTI GETS DI INGRESSO... 7 2.4 DEFINIZIONI, SIGLE ED ACRONIMI... 8 2.5 ELENCO DEGLI AGGIORNAMENTI... 9 3 VALORI NEUTRI...10 3.1 TABELLA DI CORRISPONDENZA TRA REGOLE TELEGRAMMI E DOCUMENTO DI SPECIFICA DEL PROTOCOLLO DI COMUNICAZIONE... 10 4 REGOLE COMUNI...11 5 REGOLE PER SINGOLE VARIABILI...12 5.1 AS... 12 5.2 DDEV... 13 5.3 DECT... 15 5.4 DIR... 17 5.5 DLDEV... 18 5.6 DRALL/DAPPLINEA... 19 5.7 DVVLIN1... 20 5.8 DVVLIN2... 22 5.9 FR... 24 5.10 ID... 25 5.11 TIP... 26 5.12 VDEV... 28 5.13 VLIN... 29 5.14 VVLIN1... 29 5.15 VVLIN2... 30 6 REGOLE COMPLEMENTARI...32

3 di 34 6.1 (DVVLIN, VVLIN)... 32 6.2 (DRALL, LRALL, VRALL)... 33

4 di 34 1 INTRODUZIONE 1.1 SCOPO Il presente documento: ha il compito di determinare la modalità di progettazione del Telegramma SSC (relativamente alla parte informativa) per un utente che conosca gli aspetti funzionali del sistema; definisce e precisa tutti i valori possibili da utilizzare per ciascun sottocampo (in seguito variabile ) della parte informativa del Telegramma SSC; contiene tutti i riferimenti necessari per un maggior approfondimento e verifica di quanto regolamentato; secondo la baseline definita BL1+. 1.2 CAMPO DI APPLICAZIONE Le regole presentate nel documento hanno validità per la progettazione dei Telegrammi SSC trasmessi da PI del SST. 1.3 STRUTTURA DEL DOCUMENTO Il documento è strutturato in maniera tale da rendere più semplice la consultazione da parte del progettista dei Telegrammi SSC. Si ritiene indispensabile una omogeneità delle informazioni trattate per ogni variabile, anche a scopo di essere ripetitivi, ma a vantaggio della semplicità di consultazione per singola variabile. Qualora dovesse essere necessaria una particolare trattazione a fronte di particolari contesti, si evidenzierà opportunamente tale eccezione. Il campo informativo del Telegramma SSC è composto da più variabili, i cui valori sono quelli espressamente previsti dal protocollo di comunicazione SSC. Sarà riservata una particolare attenzione a quei valori numerici che denotano funzioni specifiche per il SSB (in seguito valori neutri ): per una maggiore intelligibilità, tali valori sono indicati nel presente documento con un nome letterale e per questo verrà presentata un opportuna tabella di corrispondenza tra i valori indicati nelle regole telegrammi e quelli presenti nel documento di specifica del protocollo di comunicazione. Il documento tratta tre tipologie principali di regole: Regole comuni: dedicate a tutte le variabili ed al telegramma nel suo insieme. Regole per singole variabili: dedicate alle singole variabili elencate nel presente documento (a questo proposito, per ogni singola variabile, parleremo anche di Scheda Regole ). Regole complementari: dedicate alla valorizzazione di più variabili che meritano una trattazione congiunta in presenza di particolari scenari. Ogni singola variabile verrà regolamentata tramite la compilazione di una Scheda Regole, contenente le informazioni ritenute utili al progettista per la corretta

5 di 34 determinazione del valore da inserire nella variabile. Si sottolinea che le regole NON contengono i valori stessi da inserire, ma indicano come e dove ricavarli. Ogni singolo campo avrà abbinato un numero di Requisito Regola univoco all interno del presente documento, in maniera tale da rendere tracciabile quanto regolamentato. Per il concetto di omogeneità, precedentemente espresso, le Schede Regole conterranno tutte le stesse tipologie di campi, indicati qui di seguito: 1. Descrizione: contiene la spiegazione chiara del significato ed utilizzo della variabile, definendone anche la funzione all interno del sistema SSC. Questo campo è presente una sola volta per variabile. 2. Valori ammessi in Normalità: contiene la regola che definisce l utilizzo di un valore o range di valori, tra quelli già previsti dal protocollo SSC, nell ambito del normale funzionamento degli apparati costituenti il SST. Per Normale funzionamento si intende che il sistema si trova nel corretto regime di funzionamento e non è in condizioni degradate. Nel caso la variabile debba prevedere un valore di default, inteso come valore da utilizzare in determinate progettazione, dovrà essere definita una chiara regola in proposito. Questo campo è presente nella variabile tante volte quante sono le regole da specificare per la variabile stessa. 3. Valori ammessi in Degrado: contiene la regola che definisce l utilizzo di un valore o range di valori, tra quelli già previsti dal protocollo SSC, nell ambito di un funzionamento degradato degli apparati costituenti il SST. Per Funzionamento degradato si intende che uno o più apparati costituenti il SST non stiano operando normalmente, rilevandone la condizione al SST stesso. Nel caso la variabile debba prevedere un valore di default, inteso come valore da utilizzare in determinate progettazione, dovrà essere definita una chiara regola in proposito. Questo campo e presente nella variabile tante volte quante sono le degrado rilevabili dal SST. Quando necessario, per ciascuna Scheda Regole si farà uso di ulteriori campi (opzionali) per sottoporre all attenzione del progettista eventuali note o informazioni addizionali.

6 di 34 2 RIFERIMENTI 2.1 NORME DI RIFERIMENTO Riferimento Descrizione Edizione Rif. 1 Rif. 2 Rif. 3 CENELEC CEI EN 50126 Applicazioni ferroviarie, tranviarie, filotranviarie, metropolitane - La specificazione e la dimostrazione di Affidabilità, Disponibilità, Manutenibilità e Sicurezza (RAMS) CENELEC CEI EN 50128 Applicazioni ferroviarie, tranviarie, filoviarie e metropolitane - Sistemi di telecomunicazione, segnalamento ed elaborazione - Software per sistemi ferroviari di comando e di protezione CENELEC CEI EN 50129 Applicazioni ferroviarie, tranviarie, filoviarie e metropolitane - Sistemi di telecomunicazione, segnalamento ed elaborazione - Sistemi elettronici di sicurezza per il segnalamento Marzo 2000 Aprile 2002 Gennaio 2004 2.2 DOCUMENTI DEL CLIENTE Riferimento Rif. 4 Rif. 5 Descrizione RFI TC.PATC SR AP 01 R01 C Specifiche dei Requisiti Funzionali SSC (Sistema Supporto Condotta) RFI TC.PATC ST AP 01 DF4 A Specifica dei Requisiti di Sistema del Sistema di Supporto alla Condotta (SSC) Integrazioni alla versione Baseline 1 BL1 plus 08/07/2005 17/01/2008

7 di 34 2.3 DOCUMENTI GETS DI INGRESSO Riferimento Rif. 6 Rif. 7 Rif. 8 Rif. 9 Descrizione SPC-PRG-SSC-001 Specifica del Protocollo di Comunicazione SSC SRSYS-AEN-SSC-001 Sistema Supporto Condotta - Sottosistema di Terra Implementazione delle funzionalità tramite PI SRSYS-PRG-SSC-105 Sistema Supporto Condotta - Sottosistema di Terra Specifica del Telegramma SRSYS-PRG-SSC-102 rev. 02 del 30/01/2006 Sistema Supporto Condotta - Sottosistema di Terra Regole telegrammi (Documento applicabile per BL1)

8 di 34 2.4 DEFINIZIONI, SIGLE ED ACRONIMI Termine Descrizione B.A.B.c.c. Blocco Automatico Banalizzato a correnti codificate B.A.c.c. Blocco Automatico a correnti codificate B.A.c.f. Blocco Automatico a correnti fisse B.c.a. Blocco conta assi B.E.M. Blocco Elettrico Manuale B.T. Blocco Telefonico C.I. Complesso Informativo F.C.L. Fascicolo Circolazione Linea F.O. Fascicolo Orario F.V. Fabbricato Viaggiatori G.d.F. Grado di Frenatura I.S. Impianti di Sicurezza P.B.A. Posto di Blocco Automatico P.B.I. Posto di Blocco Intermedio P.C.O.S. Prefazione Compartimentale Orario di Servizio P.G.O.S. Prefazione Generale Orario di Servizio P.d.S. Posto di Servizio. P.I. Punto Informativo. P.L. Passaggio a Livello P.L.L. Passaggio a Livello di Linea P.N.F. Punto di Normale Fermata p.p.f. Percentuale di Peso Frenato P.R. Posto Ripetitore P.S. Piano Schematico P.U.P.O.S. Prefazione Unità Periferiche Orario di servizio P.V.P.L. Punto di Variazione Parametri di Linea R.C.C. Ripresa Campionamento Codici R.G. Riconoscimento Giunto R.S. Regolamento Segnali R.S.C. Ripetizione Segnali Continua S.S.C. Sistema Controllo Marcia Treno S.P.C. Specifica del Protocollo di Comunicazione S.S.B. Sottosistema di Bordo S.S.T. Sottosistema di Terra T.d.C. Tabella delle Condizioni V.P.P.A. Variazione Percentuale di Peso Assiale

9 di 34 2.5 ELENCO DEGLI AGGIORNAMENTI AGGIORNAMENTI Rev. 00 01 Descrizione (Prima emissione per definizione BL1+: vengono riportate le modifiche rispetto al documento SRSYS-PRG-SSC-102 rev. 01 del 30/01/2006 applicabile per BL1) Variabile AS: aggiornata regola n 2. Variabile DDEV: inserite note per scenari con presenza di binari tronchi e/o segnali fortemente disassati; sostituite regole n 1, 2, 3, 5 e 6; precisate regole n 7 e 8 senza alterarne il significato; introdotte nuove regole n 9 e 10. Variabile DECT: sostituite regole n 1 e 2; modificata regola n 4; precisata regola n 5 senza alterarne il significato; introdotte nuove regole n 6, 7, 8, 9, 10 e 11. Variabile DIR: ampliata nota sulla valorizzazione della variabile; modificate regole n 1 e 2; introdotta nuova regola n 3. Variabile DLDEV: modificate regole n 1, 5 e 6. Variabile DRALL: ampliata descrizione; inserita nota per linee con segnalamento a tre aspetti; modificata regola n 1; introdotte nuove regole n 4, 5 e 6. Variabile DVVLIN1: inserita nota per la gestione dell approccio alle variazioni di velocità; precisata regola n 2 senza alterarne il significato; introdotte nuove regole n 5, 6, 7 e 8. Variabile DVVLIN2: inserita nota per la corretta valorizzazione della distanza; precisate regole n 2 e 4 senza alterarne il significato; introdotta nuova regola n 6. Variabile FR: precisata regola n 3 senza alterarne il significato; introdotte nuove regole n 4 e 5. Variabile : ampliata descrizione; modificata regola n 1; introdotta nuova regola n 5. Variabile TIP: modificate regole n 3, 9 e 13; precisate regole n 5 e 11 senza alterarne il significato. Variabile VDEV: modificate regole n 1 e 3; precisata regola n 2 senza alterarne il significato. Variabile VLIN: modificate regole n 1 e 2; introdotte nuove regole n 4, 5, 6, 7 e 8. Variabile : ampliata descrizione; modificata regola n 1; introdotta nuova regola n 4. Variabile VVLIN1: eliminata regola n 1; precisata regola n 2 (ex n 3) senza alterarne il significato; introdotte nuove regole n 5, 6, 7 e 8. Variabile VVLIN2: sostituita regola n 1; precisata regola n 2 senza alterarne il significato; introdotta nuova regola n 6. Introdotto nuovo 6 per illustrazione regole complementari. Rallentamenti di estensione indefinita: modificato 6.2; modificata regola n 1 e introdotte nuove regole n 7, 8 e 9 per variabile DRALL; modificata regola n 1 e introdotte nuove regole n 6 e 7 per variabile ; introdotte nuove regole n 5 e 6 per variabile. Modificato 6.2 per precisazioni su valorizzazioni telegrammi. Variabile TIP: inserita nota per la descrizione delle valorizzazioni non ammesse nella stesura delle regole telegrammi.

10 di 34 3 VALORI NEUTRI 3.1 TABELLA DI CORRISPONDENZA TRA REGOLE TELEGRAMMI E DOCUMENTO DI SPECIFICA DEL PROTOCOLLO DI COMUNICAZIONE La tabella seguente mostra la corrispondenza tra i nomi letterali indicati nelle regole telegrammi ed i valori numerici specificati nel documento di specifica del protocollo di comunicazione SSC per quanto riguarda i valori neutri delle singole variabili che presentano range numerici di valorizzazione. ID Req Variabili Nome nelle regole telegrammi Valore numerico da SPC 1 DDEV Fine Catena 0 DECT 2 DLDEV Non Applicabile 0 LRALL VDEV VRALL 3 DRALL Nessun Rallentamento 0 4 DVVLIN1 Variazione 0 DVVLIN2 VVLIN1 VVLIN2 5 VLIN Fine Controllo 0

11 di 34 4 REGOLE COMUNI ID Req Titolo Regola 1 Risoluzione valore Per tutte le variabili che prevedono una risoluzione numerica (vedi documento Specifica del protocollo di comunicazione SSC ), il progettista deve considerare il valore riportato su Tav. 01 (Piano Schematico SSC) e/o Tav. 02 (Tabella Dati Di Impianto), valore che è già arrotondato. I valori indicati nei telegrammi devono essere ricavati da misurazioni rilevate sul campo. Le tipologie degli eventuali arrotondamenti saranno comunque riportate sulle varie Schede Regole di ogni singola variabile. 2 Telegramma completo Qualsiasi telegramma redatto in sede di progettazione deve specificare la valorizzazione di ogni singola variabile. 3 Valori ammissibili I valori non espressamente previsti dal presente documento non sono ammessi nella redazione dei telegrammi. 4 Termine itinerario verso la piena linea Il termine stazione è rappresentato dall ultimo scambio prima della piena linea per il singolo itinerario

12 di 34 5 REGOLE PER SINGOLE VARIABILI 5.1 AS ID Req Campo Descrizione 1 Valori ammessi in 2 Valori ammessi in 3 Valori ammessi in 4 Valori ammessi in 5 Valori ammessi in degrado Regola Codifica indicante l aspetto delle luci del segnale. Funzione: Identificazione aspetto acquisito. Per PI da segnale, la variabile assume il valore dell aspetto segnale associato ad esclusione di quanto riportato nelle successive regole 3 e 4. Per PI di tipo L (TIP = Linea ) oppure di tipo V, F, FV o R (TIP = PVPL ), la variabile assume il valore V (aspetto di verde). Per PI in asse al segnale di protezione di stazioni munite di doppio segnalamento di protezione e partenza incompleto, di stazioni non munite di doppio segnalamento di protezione e partenza e di stazioni con deviatoi tallonabili e con ritorno automatico alla posizione iniziale, con segnale disposto al Giallo la variabile assume il valore di Rosso/Giallo per riduzione di velocità a 30 Km/h. Per PI in asse al segnale di protezione di stazioni munite di segnalamento semaforico semplice di 2 a categoria, con segnale disposto al Verde la variabile assume il valore di Rosso/Giallo per riduzione di velocità a 30 Km/h. P.M.

13 di 34 5.2 DDEV ID Req Campo Descrizione Nota Nota per binari tronchi Nota per segnali disassati 1 Valori ammessi in 2 Valori ammessi in 3 Valori ammessi in Regola Distanza di appuntamento al prossimo PI di deviata nello stesso senso di marcia. E la distanza entro la quale il treno deve trovare il prossimo PI in appuntamento per itinerari di deviata. Funzione: Gestione appuntamenti. La variabile assume valori nel range da 0 a 5110 m, con risoluzione di 10 m (arrotondamento per eccesso). In presenza di scenari in cui, a valle di un segnale di protezione di stazione, siano presenti itinerari che immettono su binari tronchi, i paraurti degli stessi dovranno essere assimilati ai segnali di partenza. Per semplicità dunque, nelle regole che seguono, all interno delle stazioni si farà sempre riferimento ai PI dei segnali di partenza, fermo restando che gli scenari ipotizzati possono essere applicati anche in presenza di soli binari tronchi (per i quali occorre considerare i paraurti anziché i PI) o in presenza di situazioni miste (binari passanti e binari tronchi). In presenza di segnali di partenza fra loro disassati (considerando anche i binari tronchi, come descritto al punto precedente), occorre suddividere tutti i segnali di partenza in due insiemi: il primo, denominato insieme obiettivo, contenente i segnali con disassamento entro 200 m dal più vicino (in termini di distanza dal segnale di protezione) e il secondo contenente i segnali con disassamento superiore a 200 m dal più vicino. In ingresso ad una stazione, in presenza di un unico itinerario di valle su percorso deviato, la variabile assume il valore della distanza dal successivo PI da segnale in deviata. In ingresso ad una stazione, in presenza di più itinerari di valle su percorso deviato, se tutti i successivi segnali di partenza hanno disassamento entro 200 m dal più vicino (in tal caso l insieme obiettivo è formato da tutto il fronte dei segnali di partenza), la variabile assume il valore della distanza dal successivo PI da segnale in deviata più distante. In ingresso ad una stazione, in presenza di più itinerari di valle su percorso deviato, nel caso di segnali di partenza che abbiano disassamento superiore a 200 m dal più vicino (in tal caso l insieme obiettivo è formato solo da una parte del fronte dei segnali di partenza), la variabile assume il valore della distanza dal successivo PI da segnale in deviata più distante tra tutti quelli dell insieme obiettivo.

14 di 34 4 Valori ammessi in 5 Valori ammessi in 6 Valori ammessi in 7 Valori ammessi in 8 Valori ammessi in 9 Valori ammessi in 10 Valori ammessi in 11 Valori ammessi in degrado In uscita dal sistema (ultimo PI prima di una tratta non attrezzata SSC) la variabile assume il valore Fine Catena. In uscita da un PdS (stazione, bivio, etc.), in caso di immissione su linea con segnalamento a due aspetti, la variabile assume il valore della distanza dal successivo PI di tipo L in deviata. In uscita da un PdS (stazione, bivio, etc.), in caso di immissione anche su linea con segnalamento a tre aspetti, la variabile assume il valore della distanza dal successivo PI da segnale in deviata più distante. In questo caso, la presenza dei PI di tipo L dovrà essere ignorata. In casi eccezionali ed autorizzati per i quali sia necessario interrompere la catena degli appuntamenti su percorso deviato, la variabile assume il valore di Fine Catena. Nei casi in cui a valle del PI considerato non esistano itinerari in deviata, la variabile assume il valore di Fine Catena. Per PI di ricalibrazione posati in stazione per la gestione di segnali di partenza fortemente disassati o per la gestione dei binari tronchi, la variabile assume il valore di Fine Catena. Sull ultimo PI posto in linea, in ingresso ad un PdS per le provenienze dalla marcia illegale (PI che impone il tetto di velocità a 30 Km/h in ingresso al PdS), la variabile assume il valore di Fine Catena. P.M.

15 di 34 5.3 DECT ID Req Campo Descrizione Nota 1 Valori ammessi in 2 Valori ammessi in 3 Valori ammessi in 4 Valori ammessi in 5 Valori ammessi in 6 Valori ammessi in 7 Valori ammessi in 8 Valori ammessi in Regola Distanza di appuntamento al prossimo PI di corretto tracciato nello stesso senso di marcia. E la distanza entro la quale il treno deve trovare il prossimo PI in appuntamento per itinerari di corretto tracciato. Funzione: Gestione appuntamenti. La variabile assume valori nel range da 0 a 5110 m, con risoluzione di 10 m (arrotondamento per eccesso). In presenza di un successivo PI da segnale per itinerario di corretto tracciato, la variabile assume il valore della distanza dal successivo PI (da segnale) in corretto tracciato. In presenza di un successivo PI per itinerario di corretto tracciato che non sia un PI da segnale, la variabile assume il valore della distanza dal successivo PI in corretto tracciato, ad eccezione dei casi in cui il PI corrente (che deve trasmettere la distanza) sia un PI di un segnale di avviso o di prima categoria con avviso accoppiato. In uscita dal sistema (ultimo PI prima di una tratta non attrezzata SSC) la variabile assume il valore Fine Catena. Per PI posti in precedenza ad un itinerario di corretto tracciato che immette su un binario tronco, la variabile assume il valore della distanza dal paraurti. Nei casi in cui a valle del PI considerato non esistano itinerari in corretto tracciato, la variabile assume il valore di Fine Catena. Per PI di ricalibrazione posati in stazione per la gestione di segnali di partenza fortemente disassati o per la gestione dei binari tronchi, la variabile assume il valore della distanza dal PI da segnale immediatamente a valle o dal paraurti. In presenza di un successivo PI per itinerario di corretto tracciato che non sia un PI da segnale, nei casi in cui il PI corrente (che deve trasmettere la distanza) sia un PI di un segnale di avviso o di prima categoria con avviso accoppiato, la variabile assume il valore della distanza dal successivo PI da segnale in corretto tracciato. In questo caso, la presenza dei PI non da segnale (intermedi) dovrà essere ignorata. In uscita da un PdS (stazione, bivio, etc.), in caso di immissione su linea con segnalamento a due aspetti, la variabile assume il valore della distanza dal successivo PI di tipo L in corretto tracciato.

16 di 34 9 Valori ammessi in 10 Valori ammessi in 11 Valori ammessi in 12 Valori ammessi in degrado In uscita da un PdS (stazione, bivio, etc.), in caso di immissione su linea con segnalamento a tre aspetti, la variabile assume il valore della distanza dal successivo PI da segnale in corretto tracciato. In questo caso, la presenza dei PI di tipo L dovrà essere ignorata. In casi eccezionali ed autorizzati per i quali sia necessario interrompere la catena degli appuntamenti su corretto tracciato, la variabile assume il valore di Fine Catena. Sull ultimo PI posto in linea, in ingresso ad un PdS per le provenienze dalla marcia illegale (PI che impone il tetto di velocità a 30 Km/h in ingresso al PdS), la variabile assume il valore della distanza dal successivo PI da segnale o dal successivo PI di Linea più distante. Nel caso dei segnali va considerato solo il primo fronte raggiungibile. P.M.

17 di 34 5.4 DIR ID Req Campo Descrizione Nota 1 Valori ammessi in 2 Valori ammessi in 3 Valori ammessi in 4 Valori ammessi in degrado Regola Codifica della direzione di marcia del treno. Una linea ferroviaria deve essere codificata in maniera che tutti i punti informativi legati in appuntamento tra loro e orientati allo stesso modo abbiano stesso valore di direzione. Funzione: Verifica pertinenza messaggio ricevuto. La variabile assume valore nominal o reverse. Di norma, il valore nominal viene assegnato ai treni pari mentre il valore reverse viene assegnato ai treni dispari, pertanto le regole che seguono faranno riferimento a tale associazione. Resta inteso che l obiettivo primario è quello di garantire uniformità di direzione per tutti i PI legati in appuntamento tra loro e che siano validi per lo stesso senso di marcia, per cui, qualora necessario, anche PI posati per treni dispari dovranno essere codificati con valore nominal e viceversa. A priori, quindi, la variabile in oggetto non può ritenersi legata alla parità/disparità dei treni. La variabile assume il valore di direzione nominal nei PI posati per la gestione delle informazioni da trasmettere ai treni pari. La variabile assume il valore di direzione reverse nei PI posati per la gestione delle informazioni da trasmettere ai treni dispari. Qualora fosse necessario realizzare un inversione di direzione, la variabile può assumere il valore di direzione opposto a quello del PI precedente solo in corrispondenza di PI da segnale di avviso isolato (TIP = Avv., TIP = Avv. PL, TIP = Avv. BAcc ) preceduti da Data Tag. P.M.

18 di 34 5.5 DLDEV ID Req Campo Descrizione Nota 1 Valori ammessi in 2 Valori ammessi in 3 Valori ammessi in 4 Valori ammessi in 5 Valori ammessi in 6 Valori ammessi in 7 Valori ammessi in 8 Valori ammessi in 9 Valori ammessi in 10 Valori ammessi in degrado Regola Lunghezza del tratto entro il quale applicare il controllo sulla velocità massima ammessa nel percorrere un gruppo di scambi per itinerari in deviata (distanza di fine deviata). Funzione: Protezione rispetto ai segnali fissi. La variabile assume valori nel range da 0 a 1550 m, con risoluzione di 50 m (arrotondamento per difetto). La variabile assume valore Non Applicabile per PI da segnale che presentano a valle solamente itinerari di corretto tracciato e per PI non da segnale. Per PI che presentano a valle un solo itinerario su percorso deviato che immette su uno stazionamento, la variabile assume il valore della distanza dal successivo PI in deviata. Per PI che presentano a valle più itinerari su percorso deviato che immettono esclusivamente su stazionamenti, la variabile assume il valore della distanza dal successivo PI in deviata più vicino. Per PI che presentano a valle un solo itinerario su percorso deviato che immette in piena linea, la variabile assume il valore della distanza dalla piena linea. Per PI che presentano a valle più itinerari su percorso deviato che immettono esclusivamente in piena linea, la variabile assume il maggiore tra i valori delle distanze dalla piena linea. Per PI che presentano a valle uno o più itinerari in deviata che immettono su stazionamenti ed uno o più itinerari in deviata verso la piena linea, la variabile assume il maggiore tra i valori delle distanze dalla piena linea. Per PI posti in precedenza ad uno o più itinerari su percorso deviato, la variabile assume il valore della distanza dal paraurti più distante se tutti gli itinerari di valle su percorso deviato immettono su binari tronchi. Per PI posti in precedenza ad uno o più itinerari su percorso deviato, tra i quali alcuni immettono su binari tronchi, la variabile deve essere valorizzata in maniera da assicurare il tetto di velocità di deviata su tutti i binari tronchi. Nel caso in cui la distanza di fine deviata sia superiore alla massima ammissibile, la variabile assume il valore di 1550 m. P.M.

19 di 34 5.6 DRALL/DAPPLINEA ID Req Campo Descrizione Nota 1 Valori ammessi in Regola Distanza tra il segnale ed il punto di inizio del rallentamento. Le informazioni di rallentamento vengono trasmesse solo da PI con TIP idoneo allo scopo ( Avviso PL, Protezione PL, Avviso, Avviso BAcc, Protezione BAcc, Linea ). Diversamente, per gli altri valori TIP, la variabile DRALL prende il nome ai soli fini funzionali di DAPPLINEA e viene utilizzata nei PI relativi ai segnali di partenza, quando questi svolgono pure la funzione di avviso del segnale di valle, per gestire l appuntamento ai PI di tipo L posti in uscita ad un PdS. Funzione: Gestione dei rallentamenti e Gestione Punti Informativi. La variabile assume valori nel range da 0 a 6300 m, con risoluzione di 100 m (arrotondamento per eccesso). Per i PI posti in asse ai segnali di partenza di un PdS, in caso di immissione anche su linea con segnalamento a tre aspetti, la variabile in oggetto viene valorizzata sul PI di tipo L più lontano per garantire l appuntamento sul fronte di PI di tipo L, in quanto le variabili DECT/DDEV sono distanze di segnalamento non idonee allo scopo.

20 di 34 5.7 DVVLIN1 ID Req Campo Descrizione Nota 1 Valori ammessi in 2 Valori ammessi in 3 Valori ammessi in 4 Valori ammessi in 5 Valori ammessi in 6 Valori ammessi in 7 Valori ammessi in Regola Distanza prima velocità di rango tra un PI ed il successivo. E la distanza tra PI e punto della prima di velocità di linea a valle. Funzione: Protezione rispetto alla velocità massima della linea. La variabile assume valori nel range da 0 a 6300 m, con risoluzione di 100 m (arrotondamento dipendente dal tipo di : se liberatoria, l arrotondamento è per difetto; se restrittiva, l arrotondamento è per eccesso). Le variazioni di velocità di linea vengono gestite dall ultimo PI incontrato posto ad almeno 1200 m dal punto di. Eventuali PI o TAG configurabili che si trovano a distanze minori aggiorneranno i dati relativi a tale funzionalità. In assenza di variazioni di velocità entro il successivo PI, la variabile assume il valore Variazione. In presenza di doppio binario e/o di linee diramate a valle del PI, anche in caso di variazioni di velocità in linea, la variabile assume il valore Variazione ( gestita dal successivo PI di tipo L). In presenza di variazioni di velocità di linea entro il successivo PI, la variabile assume il valore della distanza dal primo PVPL se questo si trova entro 6300 m dal PI, altrimenti, se il primo PVPL si trova entro 12600 m dal PI, la variabile assume il valore di 6300 m. In uscita dal sistema (ultimo PI prima di una tratta non attrezzata SSC) la variabile assume il valore Variazione. Per PI di ricalibrazione posati in stazione per la gestione di segnali di partenza fortemente disassati (TIP = PVPL ), la variabile assume il valore Variazione. Per PI di ricalibrazione posati in stazione per la gestione dei binari tronchi (TIP = PVPL ), a circa 50 m dal paraurti, la variabile assume il valore Variazione. Per PI di ricalibrazione posati in stazione per la gestione dei binari tronchi (TIP = PVPL ), a circa 150 m dal paraurti, la variabile assume il valore di 100 m.

21 di 34 8 Valori ammessi in 9 Valori ammessi in degrado Sull ultimo PI posto in linea e comunque ad almeno 1200mt, in ingresso ad un PdS per le provenienze dalla marcia illegale in assenza di segnali (PI che impone il tetto di velocità a 30 Km/h in ingresso al PdS), la variabile assume il valore della distanza al punto di imposizione del tetto a 30 Km/h (PS/TL se presente, oppure in linea con il segnale di protezione marcia legale per lo stesso senso di marcia). P.M.

22 di 34 5.8 DVVLIN2 ID Req Campo Descrizione Nota Nota per la corretta valorizzazione della distanza 1 Valori ammessi in 2 Valori ammessi in 3 Valori ammessi in 4 Valori ammessi in Regola Distanza seconda velocità di rango tra un PI ed il successivo. E la distanza tra il punto della prima di velocità di linea ed il punto della seconda di velocità di linea a valle del PI. Funzione: Protezione rispetto alla velocità massima della linea. La variabile assume valori nel range da 0 a 6300 m, con risoluzione di 100 m (arrotondamento dipendente dal tipo di : se liberatoria, l arrotondamento è per difetto; se restrittiva, l arrotondamento è per eccesso). Le variazioni di velocità di linea vengono gestite dall ultimo PI incontrato posto ad almeno 1200 m dal punto di. Eventuali PI o TAG configurabili che si trovano a distanze minori aggiorneranno i dati relativi a tale funzionalità. In presenza di due variazioni di velocità gestite dal PI, per valorizzare il campo informativo in oggetto, una volta fissato il valore di DVVLIN1 occorre applicare il seguente procedimento: 1. misurare la distanza tra PI e secondo PVPL; 2. arrotondare tale distanza secondo le modalità precedentemente indicate; 3. DVVLIN2 si ottiene sottraendo DVVLIN1 dalla distanza di cui al punto precedente. In assenza di variazioni di velocità entro il successivo PI, la variabile assume il valore Variazione. In presenza di doppio binario e/o di linee diramate a valle del PI, anche in caso di variazioni di velocità in linea, la variabile assume il valore Variazione ( gestita dal successivo PI di tipo L). In presenza di una sola di velocità di linea entro il successivo PI, la variabile assume il valore ottenuto sottraendo 6300 m dalla distanza dal PVPL se questo si trova ad una distanza superiore a 6300 m dal PI ma entro 12600 m, altrimenti, se il PVPL si trova entro 6300 m dal PI, la variabile assume il valore Variazione. In presenza di due variazioni di velocità di linea entro il successivo PI, la variabile assume il valore della distanza tra il primo ed il secondo PVPL (distanza calcolata come indicato nella nota apposita).

23 di 34 5 Valori ammessi in 6 Valori ammessi in 7 Valori ammessi in 8 Valori ammessi in degrado In uscita dal sistema (ultimo PI prima di una tratta non attrezzata SSC) la variabile assume il valore Variazione. Per PI di ricalibrazione posati in stazione per la gestione di segnali di partenza fortemente disassati o per la gestione di binari tronchi (TIP = PVPL ), la variabile assume il valore Variazione. Sull ultimo PI posto in linea e comunque ad almeno 1200mt e qualora la variabile DVVLIN1 sia già utilizzata per gestire una precedente di velocità, in ingresso ad un PdS per le provenienze dalla marcia illegale in assenza di segnali (PI che impone il tetto di velocità a 30 Km/h in ingresso al PdS), la variabile assume il valore della distanza al punto di imposizione del tetto a 30 Km/h (PS/TL se presente, oppure in linea con il segnale di protezione marcia legale per lo stesso senso di marcia). P.M.

24 di 34 5.9 FR ID Req Campo Descrizione Nota 1 Valori ammessi in 2 Valori ammessi in 3 Valori ammessi in 4 Valori ammessi in 5 Valori ammessi in 6 Valori ammessi in degrado Regola Grado di frenatura attuale della linea. Il grado di frenatura consente di ricavare dalle tabelle B Art. 81 della PGOS, in abbinamento alla percentuale di peso frenato (ppf), la velocità massima ammessa dall infrastruttura per le capacità frenanti del convoglio in questione. Funzione: Protezione rispetto al grado di frenatura della linea. La variabile assume valori i corrispondenti ai GdF da Ia fino a IX. La variabile assume il valore di GdF corrispondente al grado di frenatura corrente della linea. In uscita dal sistema (ultimo PI prima di una tratta non attrezzata SSC) la variabile assume il valore di GdF corrispondente al grado di frenatura corrente della linea. In presenza di doppio binario e/o di linee diramate a valle del PI, anche in caso di variazioni di grado di frenatura, la variabile assume il valore del grado di frenatura proprio del binario su cui è posato il PI (gestione demandata al successivo PI di tipo L). Qualora, a valle di un PI, sia presente una di GdF ad una distanza massima di 100 m, la variabile assume il valore del grado di frenatura in vigore a valle del punto di del GdF. Per PI di tipo L, la variabile assume il valore del grado di frenatura della linea cui il PI si riferisce come indicato su FCL/FO. P.M.

25 di 34 5.10 ID ID Req Campo Regola Descrizione Numero di identità del PI. Identifica univocamente il PI. Funzione: Diagnostica. Nota La variabile assume valore da 0 a 65535. Nota una volta esaurita la numerazione disponibile per un dato Compartimento, viene incrementato a 01 il valore di M_VERSIONE e vengono quindi riutilizzati i PI già presenti all interno di quel Compartimento in modo da avere omogeneità di Aree. Il valore di M_VERSIONE rappresenterà così il codice di Macro Area del PI. 1 Valori ammessi in La variabile assume il valore dell identificativo del PI. 2 Valori ammessi in degrado P.M.

26 di 34 5.11 TIP ID Req Campo Descrizione Nota 1 Valori ammessi in 2 Valori ammessi in 3 Valori ammessi in 4 Valori ammessi in 5 Valori ammessi in 6 Valori ammessi in 7 Valori ammessi in Regola Tipo segnale. Descrive la tipologia del segnale che pilota il PI. Funzione: Protezione rispetto ai segnali fissi. Il dettaglio dei valori numerici che possono essere assunti dalla variabile TIP è riportato, con la relativa conversione letterale, nei documenti di specifica del telegramma indicati nei riferimenti di input. Si precisa che il particolare valore TIP = 15 (PI realizzato mediante Tag configurabile avente livello di batteria bassa) non può essere utilizzato nella stesura dei telegrammi, in quanto riferito ad una particolare condizione di funzionamento degradato del prodotto Tag configurabile e non ad una funzionalità permanente del PI. La variabile assume il valore TAG per i Data Tag. La variabile assume il valore AVV. per i PI posti in asse a segnali di avviso puro su linee senza codice al binario (PI da segnale eventualmente preceduti da Data Tag). La variabile assume il valore PROT. per i PI posti in asse a segnali di protezione di PdS (stazione, bivio, etc.) sia su linee senza codice che su linee con codice al binario. Tale definizione vale anche nel caso di protezioni interne ed esterne. La variabile assume il valore PART. CT per i PI posti in asse a segnali di partenza, su linee senza codice al binario, che presentano a valle itinerario di corretto tracciato. Tale definizione vale anche nel caso di partenze interne ed esterne. La variabile assume il valore PART. DEV per i PI posti in asse a segnali di partenza, su linee senza codice al binario, che non presentano itinerario di valle in corretto tracciato e/o che presentano tabella triangolare di cui all Art. 51 RS. Tale definizione vale anche nel caso di partenze interne ed esterne. La variabile assume il valore AVV. PL per i PI posti in asse a segnali di avviso di passaggio a livello di cui all Art. 53 RS. La variabile assume il valore PROT. PL per i PI posti in asse a segnali di protezione propria di passaggi a livello di cui all Art. 53 RS.

27 di 34 8 Valori ammessi in 9 Valori ammessi in 10 Valori ammessi in 11 Valori ammessi in 12 Valori ammessi in 13 Valori ammessi in 14 Valori ammessi in 15 Valori ammessi in 16 Valori ammessi in degrado La variabile assume il valore AVV. BACC per i PI posti in asse a segnali di avviso puro su linee con BAcc (PI da segnale eventualmente preceduti da Data Tag). Su linee con BAcc, la variabile assume il valore PROT. BACC per i PI intermedi nella catena degli appuntamenti relativi a segnali di PBA (segnali di prima categoria in linea, eventualmente con associata funzione di avviso di PdS). Su linee con BAcc, la variabile assume il valore PART. CT BACC per i PI relativi a segnali di partenza di stazione che presentano a valle un itinerario di corretto tracciato. Tale definizione vale anche nel caso di partenze interne ed esterne. Su linee con BAcc, la variabile assume il valore PART. DEV BACC per i PI relativi a segnali di partenza di stazione che non presentano a valle itinerario di corretto tracciato e/o che presentano tabella triangolare di cui all Art. 51 RS. Tale definizione vale anche nel caso di partenze interne ed esterne. Per PI di tipo L, la variabile assume valore LINEA. Per PI di tipo LL che si trovano in ambito della stazione la variabile assume valore PVPL ( non libera il tetto di deviata). Per PI di tipo LL non in ambito stazione, la variabile assume valore Linea (in modo da gestire i rallentamenti). La variabile assume valore PVPL per PI di tipo V, F, FV e per PI di ricalibrazione in stazione e in linea. P.M.

28 di 34 5.12 VDEV ID Req Campo Descrizione 1 Valori ammessi in 2 Valori ammessi in 3 Valori ammessi in 4 Valori ammessi in degrado Regola Velocità relativa al segnalamento permessa sul PI che la trasmette. E la velocità massima ammessa sul percorso a valle del PI che la trasmette. Funzione: Protezione rispetto ai segnali fissi. La variabile assume il valore Non Applicabile in assenza di itinerari su percorso deviato e per PI non da segnale. In presenza di un itinerario su percorso deviato, oppure in presenza di più itinerari aventi tutti velocità massima omogenea, la variabile assume il valore pari alla velocità massima permessa sul gruppo di scambi interessati dall itinerario (allo stato attuale 30, 60 o 100). In presenza di più itinerari su percorso deviato, caratterizzati da differenti velocità massime di percorrenza, la variabile assume il valore più restrittivo tra tutte le velocità ammesse su tali itinerari (allo stato attuale 30, 60 o 100). P.M.

29 di 34 5.13 VLIN ID Req Campo Descrizione Nota 1 Valori ammessi in 2 Valori ammessi in 3 Valori ammessi in 4 Valori ammessi in 5 Valori ammessi in 6 Valori ammessi in 7 Valori ammessi in 8 Valori ammessi in 9 Valori ammessi in degrado 5.14 VVLIN1 ID Req Campo Regola Attuale velocità massima di linea. E la velocità di linea massima ammessa per i treni di rango C. Funzione: Protezione rispetto alla velocità massima della linea. La variabile assume valore da 0 a 150 Km/h, con risoluzione di 5 Km/h. Per PI da segnale, la variabile assume il valore della velocità di linea attuale ammessa per rango C come indicato su FCL/FO. Per PI da segnale, in presenza di doppio binario e/o di linee diramate a valle del PI, anche in caso di variazioni di velocità, la variabile assume il valore della velocità di linea propria del binario su cui è posato il PI (gestione demandata al successivo PI di tipo L). In uscita dal sistema (ultimo PI prima di una tratta non attrezzata SSC) la variabile assume il valore Fine Controllo. Per PI di tipo L, la variabile assume il valore della velocità di linea cui il PI si riferisce ammessa per rango C come indicato su FCL/FO. Per qualunque PI posato in linea, la variabile assume il valore della velocità di linea attuale ammessa per rango C come indicato su FCL/FO. Per PI di ricalibrazione posati in stazione per la gestione di segnali di partenza fortemente disassati (TIP = PVPL ), la variabile assume il valore di velocità trasmesso dal PI del segnale di protezione. Per PI di ricalibrazione posati in stazione per la gestione dei binari tronchi (TIP = PVPL ), a circa 50 m dal paraurti, la variabile assume il valore di 10 Km/h. Per PI di ricalibrazione posati in stazione per la gestione dei binari tronchi (TIP = PVPL ), a circa 150 m dal paraurti, la variabile assume il valore di velocità trasmesso dal PI del segnale di protezione. P.M. Regola

30 di 34 Descrizione Prima velocità massima di linea tra un PI ed il successivo. E la velocità massima di linea per i treni di rango C dopo una distanza pari a DVVLIN1 dal PI. Funzione: Protezione rispetto alla velocità massima della linea. Nota La variabile assume valore da 0 a 150 Km/h, con risoluzione di 5 1 Valori ammessi in 2 Valori ammessi in 3 Valori ammessi in 4 Valori ammessi in 5 Valori ammessi in 6 Valori ammessi in 7 Valori ammessi in 8 Valori ammessi in 9 Valori ammessi in degrado Km/h. In assenza di variazioni di velocità entro il PI successivo, la variabile assume il valore Variazione. In presenza di doppio binario e/o di linee diramate a valle del PI, anche in caso di variazioni di velocità in linea, la variabile assume il valore Variazione ( gestita dal successivo PI di tipo L). In presenza di una o più variazioni di velocità di linea entro il successivo PI, la variabile assume il valore della velocità di linea ammessa sul primo PVPL se questo si trova entro 6300 m dal PI, altrimenti, se il PVPL si trova entro 12600 m dal PI, la variabile assume il valore della velocità di linea attuale. In uscita dal sistema (ultimo PI prima di una tratta non attrezzata SSC) la variabile assume il valore Variazione. Per PI di ricalibrazione posati in stazione per la gestione di segnali di partenza fortemente disassati (TIP = PVPL ), la variabile assume il valore Variazione. Per PI di ricalibrazione posati in stazione per la gestione dei binari tronchi (TIP = PVPL ), a circa 50 m dal paraurti, la variabile assume il valore Variazione. Per PI di ricalibrazione posati in stazione per la gestione dei binari tronchi (TIP = PVPL ), a circa 150 m dal paraurti, la variabile assume il valore di 10 Km/h. Sull ultimo PI posto in linea e comunque ad almeno 1200mt, in ingresso ad un PdS per le provenienze dalla marcia illegale in assenza di segnali (PI che impone il tetto di velocità a 30 Km/h in ingresso al PdS), la variabile assume il valore di 30 Km/h qualora tale variabile non sia utilizzata per una precedente. P.M. 5.15 VVLIN2 ID Req Campo Regola

31 di 34 Descrizione Nota 1 Valori ammessi in 2 Valori ammessi in 3 Valori ammessi in 4 Valori ammessi in 5 Valori ammessi in 6 Valori ammessi in 7 Valori ammessi in degrado 9 Valori ammessi in Seconda velocità massima di linea tra un PI ed il successivo. E la velocità massima di linea per i treni di rango C dopo una distanza pari a DVVLIN1 + DVVLIN2 dal PI. Funzione: Protezione rispetto alla velocità massima della linea. La variabile assume valore da 0 a 150 Km/h, con risoluzione di 5 Km/h. In assenza di variazioni di velocità entro il PI successivo, la variabile assume il valore Variazione. In presenza di doppio binario e/o di linee diramate a valle del PI, anche in caso di variazioni di velocità in linea, la variabile assume il valore Variazione ( gestita dal successivo PI di tipo L). In presenza di una sola di velocità di linea entro il successivo PI, la variabile assume il valore della velocità di linea ammessa sul PVPL se questo si trova ad una distanza superiore a 6300 m dal PI ma entro 12600 m, altrimenti, se il PVPL si trova entro 6300 m dal PI, la variabile assume il valore Variazione. In presenza di due variazioni di velocità di linea entro il successivo PI, la variabile assume il valore della velocità di linea ammessa sul secondo PVPL. In uscita dal sistema (ultimo PI prima di una tratta non attrezzata SSC) la variabile assume il valore Variazione. Per PI di ricalibrazione posati in stazione per la gestione di segnali di partenza fortemente disassati o per la gestione di binari tronchi (TIP = PVPL ), la variabile assume il valore Variazione. P.M. Sull ultimo PI posto in linea e comunque ad almeno 1200mt e qualora la variabile VVLIN1 sia già utilizzata per gestire una precedente di velocità, in ingresso ad un PdS per le provenienze dalla marcia illegale in assenza di segnali(pi che impone il tetto di velocità a 30 Km/h in ingresso al PdS), la variabile assume il valore della distanza al punto di imposizione del tetto a 30 Km/h (PS/TL se presente, oppure in linea con il segnale di protezione marcia legale per lo stesso senso di marcia).

32 di 34 6 REGOLE COMPLEMENTARI Vengono riportate nei successivi paragrafi alcune tabelle che descrivono il significato delle valorizzazioni illustrate nelle singole schede regole. 6.1 (DVVLIN, VVLIN) DVVLIN1 VVLIN1 DVVLIN2 VVLIN2 Azioni Nessun PVPL(V) impostato: non sono presenti variazioni di velocità gestite dal PI Vietato (configurazione non prevista) Vietato (configurazione non prevista) Unico PVPL(V) impostato non oltre 6300 metri Vietato (configurazione non prevista) Vietato (configurazione non prevista) Vietato (configurazione non prevista) Vietato (configurazione non prevista) Vietato (configurazione non prevista) Vietato (configurazione non prevista) Vietato (configurazione non prevista) Vietato (configurazione non prevista) Vietato (configurazione non prevista) Vietato (configurazione non prevista) Vietato (configurazione non prevista) Unico PVPL(V) impostato oltre 6300 metri: in questo caso DVVLIN1 = 6300 m, VVLIN1 = VLIN, DVVLIN2 = distanza residua al PVPL, VVLIN2 = velocità a valle del PVPL oppure Doppio PVPL(V) impostato: sono presenti due variazioni di velocità gestite dal PI, entrambe entro 6300 m l una dall altra

33 di 34 6.2 (DRALL, LRALL, VRALL) Per TIP idonei alla trasmissione di informazioni sui rallentamenti: DRALL LRALL VRALL Azioni Nessun rallentamento Non applicabile Non applicabile Rallentamento non impostato: non modifica un eventuale rallentamento in corso di gestione 0 Non applicabile Non applicabile Vietato (configurazione non prevista) Non applicabile Non applicabile Vietato (configurazione non prevista) Nessun rallentamento Non applicabile Vietato (configurazione non prevista) 0 Non applicabile Vietato (configurazione non prevista) Non applicabile Vietato (configurazione non prevista) Nessun rallentamento Non applicabile Vietato (configurazione non prevista) 0 Non applicabile Impostazione e/o annullamento di un rallentamento di estensione indefinita (applicabilità immediata sul PI) Non applicabile Vietato (configurazione non prevista) Nessun rallentamento Vietato (configurazione non prevista) 0 Rallentamento impostato immediatamente (inizio rallentamento in asse al PI, oppure il PI si trova all interno di un rallentamento in corso di gestione): il SSB acquisisce le informazioni annullando un eventuale rallentamento in atto Rallentamento impostato a partire dalla distanza DRALL: il SSB acquisisce le informazioni annullando un eventuale rallentamento in atto Le informazioni di impostazione di rallentamento dovranno essere trasmesse dal PI immediatamente a monte rispetto al segnale di avviso rallentamento, considerando anche la distanza di visibilità pari a 200 m. In altre parole, le informazioni di rallentamento dovranno essere trasmesse al SSB almeno 1200 m o 1400 m a monte dell inizio del rallentamento stesso, in relazione alla massima velocità di rango ammessa, come da Artt. 28, 29, 30, 31, 32, 32 bis, 32 ter RS.

34 di 34 Per TIP non idonei alla trasmissione di informazioni sui rallentamenti: DRALL LRALL VRALL Azioni Nessun rallentamento Non applicabile Non applicabile Appuntamento secondario non impostato Non applicabile Non applicabile Nessun rallentamento Impostazione appuntamento secondario ad un fronte di PI di tipo L Non applicabile Vietato (configurazione non prevista) Non applicabile Vietato (configurazione non prevista) Nessun rallentamento Non applicabile Vietato (configurazione non prevista) Non applicabile Vietato (configurazione non prevista) Nessun rallentamento Vietato (configurazione non prevista) Vietato (configurazione non prevista)