29 dicembre 2012 Il Resto del Carlino «Tra sprechi e orticelli la nostra sanità rischia il caos» Dalla vulnerabilità di Cona ai rischi per la Facoltà di Medicina («entro cinque anni ci troveremo di fronte a una situazione drammatica»); dal taglio di reparti e specialità agli sprechi. Per il presidente dell Ordine dei Medici Bruno di Lascio (nella foto) la profezia dei Maya per il 2012 rischia di essere un bluff a fronte di ciò che attende Ferrara, e non solo. «Per capire quanto sia grave la situazione basta vedere che nell Agenda Monti al tema della sanità sono dedicate solo poche righe, e generiche». Il riferimento non può essere il premier uscente, bensì la politica locale: «Negli ultimi 5 anni nessuno dei nostri parlamentari afferma Di Lascio si è mai davvero interessato di sanità». Perciò, con il consueto fuoco di fila di domande, il presidente dell Ordine chiama i candidati ad un confronto: «Sul sito internet gli interrogativi che riguardano i cittadini ferraresi e oltre 3mila professionisti medici rimarranno pubblicati sino alla formazione del nuovo governo». Al di là delle esternazioni politiche, tuttavia, Di Lascio focalizza vari problemi; Cona c è «ed esiste, ma va riempito di contenuti e professionalità. Non è possibile solo misurarne l eccellenza con gli interventi sui tumori, attendendo però mesi operazioni di ernia inguinale, appendicite e tonsille». Sulla Facoltà di Medicina si registra il progressivo «addio dei maestri: Patella lascia in questi giorni, è già in vista il saluto di Liboni e Degli Uberti. Se questa scuola d antica tradizione non si rinnova, come potremo mantenere il livello di studenti e specializzandi? Entro cinque anni rischiamo di perdere tutto». Poi la riorganizzazione della rete: «Ognuno difende il proprio ospedale orticello conclude Di Lascio, ma che ragione hanno di esistere due Emodinamiche? A cosa è servito inaugurare in pompa magna tre sale operatorie ad Argenta in cui non ci sono più interventi? Ed è pensabile spendere 70-80 milioni di euro per il vecchio Sant Anna?». Il Resto del Carlino Dal 1 gennaio Ferrara perde la quinta ambulanza La rete dell emergenza del 118 perderà un tassello dal 1 g ennaio: la quinta ambulanza in servizio in città, quella che da maggio in poi ha garantito interventi e soccorsi soprattutto nell area Est tra Ferrara ed il Copparese, sarà sospesa. Uno stop forse momentaneo, perché la dirigente Adelina Ricciardelli riferisce «di un confronto aperto con l Azienda Ospedaliera per supplire a questo taglio»; ma il segnale è comunque allarmante. Visto che le richieste d intervento anche quest anno sono aumentate: quasi 1500 chiamate in più, «un incremento legato essenzialmente all abitudine dei cittadini di ricorrere al 118 per le patologie più gravi spiega la Ricciardelli, piuttosto che avventurarsi con i propri mezzi verso l ospedale». Ma restiamo al taglio del servizio: la quinta ambulanza, quella che normalmente in questi mesi ha stazionato tra il Sant Anna e via Pomposa, rappresentava «un potenziamento provvisorio dell attività di emergenza, a partire dal trasloco dell ospedale a Cona spiega la Ricciardelli ; in questo senso la sua utilità è stata
pienamente dimostrata». Ora però bisogna fare i conti con problemi di budget, che impongono lo stop: «Stiamo già valutando una soluzione, legata all ottimizzazione dei servizi ordinari che si svolgono sia all interno del Sant Anna che verso Cona spiega la direttrice del 118. Il trasporto di pazienti tra i vari reparti è notevolmente calato, perciò immaginiamo che invece di tagliare le ore di attività convenzionata, queste si possano trasferire sull emergenza. Almeno per 12 ore al giorno». Subito dopo l Epifania si terranno gli incontri probabilmente decisivi: per quanto riguarda l efficacia dei soccorsi la Ricciardelli garantisce che non si rischiano ripercussioni drammatiche. «In caso di emergenze particolarmente gravi la Centrale Operativa del 118 già oggi è abilitata a intervenire dirottando mezzi e personale dai servizi ordinari: è evidente tuttavia che l obiettivo resta quello di garantire una risposta strutturale, al di là di questo momento, spero temporaneo, di interruzione parziale». Insomma, le ambulanze normalmente a presidio della città (due fisse al Sant Anna, una nella zona Barco-petrolchimico, l altra nell area dei Vigili del Fuoco per interventi nel territorio a sud) da cinque potrebbero diventare, ma non prima dell Epifania, quattro e mezza... Il Resto del Carlino Verri: «Soccorsi in ritardo: l Asl non sottovaluti questo episodio» NEI GIORNI scorsi a Bondeno, un ambulanza è arrivata sul luogo dell incidente (coinvolta una ragazza che ha riportato ferite piuttosto gravi) circa 29 minuti dopo il sinistro. Interviene su questo caso Davide Verri, ex sindaco e consigliere provinciale «Senza fare alcun processo né azzardare alcun giudizio diversi aspetti della vicenda meritano una risposta da parte della direzione dell Azienda Usl. I primi ad arrivare sull incidente sono stati i Vigili del Fuoco di Bondeno, dopo mezz ora è arrivata l ambulanza da Ferrara (quella che staziona al Borselli era fuori) che non ha potuto caricare la giovane perché non c era il medico a bordo. Dopo pochi minuti è arrivata un altra ambulanza con il medico a bordo che l ha trasportata a Cona. Le domande che saranno oggetto di un interpellanza in Consiglio provinciale, riguardano non tanto i tempi di intervento, che comunque sono fissati nei venti minuti canonici, quanto l assetto organizzativo del servizio 118. Perché quando l ambulanza di Bondeno è uscita non si è provveduto a trasferirne subito un altra nelle vicinanze? L altra domanda che i cittadini di Bondeno si pongono è questa: se l incidente fosse avvenuto a Scortichino o a Gavello, quanto tempo sarebbe occorso? Nessuno vuole fare facile polemica, né usare strumentalmente un così grave episodio, però vogliamo che il tema della riorganizzazione del servizio Emergenza-Urgenza 118, a Bondeno, sia affrontato e risolto una volta per tutte. Sono ormai sette anni, o forse più, che la Conferenza Sanitaria provinciale avanza, e poi puntualmente accantona, questo argomento. L utilizzo dell ambulanza medicalizzata e dell auto-medica credo possa rappresentare una buona soluzione, a patto che si tenga conto della dislocazione, delle condizioni delle strade, della nebbia, del ghiaccio e della vastità del nostro territorio comunale».
La Nuova Ferrara Cona, sparisce la quinta ambulanza L azienda S.Anna ha comunicato alla Cidas che dal 1º gennaio sarà tagliato il mezzo di soccorso con base all ospedale Tra gli addetti ai lavori il timore era nell aria da tempo, ma due giorni fa la notizia è diventata ufficiale: a partire dal 1 gennaio 2013 il servizio di emergenza sanitaria avrà un ambulanza in meno a disposizione. Mercoledì l azienda ospedaliera Sant Anna ha comunicato alla Cidas, la cooperativa che gestisce in appalto il servizio di trasporto sanitario, che con il nuovo anno cesserà la convenzione relativa al mezzo di soccorso che attualmente ha come base proprio il nuovo polo ospedaliero. L ampliamento dei mezzi - da quattro a cinque - era stato stabilito sei mesi fa, in coincidenza con l apertura di Cona. Alle quattro ambulanze già dislocate sul territorio comunale di Ferrara - in via Verga nella caserma dei vigili del fuoco, in via Traversagno, in via Cisterna del Follo e all ex Sant Anna di corso Giovecca - era stata aggiunta la quinta ambulanza a Cona, un servizio supplementare attivato a giugno con una convenzione valida fino al 31 dicembre 2012. Con il nuovo anno la gestione del 118 diventerà competenza dell Asl, che a tutt oggi non ha manifestato l intenzione di rinnovare la convenzione per la quinta ambulanza. Dalla Cidas si limitano a confermare di aver ricevuto dal Sant Anna una comunicazione avente come oggetto Cessazione Integrazione dell Emergenza, con la quale si informa la cooperativa che dal 1 gennaio non sarà più richies ta un ambulanza con base al Polo di Cona. Una decisione accolta con preoccupazione tra gli operatori dell emergenza, molti dei quali fanno notare che, a differenza delle valutazioni dei dirigenti, «i numeri ci sono per giustificare la presenza di una quinta ambulanza, che in questi sei mesi si è rivelata preziosa per garantire efficienza e sicurezza a un servizio così delicato e importante». La Nuova Ferrara «Rischiamo di perdere la facoltà di Medicina» Il presidente Di Lascio: entro cinque anni la situazione sarà drammatica Tempo un lustro e la Facoltà di Medicina potrebbe lasciare Ferrara. Non sono i Maya a parlare, stavolta la profezia è firmata Bruno Di Lascio. «Entro cinque anni avremo una situazione drammatica dice senza mezzi termini il presidente dell Ordine dei medici -, se si taglia sulla ricerca la gara è dura. Già oggi gli specializzandi diminuiscono, ci sono difficoltà logistiche ma, soprattutto, non possiamo produrre professionisti nuovi se
mancano i maestri». La sottolineatura si riferisce alla diaspora di docenti: i prossimi a lasciare la cattedra saranno nomi eccellenti come Degli Uberti, Patella, lo stesso preside Liboni. «Possibile non si sappia ancora chi insegnerà domani?", chiede Di Lascio per il quale il futuro di Cona è a tinte fosche: Se sparisce la facoltà, diventerà solo un grande ospedalone di provincia». Già, Cona. Il 2012 è stato contrassegnato dal trasloco fuori porta del S.Anna e la conferenza stampa di fine anno dell Ordine dei medici non può che tracciare qualche solco. «Facciamo funzionare quell ospedale, la struttura è ottimale e i medici ribadisce il presidente - non hanno preclusioni di sorta. Vogliono solo capire come organizzarsi e come interpretare il concetto di attrattività. Perché il quotidiano in un ospedale è fondamentale, non possiamo limitarci alla cura dei tumori: ci sono anche le ernie, le distorsioni, le appendiciti e così via. Possibile che la gente debba attendere mesi per farsi operare?». E pieno di punti interrogativi il ragionamento di Di Lascio, rivolti ai candidati ferraresi al Parlamento: «Possono dirci le loro idee sulla sanità? Cosa pensano del regolamento Balduzzi, in vigore da gennaio, che prevede in provincia il taglio di 478 posti letto e la perdita di numerose specialistiche? Il taglio delle duplicazioni porterà ad un miglioramento dei servizi o si sta solamente costringendo i professionisti a ragionare in termini di mercato e di depauperamento progressivo delle prestazioni, facendo risparmiare le aziende sanitarie e ospedaliere?». L operazione verità per Di Lascio (secondo cui la salute non è di destra né di sinistra ) manca fin qui di presupposti credibili, se per certe fantasmagoriche Case della salute, come quella di corso Giovecca, si vogliono spendere 70 milioni di euro, un decimo di quanto è costato Cona per intero». «Poi prosegue il presidente dell Ordine provinciale dei medici si sta pensando ad un pronto soccorso a Comacchio attivo solo d estate, senza un vero ospedale dietro come deve essere sempre, e addirittura a due emodinamiche sul territorio, mentre si sono inaugurate tre nuove sale operatorie ad Argenta, dove non opera più nessuno. Insomma chiude Di Lascio non si sta certamente seguendo una massima sana: devo promettere solo ciò che sono in grado di mantenere». La Nuova Ferrara «Bondeno non può restare senza ambulanza» Preoccupazione dopo i due codici rossi della notte di Natale Verri (Per noi): va risolto il tema della riorganizzazione dell emergenza BONDENO Continua a fare discutere il ritardo (attorno ai 30 minuti) dell ambulanza medicalizzata la notte di Natale, dopo l incidente nel quale è rimasta ferita Benedicta Jasmine Succi. «Un esempio - secondo il Gruppo Proposta - di quanto già ora possa essere difficoltosa la gestione di due codici rossi concomitanti». «Un caso», lo definisce invece il consigliere provinciale della lista Per Noi, Davide Verri. Perché, «quando si parla di sanità - dice Verri - si rischia sempre di toccare la sensibilità delle persone». «Diversi aspetti della vicenda, però, meritano una risposta da parte della direzione dell Ausl - continua Verri - I primi ad arrivare sull incidente sono stati i vigili del fuoco volontari di Bondeno; dopo circa mezz ora è arrivata l ambulanza da Ferrara (quella che staziona al Borselli era fuori), che non ha potuto caricare la giovane, perché non c era il medico a bordo. Dopo pochi minuti è arrivata un altra ambulanza con il medico a bordo che l ha trasportata a Cona. Intendo presentare un interpellanza in consiglio provinciale, non tanto
sui tempi di intervento, che comunque sono fissati nei venti minuti canonici, quanto sull assetto organizzativo del servizio 118». «Perché quando l ambulanza di Bondeno è uscita non si è provveduto a trasferirne subito un altra nelle vicinanze? Inoltre, se l incidente fosse avvenuto a Scortichino o a Gavello, quanto tempo sarebbe occorso?». «Il tema della riorganizzazione del servizio emergenza-urgenza 118, a Bondeno, va affrontato e risolto una volta per tutte. Da anni la conferenza sociosanitaria provinciale avanza, e poi accantona, l argomento. L utilizzo dell ambulanza medicalizzata e dell automedica può rappresentare una buona soluzione, a patto che si tenga conto della dislocazione, delle condizioni delle strade, della nebbia, del ghiaccio e della vastità del nostro territorio comunale». La gestione dei due codici rossi viene ripresa anche dal Gruppo Proposta: «Le due ambulanze (quella fuori e quella poi giunta con il medico; ndr) sono interscambiabili - dice il portavoce del movimento civico, Fabiano Campi - ed hanno gestito come possibile l emergenza, ma l interrogativo è: cosa succederà quando avremo solo l automedica ed un solo medico del 118, in presenza di due codici rossi? Sicuramente, il medico non potrà lasciare il paziente prima della sua stabilizzazione e un ambulanza con i soli soccorritori non potrà che attendere l arrivo del medico». «Quello che intendiamo dire è che già oggi il servizio è carente, perché Bondeno è lontana dai plessi ospedalieri di Cento e Cona; ha un territorio vasto, ed in giornate climaticamente avverse, come quella dello scorso Natale, diventa difficile spostarsi. Quindi, occorre potenziare i servizi, riaprire il punto di primo soccorso e dislocare a Bondeno un ambulanza medicalizzata. Altrimenti, i ritardi in presenza di due codici rossi sarebbero ben diversi rispetto ai 30 minuti dell altra sera». Estense.com Allarme sanità: Si rischiano condizioni drammatiche Quali sono le prospettive della sanità ferrarese nel futuro? Come si potrà garantire la copertura sanitaria dopo l applicazione del decreto Balduzzi? Si riuscirà a mantenere in vita la facoltà di medicina? E quali sono le prospettive di queste fantomatiche case della salute? Il presidente dell ordine dei medici ferrarese Bruno Di Lascio si presenta alla fine del 2012 con più domande che risposte, ma sono le domande di chi in realtà conosce fin troppo bene la situazione. Domande che un intera categoria professionale rivolge agli amministratori locali, nazionali e a chi si candida per esserlo in futuro. A poco più di 50 giorni dalle urne, nessun programma elettorale mette la sanità al primo posto. Ma la salute non è né di destra né di sinistra, e ci sono 3000 iscritti all ordine dei medici che vorrebbero capire cosa ha intenzione di portare chi si candida a governare il Paese. Quello di Di Lascio è dunque prima di tutto un appello ai candidati al parlamento ferraresi perché chiariscano i propri progetti. Soprattutto alla luce della stangata che il 2013 e il decreto Balduzzi porteranno alla sanità ferrarese: 478 posti letto in meno, bacini di utenza per i vari reparti raddoppiati rispetto al 2012 (da 600 mila persone a 1,2 milioni per le specialistiche più comuni, e inevitabile accorpamento con Bologna e Imola), scomparsa dei pronto soccorso ad Argenta e Bondeno e riduzione delle ambulanze, da 5 per il solo territorio comunale a 7 per l intera provincia. Solo per citare i punti più critici. Una manovra di spending review talmente imponente da scatenare l indignazione di Di Lascio: ma l articolo 32 della Costituzione ce lo siamo dimenticati? E l articolo 3, sulla rimozione degli ostacoli all uguaglianza dei cittadini? Ho letto l agenda Monti e mi è sembrata una via di mezzo tra i dieci comandamenti e la letterina a Babbo Natale, che liquida tutta la questione della sanità in poche parole prive di contenuti. Intanto però la qualità delle cure è in costante calo, e l immagine offerta dal presidente dell ordine ferrarese è quella di un progressivo smantellamento delle strutture pubbliche: La
riorganizzazione della pediatria a Lagosanto è una premessa alla scomparsa dell ostetricia? I giovani laureati che prospettive hanno nel nostro territorio? Ora ci sono reparti multidisciplinari in cui la caposala deve coprire aree di cui prima non aveva competenza: ci può anche stare dal punto di vista organizzativo, ma non si venga a parlare di ottimizzazione o miglioramento del servizio sanitario. E la rabbia di Di Lascio è amplificata dalla maleducazione del ministro Balduzzi, a cui il 23 novembre l ordine dei medici ferrarese ha chiesto un incontro pubblico senza mai ricevere risposta, rivelando supponenza e convinzione di poter somministrare dall alto le proprie idee, senza alcuna discussione e confronto. E dopo essersi occupato dei rappresentanti nazionali, Di Lascio ha qualche cartuccia in serbo anche per le istituzioni e i dirigenti sanitari locali, che in un ottica di ristrettezza economica non fanno comunque mancare sprechi e innalzamenti dei costi. Come nel caso dell ex Sant Anna di corso Giovecca, che per essere riqualificato in casa della salute ha visto i preventivi salire da 30-40 milioni a 80 milioni di euro. È logico o vantaggioso spendere quei soldi per il progetto? Mi pare che costruire e mettere in moto l intero ospedale di Cona non sia costato più di 600-700 milioni di euro, com è possibile che per questo recupero dell anello si spenda più del 10% di quella cifra?. E a subire i danni maggiori potrebbe essere l università, tra i tagli alla ricerca e la difficile situazione ferrarese. Il rischio è che entro cinque anni ci si trovi in condizioni drammatiche: come possiamo garantire ai ragazzi i trasporti e la logistica? In più molti direttori di cattedra lasceranno il posto nei prossimi anni: stiamo perdendo i maestri, e non se ne vedono di nuovi. In che modo possiamo continuare a essere un attrattiva per gli studenti fuori sede?. E mentre il trattamento sanitario è in flessione, molte decisioni sembrano essere legate più a operazioni di immagine che a un reale servizio pubblico. Come quella di inaugurare tre sale operatorie ad Argenta ( le abbiamo fatte per la gente o per la stampa? ), ma soprattutto come l impostazione complessiva che l ospedale di Cona ha avuto fin dal primo momento in cui fu pronunciata la parola eccellenza. I cittadini ferraresi si devono preoccupare solo dei tumori o esistono anche i problemi quotidiani? si domanda Di Lascio Non è ipotizzabile che si ragioni sull attrattiva di un ospedale basandosi solo sulla punta di diamante relativa alle patologie gravissime, per attirare malati da fuori Ferrara. Nel quotidiano la gente ha bisogno di cure per ernie, appendici, tonsilliti, e i medici vorrebbero sapere come possono offrire un servizio di qualità. Una domanda indirizzata al ministero, ai candidati al parlamento e agli amministratori locali, e i medici non sono i soli ad attendere una risposta. Estense.com L ambulanza in ritardo non preoccupa Saltari L episodio che abbiamo definito inquietante dell ambulanza giunta dopo 29 minuti (quindi in ritardo rispetto ai 20 minuti massimi previsti) sul luogo di un incidente (con un ferito grave sulla Virgiliana non merita di essere commentato. Non necessitano spiegazioni né approfondimenti o rassicurazioni ai cittadini-utenti, perché si tratterebbe di un non problema. Sembrerebbe essere questo il pensiero del direttore generale dell Azienda Usl di Ferrara, Paolo Saltari, visto il suo no comment, affidato peraltro al filtro della portavoce/responsabile dell ufficio stampa dell Ausl, che ha spiegato in questo modo la volontà dello stesso Saltari di non rilasciare dichiarazioni sul caso specifico. Non sarebbe, dunque, un ritardo preoccupante, per le condizioni estreme di visibilità e la concatenazione di eventi che hanno determinato non poche difficoltà agli operatori del 118. Operatori ai quali va infatti un plauso incondizionato per la capacità di gestire situazioni di emergenza non sempre dettate dalle condizioni delle persone soccorse, ma
dalla scarsità di mezzi e personale impiegato nei servizi. Capacità senza le quali, crediamo, il ritardo avrebbe potuto essere ben più consistente. Ma l episodio è apparso a molti inquietante non tanto per il ritardo in sé, bensì per il segnale che ha fornito, quel segnale di avvertimento tanto temuto che ha messo in evidenza quella che potrebbe definirsi una falla nel sistema. E che ha levato un coro di voci preoccupate per le altrettanto temute, e possibili, scelte di ulteriore impoverimento di quello stesso sistema. Avrebbero meritato risposte, ad esempio, i dubbi del Gruppo Proposta di Bondeno, un movimento culturale di cittadini che da quattro anni si occupa di proporre, con i suoi gruppi di lavoro, soluzioni ai vari problemi del territorio, proprio quel territorio in cui si è verificato l episodio. A nostro avviso riferisce il portavoce del movimento, Fabiano Campi l operatività delle ambulanze che coprono l Alto Ferrarese, una a Bondeno e una a Cento, al di là del fatto che quella notte siano scattati due codici rossi contemporaneamente, va messa in relazione alla criticità del nostro territorio, fatto di strade non certo agevoli e di condizioni meteo spesso non favorevoli. Nel caso poi, come sembra sia già deciso, debba rimanere solo un automedica a Casumaro a coprire tutto l Alto Ferrarese, la situazione diventerebbe ancora più critica. Oggi a Bondeno l unico presidio alla vita è l ambulanza con medico in un ospedale Borselli svuotato dopo il terremoto, senza contare che il pronto soccorso dell ospedale di Cento è al collasso, dato che tutti i bondenesi si recano lì in caso di necessità. Tutto ciò perché si sta puntando a concentrare le risorse nel progetto di una Casa della Salute proprio a Bondeno. E solo una voce, tra le tante, di un disagio diffuso e di preoccupazioni crescenti. Avrebbero meritato risposte, infatti, anche le domande poste dal presidente dell ordine dei medici di Ferrara, Bruno Di Lascio, sull organizzazione della sanità nella nostra provincia alla luce di risorse sempre più scarse con le quali dover fare i conti e in base alle quali impostare scelte di priorità indirizzate ai bisogni del cittadino-utente. A beneficio di chi si è chiesto Di Lascio vengono inaugurate tre sale operatorie ad Argenta in pompa magna? Per la stampa o per la gente? Vogliamo farla finita con queste impostazioni. Lo ha detto ieri in conferenza stampa, sottolineando, a proposito di ambulanze, che con il decreto Balduzzi nel 2013 si passerà a da 5 per la sola Ferrara a 6/7 per tutto il territorio provinciale di ambulanze avanzate (con infermiere a bordo), calcolate in base alla popolazione, ossia una ogni 60mila abitanti. Avrebbero meritato poi di essere almeno prese in considerazione alcune voci dell opposizione, come quella di Valentino Tavolazzi (Ppf) secondo il quale l episodio del ritardo dell ambulanza sulla Virgiliana sarebbe stato un evento prevedibile. E stato ipotizzato più volte da parte nostra sostiene Tavolazzi sia prima che dopo il referendum sul mantenimento del pronto soccorso a Ferrara. Avevamo detto che lo spostamento del baricentro a Cona avrebbe prodotto fortissimi disagi all utenza, senza contare i problemi per i day hospital e le prestazioni specialistiche. Riguardo le ambulanze, il raggiungimento del paziente è il problema minore. Il problema maggiore è rappresentato invece dal rientro il ospedale. Ci sono situazioni di emergenza e patologie, come l infarto al miocardio, l ictus cerebrale o il politrauma da incidente, per le quali è possibile stabilizzare il paziente, ma i danni che lo stesso rischia di subire sono comunque proporzionali a tempo che intercorre tra l evento e l inizio della terapia vera e propria. E questo è un rischio che si è aggravato pesantemente per i cittadini con lo spostamento dell ospedale a Cona. L unica soluzione sarebbe stata il mantenimento a Ferrara di un pronto soccorso collegato a un piccolo ospedale universitario con una dotazione massima di 150-200 posti letto, soluzione adottata in quasi tutte le città capoluogo dell Emilia Romagna. Opinioni, dubbi, apprensioni e timori crescenti giorno dopo giorno. Condivisibili o meno, è chiaro. Ma considerando un sistema sanitario provinciale che denuncia quantomeno qualche falla e il fatto che sia in ballo la vita delle persone e il diritto alla salute, avrebbero meritato risposte e chiarimenti soprattutto i
cittadini-utenti. Sono le circostanze in cui la comunicazione diventa di fondamentale importanza. Per questo certi silenzi appaiono a volte più assordanti delle molte voci che, inevitabilmente, si levano attorno a episodi definiti inquietanti.