Tornare. i n n a m o r a rs i



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Tariffa Assoc. Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.P.A - In A.P -D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/ 2004 n 46) art. 1, comma 2, DCB/43/2004 - Arezzo - Anno XIII n 2/2009 ad Tornare i n n a m o r a rs i 1

3 Primapagina L'amore fecondo di futuro 4 6 Mille volte ancora Verso la terra promessa 8 10 Con lo stupore di un bambino Quando la Bibbia ci chiama a un nuovo inizio 12 14 Sto costruendo una cattedrale Quello sguardo amoroso che ci rende vivi 18 SOMMARIO 20 24 27 Prove di amore Cristo e la libertà 22 Lucia e Vasco Festa d'estate 26 Una nuova pubblicazione - Avvisi Graffiti 28 trimestrale Anno XIII - Numero 2 - Giugno 2009 REDAZIONE località Romena, 1-52015 Pratovecchio (AR) tel. 0575/582060 - fax 0575/453699 www.romena.it e-mail: mail@romena.it DIRETTORE RESPONSABILE: Massimo Orlandi REDAZIONE e GRAFICA: Simone Pieri, Alessandro Bartolini Massimo Schiavo, Luca Buccheri FOTO: Massimo Schiavo, Paolo Dalle Nogare Eliseo Pieri Copertina: Massimo Schiavo Hanno collaborato: Luigi Verdi, Stefania Ermini, Pier Luigi Ricci, Paola Nepi, Luigi Padovese, Maria Teresa Marra Abignente, Gianni Marmorini, Lidia Maggi, Luca Buccheri. Filiale E.P.I. 52100 Arezzo Aut. N. 14 del 8/10/1996

Me lo dice anche Leo, che è venuto apposta da Padova. E Stefano di Santa Marinella. Lo leggo negli occhi di tutti. Oggi l amore è passato di qui. È il tardo pomeriggio di un giorno d estate in un teatro di Firenze. Si smontano le quinte, si tirano via i cavi dell impianto audio, ma nulla dà la sensazione che qualcosa sia finito. Ci si sente ancora dentro quella tormenta dolce, dentro quel vento prodigioso che ci ha sbatacchiato: essere tanti, e sentirsi uno. Mai successo, così. Un anno fa. Tutto comincia mentre tutto sembra finire. La Compagnia delle Arti di Romena si trascina sgonfia e appannata. È bello quello che fate ci dice la gente che sa della nostra attività di animazione nelle case di riposo, nei centri disabili, negli ospedali. Ma anche i complimenti scivolano su quel manto di apatia che è venuto da sé, che nessuno ha voluto. Sgombrare il campo è la voglia che viene. Eppure alcuni, non tutti, ma molti decidono di stare, di starci dentro. Quando il sogno è prigioniero non va lasciato solo. Accade poi che dal centro di socializzazione La tenda di Firenze arriva la proposta: perché non fare un percorso insieme? Sembra un salvagente, e invece è molto di più: un arca con cinquanta ragazzi disabili. I nostri salvatori. Ci conquistano a fuoco lento, con poche parole, la fiamma è di sguardi. Molto contatto, da subito, pelle a pelle, la fisicità è la porta di questo incontro. Fatica nell approccio, certo, ma è quella che serve per misurare la nostra disponibilità, per chiamarci allo scoperto, da subito. Ed è lì che cominciamo a riscoprirci, a incontrare, prima ancora che loro, noi stessi e il senso del nostro stare insieme. E i ragazzi della Tenda? Loro aspettano, ci aspettano sempre, ci cercano, si affidano a noi. Questa loro accoglienza ci fa tornare la voglia, l entusiasmo, la fantasia. Ma soprattutto ci restituisce il sorriso del dare che avevamo smarrito. Lo spettacolo che va in scena è un varietà di canzoni, di sketch, di balletti. È quello che la Compagnia ha sempre fatto. È completamente nuovo: dentro c è un anima che vibra nell imperfezione, c è un onda di emozione che si alimenta con la diversità. Quando le nostre reciproche fragilità diventano un luogo d incontro, quel luogo diventa la casa della bellezza più autentica. Basta abitarla un giorno, quella casa, bastano le due ore di uno spettacolo per sentire che il cuore del mondo batte, e che tu ne sei parte. PRIMAPAGINA In un suo monologo Lella Costa dimostra come a tutti gli innamorati capiti in fondo la stessa cosa: di fare cose del tutto normali, abitudinarie, ma di viverle prima e di raccontarle poi come se fossero uniche, straordinarie. Così è, di sicuro, anche per questa storia, e per il nostro spettacolo. E in fondo è questo l effetto dell amore: non conta cosa stai facendo, ma come lo vivi. Non conta quello che costruirai, conta la parte di te che c è dentro. Questa storia neppure ci dice, mai potrebbe farlo, in che modo un innamoramento nasce, o rinasce. Però ci dice che questo amore viene da un silenzio. Che quest estate è figlia di un inverno. Che non è stato inutile restare fedeli al fiore che era un giorno sbocciato, anche quando sembrava appassire. E soprattutto che ha ragione Emily Dickinson quando scrive: Che l amore è tutto è tutto quello che sappiamo dell amore. Massimo Orlandi

L'amore fecondo di futuro di Luigi Verdi G L'amore ha bisogno di tempo per maturare. Come nella pianta il frutto arriva solo alla fine, così anche per l'amore ci vuole tempo e pazianza perchè possa diventare umile e dolce. Quando una società separa l uomo dalla sua trascendenza inizia col degradare la relazione tra l'uomo e la donna. Viviamo amori fragili e relazioni superficiali, incapaci di diventare una storia feconda di futuro. Amori di cuori in tempesta che si sono persi nel vento, senza rimanere vivi, vigilanti, senza aspettare che la luce e il calore gli permettessero di crescere. Non ci fa bene questo nostro fuggire davanti alle prime difficoltà, questo cambiare donna, idee, sogni, senza amarne neppure uno, questa tenerezza senza legami, questo cercare gli altri non per amarli ma per rifugiarsi in loro, questo individualismo superficiale e pieno di ansia. L amore ha bisogno di tempo per maturare, come una pianta deve saper resistere con pazienza nelle piogge d autunno e stare serena nelle tempeste di primavera. Come una pianta, il tempo renderà l amore umiltà e dolcezza. Non dipende solo dalla pigrizia se le relazioni umane si ripetono così monotone e senza novità, ma dalla paura del nuovo e dell imprevedibile che l amore richiede, dal non lasciare uno spazio aperto che divenga luogo non solo di accoglienza dell altro ma di relazione con lui. Uno spazio dove è consentito deporre le armi, rilassarsi e incontrarsi. L amore oltre alle parole ha bisogno di gesti e sincerità. I gesti dell amore sono fatti di piccole attenzioni quotidiane, della sorpresa del cuore quando i passi di chi ami si avvicinano, di sguardi che allontanano le tenebre e proteggono l amore. Sono fatti di dettagli che 4 L'amore è l'occasione unica di maturare, di prendere forma, di inventare in se stessi un mondo. nascono dal vicendevole servirsi, dall intimità, dal respiro e dal parlare della pelle. La sincerità dell amore deve essere tanto umile da lasciarti guardare nella verità e tanto misericordioso da vedere senza condannare, perché l amore deve essere sincero più che perfetto. Non sopporto l amore che si gonfia di orgoglio o si consuma in una generosità invadente. L amore vero è discreto e delicato, rispettoso delle ferite e delle emozioni di ogni uomo. Mi piace chi ama una persona senza chiedersi da dove viene e verso dove va, sentendo che solo con spirito puro e libero può camminare con lui. L amore non lega ma libera. L altro non è la tua metà, nè complementare a te, è Rainer Maria Rilke un identità che si realizza solo nel rispetto della diversità, nel permettere all altro di restare di carne, vivo, senza trasformarlo in quel che tu vorresti. La gelosia, l ansia e l intransigenza che nascono nell amore sono figlie di una paura che non sa vedere l altro nella sua essenzialità e verità, nella sua luce ed ombra. Nascono dal non sapere scrutare i segreti del cuore, da un amore che non ha la forza di aiutarci a vivere, a morire, e soprattutto a rinascere di nuovo. Quando si è innamorati tutto di noi, mente, corpo e anima è unito verso l oggetto del nostro amore. Per questo quando Gesù diceva: Amate Dio con tutta la mente, con tutto il corpo e con tutta l anima, chiedeva di tornare ad amare Dio non da sottomessi o da schiavi, ma da innamorati.

Foto di Massimo Schiavo Corteggio l amore, quell attimo frusciante che non sai mai se nasce da dentro la terra o dal profondo dei cieli. Attimo in cui provi l estasi dell esistenza quando il tempo e lo spazio diventano uno. Troppo stretto il mio petto per questo dono del cielo. Chiedo aiuto al tempo che maturi questo amore, granello dopo granello, in dolcezza e umiltà. Luigi Verdi

Mille volte ancora di Pier Luigi Ricci Come può una scintilla farsi fuoco? La nostra volontà non basta, la concentrazione eccessiva è controproducente. L innamoramento ha bisogno di altro, dell altro Chi è che non desidera innamorarsi di nuovo e risentire dentro sé quel brivido che sconvolge la vita, che le dà colore e che ti fa sognare ad occhi aperti? Penso che tutti, se almeno una volta nella vita lo hanno provato, desiderino ritornare a quella condizione un po magica, un po bambinesca. Magari per innamorarsi di nuovo della vita o della propria donna, oppure del proprio lavoro Ma non c è sforzo di volontà che tenga, non si fa a comando una cosa simile. Non resta che appellarsi ad una buona stella, che ci mandi quel magico fluido capace di trasformare anche lo stato fisico e di cambiare i pensieri e gli sguardi. Quasi tutti fanno così: aspettano una stella buona che un giorno si ricordi di loro ed elargisca quella condizione. Ho provato ad osservare e mi sono accorto di una cosa che mi ha sorpreso molto. Alcuni riescono davvero a ritrovare ogni tanto in vita quell innamoramento, ma se è stato il caso o il semplice desiderio di sentirsi innamorati a riattivarlo, succede una cosa strana. Li vedi più innamorati di quella condizione, che delle persone che fanno parte della loro vita. È come se uno a teatro guardasse più il palco e la scenografia che le persone che solcano la scena. Non è una differenza da poco: all inizio puoi non notarla, ma prima o dopo dovrai farci i conti. Chiediti che significato dai a questo tornare ad innamorarsi. Chiudendo gli occhi vedi te felice o vedi il volto di coloro che 6 appartengono alla tua vita? È un gioco sottile, ma forse vale la pena di spenderci un po di attenzione. Qualche volta gli altri li usiamo per mantenere in noi questa condizione e se questo un po fa parte del gioco della vita, perché in fondo abbiamo bisogno di loro, deve essere fatto però nella chiarezza. Ognuno ha diritto alla sua felicità, anche l amore in fondo lo facciamo per stare bene e ci piace sentirci innamorati. Ma c è una priorità da stabilire, perché c è differenza tra amare ed usare. Se ti concentri sull innamoramento non lo trovi. Se riesci però ad accettare la gente anche quando ti sta pesante o non la capisci più, se sai farti carico degli altri anche quando hanno le rughe sul volto, senza per questo chieder loro di cambiare, allora riesci sì, a tornare ad innamorarti. Mi viene in mente un intervista fatta a Madre Teresa. Le chiedono : Come fa ad avere gli occhi così pieni di luce? E lei: Cerco di togliere le lacrime dagli occhi degli altri. Ma se prima vieni te e le tue buone condizioni da trovare, non ti trovi mai, se non per qualche minuto. Ti potrai anche innamorare, ma gli altri lo sentiranno e se ne andranno via da te. Non è facile l amore su questa terra, è una perla preziosa. Se la perdi e te ne accorgi va bene, non ti scoraggiare. Si può sempre ricominciare e ritornare dagli altri. Innamorarsi è un cammino che si riprende mille volte.

Foto di Valeria Zampieri Vi auguro la cosa di cui avete maggiormente bisogno: l innamoramento più vero, più vivo, più forte Tonino Bello

Verso la terra promessa di Gianni Marmorini Il viaggio dello stare insieme punta verso una libertà sempre più grande. Ma per raggiungerla è necessario saper camminare anche nel deserto. Tornare a innamorarsi : su questo tema il pensiero non mi è andato a quelle situazioni quando finito un amore si prova una grande paura a lasciarsi andare di nuovo all amore. Mi sono venute in mente invece le tante coppie che in questi anni ho accompagnato il giorno del loro matrimonio e che, forse, hanno bisogno di tornare ad innamorarsi. Ne ricordo molte in quel giorno. Ricordo la luce dei loro occhi, la loro emozione, le loro lacrime e la loro voce tremolante, ma per fortuna non avevano bisogno di parole per parlarsi. Poi quel momento passa, certo non per tutti, ma io vorrei pensare in questo momento soprattutto a quelli per cui allora è stato bello. Fa impressione la grande distanza che c è fra la convinzione degli innamorati e la realtà di quelli che si amano già da qualche anno. E, in alcuni casi, che poi non sono tanto rari, è veramente difficile pensare che certe persone una volta erano innamorate. Sapevano che le cose non sarebbero sempre andate bene, ma erano sicuri che il loro amore avrebbe ricucito sempre qualsiasi problema. Forse esagero, ma credo che una certa delusione sia un esperienza comune fra noi, certo non obbligatoria. Se il concetto di normalità deriva da una maggioranza, credo di poter affermare che sia normale, nel vivere insieme, arrivare a uno o più momenti in cui abbiamo bisogno di tornare a innamorarci. C è però in noi qualcosa di stupido per cui in questi momenti cerchiamo soprattutto di stabilire di chi sono le colpe, invece di farci altre domande. Accogliere l estate ma anche l inverno C è chi divide l innamoramento dall amore, credo che sia giusto, ma senza l innamoramento saremmo capaci di affidare per sempre la nostra vita ad un altro? Non possiamo fare a meno dell innamoramento, ma allo stesso tempo dobbiamo imparare a conoscerlo. Dovremmo diventare capaci di dirci che l innamoramento non ci cambia, non cambia gli altri e non cambia la vita. La vita, tutto quello che è vivo, perché possa vivere ha bisogno del ritmo e del ciclo delle stagioni. Perché ci sia vita non può esserci sempre il sole o sempre la pioggia, non può essere sempre estate o sempre inverno. Difficile per noi accettare l idea che abbiamo bisogno dell inverno, delle piogge e delle tempeste. Facile, invece, legare il sole e l estate alla vita, all amore. Molti ragazzi nello scegliere le letture per il loro matrimonio si fissano sulle bellissime pagine del Cantico dei Cantici. E non c è dubbio che siano pagine tra le più belle che siano mai state scritte sull amore. Quello che molti non sanno è che il Cantico dei Cantici è la storia dell attesa e della ricerca di una ragazza e del suo amato, è la storia di un fidanzamento, non di un matrimonio. Come molte fiabe e racconti, quella storia finisce con un e vissero felici e contenti senza però parlarci di quella vita insieme e di quando in quella vita, siano poi transitate fasi autunnali, fasi invernali, fasi comunque necessarie a rendere vitale e a rinnovare il rapporto. Alla ricerca delle oasi Nel libro dell Esodo invece si parla della vita dell uomo come di un viaggio in un deserto verso la Terra promessa. Quando si esce dall Egitto non si entra immediatamente nella Terra Promessa, e neanche quando si attraversa il Mare si entra nella terra Promessa. Infine, neanche quando si scende dal Monte Sinai con le Tavole dell Alleanza si entra in quella Terra. A dire il vero l entrata nella Terra Promessa non c è nel libro dell Esodo, e non è raccontata neanche all interno dei primi cinque libri della 8

Bibbia, la Torah. Solo dopo, nel libro di Giosuè viene raccontata finalmente questa entrata. Un viaggio verso la Terra Promessa, è questo che due persone che si sposano iniziano insieme: quello che non sanno è che stanno per entrare nel deserto. Partono come gli ebrei allora: fra canti e balli, carichi di doni, con lacrime di gioia. Che bello partire così, anche Dio cammina con loro di giorno una nuvola e di notte un fuoco guida il loro cammino. Di che aver paura? Così anche passato il mare: canti e balli, spazio solo per la gioia Ma anche lì li aspetta ancora il deserto. E poi, dopo che sono stati sul Monte con Dio, lo hanno udito, hanno mangiato e bevuto, adesso portano con loro le Tavole dell Alleanza ma sono ancora nel deserto. La parola deserto oggi è diventata per noi una parola affascinante. Ha il sapore dell infinito, della libertà, è il luogo delle carovane e delle stelle. Ma nella Bibbia il deserto non ha nulla di affascinante, è il luogo dove la vita è assurda, difficilissima, praticamente impossibile. Nessuno andrebbe o vorrebbe andare a fare una vacanza nel deserto, a viverci un esperienza edificante. Il deserto biblico più che essere un luogo, è uno stato d animo. Più che la paura è proprio il panico, più che la tristezza è proprio la depressione. Che cosa vorrà dire tutto questo? Se il cammino del popolo verso la Terra promessa è il simbolo del cammino dell uomo, della sua vita, forse possiamo leggervi un messaggio anche sull amore fra l uomo e la donna? Nel deserto mancherà l acqua, il cibo. Invece di acqua fresca troveremo acque amare, ci saranno i briganti, i serpenti velenosi, la paura di non arrivare mai e di essere stati abbandonati da Mosè e da Dio. Ma nel deserto ci sono anche i pozzi, le quaglie, la manna, le erbe per addolcire l amarezza delle acque. Nel deserto ci sono anche tante oasi Una scelta di libertà Non voglio fare la parte del vecchio acido indicando a due sposi che il loro cammino si svilupperà nel deserto ma nel linguaggio metaforico che trovo nella Bibbia l alternativa al viaggio è rimanere nella schiavitù dell Egitto: e vorrei avere la capacità di dire quanto sia più bello viaggiare nel deserto, cercare le sue oasi, piuttosto che rimanere schiavi del Faraone Perchè, vedete, qual è la differenza tra un uomo schiavo e un uomo libero? Nella vita di uno schiavo non ci sono sorprese: c è il lavoro, il cibo, la casa. Tutto è sicuro e certo, come in Egitto. Nella vita di un uomo libero c è tutta l insicurezza del deserto, è un avventura rischiosa. Terribile oggi guardarsi in giro e vedere che l Egitto sta diventando più attraente del deserto, terribile e stupido! Forse non possiamo cambiare la vita o il mondo, ma possiamo viverlo in un modo diverso, allora potremmo sentire che autunni e inverni possono avere un sapore diverso, potremmo accorgerci che ci sono molte più oasi di quante riusciamo a vederne. E io ogni volta che guardo gli occhi di due ragazzi all altare penso che sì, la vita è più forte della morte. Foto di Francesco Taddeucci 9

Con lo stupore di un bambino di Maria Teresa Marra Abignente Dov è quell ingenua freschezza che ha alimentato i primi passi della nostra vita? Dove quella capacità inesauribile di meravigliarsi? Un bambino ha vissuto e vive dentro di noi. Ma come riscoprirlo? Quando ero piccolo mi innamoravo di tutto questo verso, di una canzone di Fabrizio De Andrè, ha sempre avuto lo straordinario potere di riportarmi alla mia infanzia, quando le cose che guardavo o riuscivo ad afferrare mi sembravano davvero tutte grandiose e nuove e me ne innamoravo. Poteva trattarsi di oggetti preziosi, come un gioiello o una perla, ma anche piccoli e semplici, come un sassolino o un pezzetto di stoffa: nessuna cosa era più importante di un altra. Tutto a quel tempo aveva un suo particolare fascino ed instancabilmente cercavo con lo sguardo o con le manine di capire il perché di quell incanto. Ogni bambino ha occhi che guardano ciò che gli sta intorno come un mistero perché si sente immerso in una realtà prodigiosa da scoprire, da toccare e dalla quale restare sbalordito. Ci si abitua troppo presto ai colori, alle forme, alle armonie che ci circondano, troppo presto perdiamo quella freschezza dello sguardo che ci fa innamorare; come se davanti ai nostri occhi ci fossero strati di polvere che rendono incolore e senza sussulti la vita. E ugualmente troppo presto ci abituiamo ai volti, ai profumi, ai lampi di luce delle persone che amiamo: non ci meravigliano più, non ci fanno più trattenere il respiro dalla gioia. Così tutto diventa grigio e appare noioso e banale, anche il nostro amore. Se conservassimo invece lo stupore del bambino, se anche noi ci sentissimo circondati dal mistero forse non ci sentiremmo così inconsistenti e vuoti e forse non avremmo neanche più la presunzione di considerare l amore come un fatto privato, come se ne fossimo noi i proprietari, gli unici depositari o i solitari costruttori Proviamo invece, anche solo per un momento, ad immaginare che non è da noi che nasce l amore, proviamo a sognare di essere immersi in un bagno d amore e che noi non dobbiamo far altro che lasciar scorrere quest amore, profumarcene la pelle, inondarcene gli occhi. Supponiamo per un istante, solo per un istante, che non tocchi a noi la fatica 10 di amare, ma che semplicemente e spontaneamente quest amore che ci ha riempito straripi da noi, come l albero, pieno della nuova vita, trabocca di fiori in primavera. Immaginiamo di essere solo veicoli di quest amore, passaggi, letti di fiume. E se così fosse davvero non ci sarebbe più bisogno di sforzarci per imparare l amore e non avremmo più tanta paura di sbagliarlo, di non capirlo, di non esserne capaci, poiché dovremmo solo lasciarlo scivolare dai nostri sguardi e dalle nostre mani, come si lascia andare il ruscello fra le pietre ed i tronchi o come si lascia correre un bambino. Senza trattenerlo e senza frapporgli ostacoli. E ancora per un momento, per un altro breve momento, tentiamo di sentire quanto, da questo stesso amore, è penetrata ogni cosa: ogni foglia di albero, ogni respiro di animale, la più piccola particella di terra così come la più azzurra molecola di cielo. Perché la vita, tutta la vita, nasce dall amore che ci illumina come il sole, dà fiato alla nostra aria, bagna la nostra terra. Come non diventare noi stessi amore quando quest amore ci sussurra all orecchio tutto ciò che abbiamo dimenticato, quando finalmente capiamo che gioca con l intera creazione, che soffia libero e fresco sui nostri passi se solo ci lasciamo condurre? Ecco, solo così possiamo tornare innamorati come la prima volta: la prima volta che abbiamo visto il mare, la prima volta che abbiamo scoperto un fiore, la prima volta che tremanti abbiamo dato o ricevuto un bacio o guardato un tramonto. E forse, più che innamorati, direi amanti perché l amore vive di tutte le eternità, non solo di un tempo fugace. Solo così, con uno stupore tutto tremante, con la delicatezza del bambino che guarda e tocca la vita senza imprigionarla, con il suo sguardo pulito ed emozionato davanti ad una realtà che intuisce essere tutta un dono, saremo meravigliosamente preparati al paradiso.

Foto di Massimo Schiavo Io non ti chiedo di portarmi una stella celeste, solo ti chiedo di riempire il mio spazio con la tua luce. Mario Benedetti 11

Quando la Bibbia ci chiama a un nuovo inizio Conversazione con Lidia Maggi Pastora protestante, teologa, Lidia Maggi ci invita a solcare il mare infinito del libro sacro per trovare storie, segni, percorsi capaci di stimolare la nostra voglia di ripartire. Qual è la proposta che ci viene dalla Bibbia per tornare a innamorarci? La Bibbia è il luogo dei tanti inizi. Ogni suo libro è un inizio, da ognuno di essi si può ripartire. E questo suggerisce che nella vita c è sempre un tempo per ricominciare, per ripartire, per riprendere. Per tornare a innamorarsi della vita. E le storie bibliche? In che modo colgono questo bisogno dell uomo di ricominciare? Prendiamo il caso di Mosè, il liberatore. Egli inizia l avventura col suo popolo subito dopo essere arrivato alla soglia della fine di tutto: dopo aver ucciso ed essere divenuto un fuggiasco viene raggiunto da Dio che lo manda a liberare il suo popolo. E cosa dire di Elia, il profeta per eccellenza che scopre il volto silenzioso di Dio proprio quando è così disperato da volersi lasciare morire di stenti? Tutte le grandi storie bibliche conoscono questa fase della crisi, della sconfitta come evento da cui inizia il nuovo: anzi, il fallimento diventa la condizione per risollevarsi e scorgere nuove strade. Gli stessi Profeti, anche quando annunciano catastrofi future, sono essi stessi simbolo di questa spinta a ripartire: il loro annuncio di sventure contiene, infatti, un implicito invito alla ripresa, alla conversione, al cambiamento, per ri-creare le condizioni per una nuova vita. Dunque la Bibbia ci invita a non disperare. 12 Tutte le grandi storie bibliche conoscono la fase della crisi, della sconfitta, come un evento da cui inizia il nuovo. Mai. Essa ci esorta ad affrontare fino in fondo ogni crisi, ogni fallimento, perché quando tutto sembra chiudersi qualcosa di nuovo si apre. E questo accade persino con la morte, cioè con l evento che più di ogni altro sembra chiudere definitivamente ogni possibilità. La vicenda di Gesù ci rivela che quando i giochi sono ormai chiusi e, nella croce, la disperazione sembra avere il sopravvento, la tomba si rivela il grembo che dischiude una nuova vita. Quali sono le indicazioni che il libro sacro ci dà per riscoprire la vita, per ridiventarne amanti, e quindi, in qualche modo, per sentire più vicino Dio? La Bibbia non contiene ricette, tutt al più suggerisce ingredienti, spesso sorprendenti, con i quali propiziare una vita nuova, più vicina a Dio. Per esempio ci invita a riconciliarci con la nostra fragilità, con i nostri errori. Perché è proprio quando siamo fragili e meno perfetti, ci dice, che Dio si avvicina. In che modo la Bibbia scandisce le tappe del cammino dell uomo, del suo cadere, e del suo riprendersi? La Scrittura non propone un percorso unico, ma infinite strade. Proprio come tanti sono i sui portali d ingresso. Posso entrare nella Bibbia a partire dal suo primo libro, la Genesi, oppure da una storia del Nuovo testamento, posso uscire da un libro e rientrare da un altro: ed è incredibile

vedere come nella Bibbia ogni parte dialoghi con l altra, come gli orizzonti di senso si aprano e si incontrino nelle forme più inimmaginabili e come, passando da un libro all altro, tu possa ogni volta ritornare alle grandi domande, ma con uno sguardo, un punto di vista differente. Gli autori biblici dialogano tra loro! Per esempio, a proposito dell innamoramento, c è un dialogo a distanza continuo tra la Genesi e il Cantico dei cantici. C è un gioco di temi (l amore), di spazi (il giardino), le consonanze tra le due storie sono moltissime. E se nella Genesi abbiamo udito soprattutto la voce di Adamo narrare l amore, ecco che nel Cantico ascoltiamo la voce di Eva. Qualcuno sostiene addirittura che il Cantico sia stato scritto da una donna. È probabile. Ogni testo biblico interviene sull altro, ne riprende le domande, le apre di nuovo, ciascuno concorre ad aprire nuovi orizzonti. Chi si avventura nel mondo biblico deve abbandonare la fretta di chi ricerca risposte immediate per aprirsi i quesiti che la discussione solleva. Le certezze granitiche appartengono all idolo, il divino si rivela nella discussione appassionata. In che modo tutto questo possiamo utilizzarlo nel nostro cammino, magari in quelle fasi in cui ci sembra così difficile tornare a innamorarci? Attraverso le sue storie, la Bibbia ci dice che il cammino di ogni uomo e di ogni donna si dischiude nel progredire della storia. Ci servono a poco quindi le sintesi immediate, l usa e getta della cronaca, perché i tempi della fede, i tempi dell amore e della vita in generale, sono lunghi. La Bibbia ci invita a camminare fiduciosi e a cercare sempre il nostro oltre, anche se ci sono delle interruzioni di percorso, anche quando tutto sembra finire. Perché ciò che finisce da una parte da un altra riprende. é la grande tela della vita, e dell amore che la sostiene. 13

Sto costruendo una cattedrale di Luigi Padovese Tra i bisogni più importanti dell'uomo c'è, senza dubbio, quello di poter esprimere se stesso. Il lavoro, allora, non è solo un mezzo di sostentamento: ma un canale prezioso per trasmettere il proprio amore creativo verso la vita. E per essere parte di una costruzione grandiosa. Vorrei dedicare questa riflessione sull innamorarsi a uno spazio temporale e di impegno che ci accompagna ogni giorno: a quello che dedichiamo al lavoro. Quanto pesa sulla nostra vita quando facciamo un lavoro che non ci piace, quando lavoriamo con persone che non sopportiamo, quanto ci pesa e ci angoscia se perdiamo il lavoro, se non riusciamo a trovarlo. Il lavoro è importante per la nostra identità personale e sociale. È nota la storia dei tre scalpellini. Tutti e tre stavano usando martello e scalpello per sagomare le pietre che servivano alla costruzione di una chiesa. Ma ben diverse furono le risposte che diedero alla domanda: cosa stai facendo? Il primo disse: Sto scalpellando delle pietre ; il secondo: Sto guadagnano il pane per sfamare la mia famiglia ; e il terzo, infine, con un grande sorriso, disse: Sto costruendo una cattedrale. Tutti e tre facevano fatica e svolgevano la stessa attività, ma il senso che attribuivano al loro lavoro era ben diverso. Diciamo pure che lo stato di innamoramento per l attuazione del loro sogno era davvero differente. Oggi ci troviamo in una grave situazione di crisi economica diffusa e profonda. Molte persone stanno perdendo il lavoro, altre temono di perderlo. È un momento in cui lo sguardo con cui possiamo guardare al lavoro può essere oppresso dalle paure oppure può essere un opportunità per ripensarsi. Il lavoro fonde sempre insieme un doppio sentimento: la fatica di vivere e la gioia di crescere. Volendo guardare ai nostri bisogni, dobbiamo cercare di conciliare quei bisogni più legati alla sicurezza, alla stabilità con quei bisogni che ci spingono verso obiettivi di crescita, di novità, di cambiamento. Conciliarli non è sempre facile sia per carattere che per esigenze esterne a noi: i bisogni dei nostri figli, della nostra famiglia, i luoghi dove viviamo, le opportunità presenti, i vincoli. Insomma, ci troviamo spesso a barcamenarci tra paure che ci opprimono e sogni che ci attirano. 14 Quando sentiamo forte questo contrasto, quando il disagio aumenta e ci crea tensione, questo è il momento per metterci alla prova. Parlo per me. Ho quasi 60 anni, non vado in pensione, devo ripensare il mio lavoro. Certo che ho mille ansie se penso a tutte le sicurezze che potrei perdere, ma voglio provare a rimescolare le carte e vedere se da questo travaglio viene fuori un nuovo sogno da seguire, un sogno che mi accompagni per il prossimo tratto di vita. È stata fatta una ricerca che ha messo in evidenza come le caratteristiche delle persone che si sentono più realizzate, nel lavoro che fanno, sono sostanzialmente simili alle caratteristiche delle persone che sono più sane. E le caratteristiche più interessanti emerse descrivono una persona che: ha fiducia in se stessa, è spontanea, sa esprimersi con verità e onestà, è capace di sognare e di fidarsi dei suoi sogni, sa valorizzare le sue caratteristiche più infantili e integrarle nel suo essere, accetta il rischio, ha il coraggio di dire cose nuove anche se vanno contro corrente. Non facciamo l errore di pensare che queste caratteristiche riguardino solo persone speciali, riguardano tutti noi. Purtroppo spesso vengono represse e così ci perdiamo in salute e siamo pure insoddisfatti! Allora tornare a innamorarsi significa prendersi cura anche di questa parte così importante della nostra vita, il lavoro, e di guardarlo con uno sguardo nuovo. Non ho ricette perché questo accada. Ma è un buon punto di partenza farsi qualche domanda. Allora, con coraggio e franchezza, chiediamoci: Che cosa mi rende felice? Ciò che sto facendo mi rende felice? Cosa mi sta davvero a cuore? Cosa posso fare per realizzarlo? Se cerco di realizzarlo e mi vengono delle paure, cos è il peggio che mi può succedere? Concludo con i piedi ben piantati in terra con un pensiero di Padre Vannucci: Prima di immergerti in sublimi ideali guarda le tue mani: se ci sono i calli comincia a muoverti, non prima. Buon lavoro!

Foto di Massimo Schiavo Per le vie della natura la Tua dolcezza visita il mio cuore che ora in nessun luogo batte immune dal tuo agguato Sri Aurobindo

Foto di Massimo Schiavo 16

Per il mio cuore basta il tuo petto, per la tua libertà bastano le mie ali. Dalla mia bocca arriverà fino al cielo ciò ch'era addormentato sulla tua anima. Pablo Neruda 17

Quello sguardo amoroso che ci rende vivi di Paola Nepi Dalla camera da letto dove conduce la sua vita, Paola Nepi continua a arricchirci con le sue riflessioni. La malattia (una forma di distrofia muscolare di cui è affetta sin da bambina) le ha preso i movimenti e la voce, ma non la sua capacità di esplorare e amare la vita. Sull amore, l innamorarsi, è stato scritto tutto, anche troppo. Ma che significano le due parole nella vita di tutti noi? Non voglio ricorrere a definizioni da vocabolario; io chiamerei l amore, l innamorarsi, quello scombussolio che ci fa sentire vivi come nessun altra cosa al mondo. Mi colpirono, appena adolescente, quando sognavo quel sentimento lontano solo immaginato, le parole di Cesare Pavese. In uno dei suoi scritti poetici più profondi e sofferti, il poeta si chiede cosa può esistere fra due persone che possa chiamarsi amore. Forse per i miei pochi anni, il poco vissuto, la risposta a cui Pavese approda mi fu e restò per molto tempo incomprensibile. Fra un uomo e una donna, ci dice il poeta Pavese, può esistere un sentimento tale per cui ognuno prova felicità nella felicità dell altro, e conclude chiamando questo sentimento: carità. Perché carità, che c entra la carità con l amore, pensavo? Anni dopo, quando quello scombussolio mi traversò corpo e anima trascinandomi in un vortice di interrogativi, mi capitarono fra le mani le lettere di San Paolo. Mi spinse a leggere il testo di quell uomo a me completamente 18 sconosciuto, se non come leggenda, nient altro che la curiosità. Restai fulminata. Il santo illuminato, nella prima lettera ai Corinzi, intende l amore come carità, comprensione dell alterità che ci circonda. Capii che l orizzonte si allargava. Amore non è solo ciò che lega due persone, ma il dono che ogni uomo possiede se sa ascoltare e ascoltarsi, è quello sguardo particolare che può posarsi su ogni cosa. Strano binomio, lo ammetto, le due anime che mi avevano aperta a cos è l amore: amore come sentimento di carità. E se Paolo di Tarso ne era diventato l incarnazione e l esempio, il malinconico poeta dei giorni nostri ne era stato sopraffatto, ma non tutti si può essere santi. Santi no, ma ognuno di noi, in ogni momento, in ogni stagione della vita, può appellarsi a quel dono, può amare e tornare ad innamorarsi. Lo sguardo amoroso non ha età, non invecchia, non si piega ai travagli della vita, alle crisi di sistema. Ama, si innamora di chi gli passa accanto come di chi è lontano e riconosce come fratello. Quello sguardo sente il vibrare di una nota, di una voce come di un filo d erba, il rumore del mondo, come il silenzio del nulla.

Foto di Paolo Dalle Nogare Due buoni compagni di viaggio non dovrebbero lasciarsi mai. Potranno scegliere imbarchi diversi, saranno sempre due marinai. Francesco De Gregori 19

Prove di amore di Stefania Ermini Chi è disabile? O piuttosto: chi non lo è? In un pomeriggio d estate al teatro Reims di Firenze uno spettacolo della Compagnia delle Arti di Romena e del centro "La Tenda" dimostra come si possa superare ogni barriera grazie all amicizia e alla creatività. Stefania Ermini ha seguito l ultima prova dello spettacolo per cogliere la bellezza di ciò che accadeva sul palcoscenico e l incredibile sintonia che vi regnava dietro. Nella nostra memoria uno spettacolo teatrale può restare legato ad un volto, ad un corpo o ad una voce; non ricordiamo i singoli passaggi dello spettacolo o delle singole scene, ma un immagine, una parola, un gesto restano impressi in profondità. E i gesti, le parole, le immagini a cui ho assistito durante le prove dello spettacolo Volando in Varietà del centro di socializzazione La Tenda di Firenze e de La Compagnia delle Arti di Romena, sono rimasti impressi, profondamente. Lo spettacolo ha visto andare in scena un viaggio lungo un anno, durante il quale settanta artisti appartenenti a La Compagnia delle Arti e al centro di socializzazione La Tenda di Firenze si sono incontrati, abbracciati e hanno ideato e realizzato lo spettacolo di canzoni, sketch, balletti, Volando in varietà. Lo spettacolo germoglia con l incontro di due realtà: il centro di socializzazione La Tenda nasce a Firenze nel 1992 per favorire l integrazione relazionale e sociale di adulti con disabilità psicomotorie. L attività teatrale è iniziata quindici anni fa e da allora gli artisti hanno rappresentato, alla loro maniera, operette e musical famosi fino a Volando in Varietà. 20 La Compagnia della Arti di Romena da dieci anni porta un sorriso a persone che vivono situazioni di disagio, di malattia, di solitudine. Un sorriso che arriva attraverso l arte dello stare insieme con spettacoli e animazioni in case di riposo, ospedali, centri disabili. Questa volta la Compagnia e la Tenda hanno fatto teatro insieme, raccontandosi, supportandosi, integrandosi. Questi ragazzi, lavorando uno accanto all altro, hanno avuto l opportunità di conoscersi. E questa armonia, questo intreccio di creatività e di personalità ha dato vita ad uno spettacolo fuori dall ordinario. Settanta persone, un cuore solo Le prove dello spettacolo sono un accavallarsi di emozioni. Artisti che corrono a cambiarsi di abito, ragazzi emozionati de La Tenda entrano in scena per mano agli amici della Compagnia. Ognuno di loro sa esattamente cosa fare, dove sistemarsi, chi prendere per mano, da chi essere guidato, cosa dire, cosa fare. Ma non è il copione a guidarli. C è un armonia, un cuore unico nello spettacolo. Il loro stare insieme in scena scava all interno dei loro cuori e dei cuori di chi li osserva. Sembra che la finalità non sia curare soltanto qual-

cosa, ma rintracciare le emozioni semplicemente per emozionarsi. Passa Fulvia della Compagnia delle Arti vestita da suora, già pronta per entrare sul palco e le chiedo come si sente; Ho l ansia! mi risponde sono emozionata: vedi il vestito è un po così!. È come se Fulvia in qualche modo mi comunicasse che non c è solo la cura del costume, ma c è l attenzione all insieme, all amicizia e al riuscire a contagiare il pubblico. E così è! La scena tratta dal film Sister Act prende forma sul palco ed esula dalla vita quotidiana, perché quando uno recita esce fuori dalla sua dimensione di vita entrando in un personaggio che è altro da sé. Le suore muovono i loro corpi sul palco a tempo di musica, cantano, danzano, abbracciano l aria, urlano. È in questa danza, in questo urlo, nelle mani che si tendono l una con l altra che le due abilità si incontrano e diventano uno e uno soltanto. Il valore dell imperfezione Mi affaccio dietro le quinte, dove i preparativi per la scena successiva fervono, si animano e prendono forma. Qualcuno entra in scena quando non dovrebbe, Alberto e Claudio al mixer montano e smontano cavi e microfoni. Anche Massimo cerca di dare delle linee guida che a volte non vengono proprio rispettate. Da lontano sorrido, è l ultimo giorno di prove e tutti sembrano fare cose diverse da quelle previste, ma nessuno si innervosisce. L unicità di questo spettacolo è proprio qui. Sta nel rapporto con l imperfezione. L imperfezione diventa risorsa e il valore della diversità viene messo in scena. Da lontano sorrido e mi emoziono ogni volta che gli artisti entrano sul palco prendendosi per mano. Con quel tendere la mano diventano Uno e lo spettacolo diviene concerto, unione, coesione. È come se cantando, danzando, sorridendo insieme ognuno di loro dicesse all altro: Se hai delle difficoltà io posso aiutarti a salire sul palco. Poi lì sopra ognuno di noi fa la sua parte, fa quello che può! Nessuno si preoccupa se gli artisti ce la faranno a dire una battuta o a muoversi a tempo di musica. L essenziale è il come fare in modo che uno arrivi a dire quella battuta, il come fare in modo che uno riesca a starci sul palco mettendo in gioco il proprio corpo, la propria emotività, la fantasia. E il come viene raggiunto con l integrazione delle due realtà, con il creare quell armonia imperfetta che porta al cuore dello spettacolo. A Volando in Varietà si lavora con e per le persone, senza partire da schemi secondo i quali uno possa o non possa fare, esprimere, capire. Una scena di "Volando in varietà". Ospiti Alessandro Greco e Beatrice Bocci, felici di essere stati coinvolti in questo percorso. Mio figlio uguale agli altri Il giorno dopo lo spettacolo, per telefono mi viene riferito che un genitore di un attore diversamente abile alla fine di Volando in Varietà ha detto: Oggi, per la prima volta, ho visto mio figlio uguale a tutti gli altri. Durante queste Prove di Amore c è un cuore unico che ricorda che anche la persona è unica e con una sua identità specifica. Quando sono arrivata ho visto settanta persone sul palco con una propria impronta artistica, con il proprio, esclusivo segno creativo: qualcuno diversamente abile, qualcun altro un po più abile nel movimento, nel parlare, nel cantare. Dopo un istante in teatro, riesco però solo a percepire la capacità di ognuno, più che la diversità. Riesco a sentire uno sbocciare di amore, di sorrisi, di amicizia, di desiderio di abbracciare l aria e il pubblico che assiste a loro volare. E forse è proprio in quel bisogno di volare che il diverso diventa uguale. E poi ancora è in quella danza, nel grido, nelle mani che si tendono l una con l altra per aiutarsi, per alleggerirsi e confondersi che le abilità e le persone si incontrano e diventano uno e uno soltanto. 21

UN INEDITO DI GIOVANNI VANNUCCI Cristo e la libertà di Luca Buccheri Un nuovo affascinante libro di padre Vannucci esce a 25 anni dalla sua morte per le Edizioni Romena, un testo inedito che affronta il tanto attuale e delicato tema della libertà nella prospettiva cristiana, capace di stimolare in noi una nuova consapevolezza di vita. Quando avvengono i terremoti, sono le strutture rigide le prime a crollare. Le parole di padre Giovanni Vannucci sulla libertà hanno, sul nostro comune modo di intenderla, ma soprattutto sulle nostre strutture mentali e acquisizioni spirituali, lo stesso effetto di un terremoto che provoca ad andare oltre il già detto, il già conosciuto, il già pensato, il già vissuto, in un continuo superamento di forme omologate e schemi consolidati. Perché idee fisse e dogmatismi irrigidiscono il cuore, la mente e l anima, bloccando il naturale fluire della vita. Il testo di padre Giovanni Vannucci che qui presentiamo è uno scritto inedito pubblicato in occasione dei 25 anni dalla sua scomparsa. Si tratta di un ciclo di incontri su Cristo e la libertà, da lui tenuto un anno prima di morire, che diventa per noi un percorso esistenziale di consapevolezza 22 di Luca Buccheri e di liberazione interiore in cui la lettura e rilettura del testo è allo stesso tempo punto di partenza e di arrivo. Di partenza, perché la prima lettura opera uno scavo profondo nel cuore e nella mente, aiutando il lettore a liberarsi delle incrostazioni plurisecolari ereditate; di arrivo, perché dentro ogni parola che padre Giovanni ci consegna c è una sapienza e potenza creatrice derivante dal fatto di essere una parola vissuta e non solo pronunciata, incarnata e non solo evocata o suggerita ad altri; una sapienza che ci proietta in avanti anticipando intuizioni non ancora del tutto afferrate ed esplorate. In mezzo, c è lo spazio per una libertà e una pienezza di vita da sperimentare oggi. Cristo e la libertà dunque, prima di essere un libro da leggere, rileggere e gustare, è un occasione di consapevolezza, un movimento interiore, una possibilità nuova, che

purifica e libera, un modo nuovo di accostarsi alla figura di Cristo, libero e liberante. Scrive Ermes Ronchi nella presentazione del libro: «Emblematica rimane per me una sua espressione: Non pensate pensieri già pensati da altri. Parole affermate negli anni in cui la Scolastica medievale e tomistica era ancora la regina della teologia, in cui la verità di una affermazione doveva essere garantita dall autorità di parole già dette da altri, quando un concetto era legittimato dalla sua conformità alla tradizione. E di colpo si aprivano bocche di vento, sentivi come un soffio di primavera che sollevava quella polvere di secoli che si era accumulata sui nostri libri di testo e nelle nostre aule. Ti sentivi libero da formalismi e da omologazioni, libero dalle pesantezze dell istituzione e della tradizione, cercatore senza scuole, ma non senza maestri, su sentieri nuovi e inondati di sole». L offerta di libertà che troverete in questo libro bello, intenso e concreto, capace di lanciare l anima in un vortice di idee e orizzonti sconfinati, è un seme da far crescere quotidianamente, uno stimolo da accogliere e coltivare, una scoperta da custodire, un percorso che provoca ciascuno di noi a riconoscere quella parte eterna di noi in cui abita il divino e che ci permette di affermare Io sono eterno!. Come dice padre Giovanni: «Nel momento di tenebra io sono sempre un punto di luce, nei momenti di disperazione capisco che ciò che avviene intorno a me mi riguarda perché lo sento, ma non incide nella parte eterna del mio essere. Quando tutto ciò che cambia e si trasforma sarà assorbito da questo centro eterno del nostro essere, allora saremo pienamente liberi». Buon viaggio! Quelle parole che vengono dal futuro Le intuizioni di padre Giovanni? Sono un secolo avanti a noi! ALBERTO MAGGI, oggi uno dei più noti e apprezzati biblisti italiani, deve molto all incontro con padre Giovanni Vannucci. Un ciclo di esercizi spirituali con lui infiammò la mia voglia di studiare le Scritture nella loro lingua originale. Per questo ho dedicato il centro studi in cui opero a lui. Ma cosa c era di speciale in quel monaco? Impossibile trovare una parola per rispondere. Potrei dirti che era un uomo che non possedeva la verità, ma era nella verità. Così a 25 anni dalla morte nulla di ciò che ha detto, pensato, scritto, viene dal passato. Al contrario: Lo Spirito vi annuncia le cose future dice il Vangelo di Giovanni. Padre Giovanni era nello Spirito, per questo le sue parole continuano a arrivarci dal futuro. Spesso la chiesa dà risposte vecchie a bisogni nuovi, Giovanni invece ha sempre dato risposte nuove ai nuovi bisogni della spiritualità. Era un profeta, era nello spirito, era nel futuro. E da lì continua a parlarci. 23

Lucia e Vasco tornati terra innamorata Lucia e poi Vasco. In pochi giorni, come se si chiamassero, in poco spazio, a San Giovanni Valdarno, la stessa città. Lucia, Vasco. Il saluto in chiese diverse, ma piene della stessa, meravigliosa umanità. Lucia l'avevamo conosciuta almeno dieci anni fa. La accompagnava l'onda della sua festosa famiglia, di Marco suo marito e dei quattro figli. Aveva vestito Romena della sua voglia di vivere, e della sua disponibilità a offrirsi: ci aveva offerto la condivisione della sua malattia, e la sua voglia di far largo alla vita. Alla sua morte non ci aveva preparato: per questo continuiamo a sentirla così presente e viva. Vasco era il babbo di Gigi, il nostro Gigi. A Romena portava sempre, senza esibirlo, il segno della sua gioia per il cammino del figlio. Era un uomo semplice, onesto, un uomo rimasto ritto in piedi anche quando la malattia lo aveva costretto in un letto. Aveva faticato solo a tirar fuori la sua tenerezza: però alla fine ha saputo metterla tutta nella lacrima con cui ha lasciato il suo corpo. La sua eredità. Lucia e Vasco sono tornati terra, ma terra innamorata. 24 Morte non hai vinto, sei solo riuscita a farla tornare terra. Ma non hai considerato che quella che ti sei trovata tra le mani non era terra disperata come avresti voluto, ma innamorata. Innamorata di Marco, compagna che dimezzava il viaggio, che non misurava, un amore di vento che asciugava la fronte, un amore diventato pane che si sbriciolava nella carestia. Innamorata di Beatrice, Laura, Elisa, Lorenzo, li caricavi di baci, era il tuo modo di amare, una forza di saluto che serviva per fare fiato e dare ali, fidavi per loro nella provvidenza senza porti il come, il dove, il perché, sapevi che l amore non ha un posto ma è un modo di vivere. Innamorata della vita, agivi per grazia di natura e forza viscerale di attaccamento e offerta, perché un energia sovrabbondante usciva dalla tua vita. Lucia non sei scappata dal dolore ma ne hai sollevato tutto il peso e lo hai scagliato nella profondità del tuo petto, perché si aprisse ancora di più per far fiorire tutte le cose. Lucia occhi innamorati, di un caldo buono, di mani, di volti, non credo che il tuo amore fosse cieco, aveva gli occhi dell eterno. Luigi Verdi

I tuoi occhi persi nell infinito I miei occhi ritrovati nei tuoi. La tua mano a stringere la mia implora di trattenerti qui, e cerca una presenza forte prima di lanciarsi nel viaggio. Il tuo cuore che corre veloce a rincorrere il tempo, il mio cuore va lento per provare a fermarlo. Il tuo respiro ha il fiatone di chi partorisce o di chi è vicino alla vetta. Il mio respiro è in apnea, come chi cerca nel profondo della tua vita, la migliore pietra preziosa che hai nascosto per me. Il tuo ultimo respiro ferma per un attimo il tuo e il mio cuore, finalmente io e te un cuore solo e un anima sola. Babbo mio della terra Grazie babbo, perché anche se io non ti ho mai parlato di Dio, sei stato tu a parlarmi di un Dio che si incontra quando il cuore è povero e si ha fame. Grazie babbo, della tua lacrima scesa sul tuo viso prima di morire ripagandoci di tutta la tenerezza che faticavi a partorire. Grazie babbo, stasera al tramonto come Zaccheo sali sull'albero della vita e guardalo con i tuoi occhi quel Gesù di cui ti hanno parlato. Incontrerai i suoi occhi che ti diranno: mi basta la tua presenza, il tuo sguardo e sarò onorato di venire a casa da te. Luigi Verdi 25

Festa d'estate Domenica 26 Luglio Il domani avrà i tuoi occhi Che cosa, del presente che viviamo, sa di futuro? Quali sono gli spunti, le idee, le intuizioni che non restano impigliate in questa fase di inquietudini, di crisi e muovono in avanti? La festa d'estate 2009 propone una giornata di riflessione su queste grandi domande. ore 9 ore 10 ore 13 ore 15 ore 17 lode del mattino incontro con Folco Terzani pranzo a Papiano incontro con don Rigoldi Messa Folco Terzani Srittore documentarista, autore con il padre Tiziano del libro best seller "La fine è il mio inizio" don Gino Rigoldi Responsabile dell'associazione Comunità Nuova di Milano, vicina ai problemi dei giovani 26

UNA NUOVA PUBBLICAZIONE le parole e il Silenzio a cura di Massimo Orlandi e Paolo Ciampi I verbi della vita CURARE Francesco SartorI Luigi ripamonti EDUCARE Vittorino andreoli RACCONTARE maurizio maggiani GIUDICARE piero Luigi VIgna Carol BeeBe tarantelli RITIRARSI, RITROVARSI tito BarBInI Wolfgang FaSSer elena tuccitto le parole e il Silenzio I verbi della vita a cura di Massimo Orlandi e Paolo Ciampi Vol. 2 Uno scrittore affermato (Maurizio Maggiani), uno psichiatra di fama (Vittorino Andreoli), un magistrato in prima linea (Piero Luigi Vigna), e ancora un medico passato dalla parte dei pazienti (Francesco Sartori), un giornalista che racconta di cure e di dottori (Luigi Ripamonti), una vittima dei nostri anni di piombo (Carol Tarantelli) e tre persone speciali che hanno saputo trasformare la loro vita per renderla più autentica (Tito Barbini, Wolfgang Fasser ed Elena Tuccitto): sono loro i protagonisti di un affascinante percorso per svelare la bellezza dell incontro, quando punta verso l anima delle persone, vera radice di ogni parola che conta. Pagine 192 ISBN 978-88-89669-31-0 10,00 Nuovi corsi 7-8-9 agosto "La comunicazione amorevole" Saper ascoltare, saper chiedere, saper dare con freschezza e tranquillità sono le basi di una comunicazione costruttiva, impegnata ogni giorno nella sfida delle nostre relazioni. Iscrizioni dal 1 luglio 18-19-20 settembre "Invito alla preghiera" Una proposta per aprirsi al significato della preghiera. Preghiera come meditazione silenziosa, preghiera come grido, preghiera come invocazione. Iscrizioni dal 1 agosto Avvisi in collaborazione con la Fondazione Giuseppe e Adele Baracchi Il nuovo libro di Luigi Verdi Verrà presentato il 26 di luglio, in occasione della festa d'estate Il domani avrà i tuoi occhi Il nuovo libro del nostro Gigi 27

GRAFFITI o compiuto da poco 59 anni. Un anno fa H ho pubblicato una raccolta di poesie scritte in un periodo particolare della mia vita, dedicate all Amore. Queste poesie raccontano una storia iniziata bene e finita male. Un fiore spuntato nella stagione autunnale, ma che il freddo dell inverno ha ucciso. Non pensavo più di potermi innamorare. Alla mia età ci si avvolge nella calda e rassicurante coperta delle proprie certezze. Invece ho conosciuto un uomo che ha cambiato la mia vita... non so ancora se dire in meglio, perché la sua perdita mi ha fatto soffrire come non avevo mai sofferto in vita mia. Un uomo che si è preso cura di me nel senso più ampio della parola e poi mi ha abbandonato, spaventato dei miei sentimenti ma forse anche dei suoi. Ho temuto e forse desiderato di morirne. Eppure so che grazie a questa esperienza ho acquistato consapevolezza di tante cose, di quello che sono e di ciò per cui vale la pena lottare. Maria Emilia Baldizzi on so perché ma il tornare ad N innamorarsi mi è parsa subito una frase contraddittoria. Associo sempre l innamoramento ad un emozione intensa, ad una folgorazione, una ventata di freschezza, di gioia. Sia essa per una persona, per una canzone, per un luogo, per un animale. Al contrario della parola tornare che mi suona tanto di cosa vissuta, lenta di un recuperare qualcosa. Ma come fanno a stare insieme due concetti così lontani? Una provocazione nuova per me, perché diversa dal tornare ad amare. Innamorarsi è un altra cosa. È sentire di petto, non poter controllare, senza limiti, senza misure, è non stare nella pelle Auguro allora a me stessa e a chi ne sente il bisogno di tornare ad innamorarsi della vita, anche se ci ha deluso, ci ha ferito. Innamorarsi della persona che amiamo, nonostante la quotidianità, l abitudine, alimentando un sentimento che può stupirci ancora! Di un libro già letto, avendo voglia di scorgerne nuove sfumature, nuovi colori! E tra le tante cose sarebbe bello reinnamorarsi anche di Dio. Aprirgli il nostro cuore, avere voglia di incontrarlo, lasciarsi rapire dalle sue parole, dai suoi segni, dal suo sguardo. Non aspettare che siano gli eventi della vita, spesso i più tragici, a spingerci a rivalutare, a riscoprire. Attenzione e stupore per ciò che ci circonda non sarà poi così difficile ritrovare sentimenti vivi e irrefrenabili, non sarà poi così contraddittorio tornare ad innamorarci. Chiara Marcon ome non alzare gli occhi di fronte a tale C meravigliosa terra e come non desiderare fotografare con la mente ogni quadro che mi viene regalato dal finestrino del treno. Se mi lascio rapire, ogni albero è un capolavoro, ogni quadrato di terra un arcobaleno di colori, ogni specchio d acqua una perla luccicosa ed io così spesso abituato a tutto ciò che mi dimentico semplicemente di guardare! Mi convinco sempre di più che il miglior modo di trovare il divino sta nel modo di vedere le cose, nel modo in cui sai guardare ogni cosa! Guarda quel 28

rettangolo d acqua: sta lì per riflettermi il sole, ora, proprio ora. E mi insegna che bisogna farsi acqua per riflettere Dio. d. Giorgio Bonato ensavo che l amore con annessi e P connessi non facesse al caso mio. Pensavo di non esserne all altezza. Così decisi di dare spazio a me. Una scelta indolore ed egoista forse. Un viaggio in una terra lontana in compagnia di mia sorella improvvisamente mi fece aprire gli occhi e la mente. Una ventata d aria pura entrò nel mio essere. Mi resi conto che il mondo girava benissimo malgrado le mie sofferenze. Questo mi diede la forza di rendere tutto ciò che desideravo possibile. E fu magico... Avevo imparato solo un poco ad ascoltare le persone che incontravo, percepire i loro desideri e rimpianti. Ritrovai occhi tristi come i miei e sorrisi solari spiazzanti. E luce fu. Tornare ad innamorarsi di se stessi, delle proprie passioni, dei propri oggetti. Era tutto ripulito in un perfetto disordine!! Così, un giorno all improvviso, incontrai l uomo che oggi è il padre dei miei figli. Torniamo ad innamorarci sempre, ogni qualvolta che la vita ci presenta qualche sorpresa. Mi amo, lo amo, vi amo. Maria Cristina Azzarello opo la fine di un rapporto durato ventitre D anni, l unica strada possibile per ripartire e rimettersi in gioco è stata quella di tornare ad innamorarsi, prima di tutto della vita. Questa strada per me è passata, e passa tuttora, attraverso l incontro con gli altri, vecchi e nuovi amici. Così in questi mesi ho avuto la fortuna di incrociare il mio percorso con Claudia, l amica triestina conosciuta al primo corso di Romena, che mi ringrazia di averla raccolta (anche se in realtà ci siamo raccolti a vicenda Claudia, noi e gli altri ragazzi incontrati in quei tre splendidi giorni, Rosario, Silvia, Enrico, Cris, Mony ecc.), di avere per amico da venticinque anni Willy, da ventuno in carrozza (come dicono da lui a Bologna), tetraplegico dopo un operazione chirurgica andata palesemente storta, ma insegnamento continuo per l amore e l attaccamento alla vita che dimostra sempre. E poi come non innamorarsi del sorriso sdentato e a mezzaluna di Guidino, tenero bambino di cinquantasei anni, che ti abbraccia felice dopo le prove dello spettacolo che con la Compagnia delle Arti mettiamo in scena insieme a lui e agli altri ragazzi disabili della Tenda? Certo non è tutto facile, ci sono le delusioni e i momenti bui, improvvisi e inaspettati, che probabilmente dureranno ancora per un po. Però ricercando nella memoria un gesto, un espressione, una parola detta o scritta che questi e altri amici mi hanno regalato, riesco a trovare il carburante indispensabile per tornare ad innamorarmi, giorno dopo giorno. Grazie a tutti. Giulio Giatti vevo tutto: regina, reggia e reame. Ero A quello affidabile, retto, che non dice mai di no: una quercia attaccapanni, insomma. Forgiavo giorni gemelli dai lineamenti pari, già sapevo quelli a venire: sudati e perfetti, come li vorrebbero tutti. Sapevo essere l orgoglio di molti. É un periodo così, resisti, mi dicevo da una vita. Avevo fatto tutto per bene, come doveva essere fatto. Poi tremò tutto dalle fondamenta, respiravo terrore, il mondo sembrò crollare. Due anni di psicoterapia per decidermi a lasciare andare ed aprire gli occhi, altri due per accettare di accordare la mia vita. Non era un terremoto, ma un toc toc discreto, lei non sapeva nemmeno di aver bussato. Ho dovuto a me stesso l andare ad aprire e scoprire chi era. Non lo volevo quel dono, innamorati ci si ritrova. Un viaggio che mi ha salvato la vita e ne ha trucidata un altra progettata e promessa. Una pazza, svelata verità che ha distrutto ciò che ero e avevo costruito, ciò che gli altri apprezzavano di Luca. Una nuova strada sconnessa senza indicazioni né destinazione, ma che sapeva di me. Legittimarmi innamorato è stato coraggio liquido, abbracciare un rischio, partire da soli con la caravella per le Indie che senti senza lasciar detto quando, e soprattutto se, tornerai. É credere per una volta più al tuo indecente profondo che a quello che vedi e che dicono tutti, dirti almeno una volta che vieni prima tu. Abbandonarmi innamorato è stato lasciarmi spogliare dall assurda chiamata, finalmente nudo alla timida carezza come alla gelida sevizia 29

dell indifferenza e del rifiuto. Le mura della rocca funzionano in entrambi i sensi: proteggono ma non filtra il sole di chi sta oltre te. É un atto di sconsiderata follia uscirne, rimettere la vita a servizio della Vita. Ed ogni volta, sorridendo nel riaccettarmi innamorato e vivo, mi scopro un passo oltre. Luca Penzo i son trovato a correre, in una domenica M mattina di questo fine Marzo, sotto una pioggerella insistente, nella campagna del Vicentino. Mi sento allegro e leggero e ad un certo punto mentre la strada attraversa un boschetto un po in salita, si impone una strana sensazione che mi porta a rallentare, a fermarmi, a osservare e contemplare l attimo che sto vivendo. E mi trovo in un mondo di sensazioni, di colori, di profumi, la terra che sembra viva e l erba che accoglie la pioggia col desiderio di chi attende da molto tempo. Tutto sudato, bagnato, mi trovo lì come un mammalucco travolto da queste sensazioni e mi sale dal cuore un immagine, un volto che porta la dolcezza di un sorriso che ami e con cui vuoi condividere i momenti più forti e belli della vita. Qui c è tutto, tutto, e il primo pensiero che mi affiora è legato all insignificanza di una vita di ricerca, di studio, di concetti sul senso, sul perché della vita. Ho letto tanti libri, ho ascoltato tanti maestri che mi hanno portato lontano, mentre qui c è tutto, nel silenzio della natura con un cuore che ama, con la mente tranquillizzata dalla stanchezza e dalla mancanza di aspettative mi sembra di cogliere il senso o forse il non senso di quello che mi aspettavo per essere felice. Sarà forse la leggera follia dei cinquantenni, sarà la piccola saggezza accumulata, saranno anche i troppi abbracci degli amici di Romena che mi hanno aiutato a cogliere un momento in cui dal nulla è sorto il tutto. Forse questo è essere innamorati? 30 Sergio Peron i tornano in mente i primi giorni di M primavera quando sui rami si affacciano le prime gemme e ci poniamo in attesa affinché anche i fiori facciano capolino. Forse reinnamorarsi vuol dire semplicemente stupirsi di fronte a tutto ciò che di nuovo si affaccia nella nostra vita o imparare a guardare la quotidianità del vivere insieme ad occhi chiusi, affinché anche gli altri sensi possano riscoprire quanto c è di bello nella persona che ci vive a fianco. Ma il reinnamorarsi non lo vedo solo in un rapporto di coppia, ma in tutto ciò che ogni giorno osserviamo con frettolosità senza dare a nessuna emozione il rispetto e l attenzione che merita. Soltanto rallentando i nostri passi possiamo riscoprire tutto l amore che sanno donarci le piccole cose: un tramonto, il canto di un uccello, il soffiare del vento. Non è scritto forse nel Vangelo che arrivò un vento leggero e Dio era proprio lì? Maria Donata Grande he forza in queste tre parole C complimenti, raramente si concentra così qualcosa capace di scuotere fino alla profondità dell anima! Il primo effetto è quello di un invito, caloroso e forte, ad allentare i freni e a lasciar succedere di nuovo qualcosa di magico, a concederci la possibilità di sperimentare di nuovo una condizione particolare dell esistenza, caratterizzata da tanti aspetti positivi. Poi subentra la sensazione di un offerta, l offerta di un altra opportunità che butta giù il muro interiore che a volte ci fa sentire finiti, che spesso ci oscura l orizzonte. Poi viene da riflettere sullo stato di innamoramento, sulle sue dinamiche, sui suoi significati infiniti e viene da augurare che duri tanto, che diventi cronico. Poi la consapevolezza si posa sugli esiti e sulle complicazioni, e l augurio

fortissimo è che consenta di sperimentare una magia più grande, l essere amore! É questa la grande opportunità dell innamorarsi, sperimentare che possiamo essere amore. Perché possiamo fare questo quando ci innamoriamo ci viene regalata l energia necessaria, vengono abbassate le nostre difese, ci vengono offerte opportunità di crescita incredibili nelle qualità personali necessarie per manifestare che siamo amore, a 360. La prospettiva evolutiva dell innamoramento cancella ogni paura e annulla ogni rischio di sofferenza. Basta che non commettiamo l errore comune di credere che quello che proviamo è limitato ad un oggetto d amore, che sia una persona o qualunque altra cosa, e non una finestra spalancata sulla nostra natura profonda. Possa tutto l amore manifestarsi in noi! Alfiero Zamponi er abitare la vita dobbiamo tornare alla P verità, alla fedeltà e ad innamorarsi. Queste le parole di Don Luigi. Tornare ad innamorarsi, secondo me, contiene le prime due. Bisogna prima tornare alla verità e alla fedeltà, così potremo provare di nuovo quelle meravigliose sensazioni che danno energia, sono vita e ci fanno perdere la testa, cioè ci fanno innamorare. Ma essere veri prima di tutto a noi stessi, essere fedeli prima di tutto a noi stessi, senza paura. La paura infatti sciupa la verità, stende un velo grigio sulla vita che non viene più vissuta a 360. Dobbiamo strappare questo velo. Fedeli a noi stessi, uscire dagli schemi nei quali siamo imprigionati e questo richiede coraggio, sofferenza pazienza, resistenza. L amore ha bisogno di coraggio, sofferenza, resistenza, ha bisogno di tempo per crescere, è come una piantina che darà buoni frutti piano piano, primavera dopo primavera fino ad essere un pianta, un albero con radici ben solide che sopporta siccità e tempeste e dà frutti sempre più dolci. Torneremo ad innamorarci quando ci spoglieremo del superfluo e cercheremo di cogliere i dettagli, i gesti, gli sguardi, le pause tra le parole, per capire se la persona della quale siamo innamorati riuscirà ad essere vera e fedele prima di tutto a se stessa, per poi lasciarsi andare. Alessandra Simonatti Inoltre ci hanno scritto: Antonella Lauretta, Fiorenza Pacinotti, Chiara Gallo, Sandra, Sara Cattò, Catia Mugnaini, che ringraziamo di cuore. PROSSIMO NUMERO: il giornale in uscita a Settembre approfondirà il tema: UNA DISCIPLINA INTERIORE. Inviateci lettere, idee, articoli, foto (termine ultimo: 15 Agosto 2009), preferibilmente alla nostra e-mail: mail@romena.it UN CONTRIBUTO: se volete darci una mano a realizzare il giornalino e a sostenere le spese potete inoltrare il vostro contributo col bollettino allegato, oppure effettuare un offerta ai seguenti conti correnti intestati a Fraternità di Romena ONLUS, Pratovecchio (Arezzo): postale IBAN: IT 58 O 07601 14100 000038366340 bancario IBAN: IT 25 G 05390 71590 000000003260 PASSAPAROLA: se sai di qualcuno a cui non è arrivato il giornale o ha cambiato indirizzo, se desideri farlo avere a qualche altra persona, informaci. SEGRETERIA: l orario per le iscrizioni ai corsi è preferibilmente dal mercoledì al venerdì dalle 17,30 alle 19,30, sabato e domenica quando vuoi. Le iscrizioni ai corsi si aprono il primo giorno del mese precedente al corso stesso. 31

Foto di Massimo Schiavo T orniamo ad innamorarci perchè l'amore ci restituisce alla vita,quando la vita fugge. Luigi Verdi 32