RASSEGNA STAMPA. Giovedì 16 aprile 2015. Il Sole 24 Ore. La Repubblica 1 Acquisti e farmaci, ecco i tagli alla sanità



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Transcript:

RASSEGNA STAMPA Giovedì 16 aprile 2015 Il Sole 24 Ore 1 Stretta sui farmaci, salta in extremis l intesa con le Regioni 2 Riforma appalti, stop alle deroghe 3 Split payment La Repubblica 1 Acquisti e farmaci, ecco i tagli alla sanità

pag. 8 Stretta sui farmaci, salta in extremis l intesa con le Regioni La stretta sui farmaci e quella sui dispositivi medici. Il danno patrimoniale a carico dei medici iper prescrittori. E la querelle che si inasprisce sui medicinali anti epatite C, con una soluzione che potrebbe azzerare i ricavi per le industrie che li producono. Giunta all ultimo miglio, l intesa Governo-regioni sui tagli da 2,35 mld alla spesa sanitaria nel 2015 ha subito ieri un improvvisa battuta d arresto. I governatori hanno alzato il tiro con i loro emendamenti al testo del ministero della Salute e la Conferenza Stato-Regioni straordinaria è stata rinviata. La matassa dovrà essere sbrogliata entro giovedì prossimo. Una settimana di tempo per cercare quel compromesso che ieri, di punto in bianco, s è rivelato impossibile. «Serve una riflessione», ha risposto il Governo col sottosegretario agli Affari regionali, Gianluca Bressa, davanti a richieste non tutte giudicate opportune. Fatto sta che si annunciano sette giorni caldissimi. Anche perché nel frattempo i governatori non le hanno mandate a dire: chiedono che il «Patto per la salute» sia rivisto, come del resto prescrive lo stesso accordo del luglio scorso. Altrimenti, ha dichiarato il rappresentante dei governatori, Sergio Chiamparino (Piemonte), «il 2016 sarà un anno impossibile da gestire». Un segnale che rafforza la volontà delle regioni di avere con la legge di stabilità per il 2016 un aumento dei fondi per la salute che la manovra 2015 ha cristallizzato al 2014. Tutto questo mentre si è ormai a ridosso del voto in sette regioni e materie come ticket, livelli essenziali di assistenza e ospedali, non sono di sicuro un buon biglietto da visita sotto le urne. Lo strappo dei governatori ha toccato almeno quattro aspetti dell intesa in itinere. A partire dai farmaci e dalla rivoluzione del Prontuario che con i suoi criteri di revisione «scarica i risparmi ipotizzati sui cittadini che dovranno aggiungere di tasca propria la differenza di prezzo tra il farmaco meno costoso e quello più costoso». Il risparmio ipotizzato è di 200 mln quest anno e di 400 dal prossimo. La proposta regionale è di fissare il livello di rimborso per ogni raggruppamento secondo uno speciale meccanismo secondo il quale le imprese che non abbassano i listini all asticella del prezzo di rimborso vedranno il proprio farmaco uscire dalla rimborsabilità. Altra richiesta: sui farmaci biotech scaduti di brevetto l Aifa deve ridurre i prezzi del 20%, non trattare lo sconto. Ed ecco poi la partita dei farmaci contro l epatite C per i quali, su proposta della ministra Beatrice Lorenzin, è stato istituito con la manovra 2015 un fondo ad hoc (500 mln per 2 anni): le regioni, su input della Lega, chiedono di inserire i costi per i farmaci C nel tetto della spesa farmaceutica territoriale (di fatto cancellando il Fondo ad hoc), altrimenti, scrivono, quella spesa sarebbe «fuori dal meccanismo del pay back» a carico delle imprese. Un calcolo che eviterebbe ripiani per le regioni ma rischierebbe di penalizzare pressoché interamente le aziende produttrici, costrette a un maxi ripiano. Senza scordare i 50mila pazienti in attesa di accedere alla cura. Ma gli emendamenti dei governatori non si esauriscono alla voce fermaci. Per i dispositivi medici chiedono che il ripiano per gli sfondamenti di spesa parta già nell ultimo semestre di quest anno. Che sangue ed emoderivati, come i contributi alle associazioni di volontariato, siano esclusi dalla rinegoziazione dei contratti d acquisto di beni e servizi. Che, anziché tagli al trattamento economico accessorio, i medici cattivi prescrittori (per inappropriatezza) siano perseguiti per responsabilità patrimoniale, come già avviene per i farmaci indebitamente prescritti. E, ancora, che siano rinegoziati gli acquisti di prestazioni «da privato» rivedendo tetti e tariffe. Insomma, modifiche di peso, non semplici riscritture, quelle dei governatori. Non a caso Chiamparino ha rilanciato la necessità a questo punto di rimettere mano al «Patto». Mentre il governatore veneto del Carroccio, Luca Zaia, come aveva anticipato l assessore Luca Coletto, ha letteralmente sbarrato le porte: «Restiamo sulle barricate con un no granitico». Intanto contro la manovra ieri sono scese in campo altre imprese, dopo Farmindustria. «La farmaceutica non sopporta altri tagli», afferma Federfarma (farmacie private). Mentre Stefano Rimondi, presidente di Assobiomedica (dispositivi medici), accusa: «Così si umilia un settore produttivo. La rinegoziazione dei contratti e il pay back per le nostre imprese sono misure inique e contrarie alla Ue e ai princìpi sostanzali del diritto nazionale». Roberto Turno

pag. 13 Riforma appalti, stop alle deroghe Altolà agli appalti in deroga alle procedure ordinarie previste dal codice degli appalti, con l'eccezione (limitata e comunque regolamentata con controlli potenziati e forme di pubblicità successive) dei lavori urgenti svolti dalla protezione civile in seguito a calamità naturali. Il mantra che da anni ormai investe il settore dei lavori pubblici come un'intenzione più volte annunciata diventerà una norma cogente con il nuovo codice degli appalti. Il divieto di appalto in deroga (quindi prevalentemente a trattativa privata o affidamento diretto) spicca infatti fra i nuovi criteri di delega, poco più di una quindicina, che il relatore della riforma al Senato, il Pd Stefano Esposito, ha inserito in altrettanti emendamenti integrativi del testo base che egli stesso aveva presentato una decina di giorni fa. Il pacchetto presentato ieri da Esposito sarà votato la settimana prossima e basterebbe da solo a fare una riforma del settore, tanto pesanti sono le norme integrative presentate: vincoli al subappalto inseriti in una nuova disciplina dell istituto; dettagliata disciplina delle varianti sostanziali e non sostanziali in corso d'opera con l obiettivo di limitarle fortemente soprattutto nelle grandi opere strategiche; sempre in materia di legge obiettivo, istituzione presso il Ministero delle Infrastrutture di un albo nazionale dei responsabili lavori, dei direttori dei lavori e dei collaudatori per spazzare via la stagione degli affidamenti fatti dai general contractor sulla base di rapporti fiduciari evidenziata dalle inchieste su Ercole Incalza; semplificazione dell Avcpass gestita dall Autorità Anticorruzione e in generale delle modalità di attestazione dei requisiti di qualificazione delle imprese; nuova Agenzia nazionale per il partenariato pubblico-privato che dovrebbe sostenere il decollo di un settore che finora ha conosciuto prevalentemente esperienze negative e comunque con risultati piuttosto sporadici nonostante una stagione con una certa diffusione dei bandi nelle piccole opere. Sul project financing e sul Ppp Esposito interviene anche con una norma che punta all'affidamento dell opera a privati solo dopo che siano stati acquisiti pareri e autorizzazioni, onde evitare improprie lievitazione dei costi difficili da ripartire e squilibri dei piani economico-finanziari. «C è una riflessione in corso anche con il governo - dice Esposito - sugli strumenti migliori per garantire il decollo del partenariato pubblico-privato che può certamente essere una risorsa per il futuro ma che finora non ha funzionato. Anche prevedendo un agenzia nazionale e un rafforzamento dello studio di fattibilità che consenta e favorisca, più di quanto accade oggi, un esame realistico della fattibilità e della bancabilità dei progetti». Una riforma nella riforma, quella di Esposito, senza tener conto dei puntigliosi e utilissimi paletti messi nel campo della progettazione per tentare di rilanciare la centralità del progetto: limitazione dell appalto integrato alle sole opere in cui la ponente tecnologica e impiantistica pesi per almeno il 70% dell'importo complessivo; attenzione rinnovata alla qualità architettonica con il rilancio dello strumento dei concorsi di progettazione; la previsione di norma della messa a gara del progetto esecutivo; l esclusione del ricorso al solo criterio di aggiudicazione del prezzo o del costo, inteso come criterio del prezzo più basso o del massimo ribasso d'asta. Ultimo argomento che potrebbe portare a una posizione non del tutto convergente con il governo è quello dell inserimento da parte di Esposito di soglie puntuali per gli obblighi di centralizzazione e riduzione delle stazioni appaltanti per i piccoli comuni. Il relatore ritiene di dover marciare senza più indugi su questo nodo del settore di cui si parla da anni senza che siano state assunte misure concrete. La regia nella definizione dei criteri degli accorpamenti resterebbe comunque all Anac. Giorgio Santilli

pag. 43 Split payment La Legge di Stabilità 2015 ha modificato la normativa Iva stabilendo che le pubbliche amministrazioni non pagheranno più l'imposta al fornitore o al prestatore ma la verseranno direttamente allo Stato. La norma, però, prevede che queste nuove regole non si applichino «ai compensi per prestazioni di servizi assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta sul reddito» (nuovo articolo 17-ter, comma 2, dpr 633/1972). La procedura, in ogni caso, non configura «tecnicamente» un'ulteriore ipotesi di reverse charge.

GENOVA 16.04.2015 pag. 15 Acquisti e farmaci, ecco i tagli alla sanità Le Regioni dovrebbero realizzare il grosso dei sacrifici richiesti (2,6 miliardi) risparmiando sui contratti con i fornitori ma alcune di loro resistono e preparano misure alternative. Prevista anche una riduzione dei reparti inutili MICHELE BOCC I LA SANITÀ italiana quest anno deve affrontare un taglio da 2 miliardi e 637 milioni, e i soldi li va a cercare soprattutto dai fornitori. E ormai chiuso l accordo tra le regioni sulla riduzione, o meglio sul mancato aumento, del Fondo sanitario nazionale per il 2015, anche se ieri c è stato un rinvio di una settimana perché i governatori hanno proposto alcuni emendamenti e chiedono rassicurazioni per i prossimi 2 anni. La maggior parte dei soldi, circa un miliardo e mezzo, teoricamente verranno recuperati presso i fornitori di beni e servizi o i produttori di dispositivi medici. Teoricamente. Le misure previste, infatti, non devono essere adottate per forza dalle varie amministrazioni. E così andrà a finire che in pochi taglieranno del 4%, come previsto nell accordo, i contratti con chi fornisce la mensa o pulisce gli ospedali. L idea era già venuta al governo Monti e fu un fallimento, chi provò a portarla avanti si trovò di fronte ricorsi e proteste delle aziende private. E infatti già alcune regioni si smarcano. «Noi non vogliamo creare problemi occupazionali a chi lavora in queste ditte, percorreremo altre strade», dice l assessore alla Salute Luigi Marroni della Toscana. Sergio Venturi dell Emilia è su una linea simile: «La nostra regione ha già avviato la sua spending interna, non useremo tutte le misure previste a Roma». Praticamente tutte le amministrazioni stavano lavorando sulla spesa perché sapevano della riduzione di quest anno. «Avevamo avviato già le nostre misure - dice l assessore siciliano Lucia Borsellino - ma useremo anche quelle dell accordo, compresa la rinegoziazione dei contratti con i fornitori». La novità non piace per niente ad Assobiomedica, che riunisce i produttori di dispositivi. «Sono misure inique e contrarie ai principi della Ue e a quelli sostanziali del diritto nazionale», dice il presidente Stefano Rimondi. Anche dalla farmaceutica si vogliono recuperare soldi (oltre 500 milioni). Intanto si prevede una revisione del prontuario, inserendo prezzi di riferimento per i medicinali che sono assimilabili dal punto di vista terapeutico (ad esempio quelli per abbassare il colesterolo). Si vuole anche ridurre del 20% il prezzo dei farmaci biotecnologici e se, quando scade il brevetto, non c è ancora un generico. Poi ci sono misure sulle prestazioni non appropriate. Si prevede di individuare visite e esami a rischio (ad esempio le risonanze alle articolazioni) e indicare ai medici le condizioni di erogabilità. Fuori da queste, il cittadino paga per intero la prestazione. E se la Asl scopre che è stato il professionista a definire necessario un esame che non lo era, può ridurre il suo trattamento economico. Nello stesso filone (che tutto insieme dovrebbe far risparmiare 200 milioni) ci sono riduzione dei reparti inutili (circa 2.000) e stop alle cliniche convenzionate con meno di 40 letti. Verranno anche ridotte le centrali operative del 118. Più in generale, si ipotizza una riorganizzazione del sistema delle Asl. Solo il Veneto non ha approvato l accordo e ieri il governatore Zaia ha ribadito che le misure previste la sua regione le ha già adottate tutte, e non ha margini di intervento. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Chiamparino, ha invece spiegato che prima di chiudere si chiede al governo un tavolo sui farmaci innovativi, in particolare si vorrebbero inserire i nuovi costosissimi farmaci per l epatite C nel sistema di payback, che prevede nel caso di uno sfondamento della spesa farmaceutica che tutte le industrie partecipino a ripianarla. «Possiamo affrontare sicuramente i nodi 2015 - aggiunge - però chiediamo che da subito si affronti il tema del patto della salute lavorando tra l altro sulla rivisitazione dei Lea e sui ticket. Così renderemo sostenibile il servizio sanitario dal 2016».