Luigi Stefano Sorvino, Crescenzo Minotta, Filomena Moretta, Massimo Verrone. Autorità di Bacino Destra Sele



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233 AUTORITÀ DI BACINO DESTRA SELE - IL PIANO STRALCIO DI TUTELA DELLA COSTA Luigi Stefano Sorvino, Crescenzo Minotta, Filomena Moretta, Massimo Verrone Autorità di Bacino Destra Sele 1 - La fascia costiera di competenza Il territorio di competenza dell Autorità di Bacino Destra Sele (di seguito denominata Autorità) presenta un estensione di circa 650 km 2 con una costa molto articolata che si snoda, per 73 km, nella parte settentrionale del golfo di Salerno. In tale comprensorio ricadono 19 comuni costieri, di cui ben 16 fanno parte di un territorio di altissima valenza ambientale e paesaggistica, quale è la Costiera Amalfitana, che è stato dichiarato dall UNESCO patrimonio mondiale dell umanità. Nella successiva tabella è riportato l elenco dei 19 comuni costieri, con l indicazione della lunghezza del relativo tratto di costa sotteso: n. Comune (Prov.) Lunghezza del tratto di costa di competenza 1 Amalfi (Sa) 3,8 km 2 Atrani (Sa) 0,3 km 3 Battipaglia (Sa) 4,3 km 4 Cetara (Sa) 1,5 km 5 Conca dei Marini (Sa) 3,5 km 6 Furore (Sa) 1,4 km 7 Maiori (Sa) 8,3 km 8 Massa Lubrense (Na) 9,2 km 9 Minori (Sa) 0,7 km 10 Piano di Sorrento (Na) 2,7 km 11 Pontecagnano (Sa) 6,3 km 12 Positano (Sa) 3,8 km 13 Praiano (Sa) 4,5 km 14 Ravello (Sa) 2,2 km 15 S. Agnello (Na) 1,8 km

234 Convegno di Maratea n. Comune (Prov.) Lunghezza del tratto di costa di competenza 16 Salerno 11 km 17 Sorrento (Na) 1,4 km 18 Vico Equense (Na) 2,1 km 19 Vietri sul Mare (Sa) 4,2 km La costa, dal punto di vista morfologico, è così suddivisa: 53 km - costa alta e rocciosa (Costiera Amalfitana); 20 km - litorale sabbioso, che chiude verso il mare la piana alluvionale del fiumi Fuorni, Picentino e Tusciano. Nella figura 1 si riporta una planimetria generale dell intero tratto di costa di competenza dell Autorità, in cui, tra l altro, è visibile l importante porto di Salerno che funge quasi da cerniera tra il litorale alto e roccioso della costiera Amalfitana e quello basso e sabbioso della Piana in destra idrografica del bacino del fiume Sele. Figura 1 - Costa di competenza dell Autorità di Bacino Destra Sele Anche i fondali antistanti la costa presentano caratteristiche nettamente diverse: pendenze dei fondali dolci e regolari, per i litorali posti a sud del porto di Salerno; forti pendenze del fondo ed elevate profondità, per i litorali della Costiera Amalfitana. La suddetta diversità morfologica corrisponde anche a diverse problematiche dal punto di vista idrogeologico. Tali problematiche sono chiaramente emerse anche nell ambito dello Studio preliminare della costa compresa tra Punta Campanella (Massalubrense) e la loc. Lido Lago (Battipaglia) redatto nell anno 2002, dall Autorità, dal quale sono tratte parte delle successive considerazioni.

Coste: Prevenire, Programmare, Pianificare 235 2 - Inquadramento territoriale e problematiche presenti La costiera Amalfitana, che presenta, generalmente, uno scarso grado di urbanizzazione, soprattutto da Punta Campanella a Capo di Conca (Conca dei Marini), è afflitta da problematiche inerenti, in particolar modo, l elevata franosità che interessa le falesie costiere che rende pregiudizievole l utilizzo degli arenili ad esse sottostanti. Vale da esempio, in tal senso, la frana avvenuta il 26/03/1924 ad Amalfi, presso il Grand Hotel dei Cappuccini di cui alla sottostante foto 1). Foto 1 - Frana dei Cappuccini - Amalfi 1924 Questo stato di cose si evince anche dalle successive tabelle dove vengono riportate, tratte dal vigente PSAI (Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico): numero e tipo di frane presenti lungo la costa nonché la relativa pericolosità e rischio che ne deriva (tabb. 1, 2 e 3)

236 Convegno di Maratea Comune N N Colate N Colate N Scorrimenti N frane Crolli rapide in argilla rotazionali complesse 1 Amalfi (Sa) 3 5 - - - 2 Atrani (Sa) 1 - - - - 3 Battipaglia Sa) - - - - - 4 Cetara (Sa) 4 - - - - 5 Conca dei Marini (Sa) 7 2 - - - 6 Furore (Sa) 6 - - - - 7 Maiori (Sa) 14 10 - - - 8 Massa Lubrense (Na) 3 9 1 - - 9 Minori (Sa) - - - - - 10 Piano di Sorrento (Na) 6 - - - - 11 Pontecagnano (Sa) - - - - - 12 Positano (Sa) 21 2 - - - 13 Praiano (Sa) 7 5 - - - 14 Ravello (Sa) 2 - - - - 15 Salerno - - - - - 16 S. Agnello (Na) 6 - - - - 17 Sorrento (Na) 14 - - - - 18 Vico Equense (Na) 4 1 - - - 19 Vietri sul Mare (Sa) 4 9 - - - Tabella 1 - Frane censite nell ambito del P.S.A.I. Comune P1 P2 P3 P3 P4 P4 reale reale 1 Amalfi (Sa) - - 2772 - - 50 2 Atrani (Sa) 150 110 30 - - - 3 Battipaglia (Sa) - - - - - - 4 Cetara (Sa) - - 678-811 30 5 Conca dei Marini (Sa) - 20 3151-176 117 6 Furore (Sa) - - 835-850 70 7 Maiori (Sa) 45 395 6888-598 518 8 Massa Lubrense (Na) 1180 775 7735 105-74 9 Minori (Sa) - - 87 - - - 10 Piano di Sorrento (Na) 210-1440 - 1105 290 11 Pontecagnano (Sa) - - - - - - 12 Positano (Sa) - 170 2817-819 1011 13 Praiano (Sa) - 15 4033 - - 163 14 Ravello (Sa) 80 1744 - - - 95 15 Salerno - - - - - - 16 S. Agnello (Na) 440 20 1480 40 - - 17 Sorrento (Na) 180-1290 20 40 104 18 Vico Equense (Na) - - 1280-464 347 19 Vietri sul Mare (Sa) - 322 1554 221 106 539 Tabella 2 - Tratti di costa, in m, classificati a pericolosità da frana nell ambito del P.S.A.I.

Coste: Prevenire, Programmare, Pianificare 237 Comune R1 R2 R3 R4 R4 da colate rapide incanalate (da rischio idraulica) 1 Amalfi (Sa) 212 435 300 470 Si 2 Atrani (Sa) - 90 27 51 Si 3 Battipaglia (Sa) - - - - 4 Cetara (Sa) 156 178 73 165 Si 5 Conca dei Marini (Sa) - 55 219 250 6 Furore (Sa) - - - 225 7 Maiori (Sa) 705 540 140 108 Si 8 Massa Lubrense (Na) - 530 365 - Si 9 Minori (Sa) - 735 187 40 Si 10 Piano di Sorrento (Na) - - 130-11 Pontecagnano (SA) - - - - 12 Positano (Sa) - 410 306 265 13 Praiano (Sa) - 40 110 135 14 Ravello (Sa) 82 50 550-15 Salerno 2340 440 650-16 S. Agnello (Na) - - - - 17 Sorrento (Na) - - - - 18 Vico Equense (Na) - - - - 19 Vietri sul Mare (Sa) - 334 794 566 Si Tabella 3 - Tratti di costa, in m, classificati a rischio da frana nell ambito del P.S.A.I. Delle quaranta pocket beach esistenti (vedi tabella 4), solo alcune sono poste alla foce di corsi d acqua montani mentre altre, che in genere presentano una larghezza difficilmente superiore ai 30-40 m, sono geneticamente legate all evoluzione delle falesie ad esse retrostanti.

238 Convegno di Maratea Toponimo Comune Lunghezza (m) Lunghezza massima (m) 1 Amalfi (Sa) - - 2772 1. Marina del Cantone Massa Lubrense 1000 25 2. Recommone 50 25 3. Calcara (presso Punta Germano) Vico Equense 250 25 4. Torre di Clavel Positano 550 20 5. Fornillo 400 50 6. Spiaggia Grande 325 75 7. Montepertus o 1 75 75 8. Montepertus o 2 50 50 9. Arienzo 100 50 10. Calcarella 50 50 11. Laureto 100 25 12. Laureto 2 Praiano 150 20 13. Marina di Praia 50 25 14. Vardo Amalfi 200 40 15. Vocito 265 25 16. settica Minore 200 50 17. Spiaggia molo 50 40 18. Spiaggia Porto 300 35 19. Marina di Amalfi 170 50 20. Atrani Atrani 130 50 21. Castiglione Ravello 110 30 22. Minori Minori 250 50 23. Maiori Maiori 950 40 24. Baia Verde 50 25 25. Cannaverde 100 35 26. Erchie 200 50 27. Torre di Erchie 125 25 28. Sovrano 50 40 29. Collata 1 75 35 30. Collata 2 130 40 31. Cetara Cetara 100 40 32. Pietrachiatta 1 60 30 33. Pietrachiatta 2 200 40 34. Rossa Cetara/Vietri 100 20 35. Fuenti Vietri 125 30 36. Marina di Albori 37. Torre della Marina di Albori 50 15 38. Marina di Vietri 850 100 39. Torre Cristarella 1 250 30 40. Torre Cristarella 2 350 50 Totale 8815 Tabella 4 - Pocket Beach della Costiera amalfitana

Coste: Prevenire, Programmare, Pianificare 239 Dal raffronto eseguito nell ambito dello Studio Preliminare, tra le foto aeree del 1984 e quelle del 1998, è stato possibile rilevare che le pocket beach presentano un sostanziale equilibrio, eccezion fatta per gli arenili di Marina del Cantone, porto di Amalfi, spiaggia di Maiori e Marina di Vietri. L erosione qui riscontrata è da attribuire, molto probabilmente, al fatto che detti arenili hanno avuto dei momenti di grosso avanzamento in occasione di importanti eventi alluvionali che hanno interessato i bacini idrografici ad essi sottesi. Allo stato, quindi, queste spiagge tenderebbero ad assumere il profilo di equilibrio originario. Le simulazioni effettuate, con appositi software, in corrispondenza di due arenili campione (spiaggia di Maiori e di Vietri sul Mare) hanno dimostrato che gli interventi di ripascimento artificiale protetto danno buoni risultati anche in proiezione decennale. Questo tipo di soluzione si dimostra efficace anche perché, da una preliminare analisi delle batimetrie e della composizione sedimentologica delle spiagge e dei fondali ad esse antistanti (foto 1), si rileva che i sedimenti trasportati normalmente dai corsi d acqua, in questo tratto di costa, contribuiscono in maniera estremamente ridotta all alimentazione degli arenili. Essi, stante le profondità elevate che caratterizzano i fondali antistanti (soprattutto tra Punta Campanella e Conca dei Marini), si perdono a breve distanza dalla costa, ovvero sono contraddistinti da granulometrie non compatibili con il clima ondoso ed il livello energetico di queste spiagge composte, sempre, da sedimenti ghiaioso-sabbiosi (foto 2). Foto 2 - Fondale antistante la spiaggia di Amalfi

240 Convegno di Maratea Figura 2 - Spiaggia di Amalfi - zonizzazione sedimentologoca del fondale (da Studio preliminare della costa ) Solo in caso di eventi pluviometrici eccezionali (es. la spiaggia di Vietri in occasione dell alluvione del 1954 - foto 3) la grossa quantità e l assortimento granulometrico del materiale trasportato dai corsi d acqua contribuisce in maniera attiva alla costruzione degli arenili. Foto 3 - Effetti del debris flow sulla spiaggia di Vietri S.M. (1954)

Coste: Prevenire, Programmare, Pianificare 241 Pertanto, anche in considerazione del fatto che l elevato numero di vincoli esistenti lungo questo tratto di costa non consente grosse trasformazioni di tipo urbanistico, è possibile ipotizzare che il futuro Piano Stralcio di Tutela della Costa (di seguito denominato P.S.T.C.) sarà indirizzato, nel caso specifico, a tutelare le esistenti strutture portuali e turistico-balneari dai rischi derivanti dalle suddette fenomenologie franose e, subordinatamente, da quelli indotti dall erosione degli arenili e/o dagli effetti di risalita e di sormonto dell onda in caso di forti mareggiate. Per quanto attiene la costa bassa compresa tra l abitato di Salerno e quello di Battipaglia, invece, è stato possibile rilevare che essa presenta fenomeni molto evidenti di erosione degli arenili (foto 4). La causa di questo stato di cose è dovuta allo scarso apporto solido da parte dei numerosi corsi d acqua a regime perenne qui presenti, alla realizzazione di strutture portuali e di difesa non ben dimensionate ed alla cementificazione del preesistente sistema dunale. Il forte carico antropico si manifesta anche lungo gli arenili con la presenza di sbocchi pluviali e fognari protetti da opere in cemento armato e di piccole barriere longitudinali distaccate e/o di massicce barriere aderenti in massi naturali poste a protezione di case, infrastrutture e stabilimenti balneari. Queste problematiche affliggono, in particolare, il tratto di litorale compreso tra il porto di Salerno e la foce del fiume Picentino, sul quale grava l intera città di Salerno. Le diverse infrastrutture ed insediamenti abitati- Foto 4 - Effetti dei fenomeni erosivi sulla spiaggia salernitana

242 Convegno di Maratea vi presenti, attualmente, si trovano ormai esposti al rischio derivante dall azione diretta delle mareggiate. Anche in questo caso la simulazione effettuata in corrispondenza della foce del fiume Irno ha dimostrato che l intervento di ripascimento artificiale protetto da scogliera soffolta dà buoni risultati anche in proiezione decennale (fig. 3). Un ulteriore indizio di squilibrio di questo tratto di litorale è rappresentato dalla mancanza, sui fondali ad esso antistanti, di un sistema barratruogolo ben pronunciato che indica la sussistenza di un evidente deficit di sedimenti. 3 - Il Piano Stralcio di Tutela della Costa (PSTC) Nel PSTC, che è un Piano Stralcio del Piano di Bacino, si terrà conto dello stato di cose prima evidenziato, rapportandolo con le previsioni di sviluppo urbanistico dei vari Comuni e degli altri Enti sovraordinati. Affrontare in maniera compiuta queste problematiche, data la conformazione del litorale e dei fondali ad esso antistanti, richiede un esame approfondito delle dinamiche dei sedimenti. Le indagini già condotte nell ambito del Progetto preliminare, pertanto, dovranno essere integrate, al fine di pervenire ad un livello di conoscenza più approfondito di quello attuale, anche in previsione dell eventuale formulazione di proposte progettuali. Inoltre nell ambito del PSTC sarà necessario, tra l altro, disporre di rilievi fotogrammetrici aggiornati, in scala 1:2.000, dai quali sarà possibile comprendere quale è l esatto stato di antropizzazione della costa e quindi Figura 3 - Simulazione effettuata presso la foce del fiume Irno

Coste: Prevenire, Programmare, Pianificare 243 l effettivo livello di rischio derivante dalle suddette fenomenologie. Le informazioni dedotte dalla fotogrammetria andranno integrate con quelle desumibili dai Piani Regolatori Generali dei Comuni e da altri Piani ad essi sovraordinati, nonché con quelle ottenute da mirati sopralluoghi. Dette indicazioni andranno riassunte in apposite cartografie tematiche e in database relazionali, anche in prospettiva dei futuri aggiornamenti del Piano stesso. Questa attività andrà estesa ad entrambi gli ambiti costieri. Per la costa alta, inoltre, risulterà indispensabile eseguire anche rilievi fotogrammetrici frontali e di buon dettaglio (scala 1:500) dei tratti di falesia che presentano condizioni rischio molto elevato. Il PSTC può essere suddiviso in tre macrofasi principali: - Rilievi e indagini propedeutiche alle elaborazioni. - Analisi, studio ed elaborazione delle informazioni acquisite. - Pianificazione degli interventi di protezione della costa ed elaborazione di una disciplina normativa. Tenendo conto delle suddette macrofasi, le principali attività a farsi sono riassunte nel seguente diagramma a blocchi:

244 Convegno di Maratea In sintesi, quindi, le suddette attività sono finalizzate alla definizione del quadro delle criticità fisiche del sistema costiero in funzione anche delle previsioni di sviluppo delle aree litoranee e della vocazione delle stesse; ciò per consentirne un livello accettabile di utilizzo, tenendo conto dei seguenti aspetti: - Definizione delle aree critiche - che si deve basare sulla conoscenza della dinamica evolutiva della linea di riva a medio e lungo termine e sul rischio d ingressione marina durante le mareggiate. Per la costa alta andrà definita con dettaglio la presenza di rischi derivanti dalla presenza di fenomenologie franose. - Tipologie di intervento ottimale. La definizione delle linee di intervento deve scaturire dall analisi del comportamento delle opere esistenti e dalla conoscenza dei fattori fisici che influenzano la dinamica evolutiva della costa. Le tipologie di intervento prescelte avranno come presupposto la salvaguardia della vita umana, delle principali infrastrutture nonché, nel caso specifico, dei valori paesaggistici ed ambientali. - Interventi proposti. Esaminate le problematiche presenti, devono essere definite le indicazioni più idonee per il loro superamento fornendo una stima economica sommaria per la realizzazione dell opera e del suo mantenimento nel periodo di vita economica della stessa. Ogni intervento di difesa della costa e degli abitati costieri deve essere giustificato ed individuato con un numero di priorità adeguatamente motivato. 4 - Indirizzi normativi del Piano Nell ambito delle attività connesse alla redazione del PSTC, andranno forniti gli indirizzi per l elaborazione di un apposita Disciplina Normativa, per l utilizzo del territorio costiero in rapporto ai livelli di rischio e pericolosità riscontrati e saranno elaborati gli Indirizzi Tecnici relativi ai criteri e alle metodologie di indagini e rilievi da porre a base dei progetti, per la realizzazione di nuove opere marittime e di difesa della costa. In particolare devono essere affrontati i seguenti temi: - salvaguardia del litorale dall erosione; - minimizzazione del rischio di insabbiamento di opere marittime; - riqualificazione urbanistica ed ambientale; - portualità; - tutela dal rischio idrogeologico, anche in relazione agli specifici problemi di frana da crollo e di colata rapida di fango riscontrabili nei territori della costiera amalfitana; - compatibilità ambientale delle opere marittime e di difesa del litorale; - indirizzi gestionali per l utilizzo e la stabilità dei litorali;

Coste: Prevenire, Programmare, Pianificare 245 - tutela delle aree ad alta valenza naturalistica; - criteri ed indirizzi per una corretta utilizzazione dei beni demaniali da destinare ad attività produttive. Inoltre, poiché il Piano, successivamente alla sua adozione, potrà essere integrato e sottoposto a varianti su iniziativa dell Autorità di Bacino, nonché di altri soggetti pubblici o privati, devono essere formulati i necessari Indirizzi Tecnici, opportunamente contestualizzatati al livello di pericolosità e/o rischio rilevati, per la redazione degli studi da porre a supporto delle suddette iniziative. Bibliografia Aquater s.p.a., IDI srl, Servizi Integrati sr.l., Biggiero, Herrmann A., Boccia R., Camilleri C., Trassari V. (2001) - Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico, Atti Autorità di Bacino Destra Sele. Benassai G., Procida G., Tarallo F. (2002) - Studio preliminare della costa compresa tra Punta Campanella e la loc. Lido Lago (Battipaglia), Atti Autorità di Bacino Destra Sele.