Allegato 1 TITOLO: STUDIO MULTIDISCIPLINARE SULL EPIDEMIOLOGIA DELLA WEST NILE IN ITALIA. ANALISI STRUTTURATA DEL PROGETTO



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Allegato 1 TITOLO: STUDIO MULTIDISCIPLINARE SULL EPIDEMIOLOGIA DELLA WEST NILE IN ITALIA. ANALISI STRUTTURATA DEL PROGETTO Descrizione ed analisi del problema Dopo 10 anni dalla sua prima comparsa sul territorio italiano, nell estate ed autunno del 2008 il virus della West Nile ha causato un estesa epidemia che ha interessato le province di Ferrara, Ravenna, Bologna, Modena, Rovigo, Padova, Venezia e Mantova. Come probabile origine dell epidemia è stata ipotizzata l introduzione del virus da parte di uccelli migratori che svernano o sostano nelle aree naturalistiche delle valli di Comacchio (Calistri et al., 2009; Monaco et al., 2009). Dopo un apparente silenzio epidemiologico durato diversi mesi, sono stati recentemente riportati casi clinici di WND in cavalli delle province di Mantova, Reggio Emilia, Parma e Modena, che testimoniano la ripresa dell infezione. Ripresa confermata anche dal rilevamento del virus in esemplari di gazze (Pica pica) catturati in provincia di Modena e Reggio Emilia, e di parti del genoma virale in pool di Culex pipiens provenienti dalle medesime province. Nel 2009 l infezione è ricomparsa nelle aree più esterne rispetto a quelle interessate nel 2008 (province di Mantova e Reggio Emilia). Ciò sembrerebbe avvalorare la tesi che il virus sia riuscito a sopravvivere durante l inverno in specie di uccelli stanziali o nelle popolazioni di Culicidi presenti in tali territori. I primi risultati sul confronto tra sequenziamento parziale del genoma del ceppo isolato nel corso della attuale epidemia e quello del 2008 confermerebbero la sostanziale omologia tra i due ceppi (Savini et al., 2008; Monaco et al., 2009), deponendo per lo svernamento in loco dell infezione, piuttosto che per una reintroduzione del virus dall esterno. Lo scenario, quindi, che viene ad essere ipotizzato pone nuove domande su quali siano i meccanismi che consentono la permanenza dell infezione durante l inverno nelle aree della Pianura Padana. La risposta a tale domanda è di fondamentale importanza per comprendere e stimare le reali capacità di diffusione ed endemizzazione dell infezione in Italia. In particolare, due sono i principali meccanismi di sopravvivenza del virus durante l inverno che debbono essere considerati: 1. la circolazione del virus in specie stanziali di uccelli, 2. la permanenza dell infezione in popolazioni locali di zanzare, anche eventualmente tramite la trasmissione transovarica tra generazioni successive di insetti (Rosen, 1988; Baqar et al., 1993; Miller et al., 2000). Alla luce della situazione attuale, pertanto, risulta fondamentale chiarire il ruolo epidemiologico delle specie stanziali di uccelli, con particolare riferimento alle specie risultate maggiormente infettate nel 2008, gazze (Pica pica), piccioni (Columba livia) e cornacchie (Corvus corone), nel mantenimento e diffusione del virus della West Nile in Italia. Inoltre, occorre urgentemente definire il contributo delle principali specie di Culicidi nel mantenimento sul territorio italiano della West Nile nei periodi interepizootici. Soluzioni proposte sulla base delle evidenze Il progetto intende sviluppare un modello epidemiologico sulla diffusione in Italia del virus della West Nile in relazione al ruolo svolto dalle specie stanziali di uccelli, con particolare riguardo alle specie c.d. sinatropiche, urbane e periurbane (principalmente gazze, piccioni e cornacchie), ed al contributo delle principali specie vettori di zanzare vettrici presenti sul territorio italiano. Nel corso dell intero anno solare saranno effettuate catture ornitologiche in una area indenne (Molise) e, assieme a quelle entomologiche, in una area coinvolta dalla circolazione virale nel 2008 e 2009 (Emilia Romagna). In questa ultima area sarà effettuata sui campioni prelevati anche la ricerca di parti del genoma virale. Un campione degli esemplari di uccelli catturati nell ara indenne saranno sottoposti a studi

sperimentali per determinare la patogenicità del virus in tali animali. Gli esiti della ricerche virali effettuate sui campioni di uccelli stanziali e su pool di Culicidi (adulti e larve) catturati nel corso dell intero anno, assieme alla conoscenza delle caratteristiche biologiche e dei principali parametri di popolazione, permetteranno di sviluppare un modello epidemiologico sulla diffusione del virus della West Nile in Italia. Un sistema informativo di supporto sarà sviluppato su web, integrato da strumenti GIS, ed in grado di rappresentare ed analizzare le informazioni epidemiologiche rilevanti sulla distribuzione ed andamento dell infezione negli animali, nell uomo e nei vettori nelle diverse aree italiane. Il modello epidemiologico ottenuto e le informazioni raccolte permetteranno l effettuazione di una valutazione del rischio con riprogrammazione delle attività di sorveglianza. Il sistema informativo sviluppato rappresenterà una prima versione del sistema informativo nazionale integrato per la sorveglianza della West Nile. Fattibilità /criticità delle soluzioni proposte Le specie di uccelli stanziali oggetto delle catture appartengono a specie non protette e per le quali sono già attivi programmi di sfoltimento selettivi. Ciò permetterà di usufruire dei campioni biologici prelevati da tali animali senza conseguenze per le specie ornitologiche protette. Le principali criticità sono legate alle indagini entomologiche invernali che dovranno essere effettuate intensivamente, sia per il rilievo di adulti che di foci larvali. Inoltre, gli studi sperimentali sulla patogenicità del virus nelle specie di uccelli stanziali saranno effettuati in idonei locali a prova di insetti, da parte del Centro di Referenza Nazionale per lo studio e l'accertamento delle malattie esotiche degli animali, nel rispetto di quanto previsto dall articolo 265bis del Testo Unico delle Leggi Sanitarie (promulgato con RD 27 luglio 1934, n. 1265). Gli animali saranno stabulati in appositi isolatori. Tutte le prove verranno eseguite nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente in materia di benessere animale. Il progetto dà continuità alle attività intraprese con il progetto CCM, Programma 2004: Sorveglianza delle zoonosi in ambito veterinario e integrazione con le attività esistenti in ambito medico. Il progetto integra le attività in corso del progetto di ricerca corrente 2008 del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali: Virus trasmessi da vettori di recente isolati in Italia: studi su ciclo biologico e meccanismi patogenetici adottati per un possibile adattamento all'habitat italiano Bibliografia Baqar S., Hayes C.G., Murphy J.R., Watts D.M. 1993. Vertical transmission of West Nile virus by Culex and Aedes species mosquitoes. Am J Trop Med Hyg 48, 757762. Calistri P., Giovannini A., Savini G., Monaco F., Bonfanti L., Ceolin C., Terregino C., Tamba M., Cordioli P., Lelli R. (in press). West Nile virus transmission in 2008 in NorthEastern Italy. Zoonoses and Public Health. Miller B.R., Nasci R.S., Godsey M.S., Savage H.M., Lutwama J.J., Lanciotti R.S., Peters C.J. 2000. First field evidence for natural vertical transmission of West Nile virus in Culex univitattus complex mosquitoes from Rift Valley Province, Kenya. Am J Trop Med Hyg. 62:2406. Monaco F., Lelli R., Teodori L., Pinoni C., Di Gennaro A., Polci A., Calistri P., Savini G. (in press). Emergence of West Nile virus in Italy. Zoonoses and Public Health. Rosen L. 1988. Further observations on the mechanism of vertical transmission by Aedes mosquitoes. Am J Trop Med Hyg, 39, 1236. Savini G., Monaco F., Calistri P., Lelli R. (2008). Phylogenetic analysis of West Nile virus isolated in Italy in 2008. Eurosurveillance. 2008;13(48):pii=19048. Available on line: http://www.eurosurveillance.org/viewarticle.aspx?articleid=19048

Allegato 2 OBIETTIVI E RESPONSABILITA DI PROGETTO OBIETTIVO GENERALE: Definire gli aspetti epidemiologici determinanti per la diffusione e l endemizzazione della West Nile sul territorio italiano, al fine di elaborare proposte di revisione ed integrazione delle attuali azioni di sorveglianza e dei relativi sistemi informativi. OBIETTIVO SPECIFICO 1: Determinare il ruolo epidemiologico delle specie stanziali di uccelli (principalmente gazze, piccioni e cornacchie) nel mantenimento e diffusione del virus della West Nile in Italia. OBIETTIVO SPECIFICO 2: Definire il contributo delle principali specie di Culicidi nel mantenimento sul territorio italiano della West Nile nei periodi interepizootici. OBIETTIVO SPECIFICO 3: Realizzare un sistema informativo su web in grado di raccogliere, analizzare e rappresentare, anche attraverso tecnologie GIS le attività ed i risultati delle azioni di sorveglianza sul territorio nei confronti della West Nile. CAPO PROGETTO: Rossella Lelli Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell Abruzzo e del Molise G. Caporale n. tel: 0861 332230 n. fax: 0861 332251 Email: r.lelli@izs.it UNITA OPERATIVE COINVOLTE Unità Operativa 1 Referente Compiti Istituto Zooprofilattico Sperimentale Paolo Calistri coordinamento scientifico dell Abruzzo e del Molise G. sviluppo sistema informativo su web Caporale (IZSA&M) esami virologici sui campioni prelevati studio sulla patogenicità dei ceppi italiani del WNV in uccelli stanziali alo scopo di definire il ruolo epidemiologico di tali specie nel mantenimento dell infezione sviluppo modello matematico Unità Operativa 2 Referente Compiti Regione Molise Direzione Generale V delle Politiche per la tutela della Salute e Assistenza SocioSanitaria. Servizio di medicina veterinaria e sicurezza alimentare (Reg. MOL) Pasquale Pizzuto organizzazione catture ornitologiche in regione Molise Unità Operativa 3 Referente Compiti Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Patologia Animale, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università di Bologna (Uni BO) Giovanni Poglayen supporto nell analisi dei dati delle catture ornitologiche ed entomologiche supporto nello sviluppo del modello matematico Unità Operativa 4 Referente Compiti Ettore Randi Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ex Istituto Nazionale della Fauna Selvatica). (ISPRA) supporto tecnicoscientifico nell esecuzione delle catture ornitologiche supporto nell analisi dei dati delle catture ornitologiche Unità Operativa 5 Referente Compiti Michele Dottori Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell Emilia Romagna Bruno Ubertini (IZS LER) coordinamento delle catture entomologiche in regione Emilia Romagna e svolgimento delle analisi di laboratorio di prima istanza collaborazione nello sviluppo di protocolli di campionamento utili alla sorveglianza veterinaria e supporto nello sviluppo modello matematico collaborazione negli studi per la definizione del ruolo epidemiologico degli uccelli stanziali nel mantenimento dell infezione

Allegato 3 PIANO DI VALUTAZIONE OBIETTIVO GENERALE Indicatore/i di risultato Standard di risultato Definire gli aspetti epidemiologici determinanti per la diffusione e l endemizzazione della West Nile sul territorio italiano, al fine di elaborare proposte di revisione ed integrazione delle attuali azioni di sorveglianza e dei relativi sistemi informativi. Produzione di un modello epidemiologico sulla diffusione del virus della West Nile in Italia, che permetta una valutazione del rischio con riprogrammazione delle attività di sorveglianza. Produzione del modello epidemiologico Produzione di una relazione dettagliata recante la valutazione del rischio della diffusione del virus della West Nile in Italia nonché le opportune considerazioni per la rimodulazione delle attività di sorveglianza. OBIETTIVO SPECIFICO 1 Indicatore/i di risultato Standard di risultato Determinare il ruolo epidemiologico delle specie stanziali di uccelli (gazze, piccioni e cornacchie) nel mantenimento e diffusione del virus della West Nile in Italia. Produzione delle seguenti informazioni: caratteristiche principali del comportamento e della biologia (home range, struttura delle popolazioni, comportamenti alimentari) delle specie stanziali di uccelli (gazze, piccioni e cornacchie) in funzione del loro possibile ruolo nel mantenimento e diffusione del virus della West Nile, stima del rischio di sopravvivenza dell infezione nel periodo invernale attraverso la sua circolazione in specie stanziali di uccelli Produzione di una relazione dettagliata sul ruolo epidemiologico delle specie stanziali di uccelli nel mantenimento e diffusione del virus della West Nile in Italia. OBIETTIVO SPECIFICO 2 Indicatore/i di risultato Standard di risultato Definire il contributo delle principali specie di Culicidi nel mantenimento sul territorio italiano della West Nile nei periodi interepizootici. Valutazione della probabilità di persistenza durante l inverno del virus della West Nile in esemplari adulti o in larve delle principali specie di Culicidi vettori di infezione. Produzione di una relazione dettagliata recante una valutazione del rischio di persistenza durante l inverno del virus della West Nile in esemplari adulti o in larve delle principali specie di Culicidi vettori di infezione. OBIETTIVO SPECIFICO 3 Indicatore/i di risultato Standard di risultato Realizzare un sistema informativo su web in grado di raccogliere, analizzare e rappresentare, anche attraverso tecnologie GIS le attività ed i risultati delle azioni di sorveglianza sul territorio nei confronti della West Nile. Realizzazione e validazione del sistema web di rappresentazione ed analisi dei dati. Messa online del sistema informativo, validato e testato in ogni sua parte.

CRONOGRAMMA Mese 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 Predisposizione del piano di catture ornitologiche Obiettivo specifico 1 Esecuzione delle catture in Emilia Romagna ed esecuzione delle prove virologiche Esecuzione delle catture in Molise e selezione degli esemplari per gli studi di patogenicità Esecuzione studi di patogenicità Raccolta dati sul comportamento e biologia degli uccelli oggetto di studio Analisi dei dati e produzione della relazione Obiettivo specifico 2 Obiettivo specifico 3 Predisposizione del piano di catture di vettori Esecuzione delle catture in Emilia Romagna ed esecuzione delle prove virologiche Analisi dei dati e costruzione del modello epidemiologico Esecuzione dell analisi del rischio Definizione del set di dati da raccogliere e delle funzionalità da implementare Realizzazione della prima release del sistema Validazione interna Realizzazione della release definitiva Rendicontazione

Allegato 4 PIANO FINANZIARIO PER CIASCUNA UNITA OPERATIVA Unità Operativa 1 Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell Abruzzo e del Molise G. Caporale (IZSA&M) 1 veterinario 17.200,00 Beni e servizi Reagenti e materiale di consumo Missioni 25.800,00 7.000,00 50.000,00 Unità Operativa 2 Regione Molise Direzione Generale V delle Politiche per la tutela della Salute e Assistenza SocioSanitaria. Servizio di medicina veterinaria e sicurezza alimentare (Reg. MOL) Beni e servizi 3.000,00 Missioni 7.000,00 10.000,00

Unità Operativa 3 Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Patologia Animale, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università di Bologna (Uni BO) Beni e servizi 3.000,00 Missioni 7.000,00 10.000,00 Unità Operativa 4 Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ex Istituto Nazionale della Fauna Selvatica). (ISPRA) Beni e servizi 5.000,00 Missioni 5.000,00 10.000,00

Unità Operativa 5 Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell Emilia Romagna Bruno Ubertini (IZS LER) 1 tecnico di laboratorio 1 veterinario Beni e servizi 8.000,00 9.000,00 Missioni 3.000,00 20.000,00 PIANO FINANZIARIO GENERALE 34.200,00 Beni e servizi 36.800,00 Missioni 29.000,00 Totale 100.000,00