VADEMECUM per la costituzione, l avvio e il finanziamento della micro impresa



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VADEMECUM per la costituzione, l avvio e il finanziamento della micro impresa Firenze, 28 luglio 2010 Questa pubblicazione è stata realizzata e curata da: Dott. Ivano Franco Colombo Enaip Toscana Formazione e Lavoro È autorizzata la duplicazione e la riproduzione anche parziale, purché sia citata la fonte. Codice Progetto: 142259 - LLP - 2008 - IT GRUNDTVIG - GMP 1 di 33

Sommario Forme societarie del Terzo Settore In Italia...3 Non profit...3 Classificazione internazionale delle organizzazioni non profit...4 Terzo settore...4 Classificazione degli attori del mercato...5 Elementi costitutivi...5 Associazioni...5 Associazione di Promozione Sociale...6 La cooperativa...7 Imprese e Internazionalizzazione...12 Export Check up uno strumento di autodiagnosi...12 Prodotto...12 Informazione...12 Gestione interna...12 Amministrazione export...13 Comunicazione...13 Finanza e pianificazione fiscale...13 Prezzi e competitività...13 Contributi e Finanziamenti per l avvio di lavoro autonomo e microimpresa...15 Attività di impresa...15 Organizzazione dell attività...16 Professionalità...16 Tre tipi di imprenditore...16 Attività autonoma...17 Scelta della forma giuridica...17 Il Business plan...18 I finanziamenti pubblici...20 Normative...21 Azioni positive per l imprenditoria femminile...22 Marcora...22 Autoimpiego...23 Lavoro Autonomo...25 Microimpresa...27 Franchising...29 Presentazione domanda...31 Sitografia di riferimento...33 2 di 33

Forme societarie del Terzo Settore In Italia Dott. Ivano Franco Colombo Enaip Toscana Formazione e Lavoro Non profit Le organizzazioni non profit sono istituti che operano per conseguire il bene collettivo o bene comune tramite la produzione e l erogazione di beni e servizi in una logica prevalentemente di scambio di tipo economico, meta-economico, di utilità, con l ambiente esterno. Il segmento di mercato rappresentato delle Organizzazioni Non Profit è una componente del tessuto economico e produttivo che ha visto crescere nel tempo il suo ruolo all interno del Paese, rafforzandosi sia sotto il profilo della dimensione e della espansione settoriale che della rilevanza strategica. Si tratta, infatti, di una multi-categoria economica che ha mostrato la tendenza a crescere più rapidamente della media delle For Profit (in termini di numero di imprese, di fatturato e di addetti), mostrando di poter contribuire in maniera significativa alla crescita, non solo economica ma, anche e soprattutto, culturale e sociale della comunità di appartenenza. Differenze tra PROFIT e NON PROFIT: FOR PROFIT Proprietà di un singolo o di una maggioranza Obiettivi economici Presenza di lucro Massimizzazione del profitto economico Obiettivi quantificabili Distribuzione prodotto attraverso vari canali Politica prezzo mirata al massimo prezzo Valore prodotto: dato da costi fissi, variabili e profitto Destinatari: clienti/consumatori/utilizzatori NON PROFIT Potere comunitario e decisioni assembleari Obiettivi sociali, filantropici,umanitari Assenza di lucro Massimizzazione del profitto sociale Obiettivi sociali difficilmente quantificabili Distribuzione prodotto/servizio diretto all utente Politica prezzo sociale non condizionata Valore prodotto rapportato al solo profitto sociale Destinatari: utenti, volontari, donatori, istituzioni In base alle ultime rilevazioni Istat del 2009, i numeri del Non Profit sono i seguenti: il 60% delle organizzazioni opera nel settore della cultura, sport e ricreazione Il settore impiega 531.000 dipendenti e 80.000 lavoratori a contratto. Il contributo occupazionale è pari al 3% del totale dei lavoratori italiani 3.200.000 volontari totale dei ricavi del settore ammonta a 73.000 miliardi, con un contributo del 2.7% al PIL nazionale 3 di 33

strutturato in piccole organizzazioni: meno del 10% ha ricavi oltre i 500 milioni e l 1% ha dipendenti superiori alle 50 persone Classificazione internazionale delle organizzazioni non profit Cultura, sport e ricreazione Istruzione e ricerca Sanità Servizi sociali Ambiente Sviluppo economico e coesione sociale Tutela dei diritti e attività politica Filantropia e promozione del volontariato Cooperazione e solidarietà internazionale Religione Relazioni sindacali e rappresentanza d interessi Altre attività Le macro aree d intervento riconducibili alle ONP, possono essere così suddivise non profit mutualistico e associativo : maggior numero di organizzazioni, di associati e di volontari non profit leggero : maggior numero di volontari che prestano un servizio ad altri; non profit professionale o terzo settore : maggiore dimensione di fatturato e dipendenti Terzo settore Seppure il Terzo Settore abbia visto solo di recente la propria realizzazione ed affermazione, molti lo ritengono la possibile e giusta risposta ai nuovi bisogni emergenti, relativi al sociale, all ambiente, alla cultura, all istruzione. Esso ricomprende in sé tipologie giuridiche ed economiche aziendali diversissime, che vanno dai tradizionali enti morali alle organizzazioni non governative per gli aiuti ai paesi in via di sviluppo, alle organizzazioni di volontariato, alle cooperative sociali, alle istituzioni religiose. In definitiva si tratta di organizzazioni private che perseguono interessi di natura collettiva, dove è significativa la presenza del lavoro volontario (non retribuito o retribuito al di sotto dei livelli di mercato) e che nel loro insieme contribuiscono a definire l economia sociale e civile. Da un punto di vista economico tali organizzazioni sono organismi non profit, in quanto l utile realizzato non è distribuito tra i soci ma reinvestito nell attività che svolgono. Rappresenta l area economica con il minor numero di organizzazioni, ma di maggior peso in termini di fatturato e dipendenti, con una forte presenza delle cooperative, delle cooperative sociali e delle grandi associazioni assistenziali. È il segmento caratterizzato da una maggiore trasparenza perché composto tutto da organizzazioni giuridicamente definite e con una maggiore attenzione alla redazione dei bilanci e all impiego di strumenti di accountability. È anche il tratto di mercato più potente in termini di risorse economiche, di lobby e di auto-analisi. 4 di 33

Di seguito una rappresentazione visiva della suddivisione del mercato sopra descritta: Classificazione degli attori del mercato NON PROFIT AREA ENTI PUBBLICI AZIENDE SPECIALI FONDAZIONI ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO ONG ASSOCIAZIONI TERZO SETTORE STATO COOPERATIVE SOCIALI COOPERATIVE MERCATO IMPRESE PUBBLICHE SOCIETA' DI CAPITALI SOCIETA' PER AZIONI PROFIT AREA Elementi costitutivi Gli elementi costitutivi delle Organizzazioni Non Profit, possono essere riassunti in: costituzione formale: presenza di un atto costitutivo, di uno statuto natura giuridica privata: esclude enti con natura giuridica di tipo pubblico autogoverno: organizzazioni che non sono controllate, nei processi gestionali e decisionali, da aziende pubbliche o private for profit assenza di distribuzione di profitto: vincolo di non ridistribuzione parziale o totale degli utili presenza di una certa quantità di lavoro volontario Veniamo adesso alla descrizione delle diverse forme giuridiche che compongono questo universo del mercato. Associazioni I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale - Art. 18 Costituzione Italiana La forma associativa rappresenta uno strumento giuridico estremamente flessibile e capace di adattarsi a diverse realtà. Tra queste possiamo annoverare associazioni di volontariato, di consumatori, politiche, sportive e che promuovono la ricerca. Alle associazioni è consentito l esercizio dell attività economica, purché sia inteso come mezzo per raggiungere lo scopo sociale. Numero, per tipologia, degli enti associativi al 31/12/2009 (fonte Istat) 5 di 33

Associazioni sportive dilettantistiche 73.150 Associazioni culturali 52.135 Associazioni di promozione sociale 25.850 Associazioni sindacali 11.198 Organizzazioni volontariato 8.220 Associazioni di categoria 7.675 Associazioni religiose 4.782 Associazioni assistenziali 3.326 Società sportive dilettantistiche 2.868 Associazioni politiche 2.202 Associazioni di formazione extra scolastica 1.841 Associazioni pro loco 1.574 Altri enti 27.330 Totale 222.151 Le associazioni rappresentano l 89% della totalità delle istituzioni non profit e possono essere di 2 tipologie: associazioni riconosciute che godono di autonomia patrimoniale, che implica la responsabilità limitata dei soci. Significa che per le obbligazioni assunte in nome e per conto dell associazione, risponde l associazione stessa. La richiesta di riconoscimento deve essere effettuata presso la Prefettura o presso la regione di appartenenza. associazioni non riconosciute che non godono di autonomia patrimoniale e responsabilità limitata, per cui la responsabilità patrimoniale è di coloro che hanno agito in nome e per conto dell associazione Una associazione nasce mediante la stipula di un atto pubblico, con cui gli associati convengono la realizzazione di un obiettivo condiviso, che non può essere lucrativo, ma deve soddisfare i bisogni di tipo ideale. I versamenti delle quote economiche sono effettuati a fondo perduto e vanno a costituire il fondo comune, che è utilizzato per il conseguimento degli scopi sociali. Nel caso di scioglimento dell ente, il capitale non è ridistribuito, ma devoluto ad un altro ente avente scopo analogo. Associazione di Promozione Sociale Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà Art. 118 Costituzione Italiana La fonte giuridica di riferimento per questo istituto è rappresentato dalla Legge 383/2002 dove recita: sono considerate Associazioni di Promozione Sociale (APS) le associazioni riconosciute e non riconosciute, i movimenti, i gruppi e i loro coordinamenti o federazioni costituiti al fine di svolgere attività di utilità sociale a favore di associati o di terzi, senza finalità di lucro e nel pieno rispetto della libertà e dignità degli associati Le APS si avvalgono prevalentemente delle attività prestate volontariamente dai propri soci; possono retribuire lavoro dipendente e autonomo. Godono di proventi derivanti da attività commerciali, artigianali o agricole, purché svolte in maniera ausiliaria e sussidiaria e comunque finalizzate al raggiungimento degli obiettivi istituzionali. Esistono un registro 6 di 33

nazionale e registri regionali ai quali è necessario essere iscritti per poter godere delle agevolazioni. Le agevolazioni possono riguardare: Erogazioni liberali Il finanziamento delle associazioni di promozione sociale viene incentivato prevedendo agevolazioni fiscali a favore dei sostenitori: erogazioni di denaro da parte di persone fisiche: Benefici fiscali: detrazione dall imposta lorda del 19% Limiti: fino a 2.060 euro erogazioni in denaro da imprese Benefici fiscali: deduzione dal reddito d imposta Limiti: fino a 2.060 euro o al 2% del reddito d impresa dichiarato erogazioni in denaro da enti non commerciali Benefici fiscali: deduzione dall imposta lorda del 19% Limiti: fino a 2.060 euro Tributi locali E prevista la possibilità per gli enti locali di deliberare riduzioni sui tributi di propria competenza per le associazioni di promozione sociale Per costituire una APS occorre: Redazione dell Atto costitutivo e dello Statuto Convocazione assemblea costitutiva Registrazione (notaio o ufficio registro) Richiesta codice fiscale Iscrizione al Registro Nazionale o Regionale La cooperativa "La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata - art. 45 della Costituzione Italiana In tutti i settori in cui ha operato la cooperazione, negli ultimi anni, si osserva un incremento significativo degli addetti, con tassi ben superiori alla media nazionale. Anche in questa fase in cui la crisi globale ha profondamente sconvolto il mondo produttivo del nostro Paese, la cooperazione ed il non profit in generale, sembrano resistere e rispondere con maggiore elasticità delle altre forme societarie. Nel nostro Paese l' universo cooperativo è presente in quasi tutti i settori delle attività economiche o di erogazione dei servizi. Rappresenta una componente del sistema produttivo nazionale che, nel tempo, è cresciuta lentamente, facendo emergere un ruolo di preminenza, posizionandosi nella moderna economia di mercato con forza sia sotto il profilo della diffusione territoriale e settoriale, sia per l importanza strategica dei settori produttivi occupati. Oggi è una tipologia di impresa che continua a crescere, sia per numero di occupati, sia per il fatturato, talvolta, anche con risultati in controtendenza rispetto all'andamento medio delle altre forme giuridiche degli stessi settori produttivi. 7 di 33

L'esperienza italiana del processo e dei risultati dell affermarsi cooperativo, risulta unica rispetto al panorama europeo; soprattutto in riferimento alla diffusione nei settori economici di attività. Anche per quanto attiene le modalità di applicazione dei singoli principi ACI (Alleanza Cooperativa Internazionale) approvati dal XXXI Congresso, tenutosi a Manchester nel 1995, l'esperienza italiana può essere considerato un esempio di riferimento internazionale. Il principio una testa, un voto è e resta nella pratica italiana un cardine dell identità cooperativa, anzi, capita sempre più spesso di sentirlo interpretare come il principale valore cooperativo, se non l unico riferimento certo. Esso testimonia la prevalenza dei bisogni degli associati a scapito degli interessi del capitale versato; resta pertanto un assioma ideologico cooperativo che tuttavia, non può essere ritenuto elemento sufficiente per assecondare l'applicabilità degli altri principi cooperativi. Anche se pure il secondo principio della porta aperta è accolto ed è sufficientemente praticato in Italia, pur presentando ancora spazi di maggiore applicabilità. Nel 2004 è stato istituito l Albo nazionale delle Cooperative presso il Ministero attività produttive, composto da due sezioni: nella prima vengono iscritte le società cooperative a mutualità prevalente; mentre nella seconda vengono comprese tutte le altre. Il Decreto Ministeriale 23 giugno 2004, n. 310, ha finalmente definito le 14 categorie di attività produttiva, all interno delle quali devono essere collocate le imprese cooperative dell Albo. In base agli ultimi censimenti, alla fine del 2007 le imprese cooperative attive in Italia erano poco più di 74.000 (dati tratti dal Registro delle Imprese), registrando una crescita di 10.000 imprese nel decennio 1998-2007. L espansione del settore è ripresa di recente (dal 2006) soprattutto per il contributo delle cooperative sociali, grazie ad una specifica normativa: la L. 381/91. Quello che comunque pare ormai consolidato è il fenomeno della maggiore longevità delle cooperative rispetto alle imprese di capitali. Quali le motivazioni per scegliere la cooperativa come forma giuridica? La cooperativa è una forma societaria in cui ogni socio può essere imprenditore: ognuno partecipa alla gestione sociale Si può contare sul gruppo: occorre sviluppare sia abilità imprenditive individuali, sia collettive Non occorre una grande capitale per la costituzione (minimo 25 ) Il rischio patrimoniale è limitato alla quota sottoscritta Consente molta flessibilità sia in termini di rapporto di lavoro che in termini di composizione della compagine sociale Presenta un riferimento etico-ideale con una forte attrattiva, soprattutto verso le giovani generazioni. 8 di 33

Quest ultimo aspetto è facilmente riscontrabile negli elementi caratterizzanti questa forma giuridica: Democraticità: tutti i soci hanno diritto di partecipare alle decisioni con medesimi poteri, indipendentemente dal capitale versato: "una testa, un voto Scopo mutualistico (vs lucrativo): l'obiettivo dei soci è di crescere insieme, aiutandosi per ottenere qualcosa che altrimenti non raggiungerebbero da soli Reinvestimento degli utili: la remunerazione degli utili è ammessa limitatamente all'interesse dei buoni postali fruttiferi del Tesoro, aumentato di due punti e mezzo, calcolato sulle quote di partecipazione al capitale sociale. Il resto viene reinvestito nella coop Adesione libera e volontaria: aperta a tutti gli individui che accettano le responsabilità connesse all'adesione, senza alcuna discriminazione Autonomia ed Indipendenza: solo i soci possono controllare la cooperativa Interesse verso la Comunità: lavorano per lo sviluppo sostenibile delle proprie comunità attraverso politiche approvate dai propri soci. D.M. 23 giugno 2004, n. 310 individua le seguenti tipologie di cooperative: 1. PRODUZIONE E LAVORO, procura lavoro alle migliori condizioni possibili per i propri soci-lavoratori 2. LAVORO AGRICOLO, per coltivazione, trasformazione, conservazione di prodotti agricoli o zootecnici 3. COOPERATIVE SOCIALI, cooperative di lavoro finalizzate alla gestione di servizi sociali, sanitari, educativi (tipo A) o finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate (tipo B); 4. CONFERIMENTO PRODOTTI AGRICOLI E ALLEVAMENTO, distribuzione di prodotti agricoli o zootecnici 5. EDILIZIE DI ABITAZIONE, costruisce alloggi per i propri soci in una logica vantaggiosa qualità e prezzo 6. DELLA PESCA, finalizzate all'esercizio in comune della pesca o di attività ad essa inerenti 7. DI CONSUMO, acquista e rivende beni a prezzi vantaggiosi ai propri soci; 8. DI DETTAGLIANTI, per la distribuzione commerciale al dettaglio 9. DI TRASPORTO, trasporta merci per conto terzi tramite mezzi di proprietà dei soci o della cooperativa stessa 10. CONSORZI COOPERATIVI, consulenza legale, fiscale, gestionale, commerciale, etc. e dei servizi alle imprese soprattutto cooperative 11. CONSORZI AGRARI, per innovazione e miglioramento della produzione agricola 12. BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO, realizzano una politica del credito equa verso i loro soci e clienti 13. CONSORZI DI GARANZIA E FIDI, aiutano le PMI ad ottenere credito anche in condizioni di difficoltà, attraverso la fornitura di garanzie adeguate 14. ALTRE COOPERATIVE 9 di 33

L offerta cooperativa nel mercato italiano può essere ad oggi così riassunta: - le imprese ai vertici del settore della grande distribuzione sono cooperative; - le imprese ai vertici del settore agro-alimentare e di molti comparti dei servizi alle imprese (management, trasporto, informatica e logistica) sono le cooperative di grandi e di maggiori dimensioni; - le maggiori imprese del settore edilizio sono cooperative; - le imprese che assicurano i servizi alla persona (in primis educativi, assistenziali e sanitari) di fronte al ritrarsi del welfare, sono cooperative sociali. Vediamo ora la composizione dei soci: le tipologie di soci sono: i cooperatori: sono in grado di partecipare allo svolgimento dell attività sociale per il perseguimento degli obiettivi cooperativi e possiedono i requisiti soggettivi previsti dallo Statuto per l ammissione nella società i finanziatori: partecipano alla società, pur non avendone i requisiti previsti dallo Statuto, contribuiscono al finanziamento dell attività mediante la sottoscrizione di strumenti finanziari atti a favorire lo sviluppo dell impresa i lavoratori: (per coop. Produzione e Lavoro) il cui scambio mutualistico nei confronti della società cooperativa consiste in prestazione di un attività lavorativa i volontari: (per coop. Sociali) prestano attività gratuita L ammissione è deliberata dall Organo amministrativo Gli organi previsti in sede statutaria sono: Assemblea dei soci Consiglio di amministrazione (o amministratore) Presidente Collegio sindacale (obbligatorio in alcuni casi) Le agevolazioni cui possono accedere le operative, riguardano: Fondi mutualistici L. 59/92 gestiti dal Ministero o da ass. coop. per la promozione e lo sviluppo della cooperazione, finanziati con una quota degli utili netti annuali delle società cooperative (3%) o il patrimonio residuo delle società in liquidazione. Imposte dirette Gli utili accantonati a riserva indivisibile (max 30%) non concorrono a formare il reddito imponibile e non pagano imposte IRES (imposta reddito società). 10 di 33

Le coop. Lavoro sono esenti globali IRES a condizione che il rapporto tra il costo il costo delle retribuzioni effettivamente corrisposte ai soci sia superiore al 50% del totale del costo del lavoro I ristorni si deducono dal reddito (max 30% retribuzioni) e sono destinati a: integrazione retribuzioni, capitale sociale, distribuzione di azioni cooperativa Imposte indirette Le coop. Sociali sono esentate dal pagamento dell IVA per attività sociali e sanitarie Per costituire una cooperativa occorre: Redazione dell Atto costitutivo e dello Statuto Convocazione assemblea costitutiva e Costituzione a cura del notaio Richiesta Codice Fiscale e Partita I.V.A. che sarà anche il n. di iscrizione della società nel Registro Imprese - CCIAA (Camera Commercio) Iscrizione albo società cooperative - CCIAA Richiesta smart-card - CCIAA Vidimazione dei libri contabili e sociali (soci, verbali, giornale, inventari, ecc) Sarà compito del Notaio: - depositare l'atto presso l'ufficio del Registro - depositare l'atto presso la Camera di Commercio che attribuirà il numero di iscrizione nel "R.E.A. - Repertorio Economico Amministrativo"; - la Camera di Commercio dopo aver controllato e registrato l'atto restituirà al Notaio 2 copie dell'atto vistate: una x l'iscrizione presso la Prefettura e una x l'iscrizione presso la Direzione Provinciale del Lavoro. - quando la Coop. inizia l'attività, e ogni qualvolta dovesse intraprenderne una nuova, deve comunicarlo, entro 30 giorni, alla CCIAA e all'ufficio IVA. Iscrizione al Registro Regionale delle Cooperative Apertura posizione previdenziale e assicurativa - INAIL INPS Comunicazione assunzione o contratto Centro per l Impiego 11 di 33

Imprese e Internazionalizzazione Dott. Luca Ribechini - Promofirenze Export Check up uno strumento di autodiagnosi E necessario per ogni imprenditore conoscere in maniera precisa il suo posizionamento nei confronti del mercato, della concorrenza, della sua effettiva capacità di competere in aree diverse da quella nazionale. Sfruttando l esperienza maturata da diversi Enti pubblici e privati in oltre 15 anni di attività, abbiamo affinato il check-up per l internazionalizzazione, un nuovo strumento per identificare le potenzialità dell azienda e per svilupparne la competitività. Il progetto check-up per l internazionalizzazione rientra in una più generale programmazione delle attività di promozione delle aziende del nostro territorio. Il servizio check-up si propone i seguenti obiettivi: 1. fornire all impresa concreti orientamenti su come impostare l attività di internazionalizzazione. 2. far emergere nell imprenditore che già esporta, la coscienza delle aree critiche della sua attività. 3. fornire gli strumenti e le informazioni per colmare eventuali lacune. 4. elaborare proposte di formazione e consulenza tali da offrire agli operatori quei servizi personalizzati di cui dimostrano di avere effettivamente bisogno. Punti di forza e debolezza Per raggiungere tali obiettivi è indispensabile verificare, con l imprenditore, i punti di forza e di debolezza dell azienda rispetto alle seguenti problematiche: 1. l impresa ha il prodotto vincente? 2. ha la capacità interna di selezionare e gestire l attività export? 3. ha la conoscenza degli strumenti tecnici, giuridici e commerciali relativi ai mercati cui è interessata? 4. ha la struttura finanziaria e la competitività necessaria per affrontare tali mercati e la concorrenza internazionale? Prodotto L analisi del prodotto viene al primo posto perché è il primo elemento su cui il mercato estero esprimerà il suo giudizio nei confronti di un azienda che desideri esportare. Informazione Un adeguata informazione sul mercato di interesse consente di saper scegliere la giusta forma di ingresso e il partner estero con cui collaborare. Gestione interna Capacità interna di amministrare le risorse umane; le aziende intenzionate ad espandersi all estero non possono permettersi di subordinare, in termini organizzativi, l export alle funzioni commerciali che si occupano del mercato nazionale. 12 di 33

Amministrazione export La padronanza delle tecniche operative e logistiche, la conoscenza delle norme internazionali in materia di registrazione di marchi e brevetti, vendita e distribuzione. Comunicazione Attenzione alla comunicazione verso il mercato intesa come promozione e valorizzazione dei propri prodotti. Finanza e pianificazione fiscale Conoscenza degli appropriati strumenti finanziari e fiscali. Prezzi e competitività La costruzione e condivisione del prezzo arriva come ultimo punto, in quanto racchiude in sé la sintesi di tutto il lavoro svolto. Strumenti classici per l internazionalizzazione 1. La Fiera all estero. 2. La missione commerciale. 3. L incoming. 4. Le show room all estero. 5. I road show istituzionali. I nuovi strumenti per l internazionalizzazione Servizi di Assistenza Specialistica Servizi di Incubazione Per l Internazionalizzazione (società pubbliche) Le consulenze specializzate (temporary manager) Ricerche di mercato Assistenza marketing Supporto logistico Lista operatori locali Acquisto/cessione know how Partecipazione a fiere locali Informazioni doganali e fiscali Informazioni statistiche Ricerca agenti, distributori, buyer, importatori Come vengono realizzati dagli Enti Pubblici cosa chiedere. Ogni fase è studiata e condivisa con l azienda. Ogni azione è effettuata su preventivo e relativo incarico dell azienda. Preventivi modulari adottabili anche solo in parte. I costi sono contenuti se paragonati ad una fiera. Le informazioni che vengono raccolte sono di esclusiva pertinenza dell azienda ordinante. Le attività sono sempre coordinate dall ufficio locale. La rete è ormai affidabile e collaudata. Per i mercati nuovi si cerca comunque di riprodurre le procedure adottate nei mercati consolidati. Etc. etc. 13 di 33

Temporary Manager Le aziende sono individuate in base a caratteristiche di: Prodotto; Struttura; Capacità export; Altri parametri sono valutati di volta in volta. 14 di 33

Contributi e Finanziamenti per l avvio di lavoro autonomo e microimpresa Dott. Ivano Franco Colombo Enaip Toscana Formazione e Lavoro Attività di impresa Mettersi in proprio si intraprende un attività lavorativa in forma non subordinata: ci si mette in proprio, ossia o si costituisce una Impresa o si avvia un Lavoro Autonomo Secondo il C.C. l impresa è caratterizzata dai seguenti elementi: 1. l esercizio di una attività economica diretta alla produzione o allo scambio di beni e di servizi; 2. l organizzazione dell attività; 3. la professionalità. Di seguito il processo di costituzione dell impresa: IDEA Studio di fattibilità volto a verificare le competenze necessarie, analizzare il mercato, quantificare le possibili vendite, dimensionare l azienda. BUSINESS PLAN Definire le caratteristiche del bene/servizio da offrire sul mercato; le condizioni che regoleranno la sua produzione e commercializzazione FORMA GIURIDICA Scegliere: ditta individuale o società. Analisi dei vantaggi e degli svantaggi di ciascuna forma giuridica (aspetti legali, fiscali, economici) FINANZIAMENTI Analisi del fabbisogno finanziario dell impresa e delle possibili fonti di finanziamento (capitale proprio, capitale di terzi e finanziamenti agevolati) GESTIONE E SVILUPPO Organizzazione aziendale (funzioni, linea produttiva ecc.) e gestione delle risorse umane, SGQ, Sicurezza, Privacy, 15 di 33

Attività economica L attività economica è un attività diretta alla creazione di nuova ricchezza: producendo nuovi beni; aumentando il valore di quelli esistenti. Non rientrano in questa definizione le attività culturali, intellettuali o sportive. Organizzazione dell attività Il Codice Civile definisce l azienda come il complesso dei beni organizzati dall imprenditore per l esercizio dell impresa : macchinari, impianti, attrezzature, locali, arredi, ecc., o più genericamente capitali. Ma anche di lavoro: dipendenti, collaboratori ecc. Professionalità Per professionalità si intende la sistematicità, la non sporadicità dell attività esercitata (l attività non deve essere casuale). La professionalità prevede anche lo scopo di lucro, vale a dire l intento di ottenere dei ricavi superiori ai costi e conseguire quindi un utile (conseguire/avere un guadagno). Tre tipi di imprenditore Il Codice Civile distingue tre figure fondamentali di imprenditore: imprenditore commerciale imprenditore agricolo (es. coltivazione, allevamento del bestiame) piccolo imprenditore (es. imprenditore artigiano, piccoli commercianti). Imprenditore commerciale attività industriali dirette alla produzione di beni e servizi; attività intermedie nella circolazione dei beni (cioè le attività commerciali comunemente intese): es. commercio all ingrosso, commercio al dettaglio, commercio ambulante, pubblici esercizi commerciali (bar, ristoranti, ecc.); attività di servizi: es. attività di trasporto per terra, per acqua o per aria, attività bancaria o assicurativa, formazione, consulenza. Imprenditore agricolo E imprenditore agricolo chi esercita una o più delle seguenti attività: coltivazione del fondo (agricoltore); silvicoltura (coltivazione ed utilizzazione dei boschi); allevamento del bestiame; attività connesse alle precedenti (es. produzione e vendita diretta di olio, vino, miele, formaggi, ecc.) Piccolo imprenditore Secondo il Codice Civile sono piccoli imprenditori: i coltivatori diretti del fondo; 16 di 33

gli artigiani; i piccoli commercianti; coloro che esercitano un attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia. Obblighi dell imprenditore Tutti gli imprenditori (commerciali, agricoli e piccoli) sono tenuti all iscrizione nel Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio competente, cioè quella della provincia in cui è posta la sede legale. I soli imprenditori commerciali sono inoltre obbligati, ai fini civilistici, alla tenuta delle scritture contabili, obbligo che peraltro, ai fini fiscali, finisce per estendersi anche a quasi tutti gli imprenditori. Tali scritture e la corrispondenza commerciale (fatture, lettere, ecc.) devono essere conservate per dieci anni (conservate anche in maniera digitale). Attività autonoma Secondo la normativa fiscale le attività autonome possono essere svolte nei modi seguenti: esercizio di arti o professioni; collaborazioni atipiche (coordinata e continuativa o a progetto); lavoro autonomo occasionale. Scelta della forma giuridica La forma più semplice è quella dell impresa individuale (che può configurarsi anche come impresa familiare ). Cioè da solo. Se invece due o più persone si accordano per svolgere insieme un attività economica siamo di fronte ad un impresa collettiva, cioè a una società. La società Se due o più persone si accordano per svolgere insieme un attività economica allo scopo di dividerne gli utili, abbiamo un impresa collettiva, cioè una società. Ogni socio ha l obbligo di conferire beni o servizi : deve cioè dare un contributo (qualcosa) alla società sotto una o più delle seguenti forme: denaro contante; crediti; beni in natura (locali, attrezzature, ecc.) prestazioni di lavoro. L accordo risulta formalmente da un apposito contratto di società, chiamato anche atto costitutivo, integrato in certi casi da un altro documento - lo statuto - che prevede le regole generali per il funzionamento della società e degli organi sociali. 17 di 33

Nel caso dell impresa collettiva quindi occorre in pratica: la stipula di un contratto di società tra due o più persone per lo svolgimento i un attività economica; l effettivo esercizio comune dell attività da parte dei soci, in modo diretto o indiretto (anche se la gestione è affidata a qualcuno in particolare, ciò avviene pur sempre per volontà di tutti i soci). Vantaggi e svantaggi L impresa individuale presenta i seguenti vantaggi: maggiore flessibilità e rapidità di decisione ( chi fa da sé fa per tre, la miglior società è quella composta da un numero dispari inferiore a tre ); minori costi ed oneri di tipo amministrativo e contabile. La società permette di: condividere con altri il rischio e il peso delle scelte; acquisire capitali (es. per strumenti/mezzi) e lavoro necessari che, soprattutto all inizio dell attività, è difficile o rischioso reperire diversamente (es. leasing/prestiti). Il Business plan Il Piano Economico-finanziario è la parte più complessa del business plan. In questa sezione sarà calcolato il fabbisogno finanziario (fonti interne ed esterne) del progetto e si dovranno analizzare le diverse fasi: piano degli investimenti; piano delle fonti di finanziamento; ricavi e costi; bilancio previsionale; Il piano degli investimenti serve a quantificare il capitale necessario per la costituzione dell impresa e il suo funzionamento: prevede gli investimenti effettuati in immobilizzazioni (materiali ed immateriali) e in capitale circolante (liquidità, scorte crediti verso clienti). Il Piano delle fonti di finanziamento indica attraverso quali fonti l imprenditore acquisterà i beni necessari per avviare l impresa: fonti interne (capitale fornito dai soci) o fonti esterne (prestiti o finanziamenti agevolati). Medio lungo termine vs. breve termine. Il piano di costi e ricavi serve per valutare se l impresa è in grado di produrre un utile, calcolando il punto di pareggio (Break Even Point, il volume di produzione minimo che un impresa deve raggiungere per conseguire un utile). Ricavi (di vendita o altri); Costi (es. materie prime, stipendi, energia, affitti, telefono). Il bilancio previsionale è composto da: 18 di 33

Conto Economico (stime dei ricavi che l imprenditore presume di ottenere e dei costi da sostenere per la produzione nell arco di un anno solare); Stato patrimoniale che si compone di Attivo (beni presenti e loro valore) e Passivo (fonti di finanziamento ed eventuale utile); Piano dei flussi di cassa (liquidità dell impresa per evitare improvvise carenze di risorse finanziarie). E necessario stimare mensilmente entrate e uscite; dalla differenza tra le due si ottiene il saldo netto mensile. I finanziamenti possono essere classificati per: Provenienza Fonti Interne Fonti Esterne Scadenza Breve Termine Medio Termine Lungo Termine Fonti Interne Sono apporti di risorse (in denaro o in natura) con le seguenti caratteristiche: Conferiscono agli apportatori il diritto di proprietà sul patrimonio dell azienda, Danno perciò diritto di proprietà sugli incrementi di tale patrimonio (UTILI) e sulle sue riduzioni (PERDITE), Non danno diritto ad alcun altro tipo di remunerazione, Non hanno scadenza. Fonti Esterne Si tratta di denaro che soggetti terzi mettono a disposizione dell azienda con queste caratteristiche: I portatori di denaro non acquistano alcun diritto di proprietà sul patrimonio dell azienda, I portatori di denaro, pertanto, non partecipano al rischio imprenditoriale, né in merito alla restituzione dei finanziamenti, né in merito alla loro remunerazione, La remunerazione dei prestiti è fissata in un certo tasso d interesse, Hanno una scadenza prefissata. 19 di 33

I finanziamenti pubblici sono attive a livello nazionale e locale (regioni, province e comuni), numerose leggi che prevedono agevolazioni finanziarie e/o fiscali per l avvio di nuove attività d impresa o di lavoro autonomo. Le leggi vigenti in questo ambito sono rivolte principalmente a: soggetti economicamente e socialmente svantaggiati territori che presentano secondo la normativa europea svantaggi e/o ritardi nello sviluppo settori merceologici che costituiscono una leva di sviluppo per il contesto territoriale di riferimento. La normativa di settore è rivolta da un lato a sostenere l occupazione e l imprenditorialità, dall altro a promuovere lo sviluppo e l adeguamento strutturale dei territori caratterizzati da una mancata crescita del sistema economico e sociale. leggi a sostegno dell imprenditorialità a bando - è prevista una data limite entro la quale presentare la domanda di agevolazione a sportello - le domande possono essere presentate in qualsiasi momento e sono esaminate in ordine cronologico possono essere agevolazioni finanziarie a copertura parziale delle spese di investimento e di gestione - a fondo perduto, ossia senza restituzione e/o - mutuo a tasso agevolato, ossia prevede la restituzione con interessi inferiori a quelli di mercato altre tipologie di agevolazioni - formazione, consulenza, tutoraggio, mentoring, coaching, etc. che prevedono l affiancamento del neoimprenditore nella fase di avvio dell impresa Prima di presentare domanda per accedere ad un finanziamento pubblico, è opportuno accertarsi della sussistenza dei requisiti soggettivi e oggettivi richiesti. A tale scopo occorre tenere presenti le indicazioni contenute nella normativa in merito a: beneficiari tipologia e caratteristiche della compagine imprenditoriale iniziativa - tipologia giuridica dell impresa, data di costituzione, vincoli dimensionali e di localizzazione ecc. settori merceologici 20 di 33