Catalogo dei marchi storici di biciclette italiane (1890-1986)



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Catalogo dei marchi storici di biciclette italiane (1890-1986) Alan Inizialmente Saccolongo, poi Trambacche di Veggiano (Padova) Fondata nel 1972 dall ing. Lodovico Falconi, che aveva lavorato per una decina d anni per la Torpado. Negli anni settanta è uno dei primi costruttori di successo di leggeri telai in alluminio. La Alan usava un particolare procedimento di congiunzione dei tubi, che accoppiava l avvitatura con l incollaggio. Per vent anni Alan ha dominato il mercato delle bici da ciclocross. La staffetta è stata poi presa dalla Guerciotti, che già usava telai Alan in alluminio. Anche se Alan produceva in proprio, non è difficile trovare telai Alan montati e con il marchio di altre case. Modelli per il ciclocross in alluminio. Per la strada: Alan Olympic, Alan Super Record, Alan Superleggera. Marino Basso ha corso con l Alan nel 1977; con Alan hanno corso anche Gianbattista Baronchelli, Giovanni Battaglin, Marino Lejarreta. Ancora Milano Oltre a bici, l Ancora produceva motocicli. Fu acquistata dalla Dei che smise la produzione con questo marchio nel 1936. Modello S (1925), modello L (1934).

Atala Prima sede a Milano. Acquistata da Cesare Rizzato, viene trasferita a Padova nel 1938. Poi a Monza. E' fondata a Milano nel 1908 da Angelo Gatti (che aveva lavorato alla Bianchi) e lega il suo nome ai primi Giri d'italia. Dopo la prima guerra mondiale i successi nelle competizioni diminuiscono. E' acquistata nel 1919 dal milanese Steiner. Nel 1938 il marchio viene comperato da Cesare Rizzato, che dal 1921 produceva con il marchio Ceriz. Successivamente vengono acquisiti anche i marchi Maino e Dei. L'Atala partecipa alle competizioni, anche se in alcuni periodi solo saltuariamente, sino al 1962. Nel periodo successivo rinuncia ad una propria squadra, riprendendo però nel 1982. Caratteristico dell'atala è il colore grigio-azzurro dei telai. Atala Record Pro (anni sessanta-settanta). L Atala ha vinto la prima edizione del Giro d'italia nel 1909 con Luigi Ganna, la seconda nel 1910 con Carlo Galetti, la quarta nel 1912, disputata a squadre. Oltre a Ganna (che nel 1908 ha ottenuto il record dell ora a Milano) e Galetti ha corso con l Atala anche Pavesi. Poi Giovanni Pinarello, Toni Bevilacqua, Vito Ortelli, Giancarlo Astrua, Vito Taccone. Negli anni ottanta Urs Freuler, Pierino Gavazzi e Gianni Bugno da giovane. Bartali Macerata, poi Firenze Fondata negli anni cinquanta da Gino Bartali, non ebbe un grande successo commerciale. Le biciclette erano costruite dai Fratelli Santamaria di Novi Ligure. Inizialmente montavano il cambio Cervino, una versione del vecchio Vittoria.

Basso Dueville (Vicenza) La produzione inizia nel 1981 ad opera di Marino Basso, vincitore (su bici Chiorda) del mondiale a Gap (Francia) nel 1972. Poi è stata ed è tuttora - gestita da suo fratello Alcide. Tra i primi modelli la GAP. Battaglin Marostica (Vicenza) Dopo una brillante carriera di corridore, Giovanni Battaglin ha iniziato l attività di produttore nel 1981. Primi modelli: Vuelta e Giro. Benotto Torino, poi in Messico Fu fondata a Torino nel 1931 da Giacinto Benotto, che negli anni cinquanta si trasferisce in Messico, lì spostando anche la produzione. La Benotto messicana ha avuto un grande successo commerciale. Sino al decennio ottanta la produzione di biciclette da corsa di alta gamma rimane comunque in Italia; successivamente anche questo settore viene portato in Messico. Modello 2500 (inizi anni settanta), modello 3000 Giro d Italia (fine anni settanta). Moser nel 1977 vince il campionato del mondo a San Cristobal (Venezuela). Bianchi (Edoardo) Milano, poi Treviglio (Bg) La più antica (e probabilmente più importante) casa italiana per la produzione di biciclette nasce nel 1885 a Milano, al n. 7 di via Nirone. E' fondata da Edoardo Bianchi, allora solo ventenne. Edoardo Bianchi (1865-1946) era stato un orfano, accolto dai Martinitt, un istituto milanese dove ricevette un'istruzione nel campo della meccanica: si sdebiterà

destinando a questo orfanatrofio, sino al termine della vita, una percentuale dei profitti della sua azienda. Dall'inizio, la Bianchi non produce solo biciclette ma anche altri articoli di meccanica: cuscinetti a sfera, strumenti chirurgici, campanelli elettrici ecc. Nei primi tempi, realizza velocipedi tradizionali; rapidamente, si orienta però sul modello di bici che avrà maggior successo: ruote della stessa dimensione e telaio in acciaio. Nel 1888 applica l'idea di John Dunlop: la gomma con camera d'aria. In questo periodo è chiamato da Casa Savoia ad insegnare l'uso della bicicletta ai reali e in particolare alla regina Margherita; speciali modelli Bianchi, assieme a bici inglesi, percorrono i viali del parco della villa reale di Monza. La Bianchi nel 1895 diventa Fornitore della Real Casa ; può così utilizzare sui propri prodotti lo stemma rossocrociato dei Savoia. Già a cavallo di ottocento e novecento ottiene numerosi riconoscimenti in esposizioni nazionali e internazionali (Milano, Parigi, Bologna, Roma). Oltre a bici la Bianchi produce tricicli, con possibilità di applicare un motore; moto a partire dal 1897 (del 1901 è il Motobicicletto con motore De Dion), automobili dal 1900; successivamente produrrà anche motori avio (dal 1909) e camion. Sin dai primi anni la Bianchi riconosce l'importanza delle competizioni, creando il Reparto Corse. Nel 1899 con Giovanni Tomaselli che prima correva con Prinetti e Stucchi - la Bianchi vince il Gran Prix di Parigi su pista; nel 1911 con Carlo Galetti la terza edizione del Giro d'italia. Nel 1905 diventa società per azioni, con Edoardo Bianchi delegato alla gestione. Nella prima guerra mondiale fornisce le biciclette per l'esercito; tra queste La Bersagliera e un modello pieghevole. Nel dopoguerra il mercato di cicli e motocicli e con esso la Bianchi, conosce un'ulteriore notevole espansione; tra il 1924 e il 1938 la vendita di bici sale di quasi 200.000 unità all'anno, con la Bianchi che ne ha la fetta maggiore. La seconda guerra mondiale, al contrario della prima, non aiuta il settore ciclistico e in particolare la Bianchi. Nel 1946 muore, dopo un incidente stradale, Edoardo Bianchi. Come presidente della Bianchi s.p.a. subentra il figlio Giuseppe Bianchi. Nel secondo dopoguerra, il nome della Bianchi si lega indissolubilmente a quello di Fausto Coppi (strappato alla Legnano, dove nel 1940 aveva vinto il suo primo Giro) e alle sue numerose vittorie (tra l'altro, due Tour e cinque Giri). A metà degli anni cinquanta, i settori non ciclo dell'azienda mostrano segni di difficoltà, difficoltà che la Bianchi riesce ad affrontare solo grazie alla solidità nella vendita di biciclette. L'azienda conosce comunque una grossa crisi, che porta alla sua liquidazione, nel 1964; si salva solo il settore ciclistico. In questo periodo entra nella gestione Angelo Trapletti, industriale bergamasco, che inaugura lo stabilimento di Treviglio nel 1967 e, assieme ai fratelli Luigi e Giancarlo, acquista del tutto l'azienda nel 1972. Nel 1980 la Bianchi entra a far parte della Piaggio, che ottiene il pacchetto azionario completo (comprendente anche il marchio Legnano) nel 1991. Negli anni successivi il marchio ha subito varie vicissitudini, tra cui l'acquisto nel 1997 da parte di un marchio svedese. Le biciclette Bianchi hanno un colore tipico: è il classico azzurro Bianchi (in realtà un verde acqua; la tonalità del colore è comunque cambiata nel corso degli anni). L'azzurro Bianchi appare sui telai nel 1913 ma diventa caratteristico delle bici solo dal 1940. Modello A (con freno a tampone), modello B, modello C, quest'ultimo più economico. Tra ottocento e novecento realizza anche un modello con trasmissione cardanica. Modello D1 (1907; con freno a tampone) e D2 da mezza corsa. Modello S (1911; freno a tampone). Particolarmente importante il Modello M Tipo Giro d Italia (dal 1913 al 1932). Inizialmente con freno a tampone; forcellini regolabili per mozzo posteriore a due pignoni; galletti a farfalla; cerchi in legno o, a scelta, in acciaio; dal 1922 freni Bowden e introduzione della ruota libera; dal 1928 con oliatore. Modello Saetta (1933). Modello Bovet (1934). Saetta Modello Corsa e Modello Sirena (seconda metà anni '30). Modello Folgore (1940), che adotta il cambio Campagnolo a due stecche. Modello Freccia. Folgorissimo (1949). Prima di questo modello il serraggio del tubo reggisella era posizionato sopra il tubo orizzontale; adesso viene spostato nella parte posteriore; cambio Campagnolo ad una stecca. Il Folgorissimo cambia nome in Paris-Roubaix (1950-1951), dopo la vittoria di Coppi nella corsa omonima; freni Universal 5501; ruota libera a 4 e poi 5 rapporti; cerchi Nisi,

sella Aquila; manubrio e attacco Bianchi in acciaio. Nel 1952 con deragliatore Campagnolo. Tour de France (1952-1953) dopo la vittoria di Coppi del 1952. Montata con Campagnolo Gran Sport; manubrio e attacco Ambrosio in alluminio; freni Universal, cerchi Nisi. Campione del mondo (1953-1954), dopo la vittoria di Coppi a Lugano. Altri modelli, meno prestigiosi, di questo periodo: Fulmine e Freccia. Specialissima (dal 1958). Montata con il gruppo Campagnolo Record. Misura del reggisella 27,2 mm. (precedentemente era 25 mm). E' il modello usato dalla squadra Salvarani negli anni sessanta. Altri modelli degli anni '70: Specialissima Super Corsa, Specialissima Super Leggera. Bianchi del centenario (1985). Modello Mondiale (1985), con Campagnolo Super Record. Hanno corso per e con la Bianchi moltissimi campioni. Tra questi: G. Tomaselli, C. Galetti, T. Belloni, G. Gerbi, E. Pavesi, Petit-Breton, H. Pélissier, O. Bottecchia, C. Girardengo, G. Olmo (record dell ora 1935), A. Bovet, F. Coppi (mondiale a Lugano nel 1953), R. Riviere (record dell ora nel 1957,) N. Defilippis, F. Gimondi (mondiale a Barcellona nel 1973), V. Adorni, M. Argentin (mondiale a Colorado Springs nel 1986). Anche se il periodo è successivo al 1986, non si può non ricordare Marco Pantani. Billato Padova Le bici marchiate Billato compaiono tardi. Silvio Billato, che ha fondato l'azienda nel 1954, è stato però un importante telaista, che ha preparato biciclette per diversi campioni (sembra anche Gino Bartali e Fausto Coppi). La gestione dell'azienda è stata poi assunta dai figli Roberto, Silvio e Stefano Bottecchia Vittorio Veneto, poi Cavarzere (Ve) E avviata da Teodoro Carnielli (rivenditore della Ganna e che aveva fondato la Carnielli nel 1909) nel 1926, con il supporto del due volte (1924 e 1925) vincitore del Tour, O. Bottecchia. Negli anni trenta rileva anche le biciclette Stucchi. Alla fine degli anni sessanta il timone dell'azienda è preso dai figli di Teodoro, Guido e Mario. Il marchio cambia proprietà alla fine degli anni novanta. Bottecchia Special, Bottecchia Giro d Italia. Hanno corso con la Bottecchia Gastone Nencini (1957), Gianni Motta (1966), Rudi Altig (campione del mondo 1966), Giuseppe Saronni (che vince il Giro del 1979).

Casati Monza Fondata nel 1920 da Pietro Casati, buon corridore. Ha corso con bici Casati Gianni Bugno, da dilettante (1983). Chesini Verona Gelmino Chesini fonda il marchio nel 1925 e nel 1947 rileva la Cicli Valletti. Successivamente l attività è proseguita dal figlio Gabriele. Chesini Biciprecision. Chiorda Bergamo Nasce nei primi anni cinquanta. Negli anni sessanta è proprietà di Angelo Trapletti, un industriale di Bergamo che possiede anche la Bianchi. Classico il colore blu. La Magni, la Chiorda Professional, la Chiorda Gimondi (modello popolare, non top di gamma, agli inizi degli anni settanta). Negli anni sessanta la Salvarani, con corridori del calibro di Adorni e Gimondi, correva con bici marchiate Chiorda (telai probabilmente realizzati da De Rosa, Colnago e dal Reparto corse della Bianchi), inizialmente con la sottomarca Magni; poi nel 1966 e nel 1969-71 con il marchio Chiorda. Gimondi vinse il Tour de France del 1965 con una Magni Chiorda. Su Chiorda, M. Basso vince il campionato del mondo del 1972 a Gap. Magni Chiorda Cinelli Firenze, Milano, poi Caleppio di Settala (Mi) La "Cicli Giotto Cinelli" nasce nel 1938-39 a Firenze; inizialmente per la produzione di attacchi e curve manubrio, poi anche bici. Nel 1948 Giotto cede l attività al fratello Cino Cinelli, precedentemente corridore di successo. Cino aveva corso per la Frejùs, la Bianchi, la Benotto, vincendo, tra l'altro, la

Milano-Sanremo del 1943. Con il passaggio a Cino, la produzione viene spostata a Milano. Poiché la parte principale della produzione Cinelli era costituita da attacchi e curve manubrio, Cino non ha mai spinto troppo sulla vendita di biciclette complete: per evitare di avere rapporti concorrenziali con gli altri produttori di bici, che erano gli acquirenti dei suoi prodotti principali. Anche per questa scelta, le bici Cinelli, dopo il primissimo periodo, sono rimaste bici di valore e prezzo elevati, così come elevato ne era il contenuto tecnico e di innovazione; sono state definite le Rolls Royce delle biciclette. In effetti, Cinelli ha introdotto o comunque diffuso numerose innovazioni nelle bici da corsa: - la forcella con la testa sloping : rendendo più corti i foderi della forcella, se ne accresce la rigidità; il nuovo disegno della testa forcella ha anche un vantaggio aerodinamico; - un particolare snodo di sella (dal 1953), nel quale la vite di serraggio del tubo reggisella attraversa i pendenti posteriori del telaio; - il pedale a sgancio rapido (M71 del 1973); - il manubrio in alluminio (1963), già esistente ma diffuso da Cinelli; - la sella in plastica (Unicantor 1962), prima introdotta da T. Nieddu (famoso per il cambio Vittoria) con cui la Cinelli collaborerà; - la saldatura a TIG, con il modello Laser, il cui prototipo è della fine degli anni settanta (vedi la scheda in questo sito). Nel 1978 Cino Cinelli vende ai fratelli Colombo, ritirandosi in una villa in Toscana. A prendere il timone è Antonio Colombo, figlio di Angelo. Andrea Cinelli, figlio di Cino, rimane nell'azienda occupandosi del marketing (suo è il modello Cinetica Giotto, una bella bici che non ha avuto grande successo). La Cinelli è anche la prima casa ad avere portato in Italia la Mountain Bike: con il "Rampichino" del 1984. SC (Speciale Corsa poi definito anche Super Corsa; è il modello A, top di gamma prodotto a partire dal 1947; nel 1961 c'è una rara versione con la scritta Cinelli Monza sul tubo verticale; del 72 è la SC Leggerissimo). Modello B (anche Roma) dai primi anni 50 al '73. Modello C (Corsa poi Riviera). Della gestione Colombo è la Laser: la prima bici studiata in funzione dell'areodinamica, tra l'altro con saldature non a congiunzioni ma Tig (1979-82). F. Coppi ha usato un telaio Cinelli nel 1947. O. Ritter ha conquistato il record dell ora nel 1968 (sembra però con un telaio Fiorelli). Ciocc Mozzo (Bergamo) Fondata da Giovanni Pellizzoli, che aveva lavorato per De Rosa, nei primi anni sessanta. Alla fine degli anni settanta ha cambiato proprietà. Modello San Cristobal (fine anni settanta). Modello Mosca (1980). Colnago

Cambiago (Milano) Ernesto Colnago inizia a lavorare nella fabbrica di biciclette Gloria nel 1945, dove presto diventa caporeparto (per la storia di Colnago vedi in questo sito il relativo articolo); è anche un discreto corridore. Nel 1954, con l'aiuto finanziario del padre, si mette in proprio aprendo l officina a Cambiago: escono le prime biciclette Colnago. Avviato al mestiere da Faliero Masi, Colnago è stato il meccanico di molti campioni: tra questi Magni, Nencini, Merckx. Oltre ad essere un eccellente costruttore e saldatore, ha mostrato abilità commerciale. Nella produzione di bici da corsa ha introdotto diverse novità: la forcella piegata a freddo, la forcella diritta (mod. Precisa nel 1989), i tubi di sezione stellare (Gilco Design) per il Master. Nei primi anni settanta era il produttore delle bici marchiate Eddy Merckx (vedi catalogo Colnago 1973). Oltre al marchio Colnago, è esistito anche il marchio Colner (Colner sta per Colnago- Ernesto; il simbolo è l asse di picche): con modelli inizialmente di alta gamma, poi di fascia più bassa. I primi modelli negli anni cinquanta erano conosciuti con il nome La Freccia (forse per il logo, che comprendeva un aquila e una freccia). Asso di fiori (primi anni settanta), Super, Mexico (dopo il record di Merckx del 1972 e sino al Master), Oval CX (dal 1983), Arabesque (in occasione del trentennale, 1984), Master (a partire dal 1983), Superissimo. Del 1986 è la Concept, prototipo in carbonio studiato con la Ferrari. Hanno corso con bici Colnago molti campioni: F. Magni, G. Nencini, V. Adorni, G. Baronchelli, G. Motta, De Vlaeminck, E. Merckx (record dell ora a Città del Messico nel 1972), Marino Basso, Michele Dancelli, Giovanni Battaglin, Freddy Maertens (campione del mondo a Praga nel 1981), Giuseppe Saronni (campione del mondo a Goodwood nel 1982), Joop Zoetemelk (campione del mondo sul Montello nel 1986). Colner Confente Verona poi Carlsbad-CA (USA) Sono probabilmente le bici più ricercate dai collezionisti. Confente è stato un eccezionale telaista, morto giovane. Ha lavorato per Masi. A lui era stata affidata la Masi California (inizialmente a Carslbad). Negli Usa ha prodotto circa 135 biciclette con il suo nome, oggi molto ricercate. Daccordi S. Miniato (Pisa) Fondata da Giuseppe Daccordi nel 1937, inizialmente per la produzione di soli telai commercializzati da altri marchi, poi anche di biciclette complete. L attività fu sospesa nel 1939 e ripresa nel 1945. Negli anni sessanta la gestione dell'azienda è proseguita dal figlio Luigi. La Daccordi si è fatta notare per la qualità delle rifiniture e la robustezza, in particolare

della scatola del movimento centrale. Hanno corso con bici Daccordi Adriano Baffi, Palmiro Masciarelli, Johann Van Der Velde. Dei, Umberto Milano Umberto Dei, corridore ciclista, produce la sua prima bicicletta nel 1896. La Dei diverrà famosa soprattutto per le bici da passeggio, con freni a bacchetta; produsse però anche eccellenti bici da corsa e da pista (Maspes ha corso anche con la Dei). Il marchio è stato assorbito da Atala. Modello Milano-Sanremo (1935). Modello Oro (1937). De Rosa Milano, poi Cusano Milanino (Mi) Ugo De Rosa nasce nel 1934 a Milano. Frequenta la scuola professionale come meccanico e corre in bicicletta, tra gli amatori. Il suo primo lavoro è nella bottega di uno zio (Filippo Fasci, vicino a Niguarda) per la riparazione e assemblaggio di biciclette. Nel 1952 inizia l attività in proprio (il logo, però, si vede solo nel 1973, sulle bici della GBC di V. Panizza e D. Zandegù) per la realizzazione di bici da corsa a Milano. Già negli anni 50 i telai De Rosa godono ottima reputazione nelle corse. Nel 1958, Raphael Geminiani, dopo un incontro casuale al Vigorelli (Geminiani mancava della bici per correre, che gli viene subito apprestata da De Rosa), chiede a Ugo di realizzare le bici per il Giro d Italia. Negli anni 60 le De Rosa si diffondono tra i corridori professionisti. La squadra Faema (dove corre Rik van Looy) è la prima ad adottarle; seguono la Ibac (1964) e la Max Mayer di Gastone Nencini (come allenatore, 1967). Nel 1969 l incontro con Gianni Motta; De Rosa diventa il fornitore della Sanson. Nel 1973 si formalizza la collaborazione con Eddy Merckx (che, dopo il record dell'ora a Città del Messico, aveva avuto uno scontro con Colnago, per aver usato una bici di Ernesto ma con un altro marchio, Windsor); Ugo diventa meccanico e telaista della Molteni; lo sarà sino al 1973. Nel 1973-74 ha costruito anche per Francesco Moser (squadra Filotex, poi nel 1976 Sanson), che con queste bici ha vinto tre Paris-Roubaix. Nel 1982 sponsorizza la Sammontana di Moreno Argentin e GiovanBattista Baronchelli. Dal 1985 al 1989 l Ariostea. A partire dagli anni 80 entrano nella gestione i figli Danilo, Doriano e Cristiano, che alla fine del decennio, con lo spostamento dell azienda a Cusano Milanino, ne prendono le redini. Negli anni 90 Ugo De Rosa realizza notevoli telai in titanio, con i quali la squadra Gewiss vince numerose corse. SLX, Primato. De Rosa ha introdotto l'alleggerimento della scatola movimento centrale, con la realizzazione di fessure nella parte inferiore.

Hanno corso con De Rosa: R. Geminiani, Rik van Looy, G. Motta, E. Merckx, M. Panizza, F. Moser, M. Argentin, G. Baronchelli. Fiorelli (poi Coppi-Fiorelli) Novi Ligure Inizia l attività nel 1932. Nella seconda metà degli anni cinquanta la Fiorelli lega il suo nome a quello di Coppi. Nel 1988 il marchio Coppi è stato acquistato dalla Fratelli Masciaghi. Modello Campionissimo Super Record e Record (anni 80); Fiorelli Tour de France; Fiorelli Giro d Italia. Fiorelli è stato uno dei telaisti di Coppi. Con un telaio Fiorelli O. Ritter nel 1968 ha ottenuto il record dell ora. Hanno corso con Fiorelli anche: Schotte, Kubler, Koblet Gaul, Motta e Bitossi. Frejus Torino, poi Milano nel dopoguerra. Chiude negli anni settanta. Fondata a Torino da Emmo Ghelfi. Fu acquistata e trasferita a Milano da Emilio Bozzi, proprietario della Legnano. Negli anni settanta, con l assassinio di Bozzi, chiude anche Frejus. Nei primi anni settanta il marchio è ripreso dalla Bianchi. E.Baldini, passato dalla Legnano alla Ignis, ha corso con Frejus. Galetti Milano, poi Rossano Veneto (Vi). Il marchio Galetti nasce a Milano nel 1920. Prende il nome da Carlo Galetti, noto ciclista che vinse il Giro d Italia negli anni 1910-1911-1912. L azienda continuò la sua attività fino alla seconda guerra mondiale. Nel 1952 il marchio viene acquistato dalla famiglia Alessi di Rossano Veneto (Vicenza) che, in maniera artigianale, riprende la produzione dei modelli che la Galetti proponeva prima della guerra.

Galmozzi Milano Galmozzi aveva partecipato alla fondazione della Cicli Gloria (di Alfredo Focesi) nel 1922. Il figlio Francesco negli anni cinquanta sviluppa l attività di produzione di telai del padre; nella bottega di via Melchiorre Gioia a Milano, produceva pochi telai all anno, apprezzati per la qualità delle rifiniture e le prestazioni. Chiude negli anni settanta. Il marchio, un gallo appoggiato su un mozzo, richiama in modo ironico il cognome (Galmozzi). Ganna Varese, oggi Mussolente (Vi) Fondata da Luigi Ganna nel 1912. Modello Specialissima (1949). F. Magni ha vinto il Giro nel 1951. Gios Torino, poi Volpiano La Gios è stata fondata nel 1948 a Torino da Tolmino Gios (nato a Vittorio Veneto, Treviso, nel 1916), che era stato un buon corridore. Nel 1958 entrano nella gestione i figli Adriano, Alfredo e Aldo. Nel 2012 il marchio italiano è gestita da Aldo Gios e dal figlio Marco. Caratteristico delle bici Gios è l'inconfondibile colore blu. E' stata tra le prime case a usare la microfusione per i telai, ottenendo una scatola del movimento centrale che per la sua rigidità poteva fare a meno del ponticello posteriore. Nel 1980 la Gios sviluppa una particolare testa della forcella, scavata nella parte superiore, per diminuire il peso. Nel 1983 introduce il forcellino Gios compact, primo forcellino regolabile e sostituibile. Super Record (1973), Aerodynamic (1981), Professional (1983). Hanno corso con la Gios, Italo Zilioli (nella categoria allievi), R. De Vlaeminck, Patrick

Sercu, Dietrich Thurau, Alfons De Wolf, Michel Pollentier, Hampsten, Roberto Visentini, Stephen Roche. Girardengo Novi Ligure (Alessandria) Fondata da Costante Girardengo. Il marchio è stato poi acquistato dalla Fratelli Masciaghi. Gloria Milano Fondata da Alfredo Focesi nel 1922. Il marchio è stato poi acquistato dalla Fratelli Masciaghi. Già dagli anni venti è conosciuta per l alto livello delle finiture e in particolare per le elaborate congiunzioni con un disegno a fiore. Il marchio riporta le lettere AMF (Alfredo Focesi Milano) e i colori dell iride (per la vittoria di Libero Ferrario su Gloria al Campionato mondiale dilettanti nel 1923 a Zurigo). Modello C (1927). Modello Garibaldina. Hanno corso per la Gloria Costante Girardengo e Learco Guerra. Ernesto Colnago da giovane ha lavorato per la Gloria. Grandis Verona Il marchio appare nel 1965, ad opera di Silvino Grandis. Special Gran Prix (1975).

Guerciotti Milano E fondata da Italo Guerciotti, assieme al fratello Paolo, corridore di ciclocross, a Milano nel 1964. Guerciotti oro del 1979. Particolarmente noti - e vincenti - i modelli da ciclocross. Lygie Pavia, poi Padova Nasce nel 1905 ed è poi acquistata da Rizzato (Atala). Legnano Milano. Sulle origini della Legnano esistono versioni diverse. La nascita, comunque, è in genere posta nel 1902. In quell'anno la Franco Tosi di Legnano inizia a produrre biciclette Wolseley (poi Wolsit) mentre Emilio Bozzi a Milano produce le bici Aurora. Verso la fine del decennio le due ditte iniziano a collaborare. Un ruolo deve aver giocato anche Vittorio Rossi, che nel 1910 risulta il concessionario del marchio Legnano (assieme a Wolsit, Aura, Orio, Wola). Secondo alcuni, proprio Rossi sarebbe il primo fondatore della Legnano. Dagli anni venti, comunque, la gestione è nelle mani di Emilio Bozzi, che possedeva già il marchio Frejus. E' in questo periodo che la Legnano si fa conoscere: i grandi successi nelle corse iniziano con l'arrivo di Alfredo Binda nel 1924; il settore corse è diretto da Eberardo Pavesi. Poi, il nome Legnano resterà legato all'omino di ferro: Gino Bartali. Bartali, che era stato ingaggiato dalla Frejus, arriva alla Legnano che in quel periodo aveva come capitano Learco Guerra - nel 1936. Dopo tante vittorie, la lascerà nel 1949, per avviare in realtà senza grande successo - la produzione di biciclette marchiate con il proprio nome. Anche Fausto Coppi inizia la carriera da professionista nella Legnano, come gregario di Bartali, nel 1940; passerà alla Bianchi nel 1946. Forse la Legnano è il marchio con il maggior numero di successi nelle gare ciclistiche: tra questi, sette titoli mondiali, due Tour de France, quindici Giri d'italia. La Legnano, che negli anni quaranta e cinquanta era stata la più accanita concorrente della Bianchi, negli anni settanta entra nell orbita di quest ultima. In quel periodo Emilio Bozzi viene ucciso da terroristi delle Brigate Rosse. Nel 1987 l azienda viene ceduta del tutto alla Bianchi. Recentemente la famiglia Bozzi ha però riacquisito il marchio. Una caratteristica delle Legnano storiche (dal 1926, con il modello 54) è la posizione del bullone stringi tubo di sella: posto davanti al reggisella e sotto il tubo orizzontale del

telaio (nell angolo formato da tubo orizzontale e tubo piantone). Il primo colore è il bleu Legnano, usato sino al 1936. Poi il classico colore Legnano diventa il verde oliva (definito anche verde trasparente): è ottenuto con un primo strato di vernice opaca argento metallizzato, e un secondo di trasparente leggermente colorato in verde. Logo della Legnano è l'immagine del guerriero con la spada sguainata, "Alberto da Giussano". Modello 54 (corsa) e 53 (mezza corsa) negli anni '20. Modello 54 tipo Campione del mondo (1930). Modello Roma Campione del Mondo (dal 1933, dopo la terza vittoria di Binda al Campionato del mondo di Roma); con ruota libera, tre pignoni da un lato e uno fisso dall'altro; manubrio in alluminio; dal 1934 con cambio Vittoria. Roma Campione del mondo 1937, con la nuova colorazione verde trasparente; cambio Vittoria Margherita; pipe frastagliate e oliatore. In questo periodo anche modelli 53 e 54, con caratteristiche analoghe ma più economici e commercializzati senza cambio. Modello Roma con cambio Campagnolo Corsa (disponibile anche con Simplex Tour de France), dal 1946 al 1950. In questi anni modelli 53 e 54 (con cambio Simplex Campione del mondo; leva di comando posta sul tubo orizzontale del telaio). Modello Roma 1951 con cambio Campagnolo a una stecca. Modello Roma 1952 con Campagnolo Gran Sport cambio (la versione Extra) e deragliatore (disponibile anche con cambio e deragliatoee Simplex). Corone 47/50 e cinque pignoni. Modello Gran Premio dal 1958: più economico, prende il posto del modello 54 (mentre rimane il modello 53). Roma Olimpiade, presentata nel 1957. Adotterà i nuoi componenti Campagnolo del gruppo Record (tra cui l'innovativa guarnitura in alluminio con innesto a perno quadro). Secondo alcuni, il nome Olimpiade fu scelto in vista delle Olimpiadi di Roma, che si terranno nel 1960; secondo altri, per celebrare la vittoria di Ercole Baldini alle Olimpiadi di Melbourne nel 1956; è anche possibile che entrambi i motivi fossero presenti. Modello Olimpiade Record con Campagnolo Nuovo Record nel 1967. Il modello era disponibile con tubi Reynolds 531 o Columbus o SS Falck. Hanno corso con la Legnano, A. Binda (tre campionati del mondo: nel 1927 al Nurburgring in Germania, nel 1930 a Liegi in Belgio, nel 1932 a Roma), L. Guerra, G. Bartali, F. Coppi (all inizio della carriera; record dell ora a Milano nel 1942), E. Baldini (campionato del mondo nel 1958 a Reims in Francia; record dell ora nel 1956 a Milano). Maino Alessandria Fondata nel 1896 è stata più avanti rilevata da Rizzato (Atala). La testa della forcella era caratterizzata da tre linee orizzontali. Tipo Campionissimo (anni venti e trenta). La Maino è stata la bici di Costante Girardengo. Learco Guerra ha vinto il Campionato del mondo del 1931 a Copenaghen. Una Maino grigia è stata la prima bicicletta da corsa di F. Coppi.

Marastoni Reggio Emilia I primi telai Marastoni risalgono al 1939. Nel 1949 inizia l attività la ditta Grasselli Cicli Marastoni. Nel 1960 Grasselli si ritira. Marco Marastoni (il nome del figlio morto prematuramente). F. Moser ha corso con Marastoni. Marnati Milano Umberto Marnati è stato uno dei meccanici di Coppi (lo si può vedere nella famosa foto della borraccia passata tra Coppi e Bartali nel Tour del 1952). Ha lavorato come telaista prima alla Legnano poi al Reparto corse della Bianchi. Dagli anni settanta l attività è gestita dal figlio Daniele. Masi Prima Sesto Fiorentino, poi Milano Faliero Masi (Sesto Fiorentino 1908- Milano 2000) impara a costruire bici da corsa su misura come apprendista presso il laboratorio artigianale Compostini (secondo altri Campostrini ) di Sesto Fiorentino. Ha un passato da corridore (corre sulle bici prodotte dalla Compostini); partecipa anche ai Giri d Italia del 1931 e 1932. Apre poi una bottega in proprio a Sesto Fiorentino nel 1949. Viene chiamato a Milano dalla Viscontea, di cui diventa il responsabile del Reparto corse (nella squadra Viscontea correva il giovane Magni, su telai costruiti da Masi, prima di passare alla Wilier nel 1948). Nel 1952 sposta la sua attività per la produzione di bici a Milano, quasi subito all interno del Velodromo Vigorelli. Negli anni 50 è primo meccanico della squadra Nivea-Fuchs guidata da F. Magni; secondo meccanico è E. Colnago. Viene chiamato il sarto, per la capacità di realizzaretelai su misura. Nel 1972 Faliero vende il marchio Masi ad un consorzio in California (per produrre un modello Gran Criterium per gli Stati Uniti). L intenzione di Faliero era di trasferirsi a lavorare negli Usa, ma alcuni disaccordi e l insoddisfazione per lo stile di vita americano lo riportano in Italia. La Masi americana ha sede in California, originariamente a Carlsbad (affidata a Mario Confente), poi a Rancho Santa Fe, poi a San Marcos. A Milano l attività è stata invece proseguita dal figlio Alberto. Le Masi sono tra le biciclette più ricercate dai collezionisti di tutto il mondo. La Masi ha ottenuto ulteriore visibilità grazie al film Breaking Away (1979): la bici giusta per il protagonista, che insegue il successo nelle corse, è una Masi Gran Criterium rossa. Masi Speciale Corsa e Pista, Masi Special, Masi Gran Criterium (il modello più importante), Masi Prestige, Masi Volumetrica (realizzata da Alberto nel 1982, con tubi maggiorati, ovalizzati e particolari congiunzioni interne ). Molte biciclette di corridori e campioni sono state realizzate da Masi, anche se le etichette poi applicate sui telai erano quelle dei marchi talora produttori che si rivolgevano al mercato di massa che sponsorizzavano la squadra. Hanno corso con telai Masi F. Coppi, F. Magni, L. Bobet, M. Poblet, R. Rivière, Antonio Maspes (di cui Faliero è stato il meccanico di fiducia), R. Van Looy, G. Nencini,, J. Anquetil (che su Masi al Vigorelli nel 1959 stabilisce il Record dell ora, poi non

omologato per il rifiuto di Anquetil di sottoporsi all antidoping), A. Pambianco, V. Adorni (mondiale a Imola nel 1968), E. Merckx, Ferdinand Bracke (record dell'ora del 1967). Milani Verona Gino Milani ha prodotto telai per Colner, Chiorda, Bianchi, Bottecchia, Leri, Pinarello, Battaglin, Colnago e Moser. Ha poi prodotto anche con il proprio marchio. Da Milani a Verona ha lavorato il genero Dario Pegoretti, oggi uno dei più prestigiosi telaisti in acciaio del mondo. Mondonico Concorezzo (Milano) Giuseppe Mondonico, assieme al fratello Angelo, inizia a produrre telai nel 1929 a Concorezzo. Produce telai da corsa di qualità, con tubi Columbus e Falck. Alla morte di Giuseppe, nel 1973, subentra il figlio Antonio. Successivamente l attività viene chiusa. Antonio lavora per altre case, tra cui Gianni Motta e Ernesto Colnago. Nel 1979 apre un suo laboratorio, producendo telai inizialmente in conto terzi. Nel 1984 avvia una partnership con Paolo Guerciotti, che dura qualche anno. Ha costruito telai per diversi corridori (perlopiù marchiati con altro nome), tra cui Claudio Chiappucci. Montante Serradifalco (Caltanissetta) Inizia l attività negli anni venti. Produce bici da passeggio e da lavoro ma anche da corsa. Moser

Trento, poi Piove di sacco (Pd) Fondata nel 1983 da Francesco Moser. Modello 51.151 (per commemorare il record dell ora 51 km e 151 metri - conquistato da Francesco Moser nel 1984 a Città del Messico); i modelli Moser con questo nome sono stati diversi, non tutti di altissima gamma. La bici del record dell ora 1984 era marchiata Moser. Motta (Gianni) Gropello d Adda (Milano) Fondata da Gianni Motta. Motta Giro d Italia (1966). Personal 2001 (1985). Olmo Celle Ligure Fondata nel 1939 come Olmo Cicli dal corridore Giuseppe (Bepin) Olmo - che aveva ottenuto il record dell ora a Milano nel 1935 - assieme ai fratelli Franco, Giovanni e Michele. Bepin Olmo aveva vinto, tra l'altro, due Milano-Sanremo. Negli anni '50 la Olmo ha cercato di espandersi anche al di fuori del settore ciclo Classici i modelli degli anni '70 e '80. Tra questi il modello Competition. Biciclissima (1980). Hanno corso con Olmo Pierino Gavazzi (1980-81), Marino Lejarreta. Olympia Milano, poi Piove di Sacco (Padova) E fondata nel 1893 da Carlo Borghi (come anzianità è dunque seconda solo alla Bianchi). Nel 1959 è stata acquistata da Antonio e Pasquale Fontana, di Piove di Sacco, che già possedevano i marchi Winter, Willes e San Remo. L Olympia diventa il marchio di punta. Successivamente, la gestione è passata ai figli Vittorio e Paolo. Modello Competizione (costruito da Augusto Daniele), Modello Special Piuma. Caratteristica la vernice perlacea. Negli anni settanta il marchio in metallo è sostituito dalla decal. Hanno corso con Olympia Corlaita, Tano Belloni, Di Paco, Giovanni Valetti, Vito Ortelli.

Pavarin Calcinate del Pesce (Varese) Achille Pavarin (1930) ha lavorato per vent anni alla Ganna. E stato meccanico di importanti campioni. Nel 1971 ha brevettato il tacchetto regolabile per il pedale. Nel 1974 apre il proprio laboratorio per realizzare bici da corsa a Calcinate. Con lui lavora il figlio Roberto, anch egli meccanico di campioni. Pettenella Milano Vanni Pettenella vinse la medaglia d oro in pista a Tokio nel 1964. Avviò la costruzione di biciclette a Milano. Anche se non ebbe grande successo commerciale, introdusse innovazioni importanti: tra l altro, il telaio con tubi a goccia, piegati a freddo. Aveva rapporti con Shimano negli anni settanta, quando la casa giapponese era pressoché sconosciuta in Italia. Ci sono alcune Pettenella montate con il primo gruppo Dura Ace, del 1973. Pinarello Catena di Villorba (Tv) Giovanni (Nane) Pinarello (nato a Catena di Villorba nel 1922), dopo aver lavorato per Paglianti (un fabbricante di bici della zona) e una carriera da corridore (fu anche maglia nera nel Giro del 1951), inizia l attività di produttore assieme al fratello Carlo nel 1952. In quel periodo correva per la squadra Bottecchia che, volendo far posto al promettente Pasqualino Fornara, gli chiese di cedere il posto al Giro, compensandolo con 100.000 lire. Con quella somma avvio anche formalmente (assieme al fratello, produceva già bici)l'attività. Nel 1957 sponsorizza un club locale, La Padovani. E nel 1960 la prima squadra di professionisti, la Mainetti, cui fornisce le proprie biciclette. Per gli anni settanta-ottanta: Montello, Treviso, Super record Special. Hanno corso su bici Pinarello, Marino Basso (1967), Fausto Bertoglio (che vince il Giro

del 1975 nella squadra Jolly Ceramica), Giovanni Battaglin (che con la Inoxpram vince Vuelta e Giro del 1981). Poi, fine anni '80 primi '90, Pedro Delgado e soprattutto Miguel Indurain, vincitore di cinque Tour; i telai di quest'ultimo dal 1992 erano in realtà di Dario Pegoretti). Pogliaghi Milano Sante Pogliaghi apre la sua officina nel 1947, dopo aver imparato il mestiere nel negozio dello zio Brambilla. Negli anni ottanta il marchio passa alla Rossin, poi ad altri, sino alla Basso che successivamente lo dismette. Tandem da pista. Con telai Pogliaghi hanno corso Sercu, Merckx, Beghetto, Faggin, Pettenella. Rossin Cavenago Brianza, poi Milano Marco Rossin è stato uno dei migliori telaisti di Colnago sino al 1974, quando apre la sua ditta. Modello Record, Modello Super Record, Futura Cx (1985), Ghibli (seconda metà anni ottanta). GiovanBattista Baronchelli, Hennie Kuiper, Franco Ballerini e Moreno Argentin hanno corso con bici Rossin. Scapin Piove di Sacco (Padova) Umberto Scapin fonda nel 1957 l attività, proseguita poi dal figlio Stefano. Oggi è un marchio di Cicli Olympia. Simoncini

Gambassi Terme (Firenze) Fondata da Renato Simoncini nel 1949. Sino al 1990 ha lavorato prevalentemente in conto terzi. Somec S. Agata sul Santerno (Ra) Fondata da Oliviero Gallegati nel 1973. Negli anni settanta e ottanta introduce alcune innovazioni di successo sui telai (tra cui i pendenti posteriori che si innestano direttamente sul collarino reggisella) Stelbel Milano Fondata da Stefano Belletti negli anni settanta. Fu tra i primi ad usare le saldature Tig - senza congiunzioni - per i telai di biciclette (il padre era stato un importante saldatore di telai per aereoplani). E stato tra i primi anche ad usare tubazioni oversized. Integrale Taurus Milano Nasce nel 1906. Famosa per i suoi modelli da passeggio con freni a bacchetta, ha prodotto anche bici da corsa. E stato il primo grande produttore a usare telai leggeri in lega di alluminio. Tommasini

Grosseto Irio Tommasini, dopo aver lavorato in una grande impresa milanese, fonda in Toscana la Tommasini nel 1957. Nel 1956 è stato meccanico nella squadra Nivea-Fuchcs, con Faliero Masi Torpado Padova, poi Cavarzere (Ve) Nasce nel 1895 per iniziativa di Antonio Torresini. Oggi è un marchio di Cicli Esperia. Modello SL (Superleggera), Modello Super Strada. Negli anni cinquanta e sessanta hanno corso Nino Defilippis, Cleto Maule, Aldo Moser. Viner Pistoia Fondata da Viviano Nerozzi (da cui il marchio Viner) a Pistoia nel 1947, inizialmente per produrre bici da passeggio. Negli anni 50 inizia a produrre bici da corsa. Negli anni 70 sponsorizza la squadra porofessionista Furzi-Ft. Special Professional Wilier Triestina Bassano del Grappa, poi dal 1969 Rossano Veneto (Vi) Fondata a Bassano da Pietro Dal Molin nel 1906 come Ciclomeccanica Dal Molin. A gestire l'azienda è poi il figlio Mario. A lui si deve il colore ramato, caratteristico delle bici Wilier, ottenuto con una procedura particolare (cromovelatura) dei telai. L'acronimo Wilier sta per W l Italia Libera e Redenta. Il nome diviene Wilier triestina secondo alcuni alla fine del 1945, secondo altri nel 1946: è comunque un modo per rivendicare l'italianità di Trieste (che, dopo la guerra, per alcuni anni le potenze vincitrici non assegnarono all'italia). Il campione della squadra Wilier è Giordano Cottur, triestino di nascita, che vince la tappa con arrivo a Trieste del Giro 1946 (in realtà la corsa fu interrotta da una manifestazione, con disordini e spari, e la classifica neutralizzata). La trasformazione della Wilier in Wilier triestina è una mossa che aveva intenti patriottici

ma anche effetti commerciali. La Wilier triestina chiude comunque nel 1952, per il generale calo delle vendite di biciclette che si registra in quel periodo: gli italiani si indirizzano verso scooter e moto. Il marchio è stato ripreso nel 1969 dalla famiglia Gastaldello, che sposta la fabbrica a Rossano Veneto. Viene ripresa la produzione delle biciclette ramate. Superleggera cromovelata (fine settanta primi ottanta). G. Cottur correva con Wilier. Con la Wilier Magni vinse il Giro del 1948. Hanno corso anche Alfredo Martini e Toni Bevilacqua.