Criteri di valutazione dei rischi



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Corso di Sicurezza per Apprendistato Criteri di valutazione dei rischi CFP L. Petroselli Dott.ssa Katia Cl Colavecchi INDICE Infortuni e malattie professionali dagli anni 50 ad oggi Andamento infortunistico _ cause ed effetti Malattie professionali emergenti La valutazione dei rischi Alcol e droga 2

Il tipo di problematiche dll della salute caratteristiche dll della nostra società è cambiato nel corso del tempo grazie al miglioramento del livello di qualità della vita. Dell adozione di nuovi stili di vita e alle scoperte scientifiche, in particolare quelle relative alla farmacologia, la medicina generale e chirurgia. Esempio: Molte patologie infettive, come il vaiolo si ritiene che siano praticamente scomparse, mentre al contrario oggi sono le patologie croniche a rappresentare la principale causa di malattia, infermità e morte nelle società di tipo occidentale. E importante studiare e considerare il fenomeno infortunistico e quali costi abbia per i singoli individui e per la società. 3 Dall analisi l dll delle statistiche dll dell INAIL si possono dl delineare 4 fasi: 1. Primo periodo, va dagli anni 50 agli anni 70 ed caratterizzato da una crescita progressiva del numero di infortuni; 2. Secondo periodo, che va dal 1979 al 1996, al contrario, il fenomeno infortunistico decresce con progressione lenta ma costante; 3. Terzo periodo, dal 1996 al 2000, si registra una nuova crescita degli infortuni sul lavoro; 4. Quarto periodo, dal 2001 al 2007, c è un sostanziale assestamento del fenomeno infortunistico con un leggero decremento costante del fenomeno negli anni. 4

L andamento dl del fenomeno infortunistico i i registrato negli ultimi li i Cinquanta anni, viene a delineare una sorta di curva sinusoidale, che presenta una crescita iniziale, un successivo decremento, una risalita e, infine, l assestamento su valori oscillanti intorno al numero di 900.000 infortuni l anno. 5 Tl Tale andamento non è certo casuale, ma è strettamente connesso ai mutamenti del mercato del lavoro che hanno interessato il nostro Paese ed al panorama normativo che ha caratterizzato le varie epoche storiche. L impennata del fenomeno infortunistico nel ventennio 50-70 è da addebitare ad un processo di industrializzazione i i selvaggia, caratterizzato dall ingresso di masse di manodopera contadina all interno di condizioni ambientali di tipo industriale e di organizzazioni del lavoro altamente traumatizzanti, connotate da catene di montaggio, ritmi di lavoro pressanti e condizioni di contorno totalmente diverse da quelle contadine. Vs 6

Il calo del fenomeno infortunistico, verificatosi negli anni 80 e nei primi anni 90, va accreditato alla perdita di centralità del settore produttivo manifatturiero a favore del settore terziario, con conseguente riduzione del lavoro manuale e aumento di tecniche automatizzate e robotizzate, connotate da una rischiosità molto più limitata. 7 Dalla fine degli anni 90 ad oggi, assistiamo ad un sostanziale assestamento su valori assoluti, oscillanti, intorno alla cifra di circa un milione di infortuni l anno. Tale andamento decrescente, sia pur lento, è stato determinato dal positivo impatto che ha prodotto sulle attività produttive la grande riforma delle leggi di prevenzione, attuata con il D.Lgs 626794, recentemente abrogato e sostituito dal D.Lgs 81/08. A dire il vero, il D.Lgs 626/94 avrebbe dovuto produrre un impatto favorevole molto più incisivo. 8

Perché il D. Lgs. 626/94 non ha portato i benefici auspicati sul fronte della prevenzione e riduzione del numero degli infortuni? 9 Il mancato successo è ascrivibile al fatto che il fenomeno degli infortuni sul lavoro è prevalentemente concentrato nelle piccole e medie aziende, mentre, al contrario, le norme prevenzionistiche del D.Lgs. 626/94 erano tarate sul modello organizzativo della grande azienda. 10

La componente maggiore dll delle malattie professionali è quella ascrivibile bl nelle malattie non tabellate, ovveroquelle per cui spetta al lavoratore l onere di provare il nesso causale con l attività lavorativa esercitata; tali malattie, nel 2003 erano il 75%, nel 2007 sono state l 84%. Tra tutte le malattie, tabellate e no, per tutte le gestioni è sempre l ipocausia e sordità quella più diffusa, anche se, nel corso degli anni, la sua incidenza è diminuita e si è passati dai 54% dei casi denunciati nel 2003 al 34% dei casi denunciati nel 2007. 11 Tra le malattia professionali inoltre sono in crescita le malattie c.d. «emergenti», che nell ultimo quinquennio hanno visto raddoppiare se non triplicare il numero di casi denunciati: Dischi intervertebrali con un aumento in percentuale del + 131%; Sindrome del tunnel carpale con un aumento in percentuale del +180%; Artrosi con un aumento in percentuale del + 113%. In costante crescita anche il trend dei casi di tumori denunciati all INAIL sia per l Agricoltura sia per l Industria e Servizi 12

Valutare un rischio connesso ad un attività lavorativa significa classificare eventi che, qualora si manifestassero, potrebbero arrecare un danno alla salute delle persone durante lo svolgimento delle proprie attività lavorative. 13 Prima di valutare i rischi dobbiamo aver chiari 2 concetti fondamentali: Rischio Pericolo Qual è il loro significato? E la differenza tra i due? 14

Pericolo: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni. 15 Rischio: probabilità di raggiungimento di un livello di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un fattore di pericolo. 16

Chiariti questi due concetti resta dachiarire il significato di: Incidente Infortunio 17 Incidente: evento che comporta un danno materiale. 18

Infortunio: evento che comporta un danno a carico di persone (lavoratori o persone esterne) 19 I rischi possono essere raggruppati secondo criteri i che possono variare sia in base alla loro natura sia in base agli effetti che portano sulla salute umana. In generale abbiamo 3 tipi di rischi: 1. Rischi per la Salute; 2. Rischi per la Sicurezza; 3. Rischi Trasversali. 20

I RISCHI PER LA SC SICUREZZA o di naturainfortunistica, sono quelli responsabile del potenziale verificarsi di INCIDENTI o INFORTUNI, ovvero di danni o menomazioni fisiche subite delle persone addette alle varie attività, in conseguenza da un impatto fisicotraumatico di diversa natura (meccanica, elettrica, chimica, termica, ecc.). I rischi per la salute si possono dividere in diverse categorie: Strutture; Macchine; Impianti Elettrici; Sostanze Pericolose; Incendio-Esplosione. 21 I RISCHI PER LA SALUTE orischi IGIENICO-AMBIENTALI, sono quelli responsabili della potenziale compromissione dell equilibrio biologico del personale addetto ad operazioni o a lavorazione che comportano l emissione nell ambiente di fattori ambientali di rischio, di natura chimica, fisica e biologica, con seguente esposizione del personale addetto. Tali rischi si possono suddividere in: Agenti Chimici; Agenti Fisici; Agenti Biologici. 22

I RISCHI PER LA SALUTE elasc SICUREZZA sono individuabili d bl all interno della complessa articolazione che caratterizza il RAPPORTO tra l operatore e l organizzazione del lavoro in cui è inserito. Tale rapporto è da valutare nel quadro di compatibilità ed interazioni che è di tipo oltre che ergonomico anche psicologico ed organizzativo. Organizzazione del lavoro; Fattori psicologici; Fattori ergonomici; Condizioni di lavoro particolarmente difficili. 23 In ottica comunitaria, la norma più importante per quanto concerne la valutazione del rischio è rappresentata dalla direttiva quadro 89/391/CEE. Questa direttiva fornisce un quadro comprendente i principi generali relativi alla prevenzione dei rischi professionali Essa stabilisce che i datori di lavoro sono responsabili di garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori in tutti gli aspetti connessi con il lavoro, echelavalutazione dei rischi è un aspetto integrante di questa gestione obbligatoria della sicurezza e della salute sul lavoro. 24

Ai sensidella dll direttiva, la valutazione dei rischi deve costituire il punto di partenza per un processo completo di gestione della sicurezza e della salute sul lavoro. Essa gioca un ruolo centrale poiché consente ai datori di lavoro di mettere in atto le misure necessarie per tutelare la sicurezza e la salute dei loro dipendenti. A livello nazionale, il D.Lgs. 81/08, recependo la norma comunitaria, evidenzia e ribadisce l importanza della valutazione dei rischi, come strumento organizzativo finalizzato alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. 25 Lo SCOPO dll dellavalutazione dei rischi è di consentire al datore di lavoro di adottare le misure necessarie per la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori. Tali MISURE comprendono: La prevenzione dei rischi occupazionali; L informazione dei lavoratori; L addestramento t dil dei lavoratori; La dotazione dell organizzazione e dei mezzi per attuare le misure necessarie. 26

La valutazione dei rischi èunobbligo che il datore di lavoro NON può delegare ad altri soggetti; inoltre realizzare una buona valutazione rischi vuol dire anche limitare gli infortuni legati all attività lavorativa e le malattie professionali e di conseguenza accrescere il rendimento dell azienda. Gli infortuni e le malattie professionali oltre a generare costi in termini di disagio sociale per i lavoratori e le loro famiglie, gravano sulle risorse del sistema sanitario e riducono la produttività delle aziende. Potremmo definire la valutazione dei rischi come la base iniziale per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. 27 La valutazione dei rischi èunesame sistematico di tuttigli aspetti dell attività lavorativa, volto a stabilire: Cosa può provocare lesioni o danni; Se è possibile eliminare i pericoli e nel caso in cui ciò non sia possibile; Quali misure di prevenzione e/o di protezione sono o devono essere messe in atto tenere sotto controllo i rischi. 28

Il processo di valutazione dei rischi si compone di diversi step: 1. Individuazione delle possibili fonti di pericolo per la salute e la sicurezza dei lavoratori; 2. Identificazione dei lavoratori potenzialmente esposti a rischio; 3. Valutazione del rischio; 4. Monitoraggio, controllo e miglioramento continuo. 29 30

Step1Individuare d i pericoli e i rischi Ispezionare il posto di lavoro e verificare cosa può arrecare danno; consultare i lavoratori e/o i loro rappresentanti per conoscere i problemi riscontrati; Considerare i pericoli a lungo termine per la salute, come livelli elevati di rumore o l esposizione a sostanze nocive, nonché i rischi più complessi omenoovvi come i rischi psicosociali o i fattori legati all organizzazione; Esaminare i registri aziendali degli infortuni e delle malattie; 31 Step 2 Identificazione dei lavoratori esposti È importante capire chiaramente, per ciascun pericolo, quali sono le persone esposte al rischio; ciò può essere utile per individuare il modo migliore per gestire tale rischio. Questo non significa elencare ciascun lavoratore per nome, bensì indicare gruppi di persone, come per esempio «personale impiegato nei magazzini» o «passanti». 32

Step 3 Valutare e attribuire un ordine di priorità ai rischi In questo step si valuta il rischio derivante da ciascun pericolo, a tal fine si devono considerare i seguenti fattori: La probabilità che un pericolo arrechi danno; La possibile gravità del danno; La frequenza (e il numero) dei rischi a cui i lavoratori sono esposti. 33 A seguito dll della valutazione dl del rischio è importante mettere in atto un azione preventiva cioè decidere come eliminare/controllare i rischi. È necessario considerare se è possibile eliminare il rischio alla radice, ove non fosse possibile, in che modo controllare i rischi per non compromettere la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti. Nel prevenire e controllare i rischi è necessario tenere conto dei seguenti principi di prevenzione: Evitare i rischi; Sostituire i fattori di rischio con fattori non pericolosi o comunque meno pericolosi; Combattere i rischi alla fonte; Adottare misure protettive di tipo collettivo anziché misure di protezione individuali (per esempio, controllare l esposizione ai fumi attraverso sistemi di aerazione locali piuttosto che con l ausilio di maschere); Adeguarsi al progresso tecnico e ai cambiamenti nelle informazioni. 34

Dopo aver individuato d le azioni preventive e protettive si devono mettere in atto coinvolgendo tutti i lavoratori e i loro rappresentanti coinvolti nel processo lavorativo. Un intervento efficace comprende l elaborazione di un piano che specifichi: Le misure da attuare; Le persone responsabili di attuare dt determinate t misure e il relativo lti calendario di intervento; Le scadenze entro cui portare a termine le azioni previste. Si deve svolgere ogni attività, volta a eliminare/prevenire i rischi, seguendo un ordine di priorità. 35 Step 4 Controllo e riesame Si devono fare verifiche periodiche per garantire che le misure preventive e protettive funzionino o siano effettivamente attuate e per individuare eventuali nuovi problemi che si presentino. La valutazione dei rischi deve essere rivista regolarmente, in base alla natura degli stessi, al grado di evoluzione dell attività lavorativa o alla luce dei risultati d indagini su infortuni. La valutazione non è un azione una tantum, ma un atto vivo ed in continua evoluzione che deve essere sempre aggiornato in tempo reale. 36

A livelloll comunitario non esistono norme che stabiliscono bl come effettuare le valutazioni dei rischi, tuttavia, in previsione di una valutazione dei rischi, è bene rispettare i seguenti due principi: 1. Strutturare la valutazione in modo da garantire che tutti i pericoli e i rischi pertinenti siano presi in considerazione i (per esempio, non trascurare attività ità - come le pulizie - che potrebbero essere svolte al di fuori del consueto orario di lavoro); 2. Nel momento in cui si individua un rischio, avviare la valutazione partendo dalla questione di base, vale a dire analizzando se il rischio possa essere eliminato. 37 E importante comprendere chiaramente, per ciascun pericolo, chi sono le persone che potrebbero subire un danno; ciò può contribuire a individuare il modo migliore per gestire il rischio. Si deve tener conto dell'esposizione tanto diretta quanto indiretta di tutti i lavoratori: per esempio, un lavoratore che dipingei una superficie è esposto direttamente ai solventi, ma i lavoratori impegnati in altre attività nelle vicinanze possono esservi altrettanto esposti inavvertitamente e indirettamente. 38

Particolare attenzione deve essere prestata a: questioni di genere; gruppi di lavoratori che possono essere maggiormente a rischio o che hanno particolari requisiti: lavoratori con disabilità; lavoratori migranti; lavoratori giovani e anziani; donne in stato di gravidanza e madri che allattano; personale privo di formazione o inesperto; lavoratori a tempo parziale e con contratti a tempo determinato. Èimportante determinare in che modo queste persone possono 39 subire danni, ossia quale tipo di infortunio o malattia può presentarsi. Tenuto conto dll delle dfiii definizionidi rischio, valutazione dl del rischio e di pericolo, il quadro metodologico generale si colloca nella determinazione di una funzione matematica del tipo: in cui: R = f (P, D) R=Rischio D = livello del Danno riferito al numero degli esposti e alla della assenza lavorativa durata P = Probabilità del Danno espressa in numero di volte in cui lo stesso può verificarsi 40

P La matrice del rischio è composta da un intersezione dei valori della Probabilità per il Danno. 4 4 8 12 16 3 3 6 9 12 2 1 2 4 6 8 1 2 3 4 1 2 3 4 D 41 FUNZIONE DI ISORISCHIO R = P x D Equazione di un iperbole F(P)=D=R/P = P 42

43 Dopo aver individuato d le misure di prevenzione e di protezione più appropriate, la fase successiva consiste nel metterle opportunamente in atto. È importante coinvolgere i lavoratori e i loro rappresentanti nel processo: informandoli delle misure messe in atto, di come saranno attuate e di chi sarà la persona incaricata della loro attuazione; fornendo loro una formazione o istruzioni adeguate sulle misure o i processi che saranno attuati. 44

Per le mansioni elencate nella Legge125/01 e nell Intesa Stato-Regioni del 30 ottobre 2007, gli accertamenti sanitari preventivi, periodici e in occasione del cambio di mansione sono finalizzati anche alla verifica di assenza di condizioni di alcol dipendenza e di assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti. 45 Le attività inserite nell allegato I dll dell Intesa Stato-Regioni dl del 30 Ottobre 2007 sono: Attività di fabbricazione e uso di fuochi d artificio; Impianti nucleari; Manutenzione degli ascensori; Mansioni sanitarie; Attività di insegnamento; Attività di trasporto; Lavoratori addetti al comparto dell edilizia e delle costruzioni. Indice non esaustivo 46

La Legge 125/01 - Legge quadro in materia di alcol l e di problemi alcol- l correlati è tesa al recupero del lavoratore con problemi di abuso di alcol. Nelle attività lavorative elencate da tale normativa è vietata l assunzione e la somministrazione di bevande alcoliche, divieto che è esteso all intervallo pranzo. La normativa non stabilisce un limitei di alcolemia. l Il medico competente ha la possibilità di effettuare test alcolimetrici, non come esami di screening, ma per confermare od escludere a fini preventivi condizioni in grado di determinare eventuali comportamenti dannosi per sé o per gli altri. 47 A tal finesisuggerisceper laverifica di assenza di condizioni di alcol l dipendenza su tutti i soggetti con mansione a rischio identificata nella normativa: visite mediche specialistiche in medicina del lavoro con anamnesi mirata all identificazione di problemi alcol-correlati; if informazione, i formazione sui rischi lavorativi iassociati itiall assunzione di alcol le sulle modalità di verifica dell assunzione di alcol da parte del medico competente; indicatori di laboratorio mirati all individuazione dei soggetti a rischio; se la verifica è positiva: giudizio di inidoneità temporanea alla mansione, autodiagnosi e counselling individuale; invio ai servizi competenti dell Unità Sanitaria Locale. 48

L intesa Stato-Regioni in materia di accertamento di assenza di tossicodipendenza del 30 ottobre 2007 individua le mansioni a rischio per le quali il medico competente, nell ambito dell attività di sorveglianza sanitaria, deve richiedere test di screening per verificare l assenza di assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti. Il datore di lavoro, prima di adibire un lavoratore all espletamento di mansioni comprese nell elenco di cui all allegato I dell Intesa, qualunque sia il tipo di rapporto di lavoro instaurato, provvede a richiedere al medico competente pt t gli accertamenti ti sanitari i dl del caso comunicando il nominativo dil dei lavoratori interessati. Occorre applicare specifiche procedure che prevedono di effettuare con particolare attenzione l anamnesi, mirata alla ricerca di pregressi trattamenti e/o ricoveri dovuti a patologie correlate all assunzione abituale di sostanze stupefacenti o psicotrope, e l esame obiettivo, ricercando sintomi fisici e/o psichici e segni di abuso delle stesse e test di screening. 49 Le classi di sostanze stupefacenti e psicotrope, più frequentemente coinvolte nei casi di abuso, che si consiglia di indagare sono: oppiacei, cocaina, amfetamina, metamfetamine, cannabinoidi. Casi particolari sono le benzodiazepine e i barbiturici, farmaci che spesso sono parte di terapie con precise indicazioni mediche, che potrebbero diventare potenziali farmaci di abuso: una loro eventuale ricerca con testt di lb laboratorio va attentamente valutata con un approfondimento anamnestico. Tali accertamenti vanno effettuati nel rispetto della dignità e della libertà della persona e dovranno essere il meno invasivi possibili. 50

Nel caso che dai test emerga una positività all assunzione di stupefacenti, il lavoratore va inviato al SERT per l effettuazione di ulteriori accertamenti. Il riscontro di un risultato positivo ai test comporta inoltre un giudizio di non idoneità temporanea alla mansione. Qualora gli ulteriori accertamenti effettuati presso il SERT evidenzino uno stato di tossicodipendenza, il lavoratore interessato dovrà sottoporsi ad un percorso di recupero che renda possibile un successivo inserimento della persona nell attività lavorativa a rischio. Nel frattempo il lavoratore avrà il diritto a conservare il posto di lavoro e sarà adibito a mansioni diverse da quelle comprese nell allegato I dell Intesa. 51 52