PENSIONI ED EQUITA SOCIALE Mino Schianchi
SEMPRE APERTI I CANTIERI DELLE PENSIONI Nei tempi che viviamo, è l incertezza la connotazione della vita sociale dei pensionati ai quali è resa quasi impossibile un efficace protezione dalle continue incursioni sui loro diritti. Nell arco degli ultimi 24 anni sono intervenute diecine di modifiche nei meccanismi e criteri d indicizzazione delle pensioni. Tutte in senso peggiorativo. Le pensioni medio-alte hanno subito frequenti blocchi totali o parziali. Per ben sei volte negli anni più recenti, con effetti di trascinamento disastrosi per tutto il corso della vita degli interessati e dei superstiti.
SEMPRE APERTI I CANTIERI DELLE PENSIONI Per dare soluzione a problemi sociali enormi, si ricorre a provvedimenti sottrattivi a carico dei redditi pensionistici. I redditi dei pensionati, che percepiscono trattamenti superiori a 2.000 euro lordi/mese, sono utilizzati come il bancomat dal quale prelevare le risorse necessarie a fronteggiare le emergenze del nostro Paese. La politica deve chiudere con la discriminazioni nell uso del sistema perequativo e deve finirla con i prelievi fiscali mirati a carico dei pensionati.
PENSIONI D ORO Pensioni d oro nella mente collettiva è un termine collegato oltre che all importo all idea del furto o privilegio senza distinguere quelle costituite tramite generosi regali (privilegi) da quelle che provengono da contributi previdenziali ingenti versati anno dopo anno per una vita. Chi sono i veri PENSIONATI D ORO? I veri percettori di pensioni d oro sono i percettori di pensioni anche di modica entità che hanno versato durante la vita lavorativa pochi contributi o, addirittura, nessuno, omettendo di pagare anche le relative imposte.
PENSIONI ED EQUITA SOCIALE Della giustizia sociale sbandierata, di una previdenza sociale modello scandinavo non si vede l ombra in Italia. Quando usciamo dal circuito produttivo diventiamo una tanica che ogni mese perde liquido. Andando avanti di questo passo le pensioni congelate, cioè mai rivalutate, sono condannate a liquefarsi.
PEREQUAZIONE PENSIONI Monti e Fornero, per colmare un buco di finanza pubblica - cui, in via ortodossa, si sopperisce con il ricorso alla fiscalità generale - hanno utilizzato una forma di copertura anomala a carico di una sola categoria : il blocco della perequazione delle pensioni.
PEREQUAZIONE PENSIONI 2012/2013 Dal 2012/13 i pensionati si sono visti ridurre in modo stabile la loro pensione di circa il 5%. Tutti i Governi, anche successivi, hanno poi mantenuto questa decurtazione della pensione, riducendo nei loro bilanci la spesa pensionistica. Da questo deriva la enormità dell importo di arretrati da restituire. A parte gli arretrati, il Governo sarebbe tenuto ad aumentare per gli anni futuri la spesa pensionistica di circa il 5% per tutte le pensioni non perequate.
Sentenza della Corte Cost.n.70/2015 l assenza di rivalutazione impedirebbe la conservazione nel tempo del valore della pensione, menomandone l adeguatezza. il blocco della perequazione lederebbe il principio di proporzionalità tra la pensione, che costituisce il prolungamento della retribuzione in costanza di lavoro, e il trattamento retributivo percepito durante l attività lavorativa.
DECRETO 65/15 L'Esecutivo attualeè riuscito a superare in peggio Monti e Fornero: ha fatto finta di normare la materia in coerenza con la pronuncia della Consulta, ma, nella realtà, ha emanato disposizioni in stridente contrasto con i principi a cui quella pronuncia si ispira. Sul piano giuridico, quindi, la illegittimità del nuovo provvedimento è ancora più evidente rispetto a quella del decreto Monti- Fornero.
Noi Pensionati di Federmanager non possiamo accettare quanto stabilito dalla legge 109/2015 e dobbiamo opporci in tutte le sedi e nei modi ritenuti più opportuni. In questa opposizione occorre unire tutta la Dirigenza, pubblica e privata. Soltanto la manifestazione di tutta la Dirigenza unita potrà persuadere Governo e Parlamento a desistere da comportamenti e decisioni lesivi del dettato costituzionale
La pressione di tutti i pensionati deve servire, oltre che a dare sostegno alle vertenze nelle aule dei tribunali, a controbilanciare la pressione del governo nei confronti dei media e della pubblica opinione.
La difesa dell Esecutivo, però, non si baserà su argomentazioni di ordine giuridico ma su argomentazioni di carattere politico. Argomentazioni che non vanno sottovalutate e vanno combattute. Senza un atteggiamento di responsabile fermezza nessun diritto regge a lungo. I diritti, in democrazia, vanno difesi. Non sono acquisiti per sempre. Non possono essere affidati alla correttezza e buona fede dei governanti.
LA SPESA PENSIONISTICA IN EUROPA
LA SPESA PENSIONISTICA IN EUROPA
LA SPESA PENSIONISTICA EFFETTIVA IN ITALIA 2013 Oneri da sottrarre alla spesa pensionistica lorda (247 miliardi- 15,7% del PIL) per definire la spesa effettiva: Trasferimenti GIAS. Interventi assistenziali ( 33 miliardi ) Irpef, addizionali comunali e regionali ( 43 miliardi ) La spesa pensionistica al netto delle imposte e di questi oneri è perfettamente allineata alla spesa pensionistica effettiva media europea = 10,7% del PIL.
ASSISTENZA E PREVIDENZA Occorre separare l assistenza dalla previdenza. Quando si parla di pensioni si addita genericamente il loro costo per lo Stato senza distinguere tra due cose ben diverse e cioè le pensioni assistenziali e quelle previdenziali. La confusione non è casuale, ma sapientemente voluta allo scopo di utilizzare il costo dell assistenza per giustificare tagli alla previdenza.
LA SOLIDARIETA OBBLIGATORIA Le pensioni medio- alte sono tornate nel mirino. Il presidente dell Inps Tito Boeri vuole sconfiggere la povertà con lo strumento inusuale della previdenza, con un prelievo da pensioni «ricche» a pensioni povere all interno del sistema previdenziale. Questa proposta di trasferire reddito da chi ha pagato tanti contributi a chi ha versato meno è iniqua. La chiamano solidarietà volendogli conferire forma nobile, ma non c è nulla di spontaneo è una imposta obbligatoria.
Categorie privilegiate dal sistema retributivo Il sistema retributivo ha favorito il 97% dei trattamenti pensionistici e non solo le categorie che l Inps ha analizzato nella sua operazione porte aperte. Nelle pensioni alte sta quel 3% dei pensionati che dal sistema retributivo non è stato favorito ma è stato penalizzato Le maggiori differenze percentuali tra assegno retributivo e spettanza contributiva sono collocate nelle pensioni basse e medie..
Beneficio percentuale del calcolo retributivo per i vari importi di reddito lordo LaVoce.info - Patriarca Sr. e Jr
Beneficio percentuale del calcolo retributivo per i Dirigenti INPDAI Fonte INPS -Scheda fondo speciale ex- Inpdai
SOLIDARIETA TRA GENERAZIONI Quasi sempre agli espropri praticati nei confronti dei pensionati, con in testa i dirigenti, vengono sapientemente abbinate esternazioni di equità, giustizia sociale, solidarietà. Si cerca di dimostrare che gli interessi degli anziani sono in contrapposizione con quelli dei giovani, per ammantare la manovra di una connotazione etica. Per noi solidarietà con le giovani generazioni è batterci per un diritto che se sarà violato una prima volta, sarà violato per sempre. A danno delle pensioni di oggi e di quelle di domani.
EQUITA FISCALE Noi vogliamo difendere, in maniera ragionevole, con i pensionati, anche le persone che lavorano e i giovani. Noi saremmo dispostissimi a dare il nostro contributo anche elevato, purché fosse richiesto a noi e agli altri percettori di reddito nella stessa misura. Paghiamo tutti: pensionati e cittadini attivi. Le tasse devono essere universali, cioè dobbiamo contribuire tutti a parità di reddito.
RAPPORTO SUL BILANCIO DEL SISTEMA PREVIDENZIALE 2015" Su 16 milioni di pensionati, circa 8,5 milioni percepiscono prestazioni totalmente o parzialmente a carico della fiscalità generale di cui: -3,6 milioni di beneficiari dell'integrazione al minimo; -1 milione di beneficiari di maggiorazioni sociali; - oltre 800.000 percettori di pensioni sociali. Pensioni così basse significano evasione, elusione e sommerso.
PENSIONI E ENTRATE FISCALI Le pensioni sono finanziate dai contributi e dalle entrate fiscali. Risultano poveri o privi di reddito oltre 2 milioni di lavoratori dipendenti e autonomi in nero stimati dall Istat. A questi si aggiungono le elusioni per denunce parziali dei redditi e quindi dei contributi. La piccola percentuale di contribuenti che sorregge, in larga parte, il nostro welfare anche attraverso la fiscalità generale è composta prevalentemente da manager in servizio e in pensione
STATISTICHE SUI REDDITI 2013 quasi 800 mila italiani dichiarano redditi nulli o negativi, più di 10 milioni di italiani dichiarano un reddito inferiore a 7500 euro e versano in media 55 euro di imposte all anno, 19 milioni di contribuenti (46,56% del totale) dichiarano meno di 15000 euro annui e quindi vivono con un reddito medio mensile di 600 euro, Il carico fiscale grava pesantemente sulle fasce medio-alte: 10,9% dei contribuenti paga 51,2% dell Irpef.
TRATTAMENTO FISCALE DELLE PENSIONI IN EUROPA In tutti gli altri Paesi europei, a parità di reddito, i pensionati pagano imposte in misura inferiore ai dipendenti. In Italia non è così! Una pensione italiana pari a 3 volte il minimo è soggetto ad un prelievo: doppio rispetto a quello spagnolo, triplo rispetto a quello inglese, quadruplo rispetto a quello francese, incommensurabilmente superiore a quello tedesco: si va dagli oltre 4 mila euro sopportati dal pensionato italiano ai 39 a carico del pensionato tedesco.
CONTRIBUTI DI SOLIDARIETA Per i pensionati che hanno già pagato ingenti somme di contributi ed imposte non finisce qui: le aliquote marginali, che per i restanti cittadini si fermano al 43% per questi pensionati sono diventate 49% 55% 61%, amabilmente definite contributi di solidarietà, mentre i termini corretti dovrebbero essere chiamate imposte selettive.
INPDAI Si imputa a presunte condizioni di miglior favore applicate sui trattamenti pensionistici, il saldo contabile negativo della gestione ex INPDAI. NON E VERO! Per un dirigente industriale il tasso di sostituzione (rapporto pensione/ultima retribuzione), con 40 anni di contribuzione, è intorno al 50%. La differenza rispetto al 70-80% degli altri lavoratori dipendenti è principalmente dovuta ai coefficienti di trasformazione in rendita pensionistica decrescenti al crescere della retribuzione
PRINCIPALI CAUSE DELLO SQUILIBRIO DELLA SITUAZIONE ECONOMICA E PATRIMONIALE INPDAI Dal 2003 i nuovi dirigenti non vengono più iscritti all INPDAI ma sono iscritti direttamente al FPLD. Ricongiunzioni contributive gratuite. A norma dell art. 5 della legge n. 44/73, erano sufficienti 5 anni di iscrizione all Inpdai per ottenere il trasferimento da Inps a Inpdai, a titolo gratuito, dei contributi versati in precedenza all Inps. Effetti della legge n. 88/89 sull inquadramento delle imprese ai fini previdenziali che ha sottratto all INPDAI circa 15.000 versanti su un totale di circa 82.000. Anche per effetto di questa norma: dal 1990 al 1995 il rapporto dirigenti versanti/dirigenti pensionati è passato da 2,45 a 1,26.
GRAZIE PER L ATTENZIONE!