DIREZIONE DIDATTICA DI VIGNOLA Plesso G. Mazzini RELAZIONE FINALE DELL ANNO DI FORMAZIONE FACCIAMO SCIENZE SPERIMENTANDO Dirigente Scolastico: prof. Omer Bonezzi Tutor: ins.te Simona Pelloni Ins.te Nicoletta Fausta Riggio ANNO SCOLASTICO 2013-2014
IN D IC E Pr e me ssa 2 Capi tol o primo 1.1 Fare sci enze nel l a scuol a prima r i a 5 1.2 Il l aboratorio nell a di datti ca del le sci enze 7 Capi tol o secondo 2.1 Pr esenta zi one personal e: mae st r a per caso! 11 2.2 Vi gnol a è 14 2.3 Il contesto s cuol a: l organi zzazi one scol asti ca attraver so i l Pi ano del l Offerta For m ati va 17 2.4 Il pl esso G. Ma zzi ni 22 2.5 Le cl assi : osservazi oni e di na mi che 23 2.6 Io e gl i al unni 27 2.7 Io e l e col l eghe 30 Capi tol o terzo 3.1 Dentro l esperienza 32 3.2 La se mi na 36 3.3 Estra zi one del l a cl orofi ll a e cromatografi a su carta dei pi g menti fotosi nteti ci 40 3.4 Costrui a mo l erbario 43 3.5 I l i cheni 45 3.6 Percorso di datti co: punti di forza e punti di 47 debol ezza 3.7 E i nfi ne 48 Bi bl i ografi a e si tografi a 50 Al l egati 51 1
Pre messa Il r uol o dell e sci enze nel l a scuol a di base, nel corso del l a storia, si è così profonda mente tra sfor mato che nel l u l ti mo ventenni o l e di sci pli ne sci enti fi che hanno vi sto r i conosci uta l a l oro autono mi a e i l l oro r uol o fondante per una co mpl eta for mazi one dei ba mbi ni. In parti col ar e, si sottol i nea co me l e sci enze concorrano al l a for ma zi one gl obal e dell a persona, attraverso l acqui si zi one di una forma m ent is che non r i manga i sol ata agl i a mbi ti sperimen tal i. È su questo aspet to che ho r i fl ettuto nel l e pagi ne del primo capi tol o, sofferma ndo mi sul l a di datti ca l aboratori al e non tanto nel l accezi one con cui veni va concepi ta ci n quant ann i or sono di spazi o fi si co organi zzato, quanto co me metod o di l avoro atti vo e parteci pato. Nel programmare una l ezi one sperimental e si è portati a pensare ad uno spazi o attrez za to con appare cchi ature speci al i ( mi croscopi o, bi l ance, pr ovette,...) e questo costi tui sce si cura mente un o stacol o cul tural e ed oggetti vo non di poco conto. È nece ssario r i cordare che abbi a mo di fronte ba mbi ni con i qual i bi sogna costrui r e un abi lità tecni co - operati va e concettual e, uti l i zzando materi al e adatto e di faci l e p ortata. I ba mbi ni hanno l a capaci tà di cogl i ere fatti nuovi, di stupi r si, di i ncuriosi r si, di meravi gl i ar si al contrario degli adul ti che, tal vol ta, mo strano un atteggi a mento apati co o di si ncantato nei confronti di ci ò che accade i ntorno a l oro. L el aborato, nel secondo capi tol o, procede con l a descrizi one del territori o, del contesto scol asti co, nonché del l e caratteristi che e dell e di nami che del l e cl assi. L i ti nerario di datti co, avente co me te ma di approfondi mento i l r egno dell e pi ante, con i mo menti pi ù sali enti e si gni fi cati vi, caratterizza il terzo capi tol o, i cui protagoni sti sono i ba mbi ni che, con l a l oro vogl i a di mani pol are, di fare e di ri cercare, sono stati coi nvol ti in una di datti ca di nami ca, 2
sperimental e e coi nvol gente. Ho provato a di sancorare quel l abi tudi narietà che spesso nell a vi ta quoti di ana porta ad appi atti r e l a r eal tà ci r costante i n un quadro sta ti co, i ncol ore, i nodore, per muni r e i ba mbi ni di una l ente di i ngrandi mento atten ta e criti ca attraverso l a qual e sbi r ci are e scoprire l essenz a dei feno meni natural i. Attraverso un gi oco serio qual e è l esperimento i nostri al unni possono assu mere i l r uol o di pi ccoli sci enzi ati, i mparando che il vero v iagg io d i s coperta non cons iste ne l vedere nuove t erre, m a nel l aver e nuov i o cch i ( Marce l Pr oust). 3
[ ] La scienza è curiosità, scoprire cose e chiedersi il perché. È un processo di formulazione di domande, non di acquisizione di informazioni. Dobbiamo sempre cominciare formulando domande, non dando risposte, creare interesse per le cose, per i fenomeni e per i processi. [ ] creare uno stato mentale che brama la conoscenza, l interesse e la meraviglia. [ ] aiutare i ragazzi a trovare la conoscenza, dando suggerimenti, guidandoli, suscitando domande. (Victor Weisskpof, Il privilegio di essere un fisico, Milano, Jaca Book, 1994) 4
Capitolo primo 1.1 Fare scie nze ne lla sc uo la primaria Negl i ul ti mi anni, l a di r ezi one i n cui si sono mos si i curri coli scol asti ci è stata quel l a di porre l educazi one sci enti fi co - tecnol ogi ca co me i ndi spensabi le per l a for mazi one i ntell ettual e di ogni futuro ci ttadi no, r i servandol e un posto speci al e al l i nterno del percorso scol asti co, a parti r e dall a scuol a di base. Gi à i Pr ogra mmi del 1985 per l a scuol a el e mentare, ogg i scuol a primaria, co sti tui r ono un grande passo i n avanti pe r l e sci enze che, per l a pri ma vol ta, hanno fatto l a l oro co mparsa c o me un area di sci pli nare a pi eno ti tol o, al l a pari con l a mate mati ca e c on la l i ngua. Lo studi o dell e sci enze speriment al i è fonda mental e non sol o per l e conoscenze tras me sse, ma soprat tutto per l o svi l uppo di senso criti co e di capaci tà di f ormul are i potesi e previ si oni. F avori sce, al tresì, l a conoscenza a l i vel l o sensorial e ed è proprio attraverso i l canal e senso - mo torio che, secondo l a teoria pi ageti ana degl i stadi di svil uppo, si gi unge ad una prima for ma conos ci ti vo - percetti va, fi no al r aggi u ngi mento de l pensi ero astratt o. Co me sot tol i neano l e Indi cazi oni nazi onal i per i l curricol o del l a scuol a dell i nfanzi a e del primo ci cl o d i struzi one del 2012, l e conoscenze propo ste dal l e di sci pli ne mate ma ti che, sci enti fi che e tecnol ogi che svil uppano le capa c ità d i m ettere in stret to rapporto il pensar e e il fare. 1 El e mento di fonda mental e i mpor tan za per queste di sci pl i ne è i l l aboratori o inteso s ia come luogo f is ico s ia come m omento in cu i l alunno è att ivo, for m ula le propr ie ipote s i e ne controlla le con seguen ze, proge t ta e sper im enta, d iscu te e argomenta le propr ie scelte, im para a r accogl iere dat i, 1 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca, Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell infanzia e del primo ciclo d istruzione, Roma, 2012, pag. 49. 5
nego zia e costru is ce s ign if icat i, porta a concl us ion i temporanee e a nuove apertur e la costru zione dell e conoscen ze p ersonal i e co llett ive. 2 L atti vi tà l aboratori al e, i ntesa co me metodol ogi a di datti ca e non sol o come spazi o, è certa me nte pi ù affasci nante, pi ù coi nvol gente e svi l uppa nel bambi no un atteggi a mento di di sponi bili tà ed entusi as mo, sti mol ando l a curiosi tà. Attraverso l a di datti ca tradi zi onal e, i l bambi no è r el ega to al co mpi to di ascol tare ma, co me ben sappi a mo, as col tare co n attenzi one è fati coso anche per mo l ti adul ti : c è i l r i schi o di farsi sfuggi r e qual che parol a o concetto o peggi o ancora di di men ti care succes si va mente. Al contrario, apprendere facendo, s porcandosi l e mani si gni fi ca fi ssare l e i dee nel l a mente attraverso non l e parol e, ma i fatti, l e i mmagi ni e i ragi ona menti. Un vecchi o adagi o r eci ta: Se as colto d im ent i co, se vedo r icordo, se facc io cap isco, pertanto, per i bambi ni fare sci enza vuol di r e usare: - l e mani per pensare ( i l pensi ero astratto nas ce d a esperienze concrete); - l a testa per fare ( dal pensi ero nascono progetti e azi oni ). 2 Ibidem 6
1.2 Il laborato rio nella didattica d elle scie nze Rendete il vostro allievo attento ai fenomeni della natura, ben presto lo renderete curioso; ma per nutrire la sua curiosità, non affrettatevi a soddisfarla. (J.J. Rousseau) Insegnare l e sci enze a scuol a h a si gni fi cato, per mol to te mpo, tras mettere sa peri e con oscenze, concentrando si escl usi va mente sui contenuti. Con questo approcci o, co m e affer ma i l fi l osofo E. Morin, gl i i nsegnanti contribui scono a creare teste p ie ne e non tes te be n fatte. 3 Le di sci pli ne sci enti fi che non sol o soddi sfano curiosi tà e spi egano l a r eal tà i n cui vi vi amo, ma contribui scono al l a for mazi one del l a persona e allo svi l uppo di capaci tà criti che. Pur r i conoscen do l i mpor tanza di nozi oni e di i nforma zi oni contenuti sti che del l e di sci pl i ne, si rende necessario attuare anche i l processo di i nsegna mento - apprendi ment o attraverso mod al i tà di problem solv ing che abi tui no a r agi onare. Al contrario, l a sch e mati ci tà non agevola l o sv iluppo d e l pens iero creat ivo e d ivergente, m a produce un pens ier o standard izza to, omologat o e non r if less ivo, legato ad u n sapere contenut ist ico, appreso in m odo m eccan ico e no n attraverso il rag ionamento. 4 Conoscere una di sci pl i na si gni fi ca cogl i erne le i dee fonda ment al i ed i contenuti, ma soprattutto i l me todo. Questo princi pi o è ancor pi ù deter mi nante per quanto r i guarda l educazi one all e sci enze speri mental i, poi ché 3 E. Morin, La testa ben fatta. Riforma dell insegnamento e del pensiero, R. Cortina, Milano 2000, pag.18. 4 L. Collacchioni, Insegnare emozionando, emozionare insegnando: il ruolo delle emozioni nella dimensione conoscitiva, ECIG, Genova 2009. 7
apprenderle si gni fi ca fare propr i e l e strutture e l e metodol ogi e che l e caratterizzano. Un processo entra a far part e del l e nostre co mpetenze e capaci tà, con possi bi li tà di appl i cazi one anche i n contesti e i n mo menti di versi ( lifelong le arning ), l e nozi on i, al contrario, possono ess ere di menti ca te. L apprendi mento sarà davvero si gni fi cati vo se l i nsegnante proporrà model l i pi ù che l eggi e defi ni zi oni, e sarà i n grado di coi nvol gere e di condurre al l e scoperte pi uttosto che dar e r i sposte. Per r esti tui r e si gni fi cati vi tà all i nsegna mento del l e sci enze, gi à nel primo ci cl o di i struzi one, l a strada d a percorrere se mbra essere l uti l i zzo del laboratorio ; tuttavi a gl i esperi menti possono avere un val i do r uol o di datti co sol o se uti li zzati i n modo non i ngenuo e c oncepi ti co me stru men ti per costrui r e l e conoscenze. A tal fi ne devono essere progettati i n modo non casual e, ma progres si vo e costrutti vo, cerc ando di l i mi tare i l contenuto teorico a favor e di un approcci o il pi ù possi bil e feno menol ogi co, con un uso attento del l i nguaggi o del l a di sci plina 5. Anzi ché forni r e r i sposte, l i nsegnante dovrebbe gui dare l al unno a r i sol vere da sol o i suoi perché, a for mul are i potesi, a far sorgere nuovi per ché e nuove i potesi ; dovrebbe evi tare di forni r e pensi e r i gi à fatti, pi uttosto ai utarlo a costrui r si una struttura mental e sci enti fi ca. In parti col are, l i nsegna mento del l e sci enze parte dal l esi genza di r i organi zzare e di r i strutturare l e esperienze di apprendi mento gi à m aturate, anche attraverso i l confronto con i punti di vi sta al trui. L i nsegnante, ascol tando l e i dee espresse da gl i al unni, può cogli ere l i nterpretazi one che essi danno de l l e esperienze vi ssute e 5 L. Barsantini, C. Fiorentini, L insegnamento delle scienze verso il curricolo verticale. I fenomeni chimico-fisici, IRRSAE Abruzzo, L Aquila 2001. 8
l e eventuali convi nzi oni che gi à possi edono su probl emi e fatti che rientrano nel l a stessa feno menol ogi a. 6 Nel l educazi one sci enti f i ca c è, i ndubbi amente, l a neces si tà di l uoghi attrezzati, ma anche l aul a può essere trasfor mata i n un l uogo adeguato. I l l aboratori o nell a scuol a di base dovrebbe essere i nteso, princi pal mente, co me svi l uppo di atti vi tà dove ci ascuno venga me sso nel l e co ndi zi oni di essere atti vo nel l a costruzi one del l a conoscenza. 7 Il l aboratori o non è sol o uno spazi o organi zzato e attrezzato, ma: - un l uogo di i ncontro di sti li cogni ti vi, di saperi e di abi li tà di verse, caratterizzato da metodi atti vi ed esperienze operat i ve, da pl ur ali tà di li nguaggi, dal l avoro di gruppo e dal me todo del l a di scussi one; - un l uogo parti col armente deputat o per l a defi ni zi one di r egol e co muni e per l eserci zi o del l a ci ttadi nanza tra soggetti pari e di versi ; - un l uogo fi si co, ma soprattutto m ent al e, dove gli aspetti, cogni ti vi e non, si sostengono a vi cenda per l acqui si zi one di obi etti vi di sci pli nari trasversal i, affetti vi e moti vazi onal i ; - un l uogo dove l al unno affronta i pr obl emi cogni ti vi posti dal l a r eal tà, i nteragi sce e con front a l e sue c o mp etenze con quel l e del gruppo, ri spondendo ad i nteressi spesso trascurati, qual i l a comuni cazi one, l a costruzi one, il far da sé, i l movi mento e l espl orazi one. 8 La di datti ca dei l aboratori atti va una serie di di sposi zi oni mental i e di si tuazi oni emoti va ment e coi nvol genti, per cui i l 6 C. Marchi Trevisi., Scienze nella scuola primaria. Linee-guida per la formazione del docente, Nicola Milano Editore, Bologna, 1993, pag. 7. 7 C. Fiorentini, Verso una nuova didattica delle scienze, L Educatore, Annata 2007/2008, n. 8, pag. 15. 8 Nucleo provinciale di coordinamento per le Indicazioni per il curricolo (decreto AOODRAB 3048 del Direttore Generale USR Abruzzo) 9
processo di i nsegna mento - appren d i ment o r i sul ta non sol o pi ù piacevol e ma an che pi ù effi cace. Dare r i li evo al mo mento del l esperienza di r etta, si gni fi cati va e probl emati zzan te, non vuol di re che l i ndagi ne debba r i manere al l i vel l o del fare, cioè a li vell o prati co. Il l aboratorio, i nfatti, non può e non deve l i mi tarsi a l l asci ar fare: dal fare per i l fare occorr e passare al fare per pensare, per i mparare, per scoprire. Co me so steneva De wey, i l l aboratorio deve svil upparsi i n una r i cerca teorica, ci oè di r i pensa men to del l atti vi tà prati ca stessa, di a mpl i a mento e approfondi m ento del l e conoscenze che ad es so sono conn esse. 9 È di ffi cil e per i l bambi no vedere, c api r e, dare si gni fi cato ad atti vi tà scol asti che di verse dal l e atti vi tà a l ui fa mi l i ari. Per questo moti vo sarebbe i mport ante proporre oggetti, feno meni, for me di i nterazi one che i l bambi no possa connettere con l e esperienze prec eden ti che per l ui son o natural i. Ogni esperienza possi bi l e è i n qual che mod o l a prosecuzi one di quell e precedenti: i l camp o d azi one del ba mbi no gradata ment e si all arga ed i ntegra ci ò che vi a vi a arriva all a portata del l a sua percezi one e curiosi tà. 10 Ci ò condi zi ona i l r uol o dell i nsegnante, al qual e non vi ene r i chi esto sol o di essere un qual i fi cato operatore e u n pro motore del processo di cresci ta dei suoi al li evi, ma, nel conte mp o, un medi atore di datt i co perché senza l a medi azi one cul tural e dell adul to le esperienze, anche se di r ette, non si trasfor mano i n apprendi men ti. 9 C. G. Hoffman, Fare scienze nella scuola di base, Milano, La Nuova Italia Editore, 2000, pag. 38. 10 G. Torosantucci, M. Vicentini Missoni, L insegnamento delle scienze nella scuola elementare, La Nuova Italia, Firenze 1987. 10
Capitolo second o 2.1 Prese nt azio ne perso nale: mae stra per caso! Ogni cosa viene edificata innanzi tutto dentro di noi, perché il primo materiale è sempre la forza, la volontà e la determinazione di arrivare fino in fondo. (C. Sgorlon) Il mi o i ngresso nel l a scuol a primaria, i n qual i tà di i nsegnante, è stato del tutto casual e. Sfogl i ando l e r el azi oni r el ati ve all an no di for mazi one di al cune col l eghe, l eggevo che, a precedere i l fati di co anno di prova, sono sta te esperienze pi ù o meno l unghe press o di verse scuol e primarie e, i n mol ti casi, una preparazi one l egata a i corsi di l aurea i n Scienze del l educazi one o Sci enze del l a for mazi one. Io ho avut o modo di approfondi r e gl i aspetti fi l osofi ci e psi copedagogi ci dell a cresci ta umana durante i l periodo l i ceal e, con l a frequenza del li ceo sci enti fi co speri ment al e ad i ndi ri zzo soci o - psi copedagogi co. Dopo aver conseg ui to i l di pl oma, i mi ei studi hanno preso una vi a del tutto di versa, con l i scrizi one al corso di l aurea i n Sci enze forestal i ed ambi enta l i presso l a facol tà di Agraria del l Uni versi tà degli Studi di Pal ermo. Subi to dopo il consegui mento del l a l aurea, nel l ugl i o 2 003, sono stata a mme ssa a frequentar e l a S.I.S.S. I.S. ( Scuol a Interuni versi taria Si cil i ana di Speci al i zzazi one per l Insegna ment o Secondario), abi l i tando mi al l i nsegnamento per l a cl asse di concorso A060 ( S ci enze natural i, chi mi ca, geografi a, mi crobi ol ogi a ). Con quest o a mbi ti ssi mo e i nvi di ati ssi mo ti tol o i n tasca, nel l ottobre 2005 ho i ni zi ato l a mi a primi ssi ma e sperienza presso l I.T.I. S. F. Corni di Mode na e da al l or a, per otto 11
anni, ho l avorato con i ncarichi di suppl enza presso gl i i sti tuti superiori di Modena e provi nci a, acco mpagnand o tanti adol escenti nel percorso di cresci ta, fi nanche agli esa mi di Stato. Nel fratte mpo, ho consegui to anche l abi l i tazi one al sostegno presso l a S.S. I.S. ( Scuol a di Speci ali zzazi one per l Insegna ment o Secondario) del l Uni versi tà di Modena e Reggi o E mi l i a, spendendo tal e ti tol o i n qual cun a dell e esperienze scol asti che. Intanto, fra mi l l e pol emi che, l o scor so anno, l al l ora mi ni stro F r ancesco Pr of u mo bandi va l e prove concorsual i per i l r ecl uta mento del personal e docente, a di stanza di poco pi ù di di eci anni dal l e ul ti me, quel l e a cui i o stessa avevo preso parte, abi l i tandomi ai r uol i si a del personal e docente nel l a scuol a del l i nfanzi a si a del personale educati vo. Invogl i ata dai fami l i ari, ho i ni zi ato a ri spol ve r are i testi di psi copedagogi a e ad addentrarmi i n una l egi sl azi one che mi ha fatto r endere conto del profo ndo ca mbi a mento cui è stata, e con ti nua ad essere, sottoposta l a s cuol a el emen tare, di venuta, nel frattempo, prim ar ia. Io l avev o l asci ata ferma ai P r ogra mmi Mi ni steriali del 1985 e mi r i trovavo a confrontare l e Indi cazi oni nazi onali del 200 4 ( mi ni stero Moratti ) c on l e Indi cazi oni per i l curricol o del 2007 ( mi ni stero F i oroni ) e con quel l e ancor pi ù r ecenti del 2012 ( mi ni stero Pr ofu mo). Anche l e nuove p r ove concor sual i si sono dovute adattare ai profondi ca mbi a menti soci al i e cul tural i degl i ul ti mi anni, e, dal confronto con l e precedenti, posso affer mare co n certezza che l e modal i tà di svol gimento hanno r i chi esto u n i mpegn o notevol e. Con un pi zzi co di o r gogli o sono fi era di avercel a fatta ed ecco mi arrivata presso l a Di r ezi one Di datti ca di Vi gnol a, una dell e pi ù gr andi d Ital i a. Al l i ni zi o, l a preoccupazi one di non essere al l al tezza di assol vere un r uol o cos ì i mportan te per l a for mazi one degl i 12
al unni ha avuto i l sopravvento, ma al l o stesso te mpo, h o mobi l i tato tutte l e mi e capaci tà e l e mi e energi e, i ntraprendendo con pi acere questa nuova esperienza l avorati va. A sostener mi i n questa avven tura i l supporto del l a fami gl i a che vanta l a presenza di nu mero si i nsegnanti, nonché i l tea m del modul o per l a sereni tà, l a di sponi bili t à, l a fi duci a e i l sostegno accordati mi. I mmancabi l i e i nstancabi l i compagn i di vi aggi o i mi ei al unni che, con i l l oro affetto, mi hanno se mpre spi nta a dare i l megl i o si a dal punto di vi sta profe ssi onal e si a dal punto di vi sta u ma no. C on l oro, che mi ha nn o grati fi cata, stupi ta, co mmos sa, ho condi vi so se mpl i ci e bel l e e mozi oni : l a spontanei tà, l a sorpresa, l entusi as mo, l i ngenui t à. 13
2.2 Vig no la è Descrivere Vi gnol a i n poche r i ghe è prati ca ment e i mpo ssi bi l e, anche da parte di chi non è nato tra queste col li ne e vi abi ta sol o da pochi anni. Vi gnol a è una ci ttà ( ti tol o di cui è stata i nsi gni ta dall e x Pr esi dente del l a Repubbli ca Scal faro) dal l a mi l l e sfaccettature, dai mi l l e vol ti, dal l e tante opportuni tà si a per i pi ccoli si a per i gi ovani e i meno g i ovani. Da un l ato, a se tte mbre, l a man i festazi one Ba mbi nopol i trasfor ma Vi gnol a i n una ci ttà fatta tutta a mi sura di ba mbi no, dal l al tro, l a sede dell ' Uni versi tà Li bera Età Natal i a Gi nzburg si propone l a for mazi one e l ' educazi one per manente degl i adul ti, l a promoz i one soci al e e cul tural e del l a terza età, i l coi nvol gi men to nel l e atti vi tà educati ve, for mati ve e cul tural i dell e persone con di ffi col tà a i ntegrarsi e a i n teragi r e nell a co muni tà l ocal e. Ma ecc o acconten tati anche gl i a manti del l a mu si ca: i l Ci r col o Musi cal e G. Bonon ci ni, da ol tre 15 anni, d à i mpul so al l o studi o del l a musi ca e al l a sua frui bil i tà sul territorio, mentre per i pi ù esi genti l associ azi one Vi gnol a ja zz cl ub organi zza da qual che a nno i l Jazz i n It, l e cui note al l i etano l e prime cal de serate del mese di gi ugno. A Vi gnol a c è anche spazi o per l a cul tura: il nuovo teatro "Er man no F abbri" ospi ta, ol tre ad un r i cco programm a teatral e, spettacol i di prosa, conc erti, opere l i ri che, corsi, l aboratori e convegni, men t r e l a bi bl i oteca Auris, al l i nterno di un co mpl esso archi tettoni co moderno, custodi sce u n i nesti mabi l e patrimoni o l i brari o. Mol tepl i ci e, soprattutto, atti ve le associ azi oni cul tural i, sporti ve, di vol ontariato, di promoz i one e di val ori zzazi one del si ste ma econo mi co, del l a mb i ente e del territorio. Nu mero si i convegni, l e mostre p ersonal i e coll etti ve, l e gal l eri e d arte private e pubbli che, l e li breri e che 14
propongono ai ba mbi ni l aboratori creati vi e l etture ani mate, i ci r coli, i musei. Chi associ a Vi gnol a escl usi vamente al l a ci li egi a, grazi e all a qual e questo co mune ha fatto i l gi r o del mondo, dev e r i credersi perché Vi gnol a è anche al tro. Vi vendo quest a ci ttà e i n questa ci ttà, i mpari che, p ur r i manendo fedel e al l a sua tradi zi onal e vocazi one agricol a, acco gl i e nuovi sti mol i e nuove proposte i n ca mpo cul tural e, a vol er r i cordare ch e di ede i natali all o storico e l etterato Ludovi co Antoni o Muratori, nonché al l archi tetto Jaco po Barozzi. E una vol ta spento i l pul sare del l a vi ta quoti di ana, l e prime l uci dell a sera r egal ano un i mmagi ne suggesti va di quel l o che, forse per tutti i vi gnol esi, r appresenta i l si mbol o pi ù i mportan te ed a mato di i denti tà geografi ca e cul tural e: l a Rocca, r oc caforte pri ma ed el egante r esi denza quattrocentesca dopo, oggi meta pe r mi gl i ai a di turisti. Vi si tare questi l uoghi facil ment e r aggi ungi bili, tanto i n macchi na quanto con i mez zi pubbl ici, si a da Modena si a da Bol ogna, nonchè passeggi are a pi edi o i n bi ci l ungo i percorsi ci cl abi li che, a tratti, costeggi ano il Panaro, offrono l a possi bi li tà di ammi r are una straordi naria vari età di paesaggi. Quando l e vi e del centro festeggi ano l arrivo dell a bel l a stagi one, nei di ntorni, gli al beri sono tutti i n fi ore e i fi ori bi anchi l asci ano poco dopo l o spazi o al verde i ntenso del l e fogl i e punteg gi ato dal l ucci chi o vermi gl i o dei frutti. Ca mmi nare tra queste vi e vuol di re, al tresì, percorrere La Strada dei Vi ni e dei Sapori del T erritorio Ci ttà Castel l i Ci li egi, assaporando i prodotti ti pici di queste zone. L econo mi a l ocal e vanta una tr adi zi one agricol a mol t o r adi cata, tuttavi a, negl i anni, i l tessuto econo mi co si è arricchi to di una serie di pi ccol e e medi e i mprese ch e spazi ano i n vari co mparti econo mi ci. La presenza di una condi zi one di r el ati vo benessere, sebbene segnata negl i ul ti mi anni da una crisi general e e 15
prol ungata, ha r i chi amato un nu m ero se mpre crescente di i mmi grati con un i ncre mento del l a densi tà di popol azi one. Questo asp etto, f aci l mente r i sco ntrabi l e osservando l a co mpo si zi one d ell e cl assi, ha fatto sì che l a scuol a adottasse model l i sempre pi ù a mpi di soci ali zzazi one e di i ntegrazi one proi ettati verso una maggi ore di sponi bili tà al ca mbi a mento e al l a soli darietà, model l i r acchi usi nel l o spi r i to del l a scuol a T utti di versa mente ugual i tutti ugual mente di versi. 16
2.3 Il co nt esto scuo l a: l org anizz azione scolastic a attra verso il Piano dell Offert a Fo rmati va Nel l a r eal tà soci al e di un territorio, l a scuol a r appresent a l organi smo che d à r i sposta al l e as pettati ve di for ma zi one e di promo z i one soci al e del l a popol azi one. Da qui l a necessi tà di un progetto d i sti tuto che i nvesta gl i al li evi nel l oro percorso di scuol a, ma ch e nel conte mpo r accordi i parametri general i predi sposti a li vell o nazi onal e con l e esi genze l ocal i, l e variabil i terri tori ali, i condi zi oname nti a mbi ental i, le parti col ari r i sors e econo mi che, cul tural i, umane. La Di r ezi one Di datti ca di Vi gnol a, una fra l e pi ù grandi d Ital i a ( sette pl essi di scuol a dell i nfanzi a e quattro pl essi di scuol a primaria per un totale di 1831 al unni ), per garanti r e agli utenti un buon funziona mento, si avval e del supporto di Isti tuzi oni l ocali che, a vario ti tol o, coll aborano al mi gl i oramento del l offerta for mat i va r i vol ta agli al unni e al l e l oro fami gl i e. Basti pensare, i n primo l uogo, al Comun e di Vi gnol a e all Uni one T erre dei Castel l i che contribui scono al l a nomi na di educatori assi stenzi al i per gli al unni portatori di handi cap, all o stanzi amento di fondi per l a qual i fi cazi one scol asti ca, al l organi zzazi one di ser vi zi di pre/post scuol a, di trasporto e di r efezi one. Le scuol e possono contare, al tresì, sul l a presenza del l a F ondazi one di Vi gnol a che offre si a progetti di datti ci tenuti da propri operatori si a fi nanzi ame nti per progetti speci fi ci. Gl i operatori del CONI e di al tre associ azi oni sporti ve del terri torio i ntervengono con progetti di educazi one motoria; l a COOP pro muove progetti di educazi one ali ment are i nsi eme al CO NI, a l l ASL e al Co mu ne. Il Pi ano del l Offerta F ormati va del la Di r ezi one Di datti ca di Vi gnol a si arti col a i n quattro docu menti : - Le scel t e educati ve. 17
- Il quadro organi zzati vo. - La scuol a del l Infanzi a. - La scuol a Pr i maria. Senza en trare nei dettagl i del test o, vorrei soffer mar mi su al cuni degli aspetti che caratterizz ano i l docu mento i n cui sono r acchi use l i spi r azi one pedagogi ca ed org ani zzativa del l a scuol a stessa. La Di r ezi one Di datti ca, da al cuni anni, ha deci so di dotarsi di un Patto d i correspon sab il ità/re sponsab il ità edu cat iv a i cui contraenti, nel l a scuol a dell i nfanzi a e nel I e II anno del l a scuol a pri maria, sono i geni tori e gl i i nse gnanti, mentre nel III, IV e V anno del l a scuol a primaria, i geni tor i, gl i i nsegnanti e gli al unni. La Di r ezi one svol ge, i nol tre, attivi tà di Autodi agnosi di Isti tuto, moni torando, al ter mi ne d i ogni quadrimestre, gl i apprendi menti per mezzo di una pr ova d i i tal i ano e d una di mate mati ca e l e r el azi oni soci ali all i nterno del gruppo cl asse attraverso l a so mmi ni strazi one del soci ogramma di Moreno. Pr esso i l Ci r col o Di datti co di Vi gnola, i l Coll egi o dei Docenti el abora annual mente l a programmazi one di Ci r col o, defi nendol a per obi etti vi speci fi ci di apprendi mento. Periodi ca mente, i docenti dell e équi pe el aborano i percorsi di datti ci, l e metodol ogi e, conf r ontano e sca mbi an o esperienze. La progra mmazi one educati vo - di datti ca e l a val utazi one, di co mpete nza dei doce nti, vengono ef fettuate : per cl assi parall el e (g li in c o n t ri h a n n o c a de n z a a lme n o q u a d rime s t ra le ); per équi pe di cl asse (g li in c o n t ri h a n n o c ad e n z a s e t t ima n a le - lu n e d ì 1 6 : 3 0 18:30 ). A concl usi one di ogn i uni tà d'apprendi me nto, ogni docent e verifi ca gli apprendi men ti, uti l i zzando prove s trutturate, 18
se mi - strutturate e non strut turate che, una vol ta corrette, vengono date i n vi si one al l e fami gl ie. I r i sul tati dell a mi surazi one non ven gono espressi i n voti m a r egi strati secondo l a seguente mod al i tà: RR R QR PR NR Obiettivo pienamente raggiunto Obiettivo raggiunto Obiettivo quasi raggiunto Obiettivo parzialmente raggiunto Obiettivo non raggiunto La val utazi one, nel l o spi r i to che pervade l a Di r ezi one Di datti ca, assu me un carat tere preval ente me nte for mati v o ( i mpegno-parte ci pazi one - i nteresse) e progressi va mente so mmati vo (sapere o non sapere u n a cosa). Nu mero si sono i progetti che co i nvol gono l e cl assi del Ci r col o Di datti co: Pro g etto lettori fo rt i T ane della lettur a. Pro g etti d i Cittadi na nza e Costi t uzio ne : Gio rn o d ella M emo ria 27 g ennaio; Il t ricolore e la memo ria civica p e r la comme mo razione d i 4 d ate d i rilevanza stori ca ( a turno, i quattro pl essi ri cordano l e gi ornate del 4 novembre, del 17 marzo, del 25 aprile, del 2 gi ugno) ; Salvia mo la b u o n a educazione; Direzione Didattica: Scuola 2.0 ; Ed u cazione alla legalità i n col l aborazi one con l Associ azi one LIBER A. Pro g etti d i Ed u cazio ne amb ie nt al e : L a Rocca d i Vignola; F ru t t a n elle scuole; Raccolta d i f f erenziata; L a m ensa: o p p o rt u n ità edu cativa; No allo spreco di cibo. Pro g etto valorizza re le d iffere nze e comp e nsa re l e d ifficoltà: Pro g etto Baloo ; Pro g e t t o Abracadabra. 19
Pro g etto d i Pa rt ecipazio ne : Ed u care alla g enitoria lità; Scuole curate e b elle; P ro g etto d i p art ecipazione ( il Col l egi o dei Docenti e i l Consi gli o di Ci r col o hanno i ndi vi duato nu merosi mo menti di i ncontro con i geni tori). Ol tre a quel li sui ndi cati, ogni pl esso ha coi nvol to gli al unni nei seguenti progetti : - Scuol a pri maria J.Baroz zi - A scuo la ness u no è straniero - ( educ a z io n e in t e rcultura le ). - Scuol a pri maria I. Cal vi no - Badmi nt ia mo - (p ro mo z io n e f isica e sportiva). - Scuol a primaria G. Mazzi ni - Uno d ue t re quest anno g ioca con me - (conoscenza d e i p iù c o mu n i g io c h i d a t a v o lo e v a lo ri z z a z io n e d e lle a b ilità lo g iche, in t u itive, n o n c h é d e lle c a p a c ità d i a g g re g a z io n e e c o lla b o ra z io n e ). - Scuol a pri maria A. Moro - Setti ma na d ello sport - (e d u c a z io n e a d un c o rre t t o e s a n o s v ilu p p o p s ico -f isico). - Cl assi a te mpo pi eno J. Barozzi - I. Cal vi no - G. Mazzi ni - Mang ia mo i nsie m e? (g e s t io n e, o rg a n izzazio n e e v a le n z a e du c a t iva dello s t a re a me n s a ). Consi derate l e di mensi oni del Ci r col o, il Di r i gente Scol asti co, prof. O mer Bon ez zi, ol tre che dell a col l aborazi one conti nua dell e i nsegnanti Mara Leoni ( vi caria scuol a primaria) ed El i sa Grandi ( coordi natrice del l e scuol e del l i nfanzi a), si avval e dell a presenza dei coordi natori di pl esso, un val i di ssi mo punto di r i ferimento tanto per i docenti quanto per i l Di r i gente Scolasti co stesso. In seno al Col l egi o docenti al cuni i nseg nanti vengono i ndi vi duati per coordi nare gruppi di l avoro con co mpi ti ben defi ni ti quali : co mmi ssi one struttur azi one prove di verifi ca, co mmi ssi one di l avoro uni tario conti nui tà, co mmi s si one for mazi one cl assi prime, c o mmi s si one si curezza, co mmi ssi one vi si t e/vi aggi di istruzi one, co mmi ssi one 20
i ni zi ati ve cul turali scuol a/territorio, coordi na mento cl assi paral l el e. Ad al tri docenti vengono a ssegnat i i ncarichi connessi al l a gesti one quoti di ana dei si ngoli plessi : co mmi ssi one POF, i ni zi ati ve cul tural i, coordi nat ore scuol a si cura, coordi natore vi si te/vi aggi di i struzi one, uso dell a pal estra, conservazi one del l e attrezzature e dei sussi di, gesti one dei presti ti dell a bi bli oteca. 21
2.4 Il plesso G. Ma zzi ni Il pl esso G. Mazzi ni conta trecentoventi i scritti, suddi vi si i n qui ndi ci cl assi, di cui sette funzi onanti con orario di venti sette ore setti manal i ( da l unedì a sabato 8:20 12:50 ) e l e r estanti otto a t e mpo pi eno ( q uaranta ore, da l unedì a venerdì 8:20 16: 20). Il pl esso è ubi cato nell a zona central e del paese e si affacci a su quattro vi e ci ttadi ne. L edi fi ci o, con un sol o i ngresso si tuato i n vi a X XV A prile, r i sal e agl i anni 20, si svil uppa su due pi ani ed è dotato di ascensore, di usci te di si curezza e di si ste mi anti ncendi o; i corridoi sono a mpi e l u mi nosi ; i servi zi i gi eni ci, spazi osi e ben tenuti, sono di vi si per sesso. Ol tre ai qui ndi ci spazi aul a di di verse metrature e fi nestrature, l a struttura co mprend e una serie di ambi enti attrezzati pe r speci f i che atti vi tà: - aul a di sci enze; - bi bli oteca/tana del l a l ettura; - aul a per educazi one al l i mma gi ne; - aul a i nsegnanti ; - riposti gli o; - a mbul atorio; - aul a pol i funzi onal e; - l aboratorio i nfor mati ca; - due refettori; - cuci na. Il pi ano terra r i al zato ospi ta gli Uffi ci di Segreteria, di Di r ezi one e l a guardi ol a dei col l aboratori scol asti ci ; l edi fi ci o, cui è annessa l a palestra, è ci r condato da un a mpi a area corti l i va al berata uti li zzata dal l e cl assi per atti vi tà l udi co - ri creati ve. Il pl esso svol ge funzione di Pol o i n merito al l aggi ornamento dei doce nti di scuol a primaria e nei suoi l ocali si svol gono di versi i ncontri, quali Col l egi docenti, i ncontri cl assi parall el e, 22
2.5 Le classi: osse r vazio ni e di na mic he [ ] Qualche volta viene la tentazione di levarseli di torno. Ma se si perde loro, la scuola non è più scuola. [ ] (Don Lorenzo Milani) Al suono del l a campanel l a, i l 16 sette mbre 2013, ad aspettar mi c erano gl i al unni del le cl assi IV A e IV B al l i nterno dell e quali mi sono state assegnate l e di s ci pli ne: mate mati ca e tecnol ogi a, sci enze, educazi one fi si ca ( venti sette ore setti manal i ). Le cl assi, i n merito al l e condi zi oni economi che e soci o - cul tural i, ri sul tano eterogenee. Nel corso del l e pri me setti ma ne, attraverso r i petute osservazi oni durante l e atti vi tà di datti che proposte, h o constatato che i l r i tmo di apprendi me nto degl i al unni r i sul tava adeguato al l o svi l uppo cogni ti vo dell ' età ; tuttavi a, non manca no ba mbi ni con te mp i di maturazi one e di apprendi mento pi ù l unghi, con i mp egno di sconti nuo o con di ffi col tà di concentrazi one dovuti, presu mi bi l mente, a l contesto so ci o - cul tural e dell ' ambi ente di proveni enza. La cl asse IV A si compon e di venti due al unni, di cui sei maschi e sedi ci fe m mi ne. Sono presenti sette al unni strani eri ( quattro nati i n Ita li a e tre al l estero) e una ba mbi na con certi fi cazi one di handi cap che, affi ancata pe r undi ci ore setti manal i dal docente di sostegno, Gi useppi na La Rosa, e per sette ore dal l educatrice, Laura Ven turel l i, segue una progra m mazi one di fferenzi ata che privi l e gi a gli a mbi ti l i ngui sti co e mate mati co. Per quel che c oncerne gl i apprendi menti, un buon nu mero di al unni ha acqui si to con si curezza l e abi li tà r el ati ve agli obi etti vi prefi ssati, di mostrando autono mi a i n fase operati va; un al tro gruppo ha cons egui to un buon l i vell o di conoscenze e di abil i tà, men tre per un numero esi guo, pur seguendo l a progra mmazi one de l l a cl asse, sono stati 23
necessari i nterventi costanti al fi ne di consol i dare e padroneggi are l e stru mental i tà di base. Un al unna, a ca us a del l a scarsa con oscenza del l a li ngua i tali ana, ha segui to una progra mmazi one i ndi vi dual i zzata, r aggi ungendo un primo l i vel l o di al fabeti zzazi one. La cl asse I V B si co mpone di ve nti al unni, di cui tredi ci fe mmi ne e se tte masc hi. Sono presenti sette ba mbi ni strani eri (ci nqu e nati i n Itali a e due al l estero). Ri guardo agl i apprendi men ti, un gruppo consi stente, di mo strando autono mi a i n fase o p erati va, ha acqui si to con si curezza l e abi li tà r el ati ve agli obi etti vi programmati, con punte di eccel l enza; un al tro grupp o ha cons egui to un buo n l i vel l o di conoscenze e di abi l i tà; un al tro ancora suffi ci enti abi li tà e conoscenze, mentre p ochi ssi mi conti nuano a mostrare al cune di ffi col tà nel portare a ter mi ne l e atti vi tà proposte. I r apporti i nterpersonali, i n entra mbe l e cl assi, per l a maggi or parte dei ba mbi ni, r i sul tano abbastanza equi l i brati. Da sottol i neare co me mol ti bambi ni dell a IV B con l e r i spetti ve fa mi gl i e, negl i anni, abbiano costrui to una r ete di r el azi oni anche al di fuori del l ambi ente scol asti co. Nel l e due cl assi, generalmen te, non è man cato i l ri spetto del l e r egol e di convi venza stabi li te dal team che, quest anno, a parte l e i nsegnanti di r eli gi one cattol i ca e di sostegno nel l a sez. A, ha vi sto l a sosti tuzi one dei docenti del l e al tre di sci pl i ne. Gl i al unni del l a sez. A, si n da subi to, si sono di mo strati pi ù r u morosi, pi ù parteci pi, pronti al l a frase spi r i tosa per susci tare l a r i sata. Pi ù si l enzi osi i ba mbi ni del l a sez. B, quasi ti morosi, anche col oro che, nei mo menti di verifi ca, hanno conseguito se mpre otti mi risu l ta ti. Quoti di anamente, un al unno, s cel to secondo l ordi ne al fabeti co, assol ve al co mpi to di ai utante : provvede a far e l e fotocopi e, di stribui sce il material e, organi zza l e usci te 24
per i servi zi i gi eni ci durante l i nterval l o, funge da posti no, r ecandosi da una cl asse al l al tra, L i nterval l o si svol ge, general mente, i n aul a, i bambi ni, di sposti a gruppetti vari abili, usano i gi ochi da tavol o, propongono l oro stessi dei gi ochi, di segnano oppure chi acchi erano tra di l oro; quando l e condi zi oni meteorol ogi che l o per mettono ci si reca i n corti l e. Mensi l mente, vi ene ca mbi a ta l a di sposi zi one dei banchi per favorire i r apporti tra tutti i me mbri del l a cl asse. Negl i spazi aul a, i banchi sono di sposti frontal men te al l a cattedra; ci sono due ar madi, uno des ti nato al m aterial e degl i al unni, l al tro a quel l o degli i nsegnanti ; al l e pareti sono affi ssi cartel l oni r eali zzati dai bambi ni, carte geografi che e poste r afferenti al l e varie di sci pl i ne. Nel l a sez. B, l aul a, mol to spa zi osa, è forni ta di un co mputer portati l e col l egato all a LIM, u ti l i zzata dai docenti e, con mol to entusi as mo, dagl i al unni, men tre n el l a sez. A è presente sol o un co mputer da scrivani a col l egato al l a sta mpan te, ma al l occorrenza, gl i al unni possono ca mbi a re aul a. Durante i l corrente anno scol asti co, nel l ambi to del l e atti vi tà proposte dal Pi ano del l Offerta F or mati va, l e cl assi hanno parteci pato ai seguenti l aboratori: Amici del Museo Nel mese di nove mbre, l e cl assi si sono r ecate pre sso i l Museo Ci vi co di Vi gnol a per un per corso mi neral ogi co all a scoperta del l e rocce del territorio. L aboratorio COO P Imb alli da sba llo Nel mese di nove mbre, i ntervento i n cl asse di un esper to al fi ne di sensi bili zzare gl i studenti al te ma del rici cl aggi o. Al l opera nel c ant ie re della Rocca 25
Nel mese di febbrai o, pr esso i l ocali del l a Rocca, l aboratorio i ncentrato sul contatto e sul l a conoscenza di oggetti, material i e tecni che i mp i egati nel l avoro degl i arti gi ani del passato. Costruzi one di merli di carta pesta, di pi nti secondo l a fantasi a dei bambi ni, e di al cune f i gure geo metriche, uti l i zzando l a corda a 12 nodi. Gioco sport A cura, r i spetti va mente, di Vi gnol ese 1907 e S P V pal l acanestro Vi gnol a, ci ascuna cl asse ha svol to ott o i nterventi di cal ci o ( gennai o - febbrai o) e di eci di mi ni baske t ( marzo-aprile-maggi o). Ed uca zione a lla sic u rezza st radal e Nel me se di marzo, i ntervento i n cl asse del l a Pol i zi a Muni ci pal e, con parti col are riferime nto al co mpor ta mento dei ci cl i sti. L etture del Risorg i me nt o Nel me se di april e, l ettura ani ma ta presso l a Bi bli oteca Co munal e Au r i s di Vi gnol a. Nel mese di aprile, l e cl assi si sono r ecate i n vi si ta press o l a sezi one egi zi ana del Museo Ci vi co Ar cheol ogi co di Bol ogna. Nel me se di maggi o, l e cl assi si so no r ecate presso l a sal a teatral e Cantel li di Vi gnol a per assi stere al l o spet tacol o F esti vi ty pl anet i n l i ngua i ngl ese. 26
2.6 Io e gli al u nn i La mi a e sperienza di docente i ni zia con gl i studenti del l e scuol e secondarie di secondo grado e l e mi e preoccupazi oni i ni zi ali, pi ù che dagli aspetti pretta ment e di datti ci, sono state dettate dal r apporto che avrei dovuto i nstaurare con i nuovi pi ccoli al unni. Pr esa dal l ansi a, ho r i fl ettuto su al cune frasi ci tate da T ho mas Gordon: Se è v ero che i d ivers i stad i evolut iv i de i bambin i debbano essere pres i ser ia m ente in c ons idera zi on e per la sce lta de l m ater ia le e de lle esper ien ze educat ive è anche vero che il r apporto umano d i b ase tra l insegn ante e lo studente r im ane sempre lo stesso [ ] Gl i student i d i qua ls ias i età sono s empl icemen te degl i esser i uman i. [ ] T utti i r aga zzi s i e nt us iasmano se s tanno imparand o veramente e s i anno iano se non s tanno im parando n ient e. T utti i g iova n i s i scoragg ian o qua ndo sono emarg inat i s e hanno fatto m ale o poco. [ ] T utti i r aga zzi provano orgogl io se r iescono ad ottenere dei r isu ltat i e lo perdon o quando v iene det to loro c he non r iescono a fare abbastan za. 11 Indi pendente mente dal l età degl i al unni, n on esi ste processo di apprendi mento senza r el azi one, pertanto, al l a l uce di tal e consi derazi one, ri tengo che l i nsegnante, per svol gere effi cace mente l a propria azi one educati va, debba non sol tanto conoscere l e di sci pline di i nsegna mento ma, nel ri spetto dei r uoli, i ntrecci are una r ete di buone r el azi oni, basate su fi duci a e apertura r eci proche, si curezza e affetto, e mpati a e r i spetto. L i struzi one no n può r i dursi ad un fatt o mecca ni co e r i peti ti vo: è fondamen tal e trasme ttere, nonch é r i cevere e mozi oni posi ti ve e al l egr e che entusi as mi no l a cl asse, garantendo processi di au tosti ma e di autoreal i zzazi one. 11 T. Gordon, Insegnanti efficaci, Giunti Lisciani Editori, Firenze, 1991, pag. 31. 27
Dopo l a fami gl i a, l a scuol a è i l l uogo i n cui i ba mbi ni trascorrono gran parte del l oro te mpo, pertan to, i nevi tabil mente, tra i nsegnante e al li evi si stabil i sce un r apporto u mano, a se gui to del quale i l docente guarda non sol o al l al unno ma anche al l a persona, cogl i endone debol ezze, fragi l i tà, atti tudi ni, qual i tà. Dal canto suo, i l docente con i l propri o esempi o e l a propri a condotta dovrebbe essere un model l o eti co di equi tà, di i mparzi al i tà, di gi usti zi a, di equili brio e di saggezza. Quando i r apporti tra tutti i soggetti coi nvol ti nel processo educati v o sono p osi ti vi l a gi ornata scol asti ca vi ene vi ssut a serena ment e, si va a scuol a vo l enti eri, si è moti vati, l al unno studi a con maggi ore profi tto e l i nsegnante è portato a dare i l megl i o di sé. Scrivendo queste r i ghe, sorrido al ri cordo dell a soddi sfazi o ne nel l i ntravedere l e ma ni al zate e nel senti r e l a voce di quei ba mbi ni se mpre si l enzi osi per l a paura di sbagl i are o per i l di sagi o di non essere al l al tezza, co me s e nessuno pri ma di all ora l i avesse incoraggi ati, sostenuti e moti vati. Nel contesto cl asse, l ' errore non ha mai r appresentato un a macchi a e mo ti va e cul tural e per l ' al unno, è stato per contro i l tassel l o che ha consenti to ad entr a mbi, i n conti nuo feed - back, di i ndi vi duare il perché del l e di ffi col tà i ncontrate per poi superarle. Le grati fi ca zi oni sono state r i correnti senza r i nunci are, tuttavi a, al l a fermez za r i chi esta da al cune si tuazi oni e chi ssà co me sarà st ato co ntento quel l al unno sal i to agli onori del l a cronaca per l e monel l erie quando si è vi sto apprezzato anche per l e sue potenz i ali tà? Si tratta di pi ccol i traguardi che, r aggi unti con i l trascorrere dei gi orni, dell e setti mane, dei me s i, i norgogl i scono, perché i nsegnare è anche una rel azi one u mana. 28
«Per insegnare, occorre eros» a ff er mava Pl atone. Er os è una parol a greca che si gni fi ca piacere, a more, pas si one, bi sogna a mare ci ò che si fa e l e pe r sone che sono di nanzi a noi. Sono gl i i nsegnanti e gl i al unni che fanno l a scuol a e non l e ri forme e l e i ndi cazi oni per programmare ch e ca mbi ano ogni qual vol ta ca mbi a mi ni stro. Un al tro fattore che, cred o, abbi a avuto un r uol o posi ti vo sul l ' apprendi men to è stato l ' umorismo con i l qual e parecchi e vol te ho s mor zato si tuazi oni di di fficol tà e, a gi udi care dal l a r i sposta posi ti va dell e cl assi, suppongo che i ba mbi ni abbi ano subi to avverti to il pi acer e che avevo nel l avorare con l oro. Dopo tutto, è con l oro e grazi e a l oro che ho i mparato anch'io, perché " insegn are è im parare d ue vo lte " ( Joseph Joubert). 29
2.7 Io e le colleg he La scuol a non è sol o un l uogo di studi o ma s oprattutt o u n a mbi ente i n cui si creano e si vi vono rel azi oni. Il tea m di cl asse, co mposto da F ederzoni Gi anna, i nsegnante di i tal i ano, ci ttadi nanza e costi tuzi one, arte e i mmagi ne, Gi r genti Stefani a, i nsegnante di r eli gi one cattol i ca, La Rosa Gi usy i nsegnant e di sostegno, Pi cci ni ni Patrizi a, i nsegnante di storia, geografi a, musi ca, at ti vi tà al ternati ve, T r enti Marika, i nsegnante di l i ngua i ngl ese, si è caratterizzato per una conti nua ed effi cace col l aborazi one con r i cadute posi ti ve sugli al unni, preoccupati, i nsi eme al l e l oro fa mi gl i e, per l arri vo dell e nuove mae stre. Il team do cente si è se mpre co nfr ontato, e non sol tanto i n sede di progra mma zi one, sca mbi andosi noti zi e, i nforma zi oni, i mpres si oni sul l e di ffi col tà i ncontrate o sui successi ott enuti. Ci ascuna, c on l a propria personal i tà, ha contribui to a creare un'at mo sfera l avorati va di di al ogo, di sti ma, di r i spetto, di fi duci a, di condi vi si one di competenz e e di responsabi l i tà. Consi derate l e ore di presenza nel l e cl assi, un r apporto speci al e si è i nstaurato con Gi anna, che, con l a sua quarantennal e esperienza ( purtropp o andrà i n pensi one), mi ha consi gl i ata e supportata. Lo sca mbi o e i l confronto sono avvenuti, al tresì, i n occasi one del percorso di tutor in g in pract ice proposto, quest anno a l i vell o speri mental e, dal l Uffi ci o Scol asti co Regi onal e per l E mi l i a Romagna per i nnovare i l model l o for mati vo dei docenti neoassu nti. Questa sorta di tutoraggi o, svol to dal col l ega es perto nei confronti del docente i n anno di prova, ha f orni to ad entra mbe u n ul teriore pretesto per creare i nterrel azi one fra aspetti cul tural i, metodol ogi ci e di datti ci, sca mbi andoci i r uoli di osservatore e di osservato i n una si tuazi one di apprendi mento. 30
Posi ti va l i nterazi one con l a coll ega di mate mati ca del l a cl asse paral l el a, Carla Grandi, con l a qual e ci si amo confrontate si a durante gl i i ncontri uffi ci al i si a, soprattutto, i n sal a i nsegnanti e l ungo l e scal e, quando, entra mbe mol to di nami che e atti ve, ci ritrovava mo a correre su e gi ù per non perdere neppure un mi nuto prezi oso. Rassi curante l a fi gura del tutor, Si mo na Pel l oni, che, attraverso una serie di consi gli prati ci, ha contribui to a s morzare l ansi a che, i nevi tabi l ment e, acco mp agna l anno di prova. 31
Capitolo terzo 3.1 De nt ro l espe rie nza Il progetto F acci a mo sci enze speri mentando ha avuto co me te ma di approfondi mento i l r egno del l e pi ante, r i manendo fedel e agl i obi etti vi e ai contenuti dell a programmazi on e di datti ca el aborata all i ni zi o dell anno scol asti co. Il percorso di datti co è stato affro ntato nel corso del primo quadrime stre ( ottobre metà genna i o) ed è stato ri preso nel mese di aprile per co mpl etare l a real i zzazi one dell erbario. Al l a di sci pl i na, svol ta nell o spazio aul a, i n l aboratori o di i nforma ti ca e/o nel corti l e dell a scuol a, è st ata dedi cat a un ora setti ma nal e. Si è fatto us o del l i bro di testo, del l a L.I.M. si a per l a proi ezi one di material e di datti co apposi ta mente preparat o ad i ntegrazi one dei contenuti del l i bro si a per l o svol gi mento di atti vi tà di datti che interatti ve r eperib i li sul l a r ete, nonché di material e di facile r eperibi li tà a supporto del l e varie esperi enze prati che. La scel ta di quest o percorso di datt i co non è s tata casual e, ma detta ta dal l obi etti vo di ri valutare, agl i occhi degli al unni, quell e conoscenze spess o r e se noi ose da un i nsegna mento troppo as tratto e da una progra m mazi one penal i zzata nei suoi aspetti prati co -sperimental i. La maggi or parte dei ba mbi ni, si sa, mani festa scarso i nteresse spontaneo vers o l e pi ante, al contra r i o è mol to attratta dagl i ani mal i e questa constatazi one mi ha spi nto ul teriorment e verso tal e deci si one. Ri cordo l e parol e di un ba mbi no quando ho detto c he avre mmo i ni zi ato a studi are l e pi ante: << Uffa, m aestra l e abb iamo stud iate l anno scorso > > ed i o, prontamente, 32
r i sposi : <<Bene, proverò a stup ir t i con effe tt i spec ia l i! >>, i nfatti, quando si è r eso conto ch e gl i esperimenti portati avanti l o r endevano protagoni sta si è quasi penti to di averl e pronunci ate. Dal punto di vi sta me todol ogi co, gl i esper i menti sono s tati mol to arti gi anali c osì co me gl i stru menti e i l material e usato, tuttavi a i bambi ni erano consapevol i che si stava facendo una co sa seria. Er ano l oro i protagoni sti, erano l oro che, con l a mi a gui da, facevan o e i mparavano ( l earn in g by do ing). T utto i l percorso ha r uotato i n torno ad al cuni punti - chi ave, qual i : - partir e dal b amb ino : nel l i mpost are i l percorso ho accertato l e precono scenze me di ante un atti vi tà di brai nstor mi ng, scoprendo, con pi acere, che mol ti ba mbi ni conoscevano e r i cordavano mol ti dei concetti ri guardanti le pi ante. Parti r e dal l e conoscenze pregress e è stato un grand e vantaggi o perché nel proce ss o di i nsegna mento - apprendi mento per proporre e svi luppare abi li tà e nuovi stru menti è oppor tuno avval ersi del l a funzi one di r accordo e di r as si curazi one d ei concetti vecchi. L apprendi mento r i sul ta faci l i tato qual ora al l all i evo venga consen ti to di correl are l e nuove i nfor mazi oni co n l e preconoscenze, i ntese si a co me prerequi si ti si a come conoscenze spontanee. Il ba mbi no è portato a di fendere ci ò che sa, ma, di fron t e ad una si tuazi one sti mol ante, s i porrà dell e nuove do mande e c ercherà l e r i sposte ne i fatti, r i aggi ustando l e precedenti convi nzi oni. - Graduale passagg io da conoscen za di senso comune a conoscen za sc ient if ica : l enta ment e, l a conosc enza d i senso co mun e è s tata mes sa da p arte perché l e nuov e i nforma zi oni e i nuovi sti mol i che subentravano ad ogni 33
i ncontro hanno condotto i l ba mb i no all a conoscenz a sci enti fi ca del fenomeno. Il percorso è stato gradual e perché non ero i o a dover forni r e concetti ma erano i ba mbi ni che da sol i, ri spettando i propri tempi, doveva no arrivare al cambi a mento del l oro punto di vi sta. - Lin guagg io : spes so, i bambi ni di mo stravano di aver capi to, ma di non r i usci r e a spi egarlo a parol e. Mol te vol te sono r i suonate espressi oni del ti po non so come spi egar mi!. Spi egare dei feno meni sci enti fi ci senza possedere un l i nguaggi o appropriato è abbastan za di ffi ci l e. Pertanto, ho puntato mol to sul l uso dei ter mi ni corretti : poche frasi ma chi are e con ci se. - D iscus s ione come p unto d i for za : a concl usi one di ogni esperienza è stata svol ta una di scussi one per favorire l a concettual i zzazi one. Attraver so una si ntesi di quell o che si è osservato e co mpreso, non sol o si è consol i data l acqui si zi one del li nguaggi o speci fi co, ma si è l avorat o sul l a capaci tà di arti col are r agi onamenti di causa - effett o e di connessi one. Per l o stesso moti vo, nel l a fase i nizi al e di ogni atti vi tà si è proceduto, tra mi te l uti l i zzo di do mande - gui da, con l esposi zi one oral e di quanto gi à affrontato nel l e l ezi oni precedenti ; di scutere, attraverso l a costruzi one di catene di perché, ha si gni fi cato, al tresì, favorire l i nterazi one tra pari. La col l aborazi one e il confronto del proprio punto di vi sta con quel l o al trui, a mi o parere, sono da sti mol o a col mare l a di stanza fra i l proprio l i vel l o di svi l uppo e quell o potenzi al e ( zona di svi l uppo prossimal e). Si i mpara, pi an pi ano, ad ascol tare, a r i conosce r e per poi correl are i nforma zi oni e feno me ni, per i ntrecci are col l egamen ti, 34
nodi e r eti causal i, si a di natura di sci pli nare si a trasversal e. - M ateria le : i l material e predi sposto è stato i l pi ù sempl i ce e i l pi ù i mmedi ato possi bi l e. Ai fi ni dell a verifi ca/val utazi one, si è tenuto conto : - del l uso appropri ato del li nguaggi o speci fi co dell a di sci pli na; - del l a gradual e acqui si zi one del m et odo di studi o ; - del l a capaci tà d i cogl i ere i nessi fra i vari contenut i, di for mul are i potesi e verifi carne l a val i di tà, di gi ungere al l e concl usi oni ; - del l e compete nze acqui si te ; - dei cambi a menti negl i atteggi amen ti personali atti vati dagl i al unni. 35
3.2 La semi na Da se mi dive rsi nascono piante diverse? La maggi or parte era d'ac cordo nel di r e che ogni seme genera una pi anta di versa. Pensate che le p iante che n ascono d a semi d iversi all'inizio siano uguali e poi diventino diverse? È segui ta una di scu ssi one : quasi tutti sostenevano che l e pi ante sono di verse fi n dal l 'i ni zi o. Se p iantiamo i se mi n ell a stessa g iorn ata e li innaffiamo insieme, cosa acca d rà? Nasce ranno d elle p iantine nello stesso giorn o e cre sceranno insieme? Qui gli al unni hanno espresso pareri di scordi. MET T IAM OC I A L AV ORO! Occorre nt e : - terricci o; - vaschetta per l a se mi na; - pal etta da gi ardi no; - se mi di speci e di verse ( fagi ol i, lenti cchi e, nasturzi o nano, gi r asol e, soi a); poi ché i pr otagoni sti sono i ba mbi ni ho fatto scegl i ere l oro i se mi da portare a scuol a per real i zzare l esperienza; - acqua. Quando i bambi ni hanno avuto a di sposi zi one tutto il necessario, è stata avvi ata una di s cussi one ci r ca i l numer o di semi da pi antare e i l modo i n cui organi zzare l o spazi o vi sto che l a vaschetta presentava degl i scomparti. Al cuni proponevano di pi antare un se me per ogni speci e, al tri di usare, per ci ascuna speci e, più se mi per far fronte al l eventual e morte di qual che ese mpl are. Scel ta quest ul ti ma sol uzi one, presentai un probl ema: come d istinguere i semi una volta coperti dal terriccio? 36
F ederico: Semp lice, mae stra, p o ssiamo u sare d elle etichette con il loro n o me. In u na batter d occhi o ecc o pronte anche l e strisci ol i ne di carta. Ora non r estav a che sporcarsi l e mani e i ba mbi ni, a turno, hanno dato i l l oro contri buto nel met tere l a terra, nel si ste mare i se mi, nel l i nserire l e etichette, nel l i nnaffi are. Ogni gi orno, il bambi no con fun zi one di ai utante aveva i l co mpi to di i nnaffi are l e pi anti ne, perché, ol tre all occorrente sui n di cato, servi va una buone d ose di pazi enza e di costanza. I ba mbi ni, i n tal mod o, h anno svi l uppato il senso del l a r esponsabi li tà e devo ammett ere che, i n questo, sono stati davvero bravi. Quoti di anamente, si osservava c osa accadeva e, dopo qual che setti ma na abbi a mo concl us o che: - da se mi di versi nascono pi ante di ve r se; - ogni pi anta ha un peri odo di ger mi nazi one di verso dal l e al tre ( ad esempi o, nascono prima i fagi ol i e l e l enti cchi e, poi l e al tre speci e semi n ate); - pi ante del l o stesso ti po sono un po' di vers e tra l oro ( ad ese mpi o al cune pi ante di fagiol o sono pi ù al te, al tre sono pi ù basse), ma hanno c o munque l o stess o ti po di stel o, di fogli e,... Quando l e pi anti ne hanno i ni ziato a cres cere, al cuni ba mbi ni, vedendo l esi l e stel o, hanno portato dei bastonci ni di l egno per sostenerle. Ma il terreno è davve ro necessario per germina re? Bi l el : Che d o mande! Cert o che è n ecessario sennò come f a a spuntare la piantina? Gi ada: No, maestra, io e la n o nn a abbiamo messo d ei semi d i f agiolo n el cotone u mido e la p iantina è cresciuta lo stesso. In o lt re, la n o n n a h a messo i l 37
vasetto al b u io e la p iantina è c resciuta l o stesso. Ni dal : Maestra non ci credo. MET T IAM OC I A L AV ORO! Occorre nt e : - bi cchi ere di pl asti ca trasparente; - se mi di fagi ol o (o di al tre speci e); - cotone u mi do. Con grande stupore, al cuni ba mbi ni, d opo una setti man a ci r ca, hanno notato che i se mi g er mogl i avano anche ne l cotone, purché mantenuto se mpre u mi do, r endendosi conto che l ' aria, l'acqua e l a gi usta temperatura per mett ono ai se mi di ger mi nare. Il terreno di venta i mportante dopo l a germi nazi one, quand o i l germogl i o i ni zi a a succhi are nutrimento con l e radi ci. Lo stesso val e per l a l uce, che non i nfl ui sce sul l a ger mi nazi one, ma è necessaria quando l a pi anta, dopo aver consu mato i l nutrime nto cont enuto nel se me, a vendo fogl i e e r adi ci comi nci a l a fotosi ntesi clorofi ll i ana. Ecco perché, adesso, di ventava i mportante t enere l e pi anti ne sul davanzal e, al l a l uce. Ai cha: Co me fa la piantina a c res cere senza l a terra? Ho spi egato che i n questa pri ma f ase i l nutrimento è contenuto nei coti l edoni. Abbi a mo i mparato che i coti l edoni nel l a pri ma fase di vi ta del l a pi anta del fagi ol o sono co me dei serbatoi : contengon o l e sostanze nutriti ve necessarie al l a pi anta per crescere. A cau sa del l e di strazi one di q ual che ba mbi no che ha di men ti ca to di bagnare l a ba m bagi a, abbi a mo potuto verifi care che anche l acqua è un el emento fonda mental e per l a vi ta dell e pi anti ne. 38
Al l o spuntare dell e prime fogl i ol i ne, i ba mbi ni pi ù attenti si sono accorti che man mano che l e fog l i e di ventavano pi ù grandi e r i gogli ose i cotil edoni si r i nsecchi vano fi no a staccarsi dal fusto. Pe rché a u n cert o pu n t o i cot iledoni d el f agiolo si avvizziscono e cadono? Ri cordando l a funzi one dei cotil edoni ( nutrire l a pi anta nel l e prime fasi del l a sua vi ta), si amo arrivati a concl udere che ci ò accade perché i coti l edoni hanno fi ni to l e r i serve di ci bo e per questo si sec cano e poi cadon o. A questo punto è e mersa un al tra i nteressante do manda: Quando cadono i cotiledoni di cosa si nutre la piant a? I ba mbi ni pi ù arguti hanno osservato che, da quel mo ment o i n poi, sarebbero state l e fogl i e a produrre i l nutri ment o necessario al l a pi anta per crescere. L i potesi era corretta: l e fogl i e, attraverso l a fot osi ntesi cl orofil li ana, fabbricano i l ci bo c he serve a tutta l a pi ant a per crescere. 39
3.3 Estra zione d ella clo ro f illa e cro matografia su ca rt a d ei pigment i fotosint etici Le fogl i e sono col orate da sostanze natural i prodotte dall e l oro cel l ul e e chi amate pi g menti. La col orazi one verde è data dal l a cl orofill a; l a col orazi one gi all a, aranci one o marrone dai carotenoi di, quel l a rossa dal l e antoci ani ne. La cl orofil l a è il pi gmento capace d i catturare l a l uce sol are per atti vare l a fotosi ntesi cl orofil li ana. Si può togliere i l colore ve rd e da lla foglia? Al i ce: Secondo me no, è i mp o ssi b ile. Il aria: Si, se p rendiamo u n a siringa, come q u ando t i t o lgono il sangue. Bader: Si, se taglia mo la foglia c o n un coltello. MET T IAM OC I A L AV ORO! Occorre nt e : - fogl i e di bi etol e o di spi naci ; - acetone; - acqua; - conteni tori trasparenti ; - carta da fi l tro; - pi petta (o cucchi ai no). I ba mbi ni hanno s mi nuzza to l e fogl i e, r i ducendol e i n pezzetti. Una certa quanti tà è stata me ssa i n un conteni tore, aggi ungendovi dell acqua; un al tra si ste mata i n un conteni tore con l aggi unta di un pi ccol o quanti tati vo di acetone. Cosa possiamo osse rva re? 40
Dopo al cuni mi nuti, n el barattol o f ogl i e + acqua, l acqua è r i mas ta pul i ta men tre nel barattol o fogl i e + acetone, si è prodotto un l i qui do di col ore verde. Abbi a mo concl uso che l a col orazi one del l i qui do è dovuta al l a presenza dell a cl orofill a, che si sci ogli e i n al cool e non i n acqua (è al cool - sol ubi l e), passando dal l e fogli e al l i qui do. T r ascorsa pi ù di un ora dal l estrazione, con i l li qui do verde ottenuto abbi a mo proceduto con l a cro matografi a su carta, la scrittura col col ore. Con una pi petta abbi a mo prel evato qual che gocci a di l i qui do, versandol a su una stri sci a di carta da fil tro che è stata fi ssata, con una graffetta, al bordo di un bi cchi ere di pl asti ca, sul cui fondo aveva mo v ersato qual che gocci a di acetone. Dopo a ver aspetta to una venti na di mi nuti, abbi amo prel evato l a strisci a, l asci andol a asci ugare. Ni dal, i ncuri osi to, si è avvi ci nato al l a carta, e, notando dei r i fl essi col orati, ha i ni zi ato ad url ar e: la maestra h a f atto u n a magia! In real tà, non c è nul l a di magi co L al cool è ri sali to l ungo l a strisci a di carta, portando con sé i l pi gmento col orato che r i sul ta separato i n col ori di versi, che, a parti r e dal fondo, sono: mar r one ( cl orofi ll a A), ve r d e ( cl orofil l a B) e gi all o (xantofi l l a). Il col ore verde del l e fogl i e è il r i sul tato del me scol a men to di col ori di versi, che corrispondono a sostanze di verse: al cune a mano stare aggrap pate al l a cart a e non sono per nul l a attratte dal l al cool ( ri mangono i n basso), al tre preferiscono farsi sci ogl i ere e trasportare pi ù o meno faci l mente ( vann o verso l al to). I ba mbi ni hanno constatato c he al l interno del l e fogli e non è presente sol tanto l a cl orofi l l a, ma ci sono al tre sos tanz e ( pi gmenti ) di di verso col ore ( m ar r one, gi al l o, aranci one, r osso, verde), tutta vi a è i l col ore verde a preval ere sugl i 41
al tri perché l a cl orofil l a, l a sostanza pi ù abbondant e presente nel l e fogl i e, è propri o di col ore verde. Al contrario, d urante l a stagi one i nvernal e, quando l e pi ante s mett ono di produrre cl orofil l a, l e al tre sostanze col orate r i escono a mos trare i l l oro col ore. 42
3.4 Costruia mo l e rb ario L erbario è una coll ezi one di pi ante secche, cl assi fi cate e fi ssate su fogl i di carta. Si tratta di un atti vi tà sci enti fi ca ve r a e propria che apre l e porte al l a cl assi fi cazi one si stemati ca, al l a conoscenza dei di versi ti pi di pi ante, all a conseguente acqui si zi one dell a ter mi nol ogi a speci fi ca per ogni el emento osservato. Ricord ate q u ando la maestra G ianna att accò le f og lie sul cart ellone? Che fine fece ro? C o me diventaro n o? Al essandro: Si sono accart o cci ate t u t t e e le abbiamo b u t t ate. Bene, i mp are re mo a conserva re l e foglie. MET T IAM OC I A L AV ORO! Occorre nt e: - fogl i e; - gi ornali vecchi o carta assorbente; - cartonci ni bi anchi ; - nastro adesi vo oppure strisci oli ne di carta bi anca e col l a; - una buona dose di pazi enza! 1 FAS E: L A R AC COLTA Al cune fogl i e sono state prel evate dagl i al beri presenti nel corti l e dell a scuol a, mentre al tri ca mpi oni sono stati r accol ti altrove dai ba mbi ni, di etro mi o sugg erimento. Ho r acco mandato l oro di non danneggi are ai uol e o r ami, spi egando che, dal l a pi anta, occorre prel evare con cura fogl i e muni te di pi cci ol o; possono essere anche r accol te d a terra del l e fogli e staccate, a patto ch e si ano ancora verdi e perfetta me nte sane. 43
2 FAS E: L A C ONS ER V AZ ION E I ca mpi oni sono stati stesi su fogl i di carta da r i ci cl o o su carta assorbente per essere essi cca ti. I fogl i sono stati sovrapposti i n mo do da for mare una pi l a, i nterval l ando l i per assorbi r e l acqua r i l asci ata dai campi oni ; l a pil a è ter mi nata con dei l i bri grandi e pesanti : l a nostra pressa! Durante i primi gi orni, a turno, gl i al unni avevano il compi to di sosti tui re, con frequenza, l a carta, fi n o a compl eto essi cca men to dei ca mpi oni. 3 FAS E: L ALL E ST IMENTO I ca mpi oni essi ccati sono stati si ste mati su dei fogl i bi anchi, forma to A4, u sando del nastro adesi vo trasparente o ppure del l e strisci ol i ne di carta fatte pa ssare su due o tre punti dei ca mpi oni e i ncoll ate all e estremi tà, sul l a carta, i n modo da n on rovi nare i ca mpi oni st essi. Il tutto è stato co mpl etato con del l e eti chette, scritte con l ausi li o del computer, contenenti al cune i nfor mazi oni ( no me co mune del l a pi anta, for ma del l e fogl i e, l uogo e data di r accol ta, ). Per r endere un erbario dav vero sci enti fi co, ho spi egato che gl i esempl ari dovrebbero essere coperti con d el l a carta vel i na oppure i nseri ti i n busti ne di pl asti ca trasparenti da conservare i n un quaderno ad an el l i. 44
3.5 I lic he ni Recarsi i n corti l e per proce dere al la r accol ta del l e fogli e ha forni to i l pretesto per vedere da vi c i no dei vegetal i al quanto strani Sa mah: Maest ra, cosa sono q u este macchie colorat e sull albero? Al essi a: So n o dei mu schi. Lorenzo: No, maest ra, sono dei lic h eni. Brav issimo Lo renzo, sono pro p ri o dei licheni. Cosa sono i l i cheni? Un l i chene è un organi s mo for ma to dal l a si mbi osi tra un fungo e un al ga. Al essi a: Cosa vuol dire simb iosi? Si mbi osi vuol di r e che due organ i smi vi vono i nsi eme, l uno non può vi vere senza l al tro: nel caso dei l i cheni, il fungo ( organi s mo eterotrofo) uti l i zza il nutrimento prodotto, attraverso l a fotosi ntesi, dall al ga ( organi smo autotrof o) che, a sua vol ta, r i ceve dal fungo protezi one, acqua e s al i mi neral i. Si mone: Vu o i d i re che in q u ell a macchia c i sono u n f u n g o ed u n alga? M a d o ve sono? Non si vedono? Non si vedono perché si tratta di organi s mi mi cros copi ci, pi ccol i ssi mi. Jacopo: Maest ra, o ra h o capito! Ci sono licheni anche ro ssi, a rancioni. 45
I l i cheni possono essere di di versi co l ori (r osso, aranci one, nero, gi al l o, bi anco, verde, grigi o) e avere di verse for me ( al cuni aderiscono al l a superfi ci e i n mod o si mi l e al l e croste, al tri se mbrano fogl i e appi atti te, al tri ancora formano dei cespugl i etti ). I l i cheni si accrescono mol to l e nt a mente e sono mol to l ongevi. Possono vi vere nell a ter r a, sul l e r occe, sul l e cortecce degl i al beri, sull e fogli e, sui muri, sul ce mento, sul vetro. Bamb i ni lo sapete c he? I l i cheni vengono usati per i ndi care l o stato di i nqui name nt o di un ambi ente: son o d ei bi oi ndicatori. Essi assorbono, co me d el l e spugne, l e sostanze i nq ui nanti, senza possi bi li tà di eli mi narle: tal i sostanze fi ni scono per ucci derli. Qui ndi, l addove non trovi a mo l i cheni l aria è mol to i nqui nata. Bi l el : Maestra, allora q u i siamo f o rt u n ati, p erché su q u esti alberi ne vedo tanti. E sapete c he? Gl i anti chi Egi zi usavano i li cheni per l a preparazi one dell e mu m mi e, ma anche per s copi medi ci e cos meti ci. Pr i ma del l ' i nvenzi one dei col oranti si nteti ci, i l i cheni sono stati usati per l a col oraz i one del l a l ana e, per al cuni ani mal i, co me l a renna, rappresenta no un al i mento. 46
3.6 Pe rcorso d idattico: p u nt i d i f o rza e p u nt i d i d ebolezza L esperienza ha forni to l a possi bi li tà di r eal i zzare atti vi tà prati che, vol te a sol l eci tare l a capaci tà di osservare, di r i fl ettere, di formul are i potesi e di arrivare all e concl usi oni, a parti r e dal l e cose e dai feno me ni che i ba mbi ni hann o sotto gl i occhi e dal l e atti vi tà che possono svol gere con l e mani. Le sci enze, a mi o avvi so, vanno fatte e non r accont ate, mettendo gl i al unni i n si tuazi one. In tal modo, po sson o essere coi nvol ti tutti me mbri dell a cl asse, anche quel l i con di ffi col tà di attenzi one e di concentrazi one o con di ffi col tà nel l a comprensi one del l a li ngua di studi o. La di datti ca del fare è una di datti ca i ncl usi va per antono masi a. L e esperienze prati che co mportano, al tresì, l o svi l uppo del senso di r esponsabi l i tà, attraverso l a condi vi si one di co mpi ti e di ruol i. In occasi one degl i i ncontri periodi ci con i geni tori, mol ti hanno r i feri to che i ba mbi ni non sol o r accontavano entusi asti l ora di sci enze, ma i nvi tavano i geni tori stessi a r i petere l e atti vi tà a casa. Da non sottoval utare, i nfi ne, l approcci o, se mpl i ce, degl i al unni al l a natura e all a sensi bil i tà ecol ogi ca. Purtroppo, i l tempo a d i sposi zi one non mi ha consenti to di r eal i zzare tutte l e atti vi tà proponibi li per l a necessi tà di dare spazi o anche agl i al tri ar go menti previ sti dal l a progra mmazi one di datti ca annual e. 47
3.7 E i nf i ne T utto i l l avoro svol to, di cui questa r el azi one è una si ntesi, è stato i l terreno su cui ho costrui to i l mi o mo do d i nsegnare e su cui i bambi ni hanno r affor zato i l l oro modo di apprendere. Sono entrata i n cl ass e con i l mi o bagagl i o di esperienze e ne sono us ci ta con un o ancora pi ù ricco. Ora che l anno di forma zi one sta per concl udersi, guardando i bambi ni, così di versi da come l o si amo s tati noi, è i r r i nunci abil e una ri fl essi one sull a real tà attual e i n cui sono i mmersi : l oro hanno a di sposi zi one una quanti tà di i nforma zi oni e di conoscenze press oché i l li mi tata, grazi e o a causa del l a pervasi vi tà dei mass medi a e dell e tecnol ogi e del l i nformazi one. In mol ti casi, co me si l egge tra l e r i ghe del l e Indi cazi oni nazi onal i del 2012, l apprend iment o scolast ico è solo una del le tante e sper ien ze d i forma zio ne che i bamb in i v ivono e, spesso, non vi è bisogno de i contest i s colat ic i per ac qu is ir e com peten ze spec if iche. Il pi ù del l e vol te, però, si tratta di conoscenze epi sodi che e fra mmentarie, vel oce mente con su mate e al trettant o vel oce mente di men ti cate. Pertanto, r i tengo che l a scuol a abbi a il dovere di dotare l e nuove generazi oni di anti doti chi a mati rifl essi vi tà, approfondi men to, ma anche sel ezi one e organi zzazi one, i n modo che i fra mmenti trovi no una corretta ed effi cace col l ocazi one i n mappe men tal i che r endano si gni fi cati vo quanto si apprende. Lavorare i n cl asse i n que sta di r ezi one si gni fi ca, per l i nsegnante, forni r e agli al unni gl i stru menti criti ci per l eggere e i nterpretare l a r eal tà, per l al unno i mparare a d i mparare. 48
Dite: È faticoso f r equent a re i ba mb ini. Avete ragio ne. Po i aggiung ete: perc hé bisog na m ettersi al lo ro li vello, abbassarsi, i ncli na rsi, c u r va rsi, f arsi piccoli. Ora a vete to rt o. Non è q uesto c he più stanc a. È piut t o sto il fatto di esse re obbli g ati a innalza rsi fi no all altezza dei loro se nt i ment i. T irarsi, all u ng arsi, alza rsi s ulla punt a dei piedi. Per no n fe rirli. (Janusz Korczak, Quando ridiventerò bambino, Luni Editrice, Milano, 1995) 49
Bibliografia B a rsantin i L., F io re n t in i C., L in s e g n a me n t o d e lle s c ie n ze v e rso il c u r ri c o lo v e rt icale. I f e n o me n i c h im i c o -fisi c i, I RRSAE A b ru z z o, L Aquila 2 0 0 1. Co lla c c h io n i L., I n s e g n a re emo z io n a n d o, e mo zio n a re in s e g n a n do : il ru o lo d e lle e moz io n i n e lla d ime n s io n e c o n o s c itiva, G e n o v a, E CIG, 2 0 0 9. F io re n t in i C., V e r s o u n a n u o v a d id a t t ica d e lle s c ie n ze, in L Educatore, Annata 20 0 7 / 20 0 8, n. 8. G o rd o n T., I n s e g na n t i e f f icaci, F ire n z e, G iu n t i L iscia n i E d itori, 1991. Ho f f ma n C. G., F a re s c ie n ze n e lla s c u o la d i b a s e, Mi la n o, L a Nu o v a It a lia E d itore, 2 0 0 0. Ma rchi T re v i s i C., S c ie n ze n e l la s c u o la p rima ria. L in e e -g u id a p e r la f o rma zio n e d e l d o c e n t e, B o lo gn a, Nicola Mi la n o E d itore, 1 9 9 3. Min istero d e l l Is t ru z io n e, d e ll Un i v e rsità e d e lla Rice rca, I n d icazio n i n a zio n a li p e r il c u rr icolo d e lla s c u o la d e ll in f a n zia e d e l primo cic lo d ist ru zio n e, Ro ma, 2 0 1 2. Mo rin E., L a t e s t a b e n f a t t a. Riform a d e ll in s e g n a me n t o e d e l p e n s ie ro, Mila n o, R. Co rtin a, 2 0 0 0. Nu c le o p ro v in c ia le d i c o o rd in a me n t o p e r le In d icazio n i p e r i l c u rri c o lo (d e c re t o A O O DRAB 3 0 4 8 d e l Di re t t o re G e n e ra le US R A b ru z z o ). T o ro s a n t u c c i G., V ic e n t in i Missoni M., L in s e g n a me n t o d e lle s c ie n ze n e lla s c u o la e le me n t a re, F i re n z e, L a Nu o v a It a lia, 1 9 8 7. Z a n o li S., Scie n ze d e lla n a t u ra, F ire n z e, L e Mo n n ie r, 2005. Sitografia http://www.vignolaweb.it http://www.direzionedidattica-vignola/piano_dell_offerta_formativa_pof http://www.maestromassimo.altervista.org 50
ALLEGATI 51
L A SE M IN A 52
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L A SE M IN A NEL B ICC H IE RE 54
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L ERB AR IO raccolta conservazione la nostra pressa! 57
allestimento 58
OSS ER V IAMO I L ICH EN I N EL COR T IL E DEL L A SC UOL A 59
L EST R AZ ION E D EL L A CLOR OFIL L A L A CRO M AT OGR AF IA giallo verde marrone 60
AL C UN I ES E MP I D I SC HE DE UT I L IZ Z AT E PER IL CONS OLID AMENT O DE I CO NT ENU T I PRO PO ST I DUR ANT E L E AT T IV IT Á SPE R IME NT AL I. 61