ORGANISMO UNITARIO DELL AVVOCATURA ITALIANA. Rassegna Stampa. 17 marzo Responsabile: Claudio Rao (tel. 06/
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1 Ufficio stampa Rassegna Stampa 17 marzo 2014 Responsabile: Claudio Rao (tel. 06/
2 SOMMARIO Pag. 3 GEOGRAFIA GIUDIZIARIA: Il governo ripristina 285 giudici di pace: quasi il 70% al Sud (La Stampa) Pag. 5 GEOGRAFIA GIUDIZIARIA: Crasto: Ottima scelta ma senza criterio. I 30 uffici di Napoli e i 5 di Torino? Forse non tutti andavano riaperti (La Stampa) Pag. 6 AVVOCATI: Protesta degli avvocati due giorni di astensione non più una settimana (La Sicilia Enna) Pag. 7 AVVOCATI: Il 20 e il 21 marzo l' Oua proclama l'astensione (Il Corriere dell Umbria) Pag. 8 AVVOCATI: Sciopero dei legali da lunedì a venerdì in tutti i tribunali (Il Tirreno) Pag. 9 AVVOCATI: Tribunale di Lecce, ancora sciopero. Saltati 10mila processi (Quotidiano di Puglia) Pag.11 AVVOCATI: Tariffe scongelate. Prove di dialogo con il governo (Corriere Economia) Pag.12 AVVOCATI: Alpa: I nuovi parametri forensi garantiscono cittadini e imprese (La Repubblica Affari e Finanza) Pag.14 AVVOCATI: Avvocati, velocità e qualità premiate (o punite) in parcella (Italia Oggi Sette) Pag.16 AVVOCATI: Costi prevedibili per il cliente (Italia Oggi Sette) Pag.18 AVVOCATI: La disclosure più garantista (Italia Oggi) Pag.19 AVVOCATI: E ora di voltare pagina (Mondoprofessionisti) Pag.20 AVVOCATI: Il Consiglio nazionale forense a Teramo ogni 30 aprile (Mondoprofessionisti) Pag.21 AVVOCATI: In prima linea per un ' avvocatura libera (Gazzetta del Sud) Pag.22 MEDIAZIONE: Mediazione, corsa a ostacoli (Italia Oggi Sette) Pag.23 MEDIAZIONE: Mediazione, avvocati specializzati (Italia Oggi Sette) Pag.24 GIUSTIZIA DIGITALE: Giudici lontani dal Pct (Italia Oggi Sette) Pag.26 PREVIDENZA: Sanità integrativa per il Colap (Corriere Economia) Pag.27 MAGISTRATI: Giustizia, gli allarmi di Pignatone e Santacroce (Il Sole 24 Ore) Pag.28 MAGISTRATI: Il giudice che lasciò la toga deluso dalla giustizia (Il Giornale) Pag.29 FISCO: La Consulta salva gli affitti in nero (Il Sole 24 Ore) Pag.30 FISCO: Affitti in nero, sfratto possibile (Il Sole 24 Ore) Pag.31 FISCO: La Legge richiede limiti rigorosi - di Enrico De Mita (Il Sole 24 Ore) Pag.32 FISCO: Effetto mediazione sulle liti (Il Sole 24 Ore) Pag.33 FISCO: L'abuso del diritto passa prima dal contraddittorio (Il Sole 24 Ore) Pag.34 LAVORO: Addio in otto tappe al sistema-fornero (Il Sole 24 Ore) Pag.36 LAVORO: Cure urgenti anche in tribunale di Piero Martello - Presidente del Tribunale del Lavoro di Milano (Il Sole 24 Ore) Pag.37 FAMIGLIA: Separazioni, sì alla revocatoria (Il Sole 24 Ore) Pag.38 FAMIGLIA: Quando il tribunale insegna a non litigare - di Beatrice Dalia (Il Sole 24 Ore) Pag.39 CASSAZIONE: L'account bollina la notifica (Italia Oggi Sette Pag.40 CASSAZIONE: Compensi dei legali al tribunale collegiale (Italia Oggi Sette) Pag.41 CASSAZIONE: Avvocati lenti a bocca asciutta (Italia Oggi Sette) Pag.42 CASSAZIONE: La «distrazione» non prova il reato (Il Sole 24 Ore) Pag.43 CASSAZIONE: Il verbale della Gdf fa scattare l'accusa (Italia Oggi) Pag.44 CASSAZIONE: Il consulente sbaglia Il contribuente paga (Italia Oggi) Pag.45 CASSAZIONE: Blocca il rimpatrio il «no» del minore in grado di decidere (Il Sole 24 Ore) 2
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6 LA SICILIA Enna Protesta degli avvocati due giorni di astensione non più una settimana sab Si riducono a due le giornate di astensione da tutte le udienze per avvocati che aderiscono al cartellone di protesta dell'organismo Unitario dell'avvocatura (Oua). Dopo l'annunciata settimana di astensione e la convinta adesione dell'avvocatura ennese nel suo intero, che sarebbe dovuta iniziare questo lunedì continuando per l'intera settimana, è stata comunicata dall'oua la riduzione alle sole due giornate del 20 e 21 di marzo. Rimane comunque sempre confermato lo stato di agitazione dell' avvocatura intera e la facoltà di stabilire ulteriori azioni di protesta. A far scendere da sette a due i giorni di astensione da tutte le udienze, fatte salve quelle che rientrano nelle urgenze come ad esempio quelle con detenuti o a rischio prescrizione, l'apertura mostrata dal ministro di Grazia e giustizia Orlando per un tavolo di concertazione con avvocatura e magistratura di immediata costituzione. A Enna, l'ultima protesta dell' avvocatura di fine febbraio aveva portato allo slittamento di circa 300 udienze tra penali, civili e amministrative. Il presidente dell'ordine degli avvocati di Enna, Giuseppe Spampinato, spiega lo stato di agitazione: «E' nostro dovere continuare ad occuparci degli avvocati in ogni aspetto della vita professionale che va dalla formazione continua all'ascolto delle necessità quotidiane, all'affrontare con determinazione le problematiche relative alle battaglie nazionali. Aderendo alla protesta diciamo no anche da Enna al ricorso continuo a provvedimenti urgenti sulla giustizia che hanno reso più complesso e oneroso l'accesso alla giustizia ed allo svilimento del ruolo dell'avvocato. Abbiamo voluto celebrare a Enna in occasione delle prime tre giornate di adesione un'assemblea per dare voce ai disagi quotidiani e per risolverli nell'interesse del cittadino utente che deve potere continuare ad avere fiducia nella giustizia e nella difesa dei suoi diritti». Tiziana Tavella 6
7 IL CORRIERE DELL UMBRIA Il 20 e il 21 marzo l' Oua proclama l'astensione Dom. 16 PERUGIA. Le toghe incrociano le braccia per due giorni. L'Organismo unitario dell'avvocatura (Oua) ha deciso di revocare parzialmente l'astensione prevista dal 17 al 22, limitandola al 20 e al 21 marzo. Rimane lo stato di agitazione e le altre proteste già proclamate. Lo rende noto l'oua, dopo una lunga consultazione con i delegati dell'assemblea Oua, degli Ordini e delle Associazioni. 7
8 IL TIRRENO Sciopero dei legali da lunedì a venerdì in tutti i tribunali dom Continua la protesta degli avvocati penalisti e civilisti dell'organismo Unitario (Oua) per mettere in evidenza le enormi inefficienze della macchina giudiziaria. Da lunedì a venerdì non si celebreranno processi al tribunale Galli Tassi. Saranno garantite soltanto le udienze con detenuti e quelle con arresti in flagranza di reato e con il rito direttissimo. 8
9 QUOTIDIANO DI PUGLIA Tribunale di Lecce, ancora sciopero Saltati 10mila processi Dom LECCE - Le lancette nei tribunali di Lecce sono ferme dal 18 febbraio. È passato un mese da quando gli avvocati hanno riposto le toghe per scendere sul campo di battaglia contro l aumento dei costi della giustizia. Ma, nel frattempo, la macchina si è bloccata. A muoversi sono solo le penne dei giudici: ogni mattina annotano sui registri che i processi non si terranno a causa dell astensione prolungata. E sono migliaia. I numeri sono impressionanti e i primi numeri arrivano dagli addetti ai lavori: solo nel civile il calendario prevede circa 2mila cause a settimana, mentre nella sezione lavoro (dove si celebrano regolarmente quelle, obbligatorie, sui licenziamenti) i processi in calendario, sempre in una settimana, sono intorno ai 900. Tenendo conto di qualche eccezione nell astensione, si arriva ad uno slittamento dei processi altissimo: tra i 2mila e i processi rinviati nel corso di una sola settimana. In qualche caso di due, tre mesi. In altri, anche fino a sei, otto mesi. Il calcolo, su base mensile, è presto fatto: tra gli 8 e i 10mila processi saltati dall inizio dello sciopero. Un numero confermato, in questi giorni, dagli addetti ai lavori. Il penale desta altre preoccupazioni: qui con le udienze si sgomita alla ricerca di spazi disponibili. Per i giudici trovare un buco nelle agende è una chimera. Negli uffici gip-gup i rinvii sono anche di otto, nove mesi. Il numero delle udienze (e quindi dei processi) è molto più basso rispetto alla sezione civile e lavoristica di via Brenta: fino a 500 a settimana che, se aggiunti, a quelli del civile e del lavoro portano le udienze rinviate oltre le 10mila al mese. Quando torneranno i vecchi inquilini? È la domanda più frequente tra magistrati e personale di cancelleria. Alcuni avvocati, in realtà, non hanno mai lasciato i Palazzi, non approvando la decisione presa dall Assemblea. Ma restano mosche bianche in un esercito rosso di rabbia che va avanti nonostante tutto e tutti. La protesta ha scavalcato tutti i paletti trovati lungo il suo cammino. L Associazione nazionale magistrati di Lecce ha provato in ogni modo a bloccarla. L ultimo, ed ennesimo appello dell Anm (Associazione nazionale magistrati) di Lecce risale a qualche giorno fa. «Tornate a lavorare. Non si può continuare all infinito. I danni e i disagi accumulati sono troppi e a pagarne le spese sono i cittadini», aveva esortato il presidente della sezione Anm di Lecce, Roberto Tanisi. L invito è caduto nel vuoto, al pari di quello della Commissione di vigilanza che nelle scorse settimane c è andata giù pesante, prospettando l apertura di un provvedimento nei riguardi dell Ordine, tra i più ribelli d Italia (con Cagliari), perché non sarebbe stata rispettata la legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali. La classe forense non si è lasciata intimidire e ai commissari ha mandato a dire: L astensione è legittima perché sono stati violati i diritti costituzionali. È finita nel cestino persino la richiesta di revoca giunta dall Organismo unitario dell avvocatura (Oua) che, dopo il colloquio con il Guardasigilli Andrea Orlando, sazio delle sue promesse, ha deciso di togliere peso alla protesta: ha tagliato le sei giornate di sciopero nazionale, dal 17 al 22 9
10 marzo, tenendo quelle del 20 e del 21. La dieta però non è piaciuta al Foro salentino, perché a prescriverla è stata la giunta con il presidente Nicola Marino, e non l assemblea, come avrebbe dovuto. Persino il delegato Oua di Lecce, il penalista Giuseppe Bonsegna, non ha approvato il modo in cui è stata gestita la questione al punto di rassegnare le dimissioni dalla segreteria. Insomma, l alleanza con Roma sembra tramontata. Ho qualche dubbio che l Oua sia ancora capace di rappresentare l intera avvocatura. Valuteremo, in futuro, se continuare a farne parte ha dichiarato il presidente del Foro Raffaele Fatano. Ma gli avvocati salentini non solo soli sul fronte. Al loro fianco si sono schierati i cittadini. Le associazioni dei consumatori Codacons, Adusbef e Confconsumatori ritengono che la protesta sia giusta e utile, non solo agli avvocati, ma a tutta la cittadinanza perché è contro una giustizia accessibile solo ai ricchi. Il Consiglio dell Ordine, ancora digiuno di colloqui con il ministro, ha quindi scelto di non cambiare linea, lasciando immacolata la data dell incontro, già concordato per il 24 marzo, con i suoi i suoi iscritti per fare il punto della situazione. Si sciopererà quindi per altri dodici giorni, a meno che qualche notizia degna di nota non arrivi dalle stanze di via Arenula. La classe forense leccese non si accontenta delle promesse, vuole azioni concrete. Veronica VALENTE 10
11 CORRIERE ECONOMIA Svolte Approvati i parametri da utilizzare nelle controversie Avvocati. Tariffe scongelate. Prove di dialogo con il governo Riparte il confronto con l'esecutivo dopo i dissidi. II nodo della mediazione. Cambia anche la formazione Lun Forse è davvero iniziato il disgelo tra il ministero della Giustizia e l'avvocatura. II primo segnale era stata la disponibilità al dialogo da parte del ministro Andrea Orlando con tutti i componenti della rappresentanza della categoria. La settimana scorsa è arrivato il primo passo concreto: il ministero ha approvato le proposte del Consiglio nazionale forense per determinare i parametri delle parcelle. Come è noto le tariffe sono state eliminate dalla riforma delle professioni, però rimanevano in vigore i parametri ministeriali. In pratica, in caso di contraddittorio in merito ai compensi, il giudice può rifarsi a delle tariffe base fissate dal ministero delle Giustizia su proposta del Consiglio nazionale forense. I nuovi riferimenti I parametri erano rimasti insabbiati da mesi negli uffici ministeriali malgrado le proteste degli avvocati. Adesso è arrivato il via libero tra il consenso del Consiglio forense che «accoglie positivamente quanto si legge nel comunicato stampa del ministro Orlando» il quale ha dichiarato di aver accolto alcune ulteriori richieste di modifica del Consiglio forense come «una più precisa quantificazione delle spese generali e la valorizzazione di ogni specifica attività dell'avvocato, sia sotto il profilo giudiziale che sotto quello della composizione stragiudiziale delle controversie». Naturalmente giudizi più netti è approfonditi si potranno avere soltanto quando gli avvocati potranno studiare con attenzione il testo del decreto ministeriale. Ma l'inizio è già positivo. II decreto è formato da una parte normativa (per il civilepenalestragiudiziale) e dalle tabelle dei parametri che per il civile corrispondono ciascuna al tipo di procedimento (comprese la materia stragiudiziale, la mediazione, le procedure concorsuali, quelle arbitrali, i processi amministrativi e tributari, i processi davanti alle giurisdizioni superiori); l'altra parte riguarda la disciplina del penale. Ciascuna tabella parametrica è poi divisa per fasi (da quella di studio a quella decisionale). All'interno i parametri sono indicati con una somma fissa che il giudice potrà innalzare fino ail' 80% o ridurre fino al 50% motivando Io scostamento. Cambia la formazione Altro tema caldo di confronto tra avvocatura e ministero sarà la mediazione che è ancora avversata da gran parte degli avvocati, ma che ormai sembra essere la strada prescelta dal ministero per accelerare la macchina della giustizia italiana. Anche sul fronte della mediazione arriva qualche novità: il Consiglio nazionale forense, in una circolare inviata mercoledì agli Ordini, suggerisce un percorso formativo e di aggiornamento per gli avvocati-mediatori, che, secondo quanto previsto dalla legge, del decreto del «fare», hanno diritto all'iscrizione negli elenchi dei mediatori in virtù della loro specifica professionalità tecnico-giuridica. In tema di formazione, inoltre il Consiglio nazionale forense ha presentato la bozza di regolamento che ridisegna in maniera innovativa il sistema. L'avvocato potrà costruire il proprio percorso in libertà, anche tramite l'autoformazione, ma in un quadro di verifica che giunge fino al monitoraggio delle attività svolte. Il numero dei crediti che gli avvocati dovranno maturare è di 60 in tre anni, ma l'accreditamento non avverrà su base temporale ma in relazione al singolo evento, al quale saranno attribuiti dei crediti sulla base di criteri oggettivi predeterminati che valuteranno l'approfondimento proposto. I. Trovato 11
12 LA REPUBBLICA Affari e Finanza Alpa: I nuovi parametri forensi garantiscono cittadini e imprese PARLA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE: I COSTI LEGALI SONO ADESSO PREVEDIBILI PER TUTTI ANCHE IN CASO DI CONTROVERSIA CHE FINISCA DAVANTI AL GIUDICE. ORA SONO PIÙ TUTELATI SOPRATTUTTO I GIOVANI AVVOCATI Lun Il rischio che le tariffe degli avvocati, eliminate dalla porta nel 2006, rientrino dalla finestra, è stato sventato? Nei giorni scorsi, dopo quasi un anno di discussioni in Parlamento e con le categorie, il ministro Andrea Orlando ha firmato il decreto ministeriale contenente i nuovi parametri forensi. Un provvedimento nato per fare chiarezza nei rapporti tra avvocati e clienti, in quanto definisce i valori di riferimento per la liquidazione, da parte del giudice, dei compensi dei legali, o per la loro determinazione in caso di disaccordo tra avvocato e cliente. Con un accelerazione finale nel dialogo tra ministero della Giustizia e Cnf (Consiglio nazionale forense), l intesa è stata raggiunta nei giorni scorsi e ora si attende solo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale per l entrata in vigore. Con i nuovi parametri sono state fissate le griglie dei compensi, che lasciano comunque mano libera ai giudici nella definizione esatta. Anche se non manca qualche rischio per il cliente che non si premura di definire fin dall inizio il compenso professionale. L approvazione del nuovo decreto ministeriale, che aggiorna i parametri forensi e chiarisce alcuni dubbi interpretativi relativi alla normativa precedente, costituisce un passo in avanti importante in termini di trasparenza nelle relazioni tra avvocati e clienti, commenta il presidente del Cnf Guido Alpa, il quale per altro approva la decisione di arrivare alla definizione dei criteri proprio con la categoria professionale. Il testo finale ricalca in buona parte proprio le richieste avanzate dal Consiglio nazionale forense e manda in soffitta il decreto ministeriale 140/2012 che aveva ridotto in maniera consistente i valori medi -, aumentandoli di circa il 50%. Il nuovo sistema garantisce la prevedibilità dei costi legali, in modo che cittadini e imprese possano valutare economicamente i costi da affrontare e i benefici attesi dalla prestazione professionale, aggiunge Alpa. Qualche analista ha storto il naso verso questa soluzione, temendo che possano rientrare dalla finestra le tariffe abolite dalla porta principale nel 2006 (attraverso il cosiddetto Decreto Bersani ). Una chiave di lettura rifiutata da Alpa: I nuovi parametri stabiliscono i valori medi da considerare nella determinazione delle parcelle degli avvocati solo in casi prestabiliti: quando il giudice liquida le spese al termine dei giudici e quando avvocato e cliente non hanno determinato consensualmente il compenso. Dunque, resta salvo il principio che le parti pattuiscono l ammontare che spetta al professionista tendenzialmente al momento del conferimento dell incarico, anche se poi nella pratica spesso questo non succede perché si preferisce rimandare più in là nel tempo, quando sarà più chiaro l impegno richiesto, la quantificazione della parcella. Con il nuovo provvedimento si tutelano soprattutto i giovani avvocati, sottolinea Alpa, in quanto hanno solitamente un minore potere contrattuale. Se la pattuizione dei compensi non è formalizzata al momento del conferimento dell incarico e c è disaccordo tra cliente e avvocato sull ammontare del compenso, la legge stabilisce che si cerchi in primo luogo un accordo con la collaborazione del Consiglio dell ordine, impegnato in un tentativo di conciliazione, ricorda il presidente del Cnf. Se non si arriva a 12
13 un intesa, interviene il giudice, che d ora in avanti avrà a disposizione criteri di quantificazione oggettivi che aiuteranno entrambe le parti coinvolte nella controversia. Il provvedimento si compone di una parte normativa e di tabelle parametriche che per il civile corrispondono ciascuna al tipo di procedimento/giudizio e una per il penale. Ciascuna tabella parametrica è poi divisa per fasi (studio della controversie, attività istruttoria e decisione). All interno, i parametri sono indicati con una somma fissa che il giudice potrà innalzare fino all 80% o ridurre fino al 50% motivando lo scostamento. Proprio questa flessibilità esclude un paragone con le vecchie tariffe. Tra le novità principali dell accordo, rispetto alle bozze circolate nei giorni precedenti, figurano la reintroduzione del rimborso delle spese forfettarie, con una percentuale fissa al 15%, e la soppressione della norma che riduceva di un 30% i compensi agli avvocati che assistono in regime di patrocinio a spese dello Stato. Una misura che rischiava di sommarsi al taglio di un terzo già previsto nella legge di Stabilità
14 ITALIA OGGI SETTE Gli effetti dei meccanismi deflattivi introdotti dal decreto Orlando sui parametri Avvocati, velocità e qualità premiate (o punite) in parcella Lun Causa che pende non rende più. È sanzionato, infatti, l'avvocato che ostacola la definizione dei procedimenti in tempi ragionevoli, così come chi intenta liti temerarie. Premiato, invece, il professionista veloce e di qualità: se cioè raggiunge una transazione o una conciliazione giudiziale o «stravince» la causa. Sono alcuni dei meccanismi deflattivi introdotti dal decreto parametri, firmato nei giorni scorsi dal ministro della giustizia, Andrea Orlando, e in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. In pratica, il regolamento recante la determinazione dei parametri per la liquidazione dei compensi per la professione forense (ai sensi dell'art. 13 comma 6 della legge n. 247/2012), introduce una serie di premi e sanzioni sul compenso che il giudice deve liquidare all'avvocato, con l'obiettivo di incentivare la deflazione dei processi. Attività giudiziale. Ai fini della liquidazione del compenso dell'avvocato il giudice deve tenere conto di una serie di fattori: caratteristiche, urgenza e pregio dell'attività prestata; importanza, natura, difficoltà e valore dell'affare. Ma anche condizioni soggettive del cliente, risultati conseguiti, numero e complessità delle questioni giuridiche e di fatto trattate. In ordine alla difficoltà dell'affare, secondo il decreto, si tiene particolare conto dei contrasti giurisprudenziali, e della quantità e del contenuto della corrispondenza che risulta essere stato necessario intrattenere con il cliente e con altri soggetti. Rispetto ai valori medi delle tabelle ministeriali, il giudice può, di regola, aumentare il compenso fino all'80%, o diminuirlo fino al 50%. Per la fase istruttoria l'aumento è di regola fino al 100% e la diminuzione di regola fino al 70%. Incentivi. Il regolamento introduce una sorta di incentivo «deflattivo», premiando la rapida soluzione processuale e la professionalità dell'avvocato. Nel dettaglio, al legale che raggiunge una transazione o una conciliazione giudiziale sarà liquidato un compenso aumentato, di regola, fino a un quarto rispetto a quello altrimenti liquidabile per la fase decisionale, fermo quanto maturato per l'attività precedentemente svolta. Viene introdotta anche la cosiddetta «soccombenza qualificata»: la disposizione prevede un incremento fino a un terzo del compenso a favore dell'avvocato vittorioso che nel corso del giudizio sia stato capace di far emergere la manifesta fondatezza della propria pretesa nei confronti della controparte costituita. Il compenso è inoltre elevato fino al triplo nel caso di class action, in considerazione della particolare natura di tali cause. Sanzioni. Allo stesso modo, il regolamento sanziona l'abuso del ricorso alla giurisdizione. Così, costituisce elemento di valutazione negativa, in sede di liquidazione giudiziale del compenso, l'adozione di condotte abusive tali da ostacolare la definizione dei procedimenti in tempi ragionevoli. Nel caso di responsabilità processuale ai sensi dell'art. 96 cpc, ovvero, comunque, nei casi d'inammissibilità o improponibilità o improcedibilità della domanda, il compenso dovuto all'avvocato del soccombente è ridotto del 50% rispetto a quello altrimenti liquidabili, ove 14
15 concorrano gravi ed eccezionali ragioni esplicitamente indicate nella motivazione. Altri aumenti-diminuzioni in parcella. Quando in una causa l'avvocato assiste più soggetti aventi la stessa posizione processuale, il compenso unico può di regola essere aumentato per ogni soggetto oltre il primo nella misura del 20%, fino a un massimo di dieci soggetti, e del 5% per ogni soggetto oltre i primi dieci, fino a un massimo di venti. Questa disposizione si applica quando più cause vengono riunite, dal momento dell'avvenuta riunione e nel caso in cui l'avvocato assiste un solo soggetto contro più soggetti. Nel caso in cui l'avvocato assista i due coniugi nel procedimento per separazione consensuale e nel divorzio a istanza congiunta, il compenso è invece liquidato di regola con una maggiorazione del 20% su quello altrimenti liquidabile per l'assistenza di un solo soggetto. Nell'ipotesi in cui, ferma l'identità di posizione processuale dei vari soggetti, la prestazione professionale nei confronti di questi non comporta l'esame di specifiche e distinte questioni di fatto e di diritto, il compenso altrimenti liquidabile per l'assistenza di un solo soggetto è di regola ridotto del 30%. Attività penale. Per quanto riguarda l'attività penale, il regolamento stabilisce che, ai fini della liquidazione del compenso, il giudice deve tenere conto, tra l'altro: delle caratteristiche, dell'urgenza e del pregio dell'attività prestata, dell'importanza, della natura, della complessità del procedimento, della gravità e del numero delle imputazioni, del numero e della complessità delle questioni giuridiche e di fatto trattate, dei contrasti giurisprudenziali, dell'autorità giudiziaria dinanzi cui si svolge la prestazione, della rilevanza patrimoniale, del numero dei documenti da esaminare. I valori medi delle tabelle ministeriali possono, di regola, essere aumentati fino all'80%, o diminuiti fino al 50%. Anche nell'attività penale, quando l'avvocato assiste più soggetti aventi la stessa posizione processuale, il compenso unico può di regola essere aumentato per ogni soggetto oltre il primo nella misura del 20%, fino a un massimo di dieci soggetti, e del 5% per ogni soggetto oltre i primi dieci, fino a un massimo di venti. Attività stragiudiziale. Per l'attività stragiudiziale si tiene invece conto delle caratteristiche, dell'urgenza, del pregio dell'attività prestata, dell'importanza dell'opera, della natura, della difficoltà e del valore dell'affare, della quantità e qualità delle attività compiute, delle condizioni soggettive del cliente, dei risultati conseguiti, del numero e della complessità delle questioni giuridiche e in fatto trattate. I valori delle tabelle possono, di regola, essere aumentati fino all'80%, o diminuiti fino al 50%. Gabriele Ventura 15
16 ITALIA OGGI SETTE Con il nuovo dm compensi in aumento. E ritorna il rimborso forfettario delle spese Costi prevedibili per il cliente Lun Stop alla imprevedibilità dei costi del servizio legale. In generale i compensi sono ritoccati in aumento e torna il rimborso forfettario delle spese generali, escluso nel dm 140/2012 (primo decreto sui parametri dopo l'abolizione delle tariffe), ma previsto dalla legge di riforma della professione forense. Si tratta comunque di un quadro certo: i nuovi parametri non servono solo ai giudici, ma servono anche a regolare i rapporti tra avvocato e cliente. Anche se non contengono cifre inderogabili. Il cliente e l'avvocato possono concordare liberamente il costo del servizio, e in quel caso il contratto è svincolato da qualsiasi parametro. In mancanza si fa riferimento al nuovo decreto. Nuovo decreto che, come spiega la relazione illustrativa, da un lato rimane coerente con il sistema dei «vecchi» parametri (cessati dopo circa un anno e mezzo di vita), proprio nella parte in cui subordina il ricorso ai parametri alla mancanza di accordo tra le parti; ma dall'altro lato si registra uno stacco perchè il ricorso ai parametri non è più limitato ai casi di liquidazione del compenso da parte del giudice, ma è previsto anche in altri casi: quando il compenso non è stato determinato in forma scritta; in ogni caso di mancanza di accordo; nei casi in cui la prestazione professionale è resa nell'interesse di terzi; per prestazioni d'ufficio previste dalla legge. Il parametro, quindi, non è più destinato solo ai giudici, ma anche al cliente dell'avvocato. Ma vediamo i punti salienti, cercando le novità e registrando le conferme. Tornano le spese generali. Il decreto prevede che oltre al compenso per la prestazione professionale e al rimborso delle spese documentate, all'avvocato è dovuto anche un rimborso forfetario per «spese generali». Dopo la parentesi del dm 140/2012, che aveva accantonato il recupero delle spese generali, il nuovo decreto ha previsto un rimborso quantificato nella misura percentuale del 15% del compenso: la disposizione dà attuazione all'articolo 13 comma 10 della legge 247/2012 che rimette proprio al dm la determinazione della misura massima del rimborso delle spese forfetarie. In dettaglio l'articolato stabilisce che oltre al compenso e al rimborso delle spese documentate in relazione alle singole prestazioni, all'avvocato è dovuta, in ogni caso e anche in caso di determinazione contrattuale, una somma per rimborso spese forfettarie di regola nella misura del 15% del compenso totale per la prestazione. Il rimborso va a coprire quelle voci di spesa (ad esempio quelle relative alla gestione dello studio) che sono effettive, ma non documentabili. Le spese forfettarie sono calcolate sul compenso totale e non con riferimento a ogni singola fase. Le parti possono, comunque, stabilire diversamente: azzerare il rimborso o determinarlo in percentuale differente dal 15%. Le fasi. Qui abbiamo una conferma. Ormai è stato abbandonato il sistema del calcolo del compenso per singola attività (ad esempio singola udienza) e per ciascuna fase è indicato il compenso medio della prestazione. Le fasi individuate sono: studio della controversia, introduttiva del giudizio, istruttoria, decisionale. A queste si aggiungono le fasi proprie del procedimento esecutivo: quella di studio e introduttiva e quella istruttoria e di trattazione. 16
17 Valore della causa. Il compenso per fasi è a sua volta articolato a seconda del valore della causa. La struttura del nuovo decreto è uguale a quella dei parametri del 2012, ma cambiano gli scaglioni. Il valore della causa è stato suddiviso in scaglioni progressivi, secondo quanto previsto per il contributo unificato. Per ogni scaglione è indicato, in corrispondenza di ciascuna fase della attività difensiva, il costo medio rispetto al quale sono previsti aumenti o riduzioni. Naturalmente il minimo è derogabile, e la soglia minima indicata, si legge nella relazione, è la misura al di sotto della quale «non sarebbe opportuno andare» al fine di assicurare il rispetto dei principi costituzionali di proporzionalità della retribuzione e di dignità del lavoratore. Conciliazione. Anche qui si tratta di una conferma dell'impostazione del dm 140/2012. Nell'ipotesi di conciliazione giudiziale o transazione della controversia, la liquidazione del compenso sarà di regola aumentato fino a un quarto. È lo strumento scelto per incentivare la soluzione transattiva o la conciliazione giudiziale della controversia, con un premio per la rapida soluzione processuale. Viene anche premiato con un incremento del compenso l'avvocato vittorioso che nel corso del giudizio sarà stato capace di far emergere la manifesta fondatezza della propria pretesa nei confronti della controparte. Bacchettata per chi abusa del processo. Il decreto sanzionare l'abuso del ricorso alla giurisdizione. Mentre costituisce elemento di valutazione negativa, in sede di liquidazione giudiziale del compenso, l'adozione di condotte abusive tali da ostacolare la definizione dei procedimenti in tempi ragionevoli. Inoltre nel caso di lite temeraria o, comunque, nei casi d'inammissibilità o improponibilità o improcedibilità della domanda, il compenso dovuto all'avvocato del soccombente sarà ridotto, per gravi ed eccezionali ragioni esplicitamente indicate nella motivazione, del 50%. Ma si paga di più. Il un compenso medio dei nuovi parametri è più alto di quelli del dm 140/2012. Nel corso dell'approvazione i valori hanno subito un saliscendi, ma i parametri numerici indicati nella Tabelle hanno un valore incrementato rispetto a quello delle Tabelle del dm 140/2012. Società professionale. Il decreto prevede l'ipotesi di pluralità di difensori, distinguendo la fattispecie di compenso dovuto dal cliente (ogni avvocato avrà diritto al compenso per la attività da lui effettivamente svolta), da quella di compenso della parte vittoriosa a carico del soccombente, prevedendo che quest'ultimo sarà gravato delle spese processuali come se vi fosse un solo difensore. Nel caso di incarico professionale conferito a una società di avvocati, si applica il compenso spettante a un solo professionista anche se la prestazione è stata svolta da più soci. Praticanti abilitati al patrocinio. Il compenso spettante al praticante abilitato al patrocinio è stabilito nella misura della metà rispetto a quello spettante all'avvocato. Da quando si parte. Il nuovo decreto si applica alle liquidazioni successive alla entrata in vigore del medesimo. I parametri, quindi, devono essere applicati ogni qual volta la liquidazione giudiziale interviene in un momento successivo alla entrata in vigore del decreto e si riferisce a un compenso spettante al professionista che a quella data non ha ancora completato la propria prestazione professionale, ancorché tale prestazione abbia avuto inizio e si sia in parte svolta quando ancora era in vigore la precedente normativa. Antonio Ciccia 17
18 ITALIA OGGI Avvocati: più tutele ai professionisti La disclosure più garantista Sab Garanzie sulle conseguenze penalistiche che deriverebbero per gli avvocati, con «una copertura» per i professionisti che lavorano intorno all'istituto della voluntary disclosure. A chiederle, con un documento che verrà sottoposto presto all'esame del Parlamento, è il Consiglio nazionale forense che, in un convegno promosso ieri a Roma, affronta il piano di autodenuncia fiscale contenuto nel decreto 4/2014, che comprende norme sul rientro dei capitali dall'estero, all'indomani dello sdoppiamento del provvedimento, cui si è affiancata una proposta del presidente della commissione finanze di Montecitorio, Daniele Capezzone di Fi (si veda ItaliaOggi del 12/3/2014). Un testo, quello dell'esponente azzurro, che «segna la bontà delle critiche che avevamo espresso, nei giorni scorsi. Se si vuole portare ricchezza allo stato», attraverso un piano di collaborazione spontanea per l'emersione delle attività finanziarie detenute oltre i nostri confini, dichiara a ItaliaOggi Antonio Damascelli (Cnf), «si devono creare i presupposti minimi di corretta e chiarezza per il contribuente e il professionista». La pdl prevede, infatti, che «i professionisti e i loro consulenti, i quali assistono il contribuente nella procedura di collaborazione volontaria, sono esentati, ai sensi dell'art. 12 comma 2 del dlgs 231/2007, dall'effettuazione della segnalazione di operazioni sospette limitatamente all'esame della posizione giuridica del cliente», nonché all'assistenza nell'intero procedimento. E va evidenziato come il decreto, così come concepito dal precedente governo («ormai, in fase di sepoltura», sottolinea, però, Damascelli) preveda la presunzione legale di evasione per i redditi non dichiarati collocati all'estero, dunque si tratta di stabilire in maniera netta «se le presunzioni tributarie possano avere un riflesso sul processo penale». Allo stato attuale, osserva, infatti, Ivo Caraccioli, presidente del Centro penale di diritto tributario, permane «la punibilità per riciclaggio, o autoriciclaggio, in capo ai professionisti che hanno assistito il soggetto nella procedura», nonché la punibilità di quest'ultimo per altre fattispecie di reato che sono contemplate nella legge penale tributaria. Simona D'Alessio 18
19 MONDOPROFESSIONISTI E ora di voltare pagina Menoni (Unione nazionale Camere Civili) ricevuto dal ministro Orlando: avviare subito i gruppi di lavoro per una vera riforma Ven Sulla giustizia civile bisogna voltare pagina. È questo il messaggio che il presidente dell'unione nazionale Camere Civili, Renzo Menoni ha presentato al ministro della Giustizia, Andrea Orlando nel corso dell incontro avvenuto oggi a via Arenula in occasione della presentazione del Terzo Rapporto sulla giustizia civile nell'aula Magna della Cassazione. Bisogna avviare in tempi rapidissimi dei gruppi di lavoro con i rappresentanti dell'avvocatura civilistica, Cnf e Anm ha aggiunto Menoni - per mettere a punto proposte condivise di riforma della giustizia civile". Menoni, ha quindi ribadito la piena "disponibilità" dell'uncc a "una fattiva collaborazione e al dialogo sulle proposte di riforma", ha manifestato l'esigenza di costituire subito dei gruppi di lavoro per studiare proposte condivise, proposta "apprezzata" da Orlando. Il colloquio dei civilisti con il ministro ha riguardato, per oltre un'ora, proposte a tutto campo per migliorare il sistema della giustizia civile, nel giorno di chiusura della presentazione del Terzo Rapporto, avvenuta in Cassazione. Rapporto in cui i civilisti hanno ribadito che per migliorare il funzionamento della giustizia civile, è necessario un "intervento sistematico e organico", abbandonando la strada finora seguita dal legislatore di "interventi emergenziali". Interventi che hanno "peggiorato il funzionamento del processo civile, allungandone i tempi o lasciandone la situazione più o meno immutata". Dall'Unione Camere Civili arriva ancora un no alla mediazione obbligatoria: il 94% si è espresso in senso contrario. Contrarietà anche alla paventata abolizione o limitazione del giudizio d'appello: per l'84% è "assolutamente irrinunciabile". E ancora, riguardo il "doloroso" capitolo dei tempi di durata dei processi civili, i dati rispetto allo scorso anno restano "stabili" (70% per i Tribunali e 54% per le Corti d'appello). Oscillano infine tra il sufficiente e l'insufficiente i voti dei presidenti delle Camere Civili sul funzionamento degli uffici giudiziari. "È arrivato il momento di indicare che cosa c è da cambiare ha ribadito Menoni - che cosa serve per farla funzionare davvero e per poter disporre di un sistema giudiziario che funga da corretto equilibratore delle controversie. È arrivato il momento di chiedersi quali siano le ragioni reali dei tempi lunghissimi per i quali, in particolare nel settore civile (dove il processo arriva a conclusione quando l utilità sociale, economica e pratica della decisione si è ormai perduta), siamo subissati da rilievi internazionali. Menoni ha poi rinnovato al Ministro il suo appello a un cambiamento di passo del legislatore, affinché si metta mano con provvedimenti organici e strutturali alla giustizia civile, ribadendo contrarietà alla mediazione obbligatoria e puntando alla "semplificazione e unificazione dei riti nella prospettiva dell unificazione della giurisdizione (tema di questo Terzo Rapporto). La semplificazione ed unificazione dei riti "potrebbe costituire ha spiegato il presidente dei civilisti -, senza alcun costo aggiuntivo, una reale semplificazione ed un concreto alleggerimento del nostro sistema giudiziario". Il rapporto raccoglie anche i pareri di 52 presidenti delle Camere Civili territoriali che hanno risposto a un questionario. Riguardo i settori nei quali si ritiene necessario un intervento legislativo, la maggior parte, l'86 per cento, ha indicato il giudizio ordinario di cognizione, mentre il 60% il giudizio d'appello. Il 92% è dichiarato favorevole alla semplificazione dei riti, mentre il 78% ha detto sì all'unificazione della giurisdizione civile e amministrativa. Dai civilisti arriva ancora un no alla mediazione obbligatoria: il 94% si è espresso in senso contrario. Contrarietà anche alla paventata abolizione o limitazione del giudizio d'appello: per l'84% è "assolutamente irrinunciabile". E ancora, riguardo il "doloroso" capitolo dei tempi di durata dei processi civili, i dati rispetto allo scorso anno restano "stabili" (70% per i Tribunali e 54% per le Corti d'appello). 19
20 MONDOPROFESSIONISTI Il Consiglio nazionale forense a Teramo ogni 30 aprile Ven Il Consiglio nazionale Forense ha stabilito che, a partire dal 2014, svolgerà una seduta itinerante a Teramo il 30 aprile di ogni anno. La proposta di istituzionalizzare la tappa abruzzese, avanzata dall'ordine di Teramo, è stata accolta favorevolmente dal Consiglio nazionale forense. La delibera è stata adottata nelle scorse settimane. Una decisione nata per aver preso atto che i convegni organizzati a Teramo riscuotono una notevole partecipazione degli avvocati e sono anche l'occasione per un proficuo e approfondito scambio di notizie e opinioni sui temi più importanti riguardanti la professione forense. 20
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