Rassegna Stampa. Venerdì 11 Aprile 2014
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- Gennaro Sarti
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1 Rassegna Stampa 11 Aprile 2014
2 Sommario Testata Data Pag. Titolo p. 1. Previdenza Sole 24 Ore (Il) 11 Relazioni industriali - Welfare di distretto a Prato (Pieraccini Silvia) Sole 24 Ore (Il) 26 Il fisco agevoli l'esperimento di Prato - Il welfare si può rinnovare nel distretto MF mercati finanziari 4 Pensioni, il Def rimette in moto la busta arancione (Valentini Paola) 1 2 3
3 Estratto da pag. 11 Roberto Napoletano Lavoro NUOVI CONTRATTI A Prato il welfare di distretto L'accordo riguarda 9mila addetti Sìlvia Pieraccini > pagina Relazioni industriali. Accordo di secondo livello per i novemila addetti del settore tessile coinvolti Welfare di distretto a Prato II salario variabile può essere sostituito dall'erogazione di servizi Silvia Pieraccini PRATO Debutta il welfare di distretto, strumento che - attraverso un accordo collettivo Confindustriasindacati - punta a far recuperare potere d'acquisto ai lavoratori delle pmi, sviluppando allo stesso tempo servizi sul territorio (il cosiddetto «welfare a km zero»), dall'asilo nido alla diagnostica, dai trasporti alle attività sportive. Terreno di sperimentazione è Prato, storico distretto tessile apripista nello sviluppo di relazioni industriali innovative, che sul tema ha avviato da mesi un confronto tra le parti (si veda II Sole 24 Ore del 18 luglio) guardato con interesse da altri territori e da altre associazioni imprenditoriali. Ieri è stato presentato l'accordo Welfare Pmi raggiunto da Unione industriale pratese, Cgil, Cisl e Uil, che ora è pronto a diventare operativo. L'obiettivo è fare in modo che i dipendenti delle aziende pratesi, che non superano le poche decine (l'azienda più grande ha meno di IVANTAGGI I firmatari dell'accordo otterranno u n va lore di beni superiore a quello monetario ottenibile in busta paga 200 addetti) e che mai potrebbero aspirare al welfare frutto della contrattazione di secondo livello diffusa nelle grandi imprese, possano godere di quegli stessi beni e servizi offerti da colossi come Luxottica o Intesa Sanpaolo. La strada per rendere possibile questo risultato è stata considerare l'intero distretto come un'unica grande azienda, che abbraccia circa 9mila dipendenti tessili dell'industria. I lavoratori potranno scegliere se trasformare in welfarepersestessieperlapropria famiglia il premio aziendale di produttività (dove esiste) e le altre forme di salario variabile, come quella prevista a partire dal 2015 dal nuovo contratto nazionale di settore per chi non ha una contrattazione di secondo livello (280 euro). Col doppio vantaggio, secondo i firmatari dell'accordo pratese, di vedersi comunque versare i contributi, e di ottenere un valore di beni e servizi superiore a quello monetario che sarebbe stato erogato in busta paga, e dunque di accrescere il proprio potere d'acquisto. Resta in stand by in attesa di chiarimenti sulla detassazione da parte dell'agenzia delle entrate- la possibilità di trasformare in welfare il premio territoriale di produttività legato al recupero delle pause, previsto da un vecchio accordo di distretto del 1985, che nella prima ipotesi era stato posto alla base del welfare distrettuale. Tecnicamente, l'accesso all'offerta di welfare avverrà attraverso una piattaforma informatica (battezzata Crescere), che offrirà anche beni e servizi in convenzione a tutti i dipendenti delle aziende associate a Confmdustria Prato, sull'esempio di quanto fatto nei mesi scorsi da Unindustria Reggio Emilia per i propri associati (si veda II Sole 24 Ore del 22 gennaio), liberando le imprese da qualunque problema organizzativo. «Siamo fieri di aver lavorato con il sindacato - dice Andrea Cavicchi, presidente di Confindustria Prato e del Cogefis, l'organismo bilaterale sindacati-confmdustria nato 40 anni fa per attuare iniziative di sostegno sociale - a un progetto utile a tutti: ai lavoratori, che possono acquisire beni e servizi a costi ridotti e vedere i compensi derivanti dalla contrattazione di secondo livello valorizzati al massimo; alle imprese, felici di poter dare vantaggi L'avanguardia La sperimentazione del progetto Welfare Pmi debutterà con una cinquantina di aziende tessili del distretto di Prato, per poi estendersi a tutte le altre. L'accordo vede la firma congiunta di Unione industriale pratese, Cgil, Cisl e Uil La «taglia» massima L'obiettivoèfarein modochei dipendenti delle aziende pratesi, che non superano le poche decine (l'azienda più grande sul territorio ha meno di duecento dipendenti), e che mai potrebbero aspirare al welfare frutto della contrattazione di secondo livello, possano godere degli stessi benefici delle grandi aziende ai propri collaboratori; all'economia del territorio, sulla quale sono incentrate le convenzioni». Quello del potere d'acquisto è «un tema che deve stare a cuore a tutti, secondo Cavicchi, e con WelfarePmi abbiamo fatto qualcosa di concreto in questa dirczione». La sperimentazione partirà con una cinquantina di aziende tessili del distretto, per poi estendersi a tutte le altre. RIPRODUZIONE RISERVATA Previdenza Pag. 1
4 Estratto da pag. 26 Roberto Napoletano II welfare si può rinnovare nel distretto IL FISCO AGEVOLI L'ESPERIMENTO DI PRATO Dieci anni fa Prato si "inventò" la cassa integrazione in deroga alle normative vigenti, applicabile anche alle aziende industriali e artigiane con meno di quindici dipendenti, poi diventata negli anni più recenti della crisi il salvagente che ha tenuto a galla migliaia di piccole imprese in tutta Italia. Ora la città tessile simbolo dei distretti industriali feriti dalle difficoltà dell'economia mondiale, prova a sferrare un altro colpo innovativo nelle relazioni industriali, anch'esso figlio della crisi che colpisce imprese e lavoratori riempiendo di segni "meno" i bilanci aziendali e familiari. Ecco allora spuntare il welfare di distretto, tentativo ambizioso di Confindustria Prato e dei sindacati Cgil, Cisl, Uil di trasferire nelle piccole aziende del distretto quei beni e servizi di utilità quotidiana (dall'asilo nido alla diagnostica, dai trasporti alla palestra) che oggi sono appannaggio contrattuale solo dei dipendenti delle grandi aziende, e che vanno a temperare i tagli allo stato sociale e a rimpolpare le tutele dei lavoratori. Peccato che a tarpare le ali al decollo del welfare di distretto sia la mancanza di una normativa chiara sulle agevolazioni fiscali per le aziende che decidono di offrire servizi ai lavoratori. Se l'obiettivo del Governo è far recuperare potere d'acquisto ai lavoratori, porsi il problema del trattamento fiscale delle azioni di welfare dovrebbe diventare una priorità. Previdenza Pag. 2
5 Estratto da pag. 4 Pierluigi Magnaschi Pensioni, il Def rimette in moto la busta arancione di Paola Valentini Dotrebbe essere la volta buona anche per la busta arancione, così chiamata dal colore della lettera che la Svezia spedisce ai lavoratori del Paese per informarli sulle stime dell'ammontare della pensione che sarà pagata dalla previdenza pubblica una volta che il cittadino si ritirerà dal lavoro. Nel corso di quest'anno l'inps inizierà infatti a inviare ai suoi iscritti il documento che consentirà di stimare la pensione attesa. Lo si legge nel Documento di Economia e Finanza (Dei) del governo Renzi, dove si segnala che «il ministero del Lavoro progressivamente informerà tutti i lavoratori delle diverse gestioni Inps sulla loro futura condizione pensionistica attraverso il Progetto Trasparenza sulle pensioni dell'inps». Quella della busta arancione è una questione che si trascina da diversi anni. A fine 2013 l'ex ministro del Welfare Enrico Giovannini e l'ex presidente dell'inps Antonio Mastrapasqua avevano detto che sul tema sarebbero arrivate risposte nel giro dì pochi mesi. Ma poi c'è stato il cambio della guardia sia al governo sia al vertice dell'inps e di busta arancione non si è più parlato. Ora il Def annuncia che nei prossimi mesi l'operazione trasparenza sulle pensioni partirà e consentirà a tutti i lavoratori di effettuare simulazioni sulla propria condizione pensionistica futura, n progetto prenderà corpo gradualmente. «Nel corso del 2014 l'inps invierà, inizialmente solo ad alcune categorie di lavoratori, secondo successivi passaggi, la cosiddetta busta arancione», si legge nel documento di bilancio, «uno strumento che darà in tempo reale informazioni sugli anni di contributi versati e mancanti, l'entità della eventuale rendita, quando poter andare in pensione con la possibilità del calcolo della pensione online». La busta arancione darà ai lavoratori italiani informazioni che aspettano da quasi 20 anni, ovvero da quando è entrata in vigore nel 1996 la riforma Dini che ha introdotto il sistema contributivo di calcolo della pensione al posto del più generoso sistema retributivo. La legge Dini, mantenendo il sistema retributivo solo per chi allora aveva più di 18 anni di contributi, aveva dato meno garanzie ai giovani, che oggi sono quelli che hanno più bisogno di sapere quanto povera sarà la loro pensione. La riforma Dini partiva dal presupposto che le nuove generazioni avrebbero avuto più tempo a disposizione per integrare l'assegno pubblico con i fondi pensione. Cosa che non è avvenuta perché di fatto le adesioni alla previdenza complementare in Italia non sono mai decollate veramente e men che meno tra i giovani. Nel 2012 poi è scattata la riforma Fornero che ha rivoluzionato il sistema previdenziale pubblico introducendo il calcolo contributivo per tutti (seppur in forma prò-quota per i lavoratori del retributivo) allungando anche di sei-sette anni l'età di addio al lavoro, (riproduzione riservata) Previdenza Pag. 3
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