Lavoro & Previdenza La circolare su temi previdenziali e giurislavoristici
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- Aurelia Magni
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1 Lavoro & Previdenza La circolare su temi previdenziali e giurislavoristici N Montante contributivo: rivalutato il tasso 2014 Dal 1 gennaio 2014, il montante contributivo è pari a 1,001643, con effetto per le pensioni da liquidare per l anno corrente Categoria: Previdenza e Lavoro Sottocategoria: Pensione L INPS, con il messaggio n del 18 febbraio 2014, ha comunicato sia i coefficienti di rivalutazione delle retribuzioni e dei redditi pensionabili da utilizzare per la liquidazione delle pensioni e dei supplementi di pensione, sia i coefficienti di rivalutazione per i montanti contributivi (L. n. 335/1995). In particolare, i primi variano a seconda che si tratti della quota A (contributi acquisiti fino al 31 dicembre 1992), o della quota B (contributi maturati dal 1 gennaio 1993 e fino al mese precedente la decorrenza della pensione). Mentre il tasso annuo di capitalizzazione per la rivalutazione dei montanti contributivi decorrenti dal 1 gennaio 2014, è risultato pari a 1, Premessa L Istituto previdenziale ha aggiornato le tabelle (quota A e B ) contenenti i coefficienti da utilizzare per calcolare l ammontare dell importo pensionistico. In particolare, esso è dato dalla somma di due distinte quote: quota A : si calcola in base all anzianità contributiva, maturata sino al 31 dicembre 1992, secondo la normativa vigente a quella data, utilizzando le retribuzioni relative agli ultimi cinque anni precedenti la cessazione; quota B : corrisponde all importo del trattamento relativo all anzianità contributiva, maturata dal 1 gennaio 1993 in avanti, calcolata in base alle retribuzioni degli ultimi 10 anni. 1
2 L INPS ha illustrato anche il coefficiente di rivalutazione per i montanti contributivi, di cui alla L. n. 335/1995. Alla luce dei suddetti coefficienti aggiornati, è utile fare un attento riepilogo della normativa concernente la liquidazione delle pensioni e dei montanti contributivi, per capire come si arriva a un determinato importo. I coefficienti di rivalutazione delle retribuzioni e dei redditi pensionabili Premessa l elevata complessità del meccanismo di calcolo, come accennato in premessa, la somma finale è costituita da una serie di calcoli rappresentati dalla somma: 1. da una parte, dell anzianità contributiva posseduta dagli assicurati fino alla data del 31 dicembre 1992 ( quota A ); 2. dall altra parte, dell anzianità contributiva maturata dal 1 gennaio 1993 in poi ( quota B ). Con la riforma Amato (D.Lgs. n. 503/1992), il metodo di calcolo della retribuzione pensionabile ha subito una profonda semplificazione. Infatti, ora essa non viene più calcolata sugli ultimi cinque anni retributivi precedenti la pensione, ma estesa, per i lavoratori dipendenti iscritti per la prima volta in una forma previdenziale obbligatoria, a tutta la contribuzione versata nel corso della vita lavorativa. PRIMA L importo pensionistico si calcolava sugli ultimi cinque anni retributivi precedenti la pensione. ORA L importo pensionistico dipende da tutta la contribuzione versata nel corso della vita lavorativa. Tuttavia, è stato stabilito che per i lavoratori i quali potevano far valere 15 anni di contribuzione alla data del 31 dicembre 1992, la retribuzione annua pensionabile venisse determinata con riferimento agli ultimi dieci anni di contribuzione precedenti la pensione. Per quanto concerne invece, i lavoratori che facciano valere alla data del 31 dicembre 1992 un anzianità contributiva inferiore a 15 anni, la retribuzione pensionabile è determinata dai cinque anni di retribuzione aumentati dei periodi di contribuzione presi in misura intera, compresi tra il 1 gennaio 1993 e la data immediatamente precedente la decorrenza della pensione, senza alcun limite massimo. 2
3 La deroga Se entro il i lavoratori hanno maturato 15 anni di contributi, la pensione viene calcolata in base agli ultimi 10 anni di contribuzione precedenti la pensione; in caso contrario, l importo è determinato dai cinque anni di retribuzione aumentati dei periodi di contribuzione presi in misura intera, compresi tra l e la data immediatamente precedente la decorrenza della pensione, senza alcun limite massimo. Successivamente e in via transitoria, nella fase di prima applicazione delle nuove disposizioni la stessa Legge di riforma n. 335/1995, ha previsto che i periodi di riferimento fossero costituiti dai consueti cinque anni aumentati del 50%, elevati poi al 66,6% per i periodi lavorati da gennaio 1996 in poi, del numero delle settimane comprese tra il 1 gennaio 1993 e la data di decorrenza della pensione, con arrotondamento per difetto sino a un massimo di dieci anni di retribuzione per i lavoratori dipendenti; mentre per i lavoratori autonomi il periodo di ricerca viene elevato sino al massimo di 15 anni. LA RIVALUTAZIONE Per quanto concerne il meccanismo della rivalutazione delle retribuzioni, bisogna ricordare che esso opera in base all indice dei prezzi al consumo (FOI), con l aumento di un punto percentuale per i periodi di lavoro, coperti da contribuzione, prestati dal 1 gennaio 1993 in poi ( quota B ). Invece, per quanto riguarda i periodi di lavoro che sono stati svolti fino alla data del 31 dicembre 1992, la rivalutazione delle retribuzioni deve essere eseguita applicando l indice annuo del costo della vita (L. n. 297/1982), cioè senza l aumento di un punto percentuale ( quota A ). L IMPORTO FINALE Dopo il calcolo delle due quote di pensione, scaturenti dall applicazione dei rispettivi coefficienti di rivalutazione, l importo mensile spettante al lavoratore, a titolo di pensione, sarà dato dalla somma delle due quote. A tal proposito, è da sottolineare che per quanto riguarda l anno di decorrenza della pensione e quello immediatamente precedente, come si evince dalla lettura delle relative tabelle dei coefficienti (allegato), non è prevista alcuna rivalutazione; infatti, quando vi è la possibilità, viene consigliato ai pensionandi di andare in pensione con decorrenza dal mese di gennaio, guadagnando in questo modo un anno di rivalutazione. 3
4 Se un soggetto va in pensione con decorrenza dal mese di gennaio 2014, non sarà soggetta a rivalutazione unicamente la contribuzione relativa all anno 2013, in quanto per il 2014 non sarà presente contribuzione utile ai fini della liquidazione. Se, invece, il soggetto fosse andato in pensione con decorrenza dal mese di dicembre 2013, avrebbe perso la rivalutazione sia del 2013 che del 2012, quindi due anni. LE TABELLE Illustriamo in allegato le due tabelle ( quota A e quota B ) valide per il calcolo dell importo pensionistico. I coefficienti di rivalutazione per i montanti contributivi Il montante contributivo è stato introdotto in Italia con la L. n. 335/1995 (Riforma Dini). Infatti, a partire dal 1996, dalla retribuzione dei lavoratori viene accantonato un importo di contribuzione sulla base di un'aliquota di computo variabile a seconda della tipologia dei lavoratori. Ad esempio, l'aliquota di computo dei lavoratori dipendenti è pari al 33%, ciò vuole dire che ogni mese viene accantonato circa 1/3 della retribuzione imponibile. I contributi versati nella fase di accumulo sono contributi figurativi, in altri termini non costitutivi della formazione di un capitale di proprietà del lavoratore, bensì sono soltanto un dato contabile per calcolare l'assegno pensionistico. IL MONTANTE CONTRIBUTIVO INDIVIDUALE Il montante contributivo individuale, altro non è che la sommatoria delle quote della retribuzione accantonate ogni anno nel corso della vita lavorativa, elemento fondamentale per il calcolo delle pensioni con metodo contributivo. In altri termini, è la somma di denaro sulla quale viene calcolato l assegno pensionistico. Come si calcola? Al momento della domanda di pensionamento l'importo del montante individuale (c.d. montante contributivo finale ), viene moltiplicato per un coefficiente di trasformazione sulla base dell'età di pensionamento, per calcolare l'importo della pensione lorda annuale del lavoratore. Per avere un indicazione dell'importo mensile della pensione, è sufficiente dividere per 13 la pensione lorda annuale. 4
5 RIVALUTAZIONE DEL MONTANTE CONTRIBUTIVO Il montante individuale contributivo viene rivalutato al 31 dicembre di ogni anno su base composta, applicata ad un tasso di capitalizzazione pari alla variazione media quinquennale del prodotto interno lordo (PIL) nominale calcolata dall'istat, cioè in base alla crescita della ricchezza nazionale. Dalla rivalutazione viene esclusa la contribuzione dello stesso anno solare. Dunque, il tasso medio annuo, nei cinque anni precedenti il 2013, è pari a 0,001643; pertanto, per le pensioni con decorrenza 1 gennaio 2014 va utilizzato il suddetto coefficiente. Montante contributivo Il coefficiente di rivalutazione per i montanti contributivi relativi all anno 2013 è pari a 1, Riproduzione riservata - 5
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