TUTELA E SVILUPPO DELL ALTA MURGIA

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1 Capitolo 01 TUTELA E SVILUPPO DELL ALTA MURGIA La 6^ lezione svolta il 28 novembre 2009 della scuola sociopolitica di Gioia del Colle del Centro Studi Erasmo Onlus, parla dell alta Murgia. Poiché trattasi del nostro territorio, di come sia intriso di storia, di cultura, di sacrifici, di fatti, di denunce e di tante altre cose civili e meno civili, la lezione è piuttosto corposa. Ho cercato di sintetizzarla al massimo, ma questo comportava tagli piuttosto decisi e l eliminazione di dettagli e particolari importanti, alla fine ho preferito non fare molti tagli e suddividere la lezione in cinque parti, vi posso assicurare che non c è da annoiarsi. Giustamente il prof. Franco Ferrara definisce questa lezione un caso concreto, aggiungo che per conoscere i casi concreti bisogna andare dai testimoni sul territorio e il prof. Piero Castoro, il nostro docente che ci terrà la lezione sulla tutela e lo sviluppo dell alta Murgia è un testimone del nostro territorio. Ma presentiamo il prof. Piero Castoro: insegna storia e filosofia presso il liceo classico di Altamura, ha insegnato per poco tempo anche al liceo classico di Gioia del Colle, si occupa del territorio dell'alta Murgia da molti anni. Nell'87 il prof. Castoro insieme ad un gruppo di amici acquistano una masseria storica completamente diroccata, una masseria imponente situata sulla strada fra Altamura e Corato dove fanno sorgere il centro studio Torre di Nebbia un associazione culturale senza fini di lucro. Hanno elaborato un progetto che aveva per titolo "Creazione di un Osservatorio Permanente sulla Murgia di nord ovest". Il prof. Castoro è figlio di contadini, il suo rapporto con la Murgia è nato con i suoi primi vagiti e crescendo, cresceva anche la conoscenza del territorio che nel tempo si è molto ampliata. Hanno restaurato questa masseria, l hanno consolidata con mezzi propri, con le loro mani, e adesso è diventata una stupenda e straordinaria struttura, aperta a progetti sul territorio, dove si svolgono diverse attività culturali, mostre, convegni ecc.. Nello stesso anno, con gli stessi amici, hanno realizzato una piccola casa editrice che in qualche modo si è legata a tutte le vicende territoriali, nel senso che non pubblicano opere di altri ma si alimentano da soli. A collaborare ci sono grafici, architetti che hanno deciso di non costruire case e di specializzarsi in attività diverse, come per esempio le cartografie digitali. Questa attività adesso è rientrata a far parte del lavoro straordinario che sta compiendo la regione Puglia, almeno per quanto riguarda la redazione del Piano Paesistico Regionale in fase di lavori ultimi, e l associazione Torre di Nebbia spera che la Regione lo attui e lo adotti prima della fine di questa legislatura. Hanno pubblicato tante cose che si possono trovare tutte sul loro sito Internet (la casa editrice porta lo stesso nome del centro studi Torre di Nebbia ). In questi anni l attività è stata anche quella di vendere on-line. Hanno pubblicato due documentari interessanti, uno è una cartolina illustrata dell'alta Murgia, l'altro

2 riguarda le forme di degrado, quindi due immagini complementari di quello che attualmente possiamo trovare visitando questo territorio o studiandolo in vario modo. Ma che cos'è l'alta Murgia? Il prof. Castoro ha fatto una sorta di carta d'identità per segnalare quelli che sono i segni distintivi di questo territorio, le sue peculiarità, le priorità riscontrate sul territorio e la descrizione delle dinamiche che interessano attualmente questo territorio. Come primo segno distintivo va considerato lo spazio, lo spazio che 30/40 anni fa non contava quasi nulla, oggi si ha soprattutto bisogno di spazio anche per gettare rifiuti. Se si guarda l'alta Murgia da una veduta aerea, si osserva questo territorio di 100 mila ettari compreso in un recinto circondato da tredici comuni. Iniziando da Santeramo che è il paese più vicino a Gioia del Colle ( Gioia non fa parte del parco perché è considerato bassa Murgia) e procedendo verso la via Appia antica, la fossa Bradanica e il confine fra Puglia e Lucania, Altamura, Gravina, Poggiorsini, Spinazzola, Minervino. Poi dalla parte pedemurgiana dalla via Traiana (perché la Murgia si trova fra la via Appia antica e la via Traiana) dove abbiamo Andria, Corato, Ruvo, Bitonto anche se Bitonto si trova più vicino a Bari, però l'agro di Bitonto è come un budello, una parte residuale ma importante dell'agro di Bitonto interessa il territorio dell'alta Murgia, poi Cassano, Grumo e Toritto. Sono tredici i comuni che interessano l'alta Murgia, alcuni piccolissimi come Poggiorsini uno dei più piccoli paesi della provincia di Bari 1500 abitanti e Altamura invece che dopo la BAT (la nuova provincia formata da Barletta, Andria e Trani) è diventato il paese più grande della provincia di Bari circa abitanti. Le quote altimetriche variano da un minimo di 340 metri, ad un massimo di 686 metri che è Torre Disperata (alta Murgia). I paesi circondano questo territorio come un recinto e dentro ci troviamo in presenza di uno spazio dove non ci sono città, non ci sono insediamenti industriali, non ci sono boschi che possono definirsi tali, non ci sono ostacoli naturali di sorta, non ci sono fiumi, non ci sono montagne è un paesaggio apparentemente aspro e brullo che è percorribile in lungo in largo, in bicicletta, a piedi, in macchina o a cavallo. Anche se ci sono dei piccoli aeroporti turistici, sull'alta Murgia il volo è libero e purtroppo intasato, ci sono giornate in cui questi aerei vanno e vengono anche molto bassi sulle stesse masserie abitate da contadini e da pastori. Questo è un primo elemento, lo spazio, che è bello guardare anche di notte, se ci mettiamo sull'alta Murgia di notte con il cielo terso vedremmo, osservando la costa adriatica, che abbiamo una linea ininterrotta di luci, un congestionamento di uomini e cose. Certo che lo spazio poteva contare poco o nulla anche ai tempi di Tommaso Fiore (scrittore e politico di Altamura, meridionalista) questi alcuni dei suoi versi: «E dovunque muri e muretti, non dieci, non venti, ma più, molti di più, allineati sui

3 fianchi di ogni rilievo, orizzontalmente, a distanza anche di pochi metri, per contenere il terreno, per raccoglierne e reggerne un po' tra tanto calcare. Mi chiederai come ha fatto tanta gente a scavare ed allineare tanta pietra. Io penso che la cosa avrebbe spaventato un popolo di giganti. Questa è la murgia più aspra e sassosa; [ ] non ci voleva meno che la laboriosità d'un popolo di formiche». Infatti lui parla dell'alta Murgia in termini isolata, tetra, respingente, termini che usa per evidenziare le caratteristiche del territorio che non nascondono un profondo amore che provava per il popolo delle formiche. Il topos è condiviso da altri autori che hanno attraversato il territorio prima di Tommaso Fiore; si può partire da Orazio (VI secolo a.c.), addirittura passando per Giuseppe Maria Galanti (1770 magistrato, scrittore e viaggiatore italiano), per lo scrittore Edward Lear (1850 scrittore e illustratore inglese) che attraversò il nostro territorio nell'800 descrivendolo con gli stessi aggettivi squallidi. Persino Bianca Tragni (operatrice culturale pugliese, docente di storia e filosofia, giornalista e scrittrice di Altamura, studiosa e ricercatrice) nel suo Morire di Murgia ci offre questo topos condiviso. Dice il prof. Castoro: Uno dei nostri grandi compiti è consistito nel tentativo di ribaltare questa percezione legata ad una sorta di pessimismo geografico del territorio, e quindi la sensibilità anche ecologica del nostro tempo, ci ha permesso grazie anche ad un lavoro straordinario che abbiamo fatto sulla fotografia, abbiamo pubblicato dei libri fotografici bellissimi, uno in bianco e nero uno a colori, ad oggi il nostro centro possiede circa diapositive tutte digitalizzate, schedate, d'autore. Abbiamo investito molto sull'immagine e sul tentativo di modificare la percezione che gli abitanti di questo luogo hanno, perché noi tutti siamo sempre più abituati come cittadini a guardare al territorio come complemento oscuro della città, e quindi luogo molto spesso in cui allocare ciò che la città non può più contenere. Lo spazio, anche come valore di grande polmone verde della provincia di Bari, pensiamo ai fattori ecologici di inquinamento che fanno sì che iniziamo a guardare ad uno spazio vuoto con un atteggiamento un po' diverso. Un secondo elemento che caratterizza il territorio dell'alta Murgia è il carsismo, la Puglia è stata soggetta dall'epoca quaternaria (era geologica più recente che giunge fino ad oggi, iniziata 2588 milioni di anni fa), quando le terre sono in qualche modo emerse. La Puglia è l'unica regione collegata all'appennino senza appartenervi, nel senso che non ci sono montagne, gli unici grandi blocchi di roccia calcarea che sostengono la piattaforma Appula (la Puglia molle di cui parlava Orazio), il Gargano il Salento e l'alta Murgia il resto è abbastanza piatto. Su questa nostra terra vi è stato l'incontro millenario fra l'acqua e la pietra che ha condizionato, modellato il nostro territorio. L'alta Murgia condensa tutti i fenomeni carsici presenti sull'intero territorio nazionale, ci sono le doline carsiche (tipica depressione del terreno di varie

4 forme) tra le più grandi della Puglia e del Mediterraneo. Nel territorio di Altamura e Gravina, ci sono circa 1500 grotte censite e un sistema di vascolizzazione ipogerica (grotte sotterranee) amplissima. Molte di queste grotte si possono visitare soltanto con un po' di fatica, però ci assicura il prof. Castoro, che se penetriamo dentro fino ad arrivare giù, non hanno niente di che invidiare alle grotte più famose di Castellana, pur se di dimensioni più ridotte. I ragazzi del CARS (gruppo speleologico di Altamura), in un anno di lavoro hanno disostruito un buco di dieci centimetri chiamato capo vento da dove esce aria calda d estate e fredda d inverno, sono penetrati in questo sistema carsico e hanno trovato uno scheletro di ominide perfettamente conservato, risalente a circa 150 mila anni. Il paradosso dice il prof. Castoro: E che a Bolzano si attende una buona mezzora per vedere la mummia di Similaun Hetzi, Bolzano che non ha quasi nulla di presenze di emergenze archeologiche, ha questo museo che se voi andate trovate sempre la fila fuori. Ogni anno è visitato da 300 mila visitatori e se si va d estate si può mangiare anche il gelato al gusto di mummia. Da noi invece, per questa scoperta eccezionale dell ominide sono stati spesi 5 miliardi e mezzo di lire fra l'università, il comune e il proprietario che ha restaurato la masseria per fare cosa? Per mettere dei sondini dentro l'habitat dell'ominide, facendo affiorare delle alghe, infatti si è fatta una battaglia per far spegnere quest'inutile impianto, perché serviva semplicemente per vedere in tempo reale un'immagine fissa che si poteva vedere benissimo da casa. Se andate in quella masseria e mettete degli occhiali tridimensionali, non fate altro che vedere la stessa immagine che si vedrebbe da casa. Il reperto non è stato ancora studiato, una scoperta riconosciuta dalla comunità scientifica come veramente unica, perché il reperto si è conservato intatto, l'unico di un ominide conservato intatto da 70 a anni. La stessa situazione per la valle dei dinosauri, scoperta nel '88 in una cava fra Altamura e Santeramo a quattro chilometri da Altamura. Degli ingegneri che cercavano del petrolio, sono entrati in questa cava, hanno osservato il pavimento un po' strano, bianco, invece la roccia è di colore oscuro, hanno chiamato degli esperti di Roma che si sono interessati, e sono venute fuori delle orme. Sono state scoperto ben 38 mila orme di dinosauri, quindi il sito paleontologico più importante al mondo, da premettere che il proprietario della cava attuale voleva farci una discarica di rifiuti inerti, non avendo avuto la concessione la cava è rimasta a cielo aperto e si è scoperto questo grande patrimonio. Tuttavia, gli studiosi di Roma molto egoisticamente hanno studiato, hanno tolto i tappi alle piste, le più belle piste una volta senza tappi l'orma è rimasta alle intemperie della natura, e se si va adesso noi che seguiamo questi processi dal '98 ad oggi, molte orme sono ormai quasi scomparse, da premettere che alcuni vanno con i

5 flessibili, si tagliano le orme e se le portano anche via. Questo produce il gioco delle tre carte, l università, la proprietà e il comune! Un anno soltanto è stata aperta la cava senza fare nessuna pubblicità. Chi s'interessava particolarmente di archeologia sa che si sono strappati biglietti della SIAE per in un anno, quando l'hanno chiusa i primi ad accorgersene sono stati i ristoratori, i panificatori di Altamura perché molti erano abituati ad andare da Altamura prendevano il pane, mangiavano qualcosa, facevano la visita al parco per vedere le orme e andavano via. Il sito e ancora così, diciamo lasciato alla stupidità degli uomini. Questi sono i fatti che ci devono far riflettere sulla nostra assenza come cittadini che abitiamo il nostro territorio. Ma i fatti ci dicono ancora che il secondo congresso di speleologia nazionale che decretò l'alta Murgia quale sito atto ad ospitare l'istituto Italiano di Speleologia, è stato caratterizzato da una domanda rimasta inevasa e si è costruito in Toscana. Carlo Antonio Resta