La normativa antincendio per le attività ricettive

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "La normativa antincendio per le attività ricettive"

Transcript

1 La normativa antincendio per le attività ricettive (Alberghi, pensioni, motel, villaggi albergo, residenze turistico - alberghiere, studentati, villaggi turistici, alloggi agrituristici, ostelli per la gioventù, rifugi alpini, bed & breakfast, dormitori, case per ferie, campeggi, villaggi-turistici, ecc.) Dott. Ing. Mauro Malizia Dirigente dei Vigili del Fuoco Legge 22/4/1941 n. 633 smi. Non è consentito l utilizzo, anche parziale, senza il consenso dell'autore.

2 ARGOMENTI Premesse - le procedure di prevenzione incendi Le attività ricettive - principali norme D.M. 9 aprile 1994 & DM 6/10/2003 D.M. 14 luglio 2015 Piano straordinario - D.M. 16 marzo 2012 Proroghe (legge di bilancio 2018) - Scia parziale Cenni sul codice di prevenzione incendi e RTV alberghi Alberghi e prevenzione incendi 1

3 PREMESSE - LE PROCEDURE DI PREVENZIONE INCENDI Le funzioni e i compiti dei Vigili del fuoco in merito alle procedure di prevenzione incendi sono stabilite dall art. 16 del D.Lgs n. 139/2006 (mod. dal D.Lgs n. 97/2017). Le procedure riguardano le c.d. attività soggette, quelle ritenute più pericolose e attualmente individuate con il D.P.R. n. 151/2011. I responsabili delle attività soggette sono tenuti ad avviare tali procedure (per attività nuove o in caso di modifica) presso i comandi competenti per territorio. Alberghi e prevenzione incendi 2

4 ATTI "DEFINITIVI" Le determinazioni assunte dal comando sono atti definitivi. Sugli atti "definitivi" non è possibile opporsi con il ricorso amministrativo ordinario ( in opposizione o gerarchico ). È possibile il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica oppure il ricorso giurisdizionale al TAR. Alberghi e prevenzione incendi 3

5 IL NUOVO REGOLAMENTO DI PREVENZIONE INCENDI (D.P.R. 1/8/2011, n. 151, entrato in vigore il 7/10/2011). Tiene conto dell art.16 co. 1. (1) del D.Lgs n. 139/2006. Tiene conto delle esigenze di semplificazione amministrativa. Tiene conto della normativa sullo Sportello Unico per le attività produttive (S.U.A.P.), di cui al D.P.R. 7/9/2010, n Tiene conto dell'introduzione della SCIA (2). 1 L art. 16 co. 1 del D.Lgs n. 139/2006 prevede l individuazione di attività soggette a controllo VVF, da emanarsi con dpr a norma dell'art. 17, co. 1, L. 23/8/1988, n. 400, su proposta del Ministro dell'interno, sentito il CCTS-PI. 2 Segnalazione Certificata di Inizio Attività prevista dall art. 19 della Legge 7/8/1990 n. 241 come sostituito con art. 49 co. 4 bis del D.L. 31/5/2010 n. 78 convertito in Legge 30/ 7/2010 n Alberghi e prevenzione incendi 4

6 PRINCIPIO DI PROPORZIONALITÀ Con il vecchio regolamento non era prevista nessuna differenza negli adempimenti per le attività soggette (97 attività del D.M. 16/2/1982), a eccezione della validità temporale del CPI. Il nuovo regolamento aggiorna l'elenco delle attività soggette (80 attività) introducendo il "principio di proporzionalità", individuando 3 categorie (A/B/C) in ragione di rischio, dimensione, complessità. Per ogni categoria sono previste procedure differenziate, più semplici delle precedenti, in particolare per le attività di cat. A/B. Alberghi e prevenzione incendi 5

7 PROCEDIMENTI DIFFERENZIATI Categoria A: - No Esame progetto; - Sopralluogo a campione (a richiesta rilascio vvt). Categoria B: - Esame progetto; - Sopralluogo a campione (a richiesta rilascio vvt). Categoria C: - Esame progetto; - Sopralluogo obbligatorio (rilascio CPI ). Alberghi e prevenzione incendi 6

8 INTRODUZIONE DELLA SCIA - Art. 19 della Legge 7/8/1990 n. 241 e s.m. (come sostituito con art. 49 co. 4 bis del D.L. 31/5/2010 n. 78 convertito in Legge 30/ 7/2010 n. 122). Ogni atto di autorizzazione, licenza, concessione, permesso o nulla osta comunque denominato è sostituito da una segnalazione corredata da dichiarazioni/attestazioni/asseverazioni di tecnici abilitati e idonei elaborati. L attività può essere iniziata dalla data di presentazione della SCIA. L amministrazione, in caso di accertata carenza di requisiti, entro 60 giorni adotta motivati provvedimenti di divieto di prosecuzione dell attività e rimozione pericoli, salvo che, ove possibile, l interessato conformi alla normativa entro un termine fissato ( 30 gg). Alberghi e prevenzione incendi 7

9 MAGGIORI RESPONSABILITÀ DI TITOLARI E PROFESSIONISTI Nuovo regolamento di prevenzione incendi: Semplificazione, meno ingerenza dello Stato, facilità per i cittadini Fondamentale differenza tra nuovo regolamento e precedenti è la maggiore responsabilità in capo ai cittadini, in particolare ai professionisti. Maggiori responsabilità dei titolari e dei professionisti Il professionista asseveratore o certificatore e i titolari si assumono le responsabilità di attestare la conformità alle norme e di osservare gli obblighi connessi con l esercizio dell attività in fase di SCIA e Rinnovo. Alberghi e prevenzione incendi 8

10 TECNICO ABILITATO E PROFESSIONISTA ANTINCENDIO Come previsto dal D.M. 7/8/2012, al fine di una maggiore semplicità e controllo, è indicata esplicitamente la qualifica professionale per la firma. (3) Tecnico abilitato: professionista iscritto in albo professionale, che opera nell'ambito delle proprie competenze; Professionista antincendio: professionista iscritto in albo professionale, che opera nell'ambito delle proprie competenze e iscritto negli appositi elenchi del Ministero dell'interno di cui all'art. 16 del D.Lgs n. 139/ Tecnico abilitato o professionista antincendio come definiti all art. 1 co. 1 lett. b, c del D.M. 7/8/2012. Alberghi e prevenzione incendi 9

11 PROCEDURE DEL D.P.R. N. 151/2011 Procedura Categorie DPR n. 151/2011 DM 7/8/2012 Valutazione del progetto B/C art. 3 art. 3 SCIA A/B/C art. 4 art. 4 Attestazione di rinnovo A/B/C art. 5 art. 5 Deroga A/B/C art. 7 art. 6 Nulla osta di fattibilità B/C art. 8 art. 7 Verifica in corso d'opera A/B/C art. 9 art. 8 Alberghi e prevenzione incendi 10

12 ATTIVITÀ RICETTIVE Nel testo per brevità si farà riferimento a alberghi e campeggi ALBERGHI (e simili): Attività ricettive turistico-alberghiere: alberghi, pensioni, motel, villaggi albergo, residenze turistico-alberghiere, studentati, villaggi turistici, alloggi agrituristici, ostelli gioventù, rifugi alpini, bed & breakfast, dormitori, case per ferie e simili. CAMPEGGI (e simili): Strutture turistico-ricettive in aria aperta: campeggi, villaggi-turistici e simili. Alberghi e prevenzione incendi 11

13 ATTIVITÀ RICETTIVE E REGOLAMENTO DI PREVENZIONE INCENDI Con il nuovo regolamento di prevenzione incendi di cui al D.P.R. n. 151/2011, gli alberghi e simili sono ricompresi al p.to 66 dell allegato I al decreto che, a differenza di quanto previsto dal vecchio elenco del D.M. 16/2/1982, comprende anche attività in precedenza non soggette (residenze turistico - alberghiere, rifugi alpini, case per ferie, campeggi, villaggi-turistici, ecc.). Alberghi e prevenzione incendi 12

14 ATTIVITÀ N. 66 DELL ALLEGATO I AL D.P.R. N. 151/2011 N. ATTIVITÀ 66 Alberghi, pensioni, motel, villaggi albergo, residenze turistico - alberghiere, studentati, villaggi turistici, alloggi agrituristici, ostelli per la gioventù, rifugi alpini, bed & breakfast, dormitori, case per ferie, con oltre 25 posti-letto; Strutture turistico-ricettive nell aria aperta (campeggi, villaggi-turistici, ecc.) con capacità ricettiva superiore a 400 persone. CATEGORIA A B C fino a 50 posti letto oltre 50 posti letto fino a 100 posti letto; Strutture turistico-ricettive nell aria aperta (campeggi, villaggi-turistici, ecc.) oltre 100 posti letto Alberghi e prevenzione incendi 13

15 ALBERGHI - EVOLUZIONE STORICA DELLA NORMATIVA Lettera circolare M.I. prot. n /4122 del 21/10/1974 Classificazione di alberghi e pensioni al n. 94 dell'elenco allegato al Decreto Interministeriale n del 27 settembre 1965 Erano indicate alcune misure di prevenzione incendi per la costruzione e l adeguamento degli alberghi. Tuttavia le misure si rivelarono poco applicabili per gli alberghi esistenti. Alberghi e prevenzione incendi 14

16 segue Successivamente con la legge n. 406 del 18 luglio 1980 furono stabilite nuove disposizioni di prevenzione incendi per le strutture esistenti da adottare ai fini dell esercizio dell attività; Quindi, con la legge n. 818 del 7 dicembre 1984 tali disposizioni furono mantenute come misure più urgenti ed essenziali ai fini del rilascio del Nulla Osta Provvisorio. Il 22/12/1986 il Consiglio europeo adottò la raccomandazione 86/666/CEE per la protezione antincendio degli alberghi esistenti. Solo molto tempo dopo tale raccomandazione fu recepita in Italia con DM 9/4/1994. Alberghi e prevenzione incendi 15

17 NORME VIGENTI PER LE ATTIVITÀ RICETTIVE Disposizioni di prevenzione incendi in vigore: D.P.R. n. 151/2011: Alberghi > 25 p.l. e Campeggi > 400 persone sono attività soggette a controllo VVF (att. n. 66). D.M. 9/4/1994 (coord. con DM 6/10/2003): Alberghi fino a/oltre 25 p.l. (nuovi e esistenti al 26/4/1994). D.M. 14/7/2015: Alberghi tra p.l. (esistenti al 23/8/2015). D.M. 9/8/2016: RTV Alberghi del Codice P.I. - riguarda att. n. 66 del DPR n. 151/2011 esclusi rifugi alpini e campeggi. D.M. 28/2/2014: Campeggi > 400 pers. (nuovi e esistenti al 13/4/2014). Alberghi e prevenzione incendi 16

18 segue Disposizioni in vigore relative alle proroghe dei termini: Legge 27/12/2017, n. 205 (legge Bilancio 2018): art. 1, co. 1122, lett. i) proroga adeguamento al 30/6/2019 per alberghi esistenti. D.M. 16/3/2012: Piano straordinario biennale di adeguamento alle disposizioni di prevenzione incendi per Alberghi > 25 p.l. (esistenti al 26/4/1994). Alberghi e prevenzione incendi 17

19 RIEPILOGO CAMPI DI APPLICAZIONE Attività soggette D.P.R. n. 151/2011 (Att. n 66): Alberghi, pensioni, motel, villaggi albergo, residenze turistico - alberghiere, studentati, villaggi turistici, alloggi agrituristici, ostelli per la gioventù, rifugi alpini, bed & breakfast, dormitori, case per ferie > 25 posti-letto; strutture turistico-ricettive nell aria aperta (campeggi, villaggi-turistici, ecc.) con ricettività > 400 persone. RTV Alberghi D.M. 9 agosto 2016: Att. n 66 esclusi rifugi alpini e strutture turistico - ricettive nell'aria aperta. Regole tecniche tradizionali D.M. 9 aprile 1994 & D.M. 6 ottobre 2003, D.M. 14 luglio 2015: attività ricettive turistico-alberghiere come indicate in att. 66 fino a/oltre 25 posti-letto. Alberghi e prevenzione incendi 18

20 D.M. 9 APRILE 1994 & DM 6/10/2003 La regola tecnica di prevenzione incendi sugli Alberghi è stata approvata con D.M. 9 aprile 1994: Regola tecnica di p.i. per la costruzione e l'esercizio delle attività ricettive turistico - alberghiere. DM 9/4/1994: pubblicato nella G.U. n. 95 del 26/4/1994 e poi ripubblicato nella GU n. 116 del 20/5/1994. È entrato in vigore il 26 aprile Attività esistenti : quelle esistenti alla data del 26/4/1994. Le disposizioni per le attività esistenti sono state successivamente aggiornate dal DM 6/10/2003. Alberghi e prevenzione incendi 19

21 AGGIORNAMENTO CON DM 6/10/2003 Pubblicato sulla GU n. 239 del 14/10/2003. Questo decreto aggiorna le disposizioni di prevenzione incendi del D.M. 9 aprile 1994 per le attività esistenti. Per alberghi esistenti alla data del 26/4/1994 contiene: - Allegato A: misure di sicurezza alternative a quelle nell'allegato al DM 9/4/ Titolo II - Parte II - Attività esistenti; - Allegato B: disposizioni integrative dell'allegato al DM 9/4/1994. Nelle presentazioni si farà riferimento al testo coordinato del DM 9/4/1994 con le modifiche introdotte dal DM 6/10/2003. Alberghi e prevenzione incendi 20

22 Misure alternative e integrative Il DM 6/10/2003 prevede condizioni per consentire tali misure. - Impianto di rivelazione e di segnalazione d incendio (IRAI); - Servizio interno di sicurezza permanentemente presente H24 costituito da congruo numero di addetti (almeno 2) per un tempestivo intervento di contenimento e assistenza all esodo, in possesso di attestato d idoneità tecnica (art. 3 l. n. 609/96), per corso tipo C (all. IX del DM 10/3/98). La preparazione, compreso l uso di attrezzature di spegnimento, è verificata ogni 2 anni dai Comandi VVF con le modalità della l. n. 609/96. - Altre condizioni e limitazioni di esercizio (limitazione q f, affollamento, capacità di deflusso, reazione al fuoco, REI, ecc.). Alberghi e prevenzione incendi 21

23 OGGETTO E CAMPO DI APPLICAZIONE Il DM 9/4/1994 si applica a attività ricettive turistico - alberghiere con oltre 25 posti-letto (Att. n. 66 del DPR n. 151/2011): Alberghi, motel, villaggi albergo, villaggi turistici, esercizi di affittacamere, case ed appartamenti per vacanze, alloggi agrituristici, ostelli per la gioventù, residenze turistico alberghiere, rifugi alpini. Si applica a: Attività nuove Titolo II Parte I Attività esistenti Titolo II Parte II Alberghi e prevenzione incendi 22

24 MODIFICHE DI ATTIVITÀ ESISTENTI Alle attività esistenti si applicano le disposizioni per le attività nuove nel caso di rifacimento di oltre il 50% dei solai. Le disposizioni previste per le nuove costruzioni si applicano solo agli eventuali aumenti di volume. Nelle attività esistenti, oggetto di ampliamenti con aumento di capacità ricettiva, se il sistema di vie d esodo esistente è compatibile con l incremento di affollamento e con il nuovo assetto planovolumetrico dell attività, può essere applicato il Titolo II - Parte II (Attività esistenti). Alberghi e prevenzione incendi 23

25 CLASSIFICAZIONE - Attività con capienza > 25 p.l. Titolo II - Attività con capienza 25 p.l. Titolo III - Rifugi alpini Titolo IV (4) 4 Il titolo IV - Rifugi Alpini è sostituito con quello previsto dall'allegato al D.M. 3 marzo 2014 Modifica del Titolo IV - del decreto 9 aprile 1994, in materia di regole tecniche di prevenzione incendi per i rifugi alpini (GU n. 62 del ), come previsto dall art. 1 del decreto stesso. Alberghi e prevenzione incendi 24

26 TERMINI, DEFINIZIONI E TOLLERANZE DIMENSIONALI Il DM 9/4/1994 rimanda al DM 30/11/1983. Inoltre si definisce: Spazio calmo: luogo sicuro statico contiguo e comunicante con una via di esodo verticale od in essa inserito. Tale spazio non dovrà costituire intralcio alla fruibilità delle vie di esodo ed avere caratteristiche tali da garantire la permanenza di persone con ridotte o impedite capacità motorie in attesa dei soccorsi. Alberghi e prevenzione incendi 25

27 Corridoio cieco: Corridoio o porzione di corridoio dal quale è possibile l'esodo in un'unica direzione. La lunghezza del corridoio cieco va calcolata dall'inizio dello stesso fino all'incrocio con un corridoio dal quale sia possibile l'esodo in almeno due direzioni, o fino al più prossimo luogo sicuro o via di esodo verticale. Alberghi e prevenzione incendi 26

28 Rifugi alpini Sono compresi nel campo di applicazione del D.M. 9 aprile 1994 (al Titolo IV come sostituito con quello previsto dall'allegato al D.M. 3 marzo 2014), ma non sono compresi nel campo di applicazione della RTV del Codice di prevenzione incendi. Per i rifugi alpini, il termine per presentare l esame progetto e la SCIA del DPR n. 151/2011 era stato prorogato al 31/12/2017 ( Milleproroghe 2016 ). Alberghi e prevenzione incendi 27

29 Residenze per studenti Le residenze per studenti erano già soggette a controllo VVF con il DM 16/2/1982 (p.to 85 - dormitori e simili). Con il DPR n. 151/2011 sono stati indicati espressamente gli studentati al p.to 66. Il DM 9/4/1994 non elenca nel campo di applicazione gli studentati, per cui non ha valenza cogente. Invece il D.M. 9/8/2016 ( RTV Alberghi ) inserisce nel campo di applicazione anche gli studentati. Alberghi e prevenzione incendi 28

30 Villaggi turistici I villaggi turistici rientrano esclusivamente tra le strutture turistico - ricettive in aria aperta e, quindi, sono soggetti a controllo VVF se hanno una capacità ricettiva > 400 persone. Se nel loro ambito sono presenti singole unità immobiliari > 25 p.l., anche se la struttura < 400 persone, si configura, unicamente per tali unità immobiliari, l'attività indicata al primo capoverso del p.to n. 66 del DPR n. 151/2011. Solo in questo caso rientrano nel campo di appl. del DM 9/8/2016 RTV Alberghi, mentre in generale i villaggi turistici sono esclusi. Alberghi e prevenzione incendi 29

31 Attività articolate in più edifici separati Per attività articolate in più edifici separati tra loro da spazi scoperti (padiglioni, dependance, bungalow, ecc.), il DM 9/4/1994 si applica facendo riferimento alle specifiche caratteristiche dimensionali (altezza, n. di piani, n. di posti letto, ecc.) di ogni singolo corpo di fabbrica. Alberghi e prevenzione incendi 30

32 I seminari rientrano tra le attività n. 66 e 67 del DPR n. 151/2011 se superano, rispettivamente, i 25 posti letto e le 100 persone presenti. Seminari Per la normativa di prevenzione incendi si precisa che il DM 26/8/1992 è applicabile ai locali del seminario adibiti a attività scolastiche, mentre per i dormitori, non essendo ricompresi nel DM 9/4/1994, le misure ivi previste possono costituire riferimento pur non essendo cogenti. Alberghi e prevenzione incendi 31

33 D.M. 14 LUGLIO 2015 D.M. 14 luglio 2015: Disposizioni di prevenzione incendi per le attività ricettive turistico - alberghiere con numero di posti letto superiore a 25 e fino a 50. È entrato in vigore il 23 agosto Si applica a Alberghi tra p.l. esistenti alla data del 23 agosto È fatta salva la facoltà di optare per l applicazione delle pertinenti disposizioni di cui al DM 9 aprile 1994 e s.m. Alberghi e prevenzione incendi 32

34 Motivo del provvedimento Il DM 14/07/2015 è stato emanato ai sensi dell art. 11 co. 2 del D.L. 30 dicembre 2013, n. 150, convertito con legge 27 febbraio 2014 n. 15. Tale provvedimento, in sede di proroga dei termini per l adeguamento alle disposizioni antincendio, aveva previsto l emanazione di una regola tecnica che semplificasse i requisiti prescritti dal D.M. 9 aprile 1994, in particolare per le strutture ricettive turistico-alberghiere fino a 50 posti letto. Alberghi e prevenzione incendi 33

35 Principali differenze I titolari di Alberghi tra p.l. esistenti alla data del 23 agosto 2015 possono scegliere se utilizzare: - D.M. 14 luglio 2015 ( nuovo decreto ), oppure - D.M. 9 aprile 1994 ( vecchio decreto ) come modificato dal D.M. 6 ottobre Di seguito si pone l attenzione sulle principali differenze previste dal D.M. 14 luglio 2015 rispetto al D.M. 9 aprile Alberghi e prevenzione incendi 34

36 Termini, definizioni e tolleranze dimensionali Il DM 14/7/2015 rimanda al DM 30/11/1983. Inoltre si definisce, oltre a Spazio calmo e Corridoio cieco (già previsti nel vecchio decreto): Colonna a secco: installazione di lotta contro l incendio ad uso dei Vigili del fuoco, comprendente una tubazione rigida metallica che percorre verticalmente l edificio, di norma all interno di ciascuna via d esodo verticale. Alberghi e prevenzione incendi 35

37 Separazioni Comunicazioni Separazione almeno pari alla classe di resistenza al fuoco più elevata tra attività alberghiera e quella adiacente, minimo REI 30; Eliminata separazione obbligatoriamente REI 90. Alberghi possono comunicare con altre attività non pertinenti, tramite filtro a prova di fumo e a condizione che le rispettive vie di esodo siano indipendenti. Eliminato divieto di comunicazione con attività non pertinenti. Alberghi e prevenzione incendi 36

38 Resistenza al fuoco Per strutture portanti e compartimentazione, deve essere garantito almeno R/REI 30. Per edifici oltre il 4 piano f.t. deve essere garantito il Livello III di prestazione di cui al DM 9 marzo Eliminata la relazione tra H ant e R/REI, consentendo per gli edifici più alti ma con ridotto q f, di calcolare REI (attraverso livello III) inferiore rispetto ai valori di R/REI 60/90 stabiliti dal DM 9/4/1994. Alberghi e prevenzione incendi 37

39 Reazione al fuoco Il paragrafo è stato riformulato con la classificazione europea. Ammessa la possibilità di mantenere, entro certi limiti, materiali non classificati (tendaggi, drappeggi, mobili imbottiti ) in ambienti (es. in atri, soggiorni) con sorveglianza continuativa di un addetto antincendio (es. in reception), basso q f, servizio interno di emergenza ; Ammessa la possibilità di mantenere materiali non classificati a condizione che l ambiente costituisca compartimento REI 30. (in tal modo vi è la possibilità di mantenere nelle camere materassi, tende, ecc. non classificati). Alberghi e prevenzione incendi 38

40 Compartimentazione L intera struttura, ad eccezione delle aree a rischio specifico, può costituire unico compartimento. Eliminati i valori prescrittivi da 1000 a 4000 m 2 in relazione ad altezza, carico di incendio, IRAI. Alberghi e prevenzione incendi 39

41 Piani interrati Le aree comuni a servizio del pubblico possono essere ubicate non oltre il secondo piano interrato, fino a -10,00 m. Le predette aree, se ubicate tra -7,50 e -10,00 m, devono essere protette con impianto di spegnimento automatico. Eliminato il divieto di ubicazione di camere per ospiti ai piani interrati. Alberghi e prevenzione incendi 40

42 Scale Eliminato l obbligo di aerazione in sommità a condizioni che la scala è protetta per tutto il suo sviluppo e abbia materiali classificati secondo quanto indicato; Se la scala è senza porta REI all atrio d ingresso, è consentita installazione un sistema di evacuazione forzata di fumo e calore. Alberghi e prevenzione incendi 41

43 Misure per l'evacuazione in caso d incendio Ammessi casi in cui le porte che immettono all esterno o in luogo sicuro possono essere prive di maniglione antipanico e non aprirsi nel verso dell esodo (es. in edifici storici); Condizioni più favorevoli per allungare i percorsi di esodo; Per l atrio d ingresso eliminata la limitazione su lunghezza del percorso dallo sbarco fino all uscita all esterno. Alberghi e prevenzione incendi 42

44 Impianti idrici antincendio Le attività ricettive ubicate oltre il 3 piano f.t. devono essere protette da una rete di idranti conforme al DM 20/12/2012. Eliminato obbligo dell impianto idrico antincendio in edifici fino a 3 piani f.t., a condizione di installare un estintore carrellato a polvere da 30 Kg per piano, con presenza di addetti antincendio addestrati all utilizzo; Ammesso in attività oltre 3 piani f.t., installare in luogo dell impianto idrico antincendio, la colonna secco, con lance e tubazioni flessibili, e un estintore carrellato a polvere da 30 Kg per piano, con presenza di addetti antincendio addestrati all utilizzo. Alberghi e prevenzione incendi 43

45 LE CONTINUE PROROGHE Le disposizioni transitorie di cui al p.to 21.2 dell allegato al DM 9/4/1994 stabilivano termini di adeguamento per le attività ricettive esistenti, di due, cinque e otto anni, previa presentazione, entro un anno, di un piano programmato dei lavori di adeguamento. In particolare il completo adeguamento doveva terminare entro il termine di otto anni, e quindi entro l anno Da allora continue proroghe hanno differito tali termini, fino ai nostri giorni, con l ultima proroga in ordine di tempo disposta con Legge 27 dicembre 2017, n. 205 (legge di Bilancio 2018). Alberghi e prevenzione incendi 44

46 Ritardi nell'applicazione delle norme Probabilmente le continue proroghe non hanno contribuito a favorire l adeguamento delle strutture ricettive esistenti. Gli operatori tendono in questo modo a ritardare l effettuazione dei lavori, confidando nelle continue proroghe annuali, che tradizionalmente giungono a fine anno con i c.d. decreti milleproroghe. Pertanto ad oggi, per vari motivi tra cui la diffusione di una percezione di impunità e di scarsa attenzione al rispetto delle regole, il numero delle strutture non adeguate è ancora alto. Alberghi e prevenzione incendi 45

47 PIANO STRAORDINARIO - D.M. 16 MARZO 2012 D.M. 16 marzo 2012: Piano straordinario biennale di adeguamento. Riguarda l'adeguamento alle disposizioni di prevenzione incendi degli alberghi esistenti (DM 9/4/1994) con oltre 25 posti letto, che non abbiano completato l'adeguamento alle suddette disposizioni di prevenzione incendi. Alberghi e prevenzione incendi 46

48 Chiarimenti sulla presentazione del Piano Con nota DECPREV prot. n del era stato chiarito che era possibile presentare istanza di ammissione al piano straordinario in qualsiasi momento, attestando ora per allora il possesso dei requisiti minimi di sicurezza. Precedentemente il termine per la presentazione della domanda di ammissione al piano e il termine entro il quale le strutture ricettive dovevano essere in possesso dei requisiti di sicurezza antincendi previsto all'art. 1, co. 2 del DM 16/3/2012, era stato differito al 31/10/2012 dall art. 1 co. 2 del DM 15/5/2012. Alberghi e prevenzione incendi 47

49 Ammissione al Piano Pertanto, alla luce di chiarimenti forniti, le attività potevano presentare l istanza in qualsiasi momento: attestando ora per allora che alla data del 1/3/2014 la struttura presentava i requisiti di ammissione previsti dal DM 16/3/2012. oppure attestando la presenza dei requisiti alla data di presentazione dell istanza e dichiarando che, a decorrere dal 1/3/2014, l'attività era sospesa, oppure mantenuta in esercizio con non più di 25 posti letto. Alberghi e prevenzione incendi 48

50 L ULTIMA PROROGA - LEGGE DI BILANCIO 2018 Legge 27 dicembre 2017, n Proroga prevista dall art. 1, comma 1122, lettera i): - Alberghi esistenti - oltre 25 posti letto, - in possesso dei requisiti per l ammissione al piano straordinario di adeguamento antincendio (DM 16/3/2012), Scadenze: entro il 1/12/2018 presentano una SCIA parziale. entro il 30/6/2019 completano l adeguamento. Alberghi e prevenzione incendi 49

51 SCIA parziale attestante il rispetto di almeno 4 prescrizioni: - Resistenza al fuoco delle strutture - Reazione al fuoco dei materiali - Compartimentazioni - Corridoi - Scale - Ascensori e montacarichi - Impianti idrici antincendio - Vie d uscita a uso esclusivo (esclusi p.ti ove prevista reazione al fuoco materiali) - Vie d uscita a uso promiscuo (esclusi p.ti ove prevista reazione al fuoco materiali) - Locali adibiti a deposito Alberghi e prevenzione incendi 50

52 REQUISITI DI AMMISSIONE AL PIANO (DM 16/3/2012) Per l'ammissione al piano gli alberghi devono essere in possesso: Misure integrative di gestione della sicurezza costituite da un servizio interno di sicurezza, permanentemente presente e ricompreso nel PE, per consentire un tempestivo intervento di contenimento e assistenza all'esodo. Requisiti di sicurezza antincendio previsti ai seguenti punti del DM 9/4/1994 int. DM 6/10/2003: 9, 10, 11.2, 12 (con limitazioni), 13, 14, 15, 17, 20.2, 20.3, (con precisazioni), 20.5 (con limitazioni). Alberghi e prevenzione incendi 51

53 Servizio interno di sicurezza Le strutture già dotate di tale servizio come misura alternativa del DM 6/10/2003 devono eventualmente integrarlo: Numero minimo addetti servizio integrativo: 100 p.l. 1 unità; da 101 a 300 p.l. 2 unità, oltre ulteriore unità per ogni incremento di 150 p.l. Gli addetti devono aver frequentato corsi tipo B (per att. cat. A/B del DPR 151/2011), e di tipo C (per att. di cat. C) e possedere attestato d idoneità tecnica ove previsto (all. X del DM 10/3/1998). Alberghi e prevenzione incendi 52

54 Impianti elettrici (p.to 9) Gli impianti elettrici devono essere realizzati in conformità alla legge n. 186 del 1 marzo 1968 (a regola d arte). Sono forniti alcuni requisiti di sicurezza essenziali. Alcune utenze devono disporre di impianti di sicurezza (illuminazione; allarme; rivelazione; estinzione; ascensori antincendio). Alimentazione di sicurezza, autonomia, Impianto di illuminazione di sicurezza: livello di illuminazione > 5 lux a 1 m da pavimento lungo le vie di uscita. Quadro elettrico generale in posizione segnalata e protetta. Alberghi e prevenzione incendi 53

55 Sistemi di allarme (p.to 10) Sistema di allarme acustico in grado di avvertire occupanti del pericolo in caso di incendio. Caratteristiche e ubicazione dispositivi sonori tali da poter segnalare il pericolo a tutti gli occupanti. Comando del funzionamento simultaneo dei dispositivi sonori posto in ambiente presidiato. Per edifici muniti di IRAI, il sistema di allarme deve funzionare automaticamente. Funzionamento garantito anche in assenza di alimentazione elettrica principale, per almeno 30 min. Alberghi e prevenzione incendi 54

56 Estintori (p.to 11.2) Distribuiti in modo uniforme, ubicati in posizione facilmente accessibile e visibile. Appositi cartelli segnalatori devono facilitarne l'individuazione, anche a distanza. Gli estintori portatili devono essere installati in ragione di uno ogni 200 m 2 di pavimento, o frazione, con un minimo di un estintore per piano. Capacità estinguente non inferiore a 13 A - 89 B. Alberghi e prevenzione incendi 55

57 IRAI (p.to 12) (richiesto per le sole strutture per le quali è previsto l'obbligo) In Alberghi > 100 p.l. IRAI. (impianto fisso di rivelazione e segnalazione automatica degli incendi). Al p.to 12.2 sono indicate le caratteristiche. Nei locali deposito devono essere comunque installati tali impianti indipendentemente dal numero di posti letto. Alberghi e prevenzione incendi 56

58 Segnaletica di sicurezza (p.to 13) Deve essere conforme al D.Lgs n. 81/2008. Occorre far riferimento al D.Lgs 9 aprile 2008 n. 81 (testo unico salute e sicurezza luoghi di lavoro) che ha abrogato e sostituito, tra le altre, dall'allegato XXIV all'allegato XXXII, le precedenti disposizioni in materia di segnaletica di sicurezza. Inoltre, la posizione e la funzione degli spazi calmi dovrà essere adeguatamente segnalata. Alberghi e prevenzione incendi 57

59 Gestione della sicurezza (p.to 14) Il responsabile dell'attività deve provvedere affinché nel corso della gestione non vengano alterate le condizioni di sicurezza. Non collocare ostacoli su vie di uscita; situazioni particolari (manutenzioni, risistemazioni); efficienza mezzi e impianti antincendio, impianti elettrici, impianti di ventilazione, condizionamento e riscaldamento. I servizi di soccorso debbono poter essere avvertiti facilmente, con la rete telefonica. La procedura di chiamata deve essere chiaramente indicata. Alberghi e prevenzione incendi 58

60 Addestramento del personale (p.to 15) Personale addestrato per primo intervento e azionamento sistema di allarme Almeno due volte l'anno riunioni addestramento all'uso mezzi di soccorso, allarme e chiamata, nonché esercitazioni di evacuazione sulla base del PE. In caso d incendio il personale applica le istruzioni impartite per iscritto e contribuisce all'evacuazione di tutti gli occupanti. Alberghi > 500 p.l.: previsto specifico servizio di sicurezza composto da un responsabile e da addetti addestrati. Alberghi e prevenzione incendi 59

61 Istruzioni di sicurezza (p.to 17) Bene esposte all'ingresso istruzioni relative al comportamento degli occupanti in caso di sinistro e in particolare una planimetria per squadre di soccorso recante: Scale, vie d esodo; mezzi/impianti di estinzione; dispositivi di arresto impianti distribuzione gas, elettricità, ventilazione; quadro generale rivelazione e allarme; locali a rischio; spazi calmi. Planimetria d'orientamento su ogni piano, presso vie di esodo. Posizione e funzione spazi calmi segnalati adeguatamente. Alberghi e prevenzione incendi 60

62 Larghezza delle vie di uscita (p.to 20.2) Consentiti scale e passaggi larghezza 0,90 m (computati 1 M). Ammessi restringimenti puntuali larghezza 0,80 m netta, comprensiva di tolleranze, a condizione che lungo le vie di uscita siano presenti soltanto materiali di classe 0 a eccezione di eventuali corsie di camminamento centrale, ammesse in classe 1. Le aree ove prevista presenza disabili dotate di vie d uscita congruenti con le vigenti disposizioni su superamento e eliminazione barriere architettoniche. Alberghi e prevenzione incendi 61

63 Larghezza totale delle uscite (p.to 20.3) (con possibilità di prevedere capacità di deflusso pari a quella indicata al p.to 20.1 alle condizioni ivi riportate). Vedi p.to 7.6 escluse strutture servite da scale uso promiscuo. Larghezza totale delle uscite di piano, in moduli, è il rapporto tra massimo affollamento e capacità di deflusso. Per strutture con più di 2 piani f.t, la larghezza totale vie d uscita è calcolata sommando max affollamento in 2 piani consecutivi. Scale mobili non computate ai fini della larghezza delle uscite. Alberghi e prevenzione incendi 62

64 Vie di uscita ad uso promiscuo (p.to 20.5) (limitatamente alla larghezza della scala e della via di esodo ad uso promiscuo). La larghezza della scala e della via di esodo deve essere commisurata al piano di massimo affollamento, ove è ubicata l'attività. Alberghi e prevenzione incendi 63

65 Altre indicazioni: Nel rispetto dei parametri di dimensionamento delle vie di esodo rientrano anche l'adozione di eventuali misure equivalenti previste dal DM 6 ottobre 2003, ovvero quelle stabilite nell'ambito del procedimento di deroga. La riduzione dell'affollamento può costituire soluzione per rientrare nel rispetto dei parametri. Alberghi e prevenzione incendi 64

66 SCIA PARZIALE Come si è detto, con legge di bilancio 2018 gli alberghi esistenti con oltre 25 p.l. e in possesso dei requisiti per l ammissione al piano straordinario di adeguamento antincendio, completano l adeguamento alle disposizioni di prevenzione incendi entro il 30 giugno 2019, previa presentazione, al Comando provinciale dei Vigili del fuoco entro il 1 dicembre 2018 della SCIA parziale, attestante il rispetto di almeno 4 prescrizioni, tra quelle elencate nelle pagine seguenti, riferiti agli specifici punti dell allegato al DM 9/4/1994 s.m.i. Alberghi e prevenzione incendi 65

67 RESISTENZA AL FUOCO DELLE STRUTTURE (p.to 19.1) Requisiti minimi: Altezza antincendio dell'edificio R REI Fino a 12 m Superiore a 12 m fino a 54 m Oltre 54 m Alberghi e prevenzione incendi 66

68 In alternativa: Altezza antincendio dell'edificio R/REI (*) R/REI (**) Superiore a 12 m fino a 24 m Superiore a 24 m fino a 54 m 45 Oltre 54 m 60 (*) - IRAI su intera attività. (**) - IRAI su intera attività; - Servizio addetti antincendio ( 2) presenti H24 con attestato d idoneità tecnica tipo C e verifica ogni 2 anni da VVF. Alberghi e prevenzione incendi 67

69 REAZIONE AL FUOCO DEI MATERIALI (p.to 19.2) È richiesto il rispetto del p.to 6.2 con esclusione dei materassi. - Atri, corridoi, disimpegni, scale, rampe, passaggi in genere - Altri ambienti - Materiali di rivestimento combustibili - Materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambe le facce - Materiali isolanti Alberghi e prevenzione incendi 68

70 Materiali esclusi dall'obbligo di classificazione Tappeti, quadri e simili non rientrano tra i materiali soggetti all'obbligo di classificazione ai fini della reazione al fuoco. Per materiali e arredi non equiparabili a mobili imbottiti o a materassi (es. guanciali, sommier, biancheria da letto, trapunte) non è richiesta la classe 1 IM di reazione al fuoco. Alberghi e prevenzione incendi 69

71 Atri, corridoi, disimpegni, scale, rampe, passaggi in genere: Materiali classe 1 50 % di superficie totale (pavimento + pareti + soffitto + proiezioni orizzontali scale). Il resto materiali classe 0. In alternativa: Materiali classe 1 > 50 % sup. totale. - IRAI su intera attività (*) ; Materiali non classificati fino a 25% sup. tot. - IRAI su intera attività (*) ; - carico d incendio 10 kg/m 2 ; - Servizio addetti antincendio (almeno 2) presenti H24 con attestato d idoneità tecnica tipo C e verifica ogni 2 anni da VVF. (*) escluse camere alberghi 100 p.l. già dotate di porte RE 15 con autochiusura. Alberghi e prevenzione incendi 70

72 Altri ambienti: Pavimentazioni (e rivestimenti) classe 2. Altri materiali rivestimento classe 1, o 2, con impianti spegnimento automatico o sistemi smaltimento fumi asserviti a IRAI; Pavimenti lignei non classificati con impianti di spegnimento automatico o sistemi di smaltimento fumi asserviti a IRAI. Rivestimenti lignei non classificati, installati anche non in aderenza a supporto incombustibile, fino max 25% di sup. tot - IRAI su intera attività; - Servizio addetti antincendio (almeno 2) presenti H24 con attestato d idoneità tecnica tipo C e verifica ogni 2 anni da VVF. Alberghi e prevenzione incendi 71

73 Altro: Tendaggi classe 1 Materassi Mobili imbottiti classe 1 IM nessun requisito Alberghi e prevenzione incendi 72

74 COMPARTIMENTAZIONI (p.to 19.3) Sup. Max compartimenti costituti al massimo da due piani: Altezza antincendio dell'edificio Fino a 24 m Superiore a 24 m fino a 54 m Oltre 54 m Sup. Max Compartimenti 3000 mq 2000 mq 1000 mq (su un solo piano) consentiti compartimenti (S 4000 m 2 ) su più piani se: - in ogni piano: q f 30 Kg/m 2 - in tutti gli ambienti: IRAI Consentito compartimento S 8000 m 2 con l ulteriore condizione impianto spegnimento automatico sul compartimento. Alberghi e prevenzione incendi 73

75 CORRIDOI (p.to 19.5) Tramezzi camere su corridoi: REI 30. Porte delle camere: RE 15 con dispositivo di autochiusura. Porte RE 15 non richieste: in edifici 3 piani f.t.; capienza 40 p.l.; in ciascun piano q f 20 Kg/m 2. Porte RE 15 non richieste: se l'attività è protetta da IRAI installato nei corridoi e nelle camere per ospiti. Alberghi e prevenzione incendi 74

76 A uso esclusivo. SCALE (p.to 19.6) edifici > 2 piani f.t. e H ant 32 m scale protette. edifici H ant > 32 m scale a prova di fumo. Caratteristiche REI vani scala e porte di accesso a scale conformi al p.to Ogni vano scala deve avere una superficie netta di aerazione permanente in sommità > 1 m 2. Alberghi e prevenzione incendi 75

77 Comunicazione camere ospiti - vano scala: - attraverso corridoi; - tramite disimpegno con porte REI conformi al p.to In alternativa: ammessa comunicazione diretta purché: - q f 20 kg/m 2 ; - caratteristiche REI porta d ingresso congrue con vano scala. Per i vani scala a uso promiscuo si rimanda al punto 20.5 (strutture, ricettive servite da vie di uscita ad uso promiscuo). Alberghi e prevenzione incendi 76

78 ASCENSORI E MONTACARICHI (p.to 19.7) Le disposizioni di prevenzione incendi per gli ascensori sono state aggiornate con il D.M. 15 settembre Le caratteristiche REI devono essere congrue con il p.to 19.1 Ascensori e montacarichi non possono essere utilizzati in caso di incendio, ad eccezione degli ascensori antincendio. Ascensori e montacarichi devono avere il vano corsa protetto, oppure installati all'interno di una scala almeno protetta. Alberghi e prevenzione incendi 77

79 IMPIANTI IDRICI ANTINCENDIO (p.to 11.3) Attività da p.l. NASPI DN 20 Possono essere collegati a normale rete idrica, purché alimenti in ogni momento contemporaneamente, oltre utenza normale: - 2 naspi più sfavorevoli - portata 35 l/min - pressione 1,5 bar - autonomia 60 min Se rete idrica non in grado, predisporre alimentazione di riserva. Alberghi e prevenzione incendi 78

80 Attività da p.l. e H ant 32 m Consentiti naspi con ulteriori condizioni: - 4 naspi più sfavorevoli (alimentati simultaneamente, invece di 2) - attività accessibile ai mezzi di soccorso VVF - idrante DN 70 (p = 460 l/min per 60 min) per rifornimento mezzi VVF se non esiste entro 100 m idoneo approvvigionamento. Alberghi e prevenzione incendi 79

81 Attività > 100 p.l. IDRANTI DN 45 Rete di tubazioni, preferibilmente a anello, con montanti nei vani scala, indipendente da quella dei servizi sanitari. - 3 idranti più sfavorevoli, - portata 120 l/min - pressione 2 bar - autonomia 60 min Per colonna montante: portata 360 l/min. Alberghi e prevenzione incendi 80

82 Alimentazione Se acquedotto non garantisce, realizzare riserva idrica. Gruppo di pompaggio realizzato da elettropompa con alimentazione elettrica di riserva (gruppo elettrogeno a azionamento automatico) o da motopompa con avviamento automatico. In alternativa è consentita l alimentazione del gruppo di pompaggio con linea preferenziale se l ente distributore dell energia elettrica garantisce continuità di erogazione mediante manovra sulla linea o, per alberghi 200 p.l., una indisponibilità complessiva annua 60 ore. Alberghi e prevenzione incendi 81

83 Alimentazione ad alta affidabilità Per attività > 500 p.l. e per quelle H ant > 32 m. Alimentazione è considerata a alta affidabilità se realizzata in uno dei seguenti modi: - una riserva virtualmente inesauribile; - due serbatoi o vasche di accumulo, la cui capacità singola sia pari a quella minima richiesta dall'impianto e dotati di rincalzo; - due tronchi di acquedotto che non interferiscano fra loro, non alimentati da stessa sorgente, salvo virtualmente inesauribile. Alberghi e prevenzione incendi 82

84 L alimentazione deve essere collegata alla rete antincendio tramite due gruppi di pompaggio, composti da una o più pompe, in grado di assicurare le prestazioni richieste secondo una delle seguenti modalità: una elettropompa e una motopompa, una di riserva all'altra; due elettropompe, ciascuna con portata pari a metà del fabbisogno e una motopompa di riserva avente portata pari al fabbisogno totale; due motopompe, una di riserva all'altra; due elettropompe, una di riserva all'altra, con alimentazioni elettriche indipendenti, e con avvio automatico. Alberghi e prevenzione incendi 83

85 IDRANTI DN 70 Almeno un idrante DN 70 per rifornimento mezzi VVF in Alberghi > 500 p.l. e Alberghi con H ant > 32 m. In posizione accessibile e segnalata, all esterno - portata 460 l/min; - autonomia 60 minuti. Nel caso la stessa rete alimenti sia gli idranti interni che esterni, le alimentazioni devono assicurare almeno il fabbisogno contemporaneo dell'utenza complessiva. Alberghi e prevenzione incendi 84

86 COLLEGAMENTO DELLE AUTOPOMPE VV.F. Al piede di ogni colonna montante di edifici con più di tre piani fuori terra, deve essere installato un attacco di mandata per il collegamento con le autopompe VV.F. Alberghi e prevenzione incendi 85

87 IMPIANTI DI SPEGNIMENTO AUTOMATICO Oltre alla rete idranti, nelle Alberghi > 1000 p.l., deve essere previsto l'impianto di spegnimento automatico a pioggia su tutta l'attività. Alberghi e prevenzione incendi 86

88 VIE D USCITA A USO ESCLUSIVO (p.to 20.4) (esclusi punti ove prevista reazione al fuoco materiali) Sono trattate al p.to 20.4 con i seguenti casi: - Edificio servito da due o più scale. - Edificio servito da una sola scala. - Atrio di ingresso. Prescrizioni molto diverse da quelle previste per attività esistenti con alcune disposizioni alternative e integrative introdotte dal DM 6/10/2003. Alberghi e prevenzione incendi 87

89 Edificio servito da due o più scale Max percorso d esodo, misurato da porte camere e punto dei locali comuni: 40 m: su uscita su luogo sicuro o su scala di sicurezza esterna; 30 m: su scala protetta. corridoi ciechi 15 m. Incrementabili di 5 m se, in corrispondenza del percorso: - materiali a parete e soffitto di classe 0, e non installato materiale suscettibile di prendere fuoco su entrambe le facce; - IRAI lungo le vie di esodo e nelle camere. Alberghi e prevenzione incendi 88

90 Incrementabili di ulteriori 5 m, esclusi corridoi ciechi, se: - tutti i materiali installati in tali percorsi siano di classe 0 ; - porte delle camere su tali percorsi, RE 30 con autochiusura. Corridoi ciechi fino a 25 m se: - tutti i materiali installati in tali corridoi siano di classe 0; - porte delle camere su tali corridoi, RE 30 con autochiusura. - IRAI nelle camere e nei corridoi. Corridoi ciechi fino a 30 m con ulteriore condizione q f 20 kg/m 2 in camere che si affacciano su tali corridoi. Porte REI 60 con autochiusura su aperture p. int. con vani scala. Alberghi e prevenzione incendi 89

91 Edificio servito da una sola scala Ammessa una sola scala in alberghi 6 piani f.t. Scala protetta in alberghi > 2 piani f.t. In alternativa sono fissate varie condizioni per consentire una sola scala: per H ant 32 m: scala a prova di fumo o esterna, oppure scala protetta + IRAI su intera attività. Alberghi e prevenzione incendi 90

92 segue per H ant 24 m, limitate ai primi 6 piani f.t., e gli ulteriori piani oltre il 6, comunque pertinenti, non adibiti a alloggio per ospiti e/o dipendenti né a spazi comuni per pubblico: scala protetta con caratteristiche REI congrue con p.to 19.1; solaio comune tra 6 e 7 piano REI congrue con p.to 19.1; IRAI su intera attività. Alberghi e prevenzione incendi 91

93 per H ant 24 m, estese oltre il 6 piano f.t.: scala protetta con REI congrue con p.to 19.1, (se garantito accostamento AS VVF), o a prova di fumo di pari REI; superficie lorda 350 m 2 di ciascun piano servito (escluso PT e P1 se adibito a sala ristorante, soggiorno o spazi comuni), detraendo superficie terrazzi e vano scala; percorso porte camere scala 20 m a condizione che lungo percorsi materiali in classe 0 su solai, pareti e pavimenti; porte camere oltre il 6 piano RE 30 con autochiusura; IRAI su intera attività; solai di piano REI congrue con p.to Alberghi e prevenzione incendi 92

94 Lunghezza corridoi - scala 15 m incrementabile a 20/25 m se realizzati accorgimenti del p.to , con IRAI a tutta l'attività. Consentito lunghezza 30 m corridoi - scala con ulteriore condizione q f 20 kg/m 2 in camere affaccianti su corridoi. Comunicazione vano scala - piani interrati tramite disimpegno, anche non aerato, con porte REI 60 con autochiusura. Per alberghi 3 piani f.t., no scale protette se: - tutti i locali protetti da IRAI; - a ogni piano q f 20 kg/m 2 con esclusione dei depositi, che devono essere conformi al p.to 8.1; - lunghezza corridoi - scale 20 m, con accorgimenti p.to Alberghi e prevenzione incendi 93

95 Scale non protette in edifici a 4 piani f.t. con l adozione di uno dei seguenti gruppi di misure: a) realizzazione delle scale e dei corridoi che adducono alle scale con materiali di classe 0, ad eccezione di eventuali corsie di camminamento centrale ammesse in classe 1, e porte camere RE 15; nelle camere coperte e copriletto di classe 1 e guanciali, sedie imbottite, poltrone, poltrone letto, divani, divani letto e sommier di classe 1 IM; b) realizzazione scale e corridoi che adducono a scale con materiali di classe 0, eliminazione completa da scale e corridoi di ogni altro materiale combustibile, eccetto eventuali corsie di camminamento centrale, in classe 1; porte camere RE 15. Alberghi e prevenzione incendi 94

96 segue Resta ferma, per gli edifici serviti da scale non protette, che la lunghezza del percorso totale per addurre su luogo sicuro, sia limitata a 40 o 45 m secondo quanto specificato al p.to (edificio servito da due o più scale). Alberghi e prevenzione incendi 95

97 Atrio di ingresso Per scale su atrio d ingresso, costituente percorso d esodo: materiali atrio conformi p.to 6.2.a. Vietate apparecchiature con pericoli d incendio; consentita macchina caffè elettrica; se scale non protette, percorso da piano più alto a esterno, compreso atrio, 40 o 45 m (v. p.to ); se scale protette e sbarco nell atrio, anche senza serramento, percorso sbarco - uscita esterna 15 m, con atrio comp. REI 30. Percorso 25 m con ulteriore condizione che materiali nell atrio incombustibili e l'atrio e locali comunicanti protetti da IRAI. Alberghi e prevenzione incendi 96

98 VIE D USCITA A USO PROMISCUO (p.to 20.5) (esclusi punti ove prevista reazione al fuoco materiali) Sono trattate al p.to Anche in questo caso vi sono prescrizioni molto diverse da quelle previste per attività esistenti con alcune disposizioni alternative e integrative introdotte dal DM 6/10/2003. Alberghi e prevenzione incendi 97

99 Consentiti in edifici a destinazione mista, servite da scale a uso promiscuo, alle seguenti condizioni: - comunicazioni vani scala con piani cantinati e con attività soggette ammesse, tramite porte REI 60; - H ant 24 m o H ant 32 m, a condizione che in tutta l attività i materiali di rivestimento e quelli suscettibili di prendere fuoco su entrambe le facce siano di classe 1 e i mobili imbottiti e materassi di classe 1 IM; - scale dotate di impianto di illuminazione di sicurezza; - l'intera area dell'attività protetta da IRAI; - l'attività distribuita in compartimenti almeno REI 60; Alberghi e prevenzione incendi 98

100 ammessa la permanenza di ambienti di ricevimento in comunicazione con parti comuni dell edificio a condizione che: detto ambiente permanentemente presidiato; q f < 10 kg/m 2 ; superficie < 20 m 2 ; non siano presenti sostanze infiammabili. - q f 20 Kg/m 2 all'interno dei compartimenti; - larghezza della scala e della via di esodo commisurata al piano di massimo affollamento, ove è ubicata l'attività. Inoltre, a seconda del numero di scale, dovrà essere osservato: - ogni piano servito da due o più scale: percorso dalla porta delle camere alle scale 25 m. Corridoi ciechi 15 m; Alberghi e prevenzione incendi 99

101 è consentito che il percorso da porta camere a scale 30 m e che i corridoi ciechi 20 m, a condizione che lungo i percorsi d esodo i materiali su solai, pareti e pavimenti di classe 0 e che le porte delle camere RE 30; - ogni piano è servito da una sola scala: compartimenti 250 m 2 ; dalla porta delle camere alle scale 15 m; è consentito compartimenti 350 m 2 e percorso per raggiungere la scala dalla porta di ogni camera 20 m a condizione che lungo i percorsi i materiali installati su solai, pareti e pavimenti siano di classe 0 e che le porte delle camere RE 30. Alberghi e prevenzione incendi 100

102 LOCALI ADIBITI A DEPOSITO (p.to 8.1) La parte seconda - Attività esistenti - termina con il p.to 21 (altre disposizioni). In particolare al p.to 21.1 (Disposizioni tecniche) è indicato che le attività esistenti devono, inoltre, rispettare i punti 8 (Aree ed impianti a rischio specifico), ecc. Per i locali adibiti a deposito si rimanda al p.to 8.1 delle attività esistenti. Prescrizioni simili a quelle per attività esistenti con alcune disposizioni alternative e integrative introdotte dal DM 6/10/2003. Alberghi e prevenzione incendi 101

103 Depositi di materiale combustibile S 12 m 2 Possono essere ubicati anche al piano camere. - Compartimentati REI 60 (porte autochiusura). - q f 60 Kg/m 2 - IRAI - Ventilazione naturale > 1/40 di superficie in pianta. Ammessa aerazione meccanica (portata 2 ricambi orari anche in emergenza), purché aerazione naturale almeno 25% del previsto. - un estintore in prossimità porte di accesso. Se q f 20 kg/m 2 e Sup 5 m 2 non occorre REI e ventilazione. Alberghi e prevenzione incendi 102

104 Depositi di materiale combustibile S 500 m 2 Non possono essere ubicati al piano camere. - Compartimentati REI 90 (porte autochiusura). - q f 60 Kg/m 2 - Se q f > 60 Kg/m 2 Impianto di spegnimento automatico - IRAI - Ventilazione naturale > 1/40 di superficie in pianta. Alberghi e prevenzione incendi 103

105 Per locali 100 m 2 è consentito limitare - ventilazione > 1/100 di superficie in pianta, anche mediante camini o condotte, con - q f 60 Kg/m 2, a condizione che l IRAI sia integrato da: - Servizio addetti antincendio (almeno 2) presenti H24 con attestato d idoneità tecnica tipo C e verifica ogni 2 anni da VVF. Tale servizio, per locali > 50 m 2, deve avere a disposizione almeno un naspo nelle immediate adiacenze del locale. In alternativa a tale servizio impianto di spegnimento automatico nel locale. Alberghi e prevenzione incendi 104

106 Depositi di sostanze infiammabili Devono essere ubicati al di fuori del volume del fabbricato. All'interno del volume dell'edificio, nei locali deposito, è consentito detenere, in armadi metallici dotati di bacino di contenimento, prodotti liquidi infiammabili, strettamente necessari per le esigenze igienico-sanitarie. Alberghi e prevenzione incendi 105

107 CENNI SUL CODICE DI PREVENZIONE INCENDI D.M. 3 agosto 2015: Norme tecniche di prevenzione incendi, ai sensi dell'art. 15 del D.Lgs 8 marzo 2006, n Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 192 del 20 agosto S.O. n. 51. È entrato in vigore il 18 novembre 2015, 90 giorno successivo alla data di pubblicazione nella Gazzetta ufficiale. Alberghi e prevenzione incendi 106

108 OBIETTIVI DEL PROGETTO DI SEMPLIFICAZIONE Disporre di un testo unico in luogo di innumerevoli regole tecniche; Semplificare le regole di prevenzione incendi; Adottare regole meno prescrittive, più prestazionali; Individuare regole sostenibili, proporzionate al rischio reale, che garantiscano comunque un pari livello di sicurezza; Fare in modo che le norme VVF si occupino solo di antincendio ; Flessibilità e possibilità di scegliere fra diverse soluzioni; Favorire l utilizzo dei metodi dell ingegneria antincendio. Alberghi e prevenzione incendi 107

109 Testo unico Negli ultimi anni sono state emanate moltissime norme verticali di prevenzione incendi per varie attività, con trattazioni a volte non uniformi di argomenti simili. Uno degli obiettivi iniziali del progetto di semplificazione è quello di disporre di un testo unico in luogo di innumerevoli regole tecniche, che tratti la materia in maniera omogenea. L obiettivo potrà ritenersi attuato quando sarà completato l inserimento di tutte le vere RTV (locali di pubblico spettacolo, ospedali, attività commerciali, ecc.). Alberghi e prevenzione incendi 108

110 Semplificazione delle regole Il Codice prosegue nel processo di semplificazione già avviato, per gli aspetti amministrativi, con il D.P.R. n. 151/2011 che tiene conto, tra l altro, dell'introduzione della SCIA, in base al quale ogni atto di autorizzazione (comunque denominato) è sostituito da segnalazione corredata da dichiarazioni/attestazioni/asseverazioni di tecnici abilitati e elaborati. L attività può iniziare dalla data di presentazione della SCIA. La PA, in caso di accertata carenza, entro 60 giorni può disporre il divieto di prosecuzione dell attività, salvo che l interessato conformi entro un termine fissato ( 30 gg). Alberghi e prevenzione incendi 109

111 Regole meno prescrittive Il Codice consente di adottare regole meno prescrittive e più prestazionali. L approccio prestazionale a differenza del prescrittivo (rigido e inadeguato soprattutto per situazioni complesse ove spesso è difficile rispettare prescrizioni) consente una valutazione quantitativa del livello di sicurezza antincendio. L analisi è più mirata, consente di ottenere risultati più aderenti alla realtà e di commisurare le misure di protezione antincendio alle reali necessità, rendendo possibili risparmi sui costi degli interventi. Alberghi e prevenzione incendi 110

112 Regole più sostenibili e proporzionate In accordo con le aspettative della comunità si è cercato di orientarsi verso regole più sostenibili, in linea con le esigenze di sviluppo economico. Importante è anche l esigenza che tali regole appaiano proporzionate al rischio reale di un attività, evitando inutili dispendi di risorse. In ogni caso, pur operando tale snellimento e semplificazione, tali regole devono essere in grado di garantire comunque un pari livello di sicurezza antincendi. Alberghi e prevenzione incendi 111

113 Norme solo antincendio Il codice fa in modo che le norme VVF si occupino solo di antincendio. È stata prevista una revisione delle regole tecniche vigenti di prevenzione incendi (norme verticali). Per le norme verticali è stata prevista l eliminazione di tutte le misure tecniche non specificamente antincendio. Ad es. la RTV Autorimesse non tratta argomenti relativi alle varie caratteristiche geometriche (ampiezza corsie di manovra, pendenza, raggi di curvatura delle rampe, ecc.). In tal modo è possibile evitare i numerosi ricorsi alla procedura della deroga alle disposizioni di cui al D.M. 1 febbraio Alberghi e prevenzione incendi 112

114 Diverse soluzioni Il codice prevede flessibilità e possibilità di scegliere fra diverse soluzioni. La metodologia di progettazione prevede fra soluzioni progettuali la possibilità di scelta fra: Soluzioni conformi (soluzione di immediata applicazione); Soluzioni alternative (richiedono ulteriori valutazioni); Soluzioni in deroga (è richiesta l'attivazione del procedimento di deroga). Alberghi e prevenzione incendi 113

115 Ingegneria della sicurezza antincendio Il codice prevede una specifica sezione (Sezione M) favorendo l utilizzo dei metodi dell ingegneria della sicurezza antincendio. Nei capitoli M1, M2 e M3 è descritta la metodologia di progettazione dell'ingegneria della sicurezza antincendio, l individuazione degli scenari di incendio di progetto e la salvaguardia della vita con la progettazione prestazionale. Alberghi e prevenzione incendi 114

116 STRUTTURA DEL PROVVEDIMENTO Il provvedimento è costituito, oltre al preambolo, da: Parte dispositiva costituita da 5 articoli. Art. 1: Approvazione e modalità applicative delle norme tecniche di prevenzione incendi; Art. 2: Campo di applicazione; Art. 3: Impiego dei prodotti per uso antincendio; Art. 4: Monitoraggio; Art. 5: Disposizioni finali; Un allegato (Codice di prevenzione incendi) diviso in 4 Sezioni. Alberghi e prevenzione incendi 115

117 ALLEGATO È il "Codice di prevenzione incendi", suddiviso in 4 Sezioni: G Generalità (termini, definizioni; progettazione antincendio; determinazione profili di rischio); S Strategia antincendio (misure antincendio, da reazione al fuoco a sicurezza impianti tecnologici); V Regole tecniche verticali (Aree a rischio specifico, atmosfere esplosive; vani ascensori; uffici; alberghi; autorimesse; scuole; altre da pubblicare); M Metodi (ingegneria sicurezza antincendio, scenari progettazione prestazionale, salvaguardia vita). RTO RTO RTV FSE Alberghi e prevenzione incendi 116

118 STRUTTURA DEL CODICE Sezione G - Generalità G.1 Termini, definizioni e simboli grafici G.2 Progettazione per la sicurezza antincendio G.3 Determinazione dei profili di rischio delle attività Sezione S - Strategia antincendio S.1 Reazione al fuoco S.2 Resistenza al fuoco S.3 Compartimentazione S.4 Esodo S.5 Gestione della sicurezza antincendio S.6 Controllo dell'incendio S.7 Rivelazione ed allarme S.8 Controllo di fumi e calore S.9 Operatività antincendio S.10 Sicurezza impianti tecnologici e di servizio Sezione V - Regole tecniche verticali V.1 Aree a rischio specifico V.2 Aree a rischio atmosfere esplosive V.3 Vani degli ascensori V.4 Uffici V.5 Alberghi V.6 Autorimesse V.7 Scuole Sezione M - Metodi M.1 Metodologia per l'ingegneria della sicurezza antincendio M.2 Scenari di incendio per la progettazione prestazionale M.3 Salvaguardia della vita con la progettazione prestazionale Alberghi e prevenzione incendi 117

119 IL CODICE È ALTERNATIVO Criteri tecnici di prevenzione incendi di cui all art. 15 co. 3, del D.Lgs n. 139/2006. Alle seguenti regole tecniche: DM 30/11/1983 Termini, definizioni e simboli grafici ; DM 31/3/2003 Reazione al fuoco condotte distribuzione ; DM 3/11/2004 Dispositivi per l'apertura delle porte ; DM 15/3/2005 Reazione al fuoco ; Alberghi e prevenzione incendi 118

120 segue DM 15/9/2005 Impianti di sollevamento ; DM 16/2/2007 Classificazione di resistenza al fuoco ; DM 9/3/2007 Prestazioni di resistenza al fuoco ; DM 20/12/2012 Impianti di protezione attiva ; DM 22/2/2006 RTV Uffici (introdotta con D.M. 8/6/2016) DM 9/4/1994 RTV Alberghi (introdotta con D.M. 9/8/2016) DM 1/2/1986 RTV Autorimesse (introdotta con D.M. 21/2/2017) DM 26/8/1992 RTV Scuole (introdotta con D.M. 7/8/2017) Alberghi e prevenzione incendi 119

121 IL CODICE SI PUÒ APPLICARE: Attività soggette a controllo VVF - DPR n. 151/2011: 5) Att. 9, 14, 27 40, 42 47, 50 54, 56 57, 63 64, 66, 67 ( F6), 70 71, (F 75 (F7) 76: Officine ; Impianti ; Stabilimenti ; Laboratori ; Depositi ; Falegnamerie; Attività industriali e artigianali ; Uffici; Alberghi; Autorimesse; Scuole. (F8) 5 Att. 66 ad esclusione delle strutture turistico - ricettive nell'aria aperta e dei rifugi alpini. 6 Att. 67 ad esclusione degli asili nido. 7 Con il D.M. 21 febbraio 2017 sono eliminate le parole «limitatamente ai depositi di mezzi rotabili e ai locali adibiti al ricovero di natanti e aeromobili». 8 RTV Uffici (att. 71), alberghi (att. 66), autorimesse (att. 75), scuole (att. 67) introdotte con decreti successivi. Alberghi e prevenzione incendi 120

122 IL CODICE NON SI APPLICA: Att. 1 8, 10 13, 15 26, 41, 48 49, 55, 58 62: Impianti, reti di trasporto con sostanze infiammabili, esplodenti, comburenti, radioattive, distributori carburante, centrali termoelettriche, macchine elettriche, gruppi elettrogeni, demolizione veicoli, Att. 65, 68 69, 72 74, 77 80: Locali di spettacolo, impianti sportivi, ospedali, attività commerciali, edifici tutelati, edifici promiscui, centrali termiche, edifici civili, stazioni, metropolitane, interporti, gallerie, Alberghi e prevenzione incendi 121

123 Il Codice è basato sui seguenti principi: Generalità: metodologie comuni applicabili a tutte le attività. Semplicità: sono privilegiate soluzioni semplici. Modularità: la complessità della materia è scomposta in moduli. Flessibilità: ricchezza di soluzioni progettuali. Standardizzazione: secondo standard internazionali. Inclusione: le diverse disabilità (motorie, sensoriali, cognitive,...) temporanee o permanenti sono parte integrante della progettazione. Contenuti basati sull'evidenza: basato sulla ricerca scientifica. Aggiornabilità: seguendo il continuo avanzamento tecnologico. Alberghi e prevenzione incendi 122

124 IPOTESI FONDAMENTALI In condizioni ordinarie, l'incendio di un'attività si avvia da un solo punto di innesco. Escluso incendio doloso o eventi estremi (es. catastrofi, azioni terroristiche,...) Il rischio d incendio non può essere ridotto a zero. Le misure antincendio sono selezionate per minimizzare il rischio di incendio, in termini di probabilità e di conseguenze, entro limiti considerati accettabili. Alberghi e prevenzione incendi 123

125 METODOLOGIA DI PROGETTAZIONE Il Codice utilizza la metodologia dell individuazione di livelli prestazionali (I, II, III, IV, ), introdotta per la prima volta in Italia nel campo della resistenza al fuoco con il DM 9/3/2007, estendendola a tutte le altre misure antincendio (9) (Reazione al fuoco, compartimentazione, esodo, gestione della sicurezza, controllo dell'incendio, ). 9 Strumenti di prevenzione, protezione e gestionali per la riduzione del rischio di incendio. Alberghi e prevenzione incendi 124

126 METODOLOGIA DI PROGETTAZIONE 1) Valutazione del rischio (stabilire i profili di rischio R vita R beni R amb ). 2) Attribuzione livelli di prestazione (I, II, III, IV, ). 3) Per ogni misura antincendio sono specificati i criteri di attribuzione dei livelli di prestazione. 4) Scelta soluzioni progettuali: Soluzioni conformi; Soluzioni alternative; Soluzioni in deroga. Alberghi e prevenzione incendi 125

127 Soluzione conforme Soluzione di immediata applicazione, che garantisce il raggiungimento del livello di prestazione. Soluzioni progettuali prescrittive, proposte nei paragrafi della sezione S (Strategia antincendio), che non richiedono ulteriori valutazioni. Es. Distanza di separazione = 10 m. Soluzioni standardizzate Alberghi e prevenzione incendi 126

128 Soluzione alternativa Richiedono ulteriori valutazioni. Il progettista deve dimostrare il raggiungimento del livello di prestazione. Es. Distanza di separazione calcolata imponendo irraggiamento massimo = 12,6 kw/m 2. Consentite solo per attività con valutazione del progetto (cat. A del DPR n. 151/2011). Soluzioni su misura Alberghi e prevenzione incendi 127

129 Soluzione in deroga È richiesta l'attivazione del procedimento di deroga secondo la normativa vigente. Tutte le disposizioni del Codice, incluse le RTV, possono essere oggetto di deroga. Si impiega uno dei metodi avanzati di cui al G.2.7: Ingegneria della sicurezza antincendio; Prove sperimentali; Analisi e progettazione secondo giudizio esperto. Alberghi e prevenzione incendi 128

130 I TRE PROFILI DI RISCHIO Indicatori semplificati per valutare il rischio d incendio, utilizzati per attribuire i livelli di prestazione. La necessità di individuare 3 profili di rischio (R vita, R beni e R amb ) deriva dai compiti attribuiti ai VVF dal D.lgs n. 139/2006 (art. 13 co. 1) in materia di prevenzione incendi: La prevenzione incendi è la funzione di preminente interesse pubblico diretta a conseguire, secondo criteri applicativi uniformi sul territorio nazionale, gli obiettivi di sicurezza della vita umana, di incolumità delle persone e di tutela dei beni e dell'ambiente Alberghi e prevenzione incendi 129

131 I TRE PROFILI DI RISCHIO R vita (10) R beni (11) R ambiente (12) Salvaguardia della vita umana (attribuito per ciascun compartimento) Salvaguardia dei beni (artistici e strategici) (attribuito per l'intera attività) Tutela dell'ambiente (attribuito per l'intera attività) 10 Da ISO/TR 16738:2009 e BS 9999:2008 Section Specifico italiano. 12 Specifico italiano. Alberghi e prevenzione incendi 130

132 PROFILO DI RISCHIO R vita È attribuito per compartimento in relazione ai seguenti fattori: δ occ : caratteristiche prevalenti degli occupanti che si trovano nel compartimento antincendio; δ α : velocità caratteristica prevalente di crescita dell'incendio riferita al tempo t α impiegato dalla potenza termica per raggiungere 1000 kw. Per prevalenti si intendono le caratteristiche più rappresentative del rischio compartimento in qualsiasi condizione d'esercizio. Alberghi e prevenzione incendi 131

133 δ occ : CARATTERISTICHE DEGLI OCCUPANTI A-B) SVEGLI A) Familiarità (Scuole, attività produttive, ) B) Non familiarità (Centro commerciale, cinema, ) C) ADDORMENTATI (Alberghi ) D) DEGENTI (Ospedali ) E) IN TRANSITO (Stazioni ) Alberghi e prevenzione incendi 132

134 δ α : CARATTERISTICHE DELL'INCENDIO 1) Lenta (tα=600 s) 2) Media (tα=300 s) (Materiali poco combustibili distribuiti in modo discontinuo ) (Scatole di cartone impilate, libri su scaffale, mobilio in legno ) 3) Rapida (tα=150 s) (Materiali plastici impilati ) 4) Ultra-rapida (tα=75 s) (Liquidi infiammabili, materiali plastici espansi ) t α : Velocità caratteristica prevalente di crescita dell'incendio, è il tempo per raggiungere RHR = 1 MW. Alberghi e prevenzione incendi 133

135 Profili di rischio R vita (δ occ, δ α ) - alcuni esempi Attività produttive, artigianali, officine, : A1-A4 Palestre scolastiche: A1 Autorimesse private / pubbliche: A2 / B2 Uffici non aperti / aperti al pubblico: A2-A3 / B2-B3 Ristoranti, ambulatori medici: B1-B2 Att. commerciali, espositive, di spettacolo: B2-B3 Alberghi, : C iii 2-C iii 3 Ospedali, : D2 Stazioni, metropolitane, : E2 Alberghi e prevenzione incendi 134

136 PROFILO DI RISCHIO R beni Si valuta per l'intera attività in funzione del carattere strategico dell opera e del suo valore storico, culturale, architettonico o artistico e dei beni contenuti. - Risulta vincolata per arte o storia se essa o i beni contenuti sono tali a norma di legge; - Risulta strategica se è tale a norma di legge o in considerazione di pianificazioni di soccorso pubblico e difesa civile o su indicazione del responsabile dell'attività. Opera da costruzione strategica Opera da costruzione vincolata No Sì No R beni = 1 R beni = 2 Sì R beni = 3 R beni = 4 Alberghi e prevenzione incendi 135

137 Si valuta per l intera attività. PROFILO DI RISCHIO R ambiente Il rischio di danno ambientale può ritenersi mitigato dall'applicazione delle misure antincendio connesse ai profili di rischio R vita e R beni, che consentono, in genere, di considerare non significativo tale rischio. Le operazioni di soccorso condotte dai VVF sono escluse dalla valutazione del rischio di danno ambientale. Alberghi e prevenzione incendi 136

138 VANTAGGI Il Codice in taluni casi può prevedere alcuni vantaggi, es.: Resistenza al fuoco: per il livello I si può prescindere dalle verifiche (costruzioni isolate e occupate da personale addetto per brevi periodi). È sufficiente evitare conseguenze all esterno per collasso strutturale, con distanze di separazione. Esodo: può prevedere un numero di vie d esodo molto inferiore rispetto a quanto richiesto con le attuali regole tecniche. Controllo dell'incendio: per il livello II è sufficiente (attività non affollate, carico d incendio moderato, compartimenti 4000 m 2, sostanze non pericolose, ) la protezione solo con estintori, evitando la rete idranti/naspi, di norma richiesta per attività soggette. Alberghi e prevenzione incendi 137

139 STATO ATTUALE DI APPLICAZIONE A distanza di tempo, tuttavia, nonostante i vantaggi che possono derivare, l applicazione del Codice di prevenzione incendi è, ad oggi, ancora poco diffusa. I motivi possono essere diversi Difficoltà, scarsa conoscenza, ritrosia da parte dei professionisti a cambiare metodologie di progettazione, tendenza a utilizzare le vecchie regole percepite più facili, altre considerazioni. Alberghi e prevenzione incendi 138

140 RIASSUMENDO Oltre alle RTV pubblicate, il Codice si applica a attività soggette non normate (in genere di cat. B/C del DPR n. 151/2011). Utilizzabile come riferimento per attività non soggette. Si applica ad attività nuove ed esistenti, senza distinzione. (13) L applicazione non è obbligatoria, ma alternativa. Non abroga norme precedenti. Nulla cambia per i procedimenti di prevenzione incendi. Si rimanda ai DPR 1/8/2011, n. 151, DM 7/8/2012, DM 9/5/2007. Nessun obbligo per attività già in regola con il DPR n. 151/ Novità: le tradizionali regole tecniche prevedono di norma condizioni meno gravose per attività esistenti. Alberghi e prevenzione incendi 139

141 CODICE DI PREVENZIONE INCENDI - RTV Le RTV (Regole tecniche verticali) sono disposizioni applicabili a una specifica attività. Servono a caratterizzare meglio una specifica attività fornendo ulteriori indicazioni rispetto a quelle già previste dal Codice. L applicazione delle RTV presuppone l applicazione dell intero Codice di prevenzione incendi, del quale sono parte integrante. Nella prima versione del Codice erano presenti tra le RTV solo i cap. V.1, V.2 e V.3. Alberghi e prevenzione incendi 140

142 Regole tecniche verticali di prevenzione incendi Negli ultimi anni sono state emanate moltissime regole tecniche verticali di prevenzione incendi per varie attività, con trattazioni a volte non uniformi di argomenti simili. Alberghi e prevenzione incendi 141

143 INIZIALE INCOMPLETEZZA DEL CODICE Nella prima versione del Codice erano state inserite tra le RTV solamente quelle relative a Aree a rischio specifico, Aree a rischio per atmosfere esplosive e Vani degli ascensori che, per loro particolare caratteristica si discostano dallo schema standard di una vera RTV. Successivamente sono state introdotte altre RTV. Uno degli obiettivi iniziali del progetto di semplificazione era quello di disporre di un testo unico in luogo di innumerevoli regole tecniche, che trattasse la materia in maniera omogenea. L obiettivo potrà ritenersi attuato quando sarà completato l inserimento di tutte le vere RTV (locali di pubblico spettacolo, ospedali, attività commerciali, ecc.). Alberghi e prevenzione incendi 142

144 RTV INSERITE SUCCESSIVAMENTE Dopo la prima versione del Codice sono state introdotte altre RTV, come di seguito elencate. RTV Uffici (introdotta con D.M. 8/6/2016) RTV Alberghi (introdotta con D.M. 9/8/2016) RTV Autorimesse (introdotta con D.M. 21/2/2017) RTV Scuole (introdotta con D.M. 7/8/2017) Altre dovrebbero essere pubblicate progressivamente. Alberghi e prevenzione incendi 143

145 CARATTERISTICHE COMUNI DELLE RTV Nei decreti è indicato che si applicano a attività individuate al n specificato (es. n. 71, 66, 75, 67 ) del D.P.R. n. 151/2011. Possono essere specificate eventuali esclusioni (es. rifugi alpini, camping, ) o sottintese limitazioni (es. solo autorimesse). È specificato che si applica ad attività esistenti alla data di entrata in vigore del decreto o di nuova realizzazione, senza distinzione. In tal modo viene confermata quella che è una caratteristica che contraddistingue l intero Codice rispetto alle tradizionali regole tecniche che di norma prevedono condizioni meno gravose per le attività esistenti. Alberghi e prevenzione incendi 144

146 ALTERNATIVITÀ ALLE SPECIFICHE NORME TECNICHE Nei nuovi decreti di approvazione delle norme tecniche di prevenzione incendi per le varie attività (uffici, turistico-alberghiere, autorimesse, scuole, ecc.) è indicato che le RTV si possono applicare alle attività in alternativa alle specifiche norme tecniche di prevenzione incendi. Anche in questo caso è confermata un altra caratteristica che contraddistingue il Codice, che non abroga norme precedenti e può essere applicato facoltativamente in alternativa. Alberghi e prevenzione incendi 145

147 SCHEMA GENERALE DELLE RTV Lo schema base su cui sono impostate le RTV è il seguente. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE TERMINI E DEFINIZIONI CLASSIFICAZIONI (se necessario, integrando con specifici termini ad uso esclusivo) (se necessario, in funzione di parametri come quota dei piani, posti letto, ecc.) PROFILI DI RISCHIO (determinati secondo il cap. 3) STRATEGIA ANTINCENDIO ALTRO (con eventuali soluzioni complementari o integrative rispetto a RTO) (se necessario, es. scenari per FSE, ecc.) Alberghi e prevenzione incendi 146

148 V5) RTV ALBERGHI La RTV Alberghi è stata introdotta con D.M. 9 agosto 2016: Norme tecniche di prevenzione incendi per le attività ricettive turistico alberghiere, ai sensi dell'art. 15 del D.lgs 8 marzo 2006, n Il decreto è stato pubblicato in G.U. n. 196 del 23 agosto È entrato in vigore il 22 settembre Alberghi e prevenzione incendi 147

149 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE Si applica a attività ricettive turistico - alberghiere con oltre 25 posti-letto (Attività n 66 del D.P.R. n. 151/2011): Alberghi, pensioni, motel, villaggi albergo, residenze turistico - alberghiere, studentati, alloggi agrituristici, ostelli per la gioventù, bed & breakfast, dormitori, case per ferie. Escluse le strutture turistico - ricettive nell'aria aperta e i rifugi alpini. Alberghi e prevenzione incendi 148

150 ATTIVITÀ N. 66 DELL ALLEGATO I AL D.P.R. N. 151/2011 N. ATTIVITÀ 66 Alberghi, pensioni, motel, villaggi albergo, residenze turistico - alberghiere, studentati, villaggi turistici, alloggi agrituristici, ostelli per la gioventù, rifugi alpini, bed & breakfast, dormitori, case per ferie, con oltre 25 posti-letto; Strutture turistico-ricettive nell aria aperta (campeggi, villaggi-turistici, ecc.) con capacità ricettiva superiore a 400 persone. CATEGORIA A B C fino a 50 posti letto oltre 50 posti letto fino a 100 posti letto; Strutture turistico-ricettive nell aria aperta (campeggi, villaggi-turistici, ecc.) oltre 100 posti letto Alberghi e prevenzione incendi 149

151 RIEPILOGO CAMPI DI APPLICAZIONE Attività soggette D.P.R. n. 151/2011 (Attività n 66): Alberghi, pensioni, motel, villaggi albergo, residenze turistico - alberghiere, studentati, villaggi turistici, alloggi agrituristici, ostelli per la gioventù, rifugi alpini, bed & breakfast, dormitori, case per ferie > 25 posti-letto; strutture turistico-ricettive nell aria aperta (campeggi, villaggi-turistici, ecc.) con ricettività > 400 persone. RTV Alberghi D.M. 9 agosto 2016: Att. n 66 esclusi rifugi alpini e strutture turistico - ricettive nell'aria aperta. Regole tecniche tradizionali D.M. 9 aprile 1994 & D.M. 6 ottobre 2003, D.M. 14 luglio 2015: attività ricettive turistico-alberghiere come indicate in att. 66 fino a/oltre 25 posti-letto. Alberghi e prevenzione incendi 150

152 CLASSIFICAZIONI In relazione al numero di posti letto p: In relazione alla massima quota dei piani h: PA: 25 < p 50; PB: 50 < p 100; PC: 100 < p 500; PD: 500 < p 1000; PE: p > 1000 HA: h 12 m; HB: 12 m < h 24 m; HC: 24 m < h 32 m; HD: 32 m < h 54 m; HE: h > 54 m. Alberghi e prevenzione incendi 151

153 CLASSIFICAZIONE DELLE AREE TA: spazi riservati (uso del personale), occupanti svegli e conoscenza edificio; TB: spazi comuni, occupanti svegli e non conoscenza edificio; TC: spazi di riposo, occupanti possono essere addormentati; TM: depositi/archivi di superficie lorda > 25 m 2 e q f > 600 MJ/m 2 ; TO: locali affollamento > 100 pers. (sale conferenza, riunione, ristorazione,...); TK: locali con q f > 1200 MJ/m 2 (aree a rischio specifico). TT: locali con quantità significative di apparecchiature elettriche e elettroniche, locali tecnici rilevanti ai fini della sicurezza antincendio (centri elaborazione dati, stamperie, cabine elettriche,...); TZ: altri spazi (lavanderie, stirerie, locali di cottura, locali con apparecchiature che utilizzano fiamme libere aree a rischio specifico). Alberghi e prevenzione incendi 152

154 PROFILI DI RISCHIO Determinati secondo la metodologia di cui al capitolo G.3. R vita (δ occ, δ α ): Alberghi, : R vita = C iii 2-C iii 3 (occupanti possono essere addormentati con velocità di crescita dell incendio media o rapida) C i : attività individuale di lunga durata C ii : attività gestita di lunga durata C iii : attività gestita di breve durata Alberghi e prevenzione incendi 153

155 STRATEGIA ANTINCENDIO Devono essere applicate tutte le misure antincendio della RTO attribuendo i livelli di prestazione secondo i criteri definiti. Sono riportate, per alcune misure antincendio, indicazioni complementari o sostitutive delle soluzioni conformi della RTO. S.1 Reazione al fuoco S.6 Controllo dell'incendio S.2 Resistenza al fuoco S.7 Rivelazione ed allarme S.3 Compartimentazione S.8 Controllo di fumi e calore S.4 Esodo S.9 Operatività antincendio S.5 Gestione della sicurezza antincendio S.10 Sicurezza degli impianti tecnologici e di servizio Alberghi e prevenzione incendi 154

156 REAZIONE AL FUOCO All'interno delle aree TC mobili imbottiti e tendaggi devono appartenere al gruppo GM2 (tab. S.1-4) Classe 1 IM / Classe 1. Alberghi e prevenzione incendi 155

157 segue Ad esclusione delle aree TC, il limite di cui al punto 3 del S.1.4 (*) è elevato al 25% limitatamente per i rivestimenti in legno. (*) sono comunque ammessi materiali, installati a parete o a pavimento, compresi nel gruppo GM4, per una superficie 5% della superficie lorda interna delle vie d'esodo o dei locali dell'attività (es. somma delle superfici lorde di soffitto, pareti, pavimento ed aperture del locale). Alberghi e prevenzione incendi 156

158 RESISTENZA AL FUOCO Classe di resistenza al fuoco minima: Se l attività occupa un unico piano a quota non inferiore/non superiore a ± 1 m, in edificio a uso esclusivo e compartimentato rispetto a altri, e tutte le Aree TB, TC e TO hanno vie d esodo non attraversanti altre Aree, è ammessa la classe 15. TB: spazi comuni, occupanti svegli e non conoscenza edificio; TC: spazi di riposo, occupanti possono essere addormentati; TO: locali affollamento > 100 pers. Alberghi e prevenzione incendi 157

159 COMPARTIMENTAZIONE Ubicazione aree TC (spazi di riposo), TO (affollamento > 100 pers.): a quota > -5 m. Eccezioni: aree TC: a quota < -1 m compartimentati con classe secondo Cap. S.2, comunque > 30 e con chiusure dei vani tipo E-Sa. aree TO: ammesse a quote comprese tra -10 m e -5 m se: in compartimenti di classe > 30 e con chiusure dei vani E-Sa; vie di esodo verticali protette; controllo dell'incendio di livello IV; rivelazione ed allarme di livello IV con sistema EVAC. Alberghi e prevenzione incendi 158

160 Caratteristiche di compartimentazione: Alberghi e prevenzione incendi 159

161 ESODO Camere o appartamenti per ospiti con affollamento 10 occupanti sono escluse dai limiti minimi previsti per le larghezze delle vie d'esodo. Alberghi e prevenzione incendi 160

162 GESTIONE DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO Le prescrizioni di cui al p.to 4 del S vanno applicate anche all'interno di ciascuna camera e devono essere di tipo multilingua. Alberghi e prevenzione incendi 161

163 CONTROLLO DELL'INCENDIO Sono forniti i livelli di prestazione: Alberghi e prevenzione incendi 162

164 Parametri progettuali per rete idranti secondo UNI 10779: Parametri progettuali per impianto sprinkler secondo UNI EN 12845: Alberghi e prevenzione incendi 163

165 RIVELAZIONE ED ALLARME Sono forniti i livelli di prestazione: Per il livello IV deve essere sempre previsto sistema EVAC. Nelle aree TC dove sono installati apparecchi a fiamma libera (es. camini, stufe) la funzione A (Tabella S.7-5) deve comprendere anche rivelatori di CO. Alberghi e prevenzione incendi 164

166 VANI DEGLI ASCENSORI Fatte salve le indicazioni della tabella S.9-3, dove sono previsti vani scala di tipo protetto o a prova di fumo, i vani degli ascensori, se non inseriti in vani scala di tipo protetto o a prova di fumo e vi sia la necessità di compartimentazioni orizzontali, devono essere almeno di tipo SB (protetti). Alberghi e prevenzione incendi 165

167 ATTIVITÀ < 25 POSTI LETTO Misure antincendio per le aree TB e TC i livelli di prestazione: Per aree TM, TK, TT e TZ misure integrate da specifica analisi rischio. Alberghi e prevenzione incendi 166

La normativa antincendio per le attività ricettive

La normativa antincendio per le attività ricettive La normativa antincendio per le attività ricettive (Alberghi, pensioni, motel, villaggi albergo, residenze turistico - alberghiere, studentati, villaggi turistici, alloggi agrituristici, ostelli per la

Dettagli

Modalità di ammissione al piano straordinario di adeguamento antincendio:

Modalità di ammissione al piano straordinario di adeguamento antincendio: Firenze, 12/04/2012 Prot.n.92.2/PrevenzioneIncendi/PLMim Spettabili - Federalberghi territoriali - Sindacati Alberghi provinciali Ai signori - Vicepresidenti regionali - Consiglieri regionali - Componenti

Dettagli

MINISTERO DELL'INTERNO

MINISTERO DELL'INTERNO MINISTERO DELL'INTERNO DECRETO 6 ottobre 2003 Approvazione della regola tecnica recante l'aggiornamento delle disposizioni di prevenzione incendi per le attivita' ricettive turistico-alberghiere esistenti

Dettagli

MINISTERO DELL'INTERNO

MINISTERO DELL'INTERNO MINISTERO DELL'INTERNO DECRETO 6 ottobre 2003 Approvazione della regola tecnica recante l'aggiornamento delle disposizioni di prevenzione incendi per le attivita' ricettive turistico-alberghiere esistenti

Dettagli

mhtml:file://\\pc-server\server\s I T O I N T E R N E T\Normativa\Antincendio\DM_...

mhtml:file://\\pc-server\server\s I T O I N T E R N E T\Normativa\Antincendio\DM_... mhtml:file://\\pc-server\server\s I T O I N T E R N E T\Normativa\Antincendio\DM... Page 1 of 6 DECRETO MINISTERIALE 6 ottobre 2003 Approvazione della regola tecnica recante l'aggiornamento delle disposizioni

Dettagli

Milano, 26 settembre Ing. Marco Cavriani. Dirigente Area I Coordinamento e Sicurezza Lavoro

Milano, 26 settembre Ing. Marco Cavriani. Dirigente Area I Coordinamento e Sicurezza Lavoro Milano, 26 settembre 2012 Ing. Marco Cavriani Dirigente Area I Coordinamento e Sicurezza Lavoro 1 Decreto del Presidente della Repubblica 1 agosto 2011, n. 151 art. 7 Attività Allegato I Cat. A Cat. B

Dettagli

Antincendio alberghi: la nuova regola tecnica punto per punto

Antincendio alberghi: la nuova regola tecnica punto per punto Antincendio alberghi: la nuova regola tecnica punto per punto Analizziamo punto per punto i principali contenuti della nuova regola tecnica per la sicurezza antincendio negli alberghi che possono contenere

Dettagli

(2) Con riferimento al presente provvedimento Å stata emanata la seguente istruzione: IL MINISTRO DELL'INTERNO

(2) Con riferimento al presente provvedimento Å stata emanata la seguente istruzione: IL MINISTRO DELL'INTERNO Ministero dell'interno D.M. 6-10-2003 Approvazione della regola tecnica recante l'aggiornamento delle disposizioni di prevenzione incendi per le attivitä ricettive turistico-alberghiere esistenti di cui

Dettagli

Ministero dell Interno Dipartimento Vigili del Fuoco Soccorso Pubblico e Difesa Civile Comando Provinciale di Savona. D.M.

Ministero dell Interno Dipartimento Vigili del Fuoco Soccorso Pubblico e Difesa Civile Comando Provinciale di Savona. D.M. D.M. 16 marzo 2012 coordinato con circ.1 del 24.04.2012 e Decreto 15 maggio 2012 Piano straordinario biennale, adottato ai sensi dell'art. 15, comma 7 e 8, del dl 29.12.11, n. 216, convertito, con modificazioni,

Dettagli

Corso di scienza e tecnica della prevenzione incendi. Edilizia direzionale. Ing. Fabio Bernardi Comando Pr.le VVF Livorno

Corso di scienza e tecnica della prevenzione incendi. Edilizia direzionale. Ing. Fabio Bernardi Comando Pr.le VVF Livorno Corso di scienza e tecnica della prevenzione incendi Edilizia direzionale Ing. Fabio Bernardi Comando Pr.le VVF Livorno NORMATIVA DI RIFERIMENTO DPR 151/11 Attività n 73 Edifici e/o complessi edilizi a

Dettagli

Asilo nido: struttura educativa destinata ai bambini di età compresa tra i 3 mesi e i 3 anni.

Asilo nido: struttura educativa destinata ai bambini di età compresa tra i 3 mesi e i 3 anni. . Asilo nido: struttura educativa destinata ai bambini di età compresa tra i 3 mesi e i 3 anni. La scuola materna o comunemente chiamata asilo (per bambini dai 3 ai 6 anni) rientra nell attività «scuole»

Dettagli

Corso di scienza e tecnica della prevenzione incendi. Edilizia direzionale. Ing. Fabio Bernardi Comando Pr.le VVF Livorno

Corso di scienza e tecnica della prevenzione incendi. Edilizia direzionale. Ing. Fabio Bernardi Comando Pr.le VVF Livorno Corso di scienza e tecnica della prevenzione incendi Edilizia direzionale Ing. Fabio Bernardi Comando Pr.le VVF Livorno NORMATIVA DI RIFERIMENTO DPR 151/11 Attività n 73 Edifici e/o complessi edilizi a

Dettagli

Luca Nassi - Corpo Nazionale Vigili del Fuoco

Luca Nassi - Corpo Nazionale Vigili del Fuoco Aspetti Aspetti innovativi innovativi per per il settore il settore Ambulatoriale ospedaliero Arch. Valter CIRILLO Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Luca Nassi - Corpo Nazionale Vigili del Fuoco DM

Dettagli

Aziende e Uffici. Maria Francesca Conti Comando Provinciale Vigili del Fuoco IMPERIA

Aziende e Uffici. Maria Francesca Conti Comando Provinciale Vigili del Fuoco IMPERIA Aziende e Uffici Maria Francesca Conti Comando Provinciale ATTIVITA 71/A Aziende ed uffici con oltre 300 e fino a 500 persone presenti SCIA asseverazione articolo 4 comma 1 d.p.r. 151/2011 D.M. 22 febbraio

Dettagli

Via Costa d Argento Perugia - Tel..336/

Via Costa d Argento Perugia - Tel..336/ ALLEGATO Disposizioni relative alla alimentazione idrica degli impianti antincendio estratte dalle vigenti norme di prevenzione incendi per le seguenti attività Autorimesse e simili Edifici di civile abitazione

Dettagli

NORME DI SICUREZZA ANTINCENDI PER GLI EDIFICI DI CIVILE ABITAZIONE

NORME DI SICUREZZA ANTINCENDI PER GLI EDIFICI DI CIVILE ABITAZIONE Decreto Ministeriale 16 maggio 1987, n. 246 NORME DI SICUREZZA ANTINCENDI PER GLI EDIFICI DI CIVILE ABITAZIONE Sono approvate le norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione contenute

Dettagli

REGOLE TECNICHE VERTICALI Capitolo V.6 Attività ricettive turistico alberghiere

REGOLE TECNICHE VERTICALI Capitolo V.6 Attività ricettive turistico alberghiere REGOLE TECNCHE VERTCAL Capitolo V.6 ricettive turistico alberghiere Scopo e campo di applicazione... Classificazioni... Profili di rischio... Strategia antincendio... Vani degli ascensori... Opere da costruzione

Dettagli

MINISTERO DELL INTERNO. Decreto 09 agosto 2016 (G.U. 23 agosto 2016, n. 196)

MINISTERO DELL INTERNO. Decreto 09 agosto 2016 (G.U. 23 agosto 2016, n. 196) MNSTERO DELL NTERNO Decreto 09 agosto 2016 (G.U. 23 agosto 2016, n. 196) Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi per le attività ricettive turistico - alberghiere, ai sensi dell articolo

Dettagli

Il codice di prevenzione incendi D.M. 3 agosto 2015

Il codice di prevenzione incendi D.M. 3 agosto 2015 ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI NUORO CORSO BASE DI PREVENZIONE INCENDI Modulo 11.3 Il codice di prevenzione incendi D.M. 3 agosto 2015 V.3 Vani degli ascensori ing. G. Lampis 1 Scopo e campo

Dettagli

RELAZIONE TECNICA Riferimenti normativi

RELAZIONE TECNICA Riferimenti normativi RELAZIONE TECNICA La palestra a servizio dell adiacente Istituto Professionale per l Industria e l Artigianato sito in via S. Giovanni a Campobasso, sarà dotato dei seguenti mezzi ed impianti: - Estintori;

Dettagli

Sommario 1. PREMESSA IDENTIFICAZIONE DELLE ATTIVITA SOGGETTE DI CUI AL DPR 151/ NORMATIVA DI RIFERIMENTO... 2

Sommario 1. PREMESSA IDENTIFICAZIONE DELLE ATTIVITA SOGGETTE DI CUI AL DPR 151/ NORMATIVA DI RIFERIMENTO... 2 Sommario 1. PREMESSA... 2 2. IDENTIFICAZIONE DELLE ATTIVITA SOGGETTE DI CUI AL DPR 151/2011... 2 3. NORMATIVA DI RIFERIMENTO... 2 4. AUTORIMESSA CONDOMINIALE... 2 4.1. Caratteristiche generali... 2 4.2.

Dettagli

Attività ricettive e sicurezza antincendio L emanando decreto sul piano di adeguamento

Attività ricettive e sicurezza antincendio L emanando decreto sul piano di adeguamento Aula Magna I.T.I.S. Segato Belluno 29 marzo 2012 LA SICUREZZA ANTINCENDIO L EVOLUZIONE NORMATIVA E I NUOVI ADEMPIMENTI Con la partecipazione di: Attività ricettive e sicurezza antincendio L emanando decreto

Dettagli

Comando Provinciale Vigili del Fuoco Asti. Gli aspetti relativi alla prevenzione incendi negli edifici scolastici

Comando Provinciale Vigili del Fuoco Asti. Gli aspetti relativi alla prevenzione incendi negli edifici scolastici Comando Provinciale Vigili del Fuoco Asti Asti 10 aprile 2014 Convegno sulla Sicurezza degli edifici scolastici e i Rapporti tra Ente proprietario e Dirigenti Scolastici Gli aspetti relativi alla prevenzione

Dettagli

IL MINISTRO DELL'INTERNO

IL MINISTRO DELL'INTERNO Piano straordinario biennale di adeguamento alle disposizioni di prevenzione incendi delle strutture ricettive turistico-alberghiere con oltre venticinque posti letto, esistenti alla data di entrata in

Dettagli

Prevenzione incendi nelle strutture alberghiere Prospettive a confronto

Prevenzione incendi nelle strutture alberghiere Prospettive a confronto Prevenzione incendi nelle strutture alberghiere Prospettive a confronto Le esperienze da un territorio ad alta intensità turistica Dino Poggiali Comandante VVF Rimini Fare tesoro delle esperienze acquisite

Dettagli

Argomento SCHEMA TIPO REGOLA TECNICA ATTIVITÀ CIVILE

Argomento SCHEMA TIPO REGOLA TECNICA ATTIVITÀ CIVILE Dipartimento di Ingegneria civile e Industriale «Scienza e Tecnica della Prevenzione Incendi» A.A. 2013-2014 Argomento SCHEMA TIPO REGOLA TECNICA ATTIVITÀ CIVILE ILARIO MAMMONE ilario.mammone@ordineingegneripisa.it

Dettagli

Il certificato di prevenzione incendi

Il certificato di prevenzione incendi Il certificato di incendi Attività1 Categoria Valutazione dei progetti Controlli antincendio Attestazione di rinnovo periodico Alberghi, pensioni, motel, villaggi albergo, residenze turistico - alberghiere,

Dettagli

ADEGUAMENTO DELLE STRUTTURE ALBERGHIERE ALLE NORME DI PREVENZIONE INCENDI

ADEGUAMENTO DELLE STRUTTURE ALBERGHIERE ALLE NORME DI PREVENZIONE INCENDI ADEGUAMENTO DELLE STRUTTURE ALBERGHIERE ALLE NORME DI PREVENZIONE INCENDI Ultim ora Il Ministro dell Interno, accogliendo la risoluzione delle Commissioni Riunite VIII Ambiente e X Attività produttive

Dettagli

Circolare del M.I. N. 23/M.SA. prot. N /4122/1 del 7 ottobre 1980

Circolare del M.I. N. 23/M.SA. prot. N /4122/1 del 7 ottobre 1980 Circolare del M.I. N. 23/M.SA. prot. N. 20904/4122/1 del 7 ottobre 1980 Decreto Ministeriale contenente le direttive di massima previste al n.6 dell'allegato A alla legge 18 luglio 1980, n.406 e chiarimenti.

Dettagli

CONSIGLIO NAZIONALE DEI PERITI INDUSTRIALI

CONSIGLIO NAZIONALE DEI PERITI INDUSTRIALI CONSIGLIO NAZIONALE DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI PRESSO IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA 00187 Roma Via di San Basilio, 72 Tel. +39 06.42.00.84 Fax +39 06.42.00.84.44/5 www.cnpi.it

Dettagli

Piano straordinario biennale adottato ai sensi dell'articolo 15, commi 7 e 8, del decreto-legge

Piano straordinario biennale adottato ai sensi dell'articolo 15, commi 7 e 8, del decreto-legge Ministero dell'interno D.M. 16 marzo 2012 - Piano straordinario biennale adottato ai sensi dell'art. 15, co. 7 e 8, del dl 29.12.11, n. 216, convertito, con modificazioni, dalla l. 24.2.12, n. 14, adeguamento

Dettagli

CODICE DI PREVENZIONE INCENDI

CODICE DI PREVENZIONE INCENDI CODICE DI PREVENZIONE INCENDI DECRETO MINISTERIALE 3 AGOSTO 2015 (G.U. n. 192 del 20.08.2015) Operatività antincendio Corso di aggiornamento Varese 29 giugno 2017 Ing. Fabrizio Pasquale Comando provinciale

Dettagli

Esempi attività 87 Vendita di prodotti combustibili o in prevalenza combustibili: negozi vari, mobili, abbigliamento, librerie, tabacchi, musei, galle

Esempi attività 87 Vendita di prodotti combustibili o in prevalenza combustibili: negozi vari, mobili, abbigliamento, librerie, tabacchi, musei, galle Attività n. 87 (DM 16/2/1982) Locali adibiti a esposizione e/o vendita all ingrosso o al dettaglio con superficie lorda superiore a 400 mq. comprensiva dei servizi e depositi Esempi attività 87 Vendita

Dettagli

COMUNE DI NASO. Provincia Messina PROGETTO PER IL MIGLIORAMENTO SISMICO ED IL RESTAURO CONSERVATIVO DELL IMMOBILE DENOMINATO EX CASA COLLICA,

COMUNE DI NASO. Provincia Messina PROGETTO PER IL MIGLIORAMENTO SISMICO ED IL RESTAURO CONSERVATIVO DELL IMMOBILE DENOMINATO EX CASA COLLICA, COMUNE DI NASO Provincia Messina PROGETTO PER IL MIGLIORAMENTO SISMICO ED IL RESTAURO CONSERVATIVO DELL IMMOBILE DENOMINATO EX CASA COLLICA, DI PROPRIETA COMUNALE, ADIBITO A CENTRO OPERATIVO COMUNALE (COC)

Dettagli

MINISTERO DELL INTERNO. Decreto 14 luglio 2015 (G.U. 24 luglio 2015, n. 170)

MINISTERO DELL INTERNO. Decreto 14 luglio 2015 (G.U. 24 luglio 2015, n. 170) MINISTERO DELL INTERNO Decreto 14 luglio 2015 (G.U. 24 luglio 2015, n. 170) Disposizioni di prevenzione incendi per le attività ricettive turistico - alberghiere con numero di posti letto superiore a 25

Dettagli

Ministero dell Interno Dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile COMANDO PROVINCIALE VIGILI DEL FUOCO RIMINI

Ministero dell Interno Dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile COMANDO PROVINCIALE VIGILI DEL FUOCO RIMINI Ministero dell Interno Dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile COMANDO PROVINCIALE VIGILI DEL FUOCO RIMINI VADEMECUM PER L ADEGUAMENTO ALLA NORMATIVA DI PREVENZIONE

Dettagli

Esempio progettuale di applicazione della Nuova Regola Tecnica di Prevenzione Incendi per le Autorimesse Parcheggio di un Centro Direzionale

Esempio progettuale di applicazione della Nuova Regola Tecnica di Prevenzione Incendi per le Autorimesse Parcheggio di un Centro Direzionale SEMINARIO TECNICO di PREVENZIONE INCENDI Organizzato dall Ordine degli Ingegneri di NUORO Esempio progettuale di applicazione della Nuova Regola Tecnica di Prevenzione Incendi per le Autorimesse Parcheggio

Dettagli

SEZIONE V3 VANI DEGLI ASCENSORI

SEZIONE V3 VANI DEGLI ASCENSORI V.3.1 Scopo e campo di applicazione La presente regola tecnica verticale ha per scopo l'emanazione di disposizioni di prevenzione incendi riguardanti i vani degli ascensori per trasporto di persone e merci

Dettagli

Adeguamento antincendio scuole e asili nido: definite priorità

Adeguamento antincendio scuole e asili nido: definite priorità 04/04/2018 Adeguamento antincendio scuole e asili nido: definite priorità Definizioni - tipo 0: scuole con numero di presenze contemporanee fino a 100 persone; - tipo 1: scuole con numero di presenze contemporanee

Dettagli

La nuova regola tecnica sulle attività commerciali

La nuova regola tecnica sulle attività commerciali 1 Mantenimento iscrizione art. 7 DM 05/08/2011 GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI Livorno 28 ottobre 2015 La nuova regola tecnica sulle attività commerciali (D.M. 27 luglio 2010). 2 Attività commerciali Punto

Dettagli

Direzione regionale VV.F. Lombardia

Direzione regionale VV.F. Lombardia Direzione regionale VV.F. Lombardia Corsi di formazione Prevenzione incendi Gli edifici pregevoli per arte e storia Ing. G. Sola 1 File: edifici_storici 20051128 Creato il 26 novembre 2005 Aggiornto: il

Dettagli

Regola Tecnica di Prevenzione Incendi ATTIVITA COMMERCIALI

Regola Tecnica di Prevenzione Incendi ATTIVITA COMMERCIALI Regola Tecnica di Prevenzione Incendi ATTIVITA COMMERCIALI 1 anche le ATTIVITA COMMERCIALI bruciano 2 Decreto del Ministero dell interno 27 luglio 2010 Approvazione della regola tecnica di prevenzione

Dettagli

RELAZIONE TECNICA PREVENZIONE INCENDI EDIFICIO CIVILE AUTORIMESSE PUBBLICHE E PRIVATE DEL PIANO NTERRATO

RELAZIONE TECNICA PREVENZIONE INCENDI EDIFICIO CIVILE AUTORIMESSE PUBBLICHE E PRIVATE DEL PIANO NTERRATO s.m..i EDIFICIO CIVILE E AUTORIMESSE PUBBLICHE E PRIVATE DEL PIANO NTERRATO 1 PREMESSA Il progetto prevede la realizzazione ex novo di un fabbricato con destinazione residenziale dotato, al piano interrato,

Dettagli

INDICE GENERALE PARTE I PARTE II. Presentazione del Dott. Ing. Gioacchino Giomi... XVII. Introduzione dei curatori... XIX

INDICE GENERALE PARTE I PARTE II. Presentazione del Dott. Ing. Gioacchino Giomi... XVII. Introduzione dei curatori... XIX INDICE GENERALE Presentazione del Dott. Ing. Gioacchino Giomi... XVII Introduzione dei curatori... XIX PARTE I Le regole tecniche verticali... 1 Capitolo V.4: Uffici... 7 Capitolo V.5: Attività ricettive

Dettagli

Tabelle adeguamento programmatico P.I. Scuole e Asili nido Mille proroghe 2018

Tabelle adeguamento programmatico P.I. Scuole e Asili nido Mille proroghe 2018 Tabelle adeguamento programmatico P.I. Scuole e Asili nido Mille proroghe 2018 Certifico S.r.l. IT Rev. 00 2019 Premessa Disposizioni di prevenzione incendi inerenti scuole RTV D.M. 26 agosto 1992 Le scuole

Dettagli

Protezione elettronica antincendio di strutture sanitarie

Protezione elettronica antincendio di strutture sanitarie Protezione elettronica antincendio di strutture sanitarie A cura di Piergiorgio Marelli Giuseppe Fascina Incontro di aggiornamento tecnico sull antincendio Milano, 19 2004 Le strutture sanitarie in genere

Dettagli

TESTO COORDINATO DEL D.M. 9 APRILE 1994 CON IL D.M. 6 OTTOBRE 2003 (G.U. N. 239 DEL 14 OTTOBRE 2003) PROPOSTE DI SEMPLIFICAZIONE

TESTO COORDINATO DEL D.M. 9 APRILE 1994 CON IL D.M. 6 OTTOBRE 2003 (G.U. N. 239 DEL 14 OTTOBRE 2003) PROPOSTE DI SEMPLIFICAZIONE TESTO COORDINATO DEL D.M. 9 APRILE 1994 CON IL D.M. 6 OTTOBRE 2003 (G.U. N. 239 DEL 14 OTTOBRE 2003) PROPOSTE DI SEMPLIFICAZIONE ARTICOLI MODIFICATI 2. CAMPO DI APPLICAZIONE Le presenti disposizioni si

Dettagli

D.M , n. 246 Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione.

D.M , n. 246 Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione. D.M. 16-05-1987, n. 246 Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione. (G.U. 27-06-1987, n. 148, Serie Generale) Preambolo IL MINISTRO DELL'INTERNO Vista la legge 27 dicembre 1941,

Dettagli

CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO

CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO Dott. Arch. Valter Cirillo Comandante provinciale VV.F. Isernia DPR n. 151/2011 - Allegato I n. attività cat. A cat. B cat. C strutture sanitarie che erogano prestazioni

Dettagli

La nuova regola tecnica di prevenzione incendi per i rifugi alpini: il Decreto 3 marzo 2014

La nuova regola tecnica di prevenzione incendi per i rifugi alpini: il Decreto 3 marzo 2014 CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO Comando Provinciale di Lecco La nuova regola tecnica di prevenzione incendi per i rifugi alpini: il Decreto 3 marzo 2014 I rifugi alpini. Le soluzioni della regola

Dettagli

Guida all installazione degli ascensori antincendio (e degli ascensori di soccorso)

Guida all installazione degli ascensori antincendio (e degli ascensori di soccorso) Guida all installazione degli ascensori antincendio (e degli ascensori di soccorso) Pubblicato il: 18/09/2007 Aggiornato al: 18/09/2007 di Gianfranco Ceresini 1. Introduzione Fra tutte le alimentazione

Dettagli

Decreto Ministero dell'interno 16 maggio 1987, n. 246 Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione

Decreto Ministero dell'interno 16 maggio 1987, n. 246 Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione Decreto Ministero dell'interno 16 maggio 1987, n. 246 Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione (Gazzetta Ufficiale n. 148 del 27 giugno 1987) Il Ministro dell'interno: Vista la

Dettagli

NORME PER L ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE

NORME PER L ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE NORME PER L ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE NORME E LEGGI DI RIFERIMENTO - LA LEGGE 13 DEL 9 GENNAIO 1989 (ATTUATA DAL DM 236 DEL 14 GIUGNO 1989) - DPR 503 DEL 25 LUGLIO 1996 (CHE HA ABROGATO

Dettagli

SEZIONE S9 OPERATIVITA ANTINCENDIO

SEZIONE S9 OPERATIVITA ANTINCENDIO S.9.1 Premessa Scopo: agevolare l effettuazione di interventi di soccorso dei vigili del fuoco in tutte le attività Si rammenta che il requisito essenziale n. 2 della Direttiva Prodotti da Costruzione

Dettagli

DECRETO MINISTERO DELL'INTERNO 16 MAGGIO 1987, N. 246.

DECRETO MINISTERO DELL'INTERNO 16 MAGGIO 1987, N. 246. DECRETO MINISTERO DELL'INTERNO 16 MAGGIO 1987, N. 246. NORME DI SICUREZZA ANTINCENDI PER GLI EDIFICI DI CIVILE ABITAZIONE Sono approvate le norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione

Dettagli

La prevenzione degli incendi nelle attività ricettive turistico-alberghiere. Relatore : Dott. ing. Pasquale Fabrizio Comando VVF Varese

La prevenzione degli incendi nelle attività ricettive turistico-alberghiere. Relatore : Dott. ing. Pasquale Fabrizio Comando VVF Varese La prevenzione degli incendi nelle attività ricettive turistico-alberghiere Relatore : Dott. ing. Pasquale Fabrizio Comando VVF Varese Aggiornamento marzo 2011 Norme tecniche di riferimento Decreto Ministero

Dettagli

LA PREVENZIONE INCENDI NELLE ATTIVITA SCOLASTICHE

LA PREVENZIONE INCENDI NELLE ATTIVITA SCOLASTICHE UNIVERSITA PISA SCIENZA E TECNICA DELLA PREVENZIONE INCENDI LA PREVENZIONE INCENDI NELLE ATTIVITA SCOLASTICHE PISA, 29/03/2014 Dr Ing Fabio Bernardi Le Attività Scolastiche rientrano nelle attività soggette

Dettagli

MISURE DI PREVENZIONE E MESSA IN SICUREZZA DEGLI EDIFICI SCOLASTICI

MISURE DI PREVENZIONE E MESSA IN SICUREZZA DEGLI EDIFICI SCOLASTICI MISURE DI PREVENZIONE E MESSA IN SICUREZZA DEGLI EDIFICI SCOLASTICI Venezia, 12 dicembre 2016 1 QUADRO NORMATIVO LUOGHI DI LAVORO (attività non soggette) DPR 547/55 Sicurezza sul lavoro Obbligo sopralluogo

Dettagli

DIREZIONE GENERALE DELLA PROTEZIONE CIVILE E DEI SERVIZI ANTINCENDI

DIREZIONE GENERALE DELLA PROTEZIONE CIVILE E DEI SERVIZI ANTINCENDI MINISTERO DELL'INTERNO DIREZIONE GENERALE DELLA PROTEZIONE CIVILE E DEI SERVIZI ANTINCENDI Prot. n P2244 / 4122 sott. 32 Roma, 30 OTTOBRE 1996 LETTERA-CIRCOLARE - AL SIG. COMANDANTE DELLE SCUOLE CENTRALI

Dettagli

Le strutture ospedaliere sono caratterizzate anche da:

Le strutture ospedaliere sono caratterizzate anche da: Le strutture ospedaliere sono caratterizzate anche da: presenza di impianti e attrezzature complesse e pericolose; particolare tipologia delle persone presenti (limitata o nessuna mobilità) affluenza anche

Dettagli

Decreto del Ministero dell'interno 16 Maggio 1987, N. 246

Decreto del Ministero dell'interno 16 Maggio 1987, N. 246 Decreto del Ministero dell'interno 16 Maggio 1987, N. 246 Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione. Fonte: GU del 27 giugno 1987, n. 148 Sono approvate le norme di sicurezza antincendi

Dettagli

Intervento al convegno Ecomondo di Rimini

Intervento al convegno Ecomondo di Rimini Intervento al convegno Ecomondo di Rimini Struttura dell intervento Effetti dell entrata in vigore del DPR 151/2011 Cosa fare per superare l attuale regime di proroga Effetti dell entrata in vigore del

Dettagli

Oggetto_ Intervento di ristrutturazione e messa in sicurezza dell edificio scolastico sito in Via Rapallo- Ladispoli (RM). Prevenzione incendi

Oggetto_ Intervento di ristrutturazione e messa in sicurezza dell edificio scolastico sito in Via Rapallo- Ladispoli (RM). Prevenzione incendi Oggetto_ Intervento di ristrutturazione e messa in sicurezza dell edificio scolastico sito in Via Rapallo- Ladispoli (RM). Prevenzione incendi Premessa Il presente progetto si riferisce alla ristrutturazione

Dettagli

BOZZA REGOLA TECNICA ATTIVITA 87 DELL ALLEGATO AL D.M. 16/02/82 EDIZIONE 19/02/08

BOZZA REGOLA TECNICA ATTIVITA 87 DELL ALLEGATO AL D.M. 16/02/82 EDIZIONE 19/02/08 BOZZA REGOLA TECNICA ATTIVITA 87 DELL ALLEGATO AL D.M. 16/02/82 EDIZIONE 19/02/08 ART.1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE Progettazione, costruzione ed esercizio di attività commerciali all ingrosso e al dettaglio

Dettagli

TITOLO IV CAPO I CAPO II

TITOLO IV CAPO I CAPO II ALLEGATO II TITOLO IV CAPO I STRUTTURE, SIA ESISTENTI CHE DI NUOVA COSTRUZIONE, NON SOGGETTE AI CONTROLLI DEI VIGILI DEL FUOCO AI SENSI DELL ALLEGATO I AL DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 1 AGOSTO

Dettagli

n 66 DPR 151/2011 D.M. 9 aprile 1994 TESTO COORDINATO Ing. Pierpaolo Patrizietti 1

n 66 DPR 151/2011 D.M. 9 aprile 1994 TESTO COORDINATO Ing. Pierpaolo Patrizietti 1 Alberghi Motel Villaggi albergo e turistici Affittacamere Case appartamenti vacanze Alloggi agroturistici Ostelli TESTO COORDINATO Residenze turistico alberghiere Rifugi alpini Ing. Pierpaolo Patrizietti

Dettagli

IMPIANTI TERMICI DIFFERENZE TRA IMPIANTI ALIMENTATI A GAS E IMPIANTI ALIMENTATI A LIQUIDO

IMPIANTI TERMICI DIFFERENZE TRA IMPIANTI ALIMENTATI A GAS E IMPIANTI ALIMENTATI A LIQUIDO IMPIANTI TERMICI DIFFERENZE TRA IMPIANTI ALIMENTATI A GAS E IMPIANTI ALIMENTATI A LIQUIDO Il DM 28/04/2005 ha per scopo l emanazione di disposizioni riguardanti la progettazione, la costruzione e l esercizio

Dettagli

MINISTERO DELL INTERNO. Decreto 08 giugno 2016 (G.U. 23 giugno 2016, n. 145)

MINISTERO DELL INTERNO. Decreto 08 giugno 2016 (G.U. 23 giugno 2016, n. 145) MINISTERO DELL INTERNO Decreto 08 giugno 2016 (G.U. 23 giugno 2016, n. 145) Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi per le attività di ufficio, ai sensi dell articolo 15 del decreto legislativo

Dettagli

La sicurezza delle attività non soggette agli obblighi di prevenzione incendi

La sicurezza delle attività non soggette agli obblighi di prevenzione incendi EXPO EMERGENZE 2012 Bastia Umbra 8-11 febbraio 2012 La sicurezza delle attività non soggette agli obblighi di prevenzione incendi Dott. Ing. Stefano Marsella Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco

Dettagli

MINISTERO DELL'INTERNO

MINISTERO DELL'INTERNO 1 di 14 28/07/2015 11:55 MINISTERO DELL'INTERNO DECRETO 14 luglio 2015 Disposizioni di prevenzione incendi per le attivita' ricettive turistico - alberghiere con numero di posti letto superiore a 25 e

Dettagli

IL MINISTRO DELL'INTERNO

IL MINISTRO DELL'INTERNO DECRETO 14 luglio 2015: Disposizioni di prevenzione incendi per le attivita' ricettive turistico - alberghiere con numero di posti letto superiore a 25 e fino a 50. (15A05627) (Gazzetta Ufficiale n. 170

Dettagli

MINISTERO DELL'INTERNO

MINISTERO DELL'INTERNO MINISTERO DELL'INTERNO DECRETO 14 luglio 2015 Disposizioni di prevenzione incendi per le attività ricettive turistico - alberghiere con numero di posti letto superiore a 25 e fino a 50. (15A05627) (GU

Dettagli

Seminario di aggiornamento Professionisti antincendi (ai sensi art.7 del D.M. 5 agosto 2012)

Seminario di aggiornamento Professionisti antincendi (ai sensi art.7 del D.M. 5 agosto 2012) Seminario di aggiornamento Professionisti antincendi (ai sensi art.7 del D.M. 5 agosto 2012) relatore arch. Massimo TARABINI Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Sondrio Attività ricettive con le modifiche

Dettagli

STUDIO COMPARATO DELLA NORMATIVA ANTINCENDIO AL LIVELLO EUROPEO

STUDIO COMPARATO DELLA NORMATIVA ANTINCENDIO AL LIVELLO EUROPEO STUDIO COMPARATO DELLA NORMATIVA ANTINCENDIO AL LIVELLO EUROPEO Le caratteristiche minime per le strutture oscillano in un intervallo compreso fra REI 30 e REI 90, in funzione dell altezza dell edificio

Dettagli

PORTO DI BARI PROGETTO DI FATTIBILITA TECNICA ED ECONOMICA REALIZZAZIONE DI UN TERMINAL PASSEGGERI ALLA BANCHINA 10 NEL PORTO DI BARI

PORTO DI BARI PROGETTO DI FATTIBILITA TECNICA ED ECONOMICA REALIZZAZIONE DI UN TERMINAL PASSEGGERI ALLA BANCHINA 10 NEL PORTO DI BARI Piazzale Cristoforo Colombo, 1 70122 BARI (BA) PORTO DI BARI PROGETTO DI FATTIBILITA TECNICA ED ECONOMICA REALIZZAZIONE DI UN TERMINAL PASSEGGERI ALLA BANCHINA 10 NEL PORTO DI BARI PRIME INDICAZIONI DI

Dettagli

D.M ) D.M.

D.M ) D.M. Corso di aggiornamento in materia di prevenzione incendi per il mantenimento dell iscrizione negli elenchi del Ministero dell Interno (art. 7 del D.M. 5 Agosto 2011) Relatore: Dott. Ing. Calogero Daidone

Dettagli

SCUOLE NUOVE NORME VERTICALI DI PREVENZIONE INCENDI

SCUOLE NUOVE NORME VERTICALI DI PREVENZIONE INCENDI SCUOLE NUOVE NORME VERTICALI DI PREVENZIONE INCENDI Continua l'emanazione di regole tecniche verticali collegate al DM 3 Agosto 2105. Nella Gazzetta Ufficiale del 24 Agosto 2017 è stato pubblicato il DM

Dettagli

Prevenzione incendi per locali destinati ad uffici con oltre 25 persone

Prevenzione incendi per locali destinati ad uffici con oltre 25 persone Prevenzione incendi per locali destinati ad uffici con oltre 25 persone Pubblicato il: 31/03/2006 Aggiornato al: 31/03/2006 di Gianfranco Ceresini È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 51 del

Dettagli

CORSO DI AGGIORNAMENTO DI PREVENZIONE INCENDI

CORSO DI AGGIORNAMENTO DI PREVENZIONE INCENDI MINISTERO DELL'INTERNO DIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL FUOCO DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVILE CORSO DI AGGIORNAMENTO DI PREVENZIONE INCENDI (Mantenimento dell iscrizione negli elenchi del Ministero

Dettagli

LA PREVENZIONE INCENDI E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE. Informazioni relative alla prevenzione, alla lotta antincendio e alla gestione dell emergenza

LA PREVENZIONE INCENDI E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE. Informazioni relative alla prevenzione, alla lotta antincendio e alla gestione dell emergenza LA PREVENZIONE INCENDI E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE Informazioni relative alla prevenzione, alla lotta antincendio e alla gestione dell emergenza Definizione di incendio L incendio è la combustione sufficientemente

Dettagli

Cosa significa progettare con il «Codice»: i vantaggi e le criticità ing. Marco Di Felice

Cosa significa progettare con il «Codice»: i vantaggi e le criticità ing. Marco Di Felice Cosa significa progettare con il «Codice»: i vantaggi e le criticità ing. Marco Di Felice Varese, 6 aprile 2018 ANALISI E PROSPETTIVE PER LE SCUOLE ITALIANE Perché la maggior parte delle scuole italiane

Dettagli

Cosa significa progettare con il «Codice»: i vantaggi e le criticità per le scuole ing. Marco Di Felice

Cosa significa progettare con il «Codice»: i vantaggi e le criticità per le scuole ing. Marco Di Felice Cosa significa progettare con il «Codice»: i vantaggi e le criticità per le scuole ing. Marco Di Felice media partner Milano, 30 novembre 2017 Analisi e prospettive per le scuole italiane Perché la maggior

Dettagli

GRUPPI ELETTROGENI e UNITA DI COGENERAZIONE

GRUPPI ELETTROGENI e UNITA DI COGENERAZIONE GRUPPI ELETTROGENI e UNITA DI COGENERAZIONE Campo di applicazione DM 13/07/2011 Gruppi e unità di cogenerazione di nuova realizzazione con potenza nominale complessiva fino a 10.000 KW (potenza meccanica

Dettagli

La sicurezza nell uso dell edificio ACCESSIBILITA SICUREZZA ANTINCENDIO

La sicurezza nell uso dell edificio ACCESSIBILITA SICUREZZA ANTINCENDIO La sicurezza nell uso dell edificio ACCESSIBILITA SICUREZZA ANTINCENDIO Accessibilità Possibilità per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale di raggiungere l edificio e le sue singole

Dettagli

Le strutture turistico ricettive alla luce del D.M. 9 agosto 2015 (alberghi Norma tecnica e RTV)

Le strutture turistico ricettive alla luce del D.M. 9 agosto 2015 (alberghi Norma tecnica e RTV) Corso d aggiornamento per professionisti antincendi ai sensi del DM 5 agosto 2011 Le strutture turistico ricettive alla luce del D.M. 9 agosto 2015 (alberghi Norma tecnica e RTV) Arch. Massimo Tarabini

Dettagli

Il Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, in in collaborazione con la Direzione Centrale per la la

Il Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, in in collaborazione con la Direzione Centrale per la la Il Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, in in collaborazione con la Direzione Centrale per la la Prevenzione e la e Sicurezza la Sicurezza Tecnica Tecnica del Corpo del Corpo Nazionale Nazionale dei

Dettagli

Continuiamo con l'analisi della seconda parte del D.M 12/04/96, successivamente tratteremo il Titolo V "Impianto interno di adduzione del gas".

Continuiamo con l'analisi della seconda parte del D.M 12/04/96, successivamente tratteremo il Titolo V Impianto interno di adduzione del gas. Continuiamo con l'analisi della seconda parte del D.M 12/04/96, successivamente tratteremo il Titolo V "Impianto interno di adduzione del gas". DM 12/04/1996 APERTURE DI AREAZIONE in locali per pubblico

Dettagli

RELAZIONE TECNICA. COMUNE DI ROMA Provincia di Roma LAVORI DI ADEGUAMENTO ALLE NORME VIGENTI ANTINCENDIO. Scuola dell infanzia Casale Azzurro

RELAZIONE TECNICA. COMUNE DI ROMA Provincia di Roma LAVORI DI ADEGUAMENTO ALLE NORME VIGENTI ANTINCENDIO. Scuola dell infanzia Casale Azzurro COMUNE DI ROMA Provincia di Roma LAVORI DI ADEGUAMENTO ALLE NORME VIGENTI ANTINCENDIO Scuola dell infanzia Casale Azzurro RELAZIONE TECNICA IL PROGETTISTA INDICE 1. NORME DI RIFERIMENTO... 3 2. PREMESSA...

Dettagli

CORSO FOMAZIONE TECNICI L. 818/84

CORSO FOMAZIONE TECNICI L. 818/84 CORSO FOMAZIONE TECNICI L. 818/84 Esempio di azienda per lavorazione alcool etilico 28/06/2010 Corso Formazione Tecnici L. 818/84 1 ATTIVITÀ SOGGETTE La ditta è composta dal titolare più tre dipendenti.

Dettagli

Modifiche ed integrazioni all Allegato al decreto del Ministro dell interno 16 maggio 1987, n. 246

Modifiche ed integrazioni all Allegato al decreto del Ministro dell interno 16 maggio 1987, n. 246 Allegato 1 (Art. 1) Modifiche ed integrazioni all Allegato al decreto del Ministro dell interno 16 maggio 1987, n. 246 9. Deroghe Qualora per particolari esigenze di carattere tecnico o di esercizio non

Dettagli

MINISTERO DELL INTERNO

MINISTERO DELL INTERNO MINISTERO DELL INTERNO DECRETO 14 luglio 2015. Disposizioni di prevenzione incendi per le attività ricettive turistico - alberghiere con numero di posti letto superiore a 25 e fino a 50. IL MINISTRO DELL

Dettagli

Tipo di documento / Document type Documento / Document N Rev. Data / Date RELAZIONE PROGETTO DI PREVENZIONE INCENDI E601/R0VU001 A GEN.

Tipo di documento / Document type Documento / Document N Rev. Data / Date RELAZIONE PROGETTO DI PREVENZIONE INCENDI E601/R0VU001 A GEN. GEN. 2017 A INDICE 1. PREMESSA... 1 2. CLASSIFICAZIONE... 1 2.1. NUOVO ISTITUTO... 2 2.1.1. Accesso all'area... 2 2.1.2. Accostamento autoscale... 2 2.1.3. Compartimentazione... 3 2.1.4. Scale... 3 2.1.5.

Dettagli

Ministero dell'interno Decreto ministeriale 16 maggio 1987, n. 246 Gazzetta Ufficiale Repubblica Italiana 27 giugno 1987, n. 148

Ministero dell'interno Decreto ministeriale 16 maggio 1987, n. 246 Gazzetta Ufficiale Repubblica Italiana 27 giugno 1987, n. 148 Il testo di questo provvedimento non riveste carattere di ufficialità e non è sostitutivo in alcun modo della pubblicazione ufficiale cartacea. La consultazione e' gratuita. Fonte: NORMATTIVA Ministero

Dettagli

Camera di Commercio di Napoli

Camera di Commercio di Napoli Camera di Commercio di Napoli Seminario D.M. 19 marzo 2015 Le nuove norme antincendio per le strutture sanitarie: dal progetto alla costruzione e gestione Relatore Ing. Gaetano Vallefuoco Comandante provinciale

Dettagli