piacenza economica ECONOMIA E TERRITORIO ATTUALITA CAMERALE VADEMECUM Vulnerabilità e Resilienza: il caso Piacenza

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1 anno XXXVII n.4 dicembre 2013 piacenza economica ECONOMIA E TERRITORIO Vulnerabilità e Resilienza: il caso Piacenza ATTUALITA CAMERALE Premio Coppa d Oro: la settima edizione fa il pieno di applausi VADEMECUM Protocollo d intesa ATS per Expo 2015

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3 SOMMARIO Piacenza Economica Trimestrale della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Piacenza Anno XXXVIII, n. 4 DICEMBRE 2013 Distribuzione gratuita Direttore responsabile Giuseppe Parenti Redazione e Impaginazione Camera di Commercio I.A.A. di Piacenza Autorizzazione del Tribunale di Piacenza n.58 del 16 luglio Primo Piano 5 Partneariato Pubblico Privato in Emilia Romagna: Rapporto Economia & Territorio 271 Vulnerabilità e Resilienza: il caso Piacenza di Paola Graziano e Paolo Rizzi 371 Attualità Camerale 39 Premio Coppa d Oro: la settima edizione fa il pieno di appalusi 431 Cultura e Storia 45 Colera e Peste di Giacomo Scaramuzza 54 Elogio della Zucca piacentina di Carmen Artocchini 551 Vademecum 57 PROTOCOLLO D INTESA Per la promozione, ideazione, progettazione e realizzazione di iniziative del Sistema istituzionale, economico e sociale della provincia di Piacenza in vista della Esposizione Universale Expo 2015 in partenariato con ATS

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5 PRIMO PIANO

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7 PRIMO PIANO Partneariato Pubblico Privato in Emilia Romagna: Rapporto 2012 Elementi di sintesi dell elaborazione effettuata dal CRESME, accreditato Centro di Ricerca del Mercato Edile, per UnionCamere Emilia-Romagna Per Partenariato Pubblico Privato ( PPP ) si intende, generalmente, una forma di cooperazione a lungo termine tra il settore pubblico e quello privato per l espletamento di compiti pubblici (realizzazione di opere e gestione di servizi), nel cui contesto le risorse necessarie sono poste in gestione congiunta ed i rischi legati ai progetti sono suddivisi tra i partner in modo proporzionato, sulla base delle rispettive competenze di gestione del rischio. La complessa tematica del PPP non ha condotto all elaborazione di una disciplina uniforme a livello comunitario mentre nell ordinamento giuridico nazionale il d.lgs. 12 aprile 2006 e ss. mm.ii. (Codice dei contratti pubblici) prevede una definizione ad hoc di contratti di partenariato pubblico privato. L art. 3, comma 15-ter 2, del Codice dei contratti pubblici recita: i «contratti di partenariato pubblico privato» sono contratti aventi per oggetto una o più prestazioni quali la progettazione, la costruzione, la gestione o la manutenzione di un opera pubblica o di pubblica utilità, oppure la fornitura di un servizio, compreso in ogni caso il finanziamento totale o parziale a carico di privati, anche in forme diverse, di tali prestazioni, con allocazione dei rischi ai sensi delle prescrizioni e degli indirizzi comunitari vigenti. Rientrano, a titolo esemplificativo, tra i contratti di partenariato pubblico privato la concessione di lavori, la concessione di servizi, la locazione finanziaria, il contratto di disponibilità, l affidamento di lavori mediante finanza di progetto, le società miste. Possono rientrare altresì tra le operazioni di partenariato pubblico privato l affidamento a contraente generale ove il corrispettivo per la realizzazione dell opera sia in tutto o in parte posticipato e collegato alla disponibilità dell opera per il committente o per utenti terzi. Nell ambito del diritto comunitario la fattispecie del PPP è delineata nel Libro verde relativo ai partenariati pubblico-privati ed al diritto degli appalti pubblici e delle concessioni della Commissione Europea del 30 aprile 2004 e dalle Comunicazioni interpretative sul PPP 3 : il tema non ha invece una definizione e una disciplina nel diritto comunitario. Il Libro verde individua le seguenti caratteristiche di un operazione in PPP: a) la lunga durata del rapporto, che implica una cooperazione tra i due partner sui vari aspetti del progetto da realizzare; b) il finanziamento del progetto garantito in tutto o in parte dal settore privato; c) il ruolo strategico degli operatori economici privati, che partecipano a tutte le fasi del progetto; d) la distribuzione dei rischi tra il partner pubblico e quello privato, da effettuarsi caso per caso, in funzione della capacità delle parti di valutare, controllare e gestire gli stessi. Nel documento vengono, inoltre, distinte due forme principali di PPP: il PPP di tipo contrattuale ed il PPP di tipo istituzionalizzato. Nel primo caso il rapporto tra soggetto pubblico e soggetto privato si fonda su legami Definizione e procedure di PPP 1 Caratteristiche di un operazione in PPP Le forme principali di PPP 5 1 In collaborazione con l Unità Tecnica Finanza di Progetto DIPE Presidenza del Consiglio dei Ministri 2 Comma introdotto dall art. 2, comma 1, lettera a), d.lgs. n. 152 del 2008 (c.d. terzo decreto correttivo del Codice dei contratti pubblici) e modificato dall art. 44, comma 1, lettera b), decreto legge n. 1 del 2012 convertito dalla legge 24 marzo 2012, n COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE, Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni sui partenariati pubblico-privati e sul diritto comunitario in materia di appalti pubblici e concessioni, Bruxelles , COM(2005) 569 definitivo e Comunicazione interpretativa della Commissione sull applicazione del diritto comunitario degli appalti pubblici e delle concessioni ai partenariati pubblico-privati istituzionalizzati (PPPI), Bruxelles , 2008/C 91/02. Ulteriore riferimento normativo a livello comunitario è costituito dalle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE recepite dal d.lgs. n. 163/2006.

8 PRIMO PIANO esclusivamente convenzionali; nel secondo caso la cooperazione tra i due soggetti avviene nell ambito di un entità distinta dotata di personalità giuridica propria e che consente al partner pubblico di conservare un livello di controllo relativamente elevato sulla struttura, compatibilmente con l applicazione del diritto societario. Nell ordinamento nazionale il citato art. 3, comma 15-ter del Codice dei Contratti Pubblici prosegue elencando, a titolo esemplificativo, i contratti di PPP, quali: la concessione di lavori, la concessione di servizi, la locazione finanziaria, il contratto di disponibilità, l affidamento di lavori mediante finanza di progetto, le società miste, l affidamento a contraente generale, ove il corrispettivo per la realizzazione dell opera sia in tutto o in parte posticipato e collegato alla disponibilità dell opera per il committente o per utenti terzi. La predetta norma ricomprende dunque le procedure di cui all art. 153 del Codice (Finanza di progetto) tra le tipologie contrattuali del PPP, mentre l art. 153 disciplina piuttosto norme specifiche per l affidamento di un contratto di concessione di lavori pubblici, che è uno dei contratti di PPP. Per finanza di progetto (project financing) si può intendere il finanziamento di una specifica unità economica mediante un operazione in cui il finanziatore considera il flusso di cassa e gli utili di progetto come garanzia per il rimborso del debito e le attività dell unità economica come garanzia collaterale. 4. Principali caratteristiche di un operazione finanziata in project financing sono le seguenti: i) l iniziativa viene isolata mediante una struttura di ring fence dal patrimonio dei promotori attraverso una società di progetto; ii) la valutazione delle capacità di rimborso del debito è conseguentemente basata sulle previsioni, in termini quantitativi e temporali, dei flussi di cassa generati (reddito) dall iniziativa finanziata e non sull affidabilità economico-patrimoniale dei promotori; iii) le previsioni dei flussi di cassa di cui al punto precedente dipendono dalla corretta stima e allocazione dei rischi tra stazione appaltante, soggetto aggiudicatario e finanziatori. Classificazione delle opere da realizzare in PPP 6 Ai fini della strutturazione di un operazione in PPP è utile la distinzione delle opere e dei servizi connessi oggetto dei contratti di PPP nelle seguenti categorie: OPERE CALDE: iniziative dotate di un intrinseca capacità di generare reddito attraverso ricavi da utenza nella fase di gestione. In tal caso i ricavi commerciali consentono al settore privato un integrale recupero dei costi di investimento nell arco della vita di una concessione. Fanno parte di questa categoria, a titolo esemplificativo, i termovalorizzatori, i cimiteri, gli impianti di produzione di energie rinnovabili, alcune autostrade a pedaggio. OPERE TIEPIDE: progetti che richiedono una componente di contribuzione pubblica poiché i ricavi commerciali da utenza sono di per sé stessi insufficienti a generare adeguati ritorni economici, ma la cui realizzazione genera rilevanti esternalità positive in termini di benefici sociali indotti dall infrastruttura che giustificano il cofinanziamento pubblico. Fanno parte di questa categoria, a titolo esemplificativo, parcheggi, gli impianti sportivi, strutture turistico-culturali-ricettive, asili nido, RSA, depuratori, acquedotti, metropolitane, funicolari, aeroporti, porti turistici e commerciali, alcune autostrade a pedaggio. OPERE FREDDE: progetti in cui il privato realizza e gestisce l opera sulla base di pagamenti effettuati dalla Pubblica Amministrazione. Fanno parte di questa categoria, a titolo esemplificativo, gli ospedali, le scuole, le carceri, le sedi di uffici pubblici e gli impianti di pubblica illuminazione. 4 P. K. Nevitt, Project financing, London, 1993, p.3.

9 PRIMO PIANO Le procedure di PPP monitorate dall Osservatorio riguardano 4 forme di PPP: concessioni di lavori pubblici concessioni di servizi locazione finanziaria di opere pubbliche o di pubblica utilità (leasing immobiliare in costruendo) altre forme di PPP (contratto sponsorizzazione, società mista, nuovo contratto di disponibilità, contratti collegati ai programmi di riqualificazione urbana) Ove l oggetto dell affidamento sia costituito dalla realizzazione di lavori e dalla gestione di servizi, il contratto di PPP da affidare sarà un contratto misto qualificato come concessione di lavori ovvero di servizi sulla base dei criteri di prevalenza stabiliti dall art. 14 del Codice ( contratti misti ). La concessione di lavori pubblici è definita dal Codice come un contratto avente ad oggetto la progettazione e/o l esecuzione di lavori pubblici e la loro gestione funzionale ed economica nell ambito del quale il corrispettivo è costituito dal diritto di gestione dell opera ovvero da tale diritto accompagnato da un prezzo (cfr. artt. 3, comma 11 e 143 del Codice). Nell ipotesi di ricorso al contratto di concessione di lavori pubblici, la scelta della procedura da adottare per l aggiudicazione dipende in sostanza dal livello di approfondimento dei documenti preparatori a disposizione dell amministrazione, nonché da una scelta discrezionale della Amministrazione, la quale: 1. avendone i mezzi (in termini di professionalità al proprio interno ovvero di risorse economiche per affidare l incarico a terzi), può decidere di definire con maggiore dettaglio le caratteristiche dell intervento prima di bandire la gara per l aggiudicazione della concessione (attraverso la tradizionale procedura ad iniziativa pubblica ex art. 144 del Codice) 2. ovvero può valutare più opportuno lasciare un margine più ampio all apporto dei privati in sede di gara demandando loro la specificazione degli elementi già individuati nello studio di fattibilità a base di gara (attraverso la tradizionale procedura ad iniziativa privata ex art. 153 del Codice) Nel caso sub1., l Amministrazione deve avere a disposizione: il progetto di livello almeno preliminare, lo schema di contratto di concessione, il piano economico finanziario degli investimenti e della connessa gestione (d ora in avanti anche PEF). In sostanza, l Amministrazione deve predisporre tutta la documentazione da porre a base di gara, mentre il privato aggiudicatario procederà all elaborazione della progettazione definitiva ed esecutiva, alla realizzazione e alla gestione dell opera. Si tratta di una procedura di aggiudicazione indubbiamente snella rispetto a quella c.d. ad iniziativa privata, ma presenta forti elementi di criticità poiché l amministrazione non possiede generalmente le conoscenze tecniche ed economiche per redigere il progetto preliminare, il piano economicofinanziario e la bozza contrattuale per la realizzazione di infrastrutture così complesse e ad elevato contenuto tecnologico ed innovativo. Nell ipotesi sub 2, l Amministrazione provvede a redigere uno studio di fattibilità con le caratteristiche indicate all art. 14 del Regolamento di attuazione del Codice dei contratti pubblici (D.P.R. 207/2010), da porre a base di gara sulla base di una delle seguenti procedure: la procedura ex art. 153 commi 1-14 (c.d. a gara unica) risponde ad un esigenza di economicità di tempi e mezzi procedimentali; la procedura ex art. 153, comma 15 (c.d. a doppia gara), nel caso in cui l amministrazione ritenga utile, per i progetti, particolarmente complessi, un doppio confronto concorrenziale con un progressivo Principali procedure di affidamento di PPP monitorate dall Osservatorio La concessione di lavori pubblici 7

10 PRIMO PIANO affinamento degli aspetti tecnico-economici del progetto proposto dal promotore e delle clausole della convenzione. Diversamente è a dirsi con riferimento alle procedure disciplinate all art. 153, comma 16 e comma 19 del Codice che presuppongono, rispettivamente, l inerzia dell amministrazione e l assenza dell opera oggetto della proposta privata negli atti di programmazione delle opere pubbliche (per approfondimenti cfr. UTFP [Unità Tecnica Finanza di Progetto] Relazione annuale 2011). Concessioni di servizi ed il promotore di servizi 8 La concessione di servizi ex art. 3, comma 12 e art. 30 comma 1 del Codice è un contratto che presenta le stesse caratteristiche di un appalto pubblico di servizi, ad eccezione del fatto che il corrispettivo della fornitura dei servizi consiste unicamente nel diritto di gestire funzionalmente e sfruttare economicamente il servizio. Tale diritto può essere accompagnato da un prezzo versato dal concedente nel caso in cui quest ultimo imponga al concessionario di praticare nei confronti degli utenti prezzi inferiori a quelli corrispondenti alla somma del costo del servizio o dell ordinario utile di impresa, ovvero qualora sia necessario assicurare al concessionario il perseguimento dell equilibrio economico-finanziario degli investimenti e della connessa gestione in relazione alla qualità del servizio da prestare. In linea di principio le concessioni di servizi sono sottratte alla disciplina del Codice, salvo quanto prescritto dall art. 30 del Codice stesso. In particolare tale norma prevede che la scelta del concessionario di servizi debba avvenire nel rispetto dei principi di trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento, proporzionalità di cui al Trattato CE, invitando alla gara almeno cinque concorrenti e con predeterminazione dei criteri selettivi (fatte salve discipline specifiche che prevedano forme più ampie di tutela della concorrenza). L Amministrazione dovrà quindi predisporre la documentazione da porre a base di gara per l affidamento del contratto. L istituto del promotore di servizi, disciplinato dall art. 278 del Regolamento di attuazione del Codice dei contratti pubblici, prevede l aggiudicazione della concessione di servizi attraverso una procedura di gara ad hoc avviata in seguito a proposte di soggetti privati che contengano uno studio di fattibilità, una bozza di convenzione, un piano economico-finanziario asseverato, l indicazione dei criteri di aggiudicazione dell offerta economicamente più vantaggiosa, le garanzie offerte e le spese sostenute per l elaborazione della stessa proposta. Le amministrazioni valutano la fattibilità delle proposte entro sei mesi dal ricevimento delle stesse, sotto il profilo della funzionalità, della fruibilità del servizio, della accessibilità al pubblico, del rendimento, del costo di gestione e manutenzione, della durata della concessione, delle tariffe da applicare, della metodologia di aggiornamento delle stesse, del valore economico del piano e del contenuto della bozza di convenzione. In caso di presentazione di più proposte queste vengono valutate comparativamente nel rispetto dei principi di trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento, proporzionalità, al fine di individuare un promotore. Successivamente all individuazione del soggetto promotore, ai fini della scelta del concessionario, l amministrazione indice una gara informale, secondo le previsioni del citato articolo 30 del Codice, in cui viene invitato anche il promotore, ponendo a base di gara la proposta presentata dallo stesso. Il promotore ha il diritto di adeguare la propria offerta a quella giudicata più conveniente, risultando così affidatario della concessione (c.d. diritto di prelazione a favore del soggetto promotore). Tale procedimento consente all Amministrazione - pur in assenza di documentazione di dettaglio relativa al Progetto da realizzare - di ricevere una proposta di intervento privato e, una volta valutata di pubblico

11 PRIMO PIANO interesse, di porla a base di gara per la scelta del soggetto concessionario. L articolo 160-bis del Codice ha introdotto la possibilità di ricorrere al leasing immobiliare per la realizzazione, l acquisizione e il completamento di opere pubbliche o di pubblica utilità, mettendo a disposizione delle amministrazioni prive di risorse economiche un ulteriore opportunità per la realizzazione di opere pubbliche. Si tratta di una forma di realizzazione per mezzo della quale un soggetto finanziario anticipa all appaltatore i fondi per eseguire l opera pubblica e, successivamente all avvenuta esecuzione, viene ristorato dal soggetto appaltante attraverso la corresponsione di canoni periodici. Viene stabilito, quindi, che per la realizzazione, l acquisizione ed il completamento di opere pubbliche o di pubblica utilità i committenti possono avvalersi anche del contratto di locazione finanziaria, che costituisce appalto pubblico di lavori, salvo che questi ultimi abbiano un carattere meramente accessorio rispetto all oggetto principale del contratto medesimo. Lo strumento del leasing può essere utilizzato da tutti i committenti (sia le pubbliche amministrazioni, sia le società a capitale pubblico, sia i soggetti operanti nei settori speciali). Inoltre, tale strumento è utilizzabile sia per immobili da realizzare, sia per immobili già esistenti, sia per il completamento degli immobili stessi. Il bando determina i requisiti soggettivi, funzionali, economici, tecnicorealizzativi ed organizzativi di partecipazione, le caratteristiche tecniche ed estetiche dell opera, i costi, i tempi e le garanzie dell operazione, nonchè i parametri di valutazione tecnica ed economico-finanziaria dell offerta economicamente più vantaggiosa. L offerente può essere anche una associazione temporanea costituita dal soggetto finanziatore e dal soggetto realizzatore. In caso di fallimento, inadempimento o sopravvenienza di qualsiasi causa impeditiva all adempimento dell obbligazione da parte di uno dei due soggetti costituenti l associazione temporanea di imprese, l altro può sostituirlo, con l assenso del committente, con altro soggetto avente medesimi requisiti e caratteristiche. L adempimento degli impegni della stazione appaltante resta in ogni caso condizionato al positivo controllo della realizzazione ed alla eventuale gestione funzionale dell opera secondo le modalità previste. Il soggetto finanziatore deve dimostrare alla stazione appaltante che dispone, anche avvalendosi delle capacità di altri soggetti, dei mezzi necessari ad eseguire l appalto. La stazione appaltante pone a base di gara un progetto di livello almeno preliminare. L aggiudicatario provvede alla predisposizione dei successivi livelli progettuali ed all esecuzione dell opera. L opera oggetto del contratto di locazione finanziaria può seguire il regime di opera pubblica ai fini urbanistici, edilizi ed espropriativi; l opera può essere realizzata su area nella disponibilità dell aggiudicatario. Il contratto di sponsorizzazione è il contratto in cui l Amministrazione (sponsee) offre ad un terzo (sponsor) la possibilità di pubblicizzare nome, logo, marchio o prodotti in appositi determinati spazi, dietro un corrispettivo consistente in beni, servizi, o altre utilità. Nella fattispecie disciplinata dall art. 26 del Codice il contratto di sponsorizzazione ha per oggetto l esecuzione di lavori, servizi e forniture pubblici. In base all art. 26 del Codice al contratto di sponsorizzazione, che abbia per oggetto la realizzazione di lavori pubblici, ovvero interventi di restauro e manutenzione, ovvero servizi o forniture, si applicano le disposizioni in materia di requisiti soggettivi dei progettisti e degli esecutori del contratto. L amministrazione aggiudicatrice è, inoltre, tenuta ad impartire le prescrizioni opportune in ordine alla progettazione, nonché Locazione finanziaria o leasing in costruendo Altre forme di PPP 9

12 PRIMO PIANO 10 alla direzione ed esecuzione del contratto. La società mista è prevista dall articolo 113 del D.Lgs 267/2000 (Testo unico delle leggi sull ordinamento degli enti locali) che prevede, per la gestione delle reti e l erogazione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, la facoltà di ricorrere a società a capitale misto pubblico privato nelle quali il socio privato venga scelto attraverso l espletamento di gare con procedure ad evidenza pubblica. Il successivo art. 116 prevede inoltre società per azioni con partecipazione anche minoritaria di enti locali per l esercizio di servizi pubblici e per la realizzazione delle opere necessarie al corretto svolgimento del servizio, e per la realizzazione di infrastrutture ed altre opere di interesse pubblico. L articolo 1, comma 2, del Codice prevede poi che Nei casi in cui le norme vigenti consentono la costituzione di società miste per la realizzazione e/o la gestione di un opera pubblica o di un servizio, la scelta del socio privato avviene con procedure di evidenza pubblica. Il successivo art. 3, comma 3, stabilisce che Le società miste non sono tenute ad applicare le disposizioni del presente codice limitatamente alla realizzazione dell opera pubblica o alla gestione del servizio per i quali sono state specificamente costituite, se ricorrono le seguenti condizioni: la scelta del socio privato è avvenuta nel rispetto di procedure di evidenza pubblica; il socio privato ha i requisiti di qualificazione previsti dal presente codice in relazione alla prestazione per cui la società è stata costituita; la società provvede in via diretta alla realizzazione dell opera o del servizio, in misura superiore al 70% del relativo importo. Infine, l articolo 3 del decreto legge 223/2006 (convertito in legge dalla Legge 153/2006) afferma che le società, a capitale interamente pubblico o misto, costituite o partecipate dalle amministrazioni pubbliche regionali e locali per la produzione di beni e servizi strumentali all attività di tali enti in funzione della loro attività, con esclusione dei servizi pubblici locali e dei servizi di committenza: devono operare esclusivamente con gli enti costituenti o partecipanti o affidanti ; non possono svolgere prestazioni a favore di altri soggetti pubblici o privati, né in affidamento diretto, né con gara; non possono partecipare ad altre società od enti con sede nel territorio nazionale. Il contratto di disponibilità è stato inserito nel nuovo articolo 160-ter del Codice dall articolo 44 del c.d. decreto legge Cresci Italia (D.L. n. 1/2012), ed è definito come il contratto mediante il quale sono affidate, a rischio e a spesa dell affidatario, la costruzione e la messa a disposizione a favore dell amministrazione aggiudicatrice di un opera di proprietà privata destinata all esercizio di un pubblico servizio, a fronte di un corrispettivo. Per messa a disposizione si intende l onere assunto a proprio rischio dall affidatario di assicurare all amministrazione la costante fruibilità dell opera, nel rispetto dei parametri di funzionalità previsti dal contratto, garantendo allo scopo la perfetta manutenzione e la risoluzione di tutti gli eventuali vizi, anche sopravvenuti. I corrispettivi previsti a carico dell amministrazione sono: il canone di disponibilità (commisurato alla prestazione), l eventuale contributo in corso d opera (non superiore al 50 per cento del costo di costruzione dell opera), l eventuale prezzo di trasferimento della proprietà al termine del contratto (parametrato al valore di mercato residuo dell opera). La gara per l affidamento del contratto è basata su un bando e un capitolato prestazionale indicante le caratteristiche tecniche e funzionali dell opera e le modalità per determinare la riduzione del canone di disponibilità. L amministrazione aggiudicatrice valuta le offerte presentate con il criterio dell offerta economicamente più vantaggiosa. L affidatario

13 PRIMO PIANO assume i rischi di progettazione, costruzione e di disponibilità. Tale contratto, prevedendo che l opera sia di proprietà privata e che tutti i rischi relativi alla fruibilità dell opera sono a carico del soggetto privato, non crea in capo alle amministrazioni alcun problema di classificazione dell asset in bilancio. In caso di eventuale trasferimento della proprietà dell opera all amministrazione aggiudicatrice, la norma prevede che l eventuale prezzo di trasferimento a carico dell amministrazione sia parametrato all eventuale contributo in corso d opera che non deve essere superiore al cinquanta per cento del costo di costruzione dell opera e al valore di mercato residuo dell opera. La ratio di tali precisazioni normative sembra proprio essere quella di impedire l iscrizione in bilancio dell opera da parte dell amministrazione anche in caso di successivo L'evoluzione del PPP nel periodo (Mln ) Numero gare Gare , , , ,9 139,3 192,2 248, ,9 223,8 244, , Importo (milioni di ) Numero gare Aggiudicazioni 1.311, , , ,9 282,5 169, , ,8 101,2 17,9 33, Importo (milioni di ) Fonte: elaborazione Cresme ES per Unioncamere Emilia-Romagna trasferimento della proprietà in capo alla stessa amministrazione. In Emilia Romagna, nel 2012, il mercato del PPP riparte e i motori trainanti sono gli impianti fotovoltaici e gli impianti sportivi. Il Partenariato Pubblico e Privato (PPP) negli ultimi anni ha assunto un ruolo strategico ed è considerato di rilevante importanza per il miglioramento e il mantenimento della funzionalità delle infrastrutture e dei servizi sul territorio, anche in ragione della scarsità delle risorse. La domanda di Partenariato Pubblico e Privato (PPP), in base ai dati disponibili dell Osservatorio Regionale del Partenariato Pubblico Privato ( un sistema informativo e di monitoraggio degli avvisi In Emilia Romagna, nel 2012, il mercato del PPP riparte e i motori trainanti sono gli impianti fotovoltaici e gli impianti sportivi 11

14 PRIMO PIANO di gara e delle aggiudicazioni sull intero panorama del PPP in Emilia Romagna, nel 2012, nonostante il persistere della crisi economica e finanziaria, riprende a crescere ma diventa sempre più difficile il percorso realizzativo. Nel 2012 le gare sono state 230, per un volume d affari di 245 milioni. Rispetto al 2011 si rileva un bilancio complessivamente positivo: +13,9% il numero di gare, passato da 202 a 230 gare; +9,4% il volume d affari, passato da 224 a 245 milioni. E i motori trainanti sono stati i bandi per la realizzazione e gestione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, per la gestione e riqualificazione degli impianti di illuminazione pubblica nonché la gestione di impianti sportivi esistenti con l obiettivo di valorizzarli e riqualificarli mediante l esecuzione di interventi volti alla messa a norma, al risparmio energetico e al potenziamento dell offerta sportiva. La domanda di PPP quindi nel 2012 riparte spinta soprattutto dai Comuni e da altri soggetti che operano a livello locale, ma il problema è che fa sempre più fatica a concretizzarsi, non a caso il bilancio per le opere in PPP aggiudicate è fortemente negativo: si passa da 95 gare aggiudicate nel 2011 a 60 nel 2012 (-37%) ma soprattutto da 910 milioni di euro a 101 (-89%). La ripresa del mercato del PPP in atto in regione nel 2012 si avverte anche rispetto all incidenza del PPP sull intero mercato delle opere pubbliche, passato dal 25% al 28% in termini di numero di opportunità - la quota più alta registrata dal 2002 anno in cui rappresentava l 1% delle opportunità - e dal 15% al 18% per importo. Quota quest ultima inferiore solo ai valori del triennio , anni in cui si è registrato il maggiore volume d affari in PPP per effetto innanzitutto della messa in gara di alcune grandi tratte autostradali: 1,3 miliardi nel 2008 di cui circa 1,1 miliardi relativi all autostrada Cispadana; 820 milioni nel 2009 di cui 633 relativi al raccordo autostradale Ferrara-Porto Garibaldi; 1,3 miliardi nel 2010 di cui 881 milioni per il collegamento autostradale Campogalliano-Sassuolo. Grafico Percentuale 2. - Percentuale del PPP sulle del Opere PPP sulle Pubbliche Opere Pubbliche nel periodo nel periodo , ,9 44,2 37, ,5 28,0 17,2 19,7 15,5 18,4 10,6 7,6 7,6 5,0 1,2 2,4 3,8 3,5 4,1 6,3 7,6 4, NUMERO IMPORTO Fonte: elaborazione Cresme ES per Unioncamere Emilia-Romagna Emilia-Romagna quinta per numero di opportunità e settima per importo in Italia 12 Rispetto all intero mercato nazionale, nel 2012, l Emilia Romagna con 230 interventi in gara, contro una media regionale italiana di 159, si colloca al quinto posto nella classifica per numero di opportunità dietro la Lombardia, la Campania, la Toscana e il Piemonte, esattamente come nel Nella classifica per volume d affari si colloca al settimo posto,

15 PRIMO PIANO con 245 milioni contro una media regionale italiana di 434 milioni. Un anno prima occupava la decima posizione. A determinare le prime posizioni della classifica regionale per volume d affari del 2012 sono: per il Veneto due concessioni di lavori pubblici del valore complessivo di 2,2 miliardi per la realizzazione di due tratte autostradali (l'autostrada regionale Medio Padana Veneta Nogara (VR) Mare Adriatico con collegamento ad ovest con la A22 del Brennero; la strada regionale SR 10 Padana Inferiore); per la Toscana risulta determinante la concessione di servizi indetta dall ATO Toscana Centro per la gestione integrata dei rifiuti urbani (1,5 miliardi), mentre per la Campania sono invece determinanti l insieme delle iniziative di PPP di importo superiore a 5 milioni di euro (1,1 miliardi su 1,2 totali) tra le quali è compresa la concessione di lavori pubblici per il completamento, la manutenzione e la gestione dell'autostrada A3 Napoli-Pompei- Salerno (799 milioni). In Emilia Romagna la gara più grande del 2012 ha un valore complessivo presunto di 75,6 milioni e riguarda la concessione del servizio globale di gestione degli impianti di illuminazione pubblica semaforici e tecnologici, indetta dal Comune di Ravenna. Grafico PPP - LE 3. CLASSIFICHE PPP - LE CLASSIFICHE REGIONALI REGIONALI Gare censite Gare nel censite 2012 per nel REGIONE 2012 per REGIONE Numero* Lombardia Campania Toscana Piemonte Emilia Romagna Sardegna Sicilia Veneto Puglia Lazio Abruzzo Marche Calabria Liguria Umbria Friuli Venezia Giulia Basilicata Trentino Alto Adige Molise Valle d'aosta Veneto Toscana Campania Lombardia Sicilia Lazio Emilia Romagna Friuli Venezia Giulia Puglia 178 Importo Milioni di Piemonte Calabria Sardegna Abruzzo Trentino Alto Adige Marche Basilicata 45 Umbria 25 Liguria 18 Valle d'aosta Molise Fonte: elaborazione Cresme ES per Unioncamere Emilia Romagna - (*) Sono comprese le iniziative prive di indicazione sul valore del contratto 13

16 PRIMO PIANO Segmenti di PPP: prime le concessioni di servizi Le concessioni di servizi, nel 2012, sono prime per numero di opportunità e per importo, con 147 gare e 164 milioni, pari a circa i due terzi del mercato regionale. Un anno prima rappresentavano il 66% per numero di gare, ma solamente il 22% per importo. La seconda quota del mercato spetta alle concessioni di lavori pubblici: con 63 gare per 66 milioni di euro rappresentano il 27% del mercato. Quote inferiori spettano alle altre gare di PPP (8% per numero e 5% per valore) e alla locazione finanziaria di OOPP (1% per numero e importo). PPP- LA SEGMENTAZIONE PROCEDURALE DEL MERCATO - Gare censite nel 2012 per PROCEDURA Composizione % Numero* Locazione finanziaria di OOPP 1% Altre gare di PPP 8% Concessione di lavori pubblici 27% Concessione di servizi 64% Locazione finanziaria di OOPP 1% Altre gare di PPP 5% Concessione di lavori pubblici 27% Importo Concessione di servizi 67% Fonte: elaborazione Cresme ES per Unioncamere Emilia Romagna - (*) Sono comprese le iniziative prive di indicazione sul valore del contratto Mercati provinciali: Bologna prima per numero di opportunità e Ravenna per importo La distribuzione territoriale delle gare di PPP censite nel 2012 nelle nove province dell Emilia Romagna mostra un intensa attività nelle province di Bologna, dove si concentra il 20% delle opportunità e di Ravenna, che assorbe il 32% dell investimento. In crescita i mercati di Parma, Ravenna, Reggio Emilia e Forlì-Cesena. Committenti: protagonisti i Comuni Rispetto alla committenza, il mercato del PPP dell Emilia Romagna nel 2012 è formato quasi esclusivamente dalla domanda dei Comuni. Alle Amministrazioni comunali, con 186 gare per 203 milioni, spetta oltre l 80% del mercato del PPP regionale per numero di opportunità e importi. Il confronto con la domanda espressa dai Comuni nel 2011, dopo la frenata dello scorso anno, mostra una crescita: il numero di opportunità cresce del 21% (si passa da 154 gare a 186) ed il volume d affari del 37% (da 149 milioni a 203). 14

17 PRIMO PIANO PPP Grafico I MERCATI 5. PPP PROVINCIALI I MERCATI PROVINCIALI - Gare censite - Gare nel 2012 censite per nel PROVINCIA 2012 per PROVINCIA Numero* Bologna Parma Rimini Ravenna Reggio Emilia Modena Forlì-Cesena Ferrara Piacenza Importo Milioni di Ravenna Reggio Emilia Ferrara Modena Parma Bologna Forlì-Cesena Rimini Piacenza Fonte: elaborazione Cresme ES per Unioncamere Emilia Romagna - (*) Sono comprese le iniziative prive di indicazione sul valore del contratto I Grafico PPP - I 6. COMMITTENTI PPP - I COMMITTENTI - Gare censite - Gare nel censite 2012 per nel TIPO 2012 COMMITTENTE per TIPO COMMITTENTE Numero* Importo Aziende speciali 3% Aziende sanitarie 1% Altro 11% Province 4% Aziende sanitarie Aziende 1% speciali 4% Altro 8% Province 4% Comuni 81% Fonte: elaborazione Cresme ES per Unioncamere Emilia Romagna - (*) Sono comprese le iniziative prive di indicazione sul valore del contratto Nel 2012 i protagonisti sono le reti energetiche con 129 milioni e 57 gare (78,5 milioni e 41 gare nel 2011) e gli impianti sportivi per numero di iniziative in gara (88 contro 55 del 2011). Il settore delle reti acqua, gas, energia e telecomunicazioni si posiziona in cima alla classifica per importi in gara con 129 milioni, pari al 53% del valore complessivo del mercato regionale del PPP. Gran parte del volume d affari è diretto alla realizzazione di interventi per la produzione di energia da fonti rinnovabili e per l efficienza e il risparmio energetico. In particolare 75 milioni (il 58%) riguardano la concessione di servizi per la gestione globale degli impianti di illuminazione pubblica, semaforici e tecnologici di Ravenna e 32 milioni riguardano la realizzazione di impianti fotovoltaici. Comuni 83% I settori di attività: motori trainanti reti energetiche e impianti sportivi 15

18 PRIMO PIANO In cima alla classifica per numero di opportunità si posizionano invece gli impianti sportivi. Si tratta di 88 gare (il 38% del totale regionale) dirette nella quasi totalità dei casi all affidamento in gestione di impianti sportivi comunali esistenti con l obiettivo di valorizzarli e riqualificarli mediante l esecuzione di interventi volti alla messa a norma, al risparmio energetico e al potenziamento dell offerta sportiva. PPP e OOPP a confronto Il mercato delle opere pubbliche in Emilia Romagna, come emerge dall analisi dei bandi di gara basata sulle diverse modalità di realizzazione dei lavori, si caratterizza per la profonda trasformazione nella direzione di una sempre maggiore separazione tra il mercato tradizionale e i cosiddetti nuovi mercati o mercati innovativi che rendono sempre più sfumati i confini tra capitali privati e pubblici e tra lavori e servizi. In Emilia Romagna, tra il 2002 e il 2012, infatti, si è assistito all avanzamento del peso dei nuovi mercati rispetto all intero mercato delle opere pubbliche: nel 2002 gli appalti tradizionali erano il 97% del totale e riguardavano il 77% del valore in gara; dieci anni dopo, nel 2012, le stesse quote sono scese al 55% e al 33%. I nuovi mercati quindi oggi rappresentano il 45% delle opportunità e circa i due terzi del volume d affari. E tra i mercati innovativi un ruolo di primo piano spetta al PPP il cui peso rispetto al mercato complessivo del PPP è passato dall 1% del 2002 al 28% del 2012 in termini di numero di opportunità - la quota più alta di tutto il periodo di osservazione - e dal 5% al 18% per importo. Quota quest ultima inferiore solo ai valori del triennio , anni in cui si è registrato il maggiore volume d affari in PPP per effetto innanzitutto della messa in gara di alcune grandi tratte autostradali: 1,3 miliardi nel 2008 di cui circa 1,1 miliardi relativi all autostrada Cispadana; 820 milioni nel 2009 di cui 633 relativi al raccordo autostradale Ferrara-Porto Garibaldi; 1,3 miliardi nel 2010 di cui 881 milioni per il collegamento autostradale Campogalliano-Sassuolo. Il Partenariato Pubblico e Privato (PPP) negli ultimi anni ha assunto un ruolo MERCATO OPERE PUBBLICHE Gare censite per SISTEMA DI REALIZZAZIONE LAVORI negli anni 2002, 2005, (Importi in milioni di euro) NUMERO Totale Partenariato pubblico-privato Progettazione e realizzazione Manutenzione e gestione TOTALE NUOVO MERCATO Sola esecuzione TOTALE OOPP Incid. % nuovo mercato su totale OOPP 2,8 8,1 11,8 29,6 46,2 35,6 45,2 13,8 Incid. % PPP su totale OOPP 1,2 3,5 4,7 19,7 37,8 25,5 28,0 8,3 IMPORTO (Mln ) Partenariato pubblico-privato Progettazione e realizzazione Manutenzione e gestione TOTALE NUOVO MERCATO Sola esecuzione TOTALE OOPP Incid. % nuovo mercato su totale OOPP 23,2 49,0 63,4 60,9 72,8 62,1 66,6 47,2 Incid. % PPP su totale OOPP 5,0 10,6 43,9 44,2 62,1 15,5 18,4 21,7 Fonte: elaborazione Cresme ES per Unioncamere Emilia-Romagna strategico ed è considerato di rilevante importanza per il miglioramento e il mantenimento della funzionalità delle infrastrutture e dei servizi sul 16 territorio, anche in ragione della scarsità delle risorse.

19 PRIMO PIANO La domanda di Partenariato Pubblico e Privato (PPP), in base ai dati disponibili dell Osservatorio regionale Emilia Romagna del Partenariato Pubblico Privato ( un sistema informativo e di monitoraggio degli avvisi di gara e delle aggiudicazioni sull intero panorama del PPP in Emilia Romagna, nel 2012, con il persistere della crisi economica e finanziaria, continua a crescere ma diventa sempre più difficile il percorso realizzativo. Nel 2012 le gare sono state 230, per un volume d affari di 245 milioni. Rispetto al 2011 si rileva un bilancio complessivamente positivo: +13,9% il numero di gare, passato da 202 a 230 gare; +9,4% il volume d affari, passato da 224 a 245 milioni. La domanda di PPP quindi nel 2012 riparte spinta soprattutto dai Comuni e da altri soggetti che operano a livello locale, ma il problema è che fa sempre più fatica a concretizzarsi, non a caso il bilancio per le opere in PPP aggiudicate è fortemente negativo: si passa da 95 gare aggiudicate nel 2011 a 60 nel 2012 (-37%) ma soprattutto da 910 milioni di euro a 101 (-89%). L evoluzione del PPP L'evoluzione del PPP nel periodo (Mln ) Numero gare Gare , , , , ,3 192,2 248, ,9 223,8 244, , Importo (milioni di ) Numero gare Aggiudicazioni 1.311, , , ,9 282,5 169, , ,8 101,2 17,9 33, Importo (milioni di ) Fonte: elaborazione Cresme ES per Unioncamere Emilia-Romagna Per quanto riguarda le tipologie contrattuali cui fanno ricorso le Amministrazioni Pubbliche per l affidamento di operazioni di PPP che, com è noto, l Osservatorio per esigenze statistiche le ha riunite in quattro gruppi principali - concessioni di lavori pubblici, concessioni di servizi, locazione finanziaria di opere pubbliche o di pubblica utilità (leasing immobiliare in costruendo) e altre gare di PPP (una molteplicità di forme contrattuali, che vanno dal contratto di sponsorizzazione, alla società mista, al nuovo contratto di disponibilità, ai contratti collegati ai I quattro segmenti procedurali 17

20 PRIMO PIANO 18 programmi di riqualificazione urbana) si osserva quanto segue: le concessioni di servizi, nel 2012, sono prime per numero di opportunità e per importo, con 147 gare e 164 milioni, pari a circa i due terzi del mercato regionale (un anno prima, con 134 gare e 49 milioni, rappresentavano il 66% per numero di gare, ma solamente il 22% per importo); le concessioni di lavori pubblici rappresentano la seconda quota del mercato, con 63 gare per 66 milioni di euro, pari al 27% del mercato regionale (un anno prima, con 42 gare e 95 milioni, rappresentavano il 21% per numero di gare e il 42% per importo). i contratti di locazione finanziaria di OOPP, rappresentano meno dell 1% del mercato, con 2 gare per 2 milioni di euro, valori nettamente inferiori a quelli registrati in passato le altre gare di PPP rappresentano invece l 8% delle opportunità e il 5% per valore con 18 gare e 12,5 milioni. Nel 2012, il confronto con tre regioni compatibili, rappresentative delle diverse realtà nazionali, conferma la diffusa incisività numerica delle concessioni di servizi, con quote superiori al 60%, mentre dal lato dell investimento l Emilia Romagna si distingue per una minore incisività delle concessioni di lavori pubblici. In particolare: le concessioni di servizi nel Lazio (65,2%) e in Emilia-Romagna (63,9%) rappresentano quote della domanda superiori alla media nazionale (62,5%) e a quelle di Lombardia (61,4%) e Campania (61,8%); le concessioni di lavori pubblici rappresentano quote importanti del valore del mercato del PPP in Campania (oltre il 90%) e in

21 PRIMO PIANO Lombardia (oltre l 80%) grazie a due maxi concessioni autostradali e nel Lazio (78%) grazie alla concessione per la realizzazione del Nuovo Porto di Anzio. In Emilia-Romagna invece il 67% degli importi in gara compete alle concessioni di servizi grazie a tre gare di importo superiore a 15 milioni: la gestione globale degli impianti di illuminazione pubblica e semaforici a Ravenna (75 milioni), la gestione della Casa Residenza per Anziani, previo completamento della struttura, nel comune di Casalgrande (45 milioni) e la gestione del servizio di refezione scolastica del comune di Cento (15,2 milioni). In relazione ai settori di attività, nel 2012 il primato economico assoluto spetta al settore delle reti acqua, gas, energia e telecomunicazioni con 129 milioni messi in gara, mentre gli impianti sportivi guidano la classifica per numero di opportunità, con 88 gare. Si tratta di due settori in forte crescita spinti dalla domanda dei Comuni. Per quanto riguarda le reti gran parte del volume d affari è diretto alla realizzazione di interventi per la produzione di energia da fonti rinnovabili e per l efficienza e il risparmio energetico. In particolare 75 milioni (il 58%) riguardano la concessione di servizi per la gestione globale degli impianti di illuminazione pubblica, semaforici e tecnologici di Ravenna e 32 milioni riguardano la realizzazione di impianti fotovoltaici. Per quanto riguarda gli impianti sportivi invece la quasi totalità delle gare dirette all affidamento in gestione di impianti sportivi comunali esistenti con l obiettivo di valorizzarli e riqualificarli mediante l esecuzione di interventi volti alla messa a norma, al risparmio energetico e al potenziamento dell offerta sportiva. Inoltre, aggregando in tre macro famiglie di interventi i 18 settori del PPP individuati, emerge la crescente attenzione per la riqualificazione urbana, intendendo l insieme di interventi di rigenerazione dello spazio costruito, utile al miglioramento della qualità della vita1. Si tratta di un mercato, attivato soprattutto dai Comuni, che rappresenta nel 2012 quote del 66% Le tipologie di opere PPP - Gare di censite nel 2012 per SETTORE DI ATTIVITÀ NUMERO IMPORTO (Milioni di euro) Impianti sportivi 88 Acqua, gas, energia, telec.ni 57 Commercio e artigianato 24 Tempo libero 12 Turismo 9 Arredo urbano e verde 9 Scolastico e sociale 8 Cimiteri 5 Opere varie 4 Sanità 4 Trasporti 3 Riassetto di comparti urbani 2 Parcheggi 2 Igiene urbana 2 Approdi turistici 1 Direzionale Centri polivalenti Beni culturali Acqua, gas, energia, telec.ni 129,1 Sanità 46,1 Opere varie 16,0 Cimiteri 14,0 Impianti sportivi 8,8 Parcheggi 8,7 Scolastico e sociale 7,8 Commercio e artigianato 6,2 Igiene urbana 3,8 Tempo libero 2,0 Turismo 1,3 Trasporti 1,0 Arredo urbano e verde 0,1 Approdi turistici 0,0 Riassetto di comparti urbani 0,0 Direzionale Centri polivalenti Beni culturali Fonte: elaborazione Cresme ES per Unioncamere Emilia-Romagna 19

22 PRIMO PIANO della domanda e del 18% del volume d affari complessivo. Dal punto di vista degli importi è più importante il settore dei servizi essenziali (acqua, energia, illuminazione, servizi cimiteriali e smaltimento rifiuti). La dimensione delle opere La committenza 20 Rispetto alla dimensione delle operazioni di PPP, nel 2012, come in passato, risulta rilevante il numero di operazioni di importo inferiore a 5 milioni di euro, ma il maggiore investimento ha riguardato le iniziative di importo superiore. Le iniziative di importo inferiore a 5 milioni di euro sono state 122, per un ammontare complessivo di 64 milioni, quantità che corrispondono a quote, rispettivamente per numero e importo, del 93% e del 26% del mercato complessivo del PPP se si escludono le iniziative per le quali non si conosce il valore del contratto. Le iniziative di importo superiore a 5 milioni di euro, invece, sono state appena 9 (solo il7% della domanda) ma il loro valore economico supera i180 milioni pari al 74% del mercato complessivo del PPP. Nel 2011 erano state 11 (8% della domanda ) per 129 milioni di euro ( 57% del mercato). Nell ultimo anno, inoltre, risulta cresciuto in maniera significativa il numero dei bandi senza indicazioni sul valore presunto del contratto. Si tratta di 99 bandi (erano 58 nel 2011) in gran parte volti all affidamento di gare di concessione di servizi (56 bandi) - in particolare per la gestione di impianti sportivi (39 bandi) - o di gare di concessione del diritto di superficie su aree ed edifici pubblici per la realizzazione di impianti fotovoltaici (circa 30 bandi). In termini di dinamica, le iniziative di importo non segnalato crescono del 71%, quelle di importo inferiore a 5 milioni di euro si riducono del 9% in termini di numero e del 32% per importo, mentre sono più pesanti i tassi di calo delle iniziative più grandi: -18% il numero; -40% l importo. I committenti di operazioni di PPP in Emilia Romagna sono molteplici. In primo luogo, sono i Comuni a individuare in questo nuovo mercato una strada da perseguire per trovare un nuovo equilibrio tra contrazione delle disponibilità finanziarie pubbliche ed esigenze di crescita dei servizi collettivi. La domanda di queste amministrazioni riguarda soprattutto opere che vanno ad impattare sui processi di riqualificazione urbana, intesa nell accessione più ampia di opere che riqualificano il territorio aumentando la dotazione di servizi alla popolazione: impianti sportivi, centri commerciali, parcheggi, queste le tipologie più richieste e che costituiscono la quota più rilevante in termini di numero di opere. Rilevante risulta anche la quota delle opere volte a garantire quelli che vengono comunemente definiti come servizi essenziali, innanzitutto le reti (idriche ed energetiche), ma anche i rifiuti e soprattutto i servizi cimiteriali, che costituiscono un altro ambito rilevante di domanda, ma anche uno dei settori dove si registra una maggiore rapidità sia progettuale che per i tempi di affidamento. L analisi del mercato del PPP per gruppi omogenei di committenti continua, infatti, ad evidenziare il ruolo centrale dei Comuni, con tante opere medie, a fronte di un protagonismo più limitato e concentrato su opere di maggiore dimensione degli altri enti pubblici. Il dinamismo dei Comuni emerge osservando sia il numero di gare, 186 nel 2012, vale a dire l 81% del mercato, che l investimento, con oltre 200 milioni di euro pari all 83% dell intero mercato del PPP. Rispetto al peso del PPP sull intero mercato delle opere pubbliche dei Comuni nel 2012 si rilevano quote del 52% in termini di numero di opportunità e del 71% per valore economico. Un anno prima, nel 2011, tali quote erano rispettivamente per numero e importo, del 48% e 47%.

23 PRIMO PIANO Le classifiche della committenza - Gare censite nel 2012 per TIPO COMMITTENTE Numero* Importo Aziende speciali 3% Aziende sanità 1% Altro 11% Province 4% Aziende speciali 4% Aziende sanità 1% Altro 8% Province 4% Comuni 81% Comuni 83% Fonte: elaborazione Cresme ES per Unioncamere Emilia-Romagna - (*) Sono comprese le iniziative prive di indicazione sul valore del contratto Il mercato del PPP dei Comuni dell Emilia-Romagna nel 2012 è rappresentato da: 186 gare per un importo di 203,3 milioni, riferito a 106 iniziative di importo noto; 42 aggiudicazioni per un importo di circa 53 milioni. Rispetto al 2011, si osserva una crescita della domanda, con valori inferiori solo a quelli del boom del I Comuni in Emilia-Romagna fanno ricorso a tutte le diverse formule di partenariato: le concessioni di servizi si distinguono sia per numero di gare che per valore, con 122 iniziative e 151,7 milioni (in crescita rispetto al 2011); le concessioni di lavori pubblici, con 48 gare e 37,1 milioni, registrano un bilancio a doppia velocità rispetto al 2011, cresce il numero di opportunità (19 gare in più ) si riduce l importo (33 milioni in meno); le locazioni finanziarie di OOPP sono in netto calo; le altre gare di PPP crescono. Ad attivare gare di PPP nel 2012 è stato il 28% dei Comuni dell Emilia- Romagna, ovvero 97 Comuni su 348 totali, che esprimono il 54% della popolazione residente2 in regione. L importo medio per abitante attivato dai 97 Comuni è stato di 85 euro, con un valore minino di 46 euro nei 26 Comuni con una popolazione compresa tra i e i abitanti, e uno massimo di 183 euro nei Comuni con popolazione fino a abitanti. I 14 grandi Comuni, con popolazione residente superiore a abitanti, interessati da operazioni di PPP esprimono circa un terzo della domanda per il 53% degli importi. In Emilia-Romagna nel 2012, risultano aggiudicate 60 gare di PPP per una volume d affari di oltre 101 milioni di euro riferiti a 41 interventi di importo noto. In termini di aggiudicazioni, gli interventi di PPP hanno rappresentato il 4,5% del totale mercato delle opere pubbliche per numero e l 11,8% per importo. Rispetto ai valori nazionali si riscontra un uguale incidenza per il numero di iniziative (4,5%), a fronte di un minor peso per valore economico (11,8% contro 21%). In regione nell ultimo anno concluso, al pari di quanto si rileva a livello nazionale, sono stati aggiudicati soprattutto contratti di concessione I committenti del PPP Il ruolo centrale dei Comuni I contratti aggiudicati 21

24 PRIMO PIANO di servizi (39 assegnazioni). Sono stati inoltre firmati 9 contratti di concessioni di lavori pubblici ad iniziativa pubblica; 7 contratti di concessioni di lavori pubblici ad iniziativa privata ; tre contratti di altre forme di coinvolgimento di capitali privati e due di locazione finanziaria di OOPP. Dal lato degli investimenti guidano la classifica le concessioni di lavori pubblici con 37,5 milioni di euro, seguite dalle altre gare di PPP (31,6 milioni) e le concessioni di servizi (30,6 milioni). Limitato il valore delle locazioni finanziare di OOPP (1,5 milioni). I mercati provinciali La distribuzione territoriale delle gare di PPP censite nel 2012 nelle nove province dell Emilia Romagna mostra un intensa attività nelle province di Bologna, dove si concentra il 20% delle opportunità e di Ravenna, che assorbe il 32% dell investimento. In provincia di Bologna sono localizzate 45 opportunità e un investimento, relativo a 18 gare di importo conosciuto, del valore complessivo pari a 15 milioni. Delle 45 gare complessive 13 competono al Comune di Bologna, di cui 11 per la gestione di altrettanti impianti sportivi. In provincia di Ravenna sono invece localizzate 24 gare, di cui solamente 9 di importo conosciuto del valore complessivo di 79 milioni. Il 96% dell importo è relativo alla gara indetta nel mese di giugno dal Comune di Ravenna per la per la concessione del servizio globale di gestione degli impianti di illuminazione pubblica semaforici e tecnologici. In crescita i mercati di Parma, Ravenna, Reggio Emilia e Forlì-Cesena. Bilancio a doppia velocità per i mercati di Bologna, Rimini, Picenza (tutte con un numero di opportunità in crescita e l importo in calo) e Ferrara (numero in calo e importo in crescita). Bilancio complessivamente negativo per la provincia di Modena. I mercati provinciali - Aggiudicazioni censite nel 2012 per PROVINCIA (Mln ) TOTALE Numero di cui con importo noto Importo Importo medio TOTALE Numero di cui con importo noto Importo Importo medio VALORI ASSOLUTI Piacenza ,6 3, ,3 2,8 Parma ,0 3, ,8 0,3 Reggio Emilia ,0 1, ,9 0,6 Modena ,9 8, ,4 3,1 Bologna ,6 5, ,7 1,2 Ferrara ,4 50, ,8 5,9 Ravenna 6 5 8,7 1, ,2 7,2 Forlì - Cesena ,9 4, ,6 0,9 Rimini 4 4 4,3 1, ,5 2,9 TOTALE ER ,3 11, ,2 2,5 COMPOSIZIONE % Piacenza 4,2 4,8 1,4 11,7 7,3 8,2 Parma 23,2 25,3 7,1 10,0 14,6 1,8 Reggio Emilia 18,9 18,1 2,5 8,3 12,2 2,9 Modena 7,4 8,4 6,7 5,0 7,3 9,3 Bologna 13,7 10,8 5,7 23,3 22,0 10,6 Ferrara 15,8 15,7 72,7 6,7 7,3 17,6 Ravenna 6,3 6,0 1,0 11,7 12,2 35,7 Forlì - Cesena 6,3 6,0 2,5 5,0 7,3 2,5 Rimini 4,2 4,8 0,5 18,3 9,8 11,4 TOTALE ER 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazione Cresme ES per Unioncamere Emilia-Romagna 22

25 PRIMO PIANO In provincia di Piacenza, dove risiede il 7% della popolazione regionale, è localizzato il 6% della domanda regionale di PPP e l 1% per volume d affari. Nel 2012 il mercato del PPP provinciale è formato da: 15 gare 7 aggiudicazioni Rispetto al più ampio mercato delle gare per opere pubbliche rappresenta il 21,7% in termini di numero e il 2,9% degli importi. I Comuni hanno indetto 13 gare su 15 totali. Le restanti due gare spettano alla Provincia di Piacenza. Le Amministrazioni pubbliche che operano nel territorio piacentino nel 2012 hanno fatto ricorso: alla concessione di servizi in 11 casi; a altre gare di PPP in 3 casi; alla locazione finanziaria di OOPP in un caso. Le iniziative di maggiore importo dell anno, per gare e aggiudicazioni, sono state: la gara di concessione di servizi per la gestione del servizio di pronto intervento per la bonifica dei sedimi stradali interessati da incidenti con sversamento di materiali inquinanti indetta dalla Provincia di Piacenza (1 milione); l aggiudicazione della concessione di lavori pubblici ad iniziativa pubblica per la progettazione, costruzione e gestione del parcheggio pubblico interrato in Piazza Cittadella nonché della gestione delle aree di sosta a rotazione a pagamento, rimozione forzata e custodia dei veicoli nel comune di Piacenza (7,9 milioni). Il mercato della provincia di PIACENZA Tabella LE GARE 15.a. DI PPP - LE IN GARE PROVINCIA DI PPP IN DI PROVINCIA PIACENZA NEL DI PIACENZA 2012 NEL 2012 Committente Oggetto Imp di riferimento Provincia di Piacenza Affidamento in concessione del servizio di pronto intervento per la bonifica dei sedimi stradali interessati da incidenti con sversamento di materiali inquinanti, per un periodo di 24 mesi. CIG Comune di Cadeo Affidamento della progettazione esecutiva, direzione lavori, coordinatore della sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione ed attività connesse e della realizzazione in locazione finanziaria e manutenzione di 3 impianti fotovoltaici da realizzarsi sugli immobili di proprietà comunale destinati a scuola materna, palazzetto dello sport e centro diurno per anziani. CIG B - CUP B55F Comune di Vigolzone Gestione del centro sportivo di Via Dalla Chiesa in Vigolzone Capoluogo. CIG A Comune di San Giorgio Piacentino Comune di Rottofreno Comune di Piacenza Comune di Agazzano Affidamento in concessione della gestione della piscina comunale per la durata di 10 anni - CIG AC Individuazione di un soggetto gestore di locale pubblico per somministrazione alimenti e bevande con annessi servizi di natura culturale, turistica e ricreativa denominato Caffe' Letterario - CIG E23 Pubblico incanto per la concessione amministrativa a privati dei locali di proprietà comunale il Località Montecucco, destinati esclusivamente a Bocciodromo all'esercizio di bar, pizzeria e ristorante, per il periodo di nove anni a far data dalla sottoscrizione della concessione amministrativa. Affidamento in concessione del servizio di manutenzione di aree verdi pubbliche appartenenti al patrimoio comunale mediante sporsorizzazioni Comune di San Giorgio Piacentino Affidamento in concessione della gestione degli impianti sportivi comunali per la durata di 5 anni 0 Comune di Cadeo Affidamento in concessione della gestione dei campi da tennis di proprietà del comune per la durata di 5 anni 0 Comune di Cadeo Affidamento in concessione della gestione del Palazzetto dello sport per la durata di 5 anni 0 Comune di San Giorgio Piacentino Provincia di Piacenza Comune di Piacenza Affidamento in concessione della gestione degli impianti sportivi comunali campi da calcio e relativi spogliatoi Affidamento in concessione della gestione della manutenzione ed allestimento di rotatorie provinciali tramite sponsor con pubblicizzazione dell'intervento Cessione di n azioni della partecipazione azionaria di proprieta' del Comune di Piacenza e della Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Piacenza nella Societa' Imebep s.p.a. con sede legale in Piazza Cavalli n Piacenza. Comune di Bettola Appalto in gestione della sala comunale polivalente e impianti annessi 0 Comune di Travo Affidamento in concessione della gestione dell'impianto sportivo comunale sito in Via Dalla Chiesa 0 Fonte: elaborazione Cresme ES per Unioncamere Emilia-Romagna

26 PRIMO PIANO LE AGGIUDICAZIONI DI PPP IN PROVINCIA DI PIACENZA NEL 2012 Anno bando Committente Oggetto Importo di riferimento Aggiudicatario (capogruppo) 2011 Comune di Piacenza Concessione della progettazione definitiva ed esecutiva, della costruzione e gestione del parcheggio pubblico interrato in Piazza Cittadella nonchè della gestione delle aree di sosta a rotazione a pagamento, rimozione forzata e custodia dei veicoli nel comune di Piacenza. CIG Servizio di accertamento e riscossione del canone sui mezzi pubblicitari per un periodo di 36 mesi: effettuazione delle verifiche e del monitoraggio 2011 Provincia di Piacenza delle installazioni pubblicitarie insistenti sulla rete viaria della Provincia di Piacenza o in vista della stessa, ai fini della regolarizzazione delle eventuali installazioni abusive. CIG AF1 Pubblico incanto per la concessione amministrativa a privati dei locali di proprietà comunale il Località Montecucco, destinati esclusivamente a 2012 Comune di Piacenza Bocciodromo all'esercizio di bar, pizzeria e ristorante, per il periodo di nove anni a far data dalla sottoscrizione della concessione amministrativa. Comune di Lugagnano Val Affidamento servizio delle pubbliche affissioni accertamento e riscossione d'arda TOSAP e ICP dal 01/01/2012 al 31/12/2014. CIG Pubblico incanto per la concessione a privati del servizio di aggregazione 2011 Comune di Piacenza giovanile e contestuale concessione dell'area di proprietà comunale sita in Piacenza via Manzoni 21, unitamente al fabbricato ivi esistente. Realizzazione n. 3 impianti fotovoltaici su immobili di proprietà comunale Comune di Cadeo mediante locazione finanziaria ex art. 160 bis D. Lgs. n. 163/2006. CIG CUP B55F Comune di Vigolzone Concessione in gestione centro sportivo di Via dalla Chiesa. CIG A69 Fonte: elaborazione Cresme ES per Unioncamere Emilia-Romagna C.c.c. Consorzio Cooperative Costruzioni Abaco spa Società Centro Facsal srl 0 Aipa spa 0 Arci comitato provinciale di Piacenza 0 Elettrodinamica spa 0 Lombardia Nuoto ssd arl 24

27 ECONOMIA E TERRITORIO

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29 economia & territorio Vulnerabilità e Resilienza il caso Piacenza Paola Graziano - Paolo Rizzi La prolungata crisi economica che ha colpito l Italia dal 2008 ha stimolato studi e analisi sui concetti di vulnerabilità e resilienza sia a livello aziendale che territoriale, laddove con il termine vulnerabilità si intendono i fattori di debolezza economica e sociale di imprese e sistemi locali mentre con il termine resilienza ci si riferisce alla capacità degli operatori economici o dei territori di contenere gli effetti negativi di crisi o shock esterni. Insieme vulnerabilità e resilienza producono il rischio, sia esso aziendale o territoriale. Il tema della mitigazione dei rischi costituisce pertanto un aspetto cruciale per il perseguimento di condizioni di sviluppo sostenibile di impresa o di sistema. Una pianificazione aziendale o territoriale sostenibile deve tenere necessariamente conto di due importanti obiettivi, per far fronte all incertezza che caratterizza l evoluzione in corso: il miglioramento, da una parte, della capacità di reazione agli shock avversi e il contenimento, dall altra, dell impatto di azioni e interventi che, determinando forti pressioni antropiche, possono compromettere tali capacità. Il concetto rischio territoriale è complesso e multidimensionale. Adottando un approccio alla lettura del territorio di stampo sistemico è possibile individuare due elementi di descrizione del rischio: la vulnerabilità, cioè l insieme dei fattori che favoriscono la probabilità di un sistema a subire danni a seguito del manifestarsi di un evento negativo e la resilienza, ovvero l abilità, riferibile a qualsiasi organismo, individuo od organizzazione, di fronteggiare e riprendersi dall effetto di un azione perturbante prodotta da un evento negativo. Nel presente lavoro si propone uno schema di rappresentazione del rischio territoriale, secondo la griglia di lettura vulnerabilità/resilienza, declinandolo successivamente nelle tre dimensioni della sostenibilità: l Economia, la Società e l Ambiente. A ciascuna componente della vulnerabilità e resilienza del territorio sono collegati alcuni indicatori, seguendo una sequenza logico-operazionale adatta a misurare un concetto complesso. Il modello definito viene verificato attraverso uno studio sulle province italiane. A partire da un dataset composto da 68 variabili elementari (con un intervallo temporale dal 2007 al 2013) si applica una metodologia di sintesi a stadi successivi, che utilizza tecniche statistiche multivariate, per giungere ad un sistema di indicatori ed indici sintetici che descrivono la geografia della vulnerabilità e resilienza delle province italiane. Il lavoro presentato apporta elementi di novità innanzitutto a livello teorico, per la trattazione del tema a tre dimensioni distinte, Economia, Società, Ambiente e a livello applicativo, per l utilizzo di differenti funzioni di aggregazione negli stadi successivi del percorso di sintesi. Dall applicazione del modello definito al caso delle 103 province italiane emerge il quadro seguente. E possibile evidenziare le buone performance di alcune aree del Nord-Est, prima fra tutte la provincia di Trento, che segna risultati positivi in tutte e tre le sfere della sostenibilità: ha una struttura economica forte, registra buone performance negli aspetti relativi alla sfera sociale (soprattutto di resilienza sociale), ha una discreta qualità ambientale favorita da adeguate strategie pubbliche per l ambiente. Bolzano, Belluno e Trieste presentano Un modello per la vulnerabilità e la resilienza territoriale 27

30 ECONOMIA & TERRITORIO anch esse una buona dotazione di fattori di risposta, soprattutto nella dimensione sociale, a fronte di una struttura poco vulnerabile. Il risultato della provincia di Parma è attribuibile soprattutto ad un alta intensità di fattori di resilienza, a fronte di un livello di vulnerabilità complessivo intorno alla media. Tra i territori caratterizzati da alta vulnerabilità e alta resilienza troviamo alcuni sistemi locali fortemente urbanizzati come Milano e Bologna. Questo è il risultato nel primo caso delle buone performance del sistema imprenditoriale (innovazione, risorse disponibili) e, nel secondo, anche di una buona dotazione di capitale sociale, che contrastano le rilevanti fragilità nella dimensione sociale (soprattutto alti tassi di criminalità) e ambientale. L indice sintetico di rischio territoriale premia anche altre province di dimensioni medio piccole. Lodi, Gorizia, Siena e Verbania, pur caratterizzate da una struttura poco vulnerabile, si evidenziano per l ampia dotazione di fattori di resilienza, soprattutto nella sfera sociale o delle politiche ambientali. Per molte province del Centro Sud i fattori di risposta non sembrano compensare gli elementi di vulnerabilità, imputabili soprattutto alla sfera economica. Diverse province calabresi e siciliane, a fronte di una bassa vulnerabilità, registrano una scarsa dotazione di fattori di resilienza: è il caso di Crotone, Agrigento e Vibo Valentia, caratterizzate da un ecosistema poco degradato ma con strategie pubbliche e private per l ambiente inadeguate a tutelarlo. Trapani, Napoli, Frosinone, Caltanissetta e Viterbo possono essere considerati i sistemi locali più a rischio, in quanto caratterizzati da forti fragilità, soprattutto nella dimensione economica e ambientale, e da una bassa presenza di fattori di risposta. Emergono anche le performance negative di alcune province del Nord Ovest, come Imperia e Asti, i cui risultati sono segnati da alta vulnerabilità e bassa resilienza. Per Imperia il risultato è attribuibile alla vulnerabilità ecosistemica, cui non corrispondono da parte dei privati (cittadini e imprese) e delle amministrazioni pubbliche risposte adeguate a mitigare i rischi ambientali e antropogenici. Emergono invece le migliori performance di alcune province della Basilicata e della Sardegna. Ad esempio Cagliari è caratterizzata sia da una qualità ambientale che da una discreta dotazione di capitale sociale. Il rischio territoriale a Piacenza La buona struttura economica non compensa la vulnerabilità ambientale e sociale 28 Il posizionamento di Piacenza viene analizzato a partire da due indici che definiscono il rischio territoriale: la vulnerabilità e la resilienza territoriale, risultanti dall applicazione al caso delle province italiane di un modello teorico volto a descrivere il territorio come sistema complesso e multidimensionale. Si tratta di uno schema di descrizione dei sistemi locali secondo la griglia concettuale della sostenibilità: il territorio viene così rappresentato nelle tre dimensioni Economia, Società e Ambiente. I risultati registrati dalle province italiane, secondo gli indici definiti, scaturiscono infatti da un procedimento di aggregazione di 72 indicatori e macrovariabili, associati alle singole dimensioni e sotto-dimensioni, utilizzando tecniche statistiche multivariate (Graziano 2013, Lel 2012, Graziano-Rizzi 2013). L indice di vulnerabilità territoriale sintetizza in un unica misura i fattori economici, sociali e ambientali che favoriscono l esposizione dei sistemi locali all impatto derivante da un evento negativo. Piacenza appartiene al gruppo di province italiane che registrano un livello medio-alto dell indice di vulnerabilità (97 ). Tale risultato può essere spiegato osservando il posizionamento nel ranking secondo gli indici di vulnerabilità della dimensione economica, sociale e ambientale. Il sistema locale piacentino registra la 17-esima posizione nella graduatoria (dal migliore al peggiore) che sintetizza i fattori di fragilità

31 ECONOMIA & TERRITORIO economica, riferiti alla tensione finanziaria delle imprese e delle famiglie, agli aspetti negativi relativi al mercato del lavoro (tasso di disoccupazione e di inattività femminile, costo del lavoro) e alla specializzazione produttiva. Nel contesto di profonda recessione che colpisce l Italia in questi anni, Piacenza quindi appare meno penalizzata rispetto ad altre aree grazie alla sua diversificazione produttiva, al ricco tessuto di piccole e medie imprese, alle capacità di internazionalizzazione di alcuni settori, quali il meccanico e l agroalimentare e alla scarsa vulnerabilità nella sfera del mercato del lavoro. Occupa invece la 93-esima posizione nel ranking secondo l indice di vulnerabilità sociale, che sintetizza i vincoli relativi ai seguenti aspetti: struttura demografica e salute, rappresentati dall elevata dipendenza demografica per il progressivo invecchiamento della popolazione (88 ) e dai tassi di mortalità secondo le principali cause di decesso (Piacenza registra la 89-esima posizione nella graduatoria riferita al tasso di mortalità per tumore); criminalità e disagio sociale (più positivi in termini relativi di altri contesti territoriali ma pur sempre preoccupanti). Tab. 1: Il posizionamento delle province dell Emilia Romagna secondo gli indici di vulnerabilità economica, sociale e ambientale (dal migliore al peggiore) Province Vulnerabilità economica Vulnerabilità sociale Anche le altre province dell Emilia Romagna registrano elevati valori di vulnerabilità sociale, soprattutto per l alta incidenza della popolazione anziana e gli elevati indici di mortalità per tumore. Il posizionamento di Piacenza peggiora ulteriormente nell indice di vulnerabilità ambientale, che descrive sinteticamente gli aspetti negativi dello stato ambientale (in particolare riferiti alla qualità dell aria e all assetto territoriale) e la pressione antropica (da parte di imprese e individui). Questo risultato è determinato soprattutto dalla alta concentrazione di sostanze inquinanti nell aria (86 ) e dal significativo rischio idrogeologico (101 ). Vengono così confermate le evidenze emerse in altri studi e nell analisi degli indicatori del benessere territoriale dell indagine Sole 24 Ore che sottolineano la minore fragilità del settore produttivo ( affari e lavoro ) rispetto a quella della struttura demografica e dell ambiente. Vulnerabilità ambientale Vulnerabilità territoriale Bologna Ferrara Forlì-Cesena Modena Parma Piacenza Ravenna Reggio Emilia Rimini L indice di resilienza territoriale sintetizza in un unica misura i fattori di risposta del territorio, che determinano la capacità di adattamento e riorganizzazione del sistema locale a seguito di eventi inattesi e shock negativi esterni. Anche in questo caso il modello presentato fa riferimento alle tre le sfere della sostenibilità: Economia, Società e Ambiente. Piacenza appartiene al gruppo di province italiane che registrano un alto livello dell indice di resilienza territoriale, occupando la 24-esima La resilienza territoriale di Piacenza per reagire alla crisi economica 29

32 ECONOMIA & TERRITORIO Fig. 1: La mappa della vulnerabilità economica delle province italiane Indice di vulnerabilità economica molto basso basso medio alto molto alto Fig. 2: La mappa della vulnerabilità sociale delle province italiane Indice di vulnerabilità sociale molto basso basso medio alto molto alto 30

33 ECONOMIA & TERRITORIO Fig. 3: La mappa della vulnerabilità ambientale delle province italiane Indice di vulnerabilità ambientale molto basso basso medio alto molto alto posizione nella graduatoria nazionale. Questo risultato esprime sinteticamente la dotazione del sistema locale di fattori di risposta nella sfera economica, sociale e ambientale, che derivano sia da elementi strutturali che di politiche e strategie collettive e individuali. Il dato più favorevole è rappresentato dall indice di resilienza economica: Piacenza registra la 17-esima posizione nella graduatoria nazionale secondo l indice che sintetizza la dimensione dell economia locale, la dotazione di risorse per le imprese e le famiglie, la capacità innovativa del sistema imprenditoriale locale e, infine, la dotazione di infrastrutture economiche (infrastrutture ferroviarie, servizi a banda larga, dotazione di reti energetico-ambientali e diffusione della rete elettrica). Il buon posizionamento di Piacenza è spiegato soprattutto dalla disponibilità di risorse per le imprese e le famiglie, come emerge ad esempio dagli alti valori dell indice di liquidità corrente e del valore aggiunto procapite (15 e 22 nelle rispettive graduatorie). Questo risultato è superato in Regione soprattutto da Bologna, Parma e Modena, più capaci di reagire alla crisi in corso. Anche la performance nell indice di resilienza sociale rivela un posizionamento positivo per il sistema piacentino (39-esima posizione tra le province italiane) derivato soprattutto dalla diffusione di infrastrutture sociali e per il tempo libero, di infrastrutture sanitarie e dalla dotazione di capitale umano e capitale sociale. Per quanto riguarda quest ultimo aspetto si evidenzia l ampia dotazione territoriale di organizzazioni di volontariato (18-esima posizione) e l ampia diffusione della stampa (11-esima), indicatori rappresentativi della presenza sul territorio del Terzo Settore e dei legami tra individui e comunità politica. Allo stesso modo, l indice di resilienza ambientale posiziona il sistema locale nella parte alta della graduatoria nazionale, al 32-posto. Questo indicatore descrive sinteticamente la dotazione di capitale naturale, i 31

34 ECONOMIA & TERRITORIO comportamenti della popolazione e delle imprese locali eco-sostenibili e, infine, le politiche in grado di mitigare i rischi ambientali ed antropogenici. Le buone performance di Piacenza sono determinate innanzitutto dall ampia diffusione di comportamenti virtuosi da parte dei privati (questa dimensione è descritta dalla quota di raccolta differenziata sui rifiuti totali prodotti, dalla diffusione di imprese dotate di certificazioni ambientali) e dall indice sintetico di eco-management delle aziende pubbliche, calcolato da Ecosistema Urbano. Sono anche determinanti in questo positivo posizionamento le strategie degli enti locali per la protezione dell ambiente, in particolare la diffusione di piste ciclabili e le politiche di risparmio energetico (8 e 19 in graduatoria). Tab. 2: Il posizionamento delle province dell Emilia Romagna secondo gli indici di resilienza economica, sociale e ambientale (dal migliore al peggiore) Province Resilienza economica Resilienza sociale Resilienza ambientale Resilienza territoriale Bologna Ferrara Forlì-Cesena Modena Parma PIACENZA Ravenna Reggio Emilia Rimini Un livello medio di rischio territoriale che deriva da alta vulnerabilità compensata da elevata resilienza Il rischio territoriale è dato dalla differenza tra la vulnerabilità e la resilienza. Piacenza registra un indice di rischio medio rispetto alle province italiane (53 ), ma molto più elevato rispetto alle province dell Emilia Romagna, tra cui eccellono Parma (4 ), Ravenna (5 ) e Bologna (7 ). In Italia emergono le buone performance in termini di minor rischio le province del Trento, Bolzano, alcune dell Emilia Romagna e della Toscana, mentre risultano fortemente penalizzate alcune aree della Sicilia, della Puglia e della Campania ma anche Alessandria, Rovigo e Imperia al Nord, Viterbo, Frosinone e Latina nel Centro. In conclusione il territorio piacentino risulta particolarmente vulnerabile dal punto di vista ambientale e in parte anche in termini sociali, ma riesce a contenere il rischio territoriale grazie alla sua capacità di resilienza in termini di dotazione di capitale sociale, tessuto produttivo e dotazione ambientale. Su questo fronte andranno sempre più integrate le risposte delle politiche di sviluppo orientate alla sostenibilità con le strategie ed i comportamenti dei cittadini e delle imprese. 32

35 ECONOMIA & TERRITORIO Fig. 4: La mappa della resilienza economica delle province italiane Indice di resilienza economica molto basso basso medio alto molto alto Fig. 5: La mappa della resilienza sociale delle province italiane Indice di resilienza sociale molto basso basso medio alto molto alto 33

36 ECONOMIA & TERRITORIO Fig. 6: La mappa della resilienza ambientale delle province italiane Indice di resilienza ambientale molto basso basso medio alto molto alto Fig. 7: La mappa del rischio territoriale delle province italiane Indice di rischio territoriale molto basso basso medio alto molto alto 34

37 ECONOMIA & TERRITORIO BIBLIOGRAFIA Bonanno G. A., Loss, trauma, and human resilience: Have we underestimated the human capacity to thrive after extremely aversive events? American Psychologist, 59(1), 20-28, Cartocci R., Chi ha paura dei valori? Capitale sociale e dintorni, Rivista italiana di scienza politica, XXX, n. 3, pp , Ciciotti E., Dallara A., Rizzi P., La competitività e la sostenibilità dei sistemi locali italiani di fronte alla crisi, in AA.VV., Le piccole e medie imprese nell economia italiana, Unioncamere, Tagliacarne, Franco Angeli, Milano, 2010 Ciciotti E., Rizzi P., Politiche per lo sviluppo territoriale, Carocci, Roma, 2005 Dallara A., Rizzi P., Geographic Map of Sustainability in Italian Local Systems, Regional Studies vol. 46.3, pp , 2012 Dallara A., Rizzi P., The effects of crisis on Italian local Systems, in Regions, n.282 Spring 2011 Dallara A., Rizzi P., La competitività sostenibile dei sistemi locali italiani in mezzo alla crisi, in AA.VV., Rapporto 2010 sulle PMI, Unioncamere, Tagliacarne, Franco Angeli, Milano, 2011 Federal Emergency Management Agency, Introduction to mitigation, IS-393. Emmitsburg, MD: FEMA Emergency Management Institute, Graziano P., Vulnerability and Resilience of the Economic, Social and Environmental Dimensions of Italian Provinces, paper presentato alla Conferenza Europea di Studi Regionali, Regional Studies Association, Tampere, 2013 Graziano P., Rischio, Vulnerabilità e Resilienza Territoriale: il Caso delle Province Italiane, Eyesreg, Giornale on-line dell AISRe (Associazione Italiana di Scienze Regionali), Volume 4, Numero 1, 2014 Graziano P., Rizzi P., La Competitività Sostenibile dei Sistemi Locali e il Rischio Territoriale, paper presentato alla XXXIV Conferenza AISRe, Palermo, 2013 Holling C. S., Understanding the Complexity of Economic, Ecological and Social Systems, Ecosystems, 4, pp , 2001 Nardo M., Saisana M., Saltelli A., Tarantola S., Hoffmann A., Giovannini E., Handbook on Constructing Composite Indicators: Methodology and user guide, OECD Publishing, Paris, 2008 Rizzi P., Schiavi P., L impatto sociale della crisi a Piacenza in Piacenz@ Economia, lavoro e società, n.18, dicembre 2010 Walker, B., Holling C. S., Carpenter S. R., Kinzig A., Resilience, adaptability and transformability in socialecological systems. Ecology and Society 9(2): 5,

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39 ATTUALITA CAMERALE

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41 ATTUALITA CAMERALE Premio Coppa d Oro La settima edizione fa il pieno di applausi E calato con grande successo il sipario sulla nuova edizione della manifestazione promossa dalla Camera di commercio e concretamente attuata dal Consorzio dei Salumi Tipici piacentini. Il Premio Coppa d Oro 2013 ha visto un susseguirsi di presenze importanti che si sono confrontate sulla Cultura Alimentare della Qualità. Diana Bracco, Gualtiero Marchesi, Benito Benedini, Silvio Ferrari, guidati dall abile tessitura di Roberto Napoletano, hanno affrontato le tematiche legate alla tradizione, alla creatività e all innovazione nel settore dell alimentazione. Su tutto il grande richiamo all Esposizione Universale del 2015 che sul tema Nutrire il pianeta, energie per la vita ha posto le proprie basi. Ma la serata, ospitata nel salone Monumentale di Palazzo Gotico grazie alla stretta collaborazione con l Amministrazione Comunale, ha avuto altri motivi d interesse: dall esibizione canora del tenore Namdeuk Lee e della soprano Soo Yeon Park che, sotto la guida del M Massimo Cottica, hanno reso onore al bicentenario dalla nascita di Giuseppe Verdi, alla degustazione della Coppa d Oro, la selezione di Coppa piacentina DOP stagionata 8 mesi presentata al pubblico la prima volta, al nuovo e La Bottega dei Sapori Dop fortunato abbinamento con il Gutturnio Festival, alla sua ottava edizione, giunto però per la prima volta nel centro cittadino. Il pubblico presente ha così potuto degustare vini e salumi, rigorosamente di qualità, rigorosamente piacentini. L evento è poi proseguito nelle giornate di sabato e domenica, quando il Gotico è stato letteralmente preso d assalto da migliaia di visitatori attratti dal buon vino così come dalle note jazz degli allievi della scuola di musica del Milestone. Ha destato grande interesse anche la Bottega delle DOP, allestita sotto i portici di Palazzo Gotico. Uno spazio elegante, accogliente, nel quale è stato possibile acquistare sia i vini delle Cantine presenti al Festival che la Coppa d Oro e i salumi DOP piacentini. Il Presidente camerale Giuseppe Parenti non ha nascosto la sua soddisfazione: Ogni anno l importanza del Premio Coppa d Oro viene amplificata. Abbiamo lanciato ai produttori la sfida dell eccellenza: questo è un punto fermo dal quale la Camera di Commercio non intende spostarsi, perché è premiante, consente di raggiungere mercati nuovi e di generare nuovi profitti. La platea dei partecipanti La selezione Coppa d Oro di coppa piacentina Dop 39

42 ATTUALITA CAMERALE Il Premio Coppa d Oro: la nuova raffigurazione E cambiata con la settima edizione l immagine del Premio Coppa d Oro. La nuova opera La Regina del Sapore è una scultura dell artista piacentina Paola Foppiani. Presentata ufficialmente al pubblica e alla stampa lo scorso 1 ottobre, la statua è stata esposta, insieme ai Premi che assegnati nel 2013 e negli anni a venire, presso la Galleria Ricci Oddi, di Piacenza. Le nuove Regine dei Sapori di Paola Foppiani 40

43 ATTUALITA CAMERALE Padre della cucina italiana nel mondo, riconosciuto come il Maestro di una generazione di cuochi, fa parte delle principali associazioni internazionali che promuovono l alta cucina: Les Grandes Tables du Monde, Les Grands Chefs Relais & Chateaux, Le Soste. Innumerevoli i riconoscimenti Il Premio a Gualtiero Marchesi che gli sono stati assegnati, tra cui quello di Chevalier dans l ordre des Arts et des Lettres dal Ministero della Cultura e della Comunicazione francese. Rettore della Scuola Internazionale di Cucina Italiana Alma, progetto da Lui fortemente voluto, il suo estro e la sua fantasia lo contraddistinguono non solo come grande Cuoco, ma anche come grande Uomo che ha saputo divulgare e promuovere l'immagine dell'italia e che ha trasmesso a generazioni di giovani la passione per il buono ed il bello. Una vita dedicata al mondo dell'imprenditoria e del lavoro che l'ha portata fra l'altro ad essere insignita di onorificenze di grande prestigio quale quelle di Cavaliere del Lavoro, Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica e della medaglia d oro del Comune di Milano. Prima Il Premio a Diana Bracco donna chiamata a dirigere Assolombarda, guida la sfida di Expo 2015 nel ruolo di Presidente e di Commissario Generale di Sezione per il Padiglione Italia. Donna determinata e di successo è molto impegnata anche nel sociale, ambito nel quale promuove iniziative a sostegno delle donne e della famiglia, e nel mondo della cultura. Manager di lungo corso, già Presidente di Federchimica, d i A s s o l o m b a r d a e d i Fondimpresa, è attualmente Presidente de Il Sole 24 Ore e della Fondazione Ente Autonomo Fiera Internazionale di Milano. La sua capacità imprenditoriale è attestata da esperienze sviluppatesi in Il Premio a Benito Benedini settori profondamente diversi quali quelli della chimica, delle telecomunicazioni, della cerealicoltura, dei servizi e consulenza per le imprese. Un impegno per l imprenditoria testimoniato dalla onorificenza di Cavaliere del Lavoro, della cui Federazione è Presidente dal 2007, ma anche dalla medaglia d oro di benemerenza civica assegnata dal Comune di Milano nonché dal conferimento dell Honorary Commander of the Most Excellent Order of the British Empire. Premio a Gualtiero Marchesi Premio a Diana Bracco Premio a Benito Benedini 41

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45 CULTURA E STORIA

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47 cultura & storia Colera e peste Giacomo Scaramuzza Peste e colera: i nomi di due epidemie che, per secoli, hanno fatto tremare l umanità. Ma in Italia, (e anche nella nostra Piacenza, che ebbe modo di soffrirne molto, come diremo più avanti) potrebbero ancora tornare? Si, certo. Ma non potrebbero diffondersi, sia grazie alle elevate caratteristiche raggiunte dalle norme igieniche, sia per l utilizzazione degli antibiotici. Il nostro Ministero della Sanità ci assicura che i quattro o cinque casi di colera che, ogni anno, importiamo in Italia dall estero, vengono trattati senza problemi. Tranquilli, dunque! Non esiste più lo spauracchio, perlomeno di quelle due epidemie (potrebbero esserci delle pandemie di altro genere, tipo l influenza, ma è tutto un altro discorso) che, soprattutto negli ultimi dieci secoli, hanno funestato il nostro pianeta e, per quel che ci riguarda più da vicino, l Italia e la nostra Piacenza. Anche se qualcuno, cinicamente, considerava le due malattie come distruttori delle eccedenze demografiche dato che, nel corso delle centinaia di anni, avevano fatto sparire dalla terra milioni di esseri umani. Prima di passare ad una rievocazione forzatamente rapida di alcuni degli avvenimenti connessi con queste epidemie, cerchiamo, altrettanto rapidamente, di spiegare la differenza, tra queste due malattie che, per molti, sono diventate quasi sinonimi. La peste è una malattia infettiva, molto contagiosa, di carattere epidemico, che era già nota e molto temuta in Oriente fin dai tempi più antichi ma che in Europa era arri vata solo nel VI secolo. Da allora le epidemie pestilenziali si ripeterono in svariati pe riodi (possiamo ricordare quella del secolo XIV, descritta dal Boccaccio e che avrebbe offerto l'occasione per la stesura del Decamerone e appunto quella del XVII secolo di cui si parla ne I Promessi sposi ). Il bacillo della peste venne isolato nel 1894 e fu accertato che la sua diffusione - anziché da attribuirsi agli "untori" come voleva il popo lino - è facilitata dagli animali rosicanti (specialmente i topi) che sono molto ricettivi alla malattia e che la diffondono attraverso il morso delle loro pulci. I bacilli determinano la formazione di bubboni e compromettono i principali organi interni con conseguenze spesso letali. Il colera (Cholera morbus ) è un'altra malattia infettiva, anch'essa spesso mortale, conosciuta fin dai tempi di Ippocrate (ma allora aveva altre caratteristiche ed un esito solitamente benigno), diffusasi, nella sua forma più acuta, dall'india (regione del delta del Gange) e provocata dal vibrione colerico o bacillo virgola, isolato da Koch in Egitto nel 1883 (ma che il fiorentino Pacini aveva già visto e descritto fin dal 1854). La malattia è Il trionfo della morte dalla Galleria di Palazzo Abatellis a Palermo 45

48 cultura & storia Rappresentazione delle peste bubbonica nella Bibbia di Toggenburg (1411) 46 caratteriz zata da violente scariche diarroiche, vomiti, crampi muscolari, arresto della secrezione urinaria e collasso. Si diffuse in Europa (e poi anche in America) solo nel secolo XIX e comparve per la prima volta in Italia nel 1832, rifacendosi viva, a diverse riprese, fino alla prima guerra mondiale. La sua diffusione è favorita s p e c i a l m e n t e d a l l a mancanza di pulizia, dalla scarsa igiene alimentare, dal cattivo stato degli impianti igienici. Tornando alla cronaca diremo che di pestilenze, in alcuni testi egizi, si faceva cenno già nel s e c o n d o m i l l e n n i o avanti Cristo, e di peste - considerata una punizione divina - si parlava anche nella Bibbia (primo libro di Samuele)- Ma forse la prima cronaca di una gravissima epidemia ce l ha offerta lo storico greco Tucidide che ha descritto il morbo che aveva devastato Atene intorno al 430 avanti Cristo, al tempo di Pericle e della guerra del Peloponneso. All inizio dell estate del secondo anno di guerra i Peloponnesi con i loro alleati avevano invaso l Attica al comando di Archidamo di Zeuxidamo, re dei Lacedemoni: Non erano passati ancora molti giorni da quando costoro erano giunti in Attica (dice Tucidide nelle Storie, II, 47 e segg.) che la pestilenza cominciò a sorgere in Atene dapprima contagiò gli uomini al Pireo, sì che dagli Ateniesi si disse che i Peloponnesi avevano gettato dei veleni nelle cisterne (al Pireo, infatti, non vi erano ancora delle fontane). Successivamente la pestilenza raggiunse anche la città alta, e allora gli uomini morivano in maggior numero, Continua poi lo storico descrivendo a lungo, in modo fin troppo realistico (che risparmiamo ai nostri ipotetici lettori), i sintomi e le conseguenze della malattia che pare abbia distrutto la metà dei 150 mila abitanti di Atene e altre decine di migliaia di persone in tutta l Attica. Forse una delle bibliche piaghe d Egitto quella della moria del bestiame era stata una pestilenza. Anche la storia di Roma è segnata dalle epidemie, fin dai tempi di Romolo, secondo Plutarco. Tra il 167 ed il 180 d. C., il morbo di Antonino (che aveva preso il nome dalla famiglia imperiale) aveva fatto, in tutto l impero, circa 5 milioni di vittime (forse anche l imperatore Marco Aurelio) inducendo persino il celebre medico Galeno a fuggire a precipizio da Roma per rifugiarsi nella natia Pergamo dove pare che il morbo non infuriasse. A proposito di fatti prodigiosi (per un momento ci sia consentito di uscire dal seminato) riportiamo un singolare brano dagli Annali di Cornelio Tacito. Libro quindicesimo, 47: «Sul finire dell'anno (64 d.c.) corsero ovunque notizie di prodigi, annunziatori di imminenti sciagure: un saettar di fulmini non mai veduto così fitto, e l'apparire di una cometa, presagi che Nerone usava placare col sangue di uomini illustri; parti umani e ferini di prole con due teste, gittati gli uni sulla pubblica via, venuti gli altri

49 cultura & storia alla luce durante i sacrifici, dove è di rito l'immolare vittime gravide. In territorio di Piacenza nacque, lungo la strada, un vitello con la testa attaccata alla gamba: fenomeno che gli auguri interrogati interpretarono nel senso, che si preparasse al mondo un nuovo padrone; ma non vitale perché sformato già nell'utero materno, e non occulto perché nato in istrada». Fu forse peste bubbonica quella che, tra il 252 ed il 267, descrisse il vescovo Cipriano di Cartagine, mentre la peste di Giustiniano, secondo Procopio, cominciò dalla primavera del 543 a Costantinopoli, uccidendo da 5 mila a 10 mila uomini al giorno. Delle devastazioni provocate dal diffondersi del morbo in tutta Europa, ne parla Paolo Diacono nella Historia Langobardorum: Il mondo era ridotto al silenzio dei primordi. Nessuna voce nei campi, nessun fischio di pastori. L elenco di queste catastrofi provocate per parecchi secoli, dalle epidemie potrebbe continuare, anche se è difficile quantificare le perdite umane per, la mancanza di documentazioni attendibili. Solo verso la seconda metà del 1500 si era diffusa la regolare tenuta dei registri parrocchiali, che permise accertamenti più vicini alla realtà. Va comunque ricordata l epidemia più disastrosa, quella della cosiddetta peste nera (così chiamata per il colore che assumeva la pelle delle vittime negli ultimi stadi della malattia) del 1348, che aveva avuto inizio con l arrivo, a Messina, l anno prima, di dodici navi provenienti dal Mar Nero, che trasportavano un carico di grano, ma soprattutto di topi, di cadaveri e di uomini in fin di vita. Ed erano proprio i topi i portatori del batterio della peste bubbonica che, in circa cinque anni, si propagò in tutta Europa uccidendo un terzo della popolazione europea. A Firenze morì la metà della popolazione: ad Amburgo ed a Brema i decessi raggiunsero il 70% degli abitanti. Milano riuscì a limitare le perdite adottando misure drastiche, come quella di barricare le case infette, lasciando morire all interno i loro abitanti. La malattia fu anche la causa indiretta di moti popolari (tra l altro lo sterminio di alcune comunità ebraiche, con l accusa, agli ebrei, di avere offeso Dio provocando la sua ira). I medici, che, come tutte le autorità civili e religiose, avevano dimostrato la loro impotenza, subirono un pesante discredito: ma contemporaneamente si trovò la forza di reagire creando nuove strutture e nuovi sistemi di prevenzione per far fronte al contagio (lazzaretti e quarantene). Per quasi un secolo si ebbero, in Europa ed in Italia, epidemie di peste, che non causarono però i danni della nera. Poi gli episodi di peste sembrarono gradualmente diminuire d intensità e non si registrarono più catastrofi come quelle già citate fino al 1630, l anno della peste dei Promessi sposi che, tra l altro, ridusse la popolazione di Milano da 250 mila a 64 mila unità e raggiunse, oltre alla Lombardia, altre regioni dell Italia settentrionale. Nello stesso periodo il morbo apparve in modo consistente anche in Spagna. Mentre quella terribile malattia che aveva arrecato tanti danni all umanità si andava esaurendo, soprattutto nei paesi dell Europa, nel corso del XIX secolo, proveniente dall Asia, comparve il colera. In Europa partì da Londra, raggiunse Parigi, poi arrivò in Germania e in tutto il resto del continente fino a sbarcare in Africa ed in America. In Italia, negli anni 30 dell ottocento, non appena il morbo raggiunse la Francia, i vari stati adottarono misure di prevenzione. Ad esempio, il ducato di Parma e Piacenza ordinò di disinfettare le lettere ed i pacchi che provenivano d Oltralpe. Ma il colera scoppiò ugualmente e si diffuse Un diploma di benemerenza assegnato dopo il colera del secolo XIX 47

50 cultura & storia Lo stemma del vescovo Loschi morto appena prima dell inizio del colera 48 in tutta la penisola. Abbandoniamo adesso le notizie di carattere internazionale e nazionale, per parlare un poco della nostra Piacenza e di un paio di circostanze nelle quali i due principali morbi, dei quali abbiamo parlato, la coinvolsero pesantemente. Incominciamo dalla peste, quella che comunemente indichiamo come manzoniana, ossia quella del XVII secolo. In un primo tempo sembrava che, a Piacenza, le cose non andassero male, tanto che il Duca Odoardo Farnese aveva lasciato Parma e si era rifugiato nella nostra città che era protetta da uno stretto cordone sanitario. Alle porte della città due cittadini a turno (un nobile ed un borghese) controllavano le credenziali dei viaggiatori che volevano entrare e che dovevano essere muniti di una fede di sanità : si provvedeva anche, come si è detto sopra, alla disinfezione di merci e corrispondenza con suffumigi effettuati in appositi locali. Ma le misure adottate non furono sufficienti e, nel luglio del 1630, il Governatore Borsotti affidò a dei deputati parrocchiali il compito di accertare l andamento della malattia, segnalando i casi sospetti alla Congregazione di Sanità che provvedeva ad aiutare i malati più poveri ed a seppellire i morti. A metà agosto il male raggiunse il suo culmine tanto che in un solo giorno, il 14 Agosto - secondo quanto ha riferito l Ottolenghi nella sua storia si registrarono in città duecentododici morti. Il Duca Odoardo intanto si era rifugiato a Cortemaggiore dove il morbo sembrava meno diffuso (e dove, tra l altro, la Duchessa Margherita de Medici ebbe un bambino). Dal Boselli si apprende che anche a Piacenza si era diffusa l opinione che agissero gli untori. Dietro la chiesa di San Lorenzo, nei locali che erano stati adattati per tenervi le Fiere di Piacenza scrive ancora l Ottolenghi venne istituito il lazzaretto per gli ammalati. Secondo Alessandro Bolzoni, architetto della città, dei abitanti di Piacenza se ne erano salvati solo (quindi i morti erano stati ). Nei paesi la mortalità era stata del 30/40 per cento. Dalla epidemia della peste passiamo a quella del colera, verificatasi tra il 20 Giugno ed il 20 Settembre 1836, che provocò la morte di 545 piacentini, su una popolazione di abitanti. Poca cosa rispetto alla mortalità causata dalla peste di tre secoli prima. Su questo drammatico avvenimento, più vicino a noi, abbiamo, naturalmente, notizie molto più particolareggiate. Il 14 giugno era morto Ludovico Loschi - "prelato domestico di Sua Santità papa Leone XII, assistente al soglio pontificio, per grazia di Dio e della Sede Apostolica Vescovo e Conte di Piacenza, abbate commendata rio dei SS. Salvatore e Gallo (la famosa abbazia, ora scomparsa, della Val di Tolla), ca valiere del Sacro ordine Costantiniano di San Giorgio", come veniva definito, ma in la tino, nelle intestazioni dei suoi documenti ufficiali - che aveva retto, per 12 anni, la Diocesi. Ma già il giorno dopo, al compianto per la morte del Presule, si erano unite le prime preoccupazioni per le notizie, pervenute dai dintorni, dei primi casi del cholera morbus. Qualcuno diceva che sentori dell'epidemia si erano già avuti a Parma; qual cun'altro assicurava che, nella zona di Monticelli, l'epidemia si era diffusa tra i monta nari - probabilmente i "taglialegna" - che lavoravano lungo il Po. Il primo caso mortale a Piacenza si verificava il 21 giugno, all'ospedale civile, dove cessava di vivere Giacomo Gastaldi di Pomaro (Piozzano) che era appena tornato dalla Lombardia dove si era recato per lavoro. Da quel momento scoppiò l'epidemia che, in un primo tempo,

51 cultura & storia lasciava scet tici i piacentini, disposti ad accusare i medici che, secondo loro, avevano inventato, per rendersi importanti, una malattia che in realtà non esisteva. Ma nel quartiere di Cantarana, nella zona di San Nazzaro e di San Bartolomeo, tra quelle casupole fa tiscenti dove l'igiene era una parola priva di significato e di valore, la morte aveva cominciato a compiere la sua opera distruttrice. In Sant'Agostino veniva predisposto un lazzaretto per accogliere i malati ed isolarli. Ma molti dei familiari si opponevano al trasporto dei loro cari e cercavano addirittura di nascondere l'esistenza degli ammalati. I medici fecero tutto ciò che era in loro potere. Dall'opera di un medico piacentino vissuto pochi anni dopo ( ), Giovan Battista Molinari di Lugagnano (che scrisse Del Cholera e dei Suoi Rimedi), apprendiamo che si faceva uso di solfato di chinino specialmente in infusione nel vino, di oppio e laudano oltre a fregagioni con ammoniaca, canfora ed olio di trementina. Molta impor tanza veniva attribuita naturalmente alle norme igieniche e al fatto psicologico di alle viare la paura del morbo. Ferrari, Rebasti, Bellotti, Bonora e Morigi sono alcuni dei nomi dei medici locali che furono maggiormente impegnati nella lotta all'epidemia. Il Governo - in quei giorni Maria Luigia si era assentata dal Ducato dopo aver fatto fon dere i metalli preziosi che avevano ornato la culla di suo figlio, il «re di Roma», per ri cavarne denaro da destinare alle cure preventive contro l'epidemia con decreto in data 25 luglio e firmato Cocchi, ristabiliva nei Ducati la Compagnia di Gesù. Venivano fatti so spendere dappertutto fiere e mercati, si proibiva ai mietitori del contado di entrare in città, veniva interrotto il servizio postale e chiuse le scuole. Un cronista descrive i lugubri carri funebri che percorrevano la città, medici e portantini indossanti vestaglie nere con buchi per gli occhi e per la bocca, le funzioni religiose interrotte, frati e monache che prendevano il posto degli infermieri (che pare si fossero distinti per la loro rapacità), la concentrazione dei reclusi nelle carceri di San Sisto, la disinfezione del Macello e degli uffici pubblici con suffumigi al cloruro di calce. Per ragioni d igiene i morti dell'ospedale - che fino ad allora venivano sepolti nel piccolo cimitero situato di faccia, a fianco dell'area attualmente occupata dall'ospizio Vittorio Emanuele - vennero trasportati nel nuovo camposanto la cui facciata sarebbe poi stata completata su disegno di Lotario Tomba. Sui primi di settembre scriveva Giarelli il cholera diminuisce. Si ripone l acquasanta nelle pile delle chiese. Si cantano Tedeum di ringraziamento. Insomma si è liberi dall epidemia. E nel novembre, allorché i gesuiti riaprono le scuole di San Pietro, la città è monda dal tetro flagello. Viene colla cruda aura dell algido dicembre la pastorale del nuovo vescovo Luigi Sanvitale, passato alla nostra dalla sede di Borgo San Donnino. E proprio allora la medaglia d Oro ai benemeriti della salute pubblica è conferita al podestà Giambattista Savini, al Padre Alberico Minore Riformato ed al Procuratore dei Lazzaristi per quanto fecero durante il cholera. Fra gli insigniti della medaglia d argento l avvocato Carlo Fioruzzi. I morti ormai giacevano e i vivi si davano pace. Singolare la testimonianza, anche se di carattere parziale, che ci proviene dalle note (un vero e proprio diario di un parroco di campagna) trovate nell archivio parrocchiale di Carmiano di don Giuseppe Noberini, arciprete nella medesima località tra il 1838 ed il Don Noberini scrive di avere appreso dagli abitanti di Carmiano che nel 1836 si erano verificati due casi di colera. Nello stesso anno il Noberini si tro vava a reggere la chiesa parrocchiale di Brugneto, vicariato di Ozzola, dove un numero grande di individui erano periti colpiti dallo stesso morbo. Lo stemma del vescovo Sanvitale che celebrò la fine del morbo 49

52 cultura & storia Il colera - prosegue l'arciprete - che dopo l'anno 1836 «haveva» abbandonato l'italia, è di nuovo apparso in questa nostra penisola in quest'anno Genova unitamente con le sue città, borghi e villaggi ne hanno provato «i fieri aculei». Roma, Napoli, Toscana, hanno soggiaciuto al contagioso morbo. Vari casi si sono già succeduti nel co mune di Bardi «stato nostro parmense». Anche a Piacenza sono avvenuto alcuni casi e altri a Veano, Podenzano, San Polo e tutti in pochi giorni, circa la metà del corrente mese di ottobre. Si teme che possa estendersi in tutte le località nel sommo del freddo o nel sommo del caldo. Il terribile morbo «è imparziale, non la perdona a chicchessia». Sotto la data del 10 agosto 1855 don Noberini annota che «il colera anche quest'anno è comparso nella città di Piacenza nel mese di luglio e va di giorno in giorno crescendo e dilatandosi anche nei villaggi esistenti fuori città. E' stato colpito Sant'Antonio, Pontenure, Rivergaro, Ponte dell'olio e altre parrocchie della Diocesi tanto in pianura come nella collina e montagna. Finora la montagna conta pochi casi, si teme possa dila tarsi di più e divenire più fiero massimamente in questo mese di agosto, stagione ancora calda. Fuori di ogni aspettazione il cholera si è sviluppato anche in questa parrocchia di Carmiano nella villa di Luzzano di Sopra nella persona di certa Domenica Mazzocchi, moglie di Paolo Alo (?)». Fino a quel momento si contava un solo caso avvenuto il 21 agosto. Poi la malattia colpiva altri individui nella villa del Mulino e Borgo di Carmiano e otto individui sono «miseramente iti all'eternità e crescendo ogni dì più ha finalmente troncata la vita a 26 individui dei quali 11 bambini e 15 oltre i 7 anni». Nel 1856 non si sarebbe verificato alcun caso di colera. Interessanti anche le osservazioni del sacerdote sulle malattie che, in quel periodo, colpivano i vigneti. Ma questo è un altro discorso e quindi chiudiamo qui. 50

53 cultura & storia Elogio della Zucca Piacentina alias bertina alias cucurbita maxima Carmen Artocchini Nota in Italia con nomi diversi cucùzza, corcoriga, sùca, cavôce, cucùssar, ecc la zucca arrivò dall America Meridionale in Europa nel XVI secolo con il mais, la patata, il pomodoro, i peperoni, il caffè, il cacao, i fagioli senza occhi e altri prodotti che, ovviamente adattati al gusto e alle tradizioni locali, presto sostituirono o si alternarono con quelli locali, assumendo un ruolo di primo piano nell alimentazione delle popolazioni 1. La zucca si diffuse in Italia nel corso del 1500 nelle tre varietà: bianca (pepo), marina (maxima) e turca (moschata) spodestando l autoctona lagenaria vulgaris, già conosciuta dai Romani (i quali però la utilizzavano per ottenere dei piccoli contenitori da vino), nel Medioevo usata nella cucina del tempo e, anche svuotata dei semi, trasformata in fiasca dai pellegrini e nei secoli successivi dai cacciatori in contenitori per conservarvi la polvere da sparo 2. Oggi, tra le specie più conosciute in Italia sono: Chioggia, Mantovana, Mammouth, Turbante, Ungherese, Violina, Alberga, Lagenaria, Benincasa, Piacentina, assai ricercata e, a detta degli esperti, tra le prime in assoluto. Poiché non viene coltivata in serra, questo ortaggio si può avere solo a maturazione naturale, cioè a fine estate e si può conservare per vari mesi in ambienti aerati, a una temperatura sugli 8/10 gradi. Ha il vantaggio di non avere bisogno di fitofarmaci e di essere resistente agli infestanti. Ortaggio prezioso, è del tutto commestibile: dai germogli e dalle foglie più tenere che cotte e frullate sono alla base di minestre, frittate e creme: ai fiori che, passati in pastella e fritti, costituiscono gustosi antipasti e contorni: alla polpa, che si presta, lessata, grigliata, cotta al vapore o al forno, per primi o secondi prelibati. Da non dimenticare poi i semi, usati per tisane, come i vermifughi (specie per la tenia o verme solitario nella medicina popolare); non solo, ma una volta seccati, diventano i famosi bruscolini. Della zucca, attualmente, sono note circa 900 specie, diverse per volume, forma, peso, colore, utilizzate come oggetti ornamentali, ma soprattutto in cucina per le loro qualità organolettiche, ossia: il minor apporto calorico, la scarsità di zuccheri, l abbondanza di vitamina A, le proprietà anticancerogene e farmacologiche; infatti la zucca è lassativa, antisettica, rinfrescante e, i suoi semi, anche afrodisiaci. La zucca, nel piacentino è di casa; è una presenza costante specie in campagna dove i suoi verdi rami striscianti con le ampie foglie coprono il terreno tenendolo fresco e si accendono di giallo quando si aprono i suoi fiori luminosi che poi si trasformano in enormi frutti. Frutti che, poi, in città campeggiano nelle botteghe dei verdurai e, una volta tagliati, svelano l intenso arancione interno che anticipa il gusto di appetitosi piatti. Un originale zuppiera per il risotto, la zucca scavata Tipica zucca da vino, completa di tappo fatto col tùtolo del mais, in uso nelle nostre campagne ancora nella prima metà del

54 cultura & storia V.Campi ( ): zucche in un cesto. Particolare del dipinto Fruttivendola (Pinacoteca Brera - Milano) Questo per Piacenza; ma che ruolo ha avuto la zucca nel resto d Italia? 52 Per inciso, troviamo la zucca anche nella nostra tradizione popolare, nella delicata composizione dialettale l succ in sàl sôlèr dell indimenticabile razdur Egidio Carella e nella parlata del popolo dove zucca è anche sinonimo di testa dura come chiaramente risulta nella espressione; At s è propri una sùca bartèina, tipica invettiva, in genere dei genitori verso i figli, ma anche indirizzata a qualcuno che si dimostra duro di comprendonio, che non vuol capire, che ha la testa dura, dura come appunto la zucca bartèina o berrettina 3. Che dura lo deve essere, per essere speciale e avere certe caratteristiche: il colore esterno che va dal grigio al grigioverde, forma bitorzoluta o costoluta (scrivono gli esperti), schiacciata ai poli, (su uno dei quali una specie di solco rotondo ricorda la papalina) e la polpa di un bel giallo-arancione. Piacenza, o meglio la sua gastronomia, deve molto alla zucca. In primo luogo i tortelli che si affiancano a quelli pure di magro che pare risalgano al Trecento, e hanno il ripieno a base di ricotta spinaci od erbette o altro; ma questi, alla ricotta abbinano invece la zucca ridotta in purea, il formaggio grana, le uova; la forma spesso è uguale in quanto il pieno viene posto su losanghe di pasta, rigorosamente chiuse a mano che, a operazione finita, si presentano con la coda 4. Abbiamo poi il pane di zucca, la torta dolce, la fricassea (fracassata nei vecchi ricettari), i fiori in pastella fritti, i tronchetti, le minestre e le zuppe di verdura che, con altri ortaggi, richiedono la zucca, la mostarda che, nel passato, specie nelle campagne, si faceva in casa sul tipo di quella cremonese, inserendo negli ingredienti miele, frutta varia, senape anche pezzetti dell ortaggio in questione. Da ultimo va ricordato il risotto che, purtroppo, non appare nei nostri manuali forse perché considerato comune a tante altre località, ma che invece dovrebbe avere un posto d onore in quanto con la nostra bartêina diventa una squisitezza. Accanto alle ricette tradizionali vanno aggiunte le nuove, più sofisticate, che nobilitano l ortaggio, abbinandolo a piatti particolari, creati dalle giovani leve di cuochi piacentini e soprattutto da George Cogny e Filippo Chiappini Dattilo, chefs di fama mondiale per merito dei quali il nome di Piacenza ha varcato i confini nazionali 5. La consultazione di una cinquantina di testi relativi alla gastronomia regionale ha confermato che l uso di questa cucurbitacea ha preso piede più che altro nel Nord, in particolar modo nel Nord-Est della nostra penisola. Infatti nel Sud e nel Centro Italia la zucca trova posto solo come verdura nei minestroni anche se qualche.timida presenza si registra a Napoli (abbinata ad una pasta asciutta e a un timballo di patate); e a un risotto in Sardegna. Non è però da escludere che il riferimento manchi nei testi locali o perché certe ricette ampiamente diffuse non sono considerate originarie del posto o perché l ortaggio non è tipico della zona e pertanto non congeniale al gusto locale 6. Passando poi al Nord troviamo una ratatouille a Susa: un polpettone, una torta, una minestra e i fiori fritti in Liguria. A Cremona, con gli gnocchi e un budino, abbiamo i tortelli il cui ripieno però è dato, oltre che dalla polpa di zucca, dagli amaretti polverizzati, da un trito di mostarda, da parmigiano reggiano grattugiato. Un pieno del genere si trova anche nei tortelli di quaresima di Romagna (con in più mandorle tostate sminuzzate, mostarda di mele), in Lombardia, e soprattutto a Mantova, leader di questo tipo di tortelli 7. E, a proposito di Mantova, si ricorda (a parte le citazioni dell ortaggio in testi di cucina del 1500), che nel secolo seguente il bolognese Bartolomeo Stefani. cuoco di Corte dei Gonzaga inserì la crema di zucca nel suo libro L arte del ben cucinare 8. Altre menzioni sono in testi ottocenteschi e testimonianze lampanti in quadri e nature morte di famosi pittori, alcuni dei quali legati a Piacenza, come Vincenzo Campi ( ) e Felice Boselli ( ).

55 cultura & storia Tornando alle ricette regionali, è al Friuli che va il primato della presenza della zucca nella gastronomia, per merito di Germano Pontoni, il quale, oltre che famoso cuoco ed autore di vari testi di cucina, si è dedicato alla ricerca, allo studio e al recupero delle ricette locali del passato, pubblicandole nel 2002 con il titolo La zucca si sposa unitamente a quelle che gli amici gli hanno inviato, non solo dal Veneto, ma anche da altre regioni italiane; sono antipasti, stuzzichini, primi e secondi piatti, contorni, pane, focacce, dolci e anche marmellate e gelati 9. E nel Friuli che si chiude questa curiosa indagine su un ortaggio forzatamente emigrato secoli fa dall America Latina, oggi perfettamente integrato, forse considerato troppo popolare e contadino da certi ceti (ad esempio non appare mai nei menù di Maria Luigia d Austria, duchessa di Parma e Piacenza) che, però, consente la realizzazione di piatti straordinari o come si diceva semplicemente un tempo da leccarsi le dita (o i baffi ) 10 NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 I fagioli dell occhio (così chiamati per la presenza di una piccola maccha nera sulla buccia), nel passato, cotti e passati al setaccio, costituivano uno degli ingredienti principali per i tortelli dolci che si confezionavano il 17 gennaio (S.Antonio abate) e per Carnevale. 2 Ancora verso la metà del secolo scorso, in campagna, certe zucche, dalla forma molto particolare, una volta seccate e svuotate dei semi, servivano come contenitori di acqua o vino da portare nei campi. Altre piccole zucche molto colorate e dalal forma bizzarra a volte diventano allegri oggetti decorativi 3 E.Carella l zuc in säl sôlär, in Campaan dasligà, Piacenza, Pignacca Ed., R.Mori, I tortelli del Petrarca, Piacenza, Tip.Le.Co, F.Chiappini-Dattilo, La cucina a colori, Piacenza, Tip.Le.Co., 1998; F. e S. Ferri-G.Cogny-S.Quagliaroli, Piacenza, il territorio e la cucina contemporanea, Piacenza, Tep. Arte, Rivieccio Zaniboni, M. Cucina e vini di Napoli e della Campania, Torino, Mursia, 1975; R.Corcos, Di erbe si vive, Sugarco Ed. 7 Nuovo Ricettario Carli, Ed. Pizzi, 2001: G.Marcenaro, La cucina di Genova e della Liguria, ed. Valenti, 1980: M.Contini, Milano in bocca, ed. Il Vespro, 1976: S.Donati. Il grande manuale della cucina regionale, Euroclub, 1979: L.Visioli Galetti, Cui pèe sòta l tàaol. Cucina Cremonese. Cremona 1976: P.Artusi, La scienza in cucina e l arte di mangiar bene, Firenze, Salani III. Ed.; L. Naldi, Storia e menù, Manoscritto Comunale n Biblioteca Civica Passerini Landi, Piacenza. 8 B.Stefani, L arte di ben cucinare et istruire i men periti in questa lodevole professione, Mantova, Osanna, Stampatori Ducali, G.Pontoni (e i suoi amici), La zucca si sposa. Ed. Leonardo, 2002: F.Boselli ( ): Natura morta con zucche, melanzani, fichi e fiori (Museo Glauco Lombardi - Parma) I tipici tortelli piacentini con la coda 53

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