piacenza PRIMO PIANO Partneariato Pubblico Privato e Project Financing - Sintesi 2013 ECONOMIA E TERRITORIO Piacenza Smart City? Tra essere e divenire

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1 piacenza economicarivista TRIMESTRALE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI PIACENZA N. 2/2014 PRIMO PIANO Partneariato Pubblico Privato e Project Financing - Sintesi 2013 ECONOMIA E TERRITORIO Piacenza Smart City? Tra essere e divenire RICERCHE E STUDI Dagli Interconfinia Civitatis al Confine Comunale CULTURA E STORIA Una pagina di storia: Cerignale nel 1799

2 piacenzaeconomica 2/2014 ANNO XXXVIII GIUGNO 2014 Rivista trimestrale della Camera di commercio di Piacenza - Autorizzazione del Tribunale n 58 del 16 luglio 1952 SOMMARIO 4 P R I M O P I A N O OSSERVATORIO REGIONALE DEL PROJECT FINANCING E DEL PARTENARIATO PUBBLICO-PRIVATO - SINTESI RAPPORTO 2013 Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Piacenza COMPONENTI DELL ORGANO DI GIUNTA Giuseppe Parenti Giulio Bergonzi Massimo Albano Attilia Jesini Alfredo Parietti Presidente Artigianato - Vice Presidente Agricoltura Industria Commercio Direttore Editoriale Cav. Lav. Dr. Ing. Giuseppe Parenti LAYOUT, IMPAGINAZIONE E RAPPORTI CON I COLLABORATORI Settore Internazionalizzazione Promozione Studi u.o Responsabilità Sociale d Impresa e supporto all innovazione Chiuso il 25 Febbraio A T T U A L I T A C A M E R A L E VIETNAM, UN MONDO DI OPPORTUNITA E C O N O M I A E T E R R I T O R I O PIACENZA SMART CITY? TRA ESSERE E DIVENIRE RICERCHE E STUDI I CONFINI URBANI: DAGLI INTERCONFINIA CIVITATIS AL CONFINE COMUNALE, DALLA CITTÀ MURATA ALLA CITTÀ CONTEMPORANEA di Valeria Poli C U L T U R A E S T O R I A UNA PAGINA DI STORIA: CERIGNALE NEL 1799 di Carmen Artocchini UNA STORIA DI STREGHE A GRAGNANO di Giacomo Scaramuzza

3 ATTUALITA CAMERALE 4 PRIMO PIANO OSSERVATORIO REGIONALE DEL PROJECT FINANCING E DEL PARTENARIATO PUBBLICO-PRIVATO - SINTESI RAPPORTO 2013

4 PRIMO PIANO Osservatorio regionale del Project Financing e del Partenariato pubblico-privato - Sintesi Rapporto 2013 Elaborato da CRESME (Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l Edilizia e il Territorio) per Unioncamere Emilia-Romagna Elementi di sintesi - Il mercato del PPP in Emilia Romagna nel 2013 rallenta. La nuova programmazione dei fondi strutturali europei può essere un occasione per il rilancio. Nel 2013, con l aggravarsi della crisi, le difficoltà del PPP si avvertono anche in Emilia Romagna. In base ai dati dell Osservatorio Regionale del Partenariato Pubblico Privato dell Emilia Romagna ( un sistema informativo e di monitoraggio degli avvisi di gara e delle aggiudicazioni sull intero panorama del PPP, promosso da Unioncamere Emilia Romagna e realizzato da Cresme Europa Servizi, il mercato regionale del PPP nel 2013 si caratterizza per un significativo rallentamento della domanda, dopo la ripresa, seppure debole, del 2012, a fronte di una crescita delle aggiudicazioni, dopo il crollo del Tali dinamiche sono la conseguenza della difficile situazione economica del Paese e indicano da un lato il persistere delle difficoltà nel reperire le risorse finanziarie e di diverse criticità legate all intero percorso decisionale, tecnico e realizzativo, soprattutto per operazioni di importo rilevante, dall altro invece confermano l interesse delle pubbliche amministrazioni, che guardano al PPP come a una strada da intraprendere per garantire servizi essenziali e di base ai cittadini e per riqualificare le città e il territorio. Tra gennaio e dicembre 2013, l Osservatorio ha censito 155 gare di PPP e un volume d affari, relativo a 99 gare di importo conosciuto, di 141 milioni. Rispetto al 2012 si registra L evoluzione delle aggiudicazioni di gare di PPP nel periodo (Mln ) Numero gare , , , ,0 Fonte: elaborazione CRESME ES per Unioncamere Emilia-Romagna ,2 349, , , ,0 1347, , , L evoluzione delle gare di PPP nel periodo (Mln ) Numero gare ,1 208,7 248,4 297, , , ,0 818,9 Fonte: elaborazione CRESME ES per Unioncamere Emilia-Romagna Importo (in milioni di ) un calo generalizzato: -24% il numero; - 29% l importo complessivo; -6% l importo medio per opera. Dinamiche opposte per le aggiudicazioni. Nel 2013 risultano assegnati 100 contratti dell importo complessivo di circa 1,1 miliardi di euro, quantità entrambe in crescita rispetto a quanto assegnato lo scorso anno (88 contratti aggiudicati del valore di 115 milioni), e i motori trainanti sono i settori impianti sportivi, reti energetiche e trasporti. Quest ultimo settore rappresenta l 82% del valore complessivo delle opere assegnate, grazie alla maxi concessione di lavori pubblici dell importo complessivo di 881 milioni di euro, di cui 506 per la realizzazione dell opera e 375 per la manutenzione e gestione, aggiudicata da ANAS Spa, in data 3 luglio 2013, in via provvisoria all ATI/RTI composta da Autostrada del Brennero Spa (capogruppo), Coopsette Soc. Coop a rl, Pizzarotti e C. Spa. Bilancio a doppia velocità rispetto al peso del PPP sull intero mercato delle gare per opere pubbliche. In termini di numero di gare il peso del PPP si riduce di circa 5 punti percentuali, si passa dal 26% del 2012 al 21% nel 2013; in termini di importo invece aumenta di circa 5 punti, si passa dal 15,5% al 20,2% (una percentuale decisamente più bassa di quelle registrate nel triennio , anni in cui si è registrato il maggiore volume d affari in PPP per effetto innanzitutto della messa in gara di alcune grandi tratte autostradali: oltre 1,3 miliardi nel 2008 di cui circa 1,1 miliardi relativi all autostrada , , , , Importo (in milioni di )

5 PRIMO PIANO Cispadana; 819 milioni nel 2009 di cui 633 relativi al raccordo autostradale Ferrara-Porto Garibaldi; circa 1,3 miliardi nel 2010 di cui 881 milioni per il collegamento autostradale Campogalliano-Sassuolo). Viste le difficoltà che stanno caratterizzando questo mercato complesso, un occasione per il rilancio potrebbe arrivare dai progetti per lo sviluppo sostenibile delle aree urbane per mezzo di strategie che prevedono azioni integrate per far fronte alle sfide economiche, ambientali, climatiche, demografiche e sociali. Tutte azioni che sono parte degli obiettivi dei Fondi Strutturali Europei , insieme all incremento occupazionale. Tali progetti potrebbero creare delle sinergie con le risorse disponibili, sia pubbliche che private, e potrebbero essere applicate a varie tipologie di azioni nelle aree urbane. Si pensi, ad esempio, all importanza del recupero, della riqualificazione e dell efficientamento energetico del patrimonio edilizio esistente nelle aree urbane, quali settori dinamici in grado di determinare positivi effetti sulla qualità del vivere urbano oltreché un certo impatto occupazionale. Territori: Emilia-Romagna nona per numero di opportunità e tredicesima per importi in gara in Italia - Rispetto a l intero mercato nazionale, nel 2013, l Emilia Romagna con 155 interventi in gara, contro una media regionale italiana di 145, si colloca al nono posto nella classifica per numero di opportunità, guidata dalla Lombardia, tre posizioni indietro rispetto al Nella classifica per volume d affari si colloca al Percentuale del PPP sulle Opere Pubbliche nel periodo ,9 44,2 36,7 26, ,4 21,2 19,8 20,2 16,4 10,6 14,0 15,5 15 7,9 7,6 5,0 6,4 7,6 1,2 2,7 3,8 3,6 4,0 4, Fonte: elaborazione CRESME ES per Unioncamere Emilia-Romagna ,2 tredicesimo posto, con 141 milioni contro una media regionale italiana di 258 milioni. Un anno prima occupava la sesta posizione. La Lombardia si posiziona in cima alle classifiche per numero di gare e importi, con 464 interventi e 802 milioni, (pari a quote del 16% del totale nazionale), dei quali 323 milioni relativi alla gara ai sensi dell art. 153, commi 1 14 del D.Lgs. 163/2006, per l affidamento del contratto di concessione di lavori pubblici avente ad oggetto la progettazione definitiva ed esecutiva e la realizzazione della Città della Salute e della Ricerca nel Comune di Sesto San Giovanni. Segue, il Piemonte, con la seconda posizione in entrambe le classifiche, con 257 iniziative e 585 milioni dei quali 390 per la gestione integrata dei rifiuti urbani nell area omogenea Bacino 16 dell ambito territoriale ottimale della provincia di Torino. Al terzo e al quarto posto troviamo rispettivamente la Campania (487 milioni) e l Umbria (453 milioni), anch esse per la presenza di maxi gare: la concessione di lavori pubblici per la realizzazione e gestione del termovalorizzatore per i rifiuti stoccati in balle di Napoli est nel territorio di Giugliano in Campania (NA) del valore 349 milioni; la concessione di servizi per il servizio di raccolta e trasporto relativo alla gestione integrata dei rifiuti urbani nell ambito territoriale integrato n. 4 Umbria, del valore di 439 milioni di euro. In Emilia Romagna la gara più grande del 2013, che ha un valore di oltre 39 milioni, è stata indetta da SRM Società Reti e Mobilità di Bologna, società costituita il 4 agosto 2003 dal Comune di Bologna e dalla Provincia di Bologna, a seguito della scissione dell ATC Spa e riguarda l affidamento delle operazioni di: gestione della sosta regolamentata su strada e del relativo incasso; acquisto, installazione e manutenzione della relativa segnaletica stradale, dei dispositivi tecnologici e delle apparecchiature di pagamento a servizio della sosta regolamentata stessa nel comune di Bologna. 5 LE CLASSIFICHE REGIONALI - Gare censite nel 2013 per REGIONE Numero* Importo mln di Lombardia Piemonte Campania Toscana Veneto Sardegna Puglia Sicilia Emilia Romagna Lazio Calabria Liguria Abruzzo Marche Friuli Venezia Giulia Trentino Alto Adige Basilicta Umbria Molise Valle d'aosta Lombardia Piemonte Campania Umbria Veneto Sicilia Trentino Alto Adige Lazio Abruzzo Puglia Calabria Liguria Emilia Romagna Sardegna Toscana Marche Molise Friuli Venezia Giulia Basilicata Valle d'aosta Fonte: elaborazione CRESME ES per Unioncamere Emilia-Romagna - *sono comprese le iniziative prive di indicazione sul valore del contratto

6 Segmenti di PPP: prime le concessioni di servizi - Le concessioni di servizi sono il segmento procedurale con il maggior numero di opportunità e il maggior valore nel 2013, con 115 gare del valore di oltre 77 milioni pari a quote del 74% del numero e del 55% del valore del mercato regionale. Un anno prima rappresentavano quote superiori al 76% con 156 gare e 156 milioni di euro. La seconda quota del mercato spetta alle concessioni di lavori pubblici: con 26 gare per 55 milioni di euro rappresentano il 17% del mercato per numero e il 39% per importo. Quote inferiori spettano alle altre gare di PPP (9% per numero e 6% per valore), mentre sono del tutto assenti le gare di locazione finanziaria di OOPP (aveva quote dell 1% per numero e importo nel 2012). Mercati provinciali: Bologna prima per numero di opportunità e per importo - La distribuzione territoriale delle gare di PPP censite nel 2013 nelle nove province dell Emilia Romagna mostra un intensa attività nella provincia PRIMO PIANO di Bologna, dove si concentra il 20% delle opportunità ed oltre il 50% dell investimento. Buoni risultati anche per i mercati di Ferrara, Parma e Reggio Emilia. Committenti: i Comuni e le Aziende speciali i protagonisti del Rispetto alla committenza, il mercato del PPP dell Emilia Romagna nel 2013 è formato principalmente dalla domanda dei Comuni, ma sono le Aziende speciali i principali committenti per importi in gara. PPP - LA SEGMENTAZIONE PROCEDURALE DEL MERCATO Gare censite nel 2013 per PROCEDURA Composizione % Numero* Importo Concessione di servizi 74% Concessione di servizi 55% Locazione Finanziaria di OOPP Altre gare di PPP 0% 9% Locazione Finanziaria di OOPP Altre gare di PPP 0% 9% Concessione di Lavori Pubblici 17% Concessione di Lavori Pubblici 17% Fonte: elaborazione CRESME ES per Unioncamere Emilia-Romagna - *sono comprese le iniziative prive di indicazione sul valore del contratto Aziende Speciali 6% Comuni 68% Ai Comuni, con 106 gare per 53 milioni, spettano quote del 68% del mercato del PPP regionale per numero di gare e del 38% per importi. Il confronto con la domanda espressa dai Comuni nel 2012 evidenzia un rallentamento dopo un anno di crescita: il numero di opportunità si riduce del 38% (si passa da 171 gare a 106) ed il volume d affari del 71% (da 184 milioni a 53). Le Aziende speciali, con sole 9 gare (6% del totale), assorbono il 39% degli importi (oltre 54 milioni di euro), di cui di oltre 39 milioni relativi alla gara indetta da SRM Società Reti e Mobilità di Bologna. Rispetto al 2012 il loro bilancio è positivo sia per numero di iniziative che per importo. I settori di attività: impianti sportivi, parcheggi, scolastico e sociale e reti energetiche - Rispetto al mercato delle gare, nel 2013 i protagonisti sono gli impianti sportivi per numero di iniziative, con 39 gare pari a un quarto delle gare totali, e le reti energetiche per importo con 52 milioni pari al 37% del totale del valore regionale. Buono anche il risultato dei settori: scolastico e sociale, cresciuto dalle 7 gare per 6,4 milioni del 2012 alle 12 gare per 14,7 milioni nel 2013 e dei parcheggi con 3 gare del valore di 40 milioni (nel 2012 le gare erano 4 di cui una di importo noto pari a 1,9 milioni). Da segnalare inoltre l ottimo risultato conseguito dai trasporti, nell ambito dei contratti aggiudicati nel corso del 2013, grazie alla maxi concessione di lavori pubblici dell importo complessivo di 881 milioni di euro, di cui 506 per la realizzazione dell opera e 375 per la manutenzione e gestione, aggiudicata da ANAS Spa, in data 3 luglio 2013, in via provvisoria all ATI/RTI composta da Autostrada del Brennero Spa (capogruppo), Coopsette Soc. Coop a rl, Pizzarotti e C. Spa. PPP - I COMMITTENTI Gare censite nel 2013 per TIPO COMMITTENTE Numero* 6 Regione 0% Aziende del servizio sanitario 6% Altro 15% Province 5% Comuni 38% Province 0% Altro 5% Fonte: elaborazione CRESME ES per Unioncamere Emilia-Romagna - *sono comprese le iniziative prive di indicazione sul valore del contratto Importo Regione 0% Aziende del servizio sanitario 18% Aziende Speciali 39% PPP - I SETTORI DI ATTIVITA - Gare censite nel 2012 e nel 2013 per TIPOLOGIA DI OPERA - Importo in milioni di di cui importo noto di cui importo noto N. TOTALE Numero Importo N. Importo medio TOTALE Numero Importo Importo medio Acqua, gas, energia, telecomunicazioni ,6 12, ,1 Approdi turistici Arredo urbano e verde pubblico 9 2 0,1 0, Beni culturali Centri polivalenti Cimiteri ,1 0,8 Commercio e artigianato ,2 0, ,4 0,1 Direzionale Igiene urbana 2 2 3,8 1, Impianti Sportivi ,6 0, ,8 0,4 Parcheggi 4 1 1,9 1, ,2 13,4 Riassetto di comparti urbani ,5 1,3 Sanità ,8 44, ,3 4,6 Scolastico e sociale 7 6 6,4 1, ,7 1,2 Tempo libero , ,2 Trasporti 2 1 0,1 0, ,1 0,1 Turismo 7 6 1,1 0, ,6 0,1 Varie , ,3 1,3 Fonte: elaborazione CRESME ES per Unioncamere Emilia-Romagna -

7 PRIMO PIANO PPP E OOPP A CONFRONTO Il mercato dei bandi di gara e delle aggiudicazioni, come emerge dall analisi trasversale delle opere pubbliche, basata sulle diverse modalità di realizzazione, ha conosciuto a partire dagli anni 2000 una grande trasformazione. Sono entrate in scena nuove procedure di affidamento e nuovi meccanismi di selezione delle imprese: il project financing, l introduzione della figura del contraente generale, l appalto integrato, e più di recente la locazione finanziaria immobiliare in costruendo e il contratto di disponibilità. A ciò si è accompagnata una sempre maggiore apertura ai privati sia per la gestione delle opere realizzate, che per quanto riguarda la partecipazione finanziaria all investimento. Tutti fattori che hanno contribuito a cambiare i rapporti tra domanda ed offerta. Dall avvio del processo di trasformazione sono passati oltre dieci anni e l osservazione dell evoluzione del mercato delle opere pubbliche consente di affermare che i cosiddetti nuovi mercati oramai sono diventati mercati consolidati cui fa riferimento un numero sempre maggiore di amministrazioni pubbliche. Per tali ragioni, a partire da questa edizione del Rapporto, il mercato delle opere pubbliche viene segmentato in due nuovi gruppi che tengono conto dei diversi caratteri della domanda pubblica. Il primo, denominato mercati complessi, raggruppa i contratti di costruzione, manutenzione e gestione di opere e servizi di pubblica utilità interamente finanziati con risorse pubbliche o riconducibili ad operazioni di Partenariato Pubblico Privato, che richiedono al settore pubblico competenze che non sono di solito necessarie negli appalti tradizionali (una preparazione e una pianificazione dettagliata dei progetti e una gestione adeguata della fase di gara nonché un attenta preparazione del contratto per definire i livelli di servizio, allocare i rischi e trovare un equilibrio accettabile tra i rischi e i rendimenti commerciali), e al settore privato maggiori rischi. Il secondo denominato mercati dei lavori tradizionali, ovvero quello che riunisce i contratti di sola esecuzione dei lavori, quelli che tra il 2002 e il 2012 hanno perso importanti quote di mercato ma nel 2013 provano a riprendersene almeno una parte, e quelli che mettono insieme le attività di progettazione ed esecuzione ma non la manutenzione e gestione (appalti integrati e contraente generale). Osservando il trend del numero e dell importo delle gare per opere pubbliche indette tra il 2002 e il 2013 in Emilia Romagna emerge subito il continuo ridimensionamento del numero fino al 2009 per poi stabilizzarsi su un numero medio annuo inferiore a 800 gare (meno della metà del numero di gare medio annuo del periodo pari a gare) a fronte di un andamento più incerto del valore, che si chiude però con un anno di forte calo. Il 2008, con oltre 3 miliardi, è l anno in cui il mercato raggiunge il valore più alto grazie alla gara, indetta dalla Regione Emilia Romagna, per l affidamento della concessione di lavori pubblici per la realizzazione dell Autostrada regionale Cispadana. Il 2013, con l aggravarsi della crisi e i tagli alla spesa pubblica, l importo dei lavori messi in gara crolla a meno di 700 milioni, l importo più basso dal Il mercato delle opere pubbliche nel 2013 ha registrato un bilancio complessivamente negativo. Rispetto al 2012 la domanda si riduce del 6% a fronte di un valore del mercato quasi dimezzato (-45%). Nell ultimo anno entrano in crisi i mercati complessi e provano a ripartire quelli tradizionali trainati dagli appalti per la sola esecuzione dei lavori. Per quanto riguarda i singoli segmenti di mercato, il 2013 segna l entrata in crisi del mercato complesso del partenariato pubblico privato. Rispetto al 2012 si riduce del 24% la domanda e del 29% il valore del mercato e all origine della frenata vi sono da un lato le difficoltà di accesso al credito, dall altro il persistere di diverse criticità legate all intero percorso decisionale, tecnico e realizzativo. Bandi di gara per la realizzazione di opere pubbliche in Emilia Romagna - Il trend Numero indice 2002=100 Numero indice 1995= mln Fonte: CRESME Europa Servizi Importo mln 2009 Numero mln 2013

8 L evoluzione del PPP - In base ai dati dell Osservatorio Regionale del Partenariato Pubblico Privato dell Emilia Romagna ( un sistema informativo e di monitoraggio degli avvisi di gara e delle aggiudicazioni sull intero panorama del PPP, promosso da Unioncamere Emilia Romagna e realizzato da Cresme Europa Servizi, il mercato regionale del PPP nel 2013 si caratterizza per un significativo rallentamento della domanda, dopo la ripresa, seppure debole, del 2012, a fronte di una crescita delle aggiudicazioni, dopo il crollo del Tali dinamiche sono la conseguenza della difficile situazione economica del Paese e indicano da un lato il persistere delle difficoltà nel reperire le risorse finanziarie e di diverse criticità legate all intero percorso decisionale, tecnico e realizzativo, soprattutto per operazioni di importo rilevante, dall altro invece confermano l interesse delle pubbliche amministrazioni, che guardano al PPP come a una strada da intraprendere per garantire servizi essenziali e di base ai cittadini e per riqualificare le città e il territorio. Tra gennaio e dicembre 2013, l Osservatorio ha censito 155 gare di PPP e un volume d affari, relativo a 99 gare di importo conosciuto, di 141 milioni. Rispetto al 2012 si registra un calo generalizzato: -24% il numero; - 29% l importo complessivo; -6% l importo medio per opera. Dinamiche opposte per le aggiudicazioni. Nel 2013 risultano assegnati 100 contratti dell importo complessivo di circa 1,1 miliardi di euro, quantità entrambe in crescita rispetto a quanto assegnato lo scorso anno (88 contratti aggiudicati del valore di 115 milioni), e i motori trainanti sono i settori impianti sportivi, reti energetiche e trasporti. Quest ultimo settore rappresenta l 82% del valore complessivo selle opere assegnate, grazie alla maxi concessione di lavori pubblici dell importo complessivo di 881 milioni di euro, di cui 506 per la realizzazione dell opera e 375 per la manutenzione e gestione, aggiudicata da ANAS Spa, in data 3 luglio 2013, in via provvisoria all ATI/RTI composta da Autostrada del Brennero Spa (capogruppo), Coopsette Soc. Coop a rl, Pizzarotti e C. Spa. Bilancio a doppia velocità rispetto al peso del PPP sull intero mercato delle gare per opere pubbliche. In termini di numero di gare il peso del PPP si riduce di circa 5 punti percentuali, si passa dal 26% del 2012 al 21% nel 2013; in termini di importo invece aumenta di circa 5 punti, si passa dal 15,5% al 20,2% (una percentuale decisamente più bassa di quelle registrate nel triennio , anni in cui si è registrato il maggiore volume d affari in PPP per effetto innanzitutto della messa in gara di alcune grandi tratte autostradali: oltre 1,3 miliardi nel 2008 di cui circa 1,1 miliardi relativi all autostrada Cispadana; 819 milioni nel PRIMO PIANO 2009 di cui 633 relativi al raccordo autostradale Ferrara-Porto Garibaldi; circa 1,3 miliardi nel 2010 di cui 881 milioni per il collegamento autostradale Campogalliano-Sassuolo). I quattro segmenti procedurali - Per quanto riguarda le tipologie contrattuali cui fanno ricorso le Amministrazioni Pubbliche per l affidamento di operazioni di PPP che, com è noto, l Osservatorio per esigenze statistiche le ha riunite in quattro gruppi principali concessioni di lavori pubblici, concessioni di servizi, locazione finanziaria di opere pubbliche o di pubblica utilità (leasing immobiliare in costruendo) e altre gare di PPP (una molteplicità di forme contrattuali, che vanno dal contratto di sponsorizzazione, alla società mista, al nuovo contratto di disponibilità, ai contratti collegati ai programmi di riqualificazione urbana) si osserva quanto segue: le concessioni di servizi, nel 2013, sono prime per numero di opportunità e per importo, con 115 gare e 77 milioni, pari a quote del 74% per numero e del 55% per importo del mercato regionale (un anno prima rappresentavano oltre il 76% per numero di gare e per importo); le concessioni di lavori pubblici rappresentano la seconda quota del mercato. Con 26 gare per 55 milioni di euro rappresentano il 17% del mercato per numero e il 39% per importo (un anno prima, con 28 gare e 22 milioni, rappresentavano il 14% per numero di gare e per importo);le altre gare di PPP rappresentano invece il 9% delle opportunità e il 6% per valore con 14 gare e 9 milioni; i contratti di locazione finanziaria di OOPP, sono del tutto assenti (avevano quote dell 1% per numero e importo nel 2012). Nel 2013, il confronto con tre regioni compatibili, rappresentative delle diverse realtà nazionali, conferma la diffusa incisività numerica delle concessioni di servizi, con quote superiori al 70%, mentre dal lato dell investimento si osserva una maggiore incidenza delle concessioni di lavori pubblici in Italia, Lombardia e Campania, ma non in Emilia Romagna e nel Lazio dove 8 MERCATO OPERE PUBBLICHE - Gare censite per SISTEMA DI REALIZZAZIONE LAVORI negli anni 2002,2005, (Importi in milioni di ) Totale '02-'13 NUMERO Partneariato pubblico-privato(1) Concessione di lavori pubblici(2) Concessione di servizi Costruzione/manutenzione e gestione TOTALE MERCATI COMPLESSI(3) Progettazione e realizzazione Sola esecuzione TOTALE MERCATI DI LAVORI TRADIZIONALI(4) TOTALE OOPP Incidenza% mercati complessi su OOPP 1,9 6,0 25,5 40,7 28,9 30,5 23,1 10,9 IMPORTO (Mln ) Partneariato pubblico-privato(1) Concessione di lavori pubblici(2) Concessione di servizi Costruzione/manutenzione e gestione TOTALE MERCATI COMPLESSI(3) Progettazione e realizzazione Sola esecuzione TOTALE MERCATI DI LAVORI TRADIZIONALI(4) TOTALE OOPP Incidenza% mercati complessi su OOPP 13,2 25,3 54,6 63,3 26,7 44,3 23,2 32,0 Fonte: elaborazione CRESME ES per Unioncamere Emilia-Romagna - (1) Comprese gare per affidamento di concessioni di lavori pubblici, concessioni di servizi, appalti di leasing immobiliare in costruendo e altri contratti PPP (2) Comprese gare di concessione di lavori pubbici ad iniziativa pubblica e ad iniziativa privata (3) Comprese gare di costruzione, manutenzione, e gestione di opere e servizi di pubblica utilità interamente finanziati con risorse pubbliche o riconducibili ad operazioni di Parneariato Pubblico Privato (4) Comprese gare per l affidamento dei lavori mediante appalti di sola esecuzione, appalti integrati e contraente generale

9 PRIMO PIANO si distinguono ancora le concessioni di servizi. In particolare: le concessioni di servizi nel Lazio (78,1%) e in Emilia-Romagna (74,2%) rappresentano quote della domanda superiori alla media nazionale (72,5%) e a quelle di Lombardia (71,8%) Campania (70,8%); le concessioni di lavori pubblici rappresentano quote importanti del valore del mercato del PPP in Campania (83%) e in Lombardia (56%) grazie a due maxi concessioni per la realizzazione e gestione del termovalorizzatore per i rifiuti stoccati in balle a Giugliano in Campania e per la realizzazione della Città della Salute e della Ricerca nel Comune di Sesto San Giovanni. Quota maggiore alle concessioni di servizi nel Lazio (62,4%) e in Emilia-Romagna (54,9%) grazie rispettivamente alla gara per la gestione integrata dei rifiuti ed al tempo stesso individuazione del socio privato, partner industriale non stabile della S.A.PRO.DI.R. Srl, indetta dalla Provincia di Rieti e per la gestione della sosta regolamentata su strada e del relativo incasso; acquisto, installazione e manutenzione della relativa segnaletica stradale, dei dispositivi tecnologici e delle apparecchiature di pagamento a servizio della sosta regolamentata stessa, bando indetto da SRM Società Reti e Mobilità di Bologna. Le tipologie di opere - In relazione ai settori di attività, nel 2013 il primato economico assoluto spetta al settore delle reti con 52 milioni messi in gara, mentre gli impianti sportivi guidano la classifica per numero di opportunità, con 39 gare. Rispetto al 2012 il primo settore registra un bilancio del tutto negativo (-10% il numero e -47% il valore), mentre il secondo mostra un bilancio a doppia velocita, con il numero in calo (da 95 gare a 38, -59%) ed il valore in crescita (da 5,6 milioni a 10,8, +94%). Per quanto riguarda le reti la gran parte del volume d affari è diretto alla realizzazione di interventi per la produzione di energia da fonti rinnovabili e alla gestione integrata del servizio di illuminazione pubblica con la realizzazione di nuovi impianti e di interventi di efficienza energetica e di adeguamento normativo sugli impianti esistenti. Per quanto riguarda gli impianti sportivi invece la quasi totalità delle gare è diretta all affidamento in gestione di impianti sportivi comunali esistenti con l obiettivo di valorizzarli e riqualificarli mediante l esecuzione di interventi volti alla messa a norma, al risparmio energetico e al potenziamento dell offerta sportiva. Da segnalare inoltre l ottimo risultato conseguito dai trasporti, nell ambito dei contratti aggiudicati nel corso del 2013, grazie alla maxi concessione di lavori pubblici per la realizzazione del collegamento autostradale Campogalliano-Sassuolo dell importo complessivo di 881 milioni di euro, di cui 506 per la realizzazione dell opera e 375 per la manutenzione e gestione, aggiudicata PPP -Gare censite nel 2013 per SETTORE DI ATTIVITA Impianti sportivi Commercio e artigianato Acqua, gas, energia, etc. Scolastico e sociale Turismo Tempo libero Arredo urbano e verde etc. Cimiteri Trasporti Riqualificazione urbana Sanità Parcheggi Varie Igiene urbana Direzionale Centri polivalenti Beni culturali Approdi turistici NUMERO Fonte: elaborazione CRESME ES per Unioncamere Emilia-Romagna Acqua, gas, energia, etc. Parcheggi Scolastico e sociale Impianti Sportivi Sanità Cimiteri Arredo urbano e verde etc. Riqualificazione urbana Commercio e artigianato Varie Tempo libero Turismo Trasporti Igiene urbana Direzionale Centri polivalenti Beni culturali Approdi turistici 1,3 1,0 0,6 0,1 2,5 1,4 4,1 3,0 9,3 10,8 14,7 9 40,2 52, IMPORTO (milioni di euro) da ANAS Spa, in data 3 luglio 2013, in via provvisoria all ATI/RTI composta da Autostrada del Brennero Spa (capogruppo), Coopsette Soc. Coop a rl, Pizzarotti e C. Spa. Aggregando i 18 settori del PPP individuati in tre macro famiglie di interventi, emerge la costante attenzione per la riqualificazione urbana, intendendo l insieme di interventi di rigenerazione dello spazio costruito, utile al miglioramento della qualità della vita. Si tratta di un mercato, attivato soprattutto dai Comuni, che rappresenta nel 2013 quote del 67% della domanda e del 43% del volume d affari complessivo. Tale mercato registra anche un significativo incremento del peso economico rispetto all intero mercato delle opere pubbliche: si passa dal 7% del 2012 al 21% nel Ai servizi essenziali, intendendo l insieme delle gare per interventi sulle reti (acqua, gas, energia, illuminazione e telecomunicazioni), per i servizi cimiteriali e per lo smaltimento rifiuti, nel 2013 competono quote del mercato del PPP del 21% per numero e del 40% per importo, mentre risulta più limitato il peso dei servizi di base, ovvero trasporti, sanità ed edilizia scolastica e sociale.

10 La dimensione delle opere - Rispetto alla dimensione delle operazioni di PPP, nel 2013, come in passato, risulta rilevante il numero di operazioni di importo inferiore a 5 milioni di euro, ma il maggiore investimento ha riguardato le iniziative di importo superiore. Le iniziative di importo inferiore a 5 milioni di euro sono state 93, per un ammontare complessivo di 56 milioni, quantità che corrispondono a quote, rispettivamente per numero e importo, del 94% e del 40% del mercato complessivo del PPP se si escludono le iniziative per le quali non si conosce il valore del contratto. Le iniziative di importo superiore a 5 milioni di euro, invece, sono state appena 6 (solo il 6% della domanda) ma il loro valore economico è di 85 milioni pari al 60% del mercato complessivo del PPP. Nel 2012 erano state sempre sei (6% della PRIMO PIANO PPP - La dimensione delle opere - Gare censite nel 2012 e 2013 per CLASSI DI IMPORTO (Mln ) Numero Importo Importo medio Numero Importo Importo medio Importo non segnalato Fino a ,8 0, ,5 0,2 Da a ,5 1, ,2 1,8 Da a ,7 3,6 6 20,9 3,5 Da a ,3 7,7 4 29,8 7,5 Da a ,4 23,5 2 55,4 27,7 Oltre ,6 75, TOTALE ,4 1, ,9 0,9 Fonte: elaborazione CRESME ES per Unioncamere Emilia-Romagna - domanda) ma valevano 161 milioni di euro ( 82% del mercato). Rispetto al 2012, inoltre, si è ridotto notevolmente il numero dei bandi senza indicazioni sul valore presunto del contratto. Si tratta di 56 bandi (erano 95 nel 2012) in gran parte volti all affidamento di gare di concessione di servizi (38 bandi). In termini di dinamica, le iniziative di importo non segnalato calano del 41%, quelle di importo inferiore a 5 milioni di euro si riducono del 9% in termini di numero ma crescono del 54% per importo, mentre le iniziative di importo superiore a 5 milioni sono costanti per numero, ma in netto calo per valore (-47%). Di seguito viene riportata la scheda di dettaglio della gara di maggiore importo del 2013: la concessione del servizio di gestione della sosta regolamentata su strada indetta da SRM Società Reti e Mobilità di Bologna, del valore globale di 39,4 milioni di euro. SCHEDA - La gara di maggiore importo del 2013 SRM Società Reti e Mobilità di Bologna Gestione della sosta regolamentata su strada e del relativo incasso; acquisto, installazione e manutenzione della relativa segnaletica stradale, dei dispositivi tecnologici e delle apparecchiature di pagamento a servizio della sosta regolamentata SRM Società Reti e Mobilità di Bologna, società costituita il 4 agosto 2003 dal Comune di Bologna e dalla Provincia di Bologna, a seguito della scissione dell ATC Spa, ha pubblicato sulla GURI n.61 del 27 maggio 2013, il bando di gara per l affidamento in concessione delle operazioni di: gestione della sosta regolamentata su strada e del relativo incasso; acquisto, installazione e manutenzione della relativa segnaletica stradale, dei dispositivi tecnologici e delle apparecchiature di pagamento a servizio della sosta regolamentata stessa. L iter per l affidamento della concessione inizia con la deliberazione n. 54/10, PG /10, del 29 gennaio 2010, con cui il Consiglio Comunale ha dato mandato all Agenzia SRM di riprendere la procedura di gara per l affidamento dei servizi di Tpl, da concludersi entro il 2010, decidendo al contempo di non avviare la separata procedura a evidenza pubblica relativa all affidamento del Piano sosta e di servizi/attività a esso complementari. Con deliberazione Consiliare odg n. 154 del 20 dicembre 2011, in base agli approfondimenti ulteriormente compiuti si integravano gli indirizzi di cui al punto precedente e si attribuiva il compito di stazione appaltante alla SRM Spa (oggi Srl), in quanto società strumentale del Comune di Bologna che agisce anche quale Agenzia locale per la mobilità e il Auto parcheggiate con parchimetro a Forlì trasporto pubblico locale. Con delibera di Giunta n. 50 del 17 aprile 2012, è stata approvata la convenzione con la SRM Srl stipulata in data 11 maggio 2012 con Rep per l effettuazione della gara e per la gestione successiva del relativo contratto di servizio, mentre con deliberazione Consiliare odg n. 305 del 15 ottobre 2012, PG /12 a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 199 del 20 luglio 2012 e del mutato quadro normativo venivano confermati formalmente gli indirizzi già espressi negli atti deliberativi sopra richiamati, precisando, in particolare, che la scelta per una procedura di evidenza pubblica per la ricerca dell affidatario del servizio si conferma in ragione del fatto che solo un confronto concorrenziale consente 10

11 PRIMO PIANO al Comune di verificare le migliori condizioni che il mercato è in grado di offrire. Dopo sette mesi prende il via l affidamento della concessione, che in base alla documentazione di gara prevede: a) l installazione, sostituzione, manutenzione dei parcometri; b) acquisto, installazione e manutenzione della segnaletica vert icale e orizzontale afferente alle aree oggetto di affidamento; c) predisposizione e distribuzione di strumenti di esazione alternativi (abbonamenti, voucher cosiddetti gratta e sosta, abbonamenti, autoparchimetri) d) accertamento delle violazioni del Codice della Strada relativamente alla sosta svolto dagli ausiliari del traffico ai sensi della L. 127/97; e) gestione della sosta a pagamento in strutture adibite all uso di parcheggio; f) gestione completa del servizio di rilascio dei contrassegni e dei permessi per l accesso e la sosta nella ZTL e nelle aree regolamentate dal Piano sosta, nonché dei contrassegni/permessi H handicap ; g) gestione del servizio di car-sharing nel territorio del Comune di Bologna e aree limitrofe; h) servizi di mobilità ciclabile (servizio C entro in bici ed eventuali altre operazioni, anche di promo-zione). Il Concessionario avrà: la gestione complessa di circa stalli su strada a pagamento e di circa stalli su strada regolamentati; la gestione diretta di 8 parcheggi fuori strada (struttura/cielo aperto) per complessivi circa posti auto e indiretta, tramite contratto di locazione attualmente in vigore, di ulteriori 2 parcheggi in struttura; la gestione (manutenzione, callcenter e gestione contratti) di circa 50 vetture del servizio di car-sharing nel territorio del Comune di Bologna e in comuni limitrofi in virtù dell accordo fra Provincia di Bologna e Comune di Bologna attraverso il subentro nella convenzione fra l attuale gestore e il consorzio Iniziativa Car-Sharing (ICS); la gestione di circa 200 biciclette del servizio C entro in bici (bike-sharing), nonché di Semaforo, segnaletica, pista cicabile eventuali sviluppi previsti per il progetto. Nella documentazione di gara è specificato come l affidamento di una pluralità di servizi possa ritenersi giustificata da vari elementi come le economie di scala (diminuzione del costo aziendale medio unitario di produzione) e di gamma (beneficio in termine di riduzione di costi totali che l azienda può ottenere se produce due determinati beni/servizi insieme anziché separatamente), che ne rendono conveniente l affidamento simultaneo. Inoltre l evidente complementarietà tra i diversi servizi/attività e funzioni, rende maggiormente gestibile la relazione, anche contrattuale, con il Comune di Bologna che realizza le sue politiche di mobilità attraverso scelte combinate di incentivo/vincolo. L affidamento a un unico soggetto consente altresì al Comune una maggiore flessibilità nella gestione delle politiche tariffarie e delle aree di sosta anche in funzione delle turbolenze di sistema dovute, fra l altro, alla cantierizzazione di opere pubbliche previste nei prossimi anni attraverso massima flessibilità nella definizione delle modifiche alle aree a pagamento con gli inevitabili impatti sulla generazione dei ricavi, a partire dalla fase di progettazione degli interventi, opportunità di garantire la certezza e la celerità negli interventi tecnici di modifica della segnaletica e delle infrastrutture di pagamento, contestuale modifica della progettazione e della programmazione delle attività di controllo della regolarità della sosta. Il valore della concessione è stimato pari ai ricavi derivanti dalle attività affidate. I valori consuntivi 2011 relativi a tali ricavi sono i seguenti: ricavi derivanti dalla sosta regolamentata su strada e in struttura: ,00 euro; ricavi derivanti dal rilascio contrassegni/permessi: ,00 euro; ricavi derivanti dal car-sharing e dagli altri servizi complementari alla mobilità (es. bike-sharing): ,00 euro. È inoltre previsto che l affidatario acquisisca dall attuale gestore il ramo d azienda al momento impiegato per l erogazione del servizio. Questa previsione è dettata, principalmente, dall evoluzione che le operazioni hanno avuto a tutt oggi, tale da determinare pratiche e specializzazioni tecniche e professionali che sono in capo a operatori esperti, cui sono accompagnati beni e contratti altrettanto essenziali per l erogazione del servizio, in piena continuità di regolarità e livel lo qualitativo Il valore complessivo stimato dei servizi/attività in affidamento per la durata della concessione (36 mesi) è stimabile nell importo di ,00 di euro. All affidatario spettano, quale remunerazione per le operazioni prestate: 1. per la gestione della sosta su strada e in struttura: un aggio, soggetto a ribasso, sui ricavi derivanti dalla sosta su strada e in struttura fino a un determinato livello di ricavi; un aggio, non soggetto a ribasso, su ogni euro o sua porzione incassati eccedente il livello di ricavi di cui al punto precedente; 2. per l attività di rilascio contrassegni/permessi: un aggio, non soggetto a ribasso, sui ricavi derivanti dai contrassegni/permessi rilasciati; un corrispettivo riconosciuto all affidatario, soggetto a ribasso, a compensazione degli obblighi di servizio; 3. per la gestione del servizio di car-sharing (e bike-sharing, ): la titolarità dei relativi ricavi; un corrispettivo riconosciuto all affidatario a compensazione degli obblighi di servizio, non soggetto a ribasso. Trattandosi di una concessione, il valore effettivo del presente affidamento dipenderà dal valore dei ricavi effettivi dei servizi e dall offerta dell affidatario in sede di gara. 11

12 PRIMO PIANO Alla scadenza dell affidamento (36 mesi), ovvero in ogni caso di cessazione anticipata dell efficacia dello stesso, l affidatario sarà tenuto a garantire la prosecuzione delle operazioni fino al subentro del nuovo gestore, alle condizioni disciplinate nel contratto di servizio. Qualora la prosecuzione delle operazioni dovesse protrarsi oltre un anno dalla scadenza dell affidamento, le parti potranno concordare di apportare al contratto gli adeguamenti ritenuti necessari. Il termine per la presentazione delle domande di partecipazione è fissato per le ore 13:00 del 1 luglio 2013, mentre il 22 luglio 2013 è prevista la spedizione degli inviti a presentare offerte ai candidati prescelti. Il 24 gennaio 2014 la concessione viene aggiudicata, con una offerta di ,00 euro, a TPER Trasporto Passeggeri Emilia Romagna Spa, società di trasporti pubblici nata il 1 febbraio 2012 dalla fusione dei rami -trasporto di ATC, azienda di trasporti su gomma di Bologna e Ferrara, e FER, società regionale ferroviaria, ed i cui azionisti sono: la Regione Emilia-Romagna (46,13% delle quote), il Comune di Bologna (30,11%), la Provincia di Bologna (18,79%), l Azienda Consorziale Trasporti ACT di Reggio Emilia (3,06%), la Provincia di Ferrara (1,01%), il Comune di Ferrara (0,65%) e le Province di Mantova, Modena, Parma, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini (con lo 0,4% delle quote ciascuna). LE MODALITÀ Concessione di servizi Offerta economicamente più vantaggiosa I TEMPI 27 maggio 2013: pubblicazione del bando di gara sulla GURI n.61 1 luglio 2013: termine stabilito per la presentazione delle domande di partecipazione 22 luglio 2013: data prevista la spedizione degli inviti a presentare offerte ai candidati prescelti 36 mesi: durata della concessione 24 gennaio 2014: data di aggiudicazione I NUMERI ,00 euro: importo complessivo per l intera durata della concessione, di cui: ,00 euro: importo annuo della concessione così suddiviso: ,00 euro: ricavi derivanti dalla sosta regolamentata su strada e in struttura ,00 euro: ricavi derivanti dal rilascio contrassegni/permessi ,00 euro: ricavi derivanti dal car-sharing e dagli altri servizi complementari alla mobilità (es. bikesharing) ,00 euro: importo di aggiudicazione stalli su strada da gestire di cui: stalli su strada a pagamento stalli su strada regolamentati 8 parcheggi fuori strada per complessivi circa posti auto 2 parcheggi in struttura Gestione di 50 vetture del servizio car-sharing Gestione di circa 200 biciclette per il servizio bike-sharing 12

13 PRIMO PIANO I committenti - Rispetto alla committenza, il mercato del PPP dell Emilia Romagna nel 2013 è formato principalmente dalla domanda dei Comuni, ma sono le Aziende speciali i principali committenti per importi in gara. Ai Comuni, con 106 gare per 56 milioni, spettano quote del 68% del mercato del PPP regionale per numero di gare e del 38% per importi. Il confronto con la domanda espressa dai Comuni nel 2012 evidenzia un rallentamento dopo un anno di crescita: il numero di opportunità si riduce del 38% (si passa da 171 gare a106) ed il volume d affari del 71% (da 184 milioni a 53). Le Aziende speciali, con sole 9 gare (6% del totale), assorbono il 39% degli importi (oltre 54 milioni di euro), di cui di oltre 39 milioni relativi alla gara indetta da SRM Società Reti e Mobilità di Bologna. Rispetto al 2012 il loro bilancio è positivo sia per numero di iniziative che per importo. I COMMITTENTI DEL PPP IL RUOLO CENTRALE DEI COMUNI Il mercato del PPP dei Comuni dell Emilia-Romagna nel 2013 è rappresentato da: 106 gare per un importo di 53,3 milioni, riferito a 63 iniziative di importo noto; 83 aggiudicazioni per un importo di oltre 178 milioni. Rispetto al 2012, si osserva un calo della domanda, ma una netta crescita dei contratti firmati. I Comuni in Emilia-Romagna fanno ricorso a tutte le diverse formule di partenariato, tranne la locazione finanziaria di OOPP: le concessioni di servizi si distinguono sia per numero di gare che per valore, con 79 iniziative e 29,6 milioni (in calo rispetto al 2012); le concessioni di lavori pubblici, con 19 gare e 14,9 milioni, registrano un bilancio negativo rispetto al 2012: -9,5% il numero di opportunità e -15% l importo; Ad attivare gare di PPP nel 2012 è stato il 21% dei Comuni dell Emilia-Romagna, ovvero 74 Comuni su 348 totali, che esprimono il 48% della popolazione residente1 in regione. L importo medio per abitante attivato dai 74 Comuni è stato di 25 euro, con un valore minino di 7 euro negli 11 Comuni con una popolazione superiore ai abitanti, e uno massimo di 154 euro nei Comuni con popolazione con la popolazione compresa tra i abitanti e i abitanti. I comuni, con popolazione compresa da a abitanti assorbono oltre il 43% della domanda, mentre i comuni con popolazione residente compresa tra i abitanti e i abitanti, interessati da operazioni di PPP esprimono circa il 40% degli importi. Da segnalare inoltre il contratto del valore di 76 milioni di euro relativo alla concessione del servizio globale di gestione degli impianti di illuminazione pubblica semaforici e tecnologici del Comune di Ravenna, assegnato all ATI con capogruppo C.P.L. Concordia Soc. Coop. PPP - Evoluzione della domanda dei COMUNI - Gare a ggiudicazioni censite nel periodo GARE NUMERO* PPP e OO.PP. a confronto - Gare censite nel 2013 per TIPO DI COMMITTENTE - (Mln ) 2013 Var. % 2013/2012 Numero Importo Importo medio Numero Importo Importo medio TOTALE MERCATO GARE OPERE PUBBLICHE Regione 19 3,2 0,2 0,2 54,90-83,70 Province 52 26,0 0,5 0,5-57,50-47,70 Comuni ,9 0,8 0,8 8,20 5,00 Altri enti territoriali ,3 1,3-45,60-42,50 aziende del servizio sanitario 29 56,4 1,9 1,9-19,30-47,20 aziende speciali ,0 2,3 2,3-13,70 30,20 altri enti ,3 0,6 0,6-70,80-72,90 Altri soggetti ,1 1,0 1,0-76,00-64,70 TOTALE ,9 1,0 1,0-45,10-41,70 MERCATO GARE PPP Regione Province 8 0,5 0,1 33,3 15,70-13,20 Comuni ,3 0,5-38,0-71,10-53,30 Altri enti territoriali ,2 73,9 571,90 286,30 aziende del servizio sanitario 9 25,7 2,9 350, , ,70 aziende speciali 9 54,5 6,1 350, , ,40 altri enti ,3 15,8-41,40-49,40 Altri soggetti ,0 - - TOTALE ,9 0,9-23,6-28,60-6,50 INCIDENZA % PPP SU TOTALE OOPP Regione 0,0 0,0 Province 15,4 1,9 Comuni 31 18,4 Altri enti territoriali 18,4 31,6 aziende del servizio sanitario 31 45,6 aziende speciali 14,8 39,2 altri enti 17,3 8,7 Altri soggetti 1,0 0,0 TOTALE 21,2 20,2 Fonte: elaborazione CRESME ES per Unioncamere Emilia-Romagna - AGGIUDICAZIONI IMPORTO (mln ) AGGIUDICAZIONI AGGIUDICAZIONI Fonte: elaborazione CRESME ES per Unioncamere Emilia-Romagna - -*sono comprese le iniziative prive di indicazione sul valore del contratto 13

14 PRIMO PIANO I CONTRATTI AGGIUDICATI In Emilia-Romagna nel 2013, risultano aggiudicate 100 gare di PPP per una volume d affari di oltre 1 miliardo di euro riferito a 72 interventi di importo noto. In termini di aggiudicazioni, gli interventi di PPP rappresentano il 6,9% del totale mercato delle opere pubbliche per numero e il 50,6% per importo. Rispetto ai valori nazionali si riscontrano valori più alti sia per il numero di iniziative (6,9% contro 5,4%), che per valore economico (50,6% contro 20%). In regione nell ultimo anno concluso, al pari di quanto si rileva a livello nazionale, sono stati aggiudicati soprattutto contratti di concessione di servizi (81 assegnazioni). Sono stati inoltre firmati 11 contratti di concessioni di lavori ad iniziativa pubblica; 4 contratti di concessioni di lavori ad iniziativa privata; quattro contratti di altre forme di coinvolgimento di capitali. Dal lato degli investimenti guidano la classifica le concessioni di lavori con 931,5 milioni di euro, seguite dalle concessioni di servizi (139,3 milioni) e dalle altre gare di PPP (10,4 milioni). In primo piano l aggiudicazione della maxi concessione di lavori per la costruzione del collegamento autostradale Campogalliano-Sassuolo dell importo complessivo di 881 milioni di euro, di cui 506 per la realizzazione dell opera e 375 per la manutenzione e gestione, aggiudicata da ANAS Spa, in data 3 luglio 2013, in via provvisoria all ATI/RTI composta da Autostrada del Brennero Spa (capogruppo), Coopsette Soc.Coop a. rl, Pizzarotti e C. Spa. PPP e Opere Pubbliche a confronto. Aggiudicazioni censite nel 2013 in ITALIA ed EMILIA-ROMAGNA (Mln ) ITALIA EMILIA-ROMAGNA di cui importo noto di cui importo noto TOTALE Importo TOTALE Importo Numero Importo Numero Importo medio medio Concessione di lavori pubblici ,5 19, ,50 77,6 Concessione di CG ad iniziativa privata ,5 8, ,30 6,3 Concessione di CG ad iniziativa pubblica ,0 25, ,20 113,3 Concessione di servizi ,3 1, ,30 2,4 Locazione fiunanziaria di OOPP ,9 3, Altre gare di PPP ,7 8, ,40 3,5 TOTALE gare di PPP ,4 5, ,10 15,0 TOTALE gare di Opere Pubbliche ,2 1, ,50 2,8 Incidenza % gare di PPP su totale OOPP 5,4 6 20,0 6,9 9,4 50,60 Fonte: elaborazione CRESME ES per Unioncamere Emilia-Romagna - PPP - L evoluzione dei contratti aggiudicati - Aggiudicazioni censite nel periodo NUMERO* IMPORTO Fonte: elaborazione CRESME ES per Unioncamere Emilia-Romagna - *sono comprese le iniziative prive di indicazione sul valore del contratto PPP - I mercati provinciali - Aggiudicazioni censite nel 2012 e nel 2013 perprovincia (Mln ) di cui importo noto di cui importo noto TOTALE TOTALE Numero Importo Importo Importo medio Numero Importo medio VALORI ASSOLUTI Piacenza 8 4 8,9 2, ,60 0,4 Parma ,2 0, ,80 0,5 Reggio Emilia 7 6 4,3 0, ,60 4,2 Modena 4 4 9,5 2, ,20 60,3 Bologna ,9 1, ,10 2,6 Ferrara ,8 5, ,50 0,6 Ravenna ,9 6, ,00 15,6 Forlì - Cesena 5 4 2,6 0, ,60 0,6 Rimini ,7 2, ,60 0,8 TOTALE ER , ,10 15,0 COMPOSIZIONE % Piacenza 9,1 7,1 7,7 4,0 5,6 0,1 Parma 15,9 23,2 9,7 20,0 16,7 0,5 Reggio Emilia 8,0 10,7 3,8 16,0 20,8 5,9 Modena 4,5 7,1 8,3 20,0 20,8 83,6 Bologna 22,7 17,9 9,5 16,0 9,7 1,7 Ferrara 4,5 5,4 15,5 8,0 9,7 0,4 Ravenna 11,4 10,7 32,1 7,0 6,9 7,2 Forlì - Cesena 5,7 7,1 2,2 2,0 1,4 0,1 Rimini 18,2 10,7 11,1 7,0 8,3 0,4 TOTALE ER 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazione CRESME ES per Unioncamere Emilia-Romagna - PPP - LA CLASSIFICA DELLE TIPOLOGIE DI OPERE - Importo aggiudicazioni censite nel 2013 per TIPOLOGIA DI OPERE(Mln ) Acqua, gas, energia, telecomunicazioni Sanità Cimiteri Impianti Sportivi Scolastico e sociale Parcheggi Varie Arredo urbano e verde pubblico Tempo libero (teatri,cinema) Commercio e artigianato Approdi turistici Turismo Riassetto comparti urbani Igiene urbana Direzionale Centri polivalenti Beni culturali Fonte: elaborazione CRESME ES per Unioncamere Emilia-Romagna ,6 5,6 2,1 1,9 1,4 1,1 0, ,3 53,8 881,

15 PRIMO PIANO SCHEDA La concessione di Lavori Pubblici di maggiore importo aggiudicata nel 2013 ANAS SPA Collegamento autostradale Campogalliano-Sassuolo ANAS Spa, dopo l approvazione, con prescrizioni, del progetto definitivo da parte del CIPE in data 22 luglio 2010 e il via libera del proprio Consiglio di Amministrazione, del 30 settembre 2010, ha pubblicato in data 3 dicembre 2010 il bando di gara per l affidamento in concessione delle attività di progettazione, realizzazione e gestione del collegamento autostradale Campogalliano Sassuolo tra la A22 e la S.S. 467 Pedemontana. L opera è inserita nel Programma delle Infrastrutture Strategiche della Legge Obiettivo. Il progetto consiste nella realizzazione del prolungamento dell Autostrada A22 dall innesto sull Autostrada A1 alla strada statale 467 Pedemontana, nonché la realizzazione di due assi secondari di collegamento alla tangenziale di Modena e alla tangenziale di Rubiera ed il nuovo tratto di viabilità in variante all abitato di Rubiera, lungo la SS9 Via Emilia, c.d. tangenziale di Rubiera. L asse principale Campogalliano-Sassuolo, di categoria A autostradale secondo la classifica del Decreto del MIT del 5 novembre 2001, avrà una lunghezza di circa 18 km e comprenderà due gallerie artificiali, cinque svincoli e otto viadotti di lunghezza complessiva pari a circa 2,4 km. L asse di collegamento alla tangenziale di Modena, di categoria B extraurbana principale, avrà una lunghezza complessiva 3,5 km, e comprenderà due viadotti per complessivi 360 m, due sottopassi ferroviari e due svincoli. L asse di raccordo con la tangenziale di Rubiera, di categoria C1, avrà la lunghezza pari a 1,4 km di cui 350 m in viadotto. Infine la variante alla SS9 via Emilia in corrispondenza dell abitato di Rubiera, di categoria C1, avrà una lunghezza di 6,5 km e le principali opere d arte previste sono un sottopasso ferroviario ed il ponte sul torrente Tresinaro. L importo complessivo della concessione è pari ad Euro ,50 IVA esclusa. L importo dell investimento previsto per l intervento, come determinato dal progetto definitivo per la bretella Campogalliano-Sassuolo e per i rami di raccordo alle tangenziali di Modena e Rubiera e dal progetto preliminare per la tangenziale di Rubiera, posto a base di gara è pari ad Euro ,72 IVA esclusa, di cui per lavori Euro ,25, per oneri della sicurezza Euro ,13 e per somme a disposizione Euro ,34. L intervento beneficerà di un contributo pubblico a fondo perduto per un ammontare complessivo pari ad Euro ,00, come previsto dalla Delibera CIPE del 22 Luglio La scadenza per la presentazione delle offerte è fissata al 25 gennaio Il 19 giugno 2013 la gara viene quindi aggiudicata all ATI composta da Autostrade del Brennero Spa (capogruppo), Coopsette Soc. Coop. A RL, Pizzarotti e C. Spa. LE MODALITÀ 1. Concessione di costruzione e gestione ad iniziativa pubblica 2. Offerta economicamente più vantaggiosa sulla base dei seguenti elementi di valutazione: Elementi di natura qualitativa: punti 40 Valore tecnico delle varianti in relazione ai seguenti elementi: punti 26 Proposte di miglioramento delle soluzioni progettuali anche in relazione alle prescrizioni e raccomandazioni di cui alla Delibera CIPE di approvazione del progetto definitivo: punti 10 Soluzioni cantieristiche finalizzate alla riduzione della tempistica di esecuzione: punti 3 Proposte di fasizzazione dei lavori in relazione alle esigenze di esercizio anticipato di alcuni tratti dell intervento: punti 3 Qualità dei materiali utilizzati e soluzioni tecnico progettuali innovative: punti 3 Proposte di miglioramento in termini di sicurezza all utenza e di riduzione delle manutenzioni: punti 3 Proposte di miglioramento in merito alle caratteristiche ambientali del progetto anche in relazione alle prescrizioni e raccomandazioni della Delibera CIPE di approvazione del progetto: punti 4 Analisi trasportistica: punti 5 Modalità di gestione in base ai seguenti elementi: punti 9 Programmazione delle attività di manutenzione ordinaria e straordinaria: punti 3 Qualità del servizio offerto all utente: punti 3 Sistemi di esazione del pedaggio: punti 3 15

16 PRIMO PIANO Elementi di natura quantitativa: punti 60 Sostenibilità economico finanziaria: punti 13 Tariffe di pedaggio da applicare: punti 13 Contributo a fondo perduto a carico del concedente: punti 21 Durata della concessione: punti 13 I TEMPI 21 dicembre 2001: l opera è inserita nel Programma delle Infrastrutture Strategiche della Legge Obiettivo, approvato dal CIPE con delibera n. 121/ luglio 2010: il CIPE approva, con prescrizioni, il progetto definitivo del collegamento autostradale Campogalliano-Sassuolo 30 settembre 2010: il CdA di ANAS Spa dà il via libera alla pubblicazione del bando di gara 3 dicembre 2010: data di pubblicazione del bando di gara 25 gennaio 2011: termine stabilito per la presentazione delle domande di partecipazione 19 giugno 2013: aggiudicazione della gara 50 anni: durata massima prevista della Concessione I NUMERI ,50 euro: importo complessivo della concessione ,72 euro: importo previsto dell investimento a base di gara ,25 euro: importo lavori dei lavori ,34 euro: somme a disposizione ,13 euro: importo della sicurezza ,00 euro: contributo pubblico a fondo perduto I MERCATI PROVINCIALI La distribuzione territoriale delle gare di PPP censite nel 2013 nelle nove province dell Emilia Romagna mostra un intensa attività nella provincia di Bologna, dove si concentra il 20% delle opportunità ed oltre il 50% dell investimento. Buoni risultati anche per i mercati di Ferrara, Parma e Reggio Emilia. La distribuzione territoriale delle gare di PPP censite nel 2013 nelle nove province dell Emilia Romagna mostra un intensa attività nelle province di Bologna, dove si concentra il 20% e il 50% dell investimento. In provincia di Bologna sono localizzate 30 opportunità e un investimento, relativo a 20 gare di importo conosciuto, del valore complessivo pari a 71 milioni. Delle 30 gare complessive 7 riguardano la gestione di impianti sportivi. Rispetto al 2012 crescono per numero di bandi promossi solamente le province di Ferrara (4 iniziative in più), Modena (4 iniziative) e Ravenna (una gara in più). Valori negativi per le altre province, soprattutto per Rimini (22 gare in meno) e Bologna (11 gare in meno), che mantiene però il primato per numero di iniziative in regione. Buoni risultati anche per i mercati di Ferrara, Parma e Reggio Emilia. Bilancio a doppia velocità per i mercati di Bologna, Parma, Piacenza, Rimini; Forlì-Cesena (tutte con un numero di opportunità in calo e l importo in crescita) e Modena, Ravenna e 16 PPP - Le classifiche regionali - Numero* di Gare censite nel 2012 e 2013 per PROVINCIA Bologna Parma Modena Reggio Emilia Ferrara Ravenna Rimini Piacenza Forlì - Cesena Fonte: elaborazione CRESME ES per Unioncamere Emilia-Romagna - (*) Sono comprese le iniziative prive di indicazione sul valore del contratto

17 Ferrara (numero in crescita e importo in calo). Bilancio complessivamente negativo per la provincia di Reggio Emilia. Da segnalare la concessione di servizi indetta da Infratel Spa per la concessione di un contributo pubblico ad un progetto di investimento finalizzato alla realizzazione di una rete a banda larga che riguarda tutto il territorio regionale e che quindi non è stata attribuita a nessun territorio provinciale. Il mercato provinciale della provincia di PIACENZA In provincia di Piacenza, dove risiede il 6% della popolazione regionale, è localizzato il 7% della domanda regionale di PPP e il 4% per volume d affari. Nel 2013 il mercato del PPP provinciale è formato da: 10 gare (sette in meno del 2012) 4 aggiudicazioni (quattro in meno del 2012) PPP e Opere Pubbliche a confronto - Gare censite nel 2012 e 2013 per procedura (Mln ) TOTALE di cui importo noto Importo Numero Importo medio TOTALE di cui importo noto Importo Numero Importo medio Concessione di lavori pubblici ,8 4,8 Concessione di CG ad iniziativa privata Concessione di CG ad iniziativa pubblica Concessione di servizi ,3 0, ,4 0,4 Locazione finanziaria di OOPP 2 1 0,5 0, Altre gare di PPP Totale gare di PPP ,9 0, ,3 1,3 TOTALE gare di Opere Pubbliche ,2 1, ,6 1,1 Incidenza % gare PPP su totale OOPP 24,3 10,9 1,4 18,9 11,1 12,1 Fonte: elaborazione CRESME ES per Unioncamere Emilia-Romagna - Rispetto al più ampio mercato delle gare per opere pubbliche rappresenta il 18,9% in termini di numero e il 12,1% degli importi. I Comuni hanno indetto 7 gare su 10 totali. Le restanti tre gare spettano: Provincia di Piacenza, Fondazione Teatri di Piacenza e Politecnico di Milano. Le Amministrazioni pubbliche che operano nel territorio piacentino nel 2013 hanno fatto ricorso: alla concessione di servizi in 8 casi; a altre gare di PPP in un caso; alla concessione di lavori pubblici in un caso. Le iniziative di maggiore importo dell anno, per gare e aggiudicazioni, sono state: 1. la gara di concessione di lavori pubblici per per la realizzazione e gestione nuovo Centro Sportivo Comunale indetta dal Comune di Caorso (4,8 milioni); 2. l aggiudicazione della concessione di servizi per il servizio di ristorazione scolastica ed altre utenze nel comune di Cadeo (1,3 milioni). PRIMO PIANO PPP - Le classifiche regionali - Importi delle Gare censite nel 2012 e 2013 per PROVINCIA (Mln ) Bologna Ferrara Reggio Emilia Parma Rimini Piacenza Forlì - Cesena Modena Ravenna Fonte: elaborazione CRESME ES per Unioncamere Emilia-Romagna Fonte: elaborazione CRESME ES per Unioncamere Emilia-Romagna - Tabella LE GARE 4.6.a. DI - PPP LE GARE IN PROVINCIA DI PPP PROVINCIA DI PIACENZA DI PIACENZA NEL 2013NEL Committente Oggetto Imp di riferimento COMUNE DI CAORSO Concessione per la realizzazione e gestione nuovo Centro Sportivo Comunale COMUNE DI CADEO Affidamento in concessione del servizio di ristorazione scolastica ed altre utenze periodo / COMUNE DI PONTE DELL'OLIO Concessione servizio gestione piscina comunale di Bettola (Pc) - Loc. Le Forche FONDAZIONE TEATRI DI PIACENZA COMUNE DI PONTE DELL'OLIO COMUNE DI FERRIERE COMUNE DI MORFASSO COMUNE DI PONTE DELL'OLIO POLITECNICO DI MILANO PROVINCIA DI PIACENZA Concessione a privati dei locali uso bar ubicati nel teatro municipale di Piacenza individuati nella planimetria. Concessione servizio gestione centro sportivo - ricreativo comunale di Farini (PC) - via Nogent Sur marne e loc. Borcaglia Affidamento in gestione della Comunità Alloggio per anziani Affidamento gestione delle strutture ricettive situate nell'area denominata "Parco del Monte Moria". Concessione servizio gestione piscina comunale sita in Vigolzone (Pc) Loc. Rampini Affidamento in concessone di bar e servizi di ristorazione per studenti, docenti e dipendenti presso il Polo Territoriale di Piacenza Selezione di soggetti a cui affidare l'allestimento e la manutenzione di rotatorie e di altre intersezioni provinciali, con pubblicizzazione dell'intervento. Fonte: elaborazione CRESME ES per Unioncamere Emilia-Romagna - LE AGGIUDICAZIONI DI PPP IN PROVINCIA DI PIACENZA NEL 2013 Anno bando Committente Oggetto 2013 COMUNE DI CADEO Affidamento in concessione del servizio di ristorazione scolastica ed altre utenze periodo / COMUNE DI SAN Affidamento in concessione della gestione della piscina comunale per la GIORGIO PIACENTINO durata di 10 anni - CIG AC PROVINCIA DI PIACENZA COMUNE DI PONTE DELL'OLIO Affidamento in concessione del servizio di pronto intervento per la bonifica dei sedimi stradali interessati da incidenti con sversamento di materiali inquinanti, per un periodo di 24 mesi. CIG Concessione servizio gestione piscina comunale di Bettola (Pc) - Loc. Le Forche. Importo di riferimento Aggiudicatario (capogruppo) COPRA ELIOR SPA ACTIVA NUOTO ASS. SPORTIVA DILETTANTISTICA ECOLSIA SRL LOMBARDIA NUOTO SOC.SPORTIVA DILETTANTISTICA A.R.L.

18 ' PRIMO PIANO A T T U A L I TA C AM E R A L E 19 ATTUALITA CAMERALE VIETNAM, UN MONDO DI OPPORTUNITA ECONOMIA E TERRITORIO

19 ATTUALITA CAMERALE Vietnam, un mondo di opportunità di Giuseppe Sangiorgi Regione, Camere di commercio, associazioni di categoria, sistema bancario a supporto delle aziende dell Emilia-Romagna Foto della Delegazione Incontratasi ad Hanoi Infrastrutture e impiantistica. Ma anche macchinari, trasporti, settore biomedicale, energia, senza dimenticare i comparti tradizionali del Made in Italy, come il tessile-abbigliamento e agroalimentare. Sono tante e diversificate le opportunità e le chance da cogliere in Vietnam, mercato estremamente promettente: cresce a ritmi elevati, è una economia basata su una popolazione giovane e numerosa e fa parte di un area l ASEAN, composta da 10 Paesi con oltre 600 milioni di abitanti. Il Vietnam che guarda con grande attenzione alla tecnologia italiana si apre alla collaborazione delle nostre imprese come ha confermato la missione imprenditoriale plurisettoriale che si è conclusa nel Binh Duong, provincia che del dinamico Paese asiatico è locomotiva. Alcune imprese emiliano-romagnole hanno approfondito le possibilità di business attraverso operatori vietnamiti selezionati e visite alle aziende locali. A coordinare la delegazione regionale, Unioncamere Emilia-Romagna e Promec, azienda speciale della Camera di commercio di Modena. L imprenditore Stefano Landi, presidente della Camera di commercio di Reggio Emilia, ha guidato per Unioncamere regionale le imprese emiliano-romagnole come componente della delegazione italiana. In Vietnam, in una serie di eventi istituzionali, prima a Hanoi e Ho Chi Minh City, assieme al sottosegretario di Stato agli Affari Esteri, Benedetto Della Vedova, all ambasciatore italiano in Vietnam, Lorenzo Angeloni, al presidente di ICE agenzia, Riccardo Monti, al vicedirettore generale di Confindustria Daniel Kraus, al presidente della Camera di commercio italiana in Vietnam, Michele D Ercole, ha incontrato i viceministri dell agricoltura, dell industria e commercio e pianificazione e investimenti e il presidente della Commissione per la supervisione finanziaria, e altri rappresentati istituzionali vietnamiti tra cui il vice presidente del Comitato del Popolo di Ho Chi Minh City, Le Thanh Liem e, in Binh Duong, il presidente della Provincia, Thanh Cung, e Van Hung Nguyen, presidente della agenzia per lo sviluppo Becamex. Landi ha approfondito le opportunità di collaborazione esistenti tra imprese italiane e vietnamite in vari settori. E intervenuto a un incontro con la business community italiana e locale ed all insediamento della prima Commissione economica congiunta Italia-Vietnam istituita dai due Governi, che dovrà affrontare i problemi di natura burocratica, normativa e finanziaria che ripresentano nei rapporti economici bilaterali. Il Vietnam è un paese che sta dimostrando grande vitalità e voglia di progredire, come attesta lo scarso impatto della crisi globale sulla sua economia. Questa missione di sistema dichiara Landi è un segnale della volontà di collaborazione tra i due Paesi, soprattutto in vista della firma di un accordo tra Vietnam e Unione Europea che si stima farà incrementare gli interscambi commerciali da 33 a 100 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni. La rimozione delle barriere al libero scambio con l Ue è un ulteriore tassello del percorso di apertura del Vietnam al mercato estero, che tra il 1991 e il 2013 ha permesso una crescita del 170% delle esportazioni, che rappresentano il 30% del Pil. Vettori di questo cambiamento sono stati il migliorato quadro istituzionale, la formazione delle risorse umane, e il potenziamento delle piattaforme logistiche infrastrutturali. 19 Stefano Landi e Benedetto Della Vedova ad Hanoi

20 ATTUALITA CAMERALE La presenza così numerosa di imprenditori, Associazioni Industriali e Istituzioni italiane alla nostra missione è l esempio concreto dell interesse del Sistema verso questo Paese afferma Daniel Kraus, vice direttore generale di Confindustria a guida della parte business della delegazione Il Vietnam è sta lavorando per affermarsi come potenza economica asiatica, ma anche come partner privilegiato dell Europa. Il Vietnam diventerà un centro nevralgico delle attività economiche del Sud Est asiatico. C è stato un salto di qualità nelle relazioni politiche e diplomatiche tra i due Paesi sottolinea sottosegretario agli Affari Esteri, Benedetto Della Vedova, nell illustrare l esito della missione in Vietnam In questa occasione si è riunita per la prima volta la Commissione economica congiunta, e abbiamo inaugurato il consolato italiano a Ho Chi Minh City (retto dalla diplomatica reggiana Carlotta Colli N.D.R.) nel sud del Paese, la parte più industriale del Vietnam. In significativa contro-tendenza rispetto alla riduzione del numero delle nostre sedi diplomatiche all`estero. Per Riccardo Monti, presidente ICE Agenzia Il Vietnam è un ottima base per espandersi in questa area geografica. E un Paese molto interessante che ha fatto un grande lavoro sull attrazione degli investimenti, ha un ottimo programma di zone economiche speciali, parchi industriali e una legislazione fiscale molto favorevole. Inoltre ha buoni strumenti di supporto finanziari messi Il Business Forum a Ho Chi Minh City a disposizione dalla Banca Mondiale e dell Asia Development Bank. Nel consolidamento del rapporto con il Vietnam, in questa azione patrocinata dall ICE aggiunge Monti l Emilia-Romagna ha svolto un ruolo di apripista per una esperienza che potrà essere seguita da altri territori. Stefano Landi, Van Hung Nguyen, Michele D Ercole, Carlotta Colli e Maily Anna Maria Nguyen a Ho Chi Minh City Secondo i dati dell Osservatorio Internazionalizzazione di Unioncamere ER, nel 2013 l export verso il Vietnam è cresciuto del 27 per cento rispetto al 2012, per un valore di 121 milioni di euro che coinvolge 270 imprese, di cui il 48% rappresentato dalla meccanica strumentale. Camere di commercio dell Emilia-Romagna e Regione hanno un ruolo di primo piano. La missione è stato l ultimo atto nel 2014 di una serie di iniziative sul mercato vietnamita che hanno avuto avvio a marzo 2013 con il lancio del progetto Destinazione Vietnam che promuove investimenti, trasferimento tecnologie, collaborazione economica. Destinazione Vietnam si è dimostrato efficace per il coinvolgimento diretto del sistema produttivo, associativo e istituzionale dell Emilia-Romagna: ha infatti fornito assistenza specialistica a oltre 200 imprese, un numero doppio di aziende ha partecipato a momenti formativi/informativi, 37 i report di pre-fattibilità realizzati e 21 visite di check-up aziendale. 200 gli incontri di affari con buyer vietnamiti organizzati dal sistema camerale, Regione e in collaborazione con le associazioni di categoria. E stata anche realizzata una guida specialistica al mercato dell industria meccanica in Vietnam, un utile supporto per le imprese. Tavolo dei relatori al Convegno EVBN tenutosi presso la Camera di Commercio di Parma. EU-Vietnam Business Network Strumento europeo per fare affari in Vietnam EVBN è il Consorzio che facilita le relazioni commerciali e produttive Unioncamere Emilia-Romagna è partner per il sistema camerale Il Vietnam è la porta di accesso per il mercato ASEAN, che dal 2015 diventerà Free Trade Area (Afta) comunità economica sul modello europeo, vastissima area di libero scambio con l eliminazione di tutte le tariffe doganali. L ASEAN è il terzo partner commerciale dell UE. Si stima che la crescita degli scambi potrà salire per una percentuale intorno al 4% annuo, proprio grazie all abbattimento dei dazi. A questo si aggiungono i trattati di libero scambio con grandi Paesi vicini (Corea del Sud, Giappone, Cina, Australia, Nuova Zelanda, India): merci prodotte per il 40 per cento in loco potranno entrare e uscire dall area ASEAN senza imposizione di dazi o con tariffe contenute. Si orienta verso questa prospettiva il Consorzio Europe Vietnam Business Network (EVBN). Il Consorzio EVBN opera sulla base di progetti approvati e finanziati dall Unione Europea e quindi con un approccio concreto per gli imprenditori. L Unione Europea è il secondo maggior partner commerciale del Vietnam dopo la Cina. Al consorzio partecipano, in qualità di partner Unioncamere Emilia-Romagna, unico per l Italia, e la Camera di Commercio italiana in Vietnam (ICHAM). Questi network forniscono informazioni e servizi per l accesso ai mercati, e contribuiscono anche a una politica di dialogo, sviluppo di affari e relazioni commerciali. L EVBN, co-finanziato dall Unione Europea e dai partner del Consorzio, svolge un azione mirata e concreta per far conoscere alle PMI europee le opportunità di business in Vietnam. Per le caratteristiche del tessuto industriale vietnamita, composto in gran parte da piccole e medie imprese, manodopera con costi bassi e alta scolarizzazione, il Vietnam si propone come Paese molto competitivo e partner ideale per investire e commercializzare, specie per le imprese italiane. Meccanica, infrastrutture, attrezzature e componenti per l industria turistica sono i principali settori dove le aziende tricolori possono trovare opportunità di affari. Il Consorzio EVBN è stato presentato prima alla Camera di commercio di Parma, quindi a Bruxelles. 20

21 ATTUALITA CAMERALE RICERCHE & STUDI ECONOMIA&TERRITOR IO 22 ECONOMIA E TERRITORIO PIACENZA SMART CITY? TRA ESSERE E DIVENIRE

22 ECONOMIA & TERRITORIO Piacenza Smart City? Tra essere e divenire Letizia Chiappini Ricercatrice Scuola di Dottorato in Scienze Sociali (URBEUR Doctorate in Urban and local European Studies) presso l Università degli Studi di Milano-Bicocca. Il concetto di smart city è ormai un termine ampiamente abusato sia in ambito accademico sia extra-accademico. L uso indiscriminato di questa espressione, smart city, fomentato anche dalla voracità di diffusione della rete, rischia di far perdere quella forza evocativa di innovazione che invece dovrebbe contenere. Ogni termine che include molteplici sfaccettature, deve sempre essere accompagnato da un analisi dei mutamenti dei bisogni, dei modelli culturali e valoriali, nondimeno dalla precisazione del contesto nel quale viene utilizzato. L appellativo città intelligente negli ultimi due decenni ha identificato in primo luogo la città digitale e poi la città socialmente inclusiva, introducendo così l idea di miglioramento della qualità della vita nelle città e il coinvolgimento diretto dei cittadini tramite processi partecipativi. Benché il focus sembra essere sulla funzione delle infrastrutture ICT applicate ai sistemi urbani, vi sono filoni di ricerca in cui si elabora il ruolo del capitale umano ed educativo, sociale e relazionale, nonché l interesse ambientale come guida della crescita urbana (Caragliu, et al. 2009: 51). È chiaro che la città del futuro non può essere solo digitale, pertanto l articolo si attiene alla visione critica di città socialmente inclusiva e si focalizza sul percorso di smartness intrapreso dalla città di Piacenza. Nel corso del tempo il fenomeno smart si è affermato nel quadro scientifico globale ed è stato recepito dall arena politica europea, la quale ha provveduto a supportare la città intelligente tramite policies volte a sostenere le azioni dei governi urbani a livello nazionale e locale. Nel panorama delle linee d azione a livello europeo e nazionale vanno citate alcune delle politiche più rilevanti: Smart Cities EERA (Joint Programme, Research & Development), Stakeholders Platform (Industry) e il programma Horizon 2020 che approccia in modo sistemico il concetto di smart growth. Inoltre, la Commissione Europea ha introdotto la Smart Specialisation Strategy: la S3 fa parte di un ciclo progettuale volto a sistematizzare le politiche di ricerca e sviluppare strategie d innovazione regionali che valorizzino gli ambiti produttivi di eccellenza tenendo conto del posizionamento strategico territoriale e delle prospettive di sviluppo in un quadro economico globale. Questo quadro normativo serve da framework nel quale i vari players possono muoversi seguendo diverse direzioni e strategie d intervento. Naturalmente tale quadro non è neutrale ma talora pregno di ideologie proprie della neoliberalizzazione di cui gli Stati moderni sono affetti. Come argomenta Ciciotti (2013: 125) è paradossale che in questa fase di grave crisi dello sviluppo nei paesi industriali avanzati: [ ] ci si concentri prevalentemente su politiche di natura macroeconomiche (per di più di stampo marcatamente neoliberista) e si tenga in poco conto il fatto che le città rappresentano il luogo di massima concentrazione della popolazione, dei consumatori, del capitale umano, delle conoscenze, della cultura, delle infrastrutture materiali e immateriali e delle capacità produttive, con tutti i problemi e le opportunità che da essa derivano. 22 La sfida è comprendere quale paradigma di smart city possa dirimere al meglio le azioni delle istituzioni e includere in esse anche i cittadini, riconoscendoli non solo come tali, con una propria capacità di exit, ma soprattutto elevare il loro status a capacità di voice, promuovendo il loro coinvolgimento in materia pubblica. È convinzione di chi scrive che per poter avviare un processo di governance partecipativa, occorre in primis identificare gli attori in campo, i valori, le risorse, le aspirazioni e per dirlo con un termine di Amartya Sen le capabilities che ogni città e i suoi cittadini possiedono. Piacenza smart: a che punto siamo? - Qual è lo stato dell arte di Piacenza rispetto alle politiche e ai progetti smart? La città di medie dimensioni emiliana ha intrapreso durante gli ultimi cinque anni un percorso di smartness, incontrando le tipiche difficoltà nell applicazione effettiva di un concetto così fashionable ma al contempo così sfrangiato. La scarsa sistematicità progettuale e il complesso dialogo tra i diversi stakeholders sul piano della governance urbana, hanno contribuito a una riuscita parziale rispetto ai potenziali benefici che si potrebbero trarre dal labelling smart city. Si specifica ora quali sono state le azioni e i progetti promossi e attuati a Piacenza sotto il capello smart 1 : - Progetto ROMA (Bando Miur), settore ambiente e sistemi informatici, nel quale rientra APEA progetto di risparmio energetico per illuminazione intelligente; - Fibra ottica cittadina e impianti connessi (semafori, rilevatori traffico, videosorveglianza, WiFi, pannelli a messaggio variabile), settore opere pubbliche e sistemi informatici; - Connessione banda ultra-larga (Collegio Morigi), settore sistemi informatici e servizi sociali, integrato a cablaggio LAN scuole; - Agenda Digitale Locale (ADL) in corso di realizzazione nell ambito del progetto regionale MADLER, settore comunicazione e partecipazione, sistemi informatici; - Progetto di formazione informatica ai cittadini (Pane & Internet), settore sistemi informatici; - Servizio bike sharing, per settore mobilità; - Progetto GIM applicazione per smartphone, settore mobilità; - Progetto di cittadinanza attiva (Attiviamoci per Piacenza), settore comunicazione e partecipazione. Nella nostra città i settori in cui si interviene maggiormente riguardano i sistemi informatici e in diversa misura l area di comunicazione e partecipazione. In linea di principio questi interventi possono incrementare il processo smart city, tuttavia l effettiva necessità e il percorso decisionale per mezzo del quale si applicano tali progetti merita una riflessione critica. Si è chiarito che la smart city non può essere un modello applicabile in diversi contesti territoriali. Oltre a ciò, vi sono tanti motivi per essere pessimisti riguardo l ipotetico vantaggio ricavabile dalle città intelligenti, ma con un po di sforzo si possono scovare le virtù di queste ultime. Le smart cities possono essere qui intese come un progetto collettivo. L attuale e la tendente mobilitazione di interessi e attori professionali nelle città vede l affermazione del settore

23 privato, il quale tende a interagire al fine di determinare questo progetto in modo collettivo. Ma in che modo? Il grado di potere è conferito al settore privato dall autorità pubblica, che organizza questi attori nel processo decisionale e nell arena politica cittadina. Occorre avviare un processo decisionale collettivo sin dall inizio, ossia prima di attuare - con approccio top down i progetti, è necessario che i cittadini siano coinvolti in una effettiva partecipazione. Beninteso, la partecipazione è una questione spinosa da trattare: non è sufficiente che una governance si auto-referenzi partecipativa o smart, per far sì che il processo partecipativo conduca a decisioni collettive occorrono risorse finanziare, nonché capitale umano e sociale. Cosa manca?- La sfida è dunque trasformare il concetto di smart city in città socialmente inclusiva che ponga al centro del processo il cittadino, sintetizzabile con l espressione smart city cittadino-centrica. L autorità locale e la sfera della governance deve rendersi abilitatrice (e animatrice) nell offrire luoghi (spazi fisici e virtuali) per la partecipazione dei cittadini. Si riconosce che l individuazione di eventuali policies da seguire è un lavoro da expertise. Malgrado ciò, si può provare a definire da un punto di vista sociologico alcune tracce utili all attuazione pratica del concetto smart in una città europea, preferibilmente di medie dimensioni (come lo è Piacenza): Rendere il concetto (città intelligente) accessibile a tutti, non solo al settore politico. La diffusione deve avvenire mediante un abile comunicazione tra i diversi media locali, che siano essi social media virtuali (Twitter, Facebook, ecc.) o cartacei, ad esempio in canali come le scuole, le università, i centri educativi, le associazioni, le imprese sociali. Creare un network tra città che hanno già avviato processi smart, per favorire lo scambio di competenze e di innovazioni, il quale possa rappresentare uno stimolo alle istituzioni; Attuare una regia di governance partecipata, non solo a parole mediante l uso dell iperbato smart governance ma a fatti, ad esempio creando piani di integrazione degli interessi dei cittadini che precedono le fasi decisionali, massimizzando i contatti informali e il controllo attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini; Sviluppare conoscenze tecniche provenienti dai cittadini (approccio bottom up), riconoscendo in loro capacità e competenze le quali potrebbero contrapporsi ai progetti e agli interventi urbanistici decisi e attuati in modo verticale dal governo urbano, offrendo così alternative e la possibilità di ridisegnare e rigenerare parti della città. Come sostiene Anne Power (2002), focalizzandosi sulla qualità degli interventi invece che sulla quantità; Considerare i cittadini smart, informando, avvertendo, responsabilizzando e includendo loro nelle dinamiche urbane. L attenzione in questo caso deve essere rivolta ai cittadini più deboli e marginali, quelli che abitualmente sono esclusi dall arena pubblica (la mia idea potrebbe essere censire tutte le proposte dei cittadini, valorizzandole con la creazione di un Libro Bianco della città, ma anche promuovere tali pratiche con piccoli incentivi, magari attraverso un bando che premi la pratica migliore, per progetti e politiche che provengono dal basso ) Di che cosa si ha bisogno per attuare questo progetto? E in che modo lo si può attuare? La pubblica amministrazione cittadina dovrebbe essere in sinergia con i cittadini e il territorio, includendo i giovani, valorizzando l operato delle associazioni, coinvolgendo direttamente i cittadini nell analisi dei fabbisogni e nelle fasi decisionali, integrando i vari interessi ECONOMIA & TERRITORIO 23 e collaborando così con le varie forze in gioco. Si dovrebbe attuare un azione sistemica, designando figure professionali che abbiano competenze nella progettazione urbana, non solo tecnici come architetti e ingegneri, ma professionisti con abilità in materia sociologica in grado di gestire la partecipazione e di mediare tra governo e cittadini. Alcuni esempi possono essere i sociologi, i mediatori culturali, i pianificatori, gli imprenditori impegnati nel sociale che sappiano abbinare competenze e risorse da fonti differenti 2. L amministrazione non può gestire da sola la partecipazione dei cittadini in modo adeguato. Servono dunque soggetti sociali capaci di cogliere, interpretare e tradurre in linguaggi operativi i nuovi bisogni di cittadinanza, nel senso più ampio del termine, come riconoscimento, inclusione, ampliamento della arena decisionale. Ed è per questo che risulta urgente creare sinergie tra luoghi fisici e virtuali della città, promuovere la continuità con il passato ma al contempo agire verso un apertura al nuovo, creando un circolo virtuoso nel quale il cittadino si sente importante per la sua città. Solo in tal modo si può pianificare e utilizzare il concetto di smart city nella sua accezione più positiva. Tutte le città sotto questo punto di vista devono in qualche misura cercare di adottare strategie differenziate di valorizzazione e promozione della propria immagine facendo leva sulle risorse e sulle opportunità legate alle vocazioni e alle peculiarità di ciascuna di esse. Dunque il discorso sulle smart cities, applicato a tale condizione, si inserisce nella questione della governance urbana. Cioè la governance, intesa come processo di partecipazione e concertazione di tutti gli attori coinvolti sulla scena urbana, il quale dovrebbe tendere alla costruzione dell attore collettivo città che sia in grado di sfruttare le vocazioni e le peculiarità come vantaggi localizzati (Le Galès, 2006). Le smart cities sono sì un etichetta da affibbiare alle città, ma esse sono anche composte dalla governance del cambiamento che ne consegue. Esagerando un po si può affermare che le città intelligenti aprono possibilità a nuove forme di governance partecipativa e comunitaria. Riflessioni conclusive - Come giovane ricercatrice interessata attivamente al futuro della sua città, Piacenza, vorrei avanzare una riflessione conclusiva in merito. Se avessi un grant, per il mio ideale progetto, vorrei poter sfruttare la rete sociale di cui faccio parte, al fine di adoperare tutte le risorse disponibili della città: impiegare i ragazzi disoccupati o le persone inattive per progetti socialmente utili, designare un luogo fisico della città come spazio attivo per la partecipazione, cioè un punto di coagulo e di coordinamento di tutte le attività e i progetti che già si svolgono nella città 3, conferire valore alle tradizioni locali insite nel territorio, infine creare insieme a tutti gli attori della città un manifesto della smart city. Utopia o realtà? Il progetto di città intelligente deve essere prima di tutto un progetto sociale. Dai miei studi condotti sul campo per alcuni mesi in una città danese di medie dimensioni (Aalborg) e nello specifico sull urban governance e sugli spazi fisici e virtuali della partecipazione, ho potuto apprendere che il modello scandinavo di governance e di partecipazione (stabilita dalla legge sulla pianificazione urbana, eight weeks hearing, public meeting, ecc.) non è smart perché rientra nei progetti europei di smart city, ma lo è nel frame normativo danese, in cui è prevista l inclusione del cittadino nell arena decisionale. Tuttavia, le dinamiche partecipative non sono facilmente afferrabili. Pertanto, le conclusioni che si delineano non hanno una pretesa velleitaria e certamente non possono tendere all esaustività sul fenomeno indagato. La partecipazione, se osservata dal lato dell offerta rivela aspetti tirannici, ciò è stato rilevato anche ad Aalborg: il processo partecipativo presenta lati oscuri, come il gioco di interessi

24 ECONOMIA & TERRITORIO tra pubblico-privato, talvolta i forti stakeholders delle aziende private (peraltro non eletti dai cittadini, ma con un peso notevole nel piano di governance) prevaricano la voce del cittadino. Dunque è vero che per Piacenza la città danese può rappresentare un ispirazione, uno stimolo alle istituzioni e un opportunità di fare network per scambi proficui di know-how tra le due amministrazioni, ma è al contempo vero che questo processo deve avere alle spalle cittadini avvertiti e consapevoli e ovviamente il governo locale deve essere in grado di governare e coordinare ciò. Si è consapevoli che questo percorso non è privo di ostacoli. La costruzione delle smart cities, o città del futuro qual dire si voglia, deve anche essere un progetto politico. Esso richiede partecipazione pubblica e decisioni politiche democraticamente costruite e non può né ora né mai essere semplicemente una questione di efficienza economica o esteticamente di gradevole abbellimento. La solidarietà e la democrazia sono il cuore della questione. Lo sviluppo del nostro comune futuro urbano non deve essere lasciato ad altri, deve restare il Nostro: la città deve entrare a fare parte dell agenda quotidiana dei cittadini. La questione pubblica è preziosa ed essa deve trasformarsi in un desiderio e una convenienza per tutti. Ci vogliono idee, capacità riconosciute, una nuova classe dirigente all altezza della sfida, capace di darsi obiettivi ben chiari e di interpretare i nuovi bisogni dei cittadini (Poggio, 2013). Grazie alle interviste rivolte agli assessori piacentini, si può riconoscere che Piacenza è sulla buona strada : la strategia del governo locale sembra muoversi in questa direzione. Ciò è confermato dalla volontà di coinvolgere i cittadini in materia pubblica e privilegiare così i processi partecipativi. In accordo con Le Galès (2006: 263): specialmente nelle città mediopiccole, tenendo sempre saldo il polo pubblico e i segmenti statali presenti sul territorio, l articolazione di governance rimane ben strutturata e compatta sovente vede il settore pubblico mantenere un ruolo leader. NOTE 1 Si fa riferimento al sito del Comune di Piacenza: ( smartcity). È bene ricordare che Piacenza dal 2013 ha aderito all Osservatorio Nazionale Smart City, iniziativa promossa dall ANCI in partnership con Forum PA. Inoltre, nel 2010 ANCI e Telecom Italia hanno siglato un protocollo di intesa con i Comuni di Piacenza e Prato, per attuare soluzioni innovative finalizzate all efficientamento energetico. Infine, nel 2008 la città ha aderito al Patto dei Sindaci un progetto europeo volto alla progettazione di strategie integrate e sostenibili. 2 Come ad esempio la Cooperativa Olinda a Milano, che partecipa al Progetto di Città Sociale. Olinda collabora con i vari servizi dei Dipartimenti di Salute Mentale, Azienda Ospedaliera Niguarda Ca' Granda, il Comune di Milano, l ASL Milano e molte organizzazioni del terzo settore. 3 A Piacenza, un luogo ideale per tale funzione potrebbe essere il nuovo Urban Center (l ex-macello è un edificio storico riqualificato nel 2008, ubicato nelle vicinanze della succursale del Politecnico di Milano). Così facendo si potrebbe creare una sinergia tra luoghi fisici e virtuali della città, con un tratto di continuità tra il patrimonio storico e culturale passato e ciò che il presente offre. Note biografiche: Letizia Chiappini, dottoranda URBEUR, Ph.D Università di Milano-Bicocca. Riferimenti bibliografici: Aalborg in Figures (Pdf Dati aggiornati al 2014): media/ /aalborg_in_figures.pdf. Agenda Digitale (Smart Cities and Smart Communities): agendadigitale.eu/smart-cities-communities CARAGLIU A., DEL BO C., NIJKAMP P. (2009), Smart cities in Europe, 3rd Central European Conference in Regional Science, CERS (Pdf) online: org/images/cc/urbanism/background%20documents/01_03_nijkamp.pdf, pp Ciciotti E. (2013), Il nuovo ruolo delle città in un periodo di cambiamenti strutturali, in EyesReg Giornale di Scienze Regionali, 3, 6: COMUNE DI PIACENZA: EERA (European Energy Research Alliance): ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l energia e lo sviluppo economico sostenibile): LE GALÈS P. (2006), Le città europee. Società urbane, globalizzazione e governo locale, Bologna: Il Mulino. POGGIO A. (2013), Le città sostenibili, Milano: Bruno Mondadori. POWER A. (2002), Cities for a Small Continent, in Henning T. (edited by), Future Cities: The Copenhagen Lectures, Copenhagen: Fonden Realdania, pp THE EUROPEAN HOUSE AMBROSETTI (2012), Smart Cities in Italia: un opportunità nello spirito del Rinascimento per una nuova qualità della vita, Ricerche Ambrosetti online: URBAN 360 (by Pablo Sánchez Chillón): 24

25 ECONOMIA & TERRITORIO CULTURA & STORIA 26 RICERCHE E STUDI I CONFINI URBANI: DAGLI INTERCONFINIA CIVITATIS AL CONFINE COMUNALE, DALLA CITTÀ MURATA ALLA CITTÀ CONTEMPORANEA di Valeria Poli

26 RICERCHE & STUDI I confini urbani: dagli interconfinia civitatis al confine comunale, dalla città murata alla città contemporanea di Valeria Poli L esistenza di un doppio confine, considerando la città nel suo aspetto di urbs e di civitas1, è testimoniato dal Digesto, opera fondamentale per la conoscenza e lo studio del diritto romano, nel quale si afferma che il Territorium est universitas agrorum intra fines cuiusque civitatis 2. La città medioevale ha ereditato, se non fisicamente, da quella antica l'idea di un limite sacro che corrispondeva a quello rituale indicato come pomerium. Tale limite viene confermato nella concessione della dignità e prerogative comitali al vescovo Sigifredo, da parte di Ottone III nel 997, garantendo il pieno esercizio della iurisdictio nella città e nel suburbio, il districtus, per il raggio di un miglio3 arrivando a sancire la suddivisione, soprattutto dal punto di vista amministrativo, tra la città e il contado4. Gli interconfinia civitatis - Il tramite tra la città e il territorio è costituito dagli assi stradali che diventano assi portanti dell espansione urbana successiva, secondo un modello insediativo radiale, e che permettono di individuare la posizione delle porte urbane in assenza di diverse testimonianze. I successivi ampliamenti del tessuto urbano, lungo le direttrici di traffico radiali rispetto alle porte, coincidono con i mutamenti politici del libero Comune: la fase consolare (inizi del XII secolo) e mercantile (inizi del XIII secolo). Gli Statuti comunali (pubblicati per la prima volta nel 1391) documentano il confine della civitas distinto da quello dell urbs: gli interconfinia civitatis, definiti anche Corpi Santi, indicano il limite di validità della legislazione urbana5 da integrare con fonti fiscali che testimoniano l esistenza di una zona oltre Po che, anche se non equiparabile alla civitas, è caratterizzata dallo stesso regime fiscale6. Gli Statuti comunali, pubblicati per la prima volta nel 1391 codificando un patrimonio legislativo precedente erede delle norme del diritto romano, individuano i confinia civitatis indicandone i capisaldi in senso orario: infrascripta sunt statuta statuta confinia civitatis reperta in statutis antiquis comunis Placentiae quae approbamus et confirmamus: et pro statuto heri volumus et primo videlicet a domo seu ecclesia de Montali filiorum Rainerii versus Placen. a dicta domo usque ad ecclesiam de Mucinaxio: Ab ecclesia de Mucinaxio usque ad ecclesiam sancti Bonici: ab ecclesia sancti Bonici usque ad monasterium domus de Ponte: a monasterio de Ponte usque ad pontetrebiae. A ponte Trebiae usque ad buccam Trebiae quae intrat padum. A dicta bucca Trebiae circa padum usque ad ecclesiam hospitalis Facii. Ab ecclesia hospitalis Facii usque ad buccam taleatae veteris. A bucca taleatae veteris usque ad domum sancti Savini quae dicitur Mosis eundo per rectam viam quae est secus dictam taleata. A dicta domo de mosis usque ad dictam ecclesiam de Montali 7. Lo storico Pier Maria Campi, che riprende l articolo degli statuti, indica I confinia civitatis (1391). Statuta et decreta antiqua civitatis Placentiae, Libro I, rubrica 66. Ricostruzione su base tale zona periurbana come Corpi Santi, sottolineando come, ai suoi cartografica: 1850 circa - Ricostruzione: Valeria Poli piacenza economica 26 giugno 2014

27 RICERCHE & STUDI tempi, si trattasse del territorio di competenza del vicario urbano, identificando la domus de Ponte con il monastero di Quartazzola e indicando tra i capisaldi anche il monastero di S. Franca a Pittolo per giustificare la denominazione con la presenza nei due monasteri di corpi santi 8. Nella rubrica degli Statuti comunali non si fa alcuna menzione alla posizione di uno dei capisaldi oltre Po e, fino ad ora, non ci si era posti il problema a causa della difficile identificazione dell ospedale di Facio. In realtà i capisaldi prossimi, la bocca di Trebbia che entra in Po e la bocca della vecchia tagliata, sono in stretta relazione con la mutazione del corso del Po nella zona a nord della città rispetto alla situazione rilevata, alla fine del XVI secolo da Paolo Bolzoni. Se anche gli Statuti precisano, per il confine nord A dicta bucca Trebiae circa padum usque ad ecclesiam hospitalis Facii. Ab ecclesia hospitalis Facii usque ad buccam taleatae veteris, si potrebbe ipotizzare che tale anello, di diametro costante rispetto alla città, coincidesse a nord con una situazione idrografica ben diversa dall epoca dello storico Campi, e del cartografio Paolo Bolzoni, documentata però da paleoalvei, mortizze e lanche. Piero Castignoli ricostruendo l amministrazione finanziaria della città, in occasione della pubblicazione del Liber daciorum et officiorum communis Placentie (Anno MCCCLXXX), precisa che il confine nord si estendeva per molti chilometri oltre il fiume Po comprendendo tutta la fascia rivierasca, oggi lombarda, da Zerbo fino a Caselle Landi con le località di Zerbo, Pieve Porto Morone, Monticelli Oltre Po (oggi Monticelli Pavese), Senna (oggi Senna Lodigiana), Somaglia, Guardamiglio, S. Rocco al Porto, Fombio e Caselle Oltre Po (oggi Caselle Landi). Il Liber daciorum (f. 27v) riporta, a questo proposito, una norma inserita negli Statuti della città nel 1382 relativa alla determinazione dei confini piacentini sulle acque del Po. Per quanto riguarda i confini della civitas, il Liber daciorum usa l espressione civitas, interconfinia et ultra Padum citra Lambrum. Piero Castignoli precisa che si tratta di una dei tre distretti fiscali, distinto dal contado e dalle zone a parziale immunità giurisdizionale, costituito da la città murata, dai suoi sobborghi ed interconfini e dall Oltre Po delimitato ad occidente dal Lambro. Si tratta, quindi, di tre zone distinte, anche se caratterizzate dal medesimo regime fiscale, delle quali sono ben precisi i confini: le mura urbane, i confini degli interconfinia civitatis indicati negli Statuti comunali, e l Oltre Po. A tal proposito Castignoli precisa che la fascia rivierasca dell Oltre Po non risulta, quindi, incorporata nel territorio comunale vero e proprio. I suoi abitanti non avevano diritti politici, ma ma godevano di una condizione giuridico-economica assai simile a quella dei cittadini essendo associati nella corporazione dei paroni e navaroli del Po che permetteva di dominare i traffici fluviali 9. La città murata - Il tessuto insediativo romano di fondazione (31 maggio dell anno 218 a. C.), secondo un modello a maglia ortogonale, è ricostruibile, non potendo disporre di reperti significativi, grazie ad una lettura morfologica delle fotografie aeree e della cartografia storica della città. Il tramite tra il territorio e la città è costituito dagli assi stradali che diventano assi portanti dell espansione urbana successiva secondo un modello insediativo radiale. I successivi ampliamenti del tessuto urbano, lungo le direttrici di traffico radiali rispetto alle porte, coincidono con i mutamenti politici del libero Comune: la fase consolare (inizi del XII secolo) e mercantile (inizi del XIII secolo). Gli Statuti comunali (pubblicati per la prima volta nel 1391) documentano il confine della civitas, distinto da quello dell urbs, identificato nei Corpi Santi 10. La ricostruzione del tessuto insediativo è possibile, a causa della mancanza di reperti significativi 11, grazie alla lettura morfologica integrata dall indagine delle fonti scritte (cronache, storie e atti notarili) caratterizzate da una visione parziale e da un tono encomiastico e celebrativo. L espansione urbana extra moenia prosegue durante la signoria viscontea-sforzesca ( ), rendendo necessaria, attraverso successivi cantieri, la realizzazione di una quarta cinta muraria 12. La differerenza tra le cinte murarie romane e medioevali e quella dell età signorile è, rispetto al tessuto costruito, il fatto che, mentre le prime prendono atto dell ampliamento e, quindi, sono a ridosso dell edificato, le seconde, invece, sono ad una certa distanza anche se, come le precedenti sono alte e dotate di torri per difendere dall assalto con arieti e scale. Durante il Principato, invece, l introduzione dell artiglieria (XV secolo) impone, non solo la distanza dall edificato e la creazione di una zona di rispetto anche esterna, ma, soprattutto, un ripensamento della macchina militare costituita da cortine, bastioni e fossato. La nuova macchina militare riceve il suo razionale completamento nella tagliata stabilita con grida del duca Pier Luigi Farnese del 10 ottobre 1545: si tratta dell'ordine di tagliare intorno alle mura, per una estensione di 500 trabucchi (1.400 m), la vegeta zione, di demolire le costruzioni e "spianare e riempire tutti i fossi che vi sono di traverso, lassando quelli che vanno diritto in Po" 13. La creazione della tagliata, circuito contrassegnato da colonne (una delle quali ancora visibile vicino all'ex Ente Fiera, sulla via Emilia Parmense La Tagliata della città, (part.) ASPr, mappe e disegni, vol. 31, n. 3: Paolo Bolzoni, Il corso del Po da Arena Po a Castel Nuovo Bocca d Adda,

28 Piacenza e i comuni contermini: S. Lazzaro Alberoni, S. Antonio a Trebbia e Mortizza. Sull ampliamento del territorio mediante aggregazione dei comuni contermini, Piacenza, ed. Porta, 1923 RICERCHE & STUDI verso S. Lazzaro), ha un compito duplice: da una parte interrompe il processo di espansione extra muros, dall altra costituisce il confine tra ciò che è definibile come città e ciò che non lo è arrivando, di conseguenza, a poter affermare l identità tra il confine dell urbs e quello della civitas. I rilevamenti dell estimo (1558, 1576, 1647), infatti, distinguono tra l estimo civile (la città murata e la tagliata) 14 e l estimo rurale a partire dalle vallere, ossia entro i confini della civitas medioevale, tra le quali è indicata anche la Vallera oltre Po a riprova del fatto che il confine settentrionale non coincideva con il corso del Po 15. Il confine del Ducato piacentino, come testimonia la carta di Paolo Bolzoni (1588), nella zona di fronte alla città arrivava a comprendere Guardamiglio, Fombio e Retegno 16. Il vicario foraneo ha quindi competenza sulle strade a partire dal tratto delle vallere: della strada cremonese, della strada romea oltra Nure, della strada di S. Giorgio, della strada Podenzana, della strada di Rivergaro, della strada Agazzana, della strada Gragnana, della strada Romea oltre Trebbia 17. La cartografia militare, ma anche quella nata dall esigenza di celebrare i teatri delle battaglie del XVIII secolo, testimonia l esistenza di una testa di ponte fortificata sull altra sponda a difesa del ponte sul Po 18 che viene inserita nella realizzazione di linee di fortificazione, nel corso del XIX secolo, costituite da trincee e forti a cavallo delle vie di comunicazione. Nonostante lo spostamento della linea di confine amministrativo in corrispondenza con l asta fluviale (1815), rimane un segno forte che testimonia la prosecuzione dei confini cittadini anche in sponda sinistra. Tale sistema di fortificazione, realizzato durante il governo di Maria Luigia d Austria ( ) e proseguito dopo l Unità d Italia, ripropone non solo il limite dei confini urbani, stabiliti con decreto napoleonico del 10 settembre 1812, ma anche il limite fisico della tagliata. Le lunette di seconda linea, a difesa dei ponti sul Po, entrano a far parte a pieno titolo nei confini urbani (amministrativamente costituiti dalla città murata e dalla zona lungo fiume tra porta Borghetto e porta Fodesta), mentre la linea della tagliata è completata, nella zona di S. Rocco, nelle opere a corona 19. Le demolizioni del circuito murario a partire dall apertura della porta Nuova, per collegare la città alla stazione ferroviaria, e proseguendo con la creazione delle barriere daziarie 20 non avranno la forza disgregante che avrà, con l aggregazione dei comuni contermini nel 1923 (S. Antonio, S. Lazzaro, Mortizza), l ampliamento dei confini comunali e quindi la progressiva edificazione lungo i nuovi assi stradali (Via Veneto, via Colombo, via Emilia Pavese). Già nel 1909 il sindaco presenta richiesta al pre fetto di aggregazione dei comuni contermini, per la quale bisognerà aspettare il Regio decreto n dell 8 luglio 1923, motivata dal fatto che sono di ostacolo all'ampliamento del suo territorio; impe discono ogni miglioramento edilizio, che potrebbe rendersi ne cessario in seguito allo sviluppo economico e industriale, che si è andato manifestando in questi ultimi tempi. E' evidente dun que, che, pei servizi pubblici resi necessari in seguito all'im pianto di cospicui stabili menti ed opifici industriali, per la pub blica viabilità e pel traffico sempre crescente, occorrono, oltre l'attuale territorio limitato alla strada di cir convallazione vicinis sima alle mura, nuove vie ed impianti di illuminazione pubblica, di acqua potabile, di tranvie elettriche 21. La perdita della forma urbis ha coinciso con la riaffermazione dei confini antichi della civitas che costituiscono gli attuali confini comunali. La lettura morfologica delle ortofoto della città attuale evidenzia, nonostante ampie manomissioni, la possibilità di ricostruire il sistema del circuito murario costituito dal fossato, dalle cortine, dai bastioni e dalla zona un tempo occupata dal terrapieno conservato solo lungo il tratto sud (grazie alla trasformazione in Pubblico Passeggio nel 1784), ma anche i segni, di più difficile lettura, che permetterebbero di ricostruire i confini delle zone di pertinenza della città: la tagliata e la civitas o corpi santi che testimoniano il perdurare del legame con la sponda sinistra del Po. L organizzazione della città murata: porte e vicinanze - L'inurbamento della nobiltà locale, a partire dalla rinascita urbana dell'xi secolo, ha come conseguenza l'individuazione di zone controllate dai diversi consorzi gentilizi: i Da Fontana e i Confalonieri a nord-ovest, i Landi e i De Cario a nord-est, gli Anguissola, i Della Porta e i Sordi a sud-est, i conti di Lomello e i Pallastrelli e più tardi gli Scotti a sud-ovest. Questa suddivisione tende a coincidere con quella dello spazio topografico urbano in portae, termine che compare già nel IX secolo, ed è documentato per tutta la storia comunale. Si tratta della ripartizione del territorio urbano in sei settori, di super ficie simile, che, nel caso piacentino, risulta delimitata non tanto dal circuito murario, quanto, come testimoniato dagli elenchi di chiese suddivise in porte 22, dai confini della civitas. Le porte costituiscono la base, non solo del reclutamento della milizia urbana, ma anche dei rappresentanti del consiglio generale. A partire però dal XII secolo alla suddivisione dei cittadini in base alle portae subentra quella in base alle vicinanze, unità amministrative di dimensioni più ridotte coincidenti con le parrocchie, nelle quali i cittadini sono stretti da un maggior senso di solidarietà e che si trasfor mano nelle nuove unità di percezione fiscale dalla fine del XII secolo fino alla riforma amministrativa degli inizi del XIX secolo. Il numero delle parrocchie, che sono 54 in occasione del rilevamento degli estimi farnesiani del 1558, nel 1737 sono che si riducono, come documentato dai vocabolari topografici e dalla guide cittadine, a 33 tra gli anni , a 32 nel , a 31 nel e si riduce a 14 nel

29 RICERCHE & STUDI Lo stato civile (1806) e il catasto (avviato con decreti del 15 aprile e 11 maggio ) rompono lo storico vincolo di appartenenza alla vicinanza 29. NOTE 1 Per la ricostruzione della storia della città, soprattutto nei rapporti con il suo territorio, è necessario legare l identificazione della struttura fisica (urbs) con l identificazione di un confine più ampio religioso o amministrativo (civitas). 2 Digesto o Pandette. Parte del Corpus iuris civilis che raccoglie frammenti di opere dei maggiori giuristi romani, tra cui Papiniano, Ulpiano e Paolo, vissuti tra il 30 a.c. e il M.G.H., diploma di Ottone III, n. 250, p Per la ricostruzione del limite del districtus, si veda: M. Spigaroli (a cura di), Piacenza. La città e le piazze, Piacenza, Tep, 1999, p AA. VV., Storia di Piacenza: dal vescovo conte alla Signoria, Piacenza, I capisaldi dei confinia civitatis, indicati in senso orario, sono Montale, Mucinasso, S. Bonico, il monastero della domus de Ponte, il ponte sulla Trebbia, la bocca di Trebbia, l ospedale di Facio, la bocca della tagliata vecchia, le Mose. Statuta et decreta antiqua civitatis Placentiae, Libro I, rubrica P. Castignoli, Liber daciorum et officiorum communis Placentie (Anno MCCCLXXX). Appalto delle gabelle e degli uffici in un comune cittadino del dominio visconteo, Roma, Centro di Ricerca editore, 1975, p Per gli Statuti cittadini si veda: G. Manfredi, Gli statuti di Piacenza del 1391 e di Decreti Viscontei, Piacenza, Utep, La prima edizione a stampa è: Statuta et decreta antiqua civitatis Placentiae, Brescia, Ludovico Sabiense, Libro I, rubrica P. M. Campi, Dell'historia ecclesiastica di Piacenza..., Piacenza, Giovanni Bazachi, 1662 (III), p Ancora oggi esiste una località, tra S. Bonico e Pittolo, chiamata Ca del Ponte. 9 P. Castignoli, Liber daciorum et officiorum communis Placentie (Anno MCCCLXXX). Appalto delle gabelle e degli uffici in un comune cittadino del dominio visconteo, Roma, Centro di Ricerca editore, 1975, pp I capisaldi dei confinia civitatis, indicati in senso orario, sono Montale, Mucinasso, S. Bonico, il monastero della domus de Ponte, il ponte sulla Trebbia, la bocca di Trebbia, l ospedale di Facio, la bocca della tagliata vecchia, le Mose. Statuta et decreta antiqua civitatis Placentiae, Libro I, rubrica L unico reperto, relativo alla cinta muraria del XIII secolo, è un tratto di muro in via Scalabrini (lungo la strada Romea) di fianco all ingresso del Liceo Artistico Cassinari e di fronte all ingresso della sede piacentina del Politecnico di Milano (ex convento della Neve), che sarebbe quanto rimane, come ricorda lo storico Cristoforo Poggiali, della porta della Città nostra che Porta grossa ovvero Porta de' Ladroni dicevasi, a motivo di un grosso e forte torrione quivi situato, ove i ladri ed altri malfattori tenevansi imprigionati. POGGIALI C., Memorie storiche di Piacenza, Piacenza, Filippo G. Giacopazzi, Vol. 7 (1759), pp POLI V., Urbanistica-storia urbana-architettura, in Storia di Piacenza: dai Farnese ai Borbone ( ), Piacenza, Tipleco, 1999, (Tomo I), pp ASPc, Gridario, tomo I, f ottobre Il rilevamento dell estimo civile è fatto sulla base delle vicinanze o parrocchie (58); mentre quello dell estimo rurale sulla base delle ville o comuni. 15 L articolo 95 dell atto finale del Congresso di Vienna (9 giugno 1815) stabilisce che il thalweg, ossia il filone del Po, sarebbe lstata a linea confinaria fra i ducati di Parma e Piacenza e il Regno Lombardo Veneto. 16 ASPr, mappe e disegni, vol. 31, n. 3: Paolo Bolzoni, "Nova, vera et integra descriptio totius fluminis Padi, incipiendo a Castro Arenae usque ad Castrum Novum Boccae Abduae et cum toto territorio Placentino et eius confinibus ultra Padum", ASPc, Douglas Scotti da Fombio e Sarmato, serie III, registri storici e letterari, b. 1. Libro del compartto per le stradde ch'asppetano allae ingera re alle comune et vallera dil Piazentino per l'ufficio ch'aspetta al s. vica rio foraneo et altro come in esso si contine nel presente libro ch'dichiara il tutto curato da Alessandro Rochetta stampato del ano 1620, copia manoscrit ta. Il testo è stato oggetto di una serie di studi: V. Poli, Territorio e amministrazione delle strade nel ducato piacentino in un "comparto" del 1620, Archivio Storico per le Province Parmensi, serie quarta, vol. XLIX, V. Poli, Il vicario foraneo e la gestione delle strade del territorio piacentino (1620), Piacenza Economica, n. 4, ASPr, mappe e disegni, vol. 21, n. 33. Piano della battaglia tra i Galloispani e gli Austriaci il 16 giugno BCPc, mappe e disegni, cass. 6/4. Nuova carta di Piacenza e dintorni colle fortificazioni, G. Della Cella, La reintegrazione del Comune di Piacenza nel possesso delle mura della città, Piacenza, Stab. Arti Grafiche Dante Foroni, distruzione della porta Fodesta e creazione collegamento con il ponte sul Po distruzione di un tratto delle mura per il collegamento alla stazione ferroviaria con la creazione della barriera daziaria detta porta Nuova davanti ai giardini Margherita distruzione della porta S. Raimondo per la costruzione dell Ospedale militare di via Palmerio e costruzione della barriera daziaria demolizione della porta S. Lazzaro e di un tratto della cortina verso via Roma per la costruzione della barriera daziaria e verso la stazione (attuale area Borgo Faxall) apertura della barriera daziaria a porta S. Antonio (barriera Torino). 21 Aggregazione alla città di Piacenza dei comuni contermini di S.Antonio a Trebbia, S.Lazzaro, Alberoni, Mortizza. Relazione alla giunta Municipale, Sull'ampliamento del territorio mediante aggregazione dei comuni contermini di S.Lazzaro Alberoni-S.Antonio a Trebbia e Mortizza, Piacenza, ed. Porta, Si vedano gli elenchi, redatti nel 1471, in occasione delle soppressioni degli ospizi pubblicati dagli storici locali e gli elenchi dele parrocchie. V. Poli, Il viaggio come metafora della società medioevale: il caso piacentino. in Piacenza e il Giubileo. Una città croce via degli itinerari di pellegrinaggio medioevale, Banca di Piacenza, 1999, pp , BCPc, Ms Pallastrelli n. 263, Indice di tutte le paroc chie e di tutte le case appartenenti alle rispettive paroc chie di questa città di Piacenza, Il documento è ora disponibile anche in edizione anastatica curata da Giorgio Fiori per l editrice Tep (2005). Il manoscritto è stato oggetto di una serie di indagini da parte di chi scrive: Valeria Poli, Piacenza nel rilevamento del 1737 della congregazione degli alloggi militari, ASPP, Valeria Poli, Proprietà immobiliare e nobiltà titolata a Piacenza nel 1737, Strenna Piacentina V. Poli, Proprietà immobilia re ecclesiastica nel rilevamento del 1737, Strenna Piacenti na L. Molossi, Vocabolario topografico dei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia Ducale, Nuovissima guida della città di Piacenza con alquanti cenni topografici, statistici e storici, Piacenza, Tipografia di Domeni co Tagliaferri, Ristampa anastatica, Tep, G. Della Cella, Vocabolario corografico-geologico storico della Provincia di Piacenza compilato sulle traccie di quello degli antichi ducati di Parma e Piacenza edito nell'anno , Piacenza, Tip. Lit. fratelli Bertola, V. Poli, Il patrimonio architettonico ecclesiastico urbano nel XIX secolo: riconversioni, nuove costruzioni e restauri, BSPc, 1910, I-II fascicolo. 28 Taccolta di leggi, decreti e rispettivi atti di pubblicazione per gli stati di Parma e Piacenza dopo l primo luglio 1805sotto l Impero Francese, Piacenza, Pietro Ghiglioni, tomo 3, pp La vicinanza, o parrocchia, è l unità amministrativa religiosa e di percezione fiscale dalla fine del XII secolo. 29

30 RICERCHE & STUDI C U L T U R A E S T O R I A UNA PAGINA DI STORIA: CERIGNALE NEL 1799 di Carmen Artocchini UNA STORIA DI STREGHE A GRAGNANO di Giacomo Scaramuzza

31 CULTURA & STORIA UNA PAGINA DI STORIA: CERIGNALE NEL 1799 di Carmen Artocchini Copia della Circolare inviata dall Instituto Nazionale nel primo foglio Nel febbraio del 1799, l Instituto [sic] Nazionale della Repubblica Ligure inviò ai cittadini qualificati una circolare articolata in ben 35 domande, le cui risposte avrebbero permesso di avere un idea globale dei vari paesi del territorio 1. Poiché allora l alta Val Trebbia era nella Giurisdizione di Genova (in quanto solo nel 1923 i Comuni di Ottone, Zerba, Cerignale sono entrati a far parte della provincia di Piacenza) è negli Archivi Genovesi che è conservata la relazione che, il 20 marzo di quell anno, da Cerignale don Agostino Costa Rezasco inviò al Cittadino Presidente dell Instituto soprannominato 2. Il Sacerdote, per corrispondere per quanto poteva alle patriottiche premure dell Instituto Nazionale, si affrettò a rispondere alla circolare, separatamente ad ogni articolo. Alla prima domanda Se il paese avesse avuto anticamente diversa denominazione, riferiva essere fama presso alcuni che anticamente si chiamasse Rocchetta di Zignal, ma la cosa era molto dubbia. Dichiarava poi che nel territorio non esistevano né dipinti, né sculture, né altri monumenti che meritassero una particolare segnalazione. Di antico si erano trovati soltanto, durante certi scavi, i resti di alcune case, i cui mattoni della larghezza di 5 o 6 palmi e di ottima qualità erano di forma diversa da quelli attuali; inoltre altre rovine contenevano dei depositi, in un paio dei quali erano conservati dei vasi ben curati, ancora pieni di un nero e denso umore di natura sconosciuta. Il fatto che la popolazione della parrocchia si aggirasse su 500 anime indicava che negli ultimi 60 anni era avvenuta una diminuzione di circa un terzo. La causa era dovuta all emigrazione di molti abitanti che, d estate, andavano in Lombardia, ovvero nella Repubblica Cisalpina, per coltivare e raccogliere il riso; purtroppo molti si ammalavano di febbri e miseramente perivano 3. La causa primaria di questa emigrazione però si doveva attribuire soprattutto ai pesanti affitti che gli abitanti dovevano pagare al feudatario, per cui essi si riducevano ad una miseria tale che li costringeva ad abbandonare la Patria e le loro sostanze, che subito il feudatario stesso passava ad altri. Alle domande successive, don Agostino rispondeva che, nel territorio di Cerignale, non c erano paludi, né laghi, sia stabili, sia adatti a diventare vivai di pesci, e nemmeno grotte che avessero all interno qualcosa che meritasse di essere segnalato. C era, invece, una sorgente d acqua salata, ma ben meschina, della quale, al tempo dell ex principe Doria, cioè verso il 1758 e anni successivi si otteneva il sale. In seguito la sorgente venne abbandonata, sia per la scarsità della legna che serviva per l operazione, sia perché la sorgente si era talmente esaurita che, al presente (ossia nel 1799) non sarebbe bastato un giorno intero per raccogliere pochi litri di acqua salata 4. Nel territorio di Cerignale non esistevano miniere, né pietrificazioni, né marmi, né terre colorate o saponacee, né adatte per far maioliche o calcina 5. Nella parrocchia non esistevano né c erano mai stati ospedali per infermi ed ospizi per pellegrini. Il paese era situato nei pressi della confluenza dei fiumi Trebbia-Aveto, i cui letti si alzavano e si dilatavano dove non erano ristretti dalle sponde naturali. Trattandosi di fiumi impetuosi che scorrevano tra i monti, sarebbe stato ben difficile incanalarli. Piuttosto era auspicabile 31 Le rovine delle Saline di Cerignale, che sorgevano presso la confluenza Aveto-Trebbia come apparvero nel 1998 in seguito a una piena dell Aveto. Foto (di L. Sparesato) tratta dall articolo di Piero Castignoli, ARCHIVUM BOBIENSE n XXII 2000

32 CULTURA & STORIA la costruzione di un ponte sulla Trebbia che rendesse possibile la comunicazione con lo Stato del già re di Sardegna ; l opera, che si poteva realizzare con poca spesa, avrebbe portato un notevole vantaggio al commercio. Passando poi alle altre domande, don Agostino riferiva che del territorio della parrocchia (esteso per circa 5 miglia) i due terzi erano incolti per essere il terreno montuoso e roccioso. Il resto era coltivato, ma lui non poteva dire di più in quanto i campi non erano mai stati misurati. Poteva solo precisare che il terreno era di diverse qualità: forte, più leggero, tendente al rosso, al nero, ma non al bianco; ve n era anche dell umido, del secco, ma la maggior parte era sassoso. Circa l agricoltura, la trovava poco conosciuta e peggio esercìta; consisteva nel coltivare grano, segale, legumi, altre biade e melica che, seminata da soli 50 anni, a quel tempo era eccessiva; le patate, poi, erano in un totale disprezzo. Certo, se si fosse potuto coltivare i terreni migliori abbandonati, ne sarebbe derivato un grande vantaggio; però mancavano le braccia per farlo. I monti e i terreni incolti davano poca erba che, tuttavia, serviva da pascolo per il bestiame. Nella zona non c erano selve, solo boschi che coprivano la maggior parte del territorio ed erano costituiti soprattutto da castagni e quercie. Il terreno buono rendeva dal 6 all 8 per uno; l incolto, a parte i prati domestici, solo erba per i pascoli. A settembre avveniva la vendemmia e si otteneva il vino premendo l uva senza verun artificio o altra diligenza 6. Nella parrocchia di Cerignale non esistevano oliveti e, di conseguenza, non si produceva olio. Passando poi alle piante spontanee, don Costa Rezasco elencava: quercie, frassini, ginepri, one, dette onde [ontani], il cui legno era adatto a pochi usi essendo debole e di poca durata particolarmente all umido. Alle domande dalla 21 alla 24 rispondeva che i prati artificiali erano pochi: che i monti erano specie di comunalie e servivano di solito e solo come pascoli 7. Poiché occupavano una buona parte del territorio, sarebbe stato più utile mettere a coltura la maggior parte. Circa il bestiame, si poteva contare su 250 capre e 150 pecore d inverno (mentre d estate arrivavano a 600) 8, su 100 bovini e pochi maiali. Il numero delle capre era veramente eccessivo perché si trattava di bestie molto dannose per la campagna e per gli alberi; pertanto sarebbe stata indispensabile una Legge del Corpo Legislativo che ne limitasse il numero e vietasse sotto pene più gravi il pascolo nei luoghi coltivati e nei boschi di castagni. Alla domanda n. 25 ( A qual uso s impieghi la lana delle pecore, a qual prezzo si venda e quante libbre ne producano ), il relatore rispondeva che la lana serviva in parte per vestire i popolani, il resto si vendeva, in genere a 9 lire il rubbo 9. Ogni pecora ne produceva circa due libbre. In quanto alle malattie del bestiame, i bovini raramente erano soggetti al carboni e al male volatino che, se non presi in tempo, portavano alla morte in poche ore. Si curava il primo morbo con un taglio ottenuto con un ferro rovente che, se fatto entro determinate ore, portava giovamento; per gli altri mali non si sapeva di particolari Vecchia casa in sasso di Cerignale cure o medicamenti. Era raro che capre e pecore fossero soggette a epidemie; le prime, però, di tempo in tempo, diventavano epidemicamente cieche per 20 e più giorni; nemmeno per questo male si conoscevano prevenzioni e cure. Nella parrocchia di Cerignale si ignoravano i conigli a pelo lungo e, di conseguenza, non si allevavano. Pochi erano gli alveari e, per raccogliere il miele e la cera, si usava il barbaro metodo di uccidere le api; il prodotto variava di anno in anno perché legato a fattori ambientali ed altro, e, in genere, si aggirava sulle 6 libbre di cera e sulle 20 di miele. Circa il commercio già ridotto a poco a poco andava sempre più diminuendo a causa della nuova privativa del sale di cui si faceva qualche smercio; si basava soprattutto sull acquisto di poche granaglie provenienti dai Limitrofi Stati Piacentini e del re di Sardegna. L esportazione, riguardava coràme (cuoio), tabacchi e sale. Poco in verità se rapportato a quello più florido del passato; ma, da 50 anni, ossia da quando il tiranno del Piemonte, aveva vietato l importazione del tabacco nei suoi Stati, era decaduto moltissimo. Passando poi a trattare la voce la voce strade, don Agostino dichiarava che non erano mai state in uno stato più infelice del presente e ben più difficilmente si sarebbe potuto renderle carreggiabili; ma praticabili sì, soprattutto 32 Copia della Circolare inviata dall Instituto Nazionale nel secondo foglio

33 CULTURA & STORIA adatte al trasporto sulle bestie come lo erano state un tempo. E questo - commentava uno dei più interessanti oggetti che dovrebbero impegnare lo zelo dell Instituto e dei Ministri. Una delle domande della circolare verteva sulla navigazione; ma a Cerignale nessuno risultava impegnato sulle navi e nemmeno in altri tipi di manifatture, peraltro assenti nel territorio della parrocchia, anche se nel 1770, e negli anni successivi, si lavorava il tabacco. L attività era cessata quando il proprietario, che era estero, si era trasferito altrove. D altra parte don Agostino non avrebbe saputo indicare il tipo di manifattura che avrebbe potuto essere introdotta nel paese. Data l assenza di questo tipo di attività, non era nemmeno nelle condizioni di poter indicare il salario dei lavoratori. Invece i giornalieri di campagna guadagnavano poco al giorno; se poi ricevevano il vitto, la cifra scendeva a 7 soldi. Le donne attendevano ai lavori domestici e a quelli per la parrocchia. Nel territorio di Cerignale, oltre al Trebbia e all Aveto, scorrevano altri torrenti che alimentavano diversi molini; certo avrebbero potuto servire per altri usi; già di utilizzava la loro acqua per irrigare la campagna, essendo alcuni di essi abbondanti e perenni anche d estate. Pochi paesani erano disoccupati; solo 6 od 8. Nei mesi invernali più rigidi, quando la maggior parte dei lavori agricoli cessava, gli uomini emigravano fuori Stato per procacciarsi di che vivere 10. A conclusione della relazione, don Agostino scriveva: E qui, dopo aver adempiuto nella miglior maniera che s è saputo alle vostre ricerche, mi avanzo, cittadini, ad invitarvi di avere per il bene di questi popoli, in particolare considerazione di ciò che per puro zelo vi dissi nelle risposte 24 e 30 di questa, relativamente alla proibizione o restrizione almeno delle capre ed al riattamento delle strade e vi auguro salute e fratellanza. NOTE E BIBLIOGRAFIA 1 Simile iniziativa fu attuata nel 1803 negli ex Ducati Parmensi dall Amministratore Generale per conto di Napoleone Bonaparte, E.M. Moreau de S.Mery 2 Archivio di Stato di Genova Fondo Repubblica Ligure Giurisdizione dè Monti Liguri Pacco Forse per malaria 4 Sull argomento ved: P.Castignoli, Una piena dell Aveto disseppelllisce dopo due secoli l antica salina di Cerignale Val Trebbia, in Strenna Piacentina, 1998: P. Castignoli, La condizione giuridico-economica degli abitanti del feudo di Ottone (sec. XVII-XVIII), in Archivum Bobiense Il sistema usato da secoli è ricordato nell art. Il carbone di legna e la calce nel fai da te della montagna, in Piacenza Economica, 1999 n 4. 6 Ossia con i piedi nudi nella bigoncia. 7 Le comunalie e comunelli, istituti giuridici di antichissima origine, pare preromana, erano di solito costituiti da territori montani a bosco o a pascolo, la cui proprietà indivisa spettava agli abitanti di determinate frazioni o paesi. 8 Sull argomento ved: E. Nasalli Rocca, Le Comunalie piacentine in Rivista di Storia dell Agricoltura : E. Nasalli Rocca, Proposte per un questionario storico-giuridico sulle comunalie nella regione padana in Il Mondo agrario tradizionale nella valle padana, Ed. Enal, Modena, 1963: A.Bergonzi, Le comunalie e la questione della proprietà collettiva in alta Val d Arda, in L urtìga, 2014 n Il sistema veniva indicato con l espressione pigià a fricciu, pigià a sciuernu. A questo proposito ved. Piacenza economica 1981 n Il rubbo corrispondeva a 8 kg 11 Documenti coevi parlano della loro emigrazione non solo in Lombardia e Lomellina, ma anche in Corsica. 33 Risposta a firma don Agostino Costa Rezasco all Instituto Nazionale del 20 marzo Estratto Un ringraziamento doveroso va al reverendo, don Vittorio Malacalza che, verificando le carte dell archivio parrocchiale, ha appurato che tra il 2 novembre 1798 e il 1801 parroco di Cerignale era don Giuseppe Della Cella (segretario dei Principi Doria in Roma), ritiratosi a Cerignale poco prima del 1798 e morto nel febbraio del Forse don Agostino Costa Rezasco lo sostituì per qualche tempo durante una sua assenza dovuta a motivi di salute od altro. Ved. Anche; Don V. Malacalza Cerignale. Una Comunità Parrocchiale, pubblicata in ciclostile nel 1991 in occasione del 30 di parrocchialità di don Malacalza e dedicato dall autore ai suoi parrocchiani.

34 CULTURA & STORIA Una storia di streghe a Gragnano di Giacomo Scaramuzza Quello nostro, quello che oggi si chiama Trebbiense (allora veniva definito Piacentino), non quello di Napoli celebre per i suoi spaghetti. Una vera storia di streghe che i nostri maggiori storici (scusate il bisticcio) sembra abbiano voluto rimuovere dalla loro memoria: magari con la scusa che la vicenda aveva avuto origine a Parma. Si, è vero: ma si era sviluppata proprio nel piacentino e, tra i protagonisti e gli ispiratori del processo per stregoneria i cui atti, benchè incompleti, esistono nell archivio storico di Parma vi erano stati dei nostri concittadini. In poche parole ma, ovviamente parleremo poi in modo più particolareggiato dell episodio una bella giovane ex amante del duca Ranuccio (quello rappresentato, nella nostra piazza Grande, sul cavallo, a destra per chi guarda il Gotico) e sua madre, con alcune altre donne, erano state accusate di stregoneria, per avere esercitato malefizi e fatture proprio in danno del sovrano del ducato farnesiano. E a Gragnano erano recluse mentre il processo veniva istruito a Piacenza. Comunque, anche se non da parte degli storici più famosi, della vicenda si è parlato anche da noi in diverse occasioni, Ad iniziare per quel che posso ricordare dal Bollettino storico piacentino del 1906 (Francesco Luigi Campari); dallo stesso Bollettino del 1941 (XXXVI); da La Settimana del ; da Selezione piacentina del luglio 1963; da I Castelli del Piacentino di S,Maggi - C.Artocchini, Utep 1967 (dove si trovano interessanti notizie sul castello di Gragnano) e forse in qualche altra occasione che mi è sfuggita. Per la singolarità della vicenda che, in un certo senso, per l identità di chi l aveva promossa, va collegata al ben più grave episodio della congiura contro Ranuccio I Farnese, conclusosi con esecuzioni a gogò di nobili presunti congiurati (tra i quali figurava anche un piacentino mentre appunto un altro piacentino sempre il solito, quello anche del processo delle streghe - era stato l ispiratore della repressione) mi sembra che valga la pena di riparlarne, anche per rilevare gli opposti giudizi che illustri e meno illustri storici diedero di quel periodo e di quel Duca: insomma c è chi il bicchiere lo ha visto mezzo pieno e chi lo ha visto mezzo vuoto. Ricordiamo, anzitutto, brevemente, e nel modo più semplice possibile, l epoca in cui si svolsero i fatti ed il principale protagonista di quelle vicende. Siamo a cavallo tra il XVI ed il XVII secolo. Nel settembre del 1585 era morto Ottavio, duca di Parma e Piacenza (il ducato che, alle sue origini, prima della congiura nella quale era stato ucciso il primo Duca, Pierluigi, si chiamava di Piacenza e Parma) e gli succedeva Alessandro, il figlio nato nel 1545 dal matrimonio con Margherita d Austria, figlia naturale dell imperatore Carlo V (quello che dominava su territori tanto estesi che su di essi non calava mai il sole). Ma Alessandro era, a quell epoca, governatore dei Paesi Bassi e dovette chiedere a suo zio, Filippo II (figlio di Carlo V, che era succeduto al padre) di essere congedato per andare a governare il suo ducato. Il re, che, per la guerra in Fiandra, non voleva privarsi del suo grande Ranuccio I nel ritratto dell Aretusi condottiero (Alessandro era uno dei maggiori generali del suo tempo) non accolse la sua richiesta cosicché il nuovo Duca, dopo essersi recato per breve tempo a Parma, fu costretto a lasciare la reggenza del Ducato al figlio Ranuccio, al quale, peraltro, fu largo di consigli. Ferito ed ammalato, Alessandro cessava di vivere nel dicembre del 1592 e Ranuccio diventava Duca a tutti gli effetti ed avrebbe governato il Ducato di Parma e Piacenza per ben trent anni, fino al Ed eccoci al principale protagonista della nostra storia, il quarto duca di Parma e Piacenza. Ranuccio Farnese, come si è detto, era figlio del grande condottiero Alessandro e della principessa portoghese Maria d Aviz (attraverso la quale era addirittura diventato erede al trono del Portogallo, dopo la estinzione della famiglia Aviz, anche se aveva dovuto rinunciare a questo diritto a favore del potente suo prozio Filippo II di Spagna). Nato a Parma il 28 Marzo 1569, era, all inizio di costituzione gracile, ma poi si era rinforzato anche se gli erano rimaste gravi infermità, principalmente l epilessia. Lontano il padre, morta prematuramente la madre quando aveva otto anni, aveva trascorso una giovinezza solitaria. Soprattutto la notte gli provocava sofferenze con incubi e deliri. Ciò che più l angustiava, secondo certe cronache, era l apparizione di un uccellino dal capo nero che metodicamente sbatteva le alucce contro i vetri delle finestre. 34

35 Il frontespizio del tomo decimoquinto degli Annali di Muratori CULTURA & STORIA Vediamo come lo descrive Lodovico Antonio Muratori nel quindicesimo tomo dei suoi Annali d Italia. Era Signor d alti spiriti, gran Politico, ma di cupi pensieri, e di un naturale malinconico, che macinava continuamente sospetti, per li quali inquietato egli, ne pur lasciava la quiete ad altrui. Ne suoi sudditi mirava egli tanti nemici, ricordevole sempre di quanto era accaduto al suo Bisavolo Pier Luigi; e però studiava l arte di farsi più tosto temere, che amare, severo sempre ne castighi, difficile alle grazie. Era egli ben rimeritato da sudditi suoi, perchè al timore da lui voluto aggiugnevano anche l odio. Controbatte il nostro Cristoforo Poggiali nel tomo decimo delle Memorie storiche di Piacenza : Ma questo ritratto è caricato all estremo; e ben diverso da quello, che ne lasciarono gli Scrittori allora viventi, e tutti singolarmente i Piacentini Cronisti per me veduti; i quali, non che encomiar l indole amabile, il genio benefico, l affabilità, la clemenza, e l altre Virtù Principesche, onde fu a meraviglia fornito il Duca Ranuccio, adducono fatti incontrastabili a certa ripruova di esse Virtù, e testimonianze recano convincentissime dell affezion, che per esso nodrivano i sudditi suoi in generale. Passiamo a storici più moderni e sulle Storie di Parma di Gustavo Marchesi, leggiamo: Ranuccio I prese dunque posto nella galleria dei regnanti di famiglia. Dopo il ritratto di Pier Luigi viso scarno, fronte alta, occhi spalancati dalla febbre nel dipinto tizianesco veniva quello di Ottavio, animo quasi dispiaciuto d essere al mondo, anche se nella pratica dimostrava di conoscere la vita brillante, le giostre e il guerreggiare. Ranuccio rimava addirittura con corruccio, obeso, lontano dai campi di battaglia, tranne un primo approccio in Francia col grande papà. Il carattere cupo andava d accordo col peso e si scatenò in alcune occasioni passate alla storia fra grandi clamori. Sospettoso per natura e per il ricordo delle congiure tramate contro il proavo Pier Luigi, che ne rimase vittima scrive Omero Masnovo su Enciclopedia Italiana e contro l avo Ottavio che si salvò a stento (1582), nonché per l insidia a cui poco mancò egli stesso soccombesse presso Castelnuovo dei Terzi, vigilò attentamente la condotta dei feudatari, non certo contenti della politica antifeudale dei Farnese. Paolo Panni, nel raccontare la vicenda delle streghe, scrive di Ranuccio che Il diabolico duca, personaggio superstizioso, confiscatore di beni altrui e, oltretutto epilettico, non era l uomo più adatto da frequentare. Luigi Alfieri, un giornalista di Parma, nella sua stringata ma efficace storia di casa Farnese ( Gigli azzurri, Silva editore, Parma), ci offre questo ritratto: Fu un uomo impastato di luci e di ombre, ricco di qualità egregie, come di mostruose debolezze; colto e intelligente, ma anche superstizioso e credulone; amante delle buone leggi, eppure capace di odiosi soprusi; religioso, portato all'elemosina, tuttavia collerico, diffidente, paranoico, dispotico, spietato, facile al capestro. Un cocktail di sapori diversi. Un piatto agrodolce. Il ritratto che ci ha lasciato il pittore Cesare Aretusi ce lo mostra nel pieno della giovinezza. I capelli piuttosto lunghi tirati all'indietro (con gli anni ne perse molti e si fece quasi calvo), la fronte spaziosa, con una piega tra gli occhi che incupisce il bel volto. Il naso lungo e affilato, tendente all'insù, la bocca carnosa e ben sagomata, la barba un po' rada e incolta, tagliata a filo di mandibola. Il corpo è nascosto da un'armatura semplice e disadorna, molto diversa da quelle di foggia lombarda, ricche di arabeschi, amate dal padre; si vedono solo le mani, belle e ben curate. Nel complesso un uomo piacente, ma tenebroso, dall'aria inquieta. Nel suo Ristretto di storia patria ad uso dei piacentini (che poi tanto ristretto non era dato che è costituito da cinque tomi) l avvocato Anton-Domenico Rossi, sotto la data del 1611, scrive: Stavansi questi Ducati in mezzo agli ozi della pace, e godevansi già i frutti dell instradamento che ognor più prendeva la civilizzazione; ma l indole del Duca, comunque dal Muratori venisse chiamato uomo d alti spiriti, tutt insieme cupa e malinconica era cagione ch egli macchinasse continuamente sospetti, e che poscia trascorresse in modi asprissimi di severità, per quali bene spesso turbata venne la bella quiete de cittadini. Non sapeva dimenticar egli la tragica fine di Pier-Luigi, e comunque non ignorasse che gli uccisori del suo bisavolo erano stati agenti subalterni di più alta potenza, pure egli vedeva in ogni suo suddito un nemico; per la qual cosa studiavasi di essere piuttosto temuto che amato: tristissima maniera di regnare, per la quale rompendo quei dolci legami che uniscono al Principe il suddito, questi rimerita il suo Sovrano di altrettanto d odio quanto egli vuole incutergli timore, e che frutta infine quelle funestissime conseguenze che sogliono essere germi fatali di estreme sciagure. Il nostro Giarelli, nella sua Storia di Piacenza scrive, tra l altro, a proposito della congiura dei nobili: Erasi nel 1611 e duca Ranuccio più che mai nell animo cupo volgeva sinistri sospetti. Rammentava il bisavo caduto sotto il pugnale dei congiurati. Vedeva egli pure in ogni suddito un omicida pronto a spegnerlo. Più che amare era ridotto a farsi temere: in ogni canto gli pareva 35

36 La statua equestre di Ranuccio I nella nostra Piazza Grande CULTURA & STORIA scorgere un complotto. Rita Guidi, riferendo di un convegno svoltosi presso l Università di Pisa sul tema Stregoneria e streghe nell Europa moderna, ha scritto: Ma anche Parma si difendeva bene...ce lo ricorda il curioso e interessante studio di Marzio Dall'Acqua, da lui stesso illustrato nel corso della tavola rotonda su << Problemi e prospettive per il reperimento delle fonti sulla stregoneria >>, che si è svolta nell'ultima giornata del convegno. Attingendo ad una rara raccolta documentaria dell'archivio di Stato, Dall'Acqua fa affiorare una storia lontana e barocca, eppure << semplice >> e superstiziosa, ambientata nella Parma Farnese del Quella di Ranuccio, il Duca del Teatro, o il Duca che ascoltava il silenzio - come dice Dall'Acqua - E in quel silenzio << udiva le voci dei morti, sinistri rumori >>. Carattere ombroso, quello del Duca, infido, debole e superstizioso. Succube, soprattutto, dell'astuzia e dei consigli di Bartolomeo Riva, << un personaggio che dall'ombra realmente aveva in mano tutto il potere dello Stato farnesiano >>. Dato che si è accennato a questo Bartolomeo Riva, - un piacentino, figura essenziale in gran parte del ducato di Ranuccio - cerchiamo di vedere rapidamente chi era. Figlio di un mugnaio, Alberto e di Giustina Ghidini, si era laureato in legge ed era rapidamente salito, dalle sue umili origini, a cariche pubbliche di un certo rilievo, tanto che il duca Ranuccio finì per affidargli importanti incarichi fino a farlo diventare tesoriere generale, praticamente primo ministro. Divenne così uno dei principali collaboratori, una specie di eminenza grigia del Duca, che, per premiarlo del suo zelo, lo mise nella condizione di acquistare la contea di Spettine, in Val Nure. A lui si attribuiscono primarie responsabilità, sia nella vicenda del processo alle streghe, svoltosi a Gragnano, sia nella repressione della congiura dei nobili. A Riva è stata intitolata una via nella frazione piacentina di Montale. A favore del duca Ranuccio va detto che convinto dell importanza degli studi e della musica (anche se lui non era particolarmente colto) - aveva dato nuovo impulso all università di Parma e all Almo Collegio dei Teologi, istituendo il Collegio dei Nobili (o di Santa Caterina) ponendolo sotto il controllo dei gesuiti. Durante il suo Ducato venne iniziata la costruzione, sempre a Parma, del palazzo della Pilotta che conteneva anche il teatro Farnese, capace di 4500 posti, edificato fra il 1618 ed il 1619, su progetto di Giovanni Battista Aleotti, ed inaugurato nel 1628 (quanto Ranuccio era già morto) con le musiche di Claudio Monteverdi ed i celebri cantanti Settimia Caccini e Loreto Vittori. In pratica aveva fatto di Parma una capitale culturale tra le più eminenti d Europa. Intensa fu la sua attività legislativa. Nel 1594 promulgò le Costituziones, un codice contenente provvedimenti esemplari, moderni e lungimiranti, che restarono in vigore per secoli: l abolizione del lavoro festivo, la proibizione della coltivazione del riso perché portatrice di malaria, la realizzazione di bonifiche e la creazione di argini sui fiumi. Tra i provvedimenti c era anche la razionalizzazione dello smaltimento dei rifiuti: le immondizie, prima di essere conferite in luoghi idonei, dovevano essere raccolte in buche sotterranee. Nelle costituzioni era previsto anche che non si potessero costruire nuovi edifici senza il permesso delle autorità preposte e che le industrie produttrici di odori sgradevoli fossero situate in zone appositamente create nelle parti remote dell abitato. Sia a Parma che a Piacenza aveva dato impulso all edilizia. Nella nostra città furono costruiti o rimaneggiati numerosi edifici religiosi e civili ma, soprattutto, vennero realizzate le due statue equestri opera di Francesco Mochi e capolavoro del barocco equestre che raffigurano lo stesso duca Ranuccio e suo padre Alessandro. La seconda statua, quella del grande condottiero (ed anche la più bella) venne però inaugurata quando Ranuccio era già morto. A proposito delle due statue è curiosa la corrispondenza intercorsa tra il duca ed i maggiorenti di Piacenza che gli chiedevano l autorizzazione di realizzare i monumenti: Ranuccio, il 4 Aprile del 1612, si schermiva, approvando la statua dedicata al padre mentre per la sua scriveva che diciamo che ci sarà tempo a pensarci. Poi, in seguito alle insistenze dei piacentini, finiva per lasciare a loro (bontà sua!) la facoltà di erigere, a loro spese naturalmente, anche la statua a lui dedicata. Veniamo dunque alla vicenda di questo processo per stregoneria, così come appare dai documenti anche se incompleti - esistenti nell archivio storico di Parma. Documenti che, peraltro, non giovano certamente a presentarci il lato migliore del duca Ranuccio. Prima di sposare Margherita Aldobrandini pronipote dii papa Clemente VIII il duca aveva vissuto una lunga relazione con una certa Claudia, figlia di un funzionario del ducato e fanciulla bellissima, che aveva tenuto presso di sè con la sua famiglia, in particolare la madre (le due donne venivano definite con disprezzo le romane, dai cortigiani invidiosi della posizione d alto favore che godevano) coprendola di doni preziosi. Dalla giovanissima amante avrebbe avuto anche almeno due figli. Poi arrivò il suo matrimonio con l Aldobrandini e, pian piano, anche la passione verso la bella Claudia, si spense. Si sa come succede. Come cantava Modugno, come una fiaba l amore passa, c era una volta e poi non c è più. Claudia e la madre non si diedero per vinte e avanzarono richieste su richieste di risarcimento che non vennero accolte. Passarono allora alla maldicenza ed alla diffamazione, rivelando anche particolari scabrosi che non giovavano alla reputazione del Signore. Purtroppo il matrimonio con la Aldobrandini non era fecondo (nascevano figli ammalati che decedevano poche ore dopo la nascita) e, 36 La moneta aurea (13,16 grammi, 27/28 mm di diametro) del valore di 2 doppie, coniata nel 1618

37 CULTURA & STORIA quando il 5 settembre del 1610, nacque il primo erede legittimo, il principino Alessandro, si scoprì, ahimè, che il poverino era sordo, muto ed epilettico. Ottima occasione per i cortigiani per soffiare sul fuoco, lasciando intendere che tutta la faccenda derivava da qualche stregoneria messa in atto dalle due romane e da altre donne di malaffare a loro legate. Madre e figlia vennero sorvegliate da agenti segreti e, a questo punto, entrò in azione il già citato nostro concittadino Bartolomeo Riva che, foraggiando un vecchia e pregiudicata baldracca, Domenica Benassi, la fece diventare il principale testimone nell accusa di stregoneria. Il Riva considerato un intrigante ed un maneggione indusse così il Duca (che, ovviamente vedeva un ottima opportunità per levarsi dai piedi le due linguacciute) ad istituire una commissione per giudicare il caso di stregoneria. Il 28 Aprile 1611 madre e figlia, unitamente ad altre donne (incolpate di averle favorite ed ammaestrate nelle pratiche malevole e nelle fatture) vennero arrestate e tradotte al castello di Gragnano per il processo. Il tribunale, formato in prevalenza da notabili piacentini, in qualche modo legati per amicizia od interessi al Riva, scelse come perito padre Gerolamo da Napoli, pubblico esorcista della città di Piacenza. A lui furono consegnati, perché li esaminasse, vari oggetti sequestrati nella casa delle romane e di una loro complice, certa Antonia Zannini. Coadiuvato da don Cristoforo Mazzolini, l esorcista, nella casa di un giudice piacentino, passò in rivista tutte quelle cose ritenute malefiche. Un elenco lunghissimo di cui diamo solo un assaggio: un puoco di spago involtolato su una carta, un treccino di capelli, uno quadrettino della Madonna su cartone, un puoco di carta sulla quale era della cosa pesta simile a cenere, dei ditali di ottone busi da un capo solo, diverse pezzuole bianche cucite insieme, un ovo intiero senza alcuna apertura pieno d acqua malefiziata, una palla di diversi colori di panno, un pomo verde ecc,. In particolare si ritenne che quella cosa pesta simile a cenere avesse il potere di far stramazzare al suolo chiunque si trovasse a camminarvi sopra, mentre il pomo verde era ricettacolo di Satana e di tutta la sua corte. Per quest ultimo dalle carte processuali risulta havealo don Gerolamo a pena tolto in mano che lo ritrovò pieno di demoni e lo discantò. Ma il malifizio più orribile, rivolto contro il Duca, era quello di un magico bastone che le due donne avrebbero piantato nella loro cantina, lasciandone emergere appena la cima. Quando il bastone fioriva, significava che il duca stava per avere un figlio. Bastava buttare via il fiore e la nascita avrebbe avuto effetti negativi (morte o gravi malattie). Ed ecco spiegate le cause dei figli nati morti o di quello gravemente menomato. Anche mentre si stava provvedendo agli esorcismi si verificavano straordinari fenomeni come attacchi di epilessia che colpivano il Duca semisoffocato da un acuto odore di zolfo (che, come si sa, è un profumo assai gradito da Satana), o furiosi temporali con grandine che devastavano il raccolto nelle terre del piacentino. Insomma ce ne era in abbondanza per ritenere colpevoli le donne che, sottoposte alla tortura e, a quell epoca, non si andava tanto per il sottile - finirono, ovviamente, per confessare tutto quello che gli inquirenti volevano e magari anche di più. Le due romane e le loro complici vennero rapate a zero. Le celle del castello di Gragnano e gli strumenti usate per la tortura, furono benedetti per essere sicuri che non fossero rimasti contaminati. Nel processo erano stati coinvolti, sia pure in modo secondario, come testimoni o fornitori di alcune delle materie prime per gli incantesimi, anche alcuni dei protagonisti della già citata presunta congiura dei feudatari che si sarebbe conclusa il 19 Maggio 1612 con sette nobili giustiziati a Parma sulla pubblica piazza (ma questa è tutta un altra storia della quale si è parlato molto, con opinioni spesso contrastanti circa la realtà della congiura). Causa chiusa, dunque, e condanna certa. Ma, ahimè, i documenti dell archivio di Parma a questo punto ci lasciano in sospeso. Non ci dicono, quindi, se ci sia stato un verdetto e quale fine abbiano fatto le streghe. Forse era stata a loro evitata la pena capitale e sono rimaste a marcire nelle segrete del castello, fino alla loro morte. A proposito della loro principale complice, la popolana friulana Antonia Zanini, secondo uno studio di Marzio Dall Acqua, si sarebbe trattato di una benadante, una specie di maga bianca, ossia una esperta di erbe usate a scopi medicinali benefici. Ma anche qui il discorso andrebbe allargato nel quadro dei processi di stregoneria che erano molto diffusi in quel tempo. Per concludere citiamo il nostro Cristoforo Poggiali che sempre riferendo di episodi verificatisi durante il ducato di Ranuccio I ci informa che l ultimo giorno di febbraio del 1599, nella nostra cattedrale era stati battezzati tre fratelli ebrei insieme col loro padre, di Cortemaggiore, Lo stesso anno, il 20 Maggio, nella chiesa di San Giovanni in Canale, una povera contadinella, rinunciò ufficialmente ad ogni commercio col demonio, col quale usava carnalmente, e andava alla noce del Benevento, e il dì seguente in castigo de falli suoi fu acremente frustata per la città. Tempi duri, quelli di Ranuccio I, per streghe e congiurati, veri o falsi che fossero! E allora quale giudizio Una strega si sta costruendo attorno il cerchio magico: dipinto di Waterhouse dare del suo trentennale Ducato? Fu vera gloria? I posteri purtroppo l ardua sentenza non l hanno saputa emettere ed ancora oggi i cultori della storia di quei tempi sono divisi tra coloro che, come abbiamo detto, vedono il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. 37 Uno scorcio del castello di Gragnano, ormai trasformato in abitazione rurale, in una vecchia fotografia di Carlo Ragazzi Tre streghe in un quadro dello svizzero Füssli

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