POLITECNICO DI MILANO

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1 POLITECNICO DI MILANO Scuola di Ingegneria Civile, Ambientale e Territoriale Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria per l Ambiente e il Territorio GESTIONE DELLA PUBBLICITÀ STRADALE IN AMBIENTE GIS: APPLICAZIONE AL CATASTO STRADE DELLA PROVINCIA DI PIACENZA Relatore: Prof. Livio Pinto Tesi di laurea di: Guido Minini Matricola Anno Accademico 2010/2011

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3 ABSTRACT Il presente elaborato di tesi è nato da un esigenza di riordino della cartellonistica pubblicitaria presente sulle strade di competenza della Provincia di Piacenza. Attraverso la collaborazione tra il Politecnico di Milano e la Provincia di Piacenza si sono definite le procedure di attuazione del Regolamento per la disciplina della pubblicità stradale e delle segnalazioni turistiche. Lo strumento utilizzato per questo lavoro è il Catasto delle strade della Provincia di Piacenza: grazie ad esso è possibile effettuare delle elaborazioni in ambiente GIS, implementando regole automatiche per l individuazione dei vari vincoli di ubicazione della cartellonistica pubblicitaria, previsti dalla Normativa in materia (in principal modo fondata sul Codice della Strada e sul Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio ) volta a tutelare sia la sicurezza degli utenti della strada che il territorio e l ambiente. L obiettivo finale dell intera attività è l individuazione delle aree soggette a vincolo, nelle quali è vietata l installazione di cartelli pubblicitari, e conseguentemente delle aree libere da vincolo. Una volta disponibili queste informazioni sarà possibile procedere al riordino vero e proprio, attraverso la rimozione dei cartelli installati in aree vincolate, il loro eventuale ricollocamento nelle aree libere ed una continua attività di vigilanza riguardo al rispetto delle regole. iii

4 RINGRAZIAMENTI Molte sono le persone che desidero ringraziare, ossia tutti quanti hanno contribuito, in svariati modi, alla realizzazione di questo lavoro. Innanzitutto il prof. Livio Pinto, il quale mi ha sempre supportato e sostenuto lungo tutto il percorso di preparazione della tesi (nonostante i miei tempi quasi biblici ) ed il dott. Daniele Passoni, per la preziosa collaborazione. La stesura di questo elaborato si è integrata ad un attività di tirocinio presso la Provincia di Piacenza Servizio Progettazione e Gestione della Rete Viaria: è quindi doveroso da parte mia ringraziare tutti coloro i quali hanno reso piacevole questo anno di tirocinio, in particolare il geom. Francesca Putzolu, che mi ha seguito come tutor aziendale, facendomi sentire sempre a mio agio, i dirigenti che si sono succeduti a capo del dipartimento, dott. Davide Marenghi e ing. Emanuele Tuzzi, ed Enrico Scrivani, collega di tirocinio e compagno di avventure durante l attività di rilievo, su e giù per le strade piacentine. Non può mancare un ringraziamento a tutti gli amici, ai compagni di studio ed ai coinquilini del mitico appartamento di Milano: elencarli tutti sarebbe alquanto complicato, e si correrebbe il rischio di dimenticare qualcuno, perciò grazie a tutti, indistintamente! Infine la dedica che voglio sottolineare con maggior forza è naturalmente quella rivolta alla mia famiglia: grazie mamma e papà per aver sempre creduto in me, anche nei momenti di difficoltà gli anni che passano, gli studi che non sembrano mai finire grazie per la vostra pazienza ed il vostro affetto, spero di ripagarvi della fiducia che avete sempre riposto in me. Grazie sorellina, come sempre mi hai dato una mano senza che fossi io a chiedertelo, correggendo le mie sgrammaticature e dandomi sempre buoni consigli. Che fortuna avere una famiglia così! iv

5 INDICE ABSTRACT... RINGRAZIAMENTI... iii iv 1 INTRODUZIONE MOTIVAZIONI DEL LAVORO PROBLEMATICHE CONNESSE ALLA PUBBLICITÀ STRADALE EMERGENTE Il caso della Provincia di Piacenza FONTI DEL DIRITTO E RIFERIMENTI NORMATIVI Normativa Nazionale Normativa Regionale Normativa locale PANORAMA EUROPEO CATASTO DELLE STRADE CARTELLI PUBBLICITARI CATASTO DELLE STRADE CATASTO DELLE STRADE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA Eventi e attributi inseriti Precisione dei rilevamenti CATASTO DELLE STRADE DELLA PROVINCIA DI PIACENZA Rilievo per il Catasto Strade con laser scanner terrestre CARTELLI PUBBLICITARI STRADALI VINCOLI FISICI DI UBICAZIONE Vincolo di distanza dalle curve Vincolo di distanza dalla segnaletica verticale Vincolo di distanza dalle intersezioni Altri vincoli Vincolo di distanza reciproca tra cartelli pubblicitari e dal limite della carreggiata Tratti stradali vincolati e tratti liberi VINCOLI PAESAGGISTICI, CULTURALI E VIABILITÀ PANORAMICA Beni paesaggistici Territori contermini ai laghi Fiumi, torrenti e corsi d acqua pubblici Territori al di sopra dei 1200 m Territori coperti da foreste e boschi Beni di notevole interesse pubblico Altri beni soggetti a vincolo paesaggistico v

6 3.2.2 Beni culturali Viabilità panoramica Vincoli P.T.C.P CONCLUSIONI ANALISI DEI RISULTATI Provincia di Piacenza SP10R Padana Inferiore (km ) SVILUPPI FUTURI BIBLIOGRAFIA vi

7 INDICE DELLE FIGURE CAPITOLO 2: Figura 2.1: I tre veicoli rilevatori per Catasto strade operanti in Italia considerati come esempio 24 CAPITOLO 3: Figura 3.1: Circonferenza passante per tre punti 28 Figura 3.2: Rototraslazione del sistema di riferimento 30 Figura 3.3: Strada Provinciale SP588R 32 Figura 3.4: Individuazione dei punti curva 35 Figura 3.5: La finestra del comando Display Route Events 37 Figura 3.6: Tratti stradali vincolati dalle curve SP588R, lato sinistro e lato destro 38 Figura 3.7: Sovrapposizione inappropriata tra vincoli 40 Figura 3.8: Distanze minime da segnali di pericolo e prescrizione 41 Figura 3.9: Distanze minime da segnali di indicazione 41 Figura 3.10: Segnaletica stradale SP588R, lato sinistro e lato destro. 42 Figura 3.11: Tratti stradali con limite di velocità minore o uguale a 50 km/h SP588R, lato sinistro e lato destro 43 Figura 3.12: Finestra del comando Select By Location. 44 Figura 3.13: Tratti stradali vincolati dalla segnaletica stradale SP588R, lato sinistro e lato destro. 45 Figura 3.14: Rete stradale intersecante la SP588R. 47 Figura 3.15: Incongruenza geometrica tra grafi stradali. 47 Figura 3.16: Metodo manuale di individuazione delle intersezioni. 48 Figura 3.17: Intersezioni stradali SP588R, lato sinistro e lato destro. 49 Figura 3.18: Distanze minime dalle intersezioni. 49 Figura 3.19: Tratti stradali vincolati dalle intersezioni SP588R, lato sinistro e lato destro. 50 Figura 3.20: Tratti stradali vincolati da divieti vari SP588R, lato sinistro e lato destro. 52 Figura 3.21: Tratti stradali vincolati dalle gallerie SP586R, lato sinistro e lato destro. 53 Figura 3.22: Cartelli pubblicitari SP588R, lato sinistro e lato destro. 54 Figura 3.23: Tratti stradali vincolati SP588R, lato sinistro e lato destro 57 Figura 3.24: Tratti stradali liberi da divieti SP588R, lato sinistro e lato destro 58 Figura 3.25: Tratti stradali vincolati dai corsi d acqua Provincia di Piacenza e SP588R 61 Figura 3.26: Tratti stradali vincolati da quota superiore a 1200 m Provincia di Piacenza 62 Figura 3.27: Tratti stradali vincolati dalla presenza di boschi Provincia di Piacenza 63 Figura 3.28: Tratti stradali in zone di notevole interesse pubblico Provincia di Piacenza 64 Figura 3.29: Tratti stradali soggetti a vincolo culturale Provincia di Piacenza e SP588R 68 Figura 3.30: Tratti stradali di viabilità panoramica Provincia di Piacenza 70 Figura 3.31: Tratti stradali vincolati dal P.T.C.P. Provincia di Piacenza e SP588R 72 vii

8 CAPITOLO 4: Figura 4.1: Tratti stradali liberi da vincolo Provincia di Piacenza, lato sinistro 74 Figura 4.2: Tratti stradali liberi da vincolo Provincia di Piacenza, lato destro 75 Figura 4.3: Cartelli pubblicitari Provincia di Piacenza, lato sinistro 76 Figura 4.4: Cartelli pubblicitari Provincia di Piacenza, lato destro 77 Figura 4.5: Tratti stradali liberi da vincolo SP10R Est, lato sinistro 79 Figura 4.6: Tratti stradali liberi da vincolo SP10R Est, lato destro 79 Figura 4.7: Cartelli pubblicitari SP10R Est, lato sinistro 80 Figura 4.8: Cartelli pubblicitari SP10R Est, lato destro 80 Figura 4.9: Tavola con ortofoto dei tratti liberi utilizzabili 82 Figura 4.10: Tavola di linearizzazione del percorso stradale con tratti liberi utilizzabili 83 viii

9 INDICE DELLE TABELLE CAPITOLO 2: Tabella 2.1: Eventi da inserire nel Catasto delle strade secondo le disposizioni della Regione Emilia-Romagna 14 Tabella 2.2: Informazioni relative al percorso stradale Attributi amministrativi 15 Tabella 2.3: Informazioni comuni a tutti gli eventi Informazioni identificative 15 Tabella 2.4: Elemento stradale Attributi amministrativi 16 Tabella 2.5: Segnaletica verticale 17 Tabella 2.6: Concessioni puntuali 18 Tabella 2.7: Verifica di completezza delle entità e dei relativi attributi del Catasto strade della provincia di Piacenza 21 Tabella 2.8: Entità ed attributi oggetto di verifica di accuratezza tematica di tipo geometrico 22 Tabella 2.9: Statistica delle differenze tra la geometria di alcuni elementi e il valore riportato come attributo 22 CAPITOLO 3: Tabella 3.1: Variazione delle coordinate dei punti conseguentemente alla rototraslazione; d AC è la distanza tra il punto A e il punto C 30 Tabella 3.2: Metodo di estrazione dei punti curva parte 1; al primo punto della strada viene assegnata una distanza fittizia negativa 33 Tabella 3.3: Metodo di estrazione dei punti curva parte 2 34 Tabella 3.4: Distinzione tra punti appartenenti a curve a destra e punti appartenenti a curve a sinistra 35 Tabella 3.5: Calcolo delle progressive iniziale e finale dei tratti vincolati da un punto curva 36 Tabella 3.6: Distanze minime dalla segnaletica stradale 39 Tabella 3.7: Distanze minime dalla segnaletica stradale fasce intermedie 42 Tabella 3.8: Distanze minime dalle intersezioni 46 Tabella 3.9: Distanze minime dalle intersezioni fasce intermedie 49 Tabella 3.10: Cartelli pubblicitari presenti sulla SP588R 55 Tabella 3.11: Individuazione del vincolo di distanza tra cartelli pubblicitari 55 Tabella 3.12: Cartelli che non rispettano il vincolo di distanza da altri cartelli 55 Tabella 3.13: Cartelli a distanza < 3 m dal limite della carreggiata 56 Tabella 3.14: Cartelli che non rispettano i vincoli di distanza da segnali stradali, curve, intersezioni, ecc. 56 Tabella 3.15: Totale cartelli che non rispettano vincoli del Regolamento 57 Tabella 3.16: Cartelli ricollocabili nei tratti liberi 58 Tabella 3.17: Tratti stradali soggetti a vincolo P.T.C.P. 71 ix

10 CAPITOLO 4: Tabella 4.1: Tratti stradali soggetti a vincolo del Codice della Strada 74 Tabella 4.2: Cartelli pubblicitari presenti sulle strade provinciali 75 Tabella 4.3: Cartelli pubblicitari vincolati 77 Tabella 4.4: Totale cartelli pubblicitari vincolati 78 Tabella 4.5: Tratti stradali soggetti a vincolo SP10R Est 78 Tabella 4.6: Cartelli pubblicitari presenti sulla SP10R Est 80 Tabella 4.7: Cartelli pubblicitari vincolati SP10R Est 81 Tabella 4.8: Cartelli ricollocabili nei tratti liberi SP10R Est 81 x

11 1 INTRODUZIONE 1.1 Motivazioni del lavoro Il presente elaborato di tesi è stato sviluppato nell ambito di una collaborazione tra il Politecnico di Milano Centro per lo Sviluppo del Polo di Piacenza e la Provincia di Piacenza, riguardante da un lato la definizione delle procedure di attuazione del Regolamento per la disciplina della pubblicità stradale e delle segnalazioni turistiche, adottato dalla Provincia, dall altro un attività di consulenza di tipo tecnicoscientifico nell ambito del Catasto strade. La collaborazione è nata dalla necessità di riorganizzazione della cartellonistica pubblicitaria stradale, dettata da imposizioni di carattere normativo, volte principalmente a tutelare la sicurezza degli utenti delle infrastrutture stradali e le bellezze naturalistiche e paesaggistiche che caratterizzano il territorio. La collaborazione Politecnico Provincia di Piacenza è suddivisibile nelle seguenti tre fasi operative: Fase 1. supporto al riordino delle autorizzazioni in essere nel sistema informativo della Provincia e analisi del sistema per l ottimizzazione del rilascio di nuove autorizzazioni; Fase 2. definizione delle procedure di attuazione (linee guida) per l applicazione del Regolamento per la disciplina della pubblicità stradale e delle segnalazioni turistiche in base alle esigenze della Provincia; Fase 3. supporto alla definizione delle procedure topografiche di aggiornamento delle basi dati afferenti alla pubblicità stradale e al Catasto strade. La Fase 2, quella più strettamente legata alle problematiche di riorganizzazione della pubblicità stradale, a sua volta prevede l approfondimento dei seguenti punti tematici: 1. ricerca bibliografica in ambito tecnico scientifico e normativo inerente i Regolamenti in uso nelle pubbliche amministrazioni; 2. definizione di una zonizzazione provinciale, vale a dire individuazione delle zone dove sarà consentito effettuare pubblicità stradale e proposta per eventuali vincoli rafforzativi in riferimento alla salvaguardia e alla tutela del paesaggio storico-naturalistico e architettonico; 3. definizione di uno standard univoco dei supporti dei cartelli (forma della struttura, materiale, colore ) e della loro dimensione (modulazione dei cartelli). Il seguente elaborato si focalizza principalmente sul secondo punto: il lavoro svolto si è infatti basato sull analisi della Rete Stradale Provinciale della Provincia di Piacenza, individuando le varie tipologie di vincoli su essa gravanti che impediscono il posizionamento della cartellonistica pubblicitaria. Grazie al supporto di un software GIS (Geographic Information System), denominato ArcGIS, e del software Microsoft Excel, si sono potuti implementare vari algoritmi che hanno consentito l individuazione dei tratti stradali sottoposti a vincolo e in alternativa quelli liberi dove è possibile effettuare pubblicità. L obiettivo del lavoro è quindi la realizzazione di un sistema informativo territoriale che rappresenti la situazione della rete stradale provinciale dal punto di vista appena

12 enunciato; questo sistema potrebbe essere ad esempio un applicazione WebGIS, liberamente consultabile su internet, grazie alla quale un installatore pubblicitario possa facilmente individuare i tratti stradali non sottoposti a vincoli di legge, quindi adatti al posizionamento di un cartello pubblicitario. 1.2 Problematiche connesse alla pubblicità stradale emergente I vincoli normativi si contrappongono ad una realtà nazionale in cui la pubblicità stradale ha avuto uno sviluppo quasi selvaggio, soprattutto sulle arterie stradali principali, più appetibili per il collocamento di cartelli pubblicitari in quanto maggiormente trafficate. Fenomeno purtroppo molto diffuso, che concorre ad aggravare ulteriormente la situazione, è l abusivismo, cioè l installazione di cartelli senza alcuna autorizzazione da parte dell ente competente. Il problema assume sicuramente proporzioni via via maggiori man mano che ci si avvicina ai grandi capoluoghi. Per porre un freno a questa situazione, le amministrazioni provinciali hanno cominciato ad attuare provvedimenti di riordino della cartellonistica pubblicitaria sui propri territori. Vediamo alcuni esempi di intervento. L amministrazione della Provincia di Roma ha previsto un processo che si articola nelle seguenti azioni: - censimento di tutta la cartellonistica, legale ed abusiva, lungo le strade di competenza provinciale; - mappatura delle aree autorizzate e di quelle proibite per l installazione dei pannelli regolamentari, in base alle norme stabilite dal Codice della Strada; - istituzione di bandi per collocare sulle provinciali romane solo pubblicità legale e reinvestire i proventi derivati nella manutenzione delle strade; - convocazione delle associazioni di categoria che operano nel settore, per definire transazioni sui canoni pregressi e stabilire regole accettate e condivise. Questo lavoro è stato seguito da interventi sul territorio, volti alla rimozione dei cartelli abusivi ed al controllo costante della situazione, con l applicazione di adeguate sanzioni per chi contravviene alle norme di legge. Queste operazioni sono state facilitate da vari strumenti creati appositamente: - creazione di una Banca Dati degli impianti pubblicitari; - istituzione di reparti della polizia municipale dediti esclusivamente al controllo della regolarità degli impianti pubblicitari e alla rimozione delle strutture illegali; - creazione del servizio di segnalazione di impianti non desiderati da parte della cittadinanza; - suddivisione del Servizio affissioni e pubblicità in cinque aree strategiche, fra le quali il controllo del territorio e il contrasto all abusivismo pubblicitario ; - incremento dell impegno finanziario per rimuovere gli impianti non autorizzati. La Provincia di Milano ha agito in modo simile, vigilando sulla regolarità delle installazioni con l aiuto della tecnologia: sui cartelloni autorizzati è installato un microchip, grazie al quale gli agenti della polizia municipale sono in grado di accertare in tempo reale se l installazione è stata autorizzata o se è abusiva, e in quest ultimo caso rimuoverla in breve tempo. Una soluzione molto più drastica al problema della pubblicità stradale è stata adottata dalla Provincia di Sondrio, varando un Piano territoriale che prevede la rimozione di tutti gli impianti pubblicitari, abusivi e non, situati al di fuori dei centri abitati. 2

13 1.2.1 Il caso della Provincia di Piacenza La realtà della provincia di Piacenza non si discosta da quella descritta nel paragrafo precedente, anche se l entità del problema è più ridotta se paragonata a quella delle grandi città: basta infatti percorrere alcune delle strade provinciali maggiormente trafficate, soprattutto quelle che si diramano dal capoluogo, per rendersi conto dell eccessiva quantità di cartelli pubblicitari e del mancato rispetto dei vincoli di legge. La situazione più problematica riguarda sicuramente l ex Strada Statale n 10 Padana Inferiore (SP10R), una delle arterie più trafficate della rete stradale provinciale: essa è stata quindi oggetto di rilievi specifici, riguardanti porzioni di essa, allo scopo di evidenziare la problematica e di intervenire successivamente nella riorganizzazione della cartellonistica pubblicitaria. La rete stradale della Provincia di Piacenza si sviluppa su circa 1092 km; su di essa insistono un totale di 1874 concessioni pubblicitarie, di cui 550 si riferiscono a cartelli pubblicitari, mentre le rimanenti fanno riferimento a insegne di esercizio, preinsegne e impianti pubblicitari di vario tipo. I tratti stradali di competenza della Provincia sono quelli situati esternamente rispetto ai centri abitati, mentre all interno dei centri urbani la competenza è affidata ai vari Comuni e i vincoli posti per la collocazione dei cartelloni pubblicitari sono solitamente meno restrittivi. I tratti stradali esterni ai centri abitati (extraurbani) coprono un totale di 879,3 km, sui quali sono autorizzati 666 impianti pubblicitari, di cui 316 sono cartelli. I dati appena elencati sono aggiornati a maggio 2009; tra il 2010 e il 2011 è stato effettuato un rilievo, in concomitanza con la rilevazione della segnaletica stradale, tramite il quale si sono individuati i soli cartelli pubblicitari nei tratti stradali extraurbani: essi sono in numero pari a

14 1.3 Fonti del diritto e riferimenti normativi La Normativa che disciplina la collocazione della pubblicità sulle strade è volta a tutelare la sicurezza degli utenti della strada, evitando che la pubblicità sia fonte di distrazione per il guidatore, o che ne limiti la visibilità, e a tutelare il paesaggio, l ambiente ed i beni culturali presenti sul territorio. La principale fonte del diritto è la Costituzione italiana; all articolo 9 essa recita: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Nell articolo 117 si attribuiscono le competenze legislative per queste materie: - Lo stato ha legislazione esclusiva su [ ] tutela dell ambiente, dell ecosistema e dei beni culturali ; - Sono materia di legislazione regionale [ ] la valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali Normativa Nazionale Per quanto riguarda la disciplina della pubblicità stradale, la Normativa di riferimento è il Nuovo Codice della Strada (N.C.S) che è stato emanato con D.Lgs. n. 285 del 30 aprile 1992, modificato con D.Lgs. n. 360 del 10 settembre 1993; il relativo Regolamento di attuazione è stato emanato con D.P.R. n. 495 del 16 dicembre 1992, modificato con D.P.R. n. 610 del 16 settembre La regolamentazione della pubblicità stradale è esposta nell articolo 23 del N.C.S. recante titolo Pubblicità sulle strade e sui veicoli. Si riportano di seguito i passaggi più significativi ai fini della trattazione: Lungo le strade o in vista di esse è vietato collocare insegne, cartelli, manifesti, impianti di pubblicità o propaganda, segni orizzontali reclamistici, sorgenti luminose, visibili dai veicoli transitanti sulle strade, che [ ] possono ingenerare confusione con la segnaletica stradale, ovvero possono renderne difficile la comprensione o ridurne la visibilità o l efficacia, ovvero arrecare disturbo visivo agli utenti della strada o distrarne l attenzione con conseguente pericolo per la sicurezza della circolazione. Lungo le strade, nell ambito e in prossimità di luoghi sottoposti a vincoli a tutela di bellezze naturali e paesaggistiche o di edifici o di luoghi di interesse storico o artistico, è vietato collocare cartelli e altri mezzi pubblicitari. La collocazione di cartelli e di altri mezzi pubblicitari lungo le strade o in vista di esse è soggetta [ ] ad autorizzazione da parte dell ente proprietario della strada nel rispetto delle presenti norme. Nell interno dei centri abitati la competenza è dei Comuni, salvo il preventivo nulla osta tecnico dell ente proprietario. Il regolamento stabilisce le norme per le dimensioni, le caratteristiche, l ubicazione dei mezzi pubblicitari lungo le strade, le fasce di pertinenza [ ] Nell interno dei centri abitati [ ] i Comuni hanno la facoltà di concedere deroghe alle norme relative alle distanze minime per il posizionamento dei cartelli e degli altri mezzi pubblicitari. In caso di collocazione di cartelli, insegne di esercizio o altri mezzi pubblicitari privi di autorizzazione [ ] l ente proprietario della strada diffida l autore della violazione e il proprietario o il possessore del suolo privato [ ] a rimuovere il mezzo pubblicitario a loro spese entro e non oltre dieci giorni dalla data di comunicazione dell atto. Decorso il suddetto termine, l ente proprietario provvede ad effettuare la rimozione del mezzo pubblicitario ed alla sua custodia ponendo i relativi oneri a carico dell autore della violazione. 4

15 Non è consentita la collocazione di cartelli, di insegne di esercizio o di altri mezzi pubblicitari nelle zone tutelate dalle leggi 1 giugno 1939, n. 1089, e 29 giugno 1939, n. 1497, dal decreto-legge 27 giugno 1985, n. 312, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1985, n. 431, e dalla legge 6 dicembre 1991, n [ ] Le regioni possono individuare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente disposizione le strade di interesse panoramico ed ambientale nelle quali i cartelli, le insegne di esercizio ed altri mezzi pubblicitari provocano deturpamento del paesaggio. Entro sei mesi dal provvedimento di individuazione delle strade di interesse panoramico ed ambientale i comuni provvedono alle rimozioni. I concetti di beni culturali e beni paesaggistici sono spiegati attraverso il D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Il contenuto di tale decreto verrà approfondito nel Paragrafo 3.2 e suoi sottoparagrafi, nei quali si trattano i vincoli di ubicazione della pubblicità stradale causati dalla presenza di beni paesaggistici e culturali e di viabilità panoramica Normativa Regionale A livello regionale, lo strumento preposto alla salvaguardia del paesaggio è il Piano Territoriale Paesistico Regionale (P.T.P.R.): esso è parte tematica del Piano Territoriale Regionale (P.T.R.) e si pone come riferimento centrale della pianificazione e della programmazione regionale, dettando regole e obiettivi per la conservazione dei paesaggi regionali. In Emilia-Romagna prese forma a partire dal 1986, in virtù del mandato conferito dalla legge statale n. 431 del Il P.T.P.R. è un Piano a cui la Regione Emilia-Romagna affida la tutela dell identità culturale e dell integrità fisica dell intero territorio regionale. Il P.T.P.R. è stato realizzato con riferimento a due principi generali volti a: - integrare nella disciplina paesaggistica i contenuti ambientali che stanno alla base delle espressioni fisiche, biologiche e antropiche percepibili, così da interpretare il paesaggio non in termini statici ed estetici, bensì come aspetto tangibile di processi ed equilibri che si stanno sviluppando o che si sono sedimentati nel tempo sul territorio; - caratterizzare il P.T.P.R. non come un punto di arrivo immodificabile ma, al contrario, come l avvio di un processo di assimilazione e attuazione dei principi e degli obiettivi in esso contenuti. In tal senso è richiesto agli strumenti territoriali e urbanistici subordinati o collegati, di assumerne e svilupparne i contenuti, articolando e precisando nel contempo le zonizzazioni e le disposizioni normative al fine di adattarle alle effettive caratteristiche ed esigenze di tutela locali. Il Piano Paesistico è formato da un corpo normativo e da una cartografia che delimita le aree a cui si applicano le relative disposizioni. In particolare esso è costituito da: - una relazione generale, corredata da idonei allegati, che motiva e sintetizza le scelte del Piano; - 47 tavole in scala 1: che indicano e/o delimitano zone ed elementi specificamente considerati dal Piano; - una tavola in scala 1: contenente l indicazione di sintesi dei sistemi, delle zone e degli elementi considerati dal Piano; - 78 tavole in scala 1:25000, appartenenti alla carta dell utilizzazione reale del suolo della Regione Emilia-Romagna, che indicano o delimitano zone ed elementi interessati da prescrizioni del Piano; 5

16 - 45 tavole in scala 1:25000, appartenenti alla carta del dissesto della Regione Emilia- Romagna che indicano e/o delimitano ulteriori zone ed elementi cui si riferiscono prescrizioni del Piano; - una tavola in scala 1: che perimetra le Unità di paesaggio; - un elaborato recante la descrizione delle caratteristiche delle Unità di paesaggio; - l elenco dei tratti di viabilità panoramica di interesse regionale; - l elenco delle località sede di insediamenti urbani storici o di strutture insediative storiche non-urbane; - l elenco degli abitati da consolidare o trasferire; - l elenco dei corsi d acqua meritevoli di tutela non interessati dalle indicazioni e/o delimitazioni delle tavole del gruppo b); - un registro di alcune delle zone ed elementi considerati dal Piano e delimitati nelle tavole del gruppo b), necessario alla loro precisa individuazione; - le norme e le relative appendici che ne costituiscono parte integrante. Per quanto concerne la normativa riguardante la cartellonistica stradale, il P.T.P.R., al titolo VII, Disposizioni Finali, all articolo 33 Divieto di installazioni pubblicitarie recita: 1. Nel sistema forestale e boschivo, nelle zone di salvaguardia della morfologia costiera, nelle zone di tutela della costa e dell arenile, nelle zone di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d acqua, negli invasi ed alvei di laghi, bacini e corsi d acqua, nelle zone di particolare interesse paesaggistico-ambientale, nelle zone ed elementi di interesse storico-archeologico, nelle zone di tutela naturalistica, vale la prescrizione per cui è vietata, all esterno della perimetrazione del territorio urbanizzato di cui al numero 3) del secondo comma dell articolo 13 della legge regionale 7 dicembre 1978, n. 47, l installazione di pannelli pubblicitari, permanenti o provvisori, ad eccezione delle insegne e delle indicazioni segnalabili relative alle attività produttive e ai servizi pubblici e privati ivi esistenti, nonché delle indicazioni segnalabili aventi finalità turistica locale. 2. I Comuni provvedono, anche attraverso appositi piani di arredo urbano, a disciplinare l installazione delle insegne nonché dei cartelli stradali e pubblicitari Normativa locale Il P.T.P.R. prevede esplicitamente che gli strumenti di pianificazione subordinati provvedano, ciascuno per il proprio livello territoriale, a specificarne, approfondirne e attuarne i contenuti e le disposizioni, nonché ad applicarli alle specifiche situazioni locali. Province e Comuni hanno la facoltà di precisare, modificare ed articolare motivatamente zone e norme al fine di adattarle alle effettive caratteristiche ed alle esigenze di tutela e valorizzazione locali, estendendone l applicazione anche a tipologie ed ambiti non considerati dal P.T.P.R. Con l elaborazione dei Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali (P.T.C.P.) si è andati tuttavia oltre questa previsione. Essendo d area vasta, tale piano ha assunto, da un lato, una forte centralità in quanto momento di sintesi degli obiettivi e dei contenuti degli strumenti di programmazione e pianificazione sovraordinati e di settore (Piano Territoriale Regionale, Piano di Bacino, Piano dei Trasporti, Piano dei Rifiuti, delle Attività Estrattive, ecc.), dall altro ha metabolizzato il valore e gli effetti del Piano Paesistico tanto che oggi le cartografie paesistiche dei P.T.C.P. approvate a livello regionale sostituiscono integralmente quelle regionali. 6

17 Ciascuna Provincia, oltre alla struttura zonale e normativa di base dettata dal Piano regionale, ha sviluppato in modo originale temi funzionali alla propria realtà territoriale o derivanti dall esperienza del gruppo di progettazione. La Provincia di Piacenza ha adottato il primo piano territoriale di coordinamento P.T.C.P. nel 1999, reso poi operativo nel Il Consiglio Provinciale con atto n. 17 del 16 febbraio 2009 ha adottato la variante generale del P.T.C.P. Il percorso amministrativo per l elaborazione del P.T.C.P. si è sviluppato a partire dalla redazione degli Indirizzi per l aggiornamento del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, documento condiviso dal Consiglio Provinciale nella seduta del 5 Giugno Successivamente, in seguito e sulla base di tali indirizzi e degli elementi emersi dall approfondita fase di analisi e valutazione del contesto territoriale provinciale, la Giunta Provinciale, nell adunanza tenutasi il 27 Novembre 2007, ha approvato il Documento Preliminare del P.T.C.P. Il Piano adottato prende quindi nome di P.T.C.P. 2007, il quale sostituisce ed integra il P.T.C.P Dal punto di vista della cartellonistica stradale, il P.T.C.P. è la fonte ufficiale per l individuazione dei vincoli di carattere culturale e paesaggistico; infatti nel volume D, riguardante il sistema della pianificazione, vengono esplicitati tutti i vincoli di tipo culturale e paesaggistico presenti nella Provincia di Piacenza. Inoltre nelle norme tecniche di attuazione vengono riportate altre forme di tutela concernenti la viabilità panoramica. 1.4 Panorama europeo L Unione Europea non prevede una specifica direttiva riguardo al collocamento della pubblicità sulle strade, ma demanda le decisioni alle norme nazionale dei singoli Stati membri. In proposito, la Commissione Europea ha così risposto in merito all interrogazione scritta E-3237/02 (oggetto: Pannelli pubblicitari lungo le strade nazionali), la quale poneva il problema all attenzione della Commissione, con particolare riguardo all erogazione di fondi per la costruzione di nuove strade: Spetta agli Stati membri decidere in quali punti debbano essere collocati i cartelli pubblicitari. Pertanto, l Unione Europea non può dettare una normativa in materia né vigilare sulla sua applicazione. Va inoltre osservato che i pannelli pubblicitari sono sistemati via via che vengono ultimati ed entrano in esercizio i vari tronconi di una strada: di conseguenza, subordinare l erogazione di fondi per la costruzione di una strada all esito di ispezioni sulla pubblicità lungo le strade non è un mezzo idoneo a risolvere il problema segnalato dall onorevole interrogante. Nel suo Libro bianco La politica europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte, la Commissione si è fissata l obiettivo di ridurre del 50% entro il 2010 gli incidenti mortali dovuti alla circolazione stradale. Uno degli interventi finalizzati a questo obiettivo consiste nel diminuire il numero dei cosiddetti punti neri in corrispondenza dei tratti stradali più pericolosi. Nel suo programma di lavoro del 2003 la Commissione Europea ha quindi preannunciato una proposta legislativa intesa a dettare una serie di requisiti per la gestione di questi punti pericolosi. 7

18 1.5 Catasto delle strade Le nostre elaborazioni sono state tutte effettuate a partire dalle informazioni presenti nel Catasto delle strade. Esso rappresenta l inventario di tutte le strade ad uso pubblico presenti sul territorio nazionale ed ha l obiettivo primario di definire la consistenza della rete stradale nazionale in modo compatibile ed integrabile, in una prospettiva a mediolungo termine, con i Catasti dei terreni e dei fabbricati. Il Catasto deve obbligatoriamente contenere elementi relativi alle caratteristiche geometriche delle strade e delle relative pertinenze nonché gli impianti ed i servizi permanenti connessi alle esigenze della circolazione. Detto inventario di base deve essere suscettibile di ampliamento, al fine di contenere quegli elementi e notizie necessarie agli enti proprietari delle strade per corrispondere alle disposizioni del Codice ed alle esigenze di costituzione dell Archivio nazionale delle strade. I dati contenuti nel Catasto delle strade rappresentano le informazioni di base alle quali devono fare riferimento tutte le altre informazioni che saranno contenute nei Sistemi Informativi Stradali (cartografie, dati di traffico, stato di conservazione delle opere d arte, delle pavimentazioni e delle opere complementari, monitoraggi ambientali, segnaletica, ecc.). L istituzione del Catasto delle strade è normata dall articolo 13, comma 6, del D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285, Nuovo Codice della Strada: Gli enti proprietari delle strade sono obbligati ad istituire e tenere aggiornati la cartografia, il Catasto delle strade e le loro pertinenze secondo le modalità stabilite con apposito decreto che il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti emana sentiti il Consiglio superiore dei lavori pubblici e il Consiglio nazionale delle ricerche. Nel Catasto dovranno essere compresi anche gli impianti e i servizi permanenti connessi alle esigenze della circolazione stradale. Il D.M. 1 giugno 2001, n. 3484, emesso dal Ministero dei Lavori Pubblici, stabilisce le modalità di istituzione e aggiornamento del Catasto delle strade ai sensi del comma appena citato; si riportano alcuni passaggi interessanti: Articolo 1: Sono approvate le modalità di istituzione ed aggiornamento del Catasto delle Strade [ ] Esse sono dirette a tutti gli Enti proprietari delle strade di uso pubblico [ ] e cioè: - l ANAS e le Società Concessionarie per le autostrade di interesse nazionale; - l ANAS per le altre strade di interesse nazionale; - le Regioni per le strade regionali; - le Province per le strade provinciali; - i Comuni per le strade comunali sia urbane che extraurbane; Articolo 2: Ai fini della formazione e conservazione del Catasto delle Strade gli Enti proprietari devono dotarsi di strutture specifiche. I Comuni della stessa Regione, le Province e le Regioni possono consorziarsi in entità territoriali più ampie, istituendo un unico organo di supporto tecnico, ma lasciando comunque distinti i loro catasti. Articolo 3: Il Catasto delle Strade è organizzato secondo un architettura hardware di tipo client/server con possibilità di collegamento in rete ai fini della consultazione da parte di terzi. Per quanto riguarda l architettura software essa è basata su una banca dati di tipo relazionale, strutturata secondo le specifiche contenute nell Allegato al presente decreto, e su di un sistema GIS (Geographic Information System) che consenta di 8

19 rappresentare la cartografia del territorio ed il grafo della rete stradale, di selezionare i singoli elementi stradali e di visualizzare gli attributi contenuti nella banca dati. Il Capitolo 2 sarà dedicato all approfondimento dei contenuti del Catasto delle strade; in particolare si analizzeranno le entità in esso inserite e la precisione del rilievo, riferendosi alle norme adottate per la formazione del Catasto strade della Regione Emilia-Romagna, regione nella quale è inserita la Provincia di Piacenza. 1.6 Cartelli pubblicitari Il Regolamento per la disciplina della pubblicità stradale e delle segnalazioni turistiche della Provincia di Piacenza definisce i mezzi pubblicitari distinguendoli, come previsto dall articolo 47 del D.P.R. 495/1992, in base alle caratteristiche proprie di ciascun tipo di pubblicità, in: 1) Insegna di esercizio; 2) Preinsegna; 3) Sorgente luminosa; 4) Cartello; 5) Striscione, locandina e stendardo; 6) Segno orizzontale reclamistico; 7) Impianto pubblicitario di servizio; 8) Impianto di pubblicità o propaganda. Per la descrizione di ciascuno di essi si rimanda all articolo 2 del Regolamento citato, soffermandoci solamente sulla forma di pubblicità che abbiamo preso in considerazione: il cartello pubblicitario. Esso è definito come manufatto bidimensionale supportato da una idonea struttura di sostegno, con una sola o entrambe le facce finalizzate alla diffusione di messaggi pubblicitari o propagandistici, sia direttamente, sia tramite sovrapposizione di altri elementi, quali manifesti, adesivi, ecc. Può essere luminoso sia per luce propria che indiretta. L installazione dei cartelli pubblicitari è limitata sia da vincoli imposti dal Codice della Strada, inerenti alle caratteristiche proprie della strada stessa (presenza di segnaletica stradale, di intersezioni, di curve, ecc.), sia da vincoli riguardanti la tutela del territorio, secondo quanto previsto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, dal P.T.P.R. dell Emilia-Romagna e dal P.T.C.P della Provincia di Piacenza. Vedremo l applicazione di questi vincoli nel Capitolo 3. Oltre a questo tipo di limitazioni, il Regolamento prevede delle regole precise per quanto riguarda le dimensioni e le caratteristiche dei cartelli pubblicitari, secondo quanto disposto dagli articoli da 47 a 50 del D.P.R. 495/92. Per essi infatti valgono le seguenti disposizioni: - non devono superare la superficie di m 2 6 per lato e m 2 12 totali se bifacciali; - devono essere realizzati con materiali non deperibili e resistenti agli agenti atmosferici; - le strutture di sostegno e di fondazione devono essere calcolate in conformità al D.M. 14/01/2008 Norme tecniche per le costruzioni e devono essere saldamente realizzate ed ancorate al terreno, sia globalmente che per i singoli elementi; - devono avere sagoma regolare, che tuttavia non può essere quella di disco o di triangolo, e, in ogni caso non deve generare confusione con la segnaletica stradale. Particolare cautela deve essere adottata nell uso dei colori, e in particolare del rosso, e del loro abbinamento, al fine di non generare confusione con la segnaletica stradale; 9

20 - il bordo inferiore deve trovarsi, in ogni suo punto, ad una quota non inferiore a m 1,50 rispetto a quella della banchina stradale, misurata nella sezione stradale corrispondente. Tale limite dovrà essere rispettato nei casi in cui l impianto pubblicitario venga installato sulla pertinenza di esercizio, o, comunque entro una distanza di m 10,00 dal ciglio bitumato. Qualora l impianto venga installato in altra posizione, l obbligo di rispettare il predetto limite di m 1,50 non sussiste, specialmente in corrispondenza e in prossimità delle intersezioni; Nel caso di cartelli pubblicitari luminosi, sono previste ulteriori restrizioni: - non possono avere luce né intermittente, né di intensità luminosa superiore a 150 candele per metro quadrato, o che, comunque, possa provocare abbagliamento; - devono avere sagoma regolare, che in ogni caso non può essere quella di disco o di triangolo e non deve generare confusione con la segnaletica stradale. Particolare cautela deve essere adottata nell uso dei colori, specialmente del rosso e del verde e del loro abbinamento, al fine di non generare confusione con la segnaletica luminosa, specialmente in corrispondenza delle intersezioni; - nel caso di intersezioni semaforizzate, ad una distanza dalle stesse inferiore a m 300, fuori dai centri abitati, è vietato l uso dei colori rosso, verde e giallo intermittente, nei cartelli posti a meno di m 15 dal bordo della carreggiata, salvo deroga da parte della Provincia per eccezionali motivi. 10

21 2 CATASTO DELLE STRADE Abbiamo già trattato il Catasto delle Strade nel precedente capitolo introduttivo, dandone una prima definizione ed i riferimenti normativi. Esso è un importante strumento di conoscenza della strada e delle sue pertinenze e viene sempre più utilizzato dalle Pubbliche Amministrazioni per la gestione delle strade di propria competenza. Pertanto analizziamo ora più in dettaglio il Catasto delle strade della Regione Emilia- Romagna e quello della Provincia di Piacenza, che dal precedente deriva. 2.1 Catasto delle strade della Regione Emilia-Romagna La Regione Emilia-Romagna, attraverso la realizzazione del Catasto Stradale Regionale, si propone di costituire una banca dati, esaustiva ed aggiornata, che le fornisca una competenza in materia di consistenza e stato della rete viaria tale da attuare una adeguata programmazione degli interventi infrastrutturali e del piano di manutenzione. Gli assi stradali, derivati dalla carta tecnica in scala 1:5000, dalle ortofoto digitali e dagli aggiornamenti apportati dagli Enti Gestori, sono stati scelti come elemento di connessione delle informazioni al territorio. Il Catasto costituisce una parte del Sistema Informativo Regionale dei Trasporti (SIRT). Esso è composto da quattro sezioni: - le banche dati; - la cartografia numerica; - i modelli di analisi e simulazione; - il monitoraggio della mobilità e della sicurezza. Il documento redatto dalla Regione Emilia-Romagna, Linee Guida Catasto Strade Regionale in versione definitiva, pur attenendosi alle prescrizioni imposte dal D.M. 1 giugno 2001, n 3484, se ne differenzia attraverso l introduzione di voci all interno del singolo attributo, nonché di nuovi attributi. Molte delle aggiunte possono essere giustificate considerando che la Regione affida al Catasto il compito di archiviare non solo le informazioni utili alle attività gestionali degli Enti, ma anche quelle rivolte agli utenti sulla percorribilità, sulla ricerca dei percorsi o sul livello di qualità e sicurezza della circolazione. Proprio in relazione a ciò vengono introdotti eventi riguardanti il rischio sismico, la portanza degli elementi strutturali o l entità e la composizione del traffico. Le categorie principali sono: - le informazioni relative al percorso stradale, che forniscono anche una sorta di identificazione amministrativa; - le informazioni comuni a tutti gli eventi, che si suddividono, a loro volta, in quelle identificative ed in quelle relative alla gestione della banca dati; - le informazioni specifiche di ogni tipo di evento, che sono descrittive e di carattere generale, rappresentanti gli attributi segmentati;

22 - gli eventi associati alla strada, in cui confluiscono tutte le caratteristiche che possono variare lungo l evento stesso. È stata inoltre introdotta la sezione relativa al percorso stradale, inteso come successione di elementi stradali. In questo modo vengono contestualizzati i vari tronchi stradali, coi rispettivi attributi globali e segmentati definiti dal Decreto Ministeriale, fornendo così una visione d insieme della strada. Una differenza sostanziale riguarda anche il posizionamento degli eventi lungo l elemento lineare strada, in quanto il riferimento alla progressiva nominale, assunto dall elaborato regionale, non è perfettamente conforme con quello dell ascissa curvilinea, prescritto dal decreto. L ascissa curvilinea è definita come la distanza dalla giunzione iniziale dell elemento stradale, misurata lungo l asse dell elemento stesso, e si può reperire solamente percorrendo la strada dal punto d inizio del singolo elemento (ovvero dalla giunzione iniziale dell elemento stradale) e misurando, in corrispondenza dell asse, la distanza percorsa. La progressiva nominale è definita come la distanza misurata a partire da un riferimento assoluto materializzato lungo la strada, cioè il cippo chilometrico, e costituisce pertanto l indirizzo di qualsiasi oggetto collocato lungo la strada. Poiché il sistema della progressiva nominale è storicamente utilizzato da tutti gli Enti, per la sua semplicità e comodità d uso, è stato mantenuto quale metodologia di riferimento per la collocazione delle informazioni censite nel Catasto, nonostante i limiti che pone relativamente alla precisione e al rigore. Infatti, l assunzione dell ascissa curvilinea, quale parametro di posizionamento, comporterebbe la perdita di una grande quantità di dati già esistenti negli archivi cartacei ed informatici degli Enti, creando inoltre non poche difficoltà di tipo operativo nella gestione quotidiana degli interventi di manutenzione della rete. Gli elementi per cui il D.M. 3484/2001 fornisce prescrizioni rigide, anche in merito alla precisione di acquisizione, sono gli assi stradali, il profilo longitudinale e trasversale, la larghezza della strada ed i cippi chilometrici. Di seguito si riportano le direttive del Decreto Ministeriale. Assi stradali Gli assi stradali vanno rilevati come sequenza di punti. Per ogni elemento stradale, rettifilo o curva, devono essere rilevati punti in numero sufficiente da poterne ricavare la geometria con un procedimento di minimi quadrati; i punti devono essere forniti in uno dei seguenti riferimenti: - coordinate geografiche ellissoidiche WGS84; - coordinate piane Gauss Boaga, ottenute proiettando secondo le equazioni della carta di Gauss, quelle geografiche ellissoidiche ROMA40 sull ellissoide Internazionale (Hayford) con orientamento Roma M. Mario; - coordinate piane UTM, ottenute proiettando, secondo le equazioni della carta di Gauss, quelle geografiche ED1950 sull ellissoide Internazionale (Hayford) con orientamento medio europeo. Gli errori nelle coordinate piane dei punti dell asse stradale devono essere contenuti entro 1 metro. Profilo longitudinale Il profilo della strada può essere costruito in base alla successione di punti dei quali è stata determinata la quota. La precisione della quota geoidica di tali punti rispetto al riferimento altimetrico nazionale deve essere migliore di 5 metri, ma la precisione relativa deve essere tale che l errore massimo nella pendenza sia dell 1%, ovvero migliore di 10 centimetri se calcolata fra punti distanti meno di 10 metri. 12

23 Profilo trasversale L errore massimo nella pendenza trasversale va contenuto in 1/100 oppure in 0,5 gradi centesimali. Larghezza della strada L errore nella misura della larghezza della strada (carreggiata e franco) va contenuto nella misura massima assoluta di 10 centimetri. La misura deve essere fornita ad ogni variazione di larghezza della strada superiore alla precisione indicata e non deve essere necessariamente fornita in corrispondenza di ogni punto dell asse stradale, il che significherebbe il rilevamento di infiniti punti. Cippi chilometrici esistenti Il cippo svolge un ruolo fondamentale nella cartografia tecnica e nella calibrazione dei percorsi. La sua accuratezza va dunque conformata con quella della cartografia (2 m, 4 m per gli aggiornamenti). Qualora gli enti proprietari dispongano già di un sistema informativo riferito ai cippi chilometrici esistenti, è necessario collegare tali informazioni al nuovo sistema di riferimento, completando i dati richiesti con l indicazione delle coordinate geografiche e/o piane del cippo. Gli elementi possono essere acquisiti nei seguenti modi: a) rilevati direttamente; b) dedotti da cartografie esistenti qualora idonee. Qualsiasi metodo di rilievo diretto deve essere riferito alla rete IGM95 o alla rete ROMA40, eventualmente attraverso le reti GPS dei punti fiduciali primari del Catasto o la Rete di raffittimento a 7 km, in attuazione presso la Regione Emilia-Romagna. Analogamente le carte dalle quali si vogliono trarre gli elementi del Catasto Strade devono essere inquadrate nelle dette reti: ciò deve essere preventivamente verificato e ne deve essere data relazione, ovvero l inquadramento deve essere specificatamente certificato dall Ente editore, Regione Emilia-Romagna. Per il rilievo diretto, sono ammessi tutti i correnti metodi: reti teodolitiche, reti acquisite con distanziometri ad onde con sorgenti normali oppure a Laser senza riflettore, reti di livellazione ottenute con autolivelli, reti GPS o GPS+GLONASS, integrati o meno con INS, ed infine i metodi fotogrammetrici. Nel caso in cui si deducano alcuni elementi del Catasto Strade dalla cartografia esistente, dovrà essere preventivamente accertato che tale cartografia sia inquadrata nella rete nazionale attraverso almeno tre punti fiduciali di coordinate note, ben materializzati e stazionabili con GPS o teodolite-distanziometro, o anche solo con prisma riflettore, per le successive possibili operazioni di rilievo di dettaglio. L inquadramento sarà controllato mediante collegamento GPS con la rete IGM95 o ROMA40 o con la Rete di raffittimento a 7 km o con quella dei punti fiduciali del primo ordine istituita o in via di istituzione da parte del Catasto Terreni. Le norme per tale collegamento sono quelle specificate nel Capitolato del Catasto Terreni per la rete dei fiduciali primari. 13

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