L armonia raggiunta. Modernità di Andrea Palladio

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1 L armonia raggiunta Arte e territorio Anno scolastico Dario D Antoni Modernità di Andrea Palladio Con la risoluzione n. 259 del 6 dicembre 2010 il Congresso degli Stati Uniti d'america ha riconosciuto Palladio come padre dell'architettura americana. E già, perché il famoso portico della Casa Bianca a Washington, dove tutti i presidenti degli Stati Uniti d America amano farsi vedere mentre giocano con i loro cani, è ispirato alle razionali e perfette architetture realizzate dal grande maestro veneto Andrea di Pietro della Gondola, detto il Palladio (α1508- ω1580). È uno degli architetti più misteriosi dell intero firmamento dell arte, è difficile ricostruire la sua storia, la sua formazione in maniera precisa e soprattutto non abbiamo nessuna certezza sulle sue fattezze fisiche. Affascinato dalla letteratura classica e dai grandi poeti italiani del 300, scrisse e pubblicò libri di critica e di antiquariato. Ma a differenza dei suoi ammirati predecessori Vitruvio e Alberti, anch essi grandi trattatisti, fu anche estremamente concreto e operativo, come è spesso il caso degli artisti creativi. Per Palladio l espressione armoniosamente proporzionato era alla base di ogni azione. Gli antichi greci avevano scoperto che, pizzicando due corde, la differenza di suono sarà di un ottava se una è lunga la metà dell altra, di una quinta se è lunga due terzi, di una quarta se il rapporto è di 3 a 4. Armonia raggiunta Pagina 1

2 Si supponeva quindi che uno spazio architettonico le cui misure rispettassero le proporzioni di 1 a 2, di 2 a 3 o di 3 a 4 fossero visivamente armoniosi. Come scriveva lo stesso Palladio, «queste armonie di solito piacciono molto, senza sapersi il perchè fuori che da quelli che studiano di sapere le ragioni delle cose». Le leggi dell armonia musicale non erano studiate dai teorici e dagli architetti cinquecenteschi solo per creare gradevoli effetti visivi. L armonia aveva un significato cosmico, quello cui allude Lorenzo, nel Mercante di Venezia di Shakespeare, contemplando il cielo stellato dal giardino di una villa vicino Venezia: Guarda come il pavimento del cielo scintilla tutto di stateri d oro: e neanche uno, neanche il più piccino di quei globi, che non percorra l orbita sua cantando come un angelo in coro coi cherubini dagli occhi novelli. E la stessa armonia è anche nelle anime nostre immortali. Si credeva che rispettando le leggi dell armonia si sarebbero uniformati a un ideale di vita celeste tutti gli aspetti della vita terrena. Le similitudini musicali tornano spesso nella teoria letteraria, politica e anche nell arte dell epoca. Andrea di Pietro da Padova entrò giovanissimo nel circolo culturale veneto di Giangiorgio Trissino, un letterato di stampo aristocratico e quasi anacronistico, legatissimo a valori di tendenza umanistica toscana. Seguendo la moda ellenizzante di questi circoli, lo stesso Trissino attribuì al giovane Andrea il soprannome di «Palladio», associandolo all immagine della dea greca della sapienza, della saggezza e dell artigianato Pallade Atena. Egli apparteneva alla corporazione dei muratori e degli scalpellini, impiegato spesso in lavori di scultura. Armonia raggiunta Pagina 2

3 I quattro libri dell architettura Pubblicati nel 1570, Palladio si prefisse nei «Quattro Libri dell Architettura» di coprire l intero campo dell architettura. Il primo libro tratta degli ordini e delle questioni elementari, il secondo degli edifici domestici, il terzo degli edifici pubblici e dell urbanistica, il quarto dell architettura religiosa. Per lui la pratica della buona architettura costituiva quasi un obbligo morale, e considerava l architettura come disciplina fondamentale sia delle arti che delle scienze. Nella prefazione ai «Quattro Libri dell Architettura» Palladio definisce Trissino lo splendore dei tempi nostri e ricorda che era stato il dottissimo Giangiorgio che gli aveva insegnato i segreti dell antica scienza militare, e lo aveva avviato allo studio dei monumenti dell antichità. Le ville palladiane Progettando le ville e i palazzi seguì alcune norme precise, dalle quali non si distaccò mai. Esigeva un salone posto sull asse centrale dell edificio, ed una assoluta simmetria tra gli ambienti posti ai lati del salone stesso. Armonia raggiunta Pagina 3

4 Nelle facciate concepiva l intera costruzione come un solido blocco tridimensionale, a cui apporre il motivo del tempio classico greco e romano, che offriva agli edifici il carattere eterno della nobiltà e della dignità. Villa Emo Fanzolo, Italy Villa Foscari Malcontenta, Italy Villa Badoer Fratta Polesine, Italy Palladio applicò tale facciata quasi invariabilmente su tutte le sue ville. In tal modo egli riteneva di aver ricreato lo spirito degli antichi edifici residenziali romani. Questa è l idea cristallina che il Palladio aveva della composizione architettonica: individuare unità elementari -il timpano, la colonna, i capitelli- da adattare ai diversi edifici. Questo suo modo di vedere lo condusse a nobilitare l architettura residenziale degli aristocratici, utilizzando come motivi principali elementi presi a prestito dalle antiche architetture sacre. Così diede una nuova vitalità al tema della caratterizzazione elegante degli edifici: questa tipologia di soluzione si diffuse su larghissimo raggio, sino a coinvolgere, appunto, le soluzioni formali più apprezzate dagli americani. Diffusissime nel territorio veneto, le ville del Palladio sono concentrate soprattutto nel vicentino, nel veronese e nel trevigiano, nonché lungo il corso del fiume Brenta, nella provincia di Venezia. Armonia raggiunta Pagina 4

5 La villa Almerico-Capra, detta la Rotonda, appena fuori Vicenza, ha quattro pronai 1 esastili ed è forse la realizzazione più perfetta dell ideale rinascimentale della costruzione isolata a pianta centrale. Palladio la progettò tenendo conto della natura del terreno che egli definì uno dei più gradevoli e deliziosi che si potesse trovare, su una collinetta che si innalzava dolcemente ed era circondata da altre incantevoli colline, tutte coltivate, che creavano l effetto di un immenso teatro. Questa sensibilità per il paesaggio, che collega Palladio a grandi pittori veneziani come Giorgione e Paolo Veronese, è evidente anche nella collocazione di altre sue ville, 18 delle quali sono ancora in piedi. Esse costituiscono ancora oggi una irrinunciabile meta dei tour turistici in Veneto. Più semplici o più complesse della Rotonda, le ville palladiane sono accompagnate di solito da costruzioni agricole, e pur essendo diverse l una dall altra, sono tutte armoniosamente proporzionate. 1 prònao Spazio tra la cella del tempio e le colonne antistanti; in alcuni particolari edifici di culto la stanza che precede il santuario. Nei templi greci ha in genere profondità uguale o poco maggiore a un intercolunnio, in quelli romani è assai vasto e talvolta quadrato. Per estensione, la parte anteriore di un edificio sacro o profano, anche moderno, che abbia forma simile. Armonia raggiunta Pagina 5

6 Progettata e costruita su commissione per mons. Paolo Almerico da Andrea Palladio intorno al 1570, la dimora passa alla famiglia Capra nel Dal 1911 è di proprietà della famiglia Valmarana che l ha aperta al pubblico dal È chiamata Rotonda per via della sua forma perfettamente simmetrica, con al centro una cupola emisferica. Lo spazio interno è organizzato intorno a un vuoto centrale, ai lati del quale si organizzano gli spazi vivibili. Sui quattro fronti principali si aprono larghe terrazze, ognuna delle quali è caratterizzata da un portico a sei colonne, che connette questi spazi al terreno naturale esterno. In realtà la cupola fu realizzata dopo la morte del Palladio, su progetto di Vincenzo Scamozzi, che la costruì in maniera diversa rispetto all idea del maestro, ispirandosi al Pantheon romano. Le proporzioni degli spazi interni sono matematicamente studiate, sulla base delle regole della sezione aurea, s e g u e n d o l e indicazioni che si trovano nei Quattro Libri. L edificio è posto alla sommità della lieve collina su cui sorge, ruotato leggermente di 45 verso sud, in maniera da fornire una esposizione simile agli ambienti interni, che possono usufruire tutti della medesima illuminazione solare. La villa, sebbene simile sui quattro fronti, si relaziona in modo differente con il paesaggio che la circonda, grazie a questa lieve rotazione che la mette di fronte ora a sentieri più ripidi, ora a un ampio sentiero di accesso, ora ai muri di contenimento lungo il percorso. Così, la regolarità delle forme e la diversità degli spazi creano un magico contrasto nell avvicinamento verso la sommità della collina su cui è posto l edificio. Sullo sfondo, sembrano scorgersi le cupole delle chiese di Vicenza, e visivamente si stabilisce una connessione tra la villa e la città. Armonia raggiunta Pagina 6

7 Il palazzo della Ragione a Vicenza ( ) Il primo grande successo pubblico di Palladio fu l incarico di restaurare il medievale palazzo della Ragione a Vicenza, subito prima del 1566, per mezzo di una struttura di sostegno esterna. FASE Il Comune decide di costruire un palazzo pubblico come sede per il Podestà con una loggia aperta fra Piazza delle Erbe e Piazza dei Signori, ed una grande sala al piano superiore per le riunioni del Consiglio dei Quattrocento. FASE Viene dato incarico a Domenico da Venezia di ampliare la sala del Consiglio. Anziché radere al suolo gli antichi edifici che separavano le due piazze, l architetto riutilizza le murature dei piani bassi sovrapponendo a queste una sala gigantesca (22 x 50) illuminata da oblò circolari e finestre a sesto acuto,coperta da una volta a ogiva in legno rivestita di lastre di piombo. Ma nonostante le dimensioni della sala, l edificio risulta comunque contenuto e deve essere ampliato. Armonia raggiunta Pagina 7

8 FASE Demolite le casupole che limitavano la piazza dei Signori, si incarica Tommaso Formenton di accrescere l importanza del nuovo palazzo con un loggiato a due livelli sui tre lati liberi a somiglianza di quelle che già circondavano il Palazzo della Ragione a Padova. Il portico era quasi terminato, con grandi arcate a piano terreno e archi a sesto acuto di metà ampiezza al piano superiore, quando nel 1495 l intero lato meridionale crollò rovinosamente. FASE Reduce dai viaggi romani che lo avevano portato a contatto con i ruderi allora imponenti degli edifici classici, Andrea Palladio propone un nuovo poderoso rivestimento che richiama le linee e il ritmo dei grandi edifici imperiali, specialmente la Basilica Julia e la Basilica Emilia nel Foro Romano. Armonia raggiunta Pagina 8

9 Per meglio adattare il nuovo loggiato alle setrutture precedenti piuttosto irregolari, Palladio ricorre al modulo che l architetto Sebastiano Serlio aveva inventato: un arco centrale rigorosamente uguale in tutti i moduli e due aperture ai lati di larghezza variabile. Come nel colosseo l ordine inferiore presenta colonne tuscaniche mentre le serliane dell ordine superiore sono ioniche. L immagine che scaturisce è quella di un edifico con una rigorosa scansione ritmica dei pieni e dei vuoti, immagine profondamente unitaria nel suo insieme. Palladio ricorre a una serie di particolari accorgimenti; l uso particolare della serliana che negli spigoli di fabbrica presenta le parti trabeate più strette delle altre, le dimensioni diverse dei conci di pietra, lo sviluppo a pianta trapezoidale del rivestimento per adattarlo alle scelte di mobilità urbana. Armonia raggiunta Pagina 9

10 Il senso dell intervento palladiano denota in sostanza la volontà di tradurre una vecchia struttura tardogotica -o quanto meno di mascherarla- in un altra prettamente classicista, come dimostra anche il nuovo nome di basilica dato al preesistente Palazzo della Ragione. Tutte le considerazioni sono rielaborate e sintetizzate da Dario D Antoni. Le citazioni sono liberamente tratte dai testi Ernst H. Gombrich Il mondo dell arte (Verona 1952) Honour-Fleming Storia universale dell arte (Bari 1982) AA.VV. Topocronologia dell architettura europea (Bologna 1999) Rudolf Wittkower Principi architettonici dell età dell Umanesimo (Torino 1964) Armonia raggiunta Pagina 10