SORVEGLIANZA SCRAPIE 1. SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA NAZIONALE

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1 SORVEGLIANZA SCRAPIE 1. SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA NAZIONALE a) Introduzione e metodologia La Comunità Europea, fin dal 1991, anno in cui il Consiglio della UE ha emanato la Direttiva 91/68 CEE, ha previsto controllo e sorveglianza della popolazione ovina e caprina, per accertare l eventuale presenza della scrapie. A seguito dell introduzione della sorveglianza attiva a partire dal 2002, con il Regolamento CE 1041/2006 (modifica del Regolamento CE 999/2001) del 7 luglio 2006 la Commissione Europea aveva imposto una intensificazione della sorveglianza attiva delle EST ovicaprine, prevedendo per l Italia l esecuzione di test per anno per gli regolarmente macellati e test per gli morti e lasciando invariato, rispetto all anno precedente, il numero dei test per i caprini (rispettivamente e ). Per garantire il raggiungimento dell obiettivo comunitario, il Ministero della Salute, nel corso del 2005 per i caprini e del 2006 per gli, aveva disposto l obbligo di campionamento di tutti gli animali appartenenti alle due categorie, regolarmente macellati e morti. Tale obbligo è rimasto in vigore anche nel corso del primo semestre Con il Regolamento CE 727/2007 del 26 giugno 2007, la Commissione Europea ha disposto una riduzione dell attività di sorveglianza attiva. Infatti, dopo che gli oltre test eseguiti negli anni di sorveglianza attiva hanno portato alla individuazione di un solo caso di questa malattia in un caprino francese, è stato possibile considerare contenuto il rischio di BSE negli ovicaprini. Il nuovo programma di sorveglianza ha previsto per l Italia l esecuzione di almeno test rapidi per singola specie ( e caprini) e per singola categoria (regolarmente macellati e morti). Il Ministero della Salute, considerate le problematiche emerse negli anni passati, in relazione al raggiungimento degli obiettivi minimi richiesti dalla UE sugli animali morti, ha comunque ribadito l obbligo di campionamento sul territorio nazionale di tutti gli ovicaprini venuti a morte. Per il calcolo dei campioni da effettuare sugli animali venuti a morte, è stato utilizzato, come denominatore, il dato della popolazione adulta allevata (rilevazione ISTAT). Per il calcolo dei campioni da effettuare sugli animali regolarmente macellati, è stato utilizzato, come denominatore, il dato relativo ai volumi di macellazione forniti da ciascuna Regione; tali volumi, su base annuale, sono riferiti agli e ai caprini adulti (sopra i 18 mesi di età) esclusivamente di origine nazionale. Si fornisce di seguito un aggiornamento sulla situazione epidemiologica della scrapie, europea, nazionale e regionale. Sono stati utilizzati i dati contenuti nel database nazionale del sistema di sorveglianza della scrapie e nel database che raccoglie le informazioni relative ai focolai della malattia. I dati relativi alla situazione europea della scrapie sono tratti dal sito della UE ( e sono stati successivamente elaborati. L occorrenza della malattia è stata caratterizzata in termini di prevalenza e di incidenza. La prevalenza è stata calcolata come numero di casi, identificati con la sorveglianza attiva, per diecimila capi sottoposti a test rapido, a cui è stato associato il rispettivo intervallo di confidenza al 95% (IC 95%). L incidenza in questo caso è stata calcolata invece in termini di numero di nuovi focolai per allevamenti ovicaprini nel periodo di sorveglianza attiva (anni ). L andamento temporale della malattia è stato valutato in termini di variazione annuale della prevalenza osservata in ambito di sorveglianza attiva. Allo scopo i tassi annuali di prevalenza per ciascuna specie sono stati standardizzati per classe di età e per categoria di rischio (morti vs. regolarmente macellati) utilizzando un modello di regressione di Poisson, che è servito anche a calcolare i trend lineari lungo il tempo. Per confrontare i risultati della sorveglianza nei diversi Stati Europei, per ciascuno di essi è stato calcolato il rischio relativo (RR) rispetto all Italia utilizzando i dati di sorveglianza attiva (numero di casi, numero di test eseguiti). Il RR, denominato in inglese «risk ratio» ossia rapporto fra i rischi, esprime il rapporto fra il rischio che un evento/malattia si verifichi in un gruppo rispetto ad un altro. I RR presentati in questa relazione sono stati calcolati come rapporti di prevalenza. Se il RR è uguale a 1 significa che il rischio che si verifichi l evento nei due gruppi è uguale. Se il RR è maggiore di 1 significa che il rischio del verificarsi dell evento nel gruppo considerato è superiore rispetto al gruppo di controllo. Se il RR è minore di 1 significa che il rischio che si verifichi un evento nel gruppo considerato è inferiore rispetto al gruppo di controllo. b) Esiti della sorveglianza e situazione epidemiologica L andamento della sorveglianza nel corso degli anni è variato in base a quanto richiesto dalla UE (cfr. grafico 1). La modifica del Regolamento CE 999 avvenuta a metà 2007 ha notevolmente diminuito il numero di test che l Italia avrebbe dovuto eseguire nel corso dell anno al fine di ottemperare agli adempimenti comunitari, avendo ridotto a il numero minimo di test rapidi per singola specie ( e caprini) e per singola categoria (regolarmente macellati e morti). Nonostante ciò, i dati raccolti nel 2007 per l attività di sorveglianza attiva, evidenziano ancora il mancato raggiungimento del target richiesto dalla Commissione europea per quel 93

2 che riguarda i caprini morti per i quali è stato raggiunto solo il 42% dell atteso ANDAMENTO SORVEGLIANZA ATTIVA - ANNI N TEST ESEGUITI PER CATEGORIA DI RISCHIO reg mac morti caprini reg mac caprini morti Grafico 1 Andamento della sorveglianza attiva negli anni Numero di test eseguiti in ciascun anno ripartiti per categoria di rischio. Pur rimanendo l obbligo di testare tutti i capi adulti morti, risulta che il numero dei test effettuati, sia per la specie ovina sia per quella caprina, è molto al di sotto del numero che ci si attenderebbe sulla base della normale mortalità annua (1,5-3% ). Utilizzando i dati della sorveglianza attiva 2007 per ottenere il numeratore della mortalità ovina e caprina nazionale, essa risulterebbe pari allo 0,07% e allo 0,2% rispettivamente per la specie ovina e per quella caprina. Tale osservazione suggerisce che nonostante l obbligo di controllo su tutti i capi venuti a morte, una quota maggiore del 90% sfugga alla sorveglianza. Nella figura 1 sono analizzati i dati relativi alla sorveglianza attiva della scrapie nei Paesi che fanno parte della UE a cui si aggiunge la Norvegia; i dati utilizzati, tratti dal sito della UE, comprendono i test effettuati nei primi 5 mesi del 2007, in base all aggiornamento fornito dai singoli Stati membri. Viene confrontato il rischio che hanno gli animali dei diversi Paesi di essere colpiti dalla malattia, rispetto agli animali italiani ponendo il RR per gli animali del nostro Paese (suddivisi per specie), pari a uno. Per la specie ovina un numero consistente di Paesi presenta un rischio inferiore a quello dell Italia. Diversa è la situazione per la specie caprina, poco diffusa nei Paesi membri rispetto alla specie ovina; gli animali francesi hanno un valore inferiore, nella scala di rischio, rispetto ai caprini italiani, mentre i valori sono superiori per i caprini greci, spagnoli e del Regno Unito. Grecia Grecia Portogallo Slovenia Regione Regno Unito Italia Irlanda Olanda Francia Norvegia Spagna Svezia Belgio Rep. Slovacca Regione Spagna Regno Unito Italia Germania Rep. Magiara Francia prev rate ratio prev rate ratio OVINI CAPRINI Figura 1 Il rischio scrapie in Europa negli e nei caprini (dati di prevalenza in sorveglianza attiva dei primi 5 mesi del 2007). Da notare che per il 2007 non ci sono i dati relativi alla sorveglianza di Cipro, Paese che ha una elevata presenza di scrapie nelle proprie greggi ovine e caprine e che nel 2006 presentava un rischio nettamente superiore a quello degli altri Paesi europei. In Italia dal 1995 al 2007 sono stati confermati ufficialmente 390 focolai di scrapie, che hanno interessato quasi tutte le regioni italiane, anche se con livelli di incidenza differente. La distribuzione geografica dell incidenza della malattia solo in parte riflette la distribuzione della popolazione ovicaprina nazionale. Confrontando l incidenza regionale della malattia negli anni (da quando la sorveglianza attiva ha affiancato quella passiva) con la prevalenza regionale (numero di capi positivi ogni capi testati), calcolata nello stesso periodo temporale, si nota come le due distribuzioni siano pressoché sovrapponibili, con piccole eccezioni (cfr. figura 2): la Sardegna e il centro Italia sono particolarmente colpiti dalla malattia. 94

3 Figura 2 Confronto tra incidenza (fig. verde) e prevalenza (fig. blu) della scrapie in Italia dal 2002 al Nella figura 3 è stato calcolato il rischio relativo (RR) degli ovicaprini di ciascuna regione, utilizzando i dati di sorveglianza attiva (numero di casi, numero di test eseguiti) nel 2007, ed escludendo i test eseguiti in fase di eradicazione. E stato utilizzato come riferimento (RR=1) il valore complessivo italiano e sono state escluse le 8 regioni (Abruzzo, Basilicata, Trentino Alto Adige, Valle d Aosta, Liguria, Veneto, Molise e Friuli Venezia Giulia) in cui non sono stati registrati casi nell anno preso in esame. Complessivamente nel 2007 sono stati riscontrati 7,6 casi per test (IC 95% 5,9 9,6) eseguiti in sorveglianza attiva negli e 1,6 (IC 95% 0,4 4,1) nei caprini. Nella tabella 1 sono riportati i dati di prevalenza registrati nell ultimo anno; è evidente la differenza di prevalenza tra le 2 categorie, trovati morti e regolarmente macellati. La probabilità di trovare un positivo tra gli animali morti, rispetto gli animali regolarmente macellati, è circa 3 volte maggiore per gli e 12 volte per i caprini, a sottolineare quanto sia importante mirare la sorveglianza sulla categoria più a rischio. Ciò è evidente anche confrontando i trend di prevalenza suddivisi per specie e categoria di rischio (cfr. grafico 2). I dati nazionali relativi all andamento temporale dei focolai evidenziano come nel 2007 il numero di allevamenti nei quali è stata riscontrata la malattia (80) si è mantenuto su livelli di poco inferiori all anno precedente (89 focolai nel 2006): in 75 sono stati colpiti gli, in 4 i caprini e in 1 sono state coinvolte entrambe le specie. Complessivamente per entrambe le specie l andamento temporale dimostra una riduzione, anche dopo aggiustamento dei tassi per età e categoria di rischio (cfr. figura 4). Tale riduzione sembra più marcata nella specie caprina. Sardegna Emilia Romagna Toscana Regione Marche Calabria Umbria Piemonte 10.0 Italia Lombardia 30.0 caprini Lazio 25.0 Sicilia 20.0 Campania 15.0 Puglia prev rate ratio anno Figura 3 Il rischio scrapie per Regione in Italia (dati di prevalenza 2007). Figura 4 Andamento della prevalenza (casi per test) per specie osservata in sorveglianza attiva negli anni dopo aggiustamento per età e categoria. 95

4 TAB. 1 - PREVALENZA PER SPECIE E CATEGORIA DI RISCHIO NEL 2007 IN SORVEGLIANZA ATTIVA 100 Andamento sorveglianza attiva prev* (n positivi/ test) prevalenza (positivi / test & 95% CI) OVINI CAPRINI 10 Regolarmente macellati Morti 5,5 0,5 (IC 95% 4,0-7,5) (IC 95% 0,03-2,8) 16,6 6,2 (IC 95% 11,1-24,0) (IC 95% 1,3-18,2) Nel 2007 i casi italiani di scrapie atipica (intesi come singoli animali) sono stati 26, di cui 23 hanno interessato gli e 3 i caprini. Tutti i focolai sono stati identificati con la sorveglianza attiva: la maggior parte degli animali erano capi inviati alla macellazione (16 tra e caprini), 7 erano animali morti e 2 capi sono stati identificati in fase di estinzione del focolaio. Questi ultimi appartenevano entrambi a focolai in cui gli index (primi animali risultati positivi) erano stati confermati come forma classica di scrapie; in particolare, in seguito alla caratterizzazione molecolare, uno dei due animali è risultato con una forma di scrapie intermedia tra forma classica e forma atipica. Dal punto di vista geografico i focolai di scrapie atipica finora rilevati sono concentrati nelle regioni centrali e meridionali (cfr. figura 5). La sorveglianza passiva ha portato alla segnalazione di reg mac. prev.*10000 caprini reg mac prev.*10000 morti prev.*10000 caprini morti prev.*10000 Grafico 2 Andamento della prevalenza per specie e categoria di rischio negli anni (casi per test effettuati). con sintomi neurologici riferibili a scrapie, tra i quali in 20 casi è stata confermata la malattia; tale dato dimostra che la sorveglianza passiva nel nostro Paese funziona poco e male poiché vengono segnalati solo gli ovicaprini in cui fortemente si sospetta la presenza di scrapie, sottovalutando tutti quegli animali che presentano una sintomatologia neurologica e quindi potenzialmente riferibile a scrapie. Gli animali testati tra gli eradicati in focolaio e in allevamenti correlati a focolai sono stati e 306 caprini, con una prevalenza (positivi/100 test) molto elevata, pari al 3,9% per gli e all 1,0% per i caprini. L abbattimento selettivo degli, su base genetica, è stato attuato in 66 allevamenti. E stato determinato il genotipo della proteina prionica ed effettuata la caratterizzazione molecolare su 223 e 7 caprini positivi alla scrapie. Figura 5 Scrapie atipica in Italia: numero assoluto di casi (animali) per provincia per ciascuna specie. 96

5 Nella tabella seguente (cfr. tabella 2) vengono elencati i genotipi degli positivi. I genotipi riscontrati più di frequente tra gli animali affetti dalla forma classica di scrapie sono quelli suscettibili, ARQ/ARQ e ARQ/AHQ; nei casi atipici, sono stati coinvolti gli alleli ARR, AHQ e ARQ con diverse mutazioni. I caprini risultati positivi alla forma classica di scrapie presentavano tutti genotipo ARQ/ARQ mentre nei tre capi atipici sono stati coinvolti gli alleli ARQ e AHQ con diverse mutazioni (cfr. tabella 3). FORMA CLASSICA Genotipo TAB. 2 - GENOTIPI DEGLI OVINI RISULTATI POSITIVI NEL CORSO DEL 2007 (forma classica e forma atipica) n FORMA ATIPICA Genotipo n ARR/ARQ 2 ARR/ARR 5 ARQ/ARQ 162 ARR/ARQ 1 ARQ/AHQ 32 ARR/ARQ 141 L/F 2 ARQ/ARH 1 ARR/AHQ 3 ARQ/VRQ 4 ARQ/ARQ 141 F/F 5 AHQ/AHQ 2 ARQ/ARQ 141 L/F 5 ARQ/AHQ 2 TOTALE 203 TOTALE 23 TAB. 3 - GENOTIPI DEI CAPRINI RISULTATI POSITIVI NEL CORSO DEL 2007 (forma atipica) FORMA ATIPICA Genotipo n ARQ/AHQ 1 ARQ/AHQ 222Q/K; 240S/P 1 ARQ/AHQ 240P/P 1 TOTALE 3 2) SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA IN PIEMONTE Come già ricordato, il programma di sorveglianza attiva sulle TSE ovicaprine è variato nel corso dell anno e il numero minimo di test rapidi da eseguire nel secondo semestre 2007 ha subito un drastico ridimensionamento. Di seguito, nella tabella 4, sono riportati i dati relativi al programma di sorveglianza attiva previsto nei 2 semestri del 2007 e al campionamento effettuato (con la percentuale raggiunta) dalla Regione Piemonte. Nonostante tale ridimensionamento, i dati raccolti nel corso dell anno, per l attività di sorveglianza attiva, evidenziano ancora il mancato raggiungimento del target richiesto dalla Commissione Europea per la specie caprina, raggiunto per il 63,5% nel caso dei morti e per il 73% nel caso dei regolarmente macellati. Il grafico 3 evidenzia l andamento dei test nel corso dell anno con la suddivisione dei dati nei 2 semestri; pur essendo stato previsto un notevole ridimensionamento nel numero dei test da effettuare, non si è verificata una diminuzione nel numero degli animali campionati appartenenti alla categoria regolarmente macellati, bensì un aumento con un picco nell autunno. Al contrario, sebbene ancora in vigore la nota ministeriale che obbliga al campionamento di tutti gli e caprini morti, il numero dei test sugli animali morti è andato diminuendo. Nel corso del 2007 i focolai di scrapie che hanno coinvolto allevamenti piemontesi sono stati 3, 2 in provincia di Torino e 1 in provincia di Novara; la tabella 5 riporta una sintesi dei dati relativi ai 3 focolai. TAB. 4 - TEST EFFETTUATI IN PIEMONTE NELL'ATTIVITA' DI SORVEGLIANZA ATTIVA NEL CORSO DEL 2007 SUDDIVISI PER SEMESTRE 1 SEMESTRE 2 SEMESTRE Categoria Specie Totale Campione previsto (1 semestre) % effettuata sull'atteso Totale Campione previsto (2 semestre) % effettuata sull'atteso regolarmente macellati morti TOTALE , ,5 caprini , , , ,1 caprini , , , ,4 97

6 Sorveglianza attiva Andamento temporale TAB. 5 - FOCOLAI PIEMONTESI NELL'ANNO 2007 n test effettuati Comune n totale n totale caprini Razze coinvolte n capi positivi n capi testati mesi reg macellati morti reg macellati caprini morti caprini Grafico 3 Andamento temporale della sorveglianza attiva in Piemonte nel Nel focolaio di Almese l index (il primo animale risultato positivo), di 8 anni e di genotipo sensibile (ARQ/AHQ), era stato regolarmente macellato alla fine del mese di gennaio. Successivamente la malattia è stata identificata in altri 4 di età compresa tra i 2 e i 7 anni, di genotipo sensibile (3 ARQ/ ARQ e 1 ARQ/ARK), 2 trovati morti e 2 abbattuti in focolaio. Nell allevamento è stato avviato un programma di abbattimento selettivo su base genetica che ha coinvolto anche due allevamenti correlati al gregge, costituendo essi un unica unità epidemiologica, avendo praticato l alpeggio in promiscuità. La razza biellese presenta una frequenza molto bassa dell allele ARR (Acutis et al., 2004), cosa che, associata all esigua dimensione della sua popolazione complessiva, la rende a potenziale rischio di estinzione. Gli allevamenti interessati in questo caso, tutti di di razza biellese tranne pochi capi di razza frabosana (peraltro anch essa autoctona e costituita da una popolazione esigua), hanno potuto usufruire della deroga prevista dai regolamenti comunitari che consente di procrastinare l abbattimento degli animali suscettibili nel tempo e di introdurre nel gregge nuovi capi semi resistenti, proprio nel caso in cui la razza, o anche semplicemente l azienda colpita, presenti una frequenza dell allele resistente (ARR) bassa. Per i caprini presenti è stata chiesta la deroga all abbattimento (obbligatorio in caso di scrapie classica) poiché allevati separatamente dall effettivo e mai portati in alpeggio. Il secondo focolaio ha coinvolto un gregge di maggiori dimensioni; il primo capo risultato positivo, femmina di 3 anni e mezzo, faceva parte di un gruppo di 11, incrocio biellesi, regolarmente macellati e sottoposti a test rapido nel mese di settembre. In seguito all indagine epidemiologica svolta dal Servizio Veterinario competente, sono risultati collegati epidemiologicamente al focolaio 11 greggi di e 4 di caprini, tutti di piccole dimensioni; essi hanno condiviso i fattori di rischio avendo utilizzato lo stesso pascolo dell allevamento nel quale si trovava l ovino infetto. Almese (TO) biellese 5 50 Exilles (TO) incrocio biellese Suno (NO) 2 tibetana Gli allevatori proprietari delle greggi correlate hanno richiesto l autorizzazione per il 2008 alla monticazione promiscua nell alpeggio comunale già utilizzato negli anni precedenti e il proprietario del gregge sede del focolaio ha optato per l abbattimento selettivo con l eliminazione di tutti i capi suscettibili; è stata decisa una gestione che coniugasse il rispetto delle garanzie sanitarie con il fine di accelerare la selezione genetica verso l allele ARR, tenendo comunque presenti le difficoltà dei piccoli allevamenti coinvolti, legati spesso ad una economia di tipo marginale e quindi a rischio di scomparsa. Nel gregge sede di focolaio sono stati abbattuti tutti gli suscettibili e prima dell alpeggio è stato concordato di procedere alla castrazione o alla macellazione di tutti i maschi semiresistenti (ARR/XXX), in modo da avere soltanto arieti resistenti ARR/ARR in grado di riprodursi. Per gli allevamenti correlati, sia sia caprini, è stata decisa la possibilità di autorizzazione all alpeggio con il gregge sede di focolaio a condizione che venissero precedentemente inviati alla macellazione gli eventuali portatori dell allele VRQ e che i maschi interi inviati all alpeggio fossero di genotipo resistente ARR/ARR. Infine è stata resa obbligatoria, oltre che all allevamento anche per le greggi correlate a questo focolaio, l adesione al piano regionale di controllo e miglioramento della resistenza genetica della scrapie e di preservazione delle razze, predisposto dalla Regione Piemonte. Nel gregge, in seguito all abbattimento degli animali di genotipo sensibile alla malattia (più del 73% dell effettivo), sono stati sottoposti a test rapido 144 e di essi 4 sono risultati positivi; si trattava di femmine incrocio biellese di età compresa tra i 3 e i 4 anni e mezzo, tutte di genotipo sensibile. In totale su 155 animali testati, 5 sono risultati positivi alla scrapie, pari a una prevalenza del 3,2%. Il focolaio identificato in provincia di Novara, alla fine del 2007, è stato particolare poiché si è trattato di un allevamento costituito da soli 2 caprini e l animale confermato positivo 98

7 era un maschio castrato, di razza tibetana, di 9 anni, morto in allevamento. Si è trattato del primo caso di scrapie atipica riscontrato nella nostra regione. Queste forme differiscono dalla scrapie classica sia a livello istopatologico e immunoistochimico sia nelle caratteristiche epidemiologiche; la scrapie atipica ha infatti una bassa prevalenza all interno del gregge (quasi sempre un solo animale coinvolto per allevamento) e gli animali colpiti presentano raramente sintomatologia clinica (sono per la maggior parte dei casi animali condotti alla regolare macellazione), inol- PIANO REGIONALE DI SELEZIONE GENETICA DEGLI OVINI Nonostante la scrapie sia una patologia ad eziologia infettiva, la suscettibilità alla malattia nella pecora è fortemente influenzata dai genotipi del gene codificante la proteina prionica (PRNP). Ad oggi sono stati identificati molteplici polimorfismi ed in particolare ai seguenti codoni: 101, 112, 116, 127, 136, 137, 138, 141, 143, 146, 151, 152, 154, 167, 168, 171, 172, 175, 176, 180, 189, 195, 196, 211, 241. Solo tre di questi polimorfismi hanno però un chiaro effetto sulla suscettibilità alla scrapie: le varianti aminoacidiche ai codoni 136, 154 e 171. Queste tre triplette nucleotidiche polimorfe codificano per sette alleli: A136R154Q171 (ARQ), VRQ, TRQ, ARR, AHQ, ARH, ARK. L idea dominante è che gli alleli VRQ e ARQ siano associati alla suscettibilità alla scrapie classica e che l allele ARR conferisca resistenza. Studi di inoculo con ceppi di BSE e di scrapie, effettuati su un numero di animali limitato, hanno mostrato come anche altri aplotipi, considerati rari, potrebbero essere coinvolti nella modulazione della resistenza, tra questi vi sono: ARL168Q, AT137RQ, AK142RQ e ARQK176. Alla luce delle conoscenze sul ruolo della genetica nella scrapie ovina sopra esposte, la Commissione Europea ha previsto nel Regolamento 999/2001 e successive modifiche la possibilità da parte degli Stati membri di dare attuazione a piani nazionali di selezione genetica per resistenza alla scrapie classica, con lo scopo di incrementare la frequenza dell allele ARR riducendo nel contempo la frequenza degli alleli associati a maggiore suscettibilità alla malattia. La selezione si concentra principalmente sull identificazione e sull uso privilegiato a scopo riproduttivo degli arieti geneticamente resistenti. Se al momento la selezione sembra l unico strumento efficace di lotta alla scrapie, tuttavia alcune perplessità sulla sua applicazione sono state sollevate dal mondo scientifico a causa di alcuni possibili effetti collaterali negativi. In particolare, si teme che la selezione possa avere ripercussioni negative sui caratteri produttivi, che possa aumentare la consanguineità tre nel sistema nervoso centrale si evidenzia un pattern di distribuzione della PrPsc diverso dalla forma classica della malattia. Infine nel gregge che era stato confermato positivo alla scrapie classica nel 2003 e per il quale era stato adottato un programma di abbattimento selettivo in deroga, prossimo alla conclusione, nel corso del 2007 sono stati testati 112 e tra essi 15 sono risultati positivi alla malattia (12,3%); tutti presentavano i genotipi sensibili (11 ARQ/ARQ e 4 ARQ/ AHQ). delle popolazioni ovine e soprattutto che possa creare una popolazione maggiormente suscettibile alle forme atipiche o a nuovi ceppi, ancora non identificati. Un interessante studio sugli effetti della selezione è stato effettuato in Gran Bretagna, uno dei primi Paesi ad applicare il piano e che quindi ha potuto fare alcune considerazioni a distanza ormai di alcuni anni. Il confronto degli agnelli maschi nati nel 2002 con quelli nati nel 2006 ha mostrato evidenti cambiamenti a favore delle frequenze dei genotipi e degli alleli associati a resistenza. D altra parte, non sono sino ad oggi apparsi effetti negativi sui caratteri produttivi né sul tasso di consanguineità, che in alcune razze è risultato persino diminuito. In Italia il piano di selezione è stato adottato con D.M. 17/12/2004 e in esso sono presenti le linee guida per le Regioni e le Province autonome, le quali devono predisporre propri piani regionali. La maggior parte di esse (15/21) ha nel frattempo provveduto in tal senso, organizzando l attività sul territorio e attivando la propria banca dati regionale. In Piemonte nei quattro anni ( ) di applicazione del Piano Regionale di selezione genetica, sono stati analizzati 15,855 capi di cui i maschi, dai quali dipende l efficienza del Piano, rappresentano la parte più consistente (9,505). Le aziende coinvolte fino ad oggi sono state 803 (37% del totale). Anche nell ultimo anno lo sforzo è stato concentrato soprattutto sulla razza biellese che rispetto alle altre razze autoctone (frabosana, delle Langhe e sambucana) è caratterizzata da una maggior diffusione degli aplotipi (prevalentemente ARQ e AHQ) associati a suscettibilità alla scrapie. I capi di razza biellese rappresentano il 73.2% di tutti i capi testati sull intero periodo (con 4,996 maschi controllati dal 2004). Nel grafico 4 è riportata la distribuzione delle frequenze genotipiche riscontrate nei maschi biellesi al di sotto dei due anni di età: per la prima volta, cosa che fa ben sperare, si osserva una tendenza alla riduzione dei genotipi più suscettibili, parallela all aumento di quelli semiresistenti. 99

8 90,0 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 16,2 80,1 78,5 78,1 18,2 19,1 1,0 1,8 1,0 3,2 2,7 1,5 1,8 1, ,4 73,2 ARR/ARR VRQ/XXX XXX/XXX ARR/XXX VRQ/XXX ARR/ARR ARR/XXX XXX/XXX Grafico 4 - Evoluzione delle frequenze genotipiche (in valore %) nel periodo nella linea maschile della razza Biellese (considerati solo capi di sesso maschile al di sotto dei due anni di età, sommando incroci e soggetti puri; quando diversi da ARR o VRQ gli alleli sono stati indicati come XXX). I dati di cui sopra appaiano confortanti, tuttavia per non vanificare i primi risultati raggiunti, l attività sul territorio deve essere mantenuta costante, rilanciando periodicamente il piano. Inoltre, per favorire un approccio omogeneo sul territorio, si è ritenuto di indirizzare la programmazione del piano di selezione genetica al campionamento di tutti i greggi delle razze a rischio di una certa consistenza. Si è pertanto stabilito che l attività minima di prelievo, sulla linea maschile, sia orientata in modo prioritario alle greggi costituite da un numero di capi superiore a 100 (231 in Piemonte, dati reperiti dalla BDN), effettuando il campionamento almeno una volta all anno. L attività dei Servizi Veterinari, laddove necessario, sarà supportata dai Presidi Multizonali di Profilassi e Polizia Veterinaria e dovrà essere correttamente registrata nell applicativo ARVET. 100

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