Archivi di enti pubblici e di privati. Normativa di riferimento

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Ilaria Mari
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1 Archivi di enti pubblici e di privati. Normativa di riferimento

2 Le Soprintendenze archivistiche Le 14 Soprintendenze archivistiche sono organi periferici del Ministero per i Beni e le Attività culturali con competenze su territori regionali (alcune regioni sono sotto un unica Soprintendenza). Alcuni dati statistici: Hanno come compiti la vigilanza e tutela sugli archivi e singoli documenti degli enti pubblici e su quelli di soggetti privati dichiarati di interesse storico particolarmente importante. Svolgono anche attività di valorizzazione in collaborazione con enti pubblici e soggetti privati. Le norme di riferimento per gli archivi di enti pubblici e di soggetti privati sono diverse, entrando in gioco il concetto di demanialità degli archivi prodotti da soggetti statali e pubblici. 2

3 Enti pubblici territoriali e non territoriali La normativa in materia di enti pubblici è molto vasta (diritto costituzionale e diritto amministrativo). Gli enti pubblici sono persone giuridiche che perseguono un interesse generale. Si possono distinguere tra: - Enti pubblici territoriali (Regione, Provincia, Comune) con fini generali circoscritti a un territorio. - Enti pubblici non territoriali (Università, INPS, Ospedali), con fini determinati, possono operare a livello nazionale o locale. Nel corso di quasi tutto il 900 gli enti pubblici si sono moltiplicati. Nel 1968 se ne contavano circa Alcuni esempi tratti da P. Carucci, Le fonti archivistiche: ordinamento e conservazione, 1997, pp Periodo fascista: Opera nazionale dopolavoro; Istituto nazionale Luce; Opera nazionale per la protezione della maternità e dell infanzia; Automobile Club d Italia; Istituto per la ricostruzione Industriale; Comitato olimpico nazionale italiano. Secondo dopoguerra: Ente autonomo per l acquedotto pugliese; Ente nazionale per l energia elettrica. Dalla fine degli anni 80 politica di dismissioni e privatizzazioni di enti pubblici non territoriali, con conseguenze spesso negative per gli archivi. 3

4 Archivi di enti pubblici come «beni culturali» Gli archivi degli enti pubblici, sia territoriali sia non territoriali, così come quelli statali, sono considerati «beni culturali» come previsto dal comma 1 e comma 2, lettera b, dall art. 10 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (Beni culturali): «(Art. 10, Comma 1) Sono beni culturali le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico. (comma così modificato dall art. 2 del d.lgs. n. 62 del 2008)». «(Art. 10, Comma 2) Sono inoltre beni culturali: [ ] b) gli archivi e i singoli documenti dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente ed istituto pubblico». 4

5 Inalienabilità Il Codice dei beni culturali e del paesaggio stabilisce che: «I beni culturali appartenenti allo Stato, alle regioni e agli altri enti pubblici territoriali ( ) costituiscono il demanio culturale» (Art. 53, Comma 1). Questa definizione fa riferimento al concetto di demanio pubblico previsto dal Codice civile, secondo il quale anche gli archivi statali e di enti pubblici territoriali sono beni demaniali (Artt. 822 e 824) e in quanto beni demaniali non sono alienabili (Art. 823). «I beni del demanio culturale non possono essere alienati, né formare oggetto di diritti a favore di terzi, se non nei limiti e con le modalità previsti dal presente codice» (Art. 53, Comma 1). Per alcuni beni del demanio culturale il Codice dei beni culturali e del paesaggio ammette dunque la possibilità di alienazione, pur nei limiti fissati dallo stesso Codice. Queste eccezioni tuttavia non riguardano gli archivi statali e di enti pubblici territoriali, che non sono alienabili in nessun caso (Art. 54, comma 1). Il Codice dei beni culturali e del paesaggio estende l inalienabilità assoluta anche a documenti e archivi degli enti pubblici non territoriali, pur non trattandosi di beni compresi nel demanio pubblico dal Codice civile (Art. 54, comma 2). 5

6 Conservazione degli archivi di enti pubblici: le sezioni separate d archivio Di norma gli enti pubblici devono conservare i propri archivi, salvo i casi di deposito in Archivio di Stato. L articolo 30, comma 1 e comma 4, del Codice dei beni culturali (Obblighi conservativi) stabilisce che: «(Art. 30, Comma 1) Lo Stato, le regioni, gli altri enti pubblici territoriali nonché ogni altro ente ed istituto pubblico hanno l obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di loro appartenenza». «(Art. 30, Comma 4) I soggetti indicati al comma 1 hanno l obbligo di conservare i propri archivi nella loro organicità e di ordinarli. I soggetti medesimi hanno altresì l obbligo di inventariare i propri archivi storici, costituiti dai documenti relativi agli affari esauriti da oltre quaranta anni ed istituiti in sezioni separate [...] (comma così modificato dall'art. 2 del d.lgs. n. 156 del 2006 poi dall'art. 2 del d.lgs. n. 62 del 2008)». Nel caso degli archivi di enti pubblici lo scarto sarà proposto dall ente stesso, vagliato dalla Soprintendenza e autorizzato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. 6

7 Gli archivi privati: beni culturali? L importanza degli archivi privati è andata via via crescendo sia a livello normativo sia nella percezione degli studiosi. Gli archivi privati possono appartenere a diverse tipologie, in base alla natura del soggetto produttore. Alcuni esempi: persona fisica; famiglia; fondazione (patrimonio destinato a uno scopo); associazione (complesso di persone organizzate per perseguire uno scopo); impresa. Non tutti gli archivi privati sono beni culturali. Per essere compresi in questa categoria deve intervenire la «dichiarazione di interesse storico particolarmente importante», come previsto dal comma 3, lettera b, dall art. 10 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (Beni culturali): «(Art. 10, Comma 3) Sono altresì beni culturali, quando sia intervenuta la dichiarazione prevista dall articolo 13: [ ] b) gli archivi e i singoli documenti, appartenenti a privati, che rivestono interesse storico particolarmente importante [...]». L articolo 13 del Codice (Dichiarazione dell interesse culturale) in realtà non fa che rimandare all articolo 10, comma 3: «(Art. 13, comma 1) La dichiarazione accerta la sussistenza, nella cosa che ne forma oggetto, dell interesse richiesto dall articolo 10, comma 3». 7

8 La dichiarazione di interesse storico particolarmente importante La pratica è avviata dalla Soprintendenza e approvata dal Ministero. Nel momento in cui l archivio è dichiarato (in realtà già dall avvio della procedura) il privato ha l obbligo di conservare il proprio archivio, come disposto dall articolo 30, comma 4, del Codice dei beni culturali (Obblighi conservativi): «(Art. 30, Comma 4) [...] Agli stessi obblighi di conservazione e inventariazione sono assoggettati i proprietari, possessori o detentori, a qualsiasi titolo, di archivi privati per i quali sia intervenuta la dichiarazione di cui all articolo 13. Copia degli inventari e dei relativi aggiornamenti è inviata alla soprintendenza, nonché al Ministero dell interno per gli accertamenti di cui all articolo 125. (comma così modificato dall'art. 2 del d.lgs. n. 156 del 2006 poi dall art. 2 del d.lgs. n. 62 del 2008)». Il proprietario dell archivio dichiarato può effettuare di propria iniziativa restauri o altri interventi conservativi, anche con contributi statali, mentre il Ministero può imporre al proprietario interventi conservativi o provvedervi direttamente. 8

9 Obblighi e divieti per i proprietari di archivi dichiarati L articolo 20, comma 1, del Codice dei beni culturali (Interventi vietati) stabilisce che: «(Art. 20, Comma 1) I beni culturali non possono essere distrutti, deteriorati, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione. (comma così modificato dall'art. 2 del d.lgs. n. 62 del 2008)». Il comma 2 dello stesso articolo specifica che: «(Art. 20, Comma 2) Gli archivi pubblici e gli archivi privati per i quali sia intervenuta la dichiarazione ai sensi dell articolo 13 non possono essere smembrati. (comma così modificato dall'art. 2 del d.lgs. n. 156 del 2006)». Altri obblighi/divieti: il proprietario dell archivio dichiarato deve richiedere autorizzazione per scarto; per trasferire in Italia; deve garantirne la consultabilità. Gli archivi privati dichiarati di interesse storico non possono uscire definitivamente dal territorio nazionale. In caso di vendita lo Stato ha diritto di prelazione in caso di vendita dell archivio dichiarato. 9

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