LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE RARE
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- Camilla Alfano
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1 Centro di Coordinamento Regionale per le Malattie Rare Clinica Pediatrica, Talassemie e Malattie Rare Ospedale Pediatrico Microcitemico LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE RARE Dott.ssa Francesca Meloni Dott.ssa Paola Pilia Prof. Paolo Moi
2 PIANO PREVENZIONE NAZIONALE
3 Dal confronto e dall analisi critica che ha accompagnato tutto il percorso e l esperienza dei Piani precedenti, enucleandone punti di forza e criticità, sono emersi gli elementi portanti che hanno significativamente contribuito a definire il nuovo impianto del PNP
4 Per mantenere quella che si è rivelata essere la buona pratica della pianificazione, il Piano, a livello centrale, regionale e locale, si connota per l adozione di percorsi metodologicamente condivisi, al fine di favorire la qualità della programmazione, la comparabilità dei prodotti e dei risultati la crescita di cultura ed expertise di tutti i livelli di responsabilità coinvolti nella messa a punto e nell attuazione dei Piani.
5 Un elemento di evoluzione, scaturito dalle precedenti esperienze, è la scelta di fissare (pochi) obiettivi comuni a Stato e Regioni e lasciare alla programmazione inserita nei vari contesti regionali la definizione delle popolazioni target e la gestione delle azioni funzionali al raggiungimento di tali obiettivi
6 il Piano intende rispondere a una visione i cui elementi sono: affermare il ruolo cruciale della promozione della salute e della prevenzione come fattori di sviluppo della società e di sostenibilità del welfare; adottare un approccio di sanità pubblica che garantisca equità e contrasto alle diseguaglianze esprimere la visione culturale nei valori, obiettivi e metodi della sanità pubblica di una prevenzione, promozione e tutela della salute che pone le popolazioni e gli individui al centro degli interventi con la finalità di conseguire il più elevato livello di salute raggiungibile
7 basare gli interventi di prevenzione, promozione e tutela della salute sulle migliori evidenze di efficacia, implementati in modo equo e che siano programmati per ridurre le diseguaglianze accettare e gestire la sfida della costo-efficacia degli interventi, dell innovazione, della governance; perseguire per i professionisti, la popolazione e gli individui lo sviluppo di competenze per un uso appropriato e responsabile delle risorse disponibili
8 Il Piano definisce un numero limitato di (macro) obiettivi di salute misurabili e intende valutare i risultati raggiunti Il Piano recepisce gli obiettivi sottoscritti a livello internazionale e incorpora gli obiettivi già decisi all interno di Piani nazionali di settore per quanto attiene alla promozione, prevenzione e tutela della salute, nonché gli adempimenti previsti dal quadro normativo
9 I Macro obiettivi di questo Piano sono stati individuati in base alle priorità di seguito elencate
10 Ridurre il carico di malattia Investire sul benessere dei giovani Rafforzare e confermare il patrimonio comune di pratiche preventive Rafforzare e mettere a sistema l attenzione a gruppi fragili Considerare l individuo e le popolazioni in rapporto al proprio ambiente.
11 MACRO OBIETTIVI DEL PNP
12 Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie non trasmissibili Prevenire le conseguenze dei disturbi neurosensoriali Promuovere il benessere mentale nei bambini, adolescenti e giovani Prevenire le dipendenze da sostanze Prevenire gli incidenti stradali e ridurre la gravità dei loro esiti Prevenire gli incidenti domestici Prevenire gli infortuni e le malattie professionali
13 Ridurre le esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute Ridurre la frequenza di infezioni/malattie infettive prioritarie Rafforzare le attività di prevenzione in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria per alcuni aspetti di attuazione del Piano Nazionale Integrato dei Controlli
14 MALATTIE RARE: DEFINIZIONE Prevalenza < 1 : 2000 Numero stimato di malattie rare
15 malattie rare ma malati frequenti Italia 2 milioni 70% bambini Europa 30 milioni Nord America 25 milioni Eurordis
16 Malattie rare: caratteristiche Eterogenee Esordio variabile (neonatale età adulta) Ereditarie e acquisite Causa di morte precoce Croniche Invalidanti Difficoltà di diagnosi Poco studiate Spesso mancanti di terapia adeguata Inequità di accesso ai servizi sanitari
17 Impatto delle Malattie Rare sui pazienti, famiglie e comunità Stress psicologico per le famiglie: Impatto sociale per i pazienti: - isolamento sociale - ritardo diagnostico - mancanza di appropriata qualità assistenziale - incertezza sul futuro - carenza di informazione - difficoltà di accesso alle strutture sanitarie - difficoltà economiche - stigmatizzazione - discriminazione - isolamento - ridotte opportunità di formazione e di impiego
18 Normativa Piano Sanitario Nazionale Decreto Ministeriale del 18 maggio 2001 n. 279 Accordo Stato Regioni 2002 Accordo Stato- Regioni 2007 Decreto Ministeriale 15 aprile 2008 Piano Nazionale della Prevenzione Piano Nazionale Malattie Rare
19 EUROPEAN REFERENCE NETWORK L Italia concorre allo sviluppo delle reti di riferimento europee ERN si impegna a promuovere ed agevolare il coordinamento dei centri d eccellenza situati sul proprio territorio nazionale in vista delle partecipazioni a tali reti Dovranno essere adottate procedure per il controllo della qualità e l intero sistema dovrà essere sottoposto a una valutazione in grado di stimare i punti di forza e di debolezza, indirizzando le strategie per il loro miglioramento
20 PIANO NAZIONALE MALATTIE RARE LA PREVENZIONE E LA DIAGNOSI PRENATALE
21 DEFINIZIONI SECONDO L OMS La salute è uno stato di completo benessere psichico, fisico e sociale dell uomo dinamicamente integrato nel suo ambiente naturale e sociale Per prevenzione si intende l'insieme di misure di profilassi mediche, ma anche di tipo sociale o economico, rivolte ad evitare l'insorgenza di una malattia in una popolazione sana o ad limitare la progressione e la gravità di una malattia, adottate allo scopo finale di eliminarla
22 Prevenzione primaria evitare che la malattia insorga E direttamente correlata ai progressi delle conoscenze scientifiche sulle singole malattie, sui loro fattori di rischio e sui fattori protettivi Per perseguire efficaci interventi di prevenzione primaria è indispensabile un notevole investimento volto a colmare le lacune conoscitive e promuovere attività di studio e ricerca
23 riduzione del rischio 70% donne che attuano correttamente la supplementazione 20-30% donne straniere 4-6%
24 Una delle principali difficoltà che generalmente incontrano le persone colpite da una MR è l impossibilità di ottenere una diagnosi tempestiva, idealmente addirittura nella fase pre-clinica e pre-sintomatica
25 Prevenzione secondaria diagnosi precoce guarigione L adozione di trattamenti nella fase iniziale della malattia può in molti casi migliorare sensibilmente la salute del paziente e la qualità della sua vita La diagnosi precoce va ricercata quando costituisce un effettivo vantaggio per la persona, in quanto sono disponibili interventi in grado di modificare la storia naturale o il decorso della malattia oppure perché il paziente desidera conoscere il proprio rischio riproduttivo
26 In considerazione dell elevata frequenza delle MR di natura genetica, è possibile pianificare interventi di prevenzione primaria e soprattutto diffondere nella popolazione la conoscenza dei potenziali fattori di rischio I programmi di screening, non solo quelli neonatali, devono tenere conto delle conoscenze aggiornate e delle evidenze scientifiche disponibili
27 A livello nazionale è in corso di svolgimento il progetto Screening neonatale esteso: proposta di un modello operativo nazionale per ridurre le disuguaglianze di accesso ai servizi sanitari nelle diverse regioni coordinato dal Centro Nazionale Malattie Rare (Istituto Superiore di Sanità) e finanziato dal Ministero della salute (CCM).
28 Il progetto, dopo avere completato un'indagine conoscitiva delle varie realtà regionali, intende esplorare strategie di sviluppo e applicazione di un programma nazionale di screening neonatale esteso, che risponda a criteri di omogeneità, coerenza, efficacia e trasferibilità nei differenti contesti regionali
29 In Italia la diagnosi prenatale è iniziata dagli anni 70 ed ha avuto un costante e notevole sviluppo. L accesso gratuito alla diagnosi prenatale nelle strutture del Ssn è regolamentato dal D.M , nel quale vengono indicati i criteri per l identificazione delle gravidanze ad aumentato rischio procreativo rispetto alla popolazione generale
30 Il maggior numero di diagnosi prenatali presso le strutture del SSN viene effettuato per l individuazione di feti con anomalie cromosomiche mediante test citogenetici eseguiti nel 1 o 2 trimestre di gravidanza
31 Donne in Gravidanza e Tutela della Maternità Decreto Legge Età materna avanzata (>=35 anni) Rischio procreativo prevedibile a priori Indicazione per diagnosi prenatale invasiva con esclusione dalla partecipazione al costo
32 DIAGNOSI PRENATALE INVASIVA VILLOCENTESI (I trimestre, non prima della 11ª settimana) AMNIOCENTESI (II trimestre, non prima della 15ª settimana) FUNICOLOCENTESI (II o III trimestre, non prima della 18ª settimana)
33 ANALISI CITOGENETICA
34 Test di genetica molecolare, soprattutto nel 1 trimestre di gestazione, vengono utilizzati nella individuazione di feti affetti da malattie geniche in specifiche gravidanze in cui il rischio procreativo è noto a priori. La consulenza genetica deve sempre precedere l esecuzione dei test prenatali Ai test genetici si affiancano le indagini strumentali, in particolare l ecografia, che virtualmente viene effettuata in tutte le gravidanze ed è rilevante nella diagnosi precoce di una serie di difetti congeniti compresi alcuni suscettibili di correzione alla nascita
35 Ricerca Epidemiologia. Educazione Clinica
36 LE ASSOCIAZIONI
37 Il ruolo delle Associazioni dei pazienti è stato fondamentale, anche nel nostro Paese, nell incoraggiare politiche mirate, ricerche ed interventi di assistenza sanitaria
38 Molti progressi nel campo delle MR, ai diversi livelli istituzionali, sono ascrivibili proprio alle attività di queste organizzazioni, che hanno permesso alla società civile di acquisire consapevolezza della peculiarità di queste malattie e dei problemi che esse comportano. Il lavoro delle Associazioni ha anche contribuito a modificare i rapporti tra le istituzioni (centrali, regionali e locali) e la comunità dei malati, rimuovendo molte delle barriere esistenti
39 Oggi, sia a livello nazionale che internazionale, esistono organizzazioni di pazienti ben strutturate che, avendo come interesse primario singole malattie o gruppi di malattie correlate, operano, di fatto, nell interesse di tutte le persone affette da MR Numerose attività congiunte di questo tipo, in specifici settori, hanno permesso di creare reti collaborative con gli specialisti e con le strutture, inizialmente su problemi di natura clinicoscientifica per l avvio di attività di ricerca e poi per la creazione di reti assistenziali
40 Numerose attività congiunte di questo tipo, in specifici settori, hanno permesso di creare reti collaborative con gli specialisti e con le strutture, inizialmente su problemi di natura clinicoscientifica per l avvio di attività di ricerca e poi per la creazione di reti assistenziali
41 CONCLUSIONI
42 L Obiettivo principale del Piano è lo sviluppo di una strategia integrata, globale e di medio periodo per l Italia sulle MR, centrata sui bisogni assistenziali della persona e della sua famiglia e definita con il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse, tenuto conto delle esperienze già maturate e nel quadro delle indicazioni europee mediante l attivazione di una rete
43 L implementazione e la qualificazione della rete nazionale dovranno procedere nell ambito di una pianificazione condivisa tra le Regioni, nel rispetto degli indirizzi generali nazionali, in relazione alla prevalenza delle singole malattie e dei gruppi di malattia, tenendo conto delle valutazioni inerenti all attività delle singole strutture/presidi del SSN e della loro esperienza documentata attraverso le casistiche e i dati di attività e di produzione scientifica
44 Per garantire che la rete sia efficace nel realizzare la presa in carico multidisciplinare complessiva dei pazienti con MR potranno essere utilizzati strumenti organizzativi, quali accordi specifici tra le Regioni, volti a realizzare alleanze/coalizioni almeno per le malattie più rare e complesse dal punto di vista diagnostico e terapeutico
45 Oltre a garantire che l assistenza ai pazienti con MR sia erogata nelle strutture competenti e qualificate, questa pianificazione dovrà minimizzare le differenze nell offerta dei servizi e nella loro accessibilità nelle diverse Regioni, comunque privilegiando il trasferimento ai servizi territoriali, quando ciò sia possibile
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