Valore aggiunto realizzato dall industria in senso stretto. (in % del totale) 25,1 22,2 20,9 18,2 17,3 18,4 17,7 20,0 15,0

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1 Valore aggiunto realizzato dall industria in senso stretto (in % del totale) 3, 25, 2, 15, 25,1 25,1 25,2 25,6 22,2 2,9 18,2 17,3 18,4 17,7 15, 13,8 24,4 23,4 2,9 2,8 1, 5,, Germania Spagna Francia Italia Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Eurostat. Pag. 2 - Tra il 2 e il 28 il peso dell'industria (al netto delle costruzioni) è sceso in Italia dal 23,4% al 2,8% sul totale del valore aggiunto. In Germania, nello stesso periodo, la quota industriale è rimasta sostanzialmente invariata intorno al 25%. Tra il 23 e il 27 - anni per i quali sono disponibili i dati ISTAT - il numero delle imprese industriali (al netto delle costruzioni) con meno di 2 addetti è sceso di 22mila unità, con un calo del 4%. Una contrazione di analoga proporzione (-4%) ha interessato il numero delle imprese con 2 o più addetti che sono scese da 38.5 a 37.. Nel complesso, il numero degli addetti dell'industria è calato in quattro anni di 174mila unità (-3,5%) ottobre 29 Pag. 7 - Nel quadro della congiuntura italiana, migliora la fiducia degli imprenditori e aumenta la produzione, soprattutto per ricostituire le scorte. Contestualmente, una battuta d'arresto è segnata nel recupero delle attese delle famiglie su cui pesano il deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro e l'aumento della disoccupazione. Accanto ai sondaggi qualitativi, le incertezze sulla qualità della ripresa trovano espressione nella flessione degli ordinativi industriali e nel calo delle vendite al dettaglio, anche nel comparto dei generi alimentari. Direttore responsabile: Giovanni Ajassa tel giovanni.ajassa@bnlmail.com Banca Nazionale del Lavoro Gruppo BNP Paribas Via Vittorio Veneto Roma Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 159/22 del 9/4/22 Le opinioni espresse non impegnano la responsabilità della banca.

2 L industria perde peso e imprese S. Costagli simona.costagli@bnlmail.com Nel corso degli ultimi anni il sistema produttivo di tutti i paesi europei si è modificato in direzione di una graduale flessione del peso dell industria. In Germania e in Italia il settore industriale copre ancora una percentuale del valore aggiunto complessivo superiore a quella della media Ue. In tutti i paesi europei le imprese piccole e medie rappresentano ancora la struttura portante del settore manifatturiero. Tra il 2 e il 28 il valore aggiunto di questo comparto nella Ue è cresciuto dell 1,3%; circa il 67% di tale aumento è dovuto all attività delle imprese piccole e medie. L ultimo aggiornamento dell Istat sulla struttura del sistema italiano delle imprese si riferisce al 27 (ultimo anno prima della recessione) e rileva una crescita del numero delle attività produttive (arrivate a 4,4 milioni). L aggiornamento conferma il ruolo preponderante delle microimprese (1-9 addetti): 94% del totale, contro appena lo,7% delle grandi. La presenza delle microimprese è rilevante soprattutto nel comparto dei servizi (97%). In Italia le imprese esportatrici occupano circa 2,6 milioni di addetti e realizzano un valore aggiunto pari a 159 milioni di euro. La propensione a esportare, come noto, è strettamente legata alla dimensione d impresa, ma solo fino a una certa soglia: per alcuni indicatori la performance delle medie imprese esportatrici appare migliore di quella delle grandi. Cambia il peso dei settori sul valore aggiunto totale nei vari paesi europei Nel corso degli ultimi anni l economia dei paesi della Ue ha subito una graduale modifica, che ha portato a una ricomposizione del valore aggiunto tra i diversi settori. Nell area dell euro il peso del valore aggiunto dell industria in senso stretto è passato da 22,8% nel 1997 a 2,1% nel 28. Tra i principali paesi dell area, Germania e Italia registrano ancora una quota superiore al valore medio, rispettivamente 25,6% e 2,8%; tuttavia, mentre per l Italia il valore è in flessione (era al 24,4% nel 1997), per la Germania si osserva una crescita costante (il valore era al 25,1% nel 1997). Francia e Spagna, che partivano entrambi da percentuali ampiamente inferiori alla media, hanno registrato nello stesso periodo un consistente ridimensionamento del settore industriale, che oggi copre rispettivamente il 13,8 e il 17,3% del valore aggiunto complessivo. A guadagnare il terreno lasciato libero dall industria in quasi tutti i paesi sono state soprattutto le imprese finanziarie: per l intera area dell euro il valore aggiunto realizzato da questo comparto ha guadagnato 3,2 punti percentuali, arrivando al 28,4%. Percentuali superiori si osservano in Francia (33,6%) e in Germania (29,4%), mentre in Italia la quota è arrivata al 27,9% nel 28, dal 22,8% del Gli altri servizi mantengono una quota stabile (43,5% circa) coperta per quasi la metà dalle imprese che operano nel commercio, trasporti e comunicazioni. In quest ultimo comparto la quota italiana risulta di poco più di un punto percentuale superiore alla media dell area anche se in flessione dal I dati disponibili per settori 1 mostrano come per l insieme della Ue-27 circa il 37% del valore aggiunto del manifatturiero sia spiegato dai primi tre comparti: metalli e prodotti in metallo, elettronica e prodotti alimentari. 1 Specialization in EU manufacturing, Statistics in focus, n. 62, 29. 2

3 Valore aggiunto realizzato dall industria in senso stretto (in % del totale) 3, 25, 2, 15, 25,1 25,1 25,2 25,6 22,2 2,9 18,2 17,3 18,4 17,7 15, 13,8 24,4 23,4 2,9 2,8 1, 5,, Germania Spagna Francia Italia Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Eurostat. Tra il 2 e il 28 nell Ue l output manifatturiero è cresciuto dell 1,3%, 2 trainato soprattutto dalla meccanica (+3%) e dall elettronica (+2,5%), mentre si sono registrate vistose flessioni nei comparti del tessile (-4,5%) e soprattutto della pelle e prodotti in pelle (-6%). Secondo i dati Eurostat circa il 67% dell aumento della produzione manifatturieria è stato realizzato dall attività delle imprese piccole e medie. Tra il 24 e il 26 (ultimo dato disponibile) la crescita delle imprese micro, piccole e medie, sia in termini di numero sia di occupati, è stata doppia rispetto a quella delle grandi. Per le attività produttive con meno di 25 addetti si è inoltre registrato un incremento della produttività del lavoro dell 8,1%, contro il 6,2% delle imprese grandi. Tra i principali paesi incrementi consistenti si sono realizzati in Italia, Germania e Francia. In Spagna, al contrario, una crescita dell occupazione superiore a quella del valore aggiunto ha determinato, per le imprese con meno di 25 addetti, una forte flessione della produttività del lavoro. La dimensione del sistema produttivo italiano secondo le ultime rilevazioni Istat In Italia gli ultimi dati Istat sulla struttura del sistema produttivo si riferiscono al 27, anno precedente la recessione, 3 e mostrano un quadro della struttura produttiva piuttosto dinamico. Il numero complessivo delle imprese arriva a 4,4 milioni di unità, (+1,5% rispetto all anno precedente) come combinazione di una flessione registrata nel numero delle attività produttive del settore industriale (-,6%, pari a unità in meno) e di una crescita di quelle attive nelle costruzioni (+3,6%, pari a unità) e nei servizi (+1,4%, pari a unità). Il numero delle microimprese (fino a 9 addetti) continua a coprire la percentuale maggiore, circa il 94%, contro appena lo,7% delle grandi. La presenza delle microimprese rimane rilevante soprattutto nel comparto dei servizi (97%), ma è nelle costruzioni che la struttura produttiva è più sbilanciata verso la piccola dimensione, con una quasi totale assenza di imprese con 2 SMEs were the main drivers of economic growth between 24 and 26, Statistics in focus, n. 71, Struttura e competitività del sistema delle imprese industriali e dei servizi, Statistiche in breve, Istat, 2 ottobre 29. 3

4 oltre 25 addetti: appena 85, pari a poco più dello,1%. Nelle costruzioni e nei servizi, del resto, il 99% di imprese ha meno di 2 addetti, contro il 93% delle industriali. In conseguenza di ciò, la dimensione media delle imprese italiane stenta a crescere, e arriva a 3,9 addetti per unità produttiva contro i 3,8 della rilevazione precedente. Nel complesso, le imprese fino a 2 addetti realizzano il 44,1% del valore aggiunto complessivo e occupano il 58,5% del totale degli addetti. Tra il 23 e il 27 anni per i quali sono disponibili i dati ISTAT il numero delle imprese industriali (al netto delle costruzioni) con meno di 2 addetti è sceso di 22mila unità, con un calo del 4%. Una contrazione di analoga proporzione (-4%) ha interessato il numero delle imprese con 2 o più addetti che sono scese da 38.5 a 37.. Nel complesso, il numero degli addetti dell'industria è calato in quattro anni di 174mila unità (-3,5%). Principali aggregati e indicatori economici delle imprese industriali e dei servizi in Italia (anno 27) Imprese Addetti Dipendenti Fatturato Fatturato Valore Valore Costo del Retribuzione Numero medio Investimenti medio aggiunto aggiunto lavoro per lorda per addetti per addetto per addetto dipendente dipendente (numero) (numero) (numero) (mln Euro) (mln Euro) (mgl Euro) (mgl Euro) (mgl Euro) (mgl Euro) ,1 22,9 16,8 1,9 4, , 28,1 2,4 13,1 5, < 2 addetti ,8 24,9 18,1 2,3 4,7 > 2 addetti ,5 36,8 26,2 85, 11, ,1 32,6 23,3 3, 7, ,9 36,2 25,8 96,9 9,9 25 e oltre ,6 39,4 28,1 924,3 13,9 Totale ,4 32, 23, 3,9 7,4 Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Istat. Gli addetti nelle imprese italiane 4 sono circa 17 milioni (+2,7% a/a), di cui il 67% dipendenti. La percentuale dei dipendenti raggiunge un picco dell 85% nel settore industriale, mentre nelle costruzioni e nei servizi 2 lavoratori su 5 non risultano dipendenti. Addetti e dipendenti coincidono sostanzialmente nelle grandi imprese. La crescita del numero degli addetti non ha penalizzato la produttività: nel complesso dei settori produttivi il valore aggiunto per addetto risulta pari a 42.4 euro, contro i 4.8 della rilevazione precedente. Il dato risulta molto variabile sia tra i settori produttivi sia tra le diverse classi dimensionali: nelle grandi imprese il valore aggiunto per addetto è circa il 5% in più di quello delle microimprese, e il 2% in più di quello delle medie. Il divario di produttività tra grandi e microimprese raggiunge il valore massimo nell industria, dove per ogni euro di valore aggiunto per addetto prodotto da una microimpresa ve ne sono 3 prodotti da una grande. La maggiore produttività delle grandi imprese permette loro di sostenere sia un costo del lavoro sia una retribuzione lorda per dipendente superiori, pari rispettivamente a 39.4 e 28. euro, contro 22.9 e 16.8 delle imprese con meno di 9 addetti. Il divario tra le classi dimensionali si amplia, rispetto alla rilevazione precedente, a 4 Il riferimento è alle sole imprese oggetto di rilevazione che non includono quelle attive nell intermediazione finanziaria e nella pubblica amministrazione. 4

5 causa dell aumento registrato dai valori delle grandi imprese e di una sostanziale invarianza per le micro. L ammontare degli investimenti fissi lordi realizzati dalle imprese italiane nel 27 (125 miliardi di euro) risulta effettuato per la maggior parte dal settore dei servizi (54,2%), e solo per il 36,8% dalle imprese industriali. Per contro, l ammontare degli investimenti per addetto risulta mediamente superiore nel settore industriale (9.7 euro, contro i 16.6 euro dei servizi e i 5.8 delle costruzioni), grazie soprattutto ai valori elevati registrati dal comparto estrazione di minerali. Nei servizi il valore medio è condizionato dal basso ammontare di investimenti nelle attività immobiliari, nell informatica e nell istruzione. Imprese esportatrici versus non esportatrici Secondo l Istat, le imprese che dichiarano di ricavare una parte di fatturato dall attività di vendita all estero di beni e servizi (imprese esportatrici) in Italia occupano circa 2,6 milioni di addetti, e realizzano un valore aggiunto pari a 159 miliardi di euro. Nel complesso, la propensione all esportazione tra le imprese italiane 5 è rimasta invariata rispetto alla rilevazione precedente (al 28,1%) e risulta elevata soprattutto per le aziende attive nella fabbricazione dei mezzi di trasporto e nell industria conciaria, cuoio e pelli; settori che tuttavia denunciano una flessione rispetto all anno precedente. La propensione a esportare, com è noto, è strettamente legata alla dimensione d impresa: essa risulta pari all 8,5% per le microimprese e arriva al 36,5% tra le grandi, dove spiccano i valori registrati dalle macchine e apparecchi meccanici (61,4%). È poi interessante rilevare come la porzione di fatturato che le medie imprese ricavano dall export (32,5%) sia simile a quella delle grandi imprese. Differenza nel numero di addetti tra imprese esportatrici e non esportatrici, per dimensione d impresa (numero di addetti) 8, 7, 69,6 6, 5, 4, 3, 2, 1,, 25,2 13,4 2,,5 1, e oltre Totale Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Istat. In generale, le imprese esportatrici mostrano performance migliori delle altre: in primo luogo, la loro dimensione media è di gran lunga superiore (29,9 addetti contro 4,7), 5 La propensione all esportazione è misurata dal rapporto tra fatturato all esportazione e fatturato totale. 5

6 con un divario evidente soprattutto tra le imprese micro e le grandi, dove arriva a toccare in media anche le 7 unità. Inoltre, la produttività del lavoro nelle imprese esportatrici risulta 1,6 volte superiore a quella delle imprese attive esclusivamente sul mercato interno. Valori superiori si registrano mediamente anche in termini di costo del lavoro, retribuzione lorda e investimenti per addetto. Tuttavia, va precistato che per le ultime due variabili il valore relativo alle grandi imprese è superiore tra le non esportatrici rispetto alle esportatrici, mentre fino a una dimensione d impresa media (ossia fino a 249 addetti) accade il contrario; ciò suggerisce la presenza di diseconomie di scala nell export al di sopra della soglia che separa le medie dalle grandi imprese. 6

7 Inizia lentamente la ripresa dell economia italiana P. Ciocca Dopo oltre un anno, l economia italiana è uscita dalla recessione. Secondo le stime della Banca d Italia, nel III trimestre il Pil dovrebbe aver registrato un aumento prossimo a un punto percentuale. La fine della recessione non è, però, rappresentativa dell uscita dalla crisi. Nel III trimestre la crescita economica è stata favorita dalla ripresa dell attività nel settore industriale. L aumento della produzione è stato in parte rivolto alla ricostituzione delle scorte. Sulla solidità della ripresa pesa la debolezza della domanda. Tale considerazione trova conferma nel calo sia degli ordini all industria che delle vendite al dettaglio, ridottesi quest ultime anche nel comparto dei generi alimentari. Informazioni contrastanti sono giunte dagli indicatori qualitativi. Si è arrestato il miglioramento della fiducia dei consumatori, penalizzata in particolare dal peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro. La fiducia degli imprenditori è aumentata rimanendo, comunque, su livelli inferiori alla media di lungo periodo. Cresce la produzione, ma si riducono gli ordini all industria Secondo le stime della Banca d Italia contenute nel Bollettino economico di ottobre, nel III trimestre il Pil dovrebbe aver registrato un aumento prossimo a un punto percentuale. La crescita sarebbe stata favorita dal significativo miglioramento della produzione industriale che, secondo le stime dell Isae, tra luglio e settembre sarebbe aumentata del 5,5% rispetto al trimestre precedente. L industria italiana: la produzione e i nuovi ordinativi (numeri indice) Produzione (sc. ds.) Ordinativi (sc. sn.) gen-6 mar-6 mag-6 lug-6 set-6 nov-6 gen-7 mag-7 lug-7 nov-7 nov-8 gen-9 mar-9 lug-9 8 Fonte: Istat Nel III trimestre, l aumento della produzione industriale è stato rivolto non solo al soddisfacimento della domanda, ma anche alla ricostituzione delle scorte che in alcuni settori avevano raggiunto livelli molto bassi. La domanda non sembra ancora essere tornata su un sentiero di una solida crescita. Secondo le elaborazioni dell Isae, le 7

8 indicazioni preliminari relative all ultima parte del 29 segnalano un attenuazione della crescita dell attività produttiva. Le incertezze sulla qualità della ripresa trovano conferma nell andamento degli ordinativi all industria, scesi ad agosto dell 8,6% rispetto al mese precedente. Il calo ha interessato sia la componente nazionale (-6,1%) che in particolare quella estera (-12,8% dopo il +12,8% di luglio). Nel confronto tra i primi otto mesi del 29 e il corrispondente periodo dell anno precedente, gli ordinativi all industria, in calo del 28,5%, si sono ridotti in tutti i settori. Le flessioni più significative hanno interessato la metallurgia (-38,9%), la fabbricazione di mezzi di trasporto (-35,6%) e la fabbricazione di macchinari e attrezzature (-34,3%). Nel settore farmaceutico il calo degli ordini è risultato pari a solo il 2%. Scendono le vendite al dettaglio, anche nel comparto dei generi alimentari La persistente debolezza della domanda emerge anche dall andamento delle vendite del commercio fisso al dettaglio, il cui valore, valutato a prezzi correnti, si è ridotto a agosto dello,1% rispetto al mese precedente, registrando la terza contrazione consecutiva. Su base annuale il calo ha raggiunto il 2,9%, dal -2,5% di luglio. Nel confronto tra i primi otto mesi del 29 e il corrispondente periodo dell anno precedente, il valore delle vendite si è ridotto del 2,2%. La riduzione è il risultato di una più ampia contrazione registrata nelle imprese operanti su piccole superfici (-3,3%) a fronte di una più modesta flessione rilevata nella grande distribuzione (-,5%). Sono scese in particolare le vendite negli ipermercati (-1,7%) e nei supermercati (-,4%), a fronte di un aumento nei discount di alimentari (+,9%) Il valore delle vendite al dettaglio in Italia (numeri indice; valori a prezzi correnti) Totale Alimentari Non alimentari 98 gen-7 feb-7 apr-7 mag-7 giu-7 lug-7 ago-7 ott-7 nov-7 dic-7 feb-8 apr-8 giu-8 ago-8 ott-8 nov-8 dic-8 gen-9 feb-9 mar-9 apr-9 giu-9 lug-9 ago-9 Fonte: Istat La gravità della crisi che ha colpito l economia italiana appare evidente analizzando la scomposizione delle vendite al dettaglio per tipologia di prodotto. Tra gennaio e agosto, la riduzione dei consumi ha interessato anche i generi alimentari (-1,8% nel confronto con i primi otto mesi dello scorso anno). Gli acquisti di prodotti non alimentari sono scesi del 2,3%, con cali significativi nel comparto dell utensileria per la casa e ferramenta (-3%), in quello della cartoleria, libri, giornali e riviste (-3%), in quello dell abbigliamento e pellicceria (-2,9%) e in quello delle calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-2,8%). 8

9 Si arresta il miglioramento della fiducia dei consumatori L incertezza sulla solidità della ripresa ha influenzato negativamente la fiducia dei consumatori italiani. L indice elaborato dall Isae è sceso a ottobre da 113,6 a 111,7, interrompendo un trend di crescita che aveva caratterizzato gli ultimi mesi. Nonostante il calo, l indicatore rimane su livelli in linea con la media di lungo periodo. A ottobre, sebbene siano migliorati i giudizi dei consumatori italiani sulla situazione economica del paese, le attese a breve termine sono peggiorate. Il deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro ha influito sulle aspettative dei consumatori che attendono un ulteriore aumento della disoccupazione nei prossimi mesi. Sul fronte dell inflazione, continuano a prevalere i giudizi di quanti ritengono i prezzi stabili o addirittura diminuiti. 13 La fiducia dei consumatori italiani gen-96 giu-96 nov-96 apr-97 set-97 feb-98 lug-98 dic-98 mag-99 ott-99 mar- ago- gen-1 giu-1 nov-1 apr-2 set-2 feb-3 lug-3 dic-3 mag-4 ott-4 mar-5 ago-5 gen-6 giu-6 nov-6 apr-7 feb-8 dic-8 ott-9 Fonte: Isae Motivi di preoccupazione caratterizzano le opinioni sulla situazione personale. Sono risultate in marcato peggioramento le valutazioni sul risparmio. Tale deterioramento ha interessato sia i giudizi sulle opportunità correnti che quelli sulle capacità future di risparmiare. L incertezza che avvolge lo scenario economico generale continua ad influenzare le valutazioni dei consumatori sulle spese maggiormente impegnative che rimangono orientate alla prudenza. Si riducono le intenzioni di acquisto sia di un abitazione, come pure quelle relative alla manutenzione straordinaria dell immobile, che di un autovettura. A livello territoriale la flessione della fiducia dei consumatori non è risultata omogenea. La valutazione del quadro economico generale è peggiorata nel Nord Est e nel Centro, mentre è lievemente migliorata nel Nord Ovest e nel Sud. I giudizi sulla situazione personale sono peggiorati in tutte le aree con l eccezione del Centro, dove è stato registrato un leggero miglioramento. Cresce, ma rimane bassa la fiducia delle imprese A ottobre, il clima di fiducia delle imprese è tornato a crescere, recuperando il calo che aveva caratterizzato il mese precedente. L indice elaborato dall Isae è passato da 74,3 a 77,1 portandosi sui valori più elevati dal settembre dello scorso anno. Nonostante il miglioramento di ottobre, la fiducia rimane su livelli inferiori alla media di lungo periodo. 9

10 Gli imprenditori sono risultati più ottimisti in tutti i comparti produttivi, con un miglioramento significativo in quello dei beni intermedi e in quello dei beni di consumo La fiducia delle imprese italiane gen-96 giu-96 nov-96 apr-97 set-97 feb-98 lug-98 dic-98 mag-99 ott-99 mar- ago- gen-1 giu-1 nov-1 apr-2 set-2 feb-3 lug-3 dic-3 mag-4 ott-4 mar-5 ago-5 gen-6 giu-6 nov-6 apr-7 feb-8 dic-8 ott-9 Fonte: Isae A ottobre, il giudizio sull andamento della produzione è rimasto stabile. È stato segnalato un forte decumulo dei magazzini. Molte imprese hanno riportato un dimensionamento delle scorte inferiore al livello considerato normale. Le imprese sono risultate più ottimiste anche nelle previsioni sui tre mesi successivi, sia con riferimento all andamento delle principali variabili aziendali, sia in particolare per quanto riguarda le prospettive generali dell economia italiana. Il miglioramento della fiducia delle imprese è apparso non omogeneo a livello territoriale. Un progresso significativo è stato registrato nel Nord Ovest e nel Mezzogiorno. L indice è, invece, salito solo leggermente nel Centro, mentre è addirittura sceso nel Nord Est. Nel III trimestre 29, la capacità produttiva utilizzata è passata dal 65,4% al 66,5, rimanendo, comunque, su livelli storicamente bassi. Si è ridotto il numero di quanti reputano più che sufficiente il livello attuale della capacità produttiva. Nonostante siano migliorati i giudizi sui nuovi ordini, la durata della produzione assicurata si è mantenuta stabile al di sotto dei tre mesi. 1

11 Un cruscotto della crisi: alcuni indicatori Indice Itraxx Eu Financial Indice Baltic Dry gen-7 mag-7 lug-7 nov-7 Index Itraxx EU Financial Sector nov-8 gen-9 mar-9 lug-9 set gen-4 mag-4 set-4 gen-5 mag-5 set-5 gen-6 mag-6 set-6 gen-7 mag-7 gen-9 set-9 Fonte: Datastream Premi al rischio ancora stabili a 75 pb. Fonte: Datastream Si conferma il recupero dell indice dei noli marittimi, nell ultima settimana rimane sopra 3.. Cambio euro/dollaro e quotazioni Brent (Usd per barile) gen-5 Brent scala sin.(in Usd) Cambio euro/dollaro sc.ds. mar-5 giu-5 set-5 dic-5 mar-6 giu-6 set-6 dic-6 giu-7 ago-7 nov-7 feb-8 ago-8 nov-8 feb-9 ago-9 1,6 1,55 1,5 1,45 1,4 1,35 1,3 1,25 1,2 1,15 1,1 Fonte: Datastream Il petrolio resta a 77$ al barile, il tasso di cambio /$ torna sotto 1,5. Borse europee: indice Eurostoxx gen-7 mag-7 lug-7 nov-7 nov-8 gen-9 mar-9 lug-9 set-9 Fonte: Datastream Borse europee: l indice in lieve flessione a quota 2.8 da 2.9 della scorsa settimana. 11

12 Usa: indice dei prezzi delle abitazioni Case-Shiller composite 1 (var. % a/a) Italia: prestiti e depositi bancari (var. % a/a) Depositi Prestiti gen- lug- gen-1 lug-1 gen-2 lug-2 gen-3 lug-3 gen-4 lug-4 gen-5 lug-5 gen-6 lug-6 gen-7 lug-7 gen-9 lug-9 dic-6 giu-7 dic-7 giu-8 dic-8 mar-9 giu-9 Fonte: Datastream Ad agosto i prezzi delle abitazioni Usa risultano in flessione al -1,6% su base annua, circa due punti percentuali in meno rispetto a luglio e cinque in meno rispetto a giugno. Fonte: Banca d Italia Prestiti in calo, sostenuti i depositi nel mese di agosto Italia: differenziale di rendimento Btp-Bund (punti base) mag-7 Diff. BTP-Bund lug-7 nov-7 nov-8 gen-9 mar-9 lug-9 set-9 Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Datastream Il differenziale di rendimento Btp-Bund nell ultima settimana è rimasto su valori prossimi a 7 pb dic-5 mar-6 Tasso euribor a 3 mesi (val. % a/a) Euribor 3m giu-6 set-6 dic-6 giu-7 dic-7 giu-8 dic-8 mar-9 giu-9 set-9 Fonte: Banca d Italia Il tasso euribor rimane stabilmente sotto,73%. 12

13 Le previsioni sui prezzi Indice generale nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività, al lordo dei tabacchi Variazione % rispetto al periodo precedente gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. media 24,2,2,3,2,2,2,1,2,,,1,2,2 25,,3,3,2,3,,4,2,,2,1,,2 26,2,2,2,3,3,1,3,2 -,1 -,1,1,1,2 27,1,3,2,2,3,2,2,2,,3,4,3,2 28,4,2,5,2,5,4,5,1 -,3, -,4 -,1,2 29 -,1,2,1,2,2,1,,3 -,2,1,1,,1 21,1,2,3,3,3,2,2,2,,2,1,2,2 Variazione % rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. media 24 2,2 2,3 2,3 2,3 2,3 2,4 2,3 2,3 2,1 2, 1,9 2, 2,2 25 1,9 1,9 1,9 1,9 1,9 1,8 2,1 2, 2, 2,2 2,2 2, 1,9 26 2,2 2,1 2,1 2,2 2,2 2,3 2,2 2,2 2,1 1,8 1,8 1,9 2,1 27 1,7 1,8 1,7 1,5 1,5 1,7 1,6 1,6 1,7 2,1 2,4 2,6 1,8 28 3, 2,9 3,3 3,3 3,6 3,8 4,1 4,1 3,8 3,5 2,7 2,2 3,3 29 1,6 1,6 1,2 1,2,9,5,,1,2,3,8,9,8 21 1,2 1,1 1,4 1,4 1,5 1,7 1,9 1,8 2, 2,1 2,1 2,3 1,7 Indice generale armonizzato dei prezzi al consumo Variazione % rispetto al periodo precedente gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. media 24 -,6 -,1 1,,8,1,2 -,2 -,2,5,3,2,3,2 25-1, -,1 1,2,8,3, -,2 -,2,6,7,,,2 26 -,9 -,1 1,2,9,3,1 -,3 -,2,7,2,1,1,2 27-1,1,1 1,2,6,4,2 -,6 -,2,8,8,4,3,2 28 -,8,1 1,6,6,6,5 -,6,,5,5 -,5 -,1,2 29-1,7,2 1,2,6,2,2-1,2,2,7,5,1,1,1 21-1,1,1 1,1,7,2,1 -,2 -,2,6,3,2,2,2 Variazione % rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic. media 24 2,1 2,5 2,3 2,3 2,3 2,4 2,3 2,4 2,2 2,1 2,1 2,4 2,3 25 2, 2, 2,2 2,1 2,3 2,1 2,1 2,1 2,2 2,6 2,4 2,1 2,2 26 2,2 2,2 2,2 2,3 2,3 2,4 2,3 2,3 2,4 1,9 2, 2,1 2,2 27 1,9 2,1 2,1 1,8 1,9 1,9 1,7 1,7 1,7 2,3 2,6 2,8 2, 28 3,1 3,1 3,6 3,6 3,7 4, 4, 4,2 3,9 3,6 2,7 2,4 3,5 29 1,4 1,5 1,1 1,2,8,6 -,1,1,4,4,9 1,1,8 21 1,7 1,6 1,5 1,5 1,6 1,5 2,5 2,1 2, 1,8 1,9 2, 1,8 13 Il presente documento è stato preparato nell ambito della propria attività di ricerca economica da BNL- Gruppo Bnp Paribas. Le stime e le opinioni espresse sono riferibili al Servizio Studi di BNL-Gruppo BNP Paribas e possono essere soggette a cambiamenti senza preavviso. Le informazioni e le opinioni riportate in questo documento si basano su fonti ritenute affidabili ed in buona fede. Il presente documento è stato divulgato unicamente per fini informativi. Esso non costituisce parte e non può in nessun modo essere considerato come una sollecitazione alla vendita o alla sottoscrizione di strumenti finanziari ovvero come un offerta di acquisto o di scambio di strumenti finanziari.

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