GENIUS LOCI TRE STORIE DI INVENTORI A TORINO E DINTORNI

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1 Mostra itinerante sulla scienza risorgimentale a Torino e in provincia GENIUS LOCI TRE STORIE DI INVENTORI A TORINO E DINTORNI Genius loci era per gli antichi romani una entità naturale e soprannaturale legata al territorio e oggetto di culto. Nel significato moderno, indica lo spirito, il carattere di un luogo. Qui è un gioco di parole che rimanda a tre inventori di Torino e dintorni. Ognuno di essi è un genius loci, ma non un genio locale : senza contatti internazionali non si fa né scienza né innovazione tecnologica. Tutti e tre ebbero l opportunità di raggiungere un grande successo industriale ma per motivi diversi dovettero cedere ai loro competitori stranieri.

2 1757 un matematico, un medico e un chimico fondano la Società Privata Phylosophico-matematica. Si chiamano Luigi Lagrange, Giovanni Cigna e Angelo Saluzzo di Monesiglio. Il più vecchio ha 23 anni, il più giovane Vittorio Amedeo III trasforma la Società Privata nella Reale Accademia delle Scienze di Torino, la finanzia con 12 mila lire l anno e le dà una sede nel palazzo disegnato dal Guarini che tuttora la ospita accanto al Museo Egizio. Il motto prescelto è Veritas et utilitas. Oggi potremmo tradurlo in ricerca pura e ricerca applicata. È un Accademia ma non vuole essere accademica. Il Regolamento le impone di rifuggire da quelle discussioni le quali, per essere di sola sterile e vana speculazione, non sono dirette all acquisto di nuove utili cognizioni e a procurare qualche reale vantaggio alla comune società. 2

3 Ciò che oggi è Internet, l Accademia delle Scienze fu nel tempo che preparò il Risorgimento, nell epoca che lo realizzò e poi negli anni che costruirono l Italia moderna: una RETE. Una rete di relazioni virtuose che mise in contatto le incarnazioni del genius loci con il resto del mondo: da Ascanio Sobrero ad Alfred Nobel da Alessandro Cruto a Thomas Alva Edison da Galileo Ferraris a Nikola Tesla 3

4 LA STRUTTURA DELLA MOSTRA La mostra propone un percorso alla scoperta di 3 inventori (Ascanio Sobrero, Alessandro Cruto e Galileo Ferraris) che operarono a Torino e in provincia, giungendo a scoperte fondamentali e segnando momenti di svolta per l innovazione in un periodo di grande fermento come quello del Risorgimento italiano. Lo fa attraverso un percorso composto da 4 isole tematiche: 1. L Accademia delle Scienze e il concetto di rete La mostra parte dalla nascita dell Accademia delle Scienze e ne analizza il ruolo chiave ai fini del progresso e dello scambio di conoscenze, paragonabile a quello svolto da internet oggi. Gli scienziati infatti, già prima dell Unità d Italia, spinti dall esigenza del confronto danno vita ad Associazioni, Congressi (il secondo si svolse a Torino, nel 1840) e scambi epistolari che creano una vera e propria rete. L Accademia diventa nella mostra lo snodo centrale dal quale partire per raccontare i tre protagonisti della mostra: il loro rapporto con l Accademia e con i colleghi contemporanei, se e come il grande fermento del tempo ne abbia influenzato le ricerche diventa così il punto di partenza per narrare vicende e scoperte di ciascuno dei personaggi selezionati per la mostra. Questa prima isola tematica evidenzia inoltre lo stretto legame tra scienza e politica nel periodo risorgimentale e in quello immediatamente successivo. Alla base l idea, diffusa tra gli scienziati del tempo, che l unità avrebbe garantito una più rapida evoluzione della scienza. Gli stessi Savoia riconobbero a molti di essi il merito di aver svolto un ruolo chiave nel processo unitario, premiandoli con cariche politiche importanti. Questo testimonia peraltro come in quel periodo vi fosse una profonda consapevolezza dell importanza della ricerca per lo sviluppo del Paese e come i traguardi scientifici fossero percepiti come risultati preziosi per il bene dello Stato. Non a caso il motto dell Accademia, Veritas e Utilitas, esprimeva come intento primario dell Accademia la ricerca della verità, unita al perseguimento di un utilità pratica, che soprattutto nei primi anni coincise con l utilitas programmata dallo Stato. Ciò nonostante, le tre storie prese in esame evidenziano come, a differenza di quanto accadeva oltreoceano, in Italia non vi fosse ancora un sistema in grado di supportare la genialità degli inventori nostrani. 4

5 2. Ascanio Sobrero (Casale Monferrato, 1812 Torino, 1888) Nel 1847 sintetizzò la nitroglicerina, composto che usò in minuscole dosi per curare l ipertensione arteriosa. Alfred Nobel nel 1867 stabilizzò la nitroglicerina aggiungendovi farina fossile e la brevettò con il nome di dinamite, esplosivo che rese più sanguinosa la guerra ma permise anche di costruire i grandi trafori ferroviari e di sfruttare con enormi profitti cave e miniere. 3. Alessandro Cruto (Piossasco, Torino, 1908) Nel 1874 inventò una lampadina migliore di quella costruita qualche mese prima da Edison e la produsse in una fabbrica artigianale poi assorbita dalla Philips. Thomas Edison, con il supporto del sistema capitalistico americano, rese la lampadina un affare miliardario. 4. Galileo Ferraris (Livorno Piemonte, 30 ottobre 1847 Torino, 7 febbraio 1897) Nel 1885 inventò il motore elettrico asincrono e volle donarlo all umanità. Nikola Tesla se ne appropriò con cinque brevetti, nel 1889 fondò la Westinghouse Electric Corporation e lo produsse su scala industriale. 5

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