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1 INDICE III Indice generale Dante Alighieri 1 La Divina Commedia 2 L Inferno 5 La selva oscura (canto I) 7 Chiavi di lettura La visione allegorica del mondo 8 Le tre fiere (canto I) 9 L incontro con Virgilio (canto I) 12 Chiavi di lettura Virgilio e l Eneide 14 La porta dell Inferno (canto III) 15 Caronte, il traghettatore dell Inferno (canto III) 18 Chiavi di lettura Le pene dei dannati 20 Paolo e Francesca (canto V) 22 Chiavi di lettura Le figure femminili nella Divina Commedia 26 Farinata degli Uberti e l amor di patria (canto X) 27 Chiavi di lettura Guelfi e ghibellini 30 Pier della Vigna e la selva dei suicidi (canto XIII) 31 La commedia dei diavoli (canti XXI-XXII) 36 L ultimo viaggio di Ulisse (canto XXVI) 40 Il conte Ugolino (canto XXXIII) 44 Chiavi di lettura Il conte Ugolino della Gherardesca 48 Lucifero, il Signore del Male (canto XXXIV) 49 Chiavi di lettura Lucifero 52 Il Purgatorio 53 L incontro con Manfredi (canto III) 55 Chiavi di lettura La sepoltura dei morti 59 Bonconte da Montefeltro e Pia de Tolomei (canto V) 60 Matelda e il Paradiso terrestre (canto XXVIII) 64 Chiavi di lettura Il Paradiso terrestre di Bosch 67 L incontro con Beatrice (canto XXX) 69 Chiavi di lettura Beatrice 70 Il Paradiso 71 Piccarda Donati (canto III) 73 Chiavi di lettura Il monachesimo femminile nel Medioevo 75 San Francesco (canto XI) 76 Cacciaguida e la Firenze antica (canto XV) 81 Chiavi di lettura Un mondo ordinato 84 L esilio di Dante (canto XVII) 85 Chiavi di lettura Le tappe dell esilio di Dante 88 La preghiera alla Vergine (canto XXXIII) 90 Chiavi di lettura San Bernardo 92

2 IV INDICE Indice delle voci di glossario Anafora, 17 Domanda retorica, 35 Elencazione, 39 Enjambement, 89 Metafora, 75 Neologismo, 74 Perifrasi, 21 Personificazione, 48 Reticenza, 63 Rima incatenata, 4 Similitudine, 11 Sinestesia, 11 Terzina, 4 Terzina dantesca, 4

3 1 Dante Alighieri Dante Alighieri nasce a Firenze nel 1265 da una famiglia di piccola ma antica nobiltà. Secondo gli usi del tempo studia filosofia, politica e retorica, e sulla sua formazione culturale hanno un grande influsso anche i poeti del dolce stil novo. Una tappa fondamentale della vita sentimentale e spirituale di Dante è costituita dal suo amore per Beatrice Portinari, che incontra per la prima volta da ragazzo e che influenzerà profondamente l esistenza e le opere del poeta. La storia reale e ideale di questo amore costituisce l argomento della sua più importante opera giovanile, la Vita nuova. Alla morte della donna, avvenuta nel 1290, Dante comincia a prendere attivamente parte alla vita politica della sua città, all epoca divisa in due fazioni (partiti) che si combattono costantemente: i guelfi neri, sostenitori della politica del Papa, e i guelfi bianchi, che rifiutano ogni influenza esterna sul Comune e che si appoggiano al potere dell Imperatore. Dante, che appartiene alla fazione dei guelfi bianchi, ottiene importanti cariche pubbliche e nel 1300 è uno dei sei priori che governano Firenze. Con questo incarico l anno successivo si reca a Roma da papa Bonifacio VIII per svolgere una missione diplomatica, ma in sua assenza i guelfi neri riescono a impossessarsi del potere, lo accusano di corruzione e, poiché egli si rifiuta di sottoporsi a processo, lo condannano all esilio. Dopo alcuni tentativi politici e militari per rientrare in città, Dante inizia così la sua vita di esule, spostandosi tra le corti dei più potenti signori italiani, come i della Scala di Verona, i Malaspina della Lunigiana, i da Polenta di Ravenna, che lo accolgono con favore a causa della fama e del prestigio di cui gode grazie alle sue opere letterarie. Fino al 1313 affida con entusiasmo le sue speranze politiche sui destini italiani e sul suo personale riscatto all imperatore Arrigo VII, ma la morte prematura di questo personaggio annulla anche quest ultima possibilità. Da qui in avanti conterà solo sulla gloria poetica per un ritorno a Firenze. Durante il lungo esilio Dante si dedica alla stesura di importanti opere letterarie, ma è costantemente oppresso dalla nostalgia per la sua terra e dal rancore verso coloro che lo hanno ingiustamente scacciato. Muore nel 1321 a Ravenna, dove viene sepolto. L opera Oltre alla Divina Commedia, Dante è autore di opere in latino e in volgare di vario genere e argomento. In volgare egli scrive le Rime, una raccolta di versi che risentono dell influsso della poesia stilnovista, la Vita nuova, costituita da prose e poesie in cui racconta la trasformazione della sua passione terrena per Beatrice in un amore disinteressato e spirituale che lo avvicina a Dio, e il Convivio, un trattato scientifico-filosofico. In latino compone diversi trattati, tra cui il De vulgari eloquentia (La lingua volgare), nel quale esamina l origine e la struttura del volgare italiano, e il De monarchia (La monarchia), che affronta il problema del rapporto tra il potere dell Imperatore e quello del Papa.

4 2 LA DIVINA COMMEDIA La Divina Commedia La struttura del poema La Divina Commedia è un poema composto da Dante negli anni dell esilio, fra il 1307 e il 1320 circa. L opera narra il viaggio immaginario compiuto dall autore durante la settimana santa dell anno 1300 attraverso i tre regni dell oltretomba, Inferno, Purgatorio e Paradiso, ed è suddivisa in tre cantiche, corrispondenti ai tre luoghi attraversati dal poeta. L intero poema è costituito da 100 canti: il primo canto, di introduzione generale, fa parte dell Inferno, che è quindi composto da 34 canti, mentre le altre due cantiche sono formate da 33 canti. Nella struttura della Divina Commedia si ripete più volte il numero tre e ciò non è casuale: già nell antichità, infatti, il tre era considerato un numero magico, mentre nella cultura cristiana, che è alla base di quest opera, esso simboleggia la Trinità. Il titolo Il titolo che Dante diede alla sua opera era Commedia. L autore voleva così indicare lo sviluppo della trama da un inizio negativo e drammatico (il protagonista si ritrova smarrito nella selva del peccato e rischia la morte eterna) a un finale positivo e felice (il protagonista giunge al vertice della beatitudine nel Paradiso, a diretto contatto con Dio). L argomento religioso e il valore poetico indussero molto presto il pubblico dei letterati ad affiancare al titolo l aggettivo divina (il primo fu il grande novelliere del Trecento Giovanni Boccaccio, pochi decenni dopo la morte di Dante). A partire dal 1500 l opera venne sempre chiamata Divina Commedia. Il significato del poema La Divina Commedia è un poema allegorico perché dietro a ogni immagine concreta si nasconde un significato astratto e ideale: il protagonista rappresenta l intera umanità, la selva oscura in cui egli si perde simboleggia il peccato, il viaggio che intraprende rappresenta la vita, mentre Virgilio e Beatrice rappresentano rispettivamente la ragione umana e la grazia divina, il cui compito è condurre l uomo verso Dio. Il mondo e l oltremondo di Dante Nella descrizione della Terra e dei mondi ultraterreni presenti nella Divina Commedia Dante riprende elementi comuni della cultura cristiana e medievale, che a loro volta si basano sulle conoscenze scientifiche dell antichità. Il mondo in cui colloca i suoi personaggi trae ispirazione dalla Bibbia, a partire dal racconto della creazione divina. È una storia che puoi vedere riflessa nella mappa riprodotta nella pagina qui a fianco. Subito dopo la creazione dell universo, Lucifero, l angelo più bello e più vicino a Dio, si ribellò al suo creatore insieme a un esercito di angeli. Per questo egli venne trasformato nel più mostruoso dei demoni e fu precitato nel centro della Terra, il punto che si pensava più lontano da Dio. La sua caduta provocò una voragine nelle viscere della Terra che divenne l Inferno, luogo della dannazione eterna, sorvegliato dai diavoli, gli antichi complici di Lucifero.

5 3 Come conseguenza di questa caduta, le terre dell emisfero australe si ritrassero e formarono le terre dell emisfero boreale, tra le colonne d Ercole e il Gange, al cui centro si trova la città di Gerusalemme; esse furono la dimora dell uomo. Una massa dello stesso emisfero australe, per evitare il contatto con Lucifero, risalì in mezzo all oceano, formando una montagna, esattamente agli antipodi di Gerusalemme, sulla cui cima si trova il Paradiso terrestre: questa è la montagna del Purgatorio immaginata da Dante. Intorno alla Terra ruotano le nove sfere dei cieli e sopra di esse è l Empireo, la sede immobile di Dio, il cielo che contiene tutti gli altri cieli; qui gli spiriti beati raccolti nella candida rosa, l anfiteatro celeste, godono della visione di Dio, che è felicità eterna. L universo di Dante

6 4 LA DIVINA COMMEDIA La metrica I personaggi La lingua e lo stile La Divina Commedia è costituita da versi endecasillabi (versi in cui l ultimo accento cade sulla decima sillaba), raggruppati in terzine (strofe di tre versi) a rima incatenata, secondo lo schema ABA BCB CDC: poiché è proprio Dante ad aver inventato questo schema, esso viene anche chiamato terzina dantesca. Il poema di Dante è una commedia ricca di grandi figure che si muovono su uno sfondo popolato da numerose comparse, le quali spesso assumono un improvviso ruolo di primo piano. Si tratta di personaggi storici, noti e meno noti dannati o penitenti o spiriti beati che Dante incontra nel suo peregrinare e che dialogano con lui nello spazio di un canto o poco più. Per questo possiamo affermare che i veri protagonisti del poema sono tre: il pellegrino Dante e le sue due guide, Virgilio e Beatrice. Tra gli altri personaggi a cui Dante riserva grande rilievo poetico e che nei secoli hanno acquisito fama, ecco i principali: Inferno: Caronte - Francesca da Rimini - Ciacco - Farinata degli Uberti - Pier della Vigna - Brunetto Latini - Papa Niccolò III - Ulisse - Guido da Montefeltro - il conte Ugolino della Gherardesca. A questi aggiungiamo le figure demoniache di Caronte, Minosse, Cerbero, Gerione, i diavoli Malebranche, e soprattutto Lucifero. Purgatorio: Catone - Casella - Manfredi - Pia de Tolomei - Sordello da Goito - Marco Lombardo - Stazio - Forese Donati - Guido Guinizzelli - Matelda. A questi si aggiungono gli angeli guardiani del Purgatorio. Paradiso: Piccarda Donati - Giustiniano - Carlo Martello - san Francesco - san Domenico - Cacciaguida - san Pietro - san Bernardo - la Vergine Maria. La Divina Commedia è scritta in volgare fiorentino, che Dante trasforma in una lingua letteraria estremamente ricca e varia dandole un prestigio destinato a durare nei secoli successivi: in essa confluiscono latinismi, espressioni della poesia stilnovista, termini tratti dal linguaggio giuridico, filosofico e teologico e modi di dire tipici del parlato. Il poema presenta una grande varietà di linguaggi. Dante ha infatti usato uno stile diverso a seconda dei personaggi e soprattutto del luogo in cui si trovano. Nell Inferno, dove la condizione dei dannati è di sofferenza materiale, l autore utilizza espressioni legate alla quotidianità nei suoi aspetti anche più crudi e volgari, e le frasi sono generalmente costruite in modo semplice. Nel Purgatorio, luogo di passaggio fra le sofferenze terrene e la beatitudine celeste, lo stile diventa misto, con espressioni semplici e popolari che si alternano ad argomenti più alti e linguaggi dal registro più formale. In Paradiso, infine, la profondità degli argomenti trattati e la nobiltà spirituale dei personaggi incontrati porterà Dante a usare un vocabolario e una sintassi molto più complessi. Dante Alighieri tra le mura di Firenze e la raffigurazione dei regni dell aldilà, affresco realizzato in occasione del bicentenario della nascita del poeta (Firenze, Santa Maria del Fiore).

7 5 L Inferno Dante, il personaggio protagonista del poema, si ritrova smarrito in un intricata e pericolosa selva da cui non riesce a fuggire. Gli compare però l anima di Virgilio, lo scrittore latino vissuto nel I secolo a.c. che Dante considera un maestro di vita e di letteratura, che gli annuncia il viaggio che egli dovrà compiere attraverso i tre regni dell oltretomba (Inferno, Purgatorio e Paradiso) per salvarsi. Con la guida fidata di Virgilio il poeta inizia così la discesa nell Inferno, un ampia voragine a forma di cono che si apre sotto la città di Gerusalemme e si estende fino al centro della Terra. Superata la porta dell Inferno, già immersi nel buio delle viscere della Terra, Dante e Virgilio dovranno traghettare l oscuro fiume Acheronte, oltre il quale comincia l Inferno vero e proprio. Il regno dei dannati è suddiviso in nove cornici circolari e concentriche che si restringono man mano che si procede verso il basso, via via che le colpe dei dannati diventano più gravi. Le punizioni infernali sono eterne e seguono il criterio del contrappasso, in base al quale ai dannati viene attribuita una pena che si ricollega per analogia o per opposizione alla colpa commessa: ad esempio gli iracondi, che hanno trascorso una vita piena di rabbia e di violenza, si trovano nel fango della palude Stigia e sono condannati a picchiarsi a vicenda. A fare da giudici, guardiani e aguzzini dell Inferno sono i diavoli, che a volte hanno l aspetto di personaggi e mostri mitologici (Caronte, Minosse, Cerbero, Gerione, ecc.), altre volte quello tipico della tradizione cristiana, con ali nere, zampe caprine e corna ferine. Durante il suo viaggio Dante incontra personaggi storici e mitologici (da Omero e Ulisse fino a Maometto e al papa Clemente V) e molte figure note ai suoi tempi o da lui conosciute direttamente (Paolo e Francesca, Pier della Vigna, Brunetto Latini, ecc.); attraversa luoghi impressionanti e spaventosi quali la selva dei suicidi, il pozzo di Gerione, il lago di ghiaccio di Cocito; si trova spesso in pericolo di vita, ma con l aiuto di Virgilio riesce a superare ogni difficoltà fino a giungere al centro della Terra, il punto più basso dell Inferno, dove si trova conficcato Lucifero, l angelo che osò ribellarsi a Dio e che ora è trasformato nel più mostruoso e impressionante dei diavoli. Quella di Lucifero è l ultima visione infernale di Dante. Ma sarà necessario ancora un raccapricciante e pauroso atto per lasciare l Inferno: Dante e Virgilio devono aggrapparsi ai peli di Lucifero e discendere lungo il suo corpo per ritrovarsi in un tunnel sotterraneo che li porterà a riveder le stelle, alla superficie terrestre sotto la volta del cielo. Dante e Virgilio sulla groppa del mostro Gerione, miniatura da un codice urbinate, XIV secolo (Roma, Biblioteca Vaticana).

8 6 L INFERNO L Inferno di Dante SELVA VII CERCHIO VIII CERCHIO (Malebolge) Frode contro chi non si fida 1 girone 2 girone 3 girone COLLE Limbo Porta GERUSALEMME dell Inferno ANTINFERNO: ignavi Acheronte I CERCHIO: spiriti magni II CERCHIO: lussuriosi III CERCHIO: golosi IV CERCHIO: avari e prodighi Stige V CERCHIO: Città iracondi e di Dite accidiosi VI CERCHIO: eretici ed epicurei VIOLENTI CONTRO IL BURRATO PROSSIMO: omicidi e predoni VIOLENTI CONTRO SE STESSI: suicidi e scialacquatori VIOLENTI CONTRO DIO, NATURA, ARTE: bestemmiatori, sodomiti, usurai Ripa scoscesa 1 a bolgia: seduttori 2 a bolgia: adulatori 3 a bolgia: simoniaci 4 a bolgia: 5 a bolgia: bolgia: bolgia: 6 a 7 a indovini barattieri ipocriti ladri 8 a bolgia: consiglieri fraudolenti 9 a bolgia: seminatori di discordie e 10 a bolgia: falsari scismi FRAUDOLENTI VIOLENTI Pozzo dei giganti IX CERCHIO Frode contro chi si fida 1 a zona CAINA: traditori dei parenti 2 a zona ANTENORA: 3 a zona TOLOMEA: traditori della patria traditori degli ospiti 4 a zona GIUDECCA: traditori dei benefattori Lucifero TRADITORI natural burella

9 la selva oscura 7 La selva oscura (Inferno, canto I) schema metrico: terzine in rima incatenata (terzina dantesca) Nei versi iniziali della Divina Commedia Dante si presenta come un uomo che, giunto alla piena maturità, capisce di essersi perso in una selva oscura, tanto piena di pericoli da non essere più in grado di uscirne. Questa immagine ha un significato allegorico: il poeta smarritosi nel bosco rappresenta il peccatore che non trova più la strada che conduce a Dio, e il viaggio che sta per intraprendere simboleggia il percorso spirituale che ogni uomo deve compiere se vuole salvare la sua anima. Nel mezzo del cammin di nostra vita 1 mi ritrovai per una selva oscura 3 ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte 6 che nel pensier rinova la paura! Tant è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch i vi trovai 2, 9 dirò de l altre cose ch i v ho scorte. Io non so ben ridir com i v intrai, tant era pien di sonno a quel punto 12 che la verace via abbandonai. Ma poi ch i fui al piè d un colle giunto, là dove terminava quella valle 15 che m avea di paura il cor compunto, guardai in alto, e vidi le sue spalle vestite già de raggi del pianeta 18 che mena dritto altrui per ogne calle 3. Allor fu la paura un poco queta che nel lago del cor m era durata 21 la notte ch i passai con tanta pieta. Giunto a metà del percorso della mia vita terrena mi ritrovai in un bosco (selva) oscuro, poiché avevo smarrito la via del bene (diritta via). Ahi, come è difficile (è cosa dura) dire quanto questa selva fosse selvaggia e intricata (aspra) [e pericolosa (forte) che il ripensarci (nel pensier) mi fa tornare (rinova) la paura! È una condizione tanto dura (amara) da essere molto [simile alla morte; ma per descrivere il bene che vi ho trovato, parlerò delle altre cose che ho visto (scorte) lì. Io non so spiegare (ben ridir) in che modo vi entrai, tanto ero confuso (pien di sonno) nel momento (a quel punto) in cui abbandonai la via della verità (verace via). Ma quando giunsi (i fui) ai piedi di un colle, là dove finiva quella valle che mi aveva trafitto (compunto) il cuore di paura, guardai in alto, e vidi i suoi pendii (le sue spalle) già ricoperti (vestite) della luce di quel pianeta che guida (mena) le persone lungo ogni sentiero (calle). Allora si calmò un poco la paura che mi aveva preso nel profondo (lago) del cuore la notte che passai con tanta angoscia (pieta). 1 Nel mezzo del cammin di nostra vita: Dante immagina di compiere il suo viaggio nell aldilà nel 1300, quando ha 35 anni ed è quindi circa a metà della vita media di un uomo del suo tempo. 2 ma per trattar del ben ch i vi trovai: il bene a cui si riferisce Dante è la salvezza dell anima. 3 pianeta che mena dritto altrui per ogne calle: Dante si riferisce al sole, simbolo di salvezza.

10 8 L INFERNO Chiavi di lettura La visione allegorica del mondo La mentalità medievale considera il mondo come un immenso libro in cui tutte le parti sono reciprocamente legate e dietro ciò che si vede c è un significato nascosto più alto e spirituale che va indagato e scoperto. Per questo motivo gli uomini del Medioevo interpretano la realtà naturale in modo allegorico, ritenendo che ogni cosa sia un segno che aiuta a capire il senso del misterioso ordine del mondo creato da Dio. Questa concezione allegorica si riflette nei bestiari, negli erbari e nei lapidari, trattati enciclopedici che descrivono il significato simbolico e morale di animali, pietre e piante reali o immaginari. Anche molte opere letterarie dell epoca sono basate sul principio dell allegoria: nella Divina Commedia Dante costruisce la propria narrazione attribuendo un senso allegorico a ogni particolare, sin dal suo ingresso nella selva oscura. Ambrogio Lorenzetti, La giustizia, particolare dall Allegoria del buon governo, 1339 (Siena, Palazzo Comunale). attività LEGGO E COMPRENDO 1 Che cosa vede Dante all uscita della selva oscura? 2 Quale sentimento domina l animo del poeta nella situazione in cui si trova? A Noncuranza C Coraggio B Paura D Senso di colpa COMPRENDO E ANALIZZO 3 Con quale immagine allegorica il poeta rappre - senta il peccato? 4 Dante si trova immerso nel peccato: A perché ha deciso di trasgredire alle regole B perché ha compiuto una grave colpa C senza neanche sapere come è successo D per colpa delle cattive compagnie 5 Che cosa simboleggia, secondo te, il colle illuminato dai raggi del sole? ORA SCRIVO IO 6 Spiega brevemente quale impressione ricavi della selva descritta da Dante, indicando anche quali aspetti ti hanno maggiormente colpito e quali riescono a rendere con maggiore efficacia la sensazione di un luogo di angoscia. LESSICO LESSICO LESSICO LESSICO LESSICO LESSICO Un mondo di parole 7 Sottolinea tutti gli aggettivi con cui il poeta definisce la selva.

11 le tre fiere 9 Le tre fiere (Inferno, canto I) schema metrico: terzine in rima incatenata (terzina dantesca) Dante cerca di allontanarsi dalla selva oscura in cui si è smarrito, salendo le pendici di un monte illuminato dal sole, il colle della grazia divina. Il cammino gli viene però sbarrato da tre animali feroci: una lonza (animale fantastico che forse corrispondeva alla lince o alla pantera), un leone e una lupa. Terrorizzato in particolare dalla lupa, Dante è costretto a tornare nella foresta. Le tre fiere sono il simbolo di tre vizi capitali: la lussuria, la superbia e l avarizia. Dante denuncia in questo modo la propria incapacità a vincere le tentazioni, che provoca la sua ricaduta nel peccato. Joseph Anton Koch, Dante assalito da tre fiere, (Roma, Casino Massimo, Sala di Dante). Poi ch èi 1 posato un poco il corpo lasso 2, ripresi via per la piaggia 3 diserta, 30 sì che l piè fermo sempre era l più basso. Ed ecco, quasi al cominciar de l erta 4, una lonza 5 leggiera e presta molto, 33 che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al volto, anzi mpediva tanto il mio cammino, 36 ch i fui per ritornar più volte vòlto. Dopo ch ebbi (ch èi) riposato un poco il corpo stanco, ripresi il cammino lungo quel pendio (piaggia) deserto, in modo che il piede saldo (fermo) era sempre il più [basso (cioè: camminando in salita). Ed ecco, quasi all inizio della salita (erta), (apparve) una lonza agile (leggiera) e molto veloce (presta), che era ricoperta di pelo macchiettato (macolato); e non si allontanava dal mio sguardo (volto), anzi ostacolava tanto il mio cammino, che io più volte mi girai (fui volto) per ritornare indietro. 1 ch èi: passato remoto del verbo avere. 2 lasso: dal latino lassus, fiacco, affaticato sia nel fisico sia nello spirito. 3 piaggia: il pendio che separa la selva oscura dal colle luminoso e che Dante vorrebbe salire per salvarsi. 4 erta: la salita che porta al colle illuminato dai raggi del sole. 5 una lonza: è la prima dei tre animali feroci che tentano di impedire a Dante la risalita del colle; allegoricamente rappresenta, insieme al leone e alla lupa, gli ostacoli che ogni uomo, che vuole camminare verso la salvezza, deve superare, e, in particolare, i tre vizi lussuria, avarizia, superbia alla radice di tutti i peccati. La lonza è un animale creato dalla fantasia medievale: corrisponde forse alla lince, oppure al leopardo o alla pantera.

12 10 L INFERNO Temp era 6 dal principio del mattino, e l sol montava n sù con quelle stelle 39 ch eran con lui quando l amor divino mosse di prima quelle cose belle 7 ; sì ch a bene sperar m era cagione 42 di quella fiera a la gaetta pelle l ora del tempo e la dolce stagione 8 ; ma non sì che paura non mi desse 45 la vista che m apparve d un leone 9. Questi parea che contra me venisse con la test alta e con rabbiosa fame, 48 sì che parea che l aere ne tremesse 10. Ed una lupa 11, che di tutte brame sembiava carca ne la sua magrezza, 51 e molte genti fé già viver grame, questa mi porse tanto di gravezza 12 con la paura ch uscia di sua vista, 54 ch io perdei la speranza de l altezza. E qual è quei che volontieri acquista, e giugne l tempo che perder lo face, 57 che n tutt i suoi pensier piange e s attrista 13 ; Era il primo momento del mattino (l alba), e il sole saliva in cielo (montava n sù) insieme a quelle stelle che erano con lui quando il divino amore diede per la prima volta inizio al movimento (mosse) [degli astri (quelle cose belle); così che erano motivo (cagione) di speranza per me contro quella fiera dalla pelle screziata (gaetta) l ora del giorno e la dolce stagione; ma non a tal punto che (sì che) non mi incutesse paura la visione (vista) che mi apparve di un leone. Questo pareva venisse contro di me con la testa alta e una fame rabbiosa, tanto che l aria (l aere) stessa sembrava tremare. E una lupa, che di ogni ingordigia (di tutte brame) sembrava (sembiava) piena (carca) nella sua magrezza e che già aveva costretto molte persone a una vita infelice, mi causò tanta apprensione (gravezza) a causa della paura che si sprigionava dal suo aspetto (vista) che io persi la speranza di raggiungere la vetta del colle [(altezza). E come colui che con piacere vince al gioco (acquista), ma giunge il momento ( l tempo) che lo costringe (lo face) [a perdere, e in tutti i suoi pensieri piange e si rattrista; 6 Temp era: sono le prime ore dell 8 aprile, venerdì santo. 7 e l sol... belle: nel Medioevo si riteneva che la creazione del mondo fosse stata compiuta in primavera, quando il sole è in congiunzione con l Ariete; si credeva inoltre che questa posizione delle costellazioni fosse la più benefica per l uomo. Le cose belle sono le stelle. 8 l ora... stagione: motivi di speranza per Dante sono il mattino, che sta sorgendo, e la primavera, che riporta la vita sulla terra. 9 la vista... leone: altro ostacolo alla risalita verso la virtù è la superbia, che minaccia Dante e ogni cristiano, in modo più grave e con rischi maggiori della lussuria. 10 tremesse: tremasse, dal latino tremĕre. 11 Ed una lupa: la lupa è il simbolo della cupidigia, il desiderio insaziabile sia di ricchezze sia di onori o di beni materiali. Per Dante è il vizio più grave, che ha seriamente compromesso non solo la vita cristiana ma anche le istituzioni ecclesiastiche e civili. 12 questa... gravezza: la lupa, cioè l avarizia per i beni materiali, annulla ogni desiderio delle cose dello spirito e appesantisce gravemente l anima. 13 E... s attrista: il paragone si riferisce all avaro, costretto con dolore e tormento, per un cambiamento della fortuna, a perdere le ricchezze gelosamente conservate.

13 le tre fiere 11 tal mi fece la bestia sanza pace 14, che, venendomi ncontro, a poco a poco 60 mi ripigneva là dove l sol tace la bestia sanza pace: la lupa, sanza pace perché irrequieta e sempre desiderosa; sanza è sempre usato da Dante al posto di senza. così mi rese quella bestia senza pace che, venendomi incontro, mi sospingeva di nuovo [a poco a poco là dove non c è (tace) il sole (cioè nella selva oscura). 15 l sol tace: è una sinestesia (vedi sotto). Nella selva oscura, dove le regole del vivere cristiano, civile e sociale sono state dimenticate, regnano la confusione e l errore. attività LEGGO E COMPRENDO 1 Che cosa impedisce a Dante di uscire dalla selva del peccato? A L intreccio delle piante B Le ombre della notte C La fatica della salita al colle della grazia D La comparsa di alcuni animali feroci 2 Dove si trova Dante alla fine dell episodio? COMPRENDO E ANALIZZO 3 Qual è il significato allegorico dell episodio? 4 Di che cosa sono simbolo le tre fiere, e qual è la più pericolosa per Dante? LE FORME La SIMILITUDINE è una figura retorica che consiste nel paragonare due termini appartenenti ad ambiti diversi collegandoli attraverso congiunzioni (come, così... come), aggettivi (simile a) o verbi (pare, sembra, assomiglia). La similitudine è molto usata sia nel linguaggio comune sia in poesia e ha la funzione di rendere più chiaro e incisivo un concetto o un immagine. 5 Spiega la similitudine che chiude il brano. La SINESTESIA consiste nell accostare in una stessa immagine elementi (normalmente un sostantivo e un aggettivo) che vengono percepiti con sensi diversi, come la vista e l udito. Troviamo una sinestesia, ad esempio, al verso 28 del canto V dell Inferno: Io venni in loco d ogne luce muto Qui al dato visivo (luce) si associa un dato uditivo (muto). 6 In che cosa consiste la sinestesia dell ultimo verso del brano riportato in queste pagine? ORA SCRIVO IO 7 Anche oggi si attribuiscono caratteristiche simboliche o particolari a determinati animali. Fanne un elenco, partendo dai seguenti esempi: volpe - astuzia cane - fedeltà coniglio -. lince -.. LESSICO LESSICO LESSICO LESSICO LESSICO LESSICO Un mondo di parole 8 Con quali parole o espressioni vengono caratte - rizzate le tre fiere del brano? 9 Nel testo di questo episodio sono presenti anche alcune espressioni positive: sottolineale.

Dante nella selva oscura

Dante nella selva oscura Dante nella selva oscura Da La Divina Commedia Inferno, Canto 1 I.I.S. G. Cantoni Treviglio (BG) classi 4 A-4 E a.s. 2012/2013 Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, 3 ché

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