La partecipazione femminile nel mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia

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2 La partecipazione femminile nel mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia Chiara Cristini Esperta del Servizio Osservatorio mercato del lavoro

3 Differenze di genere nel mercato del lavoro regionale Diverso impatto dell evoluzione economica per età e genere. Se nei primi anni di recessione la componente femminile aveva dato segni di maggiore «tenuta» nei livelli di partecipazione e di occupazione, con il 2013 si osserva un inversione di tendenza. Un primo segnale di scoraggiamento? Intersezione tra gli effetti della congiuntura recessiva e le problematiche strutturali che caratterizzano la partecipazione femminile al mercato del lavoro regionale e segnano differenti opportunità occupazionali di maschi e femmine Le molteplici facce della flessibilità, tra opportunità e rischi sociali I differenziali di genere (gender gap) rappresentano importanti spie di controllo sia per prevenire situazioni di difficoltà, sia per correggere le situazioni di maggiore disequilibrio, sia per promuovere forme di innovazione

4 La diversa partecipazione per genere ed età (in FVG) var var Maschi ,6 35,1 29,7-14,9-5, ,3 88,2 87,3-3,0-0, ,7 95,1 95,1-2,7-0, ,8 93,4 92,0-2,8-1, ,9 43,4 53,4 14,5 10,1 Femmine ,7 27,7 24,3-2,4-3, ,4 75,6 72,3-5,1-3, ,3 81,2 79,6 0,3-1, ,9 72,8 74,9 3,0 2, ,9 25,5 36,4 14,5 11,0 Gender Gap ,8 7,4 5,4-12,5-2, ,9 12,7 15,0 2,1 2, ,4 14,0 15,5-3,0 1, ,8 20,7 17,1-5,7-3, ,0 17,9 17,0 0,0-0,9 Fonte: ns. elaborazione su dati Istat, RCFL Si osservano cambiamenti significativi entro le classi di età e tra i generi. L effetto-neet è più più marcato tra i maschi, si prolunga la vita attiva delle F, ma la fascia da tenere sempre monitorata è quella compresa tra 25-44anni (conciliazione). Tra 2012 e 2013 per la prima volta si ha un inversione di tendenza del tasso di attività femminile, che potrebbe rappresentare un primo segnale di una ricomparsa dell effetto scoraggiamento

5 Le differenti opportunità occupazionali per genere e titolo di studio (in FVG) var var Maschi licenza elem., nessun tit. 49,6 45,7 49,3-0,2 3,7 licenza media 61,8 60,4 60,9-1,0 0,5 diploma 79,7 78,2 76,3-3,4-1,9 laurea e post-laurea 84,7 84,9 84,6-0,1-0,3 Totale 71,7 71,2 70,7-1,0-0,5 Femmine licenza elem., nessun tit. 19,2 21,5 23,8 4,6 2,4 licenza media 42,3 40,2 40,2-2,1 0,1 diploma 68,6 66,2 62,8-5,8-3,4 laurea e post-laurea 75,9 74,4 74,2-1,7-0,2 Totale 56,6 56,0 55,2-1,4-0,8 Gender gap licenza elem., nessun tit. 30,4 24,2 25,5-4,9 1,3 licenza media 19,5 20,3 20,6 1,1 0,4 diploma 11,1 12,0 13,4 2,3 1,4 laurea e post-laurea 8,8 10,5 10,4 1,6-0,2 Totale 15,1 15,2 15,5 0,4 0,3 Fonte: ns. elaborazione su dati Istat, RCFL Per le donne laureate le opportunità sono maggiori rispetto, ma il gender gap rimane marcato. Tra i motivi: scelte gender oriented, con ancora poche femmine che intraprendono indirizzi di studio tecnologici e scientifici; la conciliazione è un problema trasversale al titolo di studio (incide lo stipendio, la disponibilità di welfare, la cultura organizzativa, ecc.)

6 Specificità dell occupazione maschile e femminile Continua la terziarizzazione dell occupazione femminile considerando il 2013, su 100 uomini occupati 51,9 sono nel terziario (e tra questi, 38,1 nei servizi e il 13,8 nel commercio), 45 nell industria e, tra questi, il 9,6 nelle costruzioni; 3, 2 sono in agricoltura. La distribuzione delle occupate per settore evidenzia la concentrazione nel terziario: l 81,5% delle donne occupate é nel terziario. Tra queste, il 58,4% nei servizi ed il 23,1% nel commercio. Il 16,7% é occupata nell industria e l 1,8% in agricoltura Sono maggiormente interessate dai contratti a termine: tale modalità era del 14,0% nel 2011 e passa 13,8% nel Per i maschi la quota era del 11,1% nel 2011 e passa 10,9% nel Le transizioni possono essere più difficili per le giovani («rischio-maternità») e le madri con figli piccoli Il part time è un orario femminile in FVG la quota di donne dipendenti a part time é 35,5% nel 2013: oltre una donna su tre ha dunque questo tipo di orario. Valori che risultano superiori sia al dato del NE (34,0%) sia ITA (32,7%). Per i maschi è pari a 5,6% (in aumento dal 2011), quota inferiore al dato del NE (5,7%) e ITA (7,6%). Fino a che punto è volontario, family friendly e reversibile? Quali gli impatti sul reddito familiare (spec. di nuclei monogenitoriali)? La diminuzione dell occupabilità delle giovani adulte, la prevalenza dei contratti a termine e la diffusione del part time sono confermati anche dai dati relativi ai movimenti di assunzione registrati tra il 2011 e il 2013 dai CPI (Fonte: Ergonet)

7 Specificità della disoccupazione femminile Fatto pari a 100 lo stock dei M che hanno perso un precedente lavoro pesa per il 64,7%,gi ex inattivi il 20,4% e gli inoccupati il 14,9% (in aumento nel periodo). Tra le F disoccupate aumenta la quota di chi ha perso una precedente occupazione (48,9% nel 2013, oltre dieci punti in più rispetto al 2011), sia di chi da inattiva entra nel mercato del lavoro (questo segmento rappresenta, nel 2013, un terzo dello stock femminile). Diminuiscono le inoccupate, confermando che é più difficile per i giovani maschi ottenere il primo lavoro, mentre per le femmine, attraverso contratti a termine e part time, il primo accesso può essere più rapido (pur con le criticità già rilevate connesse alla «qualità» del lavoro), per la maggiore «adattabilità» delle F alle condizioni di lavoro proposte v.a. in migl. v.% Maschi Disoccupati ex-occupati 8,070 12,487 13,062 64,8 71,5 64,7 Disoccupati ex-inattivi 2,832 3,154 4,122 22,7 18,1 20,4 Disoccupati senza esper. 1,559 1,828 2,997 12,5 10,5 14,9 Totale 12,461 17,468 20, ,0 100,0 100,0 Femmine Disoccupati ex-occupati 6,046 9,578 10,56 38,8 49,1 48,9 Disoccupati ex-inattivi 5,021 5,98 7,234 32,2 30,7 33,5 Disoccupati senza esper. 4,502 3,948 3,783 28,9 20,2 17,5 Totale 15,569 19,506 21, ,0 100,0 100,0

8 Tassi di disoccupazione: genere ed età Maschi Femmine ITA N-E FVG ITA N-E FVG ,1 18,3 15,6 32,0 21,5 27, ,7 23,4 32,0 37,5 25,2 28, ,0 24,7 24,8 41,4 29,8 23,6 var ,9 6,5 9,1 9,4 8,3-4,3 var ,3 1,4-7,3 3,9 4,5-4, ,2 4,7 5,2 13,7 8,9 8, ,5 6,8 5,6 16,6 10,7 14, ,4 8,0 10,2 19,3 13,0 15,4 var ,2 3,3 5,0 5,6 4,1 7,0 var ,8 1,2 4,6 2,8 2,3 1,2 35 e oltre ,0 2,8 3,0 6,2 3,9 4, ,5 4,0 4,0 8,0 5,4 5, ,8 4,8 4,6 8,8 6,6 6,5 var ,8 2,0 1,6 2,6 2,7 2,1 var ,2 0,7 0,6 0,8 1,3 1, anni: il TdD dei M aumenta di 9,1 p.p. tra 2011 e 2013 (con il picco nel 2012), il TdD delle F diminuisce di 4,3 p.p. e nel 2013 si attesta sul valore del 23,6%. 24 e 35 anni: il TdD dei M raddoppia tra 2011 e 2013 (da 5,2% a 10,2%). Le F hanno un TdD decisamente più elevato (15,4% nel 2013),in aumento (+7punti). Over 35 anni: i valori sono inferiori rispetto alle classi più giovani, ma in aumento. Il TdD dei maschi raggiunge nel 2013 la quota di 4,6% (+1,6 punti dal 2011), mentre per le F il TdD passa da 4,4% del 2011 a 6,5% del 2013.

9 Conclusioni Tra 2011 e 2013 la capacità di tenuta, che aveva caratterizzato i primi sei anni di crisi, segna un inversione di tendenza e ciò potrebbe essere un primo segnale di quell effetto scoraggiamento che tradizionalmente aveva connotato la partecipazione F al MDL. Diminuisce lo stock di occupate (- 6 mila unità nel triennio) e la fascia di età più colpita è quella delle giovani adulte (25-34 anni), i cui tassi di occupazione risultavano i più elevati rispetto alle altre fasce d età ma diminuiscono, nel triennio, di oltre 10 punti percentuali. Continuano rispetto agli anni precedenti: la femminilizzazione del terziario, l aumento della quota di dipendenti a termine (pari, nel 2013, al 14,8%), e part time (pari al 35,5% nel 2013) La disoccupazione F aumenta di circa 6 mila unità nel triennio, i dati femminili rimangono lievemente inferiori a quelli maschili (di un punto) tra i giovani, mentre nelle fasce di età più adulte l indicatore rimane sempre di misura superiore ai valori degli uomini.

10 Conclusioni I gender gap rimangono ancora marcati, ad indicare come siano ancora differenti per M e F le opportunità di partecipazione al MDL. Oltre alla crisi, rimangono infatti aperte alcune questioni presenti da decenni, tra cui : la difficoltà di conciliazione dei tempi lavorativi e familiari in particolare per le F in età over 35 (fuoriuscita anticipata dal mdl e difficoltà a rientravi); la scarsa propensione femminile a seguire percorsi di studio tecnico-scientifici; la maggiore concentrazione femminile nei lavori a termine e a orario ridotto, con possibili ricadute sui percorsi di crescita professionale, sui livelli di reddito e pensionistici.